Chiesa S. Maria d'Ognissanti detta S. Rocchello Sec. XIII - XVI - Catanzaro - Calabria - Italia

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  • Опубликовано: 13 июн 2024
  • La chiesa di S. Maria d'Ognissanti, così come si tramanda, era al centro di un "ristretto" il cui territorio parrocchiale, come afferma il De Nobili, era posto ai confini di quello di S. Maria de Figulis e prima delle parrocchie esistenti, nel quartiere greco, di S. Nicola Favatà e di S. Maria di Cataro.
    La chiesa di Tutti i Santi, fino a prova contraria e come scrivono alcuni storici dell'epoca, fu ricostruita o ristrutturata dopo l'edificazione del convento femminile di monache domenicane intitolato a S. Caterina da Siena con l'annessa chiesa dedicata a S. Rocco, avvenuta nel 1565.
    Il monastero, oggi sede della caserma "Pietro Laganà", fu voluto dal popolo catanzarese all'indomani della pestilenza del 1562 ed anche in seguito ad una leggenda, che narra l'apparizione di S. Rocco fuori la Porta di Mare all'artigiano appestato Pignero Cimino, al quale il santo consegnò un unguento miracoloso che liberò la città ed i suoi abitanti dall'epidemia.
    In cambio del prodigioso miracolo, San Rocco volle che fosse costruita una chiesa sul colle di S. Trifone, nello stesso luogo dove in passato, i catanzaresi, si erano proposti di erigere un tempio a lui dedicato.
    A tal fine avevano allestito una fornace di calce, il cui crollo però aveva fatto desistere, nel tempo, i cittadini da tale impegno.
    Il tempio fu subito edificato ed in onore del santo fu commissionata la statua di marmo, che in breve tempo fu oggetto di devozione.
    Qualche anno più tardi, affinché le monache non fossero disturbate dai devoti di S. Rocco, che sempre affollavano la chiesa conventuale, fu edificata un'altra chiesa all'interno della quale fu trasferita la statua del santo e che da quel momento fu comunemente definita dal popolo chiesa di "S. Rocchello".
    La data di costruzione non è certa ma si presume che già nel 1593 essa doveva essere stata edificata.
    L'edificio sacro ha visto stravolti completamente negli anni '50 e '60 del '900, i prospetti esterni; tali interventi hanno cancellato ogni traccia delle originali forme compositive esterne oggi in parte
    recuperate nel portale d'ingresso, nella sovrastante "cona" in cui era riprodotto un affresco di "S. Rocco e il cane", di cui oggi resta solo il volto, e nella "cona" di "S. Lucia" recuperato nel prospetto laterale, riproducente la tela settecentesca conservata all'interno.
    L'interno, a navata unica, si presenta nel suo rifacimento rococò, con stucchi realizzati intorno l'ultimo decennio del 1700 probabilmente di Pietro Joele di Fiumefreddo.
    Il soffitto è a botte lunettata e la superficie è abbellita da stucchi, da decorazioni a trompe d'oeile e da affreschi, realizzati nel 1967 dal pittore cassanese G. Faita.
    Il piccolo coro ospita l'altare maggiore in marmi policromi (1898), sormontato dall'antico e ricco fastigio settecentesco, con al centro un timpano spezzato ed un ovale all'interno del quale è dipinto il "Sacro Cuore di Gesù", nel quale è posta la statua del santo titolare.
    La statua, rinascimentale, è opera di Giandomenico D'Auria, seguace di Giovanni da Nola.
    Essa poggia su un alto scannello su cui è scolpito un S. Sebastiano che, con il santo pellegrino, è compatrono della città.
    Le due cappelle laterali al coro sono dedicate rispettivamente, a destra, a S. Lucia, con altare e fastigio settecenteschi sulla sommità del quale, in un oculo centrale, è posta un piccolo dipinto raffigurante la "Madonna del Rosario e S. Domenico", a sinistra al Cuore Immacolato di Maria; quest'ultimo presenta un altare con fastigio tardorinascimentale in legno di maestranze roglianesi al centro del quale è collocata l'omonima tela seicentesca.
    Si ricordano tra le altre opere d'arte: la tela di Maria SS. Addolorata e della Madonna del Carmine dei secc. XVII-XVIII; il "Volto Santo di N. S. Gesù Cristo" realizzato nel 1936 dal pittore catanzarese Guido Parentela.
    Fonte: www.comunecatanzaro.it

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