Di Carlo: "L'investimento da 500 milioni di Michele Graviano a Milano e Dell'Utri 'combinato"

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  • Опубликовано: 5 сен 2024
  • 27 febbraio 2014 - Di Carlo: "L'investimento da 500 milioni di Michele Graviano a Milano e Dell'Utri 'combinato"
    Il ruolo di Marcello Dell’Utri
    Un’ampia parentesi è stata quindi dedicata alla figura dell’ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, e ai suoi rapporti con Francesco Di Carlo. “Ho conosciuto Marcello Dell'Utri agli inizi degli anni Settanta - ha specificato l’ex boss -. Eravamo giovani, a Palermo. Mi pare di averlo incontrato la prima volta con Tanino Cinà, (Gaetano Cinà, definito dalla sentenza di condanna di I° grado “l’intermediario di alto livello fra l’organizzazione mafiosa e gli ambienti imprenditoriali del Nord”, ndr) che era fratello di un affiliato a Cosa Nostra”. Già nel 1998 le dichiarazioni dello stesso Di Carlo (confluite nel processo Dell’Utri) avevano sortito l’effetto di illustrare il “ruolo” strategico del braccio destro dell’ex premier Silvio Berlusconi. “Siamo alla fine degli anni ’80 - aveva raccontato Di Carlo -. Dico a mio fratello Giulio: ‘Ci parli con Tanino che parla con Dell’Utri per sistemare un ragazzo che io conosco...’ Poi mio fratello mi parla per telefono, e io ci ho detto: ‘Ci sei andato?’. E lui mi dice: ‘Senti qua, vedi che sia Cinà sia Dell’Utri c’hanno ‘u patri ora’. In Cosa Nostra significa tutto. Hanno u patri, mica ci posso andare così, devo fare un’altra strada. In Cosa Nostra significa che sono stati combinati. (...) Quando l’ho visto in televisione, ma questa è una cosa mia, il Signor Dell’Utri, che prima si era un po’ variato, uno di Cosa Nostra non può variare di una parola contro un altro di Cosa Nostra e poi si riprende dicendo pubblicamente, girando la faccia nei microfoni che lui si avrebbe preso ancora il caffè con Mangano ed è un amico suo, sia il Cinà e sia Mangano, ho detto allora è Cosa Nostra. (...) Comunque quando uno deve fare chiarezza, deve fare chiarezza; e ho deciso. Dire un punto che non avevo mai parlato. E non è fantasia mia, perché di Cosa Nostra me ne intendo. Non temo nessuno che mi può contrastare nelle regole di Cosa Nostra”. Una particolare attenzione è stata data alla riunione del 1974 a Milano, negli uffici della Edilnord di Berlusconi, tra i capi della Fininvest, dell’Edilnord e i capi della mafia, che all’epoca erano Stefano Bontate e Mimmo Teresi. Lo stesso Di Carlo era presente a quell’incontro; attraverso le domande del procuratore aggiunto Teresi è stato quindi possibile rivivere quel summit. “Ci vedemmo con Marcello Dell'Utri in un ufficio in attesa di incontrare Berlusconi. Dopo pochi minuti arrivò questo costruttore, Silvio Berlusconi. Ci salutò tutti con una stretta di mano”. Decisamente molto chiaro il commento dell’ex boss di Altofonte su Vittorio Mangano: “Ma quale stalliere di Arcore, Vittorio Mangano era un 'soldato' di Cosa nostra, attento alla sicurezza della famiglia Berlusconi...”. [www.antimafiad...]

Комментарии • 15

  • @MatthGulins8555
    @MatthGulins8555 8 месяцев назад +1

    Questo testimone quando dice la verità si capisce benissimo cioè verità risposta pronta decisa e convinta, quando dice cazz risponde lentamente e con la scusa è passato tanto tempo non posso ricordare tutto 😂

  • @stormyphantom7166
    @stormyphantom7166 3 года назад

    Io non so se vi rendete conto, del lavoro lungo anni, di relazione, che porta un mafioso a collaborare. Il rapporto di fiducia che si deve instaurare con il nemico, che il nemico ti possa dare qualcosa in cambio e che non ti mandi al macello. Tradotto: che il processo non metta in galera le persone che hai nominato. Perché se collabori e poi il giudice, lascia fuori o dà pene molto lievi, alle persone che ti sei messo contro, poi, contro chi ha collaborato, si scatena l inferno. Pochi detenuti collaborano. Anche perché spesso quando collaborano, ammettono altri reati da loro fatti, nominando i complici. Solo di reati fatti personalmente, si possono portare prove e testimonianze. Quindi si, la legge ti dà degli sconti di pena, ma quanto forti devono essere per convenire a collaborare? A rischiare il processo? Il 41 bis funziona per chi è già in carcere con già una condanna. Se collabori e ammetti, anche altri reati, e si prova che è vero quello che dici, hai uno sconto di pena sul gia sentenziato. È, a quanto ho capito, l'impunità per nuovi reati ammessi, ma su questo non sono certo. Negli usa, per esempio, per i collaboratori, si arriva anche alla impunita totale. Se io sono al 41 bis per mafia e sto dentro 3 anni, mi conviene collaborare, inguianre gente, che forse verrà condannata, sapendo che loro in secondo grado, faranno di tutto per tirarmi fuori affinché non canti? Per collaborare, uno deve avere una pena talmente lunga che dica: "Mi conviene rischiare", e sperare che quelli fuori non facciamo sparire le prove. Collaboro se ho la pena lunga e se so che Anche he in secondo grado, avrei pene molto pesanti. Se io prendo 5 anni, e dopo due anni, all appello, me lo riducono a 3 e ho gia fatti due anni dentro, calcolo del pre sofferto, esco subito e non mi conviene collaborare.

  • @fabiomassaccesi177
    @fabiomassaccesi177 3 года назад +4

    che dio abbia pietà di questi demoni

  • @MatthGulins8555
    @MatthGulins8555 8 месяцев назад

    A me’ viene difficile credere che dei mafiosi diano soldi tanti soldi è non li hanno indietro. Semmai se danno soldi sono sicuro che ritornano indietro con gli interessi. Altrimenti il vero mafioso e stato Berl……

  • @stormyphantom7166
    @stormyphantom7166 3 года назад

    È morto di l anno scorso di Carlo