Il crematorio di Gusen I, sottocampo di Mauthausen.

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  • Опубликовано: 28 май 2023
  • Gusen I, sottocampo di Mauthausen - Viaggio della Memoria EP#3
    ‪@ANEDDeportazione‬
    I lavori di costruzione di Gusen I furono avviati nel marzo del 1940; anche in questo campo uno degli obiettivi economici era costituito dallo sfruttamento delle vicine cave di granito. Fin dall’inizio il lavoro costituì uno dei mezzi di eliminazione dei prigionieri, in prevalenza polacchi, fra cui molti religiosi, e repubblicani spagnoli deportati dalla Francia. Nel 1941 fu installato il crematorio e si avviarono le eliminazioni sistematiche di malati, inabili, portatori sospetti di malattie contagiose, sia al castello di Hartheim sia nel campo stesso (bagni di acqua gelida, annegamenti anche di massa, iniezioni al cuore, gassazioni su veicolo).
    Nell’arco di tre anni il campo viene a contenere un numero di prigionieri superiore a quello del campo principale di Mauthausen, con l’arrivo di deportati sovietici, jugoslavi, francesi, italiani (dall’agosto 1943) e l’apertura di altre attività produttive (Steyr-Daimler-Puch AG) legate alla produzione bellica.
    Il Memoriale di Gusen e la conservazione dell’area.
    Il campo di Gusen I ha subito vicende che ne hanno alterato irrimediabilmente la fisionomia. Alla fine degli anni ‘50 se ne è decisa la lottizzazione ed è sorta una fitta serie di costruzioni abitative. È naturalmente scomparsa la recinzione, sono state eliminate baracche e strutture concentrazionare. Rimane riconoscibile, per quanto riconvertito in abitazione, l’edificio dell’ingresso e del comando del campo, ben visibile dalla rotabile asfaltata Mauthausen-Gusen. L’associazione dei superstiti ha acquistato un lotto di terreno e vi ha eretto una struttura commemorativa, opera dell’architetto Lodovico Barbiano di Belgiojoso, che fu egli stesso prigioniero a Gusen. All’interno di questo edificio, la cui materia e il cui spazio alludono all’universo chiuso e al labirinto di morte costituiti dal Lager, è stato collocato il forno crematorio.
    Fonte: deportati.it/lager/mauthausen...
    "Vite Spezzate" è un viaggio nella memoria e nelle memorie attraverso una serie di testimonianze e un percorso fotografico in alcuni campi di concentramento, in particolar modo quelli di Auschwitz e Birkenau.
    Le immagini, le parole, le sensazioni e le emozioni che sopravvissuti, familiari, studenti hanno vissuto durante il loro pellegrinaggio. Perché, adesso e sempre, abbiamo il dovere di ricordare e tramandare una delle pagine più atroci della storia dell'umanità, affinché il male assoluto non possa ripetersi mai più.
    Un percorso in alcuni campi di concentramento attraverso fotografie e testimonianze vissute da chi ha compiuto un viaggio della Memoria.
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