Panico! Perché la terapia non funziona?

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  • Опубликовано: 14 окт 2024

Комментарии • 5

  • @nicoraba
    @nicoraba 11 месяцев назад +3

    Oggi ho 42 anni, il decennio migliore della vita che va dai 20 ai 30 anni me lo sono bruciato dal panico, non viaggiando, non prendendo mezzi di trasporto, non uscendo quasi dalla mia città, sempre con una ansia generalizzata perenne e la paura che potesse venirmi un attacco di panico davanti a tutti. Il primo tentativo farmacologico lo ebbi con la paroxetina a 21 anni, ma presi un casino di peso e, peggio di tutto, disturbi legati alla llibido. Quindi dopo 6 mesi smisi di prendere qualunque farmaco. Poi ho provato a farcela da solo ma tutto questo aumentò unicamente l'evitamento e rafforzò l'agorafobia. A 30 anni decisi di ritornare da uno specialista il quale mi prescrisse la venlafaxina che per me fu la svolta: dopo due settimane mi sentivo molto meno ansioso, senza mai prendere benzodiazepine, e senza nessun effetto collaterale della paroxetina. Piano piano ho cominciato ad espormi sempre più a situazioni che mi causano attacchi e dopo qualche anno ho ritrovato la normalità che non conoscevo più da un decennio. Dopo tanti anni prendo ancora la venlafaxina ma solo perché si è instaurata la dipendenza fisica: se mi dimentico di prenderla, cosa che succede spesso, comincio ad avvertire i sintomi tipo formicolii sparsi e giramenti di testa e vertigini. Però ritengo assolutamente preferibile avere una piccola dipendenza farmaceutica che non essere dipendente dal malessere dal panico.

    • @Psicoeducazione
      @Psicoeducazione  11 месяцев назад +1

      Capisco le sue considerazioni, ma il problema si può superare con un'appropriata psicoterapia, senza assumere farmaci.

    • @fuku8122
      @fuku8122 11 месяцев назад +1

      @nicoraba storia simile quasi decennio da 15 ai 23 prendo anch'io venlafaxina

    • @nicoraba
      @nicoraba 10 месяцев назад

      ​@@Psicoeducazionesono certo che si possa fare (e io provai ad iniziare una terapia cognitivo-conportamenrale) ma nel mio caso specifico il panico con annessa derealizzazione/depersonalizzazione scaturì solo dopo un'esperienza negativa con la psilocibina (funghetti) e mi convinsi che, così come era stata una molecola ad alterare il mio equilibrio serotoninergico, solo con un intervento farmacologico sarei riuscito a migliorare la mia condizione. Ora che ho in mente di provare a sospendere l'assunzione probabilmente mi rivolgerò ad uno psicoterapeuta per un corretto percorso di allontanamento dalla "copertina di Linus"...

    • @Psicoeducazione
      @Psicoeducazione  10 месяцев назад +2

      @@nicoraba è importante non confondere l'effetto di una sostanza nel momento in cui si assume con la costruzione di un sintomo. Lei ha ragione quando dice che alcune sostanze possono determinare determinati stati mentali nel momento in cui sono assunte. Ma un problema come il panico non è uno stato mentale di un certo momento, il Disturbo di panico è dato dalla persistenza di una interpretazione distorta delle proprie sensazioni che a sua volta innesca dei circoli viziosi, e quindi una serie di sintomi come il panico e l'evitamento. Questa interpretazione distorta è una costruzione cognitiva, ovvero una serie di convinzioni disfunzionali, non è uno stato mentale.