mi dispiace che il relatore sia ideologicamente contro il nucleare. Batterie e pannelli solari hanno a parità di energia almeno le stesse emissioni del nucleare, se non di più, con una drastica diminuzione di risorse, quindi meno rifiuti. Le scorie possono essere tranquillamente stoccate in depositi di profondità come già facciamo per molte sostanze tossiche che al contrario delle scorie non perdono la tossicità nel tempo. Questo fino a quando non implementeremo una filiera di reattori veloci che “bruciano” le scorie senza emissioni. Che comunque rimangono talmente poche che non saranno mai un problema. Per quanto riguarda gli incidenti è noto che il nucleare sia la tecnologia più sicura al mondo, anche considerando la stima più catastofista per le vittime di chernobyl. Con la stessa paura degli incidenti applicata all’idroelettrico, dovremmo chiudere ogni rigagnolo che fa girare un mulino.
non è solo lui contro il nucleare, ma qualsiasi climatologo che studia un minimo l'ambiente, basta leggere i limiti della crescita, e i vari articoli scientifici, per capire che è comunque una forma di produzione di energia altamente inquinante, e quando il professore dice che consegneremmo ai nostri nipoti rifiuti per decine di migliaia di anni, dice una cosa sacrosanta...le alternative ci sono, finchè non troviamo la soluzione definitiva con la fusione, dobbiamo tappare un po' i buchi, e intanto cambiare i nostri stili di vita basati sul consumismo e l'alimentazione esagerata basata su carne.
@@xFulgor alternative meno inquinanti del nucleare non ci sono, perchè l‘idroelettrico impatta ambientalmente di più, le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici consumano più risorse per svariati ordini di grandezza. L‘uranio che serve a una centrale é pochissimo, meno materiale significa meno impatto ambientale, meno rifiuti. Si perchè le scorie sono radioattive, ma non sono tossiche per sempre, come invece sono i prodotti di scarto della lavorazione di pale e pannelli che per fare la stessa energia di una centrale nucleare hanno bisogno di molti più materiali, da cambiare ogni 20/30 anni.
Lui il nobel in fisica ci sta secondo me.
mi dispiace che il relatore sia ideologicamente contro il nucleare. Batterie e pannelli solari hanno a parità di energia almeno le stesse emissioni del nucleare, se non di più, con una drastica diminuzione di risorse, quindi meno rifiuti. Le scorie possono essere tranquillamente stoccate in depositi di profondità come già facciamo per molte sostanze tossiche che al contrario delle scorie non perdono la tossicità nel tempo. Questo fino a quando non implementeremo una filiera di reattori veloci che “bruciano” le scorie senza emissioni. Che comunque rimangono talmente poche che non saranno mai un problema. Per quanto riguarda gli incidenti è noto che il nucleare sia la tecnologia più sicura al mondo, anche considerando la stima più catastofista per le vittime di chernobyl. Con la stessa paura degli incidenti applicata all’idroelettrico, dovremmo chiudere ogni rigagnolo che fa girare un mulino.
non è solo lui contro il nucleare, ma qualsiasi climatologo che studia un minimo l'ambiente, basta leggere i limiti della crescita, e i vari articoli scientifici, per capire che è comunque una forma di produzione di energia altamente inquinante, e quando il professore dice che consegneremmo ai nostri nipoti rifiuti per decine di migliaia di anni, dice una cosa sacrosanta...le alternative ci sono, finchè non troviamo la soluzione definitiva con la fusione, dobbiamo tappare un po' i buchi, e intanto cambiare i nostri stili di vita basati sul consumismo e l'alimentazione esagerata basata su carne.
@@xFulgor alternative meno inquinanti del nucleare non ci sono, perchè l‘idroelettrico impatta ambientalmente di più, le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici consumano più risorse per svariati ordini di grandezza. L‘uranio che serve a una centrale é pochissimo, meno materiale significa meno impatto ambientale, meno rifiuti. Si perchè le scorie sono radioattive, ma non sono tossiche per sempre, come invece sono i prodotti di scarto della lavorazione di pale e pannelli che per fare la stessa energia di una centrale nucleare hanno bisogno di molti più materiali, da cambiare ogni 20/30 anni.