Disclaimer per i depensanti. Tutti quelli che scriveranno "MA COME SI FA A PARLARE DI DECRESCITA SENZA CONOSCERE LATOUCHE" verranno bannati. Questo perché, come ho già spiegato in molti commenti, si è trattato di una semplice amnesia, quelle che capitano a tutti quando discutono a braccio con altre persone. Io il libro di Latouche sulla decrescita ce l'ho pure a casa, semplicemente in questo frangente non mi sono ricordato del suo nome (anche perché io lo conosco come filosofo, Mike diceva "un economista"). Il libro di Latouche è talmente dimenticabile che ho dimenticato di attribuirgli l'autorialità. Doveva scriverlo meglio, probabilmente.
Ma il problema non é l'amnesia del nome ma la mancanza di contenuti in 40 minuti di discussione. Non avete fatto un'analisi dei contenuti concettuali della decrescita felice, non li avete nemmeno esposti al pubblico per farvi capire, l'avete condannata semplicemente come l'intento bucolico di alcuni economisti fricchettoni di ritornare ad un mondo senza tecnologia dove si arano i campi e si mangiano patate, in un tripudio di elogio alla povertá. E non é per nulla cosí. Siete sembrati due scolaretti incompresi che in preda al delirio di assolutismo disprezzano quelli che ne sanno meno di voi (o che pensate ne sappiano meno di voi)
Riccardo, te lo propongo pubblicamente (e senza preavviso, non me ne avere) ma questi anonimi geni che ci accusano di superficialita' e non conoscenza, hanno stancato anche me. Capisco il pregiudizio, capisco il complesso del liceale, capisco il desiderio di farsi notare, capisco quasi tutto ma ho un profondo fastidio per il chiacchierone stile Floris o il Salza. Come se fosse nostro dovere perdere 20 minuti a "illustrare" una teoria del menga! Chi la conosce capisce e chi non conosce se la legge, parlandone l'abbiamo pure pubblicizzata! Ma il punto e' che nelle scemenze di Latouche&Co c'e' il nulla piu' assoluto condito con una salsa di balle, bugie e liriche fantasie. QUINDI: INVITIAMOLI ad una discussione LIVE con noi. O con me se a te annoiano. Fate vedere cosa avete da dire e che contenuti abbiamo "omesso". Oppure andate a cagare, sulle zucche, a Chioggia. Uno dei tanti modi per decrescere felicemente.
Caro Boldrin... Leggi attentamente quello che sto per scrivere. Per me tu puoi detestare Latouche e la sua teoria e sputargli anche in faccia quando lo vedi passare, non é che mi importi molto, non sono sicuramente un dannatissimo moralista. Tra l'altro non é che io sia perfettamente in sincronia con i dettami di Latouche. Peró ritengo corretto, su un canale come questo, che si prefigge di fare divulgazione, una analisi corretta e puntuale di un argomento. Ci sta anche che quando due mostri di cultura come voi si fanno una chiaccherata si sviluppino voli pindarici su una miriade di argomenti. Ma mi sarei aspettato prima un'esposizione dei fatti e poi una confutazione dei medesimi, almeno uno che vi ascolta puó sviluppare la capacitá critica di discernere l'argomento, e magari darvi anche ragione. Spiegami cosa c'é di diverso nell'ascolto di questo video, dall'ascoltare due tizi in un bar, seduti in un tavolo poco vicino al tuo, che chiaccherano di un libro che hanno letto e tu no. Io mi farei anche una chiaccherata con voi molto volentieri, ma non saprei come. Venite a farvi un vacanzina dalle mie parti, ci incontriamo in un pub e passiamo la serata a discutere. Vi offro anche da bere. Rick lo vedo un tipo da birra mentre boldrin secondo me é un tipo da calice di rosso!
Decrescita non vuol dire tornare a coltivare i campi tenendosi per mano. Decrescita è una idea di società che prova a rispondere all'urgente questione del cambiamento climatico e lo fa partendo dall'assunzione che la causa del problema è intrinsecamente radicata nella struttura del sistema capitalista che per sopravvivere ha bisogno di crescere infinitamente in un pianeta che dispone di risorse finite. Il primo passo è dunque mettere in discussione la crescita come unico obiettivo politico, rilevando anche come questa, e l'indicatore che la monitora, il GDP, non registrino effettivamente il benessere di una società (se si verificasse un incidente con delle vittime, ciò comporterebbe la mobilitazione di risorse e potrebbe avere un impatto positivo sul PIL, appare quindi evidente come questo non tenga conto del benessere reale delle persone). Decrescita quindi suggerisce di adottare altri indicatori e di riflesso altri obiettivi politici come strumenti che orientino la società. Decrescita è una proposta 'radicale' perché per risolvere il problema del cambiamento climatico, nonché la più grande sfida mai affrontata dall'umanità, servono cambiamenti radicali. Decrescita rifiuta l'idea di una 'crescita verde' perché comunque incompatibile con i limiti ecologici cui dobbiamo rispettare, una transizione verso energie 'pulite' è necessaria ma questa richiede comunque una domanda di materiali incompatibile con i limiti ecologici se vogliamo mantenere gli stessi livelli di produzione/consumo o addirittura aumentarli. Decrescita inoltre si interroga sulle responsabilità puntando il dito verso il Nord del mondo, chiedendo quindi che si assuma per primo il compito di proporre e attuare soluzioni efficaci, rivelando anche come dietro al cambiamento climatiche si nascondino profonde disuguaglianze, il 10% più ricco del pianeta produce il 50% delle emissioni mentre il 50% più povero produce il 10% delle emissioni, ma ad essere i più vulnerabili sono proprio i più poveri. Decrescere non vuol dire regredire, la scelta di questa parola è legata alla volontà di sfidare il mito delle crescita infinita e riflettere su quali siano le priorità che vogliamo seguire. Decrescita è un disegno di una società diversa fondata su valori diversi che mettono al centro il benessere dell'uomo e dell'ambiente in quanto entrambi parte del sistema pianeta e quindi interconnessi.
Quando si parla di decrescita felice io penso a Francesco Gesualdi, il quale promuove idee che trovo sensate, come, per esempio: abbassare l'inquinamento scegliendo beni durevoli al posto dell'usa e getta; oppure: l'utilizzo condiviso degli attrezzi e degli strumenti in genere. Gli oggetti dovrebbero essere costruiti in modo che possano svolgere bene poche funzioni, e che possano essere utilizzati anche in maniera condivisa; oggetti facilmente riparabili e combinabili. Un esempio di decrescita felice è un servizio di car-sharing: un ente, anche privato, che mettesse a disposizione un certo numero di vetture farebbe un uso più oculato e razionale delle sue automobili rispetto a n individui che le possedessero, perché promuove l'uso e non il possesso delle cose. Immagino ci siano diverse scuole di pensiero, ma è decrescita felice anche il consumo critico, il commercio equo, il fair trade: essere agenti consapevoli e informati nel mercato globale, capace eventualmente di educarsi al rispetto delle risorse (ambientali e lavorative) necessarie alla produzione di beni e servizi di cui si intende godere perché quelle stesse risorse sono effettivamente limitate (se non lo fossero, non avrebbe senso stabilirne il prezzo). La decrescita felice non è necessariamente il tizio che trasforma una cyclette in un gruppo elettrogeno, ma è soprattutto il scegliere un modo per arrivare comunque alla crescita, ma in modo che sia efficiente e sostenibile.
Per quanto riguarda il car sharing, alla festa del fatto quotidiano di quest'anno hanno fatto un incontro. Il punto debole di questo sistema, dando già per scontati i vantaggi chiari, è nella sua applicazione a livello globale. In una città grande o medio-grande può funzionare, ma man mano che si esce dai centri, si va in periferia e poi in campagna, i servizi si disperdono sul territorio, i luoghi da raggiungere pure. L'Italia è fatta in gran parte da piccoli centri, campagne e zone residenziali, e il car sharing trovo che non sia, per tutte queste zone a densità abitativa bassa (relativamente alle città), una soluzione, visto il grado di indipendenza necessario o desiderato dai provinciali. Durante tutto l'incontro alla festa hanno parlato solo di centro città (grandi città), sempre tenendo alla larga il tema di "tutto il resto". Il mio forte dubbio sul car sharing rimane quindi la sua effettiva applicabilità e praticità. Per dirti: abito in una strada in mezzo ai campi, mi ci vuole la macchina per andare a prendere l'autobus. È complicato in questo contesto applicare soluzioni aggraganti che siano anche economicamente sostenibili.
@@leonardomarchetti5133 ho un' esperienza simile alla tua, e infatti uno dei più grandi dubbi riguardo ai progetti di città metropolitana o comunque che scoraggia un' alta densità abitativa è proprio che l'efficienza di mezzi di trasporto meno impattanti come quelli pubblici calerebbe vertiginosamente, quindi si avrebbe sicuramente un aumento del trasporto privato, con conseguente emissione di gas, rallentamenti sulle arterie stradali e inquinamento acustico
Questo video è molto approssimativo. La decrescita solleva un problema che qui non si affronta: quanto lo sviluppo (infinito) è compatibile con un sistema finito? Come si risolve il problema delle economie emergenti che si stanno orientando verso una società dei consumi? Nel video nulla di tutto ciò.
@@saulobuonuomo6150 esattamente, questi due quando si mettono a parlare insieme diventa un tripudio di individualismo sfrenato, derisione del resto del mondo come beoti sovranisti, autocompiacimento intellettuale ingiustificato, 40 minuti di pressapochismo totale su questioni molto importanti ma molto mal comprese!!
Noi non sappiamo dove la tecnologia ci porterà, molte delle cose che facciamo adesso erano immaginabili poche decine di anni fa, e così continurà ad essere (provabilmente). Che senso ha mettere un recinto in un parco di cui non conosci l'estensione? La terra è finita? Certo, ma chi ti dice che tra 300 anni non prenderemo minerali da marte?
@@nomeacasaboh8106 e di certo non risolverai il problema bloccando la ricerca o la crescita economica necessaria appunto per sviluppare nuove tecnologie studi e soluzioni ... L uomo ha sempre trovato soluzioni ai suoi problemi , e la necessità aguzza l ingegno.. Mentre buttarsi su una poltrona a far niente non ha mai salvato nessuno anzi ...
Ho come la sensazione che molta gente nei commenti scambia la decrescita con una normale evoluzione del mercato. Voglio dire, non è che limitare l' inquinamento e usare le borracce(sempre più di moda vedo), abbia qualcosa a che fare con la decrescita felice
Lo diventa nel momento in cui compri una borraccia invece che millemila bottigliette e quindi fai crescere il pil di meno perché acquisti meno merci, o no?
@@lucanardi_space probabilmente dato il costo della borraccia, la lavorazione superiore rispetto ad una bottiglia in pet e il fatto che sicuramente non sarà una per tutta la vita ma verrà cambiata ogni tot mesi o al massimo annualmente (di media), può far crescere il pil anche di più (anche se le bottigliette di acqua sono irrisorie per la crescita del Pil, quindi sarebbe ininfluente in ogni caso)
@@marioesposito8505 allora più mezzi pubblici vuol dire maggior acquisto di questi e meno traffico, che si traduce in un sistema di trasporto più performante dove tutto diventa più produttivo, riguardo il car-sharing la ditta proprietaria pensa all' acquisto/rottamazione delle auto, e dato che queste sarebbero usate più intensamente durante la loro vita (dato che mantenere una macchina ferma è improduttivo per loro, ma non per una persona che la possiede) potrebbe probabilmente portare ad un tasso di ricambio del parco macchine più frequente rispetto a quello delle macchine private
Grazie sempre per il vostro tempo e per lo sguardo mai banale che offrite sugli argomenti ed anche per l'ironia che a quanto pare non è capita da alcuni. Sintetizzo la mia esperienza che mi fa comprendere l'idea di Dufer sulla responsabilità del cattolicesimo. Nel mondo dell'attivismo cattolico giovanile che ho vissuto io, che ora ho 45 anni, la decrescita felice ha trovato terreno fertilissimo, condito con rifiuto del progresso e anche della ricchezza, che però spesso è la base che ha consentito lo sviluppo di questo pensiero, che più raramente trovo nel vignarolo che sa che la terra è bassa. Ma non trovo gli stessi messaggi nel cattolicesimo di mia madre, 82 anni, ad esempio. Quello che ha detto Dufer è dunque quello che ho vissuto e che vedo ancora, io che sono considerata diversa ma non sono certo una distruttrice del mondo.
E' un video per divulgare un'ottima dis-informazione. Anche questi video sono utili... ma solo per confondere delle idee da valutare invece con cognizione di causa.
Diomadonna, si è trattato di una semplice amnesia, io il libro di Latouche l'ho letto! Ma cacchio, è mai capitato a voi sapientoni di avere un vuoto di memoria durante una discussione?
@@rickdufer guarda che l'attacco caricaturale che avete fatto alla decrescita felice (tra l'altro non parlando della decrescita felice) denota che proprio di questo argomento non ne sapete una fava! A voi basta che quslcuno metta leggermente in discussione i pilastri del capotalismo consumistico che saltate come grilli
Fin dove si può crescere non è deciso da qualcuno, è deciso dal pianeta, che questo è e per ora non se ne parla di colonizzarne altri. Nel video vedo che più che altro ponete l’accento sul fatto che finite le risorse una nazione si scontra con quelle vicine. Se quelli che sostengono la decrescita felice parlano di questo sbagliano anche loro, ma il punto non è questo, il punto è che crescendo indefinitamente anche senza mai entrare in contrasto con le altre nazioni, ci sarà un momento in cui non esisteranno sul pianeta abbastanza risorse per il sostentamento di tutti gli esseri viventi (e sottolineo che non riguarda solo gli umani). È probabile che a quel punto inizierà una contrazione demografica spontanea che ci riporterà all’equilibrio (se non avremo già reso instabile il sistema Terra), ma potrebbe essere traumatica. Siamo una specie senziente, se stiamo guidando una macchina e ci accorgiamo di andare incontro a un muro, perché aspettare di schiantarci contro di esso invece di iniziare a rallentare per tempo?
Tolti i 4 gatti europei, dei quali qualcuno assai benestante e "illuminato ", vorrei sapere che ne pensano della decrescita felice le svariate miliardi di cinesi, indiani, thailandesi, russi, sudamericani, gli africani e, infine, gli statunitensi ....
@@vemto9643 bene. Non dico che ragionare di decrescita felice sia una corbelleria infondata...ma è palese che sia del tutto inutile x i prox 200anni.I giganti voraci: Google, Facebook, arabi, Amazon, mondo multinazionale e sovranazionale intero, per un verso, e le miliardate di mortidi fame che non vogliono sentir ragioni, dall'altro, premono immensamente i direzioni opposte.Quindi, sono certo che, mentre lor signori pensano quel che gli pare, gli perdonerai senz'altro che nel frattempo ti (ci) stritolano, mentre tu contempli la luna...
@@g.riggio226 non pensare che io creda ad utopie. Personalmente pianifico la mia vita con la prospettiva di morire tra trent'anni (è l'unica cosa veramente utile che posso fare). Non vuol dire che quando parlo di queste cose non voglia farlo in maniera logica
Ti sei mai chiesto se la crescita infinità sia effettivamente infinità ... E che in realtà ci sembri solo tale ignorando alcuni meccanismi che invece la rendono attuabile e il concetto di infinito pressappochista infantile e impreciso ?! Un po' come quelli che fanno i confronti Italia Africa e sostengono che in Italia non possono starci tutti gli africani , ignorando densità abitativa ed estensione del territorio...
Rick la tua presa di posizione individualista sta diventando preponderante. Il tuo puntare il dito contro istituzioni o concetti che a tuo dire ti "addossano colpe" o limitano in qualche modo (e alcune volte anche in modo astruso..) le tue libertà sta diventando come il puntare il dito al "turbo capitalismo" di Fusaro. Inoltre in questi 40 minuti girate attorno ai concetti senza mai arrivare veramente al punto, mi sembra, come si dice dalle mie parti, che ve la cantate e ve la suonate! Rick ti seguo da quando facevi i video con il cellulare, non sono sempre stato d accordo con te, ma specialmente nell'ultimo periodo la tua presa di posizione individualista e liberale mi sembra stia prendendo il sopravvento nelle tue argomentazioni, e lo dico non solo perché, personalmente, le trovo "estremiste" ma soprattutto perché la tua critica sta diventando prevedibile, perfettamente in linea con il pensiero che hai scelto di seguire. Insomma, questo mio messaggio vuole essere una critica affettuosa e non attacco personale, spero di rivedere uno spirito critico meno legato a questo o a quel pensiero (o peggio ancora ideologia).
ti ringrazio per il commento, però non facciamo di tutto una reductio ad fusarum. Cioè, il fatto che io abbia iniziato ad esprimere in modo più forte le mie idee è segno del fatto che sto lavorando ad un pensiero filosofico coerente e mio, non soltanto divulgativo (e i contenuti divulgativi rimarranno sempre). Sarebbe come rimproverare a Bergson che ad un certo punto ha iniziato a parlare sempre di anima e plasticità: non ha molto senso. Puoi dirmi che ti senti distante dalle mie posizioni, che magari non ti piace quello che penso, ma non che non dovrei esprimere il mio pensiero, per quanto a te possa non piacere. Il canale è un processo di maturazione anche di ciò che penso io del mondo, non ti pare? Se poi le mie idee ti risultano "prevedibili", sappi che ci sono migliaia di persone che mi ascoltano e che certi pensieri non li hanno mai fatti. Per una persona che ha già pensato ciò che ho pensato io ce ne sono altre mille che non l'hanno fatto.
@@rickdufer in alcun modo sarei contro la maturazione personale e di pensiero. Non sono uno di quelli che "era meglio quando facevi solo divulgazione" perché semplicemente non lo è. Con l'avanzare del tempo e del tuo percorso filosofico in quella direzione, trovo meno interessanti i tuoi discorsi, specialmente quelli specifici sull'argomento (capitalismo e individualismo) perché sono "più di parte" rispetto a prima, tutto qui. Ovviamente tu starai pensando "ma a me che mi frega?", e fai bene ma Io, dal mio canto, avevo il dovere di dirti tutto ciò :)
certo, è un tuo diritto esprimere quest'opinione, io cercherò sempre, per quanto mi è possibile, di produrre non soltanto contenuti di quel tipo, ma anche altri 😉 un abbraccio
Penso che prima di fare un video su un tema molto ampio come la decrescita felice sarebbe bene studiare e leggere i testi fondativi di autori centrali (Illich, Castoriadis, Latouche, Langer),non presentandola come una concezione hitleriana o utopistica, ipso facto. Ho trovato penoso che non sapeste nemmeno il nome con la L che sarebbe Latouche, che oggi è il maggior esponente vivente. Accostare la decrescita a razzismo, superiorità occidentale è semplicemente ridicolo, Latouche ha lavorato in Africa e in Sud America per pensare un modello di sviluppo diverso rispetto al capitalismo consumista a competitività sfrenata. Mi dispiace perché vi seguo con piacere ma questo video è impregnato da un qualunquismo intellettualoide su cose che nulla c'entrano con la decrescita.
@@MicheleBoldrin Ma veramente fa? Cioè, secondo lei è normale muovere una contestazione alle idee di un altro accademico dandogli del pagliaccio e dimenticandosi come si chiama? Ma manco alle elementari. In tutti i dibattiti filosofici dal vivo o per iscritto a cui ho assistito si cita direttamente dai testi dell'avversario, e lei manco sa come si chiama. Io non mi capacito. Per inciso, il modo in cui lei e quell'altro signore usate il termine modernismo è sbagliato. Non sbagliato ideologicamente, sbagliato proprio a livello di semantica. Il modernismo può essere due cose, o un movimento teologico riformista interno alla chiesa cattolica che non ha niente a che fare con l'economia (riguardava cose come il metodo storico-critico nella biblistica e il potere temporale dei papi) o un movimento artistico novecentesco (quello di Eliot, fra gli altri). La parola che avreste dovuto usare è modernità. Stiamo a questi livelli.
@@claudiochianese9850 Io nemmeno. Non posso avere vuoti di memoria? Conta il nome? Le stronzate sono tali anche senza ricordarsi l'autore. I pagliacci passano, le scemenze restano. Lei si ricorda il nome del primo che nel XX secolo ha sostenuto che entro il 2010 avremmo esaurito le scorte di petrolio? Io no, pero' ricordo la scemenza. Se ne faccia una ragione, decrescera' meglio e piu' felicemente.
@@MicheleBoldrin Se dovessi contestarlo in un dibattito pubblico andrei a leggere come si chiama, e possibilmente anche cosa ha scritto. Lei non ha fatto nessuna delle due cose, evidentemente.
Migliore critica dei decrescisti a questo video: "avete dimenticato il nome di Latouche !!1!11!". LOL! Vuol dire che siete sulla strada giusta, continuate così!
Sì, però un attimo. L'età dell'oro pare sia esistita davvero, precisamente in medioriente con i cacciatori raccoglitori, prima che diventassimo agricoltori. Gli ultimi studi sostengono addirittura che conoscessimo i rudimenti dell'agricoltura da almeno qualche centinaio di anni prima di usarla, ma non serviva per il semplice fatto che l'abbondanza di risorse (anche animali) era tale da mantenere una qualità di vita più alta con uno sforzo infinitamente minore. Solo quando ha iniziato ad estinguersi la megafauna siamo stati obbligati all'agricoltura. Altro esempio sono le pianure del bisonte in America prima che arrivassero gli europei, permettevano una densità abitativa comparabile a quella delle prime società agrarie, ma evitando di spaccarsi la schiena tirando un aratro 12 ore al giorno sin da bambini
Ah, e la paleoantropologia ha dimostrato che al boom demografico dovuto alla rivoluzione agraria ha corrisposto un crollo nella qualità della vita. Per dire, in poche generazioni l'altezza media è passata da un metro e 80 a un metro e 45, senza contare le carie dovute a una dieta fatta prevalentemente di zuccheri (cioè grano) e ai problemi scheletrici dovuti alla muscolatura ipersviluppata in piena crescita per il lavoro nei campi durante l'infanzia e l'adolescenza
@@SorenToKeiran-Murasaki al momento purtroppo sono in piena sessione d'esami. Però sono cose che avevo sentito su varie conferenze di Barbujani e forse anche di pievani, ma non ricordo più quali. Comunque tutte cose che si trovano su RUclips. Scusa ma c'è stato un periodo in cui cui mi drogavo con le conferenze di paleoantropologia o con quelle del cicap e quindi dovrei mettermi qualche ora a ricercare quelle giuste. P. S. E un paio di cose probabilmente arrivano o da video di PBS eons oppure da canali di divulgazione tipo it's ok to be smart. Che hanno le fonti in descrizione, ma farei fatica a ritrovarli tutti. Poi per esempio il discorso dell'altezza mi ricordo l'avesse tirato fuori Barbujani in una conferenza in cui aveva tirato fuori degli scheletri di cacciatori raccoglitori in Liguria, fra l'altro per parlare di cose più strettamente antripologiche e aveva detto questa cosa sull'altezza en passant. Insomma, credo faccia prima tu a farti una ricerca mirata che io a cercarmi tutto
Perché non vi ascoltate qualche video di Luca Mercalli che spiega bene il concetto. Aiuta a inquadrare il problema, senza scomodare concetti astrusi o ideologie coi baffetti. L'ho capito perfino io, fidatevi. ;-)
Io condivido l'analisi di Baricco. È cambiata l'idea di progresso, l'epoca di mia madre o mia nonna non aveva dubbi che lavorando la loro condizione sarebbe migliorata. Avevano anche ben presente cosa non-progresso significava. Io, noi, siamo la generazione crisi, da quando sono ragazzo tutti i media e le persone ci dicono che non vivremo meglio dei nostri genitori, che il progresso non ci gioverà. La risposta immediata, di pancia, che ho avuto anch'io (sbagliando certamente ma non nascondo che è un idea lì nel cassetto, emotiva) è che il progresso non funziona, si torna indietro allora, anche nel tempo, "all'era d'oro". Decrescita felice non credo sia un' invenzione elaborata ma una semplice risposta a questa sensazione opprimente. Servirebbero solo persone, leader, che facessero sperare, credere che il domani sarà meglio dell' oggi.
In realtà Nietzsche è molto più duro, e quasi esclusivamente focalizzato, sulla critica del Protestantesimo. Sul cattolicesimo non ha particolari posizioni decostruttive. Anzi, ne L' Anticristo tende a salvare il Cattolicesimo rispetto al Protestantesimo, addirittura sostenendo le potenzialità "rinascimentali" e quindi "neopagane" del Cattolicesimo del primo Cinquecento. E ad ogni modo la critica severa di Nietzsche rispetto alla fenomenologia cristiana è orientata a rilevarne la "morale del risentimento" ovvero ad identificare l'etica cristiana come rovesciamento del Reale dalla Terra al Cielo. Per Nietzsche i cristiani non sono "fedeli alla Terra" ma tesi a tradirla per un mondo finto che negando la Terra non ha il coraggio di dire Si al male e al dramma. Quindi la citazione volante a Nietzsche non la ritengo centrata da nessuno dei due interlocutori. Invece interessantissima e potente la rapidissima notazione di Boldrin circa l'ipotesi darwiniana sulla "psicologia dell'Età dell'oro": potrebbe trattarsi infatti di un modulo di adattamento necessario in tempi remoti, qualcosa di molto simile dice Dawkins ne L'Illusione di Dio.
Il problema mi sembra essere l'ideologizzazione dei modelli. Il modello della decrescita l'ho conosciuto da ragazzo e nessuno me l'ha spiegato con dati che non fossero dei generici "inquiniamo troppo". Mi è sempre stato posto come una scelta etica e dovuta nei confronti di chi "è più povero" e del "pianeta". Insomma, una forma di rispetto. Quindi, per perseguire un comportamento etico dovremmo comportarci secondo il modello tramite un comsumo consapevole. Peccato che al modello non interessi se il mondo non segue le sue regole o se dovesse fare più danni che altro. Mi piacerebbe sapere quali sono gli obbiettivi di un modello, qual'è la base teorica su cui si fonda e se riesce a dare qualche risposta oltre ad ancora un altro genericissimo "saremo tutti felici". P.s. credo sia importante parlare di consumo etico e solidale e sostenibile, MA etico per chi? Sostenibile in che senso? Solidale per chi? Si tiene tutto assieme? Mi permetto di aver dei dubbi.
Sono anche d'accordo concettualmente con tutto quello si è detto (che la decrescita non può essere felice, che l'età dell'oro non esiste, che i paesi del terzo mondo hanno i nostri stessi diritti di svilupparsi). Ma alla il problema rimane: nella pratica, è possibile questa crescita infinita?
e' tardi, sono stanco, ma non mi potevo perdere il mio "filoso" ed il mio "prof".... Aspettando Ottobre per conoscervi! Unico problema, non mettete in concorrenza Rick con Shy, perché li voglio entrambi!
27:58 Unica "critica"... E' antropologico, ma sono i genitori a spingere i figli a fare passi avanti, non perché i figli hanno visto i genitori "sgobbare" per 2 cent... In breve il cuore di un padre è disposto a mangiare merda all'infinito per dare al figlio una change in più, una scommessa che ogni buon uomo è disposto a correre... (almeno credo)
Non concordo sul pensiero di Boldrin al minuto 8:20, il razzismo Salviniano non è decrescita felice di destra, è razzismo becero fatto e finito ed è questo il motivo per cui ha le sue fondamenta nelle persone più "povere" culturalmente e ideologicamente. Penso che il 10% degli elettori di quel partito e dei similari non sappia manco cosa sia la decrescita felice (abito in zone in cui la lega/meloni/forza nuova sommate insieme arrivano a 60-70% del consenso e tutti i giorni sento pensieri e idee riprovevoli di fortissimo stampo razzista). Detto ciò video molto bello!!!
Mi piace DuFer, l'antiFusaro. Però stavolta il dialogo è fuorviante e di basso livello. Mi spiace anche per Boldrin. La decrescita felice o serena è una cazzata, detta in parole semplici, ma le motivazioni addotte qui sono deboli e adatte agli squallidi show televisivi. Gli spunti interessanti per il dibattito ci sono ma sono sviluppati poco e male. Una cosa però è scientificamente certa, gli elementi in Natura sono quelli e sono finiti, ovvero finiscono o finiranno. Con questa realtà bisogna trovare un modo ragionevole di fare i conti.
La decrescita felice è probabilmente un'idea utopistica che hanno un gruppo limitato di persone. Decrescita felice significherebbe rinunciare a molti privilegi che la modernità ci sta offrendo, però non ci vedo nelle intenzioni del movimento brutte cose. Il pensiero della produzione sfrenata porta inevitabilmente ad un uso delle risorse spropositato, più inquinamento. Bisognerebbe ragionare anche su questo aspetto. In questo video mi è parso che si sia ragionato più su altro, mi piacerebbe una seconda parte in cui navigate anche su quest'ultimo punto
sentir parlare di decrescita felice con questo fare sprezzante è una grande delusione. Un filosofo che disprezza le filosofie altrui non si è mai visto... ed è contro tutto quello che hai sempre detto. Inoltre parlare di un argomento senza conoscerlo ( quel cialtrone francese..state mica forse parlando di serge latouche???) senza aver letto nulla è un offesa a questo canale e all'intelligenza di chi ascolta. Consiglio a entrambi una bella sessione di studio prima di dare aria alla bocca.. perchè questo scambio di filosofico ha veramente poco
Trascuro le amnesie e le mancate letture del dialogo: nemmeno io ho letto Latouche, sono venuto a conoscenza delle teoria della decrescita attraverso altri autori e altre letture. Esattamente come i cristiani hanno appreso il mito dell'Eden e lo hanno fatto proprio (per restare in tema): la conoscenza tende a mutare forma senza modificare la sostanza. Dal discorso mi sembra manchino però due punti fondamentali: - la teoria, o il mito, della decrescita felice, attecchisce e si diffonde di riflesso agli eccessi del consumismo (l'alta moda, il Rolex, la nouvelle cousine, eccetera), segni tangibili della disparità economica. Estremismo in risposta a estremismo. - la crescita del capitale è sempre positiva, auspicabile e necessaria, perché ci siano investimenti e fondi per permettere ricerca e progresso, ma ne manca la consapevolezza (particolarmente italiana, visti i volumi dei conti dormienti), vuoi per ignoranza o per mentalità contadina. Va da sé che gli sperperi di capitale negli eccessi del punto precedente indeboliscono (apparentemente) la validità del punto in questione. Cordialità
Temo che lo RUclipsr citato da Rick non sia polacco, ho visto qualche video e non riesce a pronunciare i nomi polacchi. Ciononostante i suoi video sono ottimi! Grazie Rick per la scoperta!
Rick tu non hai risposto sul punto dove Michele pone il punto sul fatto che le politiche religiose non necessariamente limitando la libertà individuale limitano anche la crescita economica, trovo che i due fattori siano collegati ed interessanti, la libertà ed il liberismo sono punti cardine di un'economia incentrata sul flusso di capitale ed informazioni, tuttavia non riesco ad attaccare il punto di Michele, perché limitare certe libertà, come l'espressione della propria sessualità, il non potersi sposare più di una volta etc... , può non compromettere l'economia secondo la tua visione? sempre se può.
Prova a studiare la colonizzazione Puritana del New England ed avrai la risposta. Che poi, anche se oggi non direbbe, è questa la vera base della società americana. Per "libertà" si intende solo la libertà economica.
@Rick duFer occhio che quel che dice TIK è da prendere con le pinze quando parla di economia; in tale ambito si basa un po' troppo spesso su fonti molto estreme, e su una visione di fondo abbastanza discutibile.
io intanto provo a dare la soluzione: l'opera che non viene citata e a cui girate attorno con imbarazzo quando parlate di cristianesimo è il classico della sociologia "L'etica protestante e lo spirito del capitalismo" di Weber
"Decrescita felice è l'antica tendenza di dire agli altri cosa fare " ? ma anche no per me la decrescita felice è un idea volontaria sul sapersi accontentare. Alla fine è proprio una questione filosofica. Esempio matematico: se sei felice con 100 perche devi lavorare 500 per ottenere 1000 ? la vita non proseguiva serenamente con 100 ? "la decrescita felice è colonialismo sotto altre vesti" ? ma no. è limitarsi, è sapere di cosa si ha bisogno e fermarsi li ...prima a livello individuale e poi collettivo. La decrescita felice è una questione interiore. E' fermarsi - vedere di cosa si ha realmente bisogno - togliere gli sprechi - proseguire con consapevolezza. "se succede non saremmo piu creature umane" invece il consumismo ci rende tutti umani socievoli ? -.- non lo so mi sembra che abbiate mancato uno degli aspetti centrali cioè l'introspezione del possibile cambiamento
Interessante come al solito. Tuttavia sono un po’ più in sintonia con Boldrin, i Cristiani in politica sono in linea di massima conservatori classici. In economia liberali, i problemi sono altri (per me) come per esempio il conservatorismo sociale su certi temi. Capisco un po’ quello che dice Rick sul fatto che il progresso economico dipende anche da queste cose ma non sono assolutamente decrescisti.
Superficiale e povero di argomentazioni. È saltato fuori un lato (negativo) del tuo carattere che non mi aspettavo.Ti invito ad approfondire meglio l'argomento. Potresti iniziare da Francesco Narmenni qui su RUclips.
Sarebbe molto interessante un incontro tra Francesco e Rick! Penso che l'umiltà e preparazione di Francesco potrebbe arricchire molto il pensiero pure di uno come te Rick
Non conoscevo RickDuFer prima di questo video. Non ho mai sentito una sequela di minchiate così clamorose su Hitler, cristianesimo, modernismo eccetera. Ignoro perché Boldrini perda tempa con un personaggio del genere.
@@rickdufer nel mio piccolo lavoro seriamente sulla storia e purtroppo mi salta la mosca al naso quando sento delle profonde inesattezze. Sostenere che le cause della Seconda guerra mondiale siano prettamente economiche, significa disconoscere la gran parte degli studi fatti sull'argomento dagli storici. Il che non significa che l'economia non abbia avuto il suo peso, ma comunque molto minore rispetto all'ideologia politica e razziale di Hitler. Persino lo storico più "eretico" sulle cause che hanno portato alla Seconda guerra mondiale, AJP Taylor, parla pochissimo o niente di economia. Aggiungo che al buon, si fa per dire eh, Adolf non interessava nulla stabilire se le risorse erano poche o tante, e se la crescita economica non poteva essere infinita. Il concetto economico, se così lo vogliamo chiamare, delle Potenze dell'Asse era che esistessero potenze have e altre che erano have not: ossia c'era chi possedeva le risorse e chi no. Quello che contraddistingueva la loro politica economica era il disconoscimento dei principi e dell'utilità di un mercato libero e aperto, tant'è che volevano appropriarsi in prima persona delle risorse credendo che fosse necessario per crescere.
Su guenon non vedo il collegamento, su Evola ti rispondo che era un semplice "intellettuale" fascista, ma che poco o niente influenzava la politica del regime. Ripassa un'altra volta
Hai letto The Vampire Economy o hai approfondito la teoria dei shrinking markets? C'erano chiare ragioni economiche dietro alla strategia del Terzo Reich
@@lucacolombo7603 non sono un esperto di storia economica. Mi risulta che l'economia tedesca della fine degli anni '30 avesse ampiamente recuperato dalla crisi del' 29 e che non vi fossero giustificazioni economiche per l'annessione delle povere regioni dell'Europa centro-orientale
Riccardo, sono un tuo sostenitore e ho stima del tuo lavoro, ma davanti a questo video non posso che commentare. Non sono un ultrà della decrescita felice, ma devo constatare che non avete letto una pagina degli autori della decrescita. Sarebbe bene leggere i testi prima di discuterne, anziché creare una caricatura ridicola ad hoc per poi sbeffeggiarla. Al di là di essere d'accordo o meno su alcune tesi, è innanzitutto necessario conoscere quest'ultime prima di discuterne (per di più con un tono così sarcastico e canzonatorio). Non avete colto nessuno dei punti centrali messi a fuoco da questi autori, siete andati completamente fuoristrada. Avete scimmiottato qualcosa: sicuramente non le tesi sulla decrescita. Siete caduti nelle letture più becere e mainstream di una teoria economica che non merita una tale superficialità. Ripeto: sacrosante le critiche e le contro-argomentazioni, ma che siano pertinenti e che mostrino di avere dimestichezza con i temi (e questo vale per qualsiasi discussione). Altrimenti si scade nella pochezza. Un saluto affettuoso, Diego
L’assunto protestantesimo = sviluppo , cattolicesimo = arretratezza, caro RickDuFer, e’ un gran luogo comune. L’Italia del 400, area piu’ ricca e avanzata in Europa, e quella del 700, in grande decadenza, erano entrambe cattoliche. La Baviera e la Lombardia - entrambe largamente cattoliche - somo da lungo tempo tra le regioni piu’ ricche ed economicamente dinamiche d’Europa. Il fatto che in tanti, quasi tutti, abbiano dato per scontato questa relazione non significa che sia fondata.
La "mitizzazione" del protestantesimo modernizzatore e motore dello sviluppo fatta da Weber, molto lungimirante invece in altre analisi storiografiche (ad esempio sul tardo impero Romano), ha prodotto danni culturali incredibili. Oltretutto il protestantesimo a Max Weber nemmeno piaceva troppo.
In realtà il cristianesimo cattolico ha in un certo modo aiutato lo sviluppo della scienza e quindi della ‘’modernità’’, Dio disse ad Abramo che essendo uomo avrebbe dovuto dominare il creato, secondo bacone la scienza avrebbe eliminato le colpe del peccato originale ecc Quello che invece ha ostacolato il cristianesimo cattolico è l’investimento e la ricchezza privata, considerando che i cristiani non potevano maneggiare denaro o cederlo con interessi
Disclaimer per i depensanti.
Tutti quelli che scriveranno "MA COME SI FA A PARLARE DI DECRESCITA SENZA CONOSCERE LATOUCHE" verranno bannati. Questo perché, come ho già spiegato in molti commenti, si è trattato di una semplice amnesia, quelle che capitano a tutti quando discutono a braccio con altre persone. Io il libro di Latouche sulla decrescita ce l'ho pure a casa, semplicemente in questo frangente non mi sono ricordato del suo nome (anche perché io lo conosco come filosofo, Mike diceva "un economista"). Il libro di Latouche è talmente dimenticabile che ho dimenticato di attribuirgli l'autorialità. Doveva scriverlo meglio, probabilmente.
A te non è mai capitato di avere un'amnesia su un nome durante una discussione? Incredibile l'arroganza con cui giudicate una simile inezia, davvero.
Ma il problema non é l'amnesia del nome ma la mancanza di contenuti in 40 minuti di discussione. Non avete fatto un'analisi dei contenuti concettuali della decrescita felice, non li avete nemmeno esposti al pubblico per farvi capire, l'avete condannata semplicemente come l'intento bucolico di alcuni economisti fricchettoni di ritornare ad un mondo senza tecnologia dove si arano i campi e si mangiano patate, in un tripudio di elogio alla povertá. E non é per nulla cosí.
Siete sembrati due scolaretti incompresi che in preda al delirio di assolutismo disprezzano quelli che ne sanno meno di voi (o che pensate ne sappiano meno di voi)
Riccardo, te lo propongo pubblicamente (e senza preavviso, non me ne avere) ma questi anonimi geni che ci accusano di superficialita' e non conoscenza, hanno stancato anche me. Capisco il pregiudizio, capisco il complesso del liceale, capisco il desiderio di farsi notare, capisco quasi tutto ma ho un profondo fastidio per il chiacchierone stile Floris o il Salza. Come se fosse nostro dovere perdere 20 minuti a "illustrare" una teoria del menga! Chi la conosce capisce e chi non conosce se la legge, parlandone l'abbiamo pure pubblicizzata! Ma il punto e' che nelle scemenze di Latouche&Co c'e' il nulla piu' assoluto condito con una salsa di balle, bugie e liriche fantasie.
QUINDI: INVITIAMOLI ad una discussione LIVE con noi. O con me se a te annoiano. Fate vedere cosa avete da dire e che contenuti abbiamo "omesso". Oppure andate a cagare, sulle zucche, a Chioggia. Uno dei tanti modi per decrescere felicemente.
Caro Boldrin...
Leggi attentamente quello che sto per scrivere.
Per me tu puoi detestare Latouche e la sua teoria e sputargli anche in faccia quando lo vedi passare, non é che mi importi molto, non sono sicuramente un dannatissimo moralista. Tra l'altro non é che io sia perfettamente in sincronia con i dettami di Latouche.
Peró ritengo corretto, su un canale come questo, che si prefigge di fare divulgazione, una analisi corretta e puntuale di un argomento. Ci sta anche che quando due mostri di cultura come voi si fanno una chiaccherata si sviluppino voli pindarici su una miriade di argomenti.
Ma mi sarei aspettato prima un'esposizione dei fatti e poi una confutazione dei medesimi, almeno uno che vi ascolta puó sviluppare la capacitá critica di discernere l'argomento, e magari darvi anche ragione.
Spiegami cosa c'é di diverso nell'ascolto di questo video, dall'ascoltare due tizi in un bar, seduti in un tavolo poco vicino al tuo, che chiaccherano di un libro che hanno letto e tu no.
Io mi farei anche una chiaccherata con voi molto volentieri, ma non saprei come. Venite a farvi un vacanzina dalle mie parti, ci incontriamo in un pub e passiamo la serata a discutere. Vi offro anche da bere. Rick lo vedo un tipo da birra mentre boldrin secondo me é un tipo da calice di rosso!
@@chitacarlo vorrei vedere una discusione Rick & Mick vs Mercalli & Pallante
Ma anche Mauro Bonaiuti non sarebbe male...
la cosa piu bella di questi video è Rick che prova a sistemare la camera di Boldrin,in silenzio..ahaha
Mentre noi possiamo guardare le sue espressioni ahah
sì, se gli regalasse anche un microfono lavalier il dialogo ne gioverebbe certamente
Decrescita non vuol dire tornare a coltivare i campi tenendosi per mano. Decrescita è una idea di società che prova a rispondere all'urgente questione del cambiamento climatico e lo fa partendo dall'assunzione che la causa del problema è intrinsecamente radicata nella struttura del sistema capitalista che per sopravvivere ha bisogno di crescere infinitamente in un pianeta che dispone di risorse finite. Il primo passo è dunque mettere in discussione la crescita come unico obiettivo politico, rilevando anche come questa, e l'indicatore che la monitora, il GDP, non registrino effettivamente il benessere di una società (se si verificasse un incidente con delle vittime, ciò comporterebbe la mobilitazione di risorse e potrebbe avere un impatto positivo sul PIL, appare quindi evidente come questo non tenga conto del benessere reale delle persone). Decrescita quindi suggerisce di adottare altri indicatori e di riflesso altri obiettivi politici come strumenti che orientino la società. Decrescita è una proposta 'radicale' perché per risolvere il problema del cambiamento climatico, nonché la più grande sfida mai affrontata dall'umanità, servono cambiamenti radicali. Decrescita rifiuta l'idea di una 'crescita verde' perché comunque incompatibile con i limiti ecologici cui dobbiamo rispettare, una transizione verso energie 'pulite' è necessaria ma questa richiede comunque una domanda di materiali incompatibile con i limiti ecologici se vogliamo mantenere gli stessi livelli di produzione/consumo o addirittura aumentarli. Decrescita inoltre si interroga sulle responsabilità puntando il dito verso il Nord del mondo, chiedendo quindi che si assuma per primo il compito di proporre e attuare soluzioni efficaci, rivelando anche come dietro al cambiamento climatiche si nascondino profonde disuguaglianze, il 10% più ricco del pianeta produce il 50% delle emissioni mentre il 50% più povero produce il 10% delle emissioni, ma ad essere i più vulnerabili sono proprio i più poveri. Decrescere non vuol dire regredire, la scelta di questa parola è legata alla volontà di sfidare il mito delle crescita infinita e riflettere su quali siano le priorità che vogliamo seguire. Decrescita è un disegno di una società diversa fondata su valori diversi che mettono al centro il benessere dell'uomo e dell'ambiente in quanto entrambi parte del sistema pianeta e quindi interconnessi.
Si vede che hai studiato
Quando si parla di decrescita felice io penso a Francesco Gesualdi, il quale promuove idee che trovo sensate, come, per esempio: abbassare l'inquinamento scegliendo beni durevoli al posto dell'usa e getta; oppure: l'utilizzo condiviso degli attrezzi e degli strumenti in genere. Gli oggetti dovrebbero essere costruiti in modo che possano svolgere bene poche funzioni, e che possano essere utilizzati anche in maniera condivisa; oggetti facilmente riparabili e combinabili.
Un esempio di decrescita felice è un servizio di car-sharing: un ente, anche privato, che mettesse a disposizione un certo numero di vetture farebbe un uso più oculato e razionale delle sue automobili rispetto a n individui che le possedessero, perché promuove l'uso e non il possesso delle cose. Immagino ci siano diverse scuole di pensiero, ma è decrescita felice anche il consumo critico, il commercio equo, il fair trade: essere agenti consapevoli e informati nel mercato globale, capace eventualmente di educarsi al rispetto delle risorse (ambientali e lavorative) necessarie alla produzione di beni e servizi di cui si intende godere perché quelle stesse risorse sono effettivamente limitate (se non lo fossero, non avrebbe senso stabilirne il prezzo).
La decrescita felice non è necessariamente il tizio che trasforma una cyclette in un gruppo elettrogeno, ma è soprattutto il scegliere un modo per arrivare comunque alla crescita, ma in modo che sia efficiente e sostenibile.
Concordo in pieno.
Ma questo non è decrescita, è semplicemente una evoluzione del mercato attuale
Io non credo questo sia il modello di decrescita a cui si riferiscono nel video.
Anzi questa non mi sembra neanche decrescita, ma crescita
Per quanto riguarda il car sharing, alla festa del fatto quotidiano di quest'anno hanno fatto un incontro. Il punto debole di questo sistema, dando già per scontati i vantaggi chiari, è nella sua applicazione a livello globale. In una città grande o medio-grande può funzionare, ma man mano che si esce dai centri, si va in periferia e poi in campagna, i servizi si disperdono sul territorio, i luoghi da raggiungere pure. L'Italia è fatta in gran parte da piccoli centri, campagne e zone residenziali, e il car sharing trovo che non sia, per tutte queste zone a densità abitativa bassa (relativamente alle città), una soluzione, visto il grado di indipendenza necessario o desiderato dai provinciali. Durante tutto l'incontro alla festa hanno parlato solo di centro città (grandi città), sempre tenendo alla larga il tema di "tutto il resto". Il mio forte dubbio sul car sharing rimane quindi la sua effettiva applicabilità e praticità. Per dirti: abito in una strada in mezzo ai campi, mi ci vuole la macchina per andare a prendere l'autobus. È complicato in questo contesto applicare soluzioni aggraganti che siano anche economicamente sostenibili.
@@leonardomarchetti5133 ho un' esperienza simile alla tua, e infatti uno dei più grandi dubbi riguardo ai progetti di città metropolitana o comunque che scoraggia un' alta densità abitativa è proprio che l'efficienza di mezzi di trasporto meno impattanti come quelli pubblici calerebbe vertiginosamente, quindi si avrebbe sicuramente un aumento del trasporto privato, con conseguente emissione di gas, rallentamenti sulle arterie stradali e inquinamento acustico
Il francese con la "L" è Serge Latouche.
Questo video è molto approssimativo. La decrescita solleva un problema che qui non si affronta: quanto lo sviluppo (infinito) è compatibile con un sistema finito? Come si risolve il problema delle economie emergenti che si stanno orientando verso una società dei consumi? Nel video nulla di tutto ciò.
Esattamente, la decrescita felice è un tema soprattutto di impatto ecologico.
@@saulobuonuomo6150 esattamente, questi due quando si mettono a parlare insieme diventa un tripudio di individualismo sfrenato, derisione del resto del mondo come beoti sovranisti, autocompiacimento intellettuale ingiustificato, 40 minuti di pressapochismo totale su questioni molto importanti ma molto mal comprese!!
Noi non sappiamo dove la tecnologia ci porterà, molte delle cose che facciamo adesso erano immaginabili poche decine di anni fa, e così continurà ad essere (provabilmente).
Che senso ha mettere un recinto in un parco di cui non conosci l'estensione?
La terra è finita? Certo, ma chi ti dice che tra 300 anni non prenderemo minerali da marte?
@@nomeacasaboh8106 e di certo non risolverai il problema bloccando la ricerca o la crescita economica necessaria appunto per sviluppare nuove tecnologie studi e soluzioni ... L uomo ha sempre trovato soluzioni ai suoi problemi , e la necessità aguzza l ingegno.. Mentre buttarsi su una poltrona a far niente non ha mai salvato nessuno anzi ...
Finito? Lo spazio?
Ho come la sensazione che molta gente nei commenti scambia la decrescita con una normale evoluzione del mercato. Voglio dire, non è che limitare l' inquinamento e usare le borracce(sempre più di moda vedo), abbia qualcosa a che fare con la decrescita felice
Lo diventa nel momento in cui compri una borraccia invece che millemila bottigliette e quindi fai crescere il pil di meno perché acquisti meno merci, o no?
@@lucanardi_space probabilmente dato il costo della borraccia, la lavorazione superiore rispetto ad una bottiglia in pet e il fatto che sicuramente non sarà una per tutta la vita ma verrà cambiata ogni tot mesi o al massimo annualmente (di media), può far crescere il pil anche di più (anche se le bottigliette di acqua sono irrisorie per la crescita del Pil, quindi sarebbe ininfluente in ogni caso)
@@alessandromestri9004 usare solo mezzi pubblici e/o condividere le macchine fa crescere il PIL quanto comprare una macchina ogni 2/3 anni?
@@marioesposito8505 allora più mezzi pubblici vuol dire maggior acquisto di questi e meno traffico, che si traduce in un sistema di trasporto più performante dove tutto diventa più produttivo, riguardo il car-sharing la ditta proprietaria pensa all' acquisto/rottamazione delle auto, e dato che queste sarebbero usate più intensamente durante la loro vita (dato che mantenere una macchina ferma è improduttivo per loro, ma non per una persona che la possiede) potrebbe probabilmente portare ad un tasso di ricambio del parco macchine più frequente rispetto a quello delle macchine private
Fai due chiacchere con Maurizio Pallante. Scoprirai cos'è la decrescita felice.
Si ma ricordate che è tutto merito degli Elohim
Ho messo un like ma...una discussione un po' miserella..
Pieno di luoghi comuni, con un alto tasso di disinformazione qualunquismo e cinismo. Intellettualmente disonesto e arrogante.
@@lorenzomilandri871 grazie per la segnalazione, ho corretto. Intendevo dire disinformazione
Grazie sempre per il vostro tempo e per lo sguardo mai banale che offrite sugli argomenti ed anche per l'ironia che a quanto pare non è capita da alcuni. Sintetizzo la mia esperienza che mi fa comprendere l'idea di Dufer sulla responsabilità del cattolicesimo. Nel mondo dell'attivismo cattolico giovanile che ho vissuto io, che ora ho 45 anni, la decrescita felice ha trovato terreno fertilissimo, condito con rifiuto del progresso e anche della ricchezza, che però spesso è la base che ha consentito lo sviluppo di questo pensiero, che più raramente trovo nel vignarolo che sa che la terra è bassa. Ma non trovo gli stessi messaggi nel cattolicesimo di mia madre, 82 anni, ad esempio. Quello che ha detto Dufer è dunque quello che ho vissuto e che vedo ancora, io che sono considerata diversa ma non sono certo una distruttrice del mondo.
E' un video per divulgare un'ottima dis-informazione. Anche questi video sono utili... ma solo per confondere delle idee da valutare invece con cognizione di causa.
peró parlare di decrescita felice e non conoscere nemmeno Latouche denota una certa ignoranza, e, di conseguenza, una certa spocchia.
Diomadonna, si è trattato di una semplice amnesia, io il libro di Latouche l'ho letto! Ma cacchio, è mai capitato a voi sapientoni di avere un vuoto di memoria durante una discussione?
@@rickdufer si ma non prendertela cosí, nella discussione hai detto "questa mi manca", piú che un vuoto di memoria avrai avuto una voragine ;-)
Criticona super argomentata! 😂
@@rickdufer guarda che l'attacco caricaturale che avete fatto alla decrescita felice (tra l'altro non parlando della decrescita felice) denota che proprio di questo argomento non ne sapete una fava! A voi basta che quslcuno metta leggermente in discussione i pilastri del capotalismo consumistico che saltate come grilli
Fin dove si può crescere non è deciso da qualcuno, è deciso dal pianeta, che questo è e per ora non se ne parla di colonizzarne altri. Nel video vedo che più che altro ponete l’accento sul fatto che finite le risorse una nazione si scontra con quelle vicine. Se quelli che sostengono la decrescita felice parlano di questo sbagliano anche loro, ma il punto non è questo, il punto è che crescendo indefinitamente anche senza mai entrare in contrasto con le altre nazioni, ci sarà un momento in cui non esisteranno sul pianeta abbastanza risorse per il sostentamento di tutti gli esseri viventi (e sottolineo che non riguarda solo gli umani). È probabile che a quel punto inizierà una contrazione demografica spontanea che ci riporterà all’equilibrio (se non avremo già reso instabile il sistema Terra), ma potrebbe essere traumatica. Siamo una specie senziente, se stiamo guidando una macchina e ci accorgiamo di andare incontro a un muro, perché aspettare di schiantarci contro di esso invece di iniziare a rallentare per tempo?
Tolti i 4 gatti europei, dei quali qualcuno assai benestante e "illuminato ", vorrei sapere che ne pensano della decrescita felice le svariate miliardi di cinesi, indiani, thailandesi, russi, sudamericani, gli africani e, infine, gli statunitensi ....
Pensino quel che gli pare, la realtà è che la crescita infinita in un sistema finito non è possibile
@@vemto9643 bene. Non dico che ragionare di decrescita felice sia una corbelleria infondata...ma è palese che sia del tutto inutile x i prox 200anni.I giganti voraci: Google, Facebook, arabi, Amazon, mondo multinazionale e sovranazionale intero, per un verso, e le miliardate di mortidi fame che non vogliono sentir ragioni, dall'altro, premono immensamente i direzioni opposte.Quindi, sono certo che, mentre lor signori pensano quel che gli pare, gli perdonerai senz'altro che nel frattempo ti (ci) stritolano, mentre tu contempli la luna...
@@g.riggio226 non pensare che io creda ad utopie.
Personalmente pianifico la mia vita con la prospettiva di morire tra trent'anni (è l'unica cosa veramente utile che posso fare).
Non vuol dire che quando parlo di queste cose non voglia farlo in maniera logica
Ti sei mai chiesto se la crescita infinità sia effettivamente infinità ... E che in realtà ci sembri solo tale ignorando alcuni meccanismi che invece la rendono attuabile e il concetto di infinito pressappochista infantile e impreciso ?! Un po' come quelli che fanno i confronti Italia Africa e sostengono che in Italia non possono starci tutti gli africani , ignorando densità abitativa ed estensione del territorio...
@@PlenaVanitatis può darsi. Ma per credere che andremo in quella direzione serve un ottimismo che non ho
Rick la tua presa di posizione individualista sta diventando preponderante. Il tuo puntare il dito contro istituzioni o concetti che a tuo dire ti "addossano colpe" o limitano in qualche modo (e alcune volte anche in modo astruso..) le tue libertà sta diventando come il puntare il dito al "turbo capitalismo" di Fusaro.
Inoltre in questi 40 minuti girate attorno ai concetti senza mai arrivare veramente al punto, mi sembra, come si dice dalle mie parti, che ve la cantate e ve la suonate!
Rick ti seguo da quando facevi i video con il cellulare, non sono sempre stato d accordo con te, ma specialmente nell'ultimo periodo la tua presa di posizione individualista e liberale mi sembra stia prendendo il sopravvento nelle tue argomentazioni, e lo dico non solo perché, personalmente, le trovo "estremiste" ma soprattutto perché la tua critica sta diventando prevedibile, perfettamente in linea con il pensiero che hai scelto di seguire.
Insomma, questo mio messaggio vuole essere una critica affettuosa e non attacco personale, spero di rivedere uno spirito critico meno legato a questo o a quel pensiero (o peggio ancora ideologia).
ti ringrazio per il commento, però non facciamo di tutto una reductio ad fusarum. Cioè, il fatto che io abbia iniziato ad esprimere in modo più forte le mie idee è segno del fatto che sto lavorando ad un pensiero filosofico coerente e mio, non soltanto divulgativo (e i contenuti divulgativi rimarranno sempre). Sarebbe come rimproverare a Bergson che ad un certo punto ha iniziato a parlare sempre di anima e plasticità: non ha molto senso.
Puoi dirmi che ti senti distante dalle mie posizioni, che magari non ti piace quello che penso, ma non che non dovrei esprimere il mio pensiero, per quanto a te possa non piacere. Il canale è un processo di maturazione anche di ciò che penso io del mondo, non ti pare? Se poi le mie idee ti risultano "prevedibili", sappi che ci sono migliaia di persone che mi ascoltano e che certi pensieri non li hanno mai fatti. Per una persona che ha già pensato ciò che ho pensato io ce ne sono altre mille che non l'hanno fatto.
@@rickdufer in alcun modo sarei contro la maturazione personale e di pensiero. Non sono uno di quelli che "era meglio quando facevi solo divulgazione" perché semplicemente non lo è.
Con l'avanzare del tempo e del tuo percorso filosofico in quella direzione, trovo meno interessanti i tuoi discorsi, specialmente quelli specifici sull'argomento (capitalismo e individualismo) perché sono "più di parte" rispetto a prima, tutto qui. Ovviamente tu starai pensando "ma a me che mi frega?", e fai bene ma Io, dal mio canto, avevo il dovere di dirti tutto ciò :)
certo, è un tuo diritto esprimere quest'opinione, io cercherò sempre, per quanto mi è possibile, di produrre non soltanto contenuti di quel tipo, ma anche altri 😉 un abbraccio
Penso che prima di fare un video su un tema molto ampio come la decrescita felice sarebbe bene studiare e leggere i testi fondativi di autori centrali (Illich, Castoriadis, Latouche, Langer),non presentandola come una concezione hitleriana o utopistica, ipso facto.
Ho trovato penoso che non sapeste nemmeno il nome con la L che sarebbe Latouche, che oggi è il maggior esponente vivente.
Accostare la decrescita a razzismo, superiorità occidentale è semplicemente ridicolo, Latouche ha lavorato in Africa e in Sud America per pensare un modello di sviluppo diverso rispetto al capitalismo consumista a competitività sfrenata.
Mi dispiace perché vi seguo con piacere ma questo video è impregnato da un qualunquismo intellettualoide su cose che nulla c'entrano con la decrescita.
Latouche e' un buffone e tu un mona che non riesce a capire che il nome di un pagliaccio non merita essere ricordato!
@@MicheleBoldrin Ma veramente fa? Cioè, secondo lei è normale muovere una contestazione alle idee di un altro accademico dandogli del pagliaccio e dimenticandosi come si chiama? Ma manco alle elementari. In tutti i dibattiti filosofici dal vivo o per iscritto a cui ho assistito si cita direttamente dai testi dell'avversario, e lei manco sa come si chiama. Io non mi capacito.
Per inciso, il modo in cui lei e quell'altro signore usate il termine modernismo è sbagliato. Non sbagliato ideologicamente, sbagliato proprio a livello di semantica. Il modernismo può essere due cose, o un movimento teologico riformista interno alla chiesa cattolica che non ha niente a che fare con l'economia (riguardava cose come il metodo storico-critico nella biblistica e il potere temporale dei papi) o un movimento artistico novecentesco (quello di Eliot, fra gli altri). La parola che avreste dovuto usare è modernità. Stiamo a questi livelli.
@@claudiochianese9850 Io nemmeno. Non posso avere vuoti di memoria? Conta il nome? Le stronzate sono tali anche senza ricordarsi l'autore. I pagliacci passano, le scemenze restano. Lei si ricorda il nome del primo che nel XX secolo ha sostenuto che entro il 2010 avremmo esaurito le scorte di petrolio? Io no, pero' ricordo la scemenza. Se ne faccia una ragione, decrescera' meglio e piu' felicemente.
@@MicheleBoldrin Se dovessi contestarlo in un dibattito pubblico andrei a leggere come si chiama, e possibilmente anche cosa ha scritto. Lei non ha fatto nessuna delle due cose, evidentemente.
@@claudiochianese9850 scommetto che sei uno di quelli che nei commenti ti correggono se sbagli la punteggiatura.
Migliore critica dei decrescisti a questo video: "avete dimenticato il nome di Latouche !!1!11!". LOL! Vuol dire che siete sulla strada giusta, continuate così!
Hanno discusso sul nulla nel video.
se avessi letto Latouche, che dici di avere nella libreria, sapresti che Latouche e il suo movimento non dicono niente di ciò che dite voi
Sì, però un attimo. L'età dell'oro pare sia esistita davvero, precisamente in medioriente con i cacciatori raccoglitori, prima che diventassimo agricoltori. Gli ultimi studi sostengono addirittura che conoscessimo i rudimenti dell'agricoltura da almeno qualche centinaio di anni prima di usarla, ma non serviva per il semplice fatto che l'abbondanza di risorse (anche animali) era tale da mantenere una qualità di vita più alta con uno sforzo infinitamente minore. Solo quando ha iniziato ad estinguersi la megafauna siamo stati obbligati all'agricoltura. Altro esempio sono le pianure del bisonte in America prima che arrivassero gli europei, permettevano una densità abitativa comparabile a quella delle prime società agrarie, ma evitando di spaccarsi la schiena tirando un aratro 12 ore al giorno sin da bambini
Ah, e la paleoantropologia ha dimostrato che al boom demografico dovuto alla rivoluzione agraria ha corrisposto un crollo nella qualità della vita. Per dire, in poche generazioni l'altezza media è passata da un metro e 80 a un metro e 45, senza contare le carie dovute a una dieta fatta prevalentemente di zuccheri (cioè grano) e ai problemi scheletrici dovuti alla muscolatura ipersviluppata in piena crescita per il lavoro nei campi durante l'infanzia e l'adolescenza
Commento molto interessante.
Hai qualche testo o paper su questo argomento da consigliare?
@@SorenToKeiran-Murasaki al momento purtroppo sono in piena sessione d'esami. Però sono cose che avevo sentito su varie conferenze di Barbujani e forse anche di pievani, ma non ricordo più quali. Comunque tutte cose che si trovano su RUclips. Scusa ma c'è stato un periodo in cui cui mi drogavo con le conferenze di paleoantropologia o con quelle del cicap e quindi dovrei mettermi qualche ora a ricercare quelle giuste.
P. S. E un paio di cose probabilmente arrivano o da video di PBS eons oppure da canali di divulgazione tipo it's ok to be smart. Che hanno le fonti in descrizione, ma farei fatica a ritrovarli tutti. Poi per esempio il discorso dell'altezza mi ricordo l'avesse tirato fuori Barbujani in una conferenza in cui aveva tirato fuori degli scheletri di cacciatori raccoglitori in Liguria, fra l'altro per parlare di cose più strettamente antripologiche e aveva detto questa cosa sull'altezza en passant. Insomma, credo faccia prima tu a farti una ricerca mirata che io a cercarmi tutto
Anche perché non è esattamente il mio argomento, sono uno studente di fisica del sistema terra.
@@beniaminorocchi Quindi praticamente la fine dell' "età dell' oro" sarebbe ricollegabile al Younger Dryas ?
Perché non vi ascoltate qualche video di Luca Mercalli che spiega bene il concetto. Aiuta a inquadrare il problema, senza scomodare concetti astrusi o ideologie coi baffetti. L'ho capito perfino io, fidatevi. ;-)
Quando odio spaccare la legna cazzo
Io condivido l'analisi di Baricco.
È cambiata l'idea di progresso, l'epoca di mia madre o mia nonna non aveva dubbi che lavorando la loro condizione sarebbe migliorata.
Avevano anche ben presente cosa non-progresso significava.
Io, noi, siamo la generazione crisi, da quando sono ragazzo tutti i media e le persone ci dicono che non vivremo meglio dei nostri genitori, che il progresso non ci gioverà.
La risposta immediata, di pancia, che ho avuto anch'io (sbagliando certamente ma non nascondo che è un idea lì nel cassetto, emotiva) è che il progresso non funziona, si torna indietro allora, anche nel tempo, "all'era d'oro".
Decrescita felice non credo sia un' invenzione elaborata ma una semplice risposta a questa sensazione opprimente.
Servirebbero solo persone, leader, che facessero sperare, credere che il domani sarà meglio dell' oggi.
In realtà Nietzsche è molto più duro, e quasi esclusivamente focalizzato, sulla critica del Protestantesimo. Sul cattolicesimo non ha particolari posizioni decostruttive. Anzi, ne L' Anticristo tende a salvare il Cattolicesimo rispetto al Protestantesimo, addirittura sostenendo le potenzialità "rinascimentali" e quindi "neopagane" del Cattolicesimo del primo Cinquecento. E ad ogni modo la critica severa di Nietzsche rispetto alla fenomenologia cristiana è orientata a rilevarne la "morale del risentimento" ovvero ad identificare l'etica cristiana come rovesciamento del Reale dalla Terra al Cielo. Per Nietzsche i cristiani non sono "fedeli alla Terra" ma tesi a tradirla per un mondo finto che negando la Terra non ha il coraggio di dire Si al male e al dramma. Quindi la citazione volante a Nietzsche non la ritengo centrata da nessuno dei due interlocutori. Invece interessantissima e potente la rapidissima notazione di Boldrin circa l'ipotesi darwiniana sulla "psicologia dell'Età dell'oro": potrebbe trattarsi infatti di un modulo di adattamento necessario in tempi remoti, qualcosa di molto simile dice Dawkins ne L'Illusione di Dio.
Il problema mi sembra essere l'ideologizzazione dei modelli. Il modello della decrescita l'ho conosciuto da ragazzo e nessuno me l'ha spiegato con dati che non fossero dei generici "inquiniamo troppo". Mi è sempre stato posto come una scelta etica e dovuta nei confronti di chi "è più povero" e del "pianeta". Insomma, una forma di rispetto. Quindi, per perseguire un comportamento etico dovremmo comportarci secondo il modello tramite un comsumo consapevole. Peccato che al modello non interessi se il mondo non segue le sue regole o se dovesse fare più danni che altro. Mi piacerebbe sapere quali sono gli obbiettivi di un modello, qual'è la base teorica su cui si fonda e se riesce a dare qualche risposta oltre ad ancora un altro genericissimo "saremo tutti felici".
P.s. credo sia importante parlare di consumo etico e solidale e sostenibile, MA etico per chi? Sostenibile in che senso? Solidale per chi? Si tiene tutto assieme? Mi permetto di aver dei dubbi.
Sono anche d'accordo concettualmente con tutto quello si è detto (che la decrescita non può essere felice, che l'età dell'oro non esiste, che i paesi del terzo mondo hanno i nostri stessi diritti di svilupparsi).
Ma alla il problema rimane: nella pratica, è possibile questa crescita infinita?
Chi ha mai detto infinita???
@@MicheleBoldrin non voi, non direttamente. Ma non avete posto molte alternative.
Non si deve tagliare. Solo Boldrin 100% naturale
Boldrin ha dato ottime risposte ...
e' tardi, sono stanco, ma non mi potevo perdere il mio "filoso" ed il mio "prof".... Aspettando Ottobre per conoscervi!
Unico problema, non mettete in concorrenza Rick con Shy, perché li voglio entrambi!
27:58 Unica "critica"... E' antropologico, ma sono i genitori a spingere i figli a fare passi avanti, non perché i figli hanno visto i genitori "sgobbare" per 2 cent... In breve il cuore di un padre è disposto a mangiare merda all'infinito per dare al figlio una change in più, una scommessa che ogni buon uomo è disposto a correre... (almeno credo)
Non concordo sul pensiero di Boldrin al minuto 8:20, il razzismo Salviniano non è decrescita felice di destra, è razzismo becero fatto e finito ed è questo il motivo per cui ha le sue fondamenta nelle persone più "povere" culturalmente e ideologicamente. Penso che il 10% degli elettori di quel partito e dei similari non sappia manco cosa sia la decrescita felice (abito in zone in cui la lega/meloni/forza nuova sommate insieme arrivano a 60-70% del consenso e tutti i giorni sento pensieri e idee riprovevoli di fortissimo stampo razzista). Detto ciò video molto bello!!!
ma se non conoscete l'argomento non li fate i video. Manco sapete chi ha scritto il libro "decrescita felice"!
La decrescita si sì può fare ma con meno popolazione chi vuole capire capisca
L'economista si chiama Serge Latouche
Mi piace DuFer, l'antiFusaro. Però stavolta il dialogo è fuorviante e di basso livello. Mi spiace anche per Boldrin. La decrescita felice o serena è una cazzata, detta in parole semplici, ma le motivazioni addotte qui sono deboli e adatte agli squallidi show televisivi. Gli spunti interessanti per il dibattito ci sono ma sono sviluppati poco e male. Una cosa però è scientificamente certa, gli elementi in Natura sono quelli e sono finiti, ovvero finiscono o finiranno. Con questa realtà bisogna trovare un modo ragionevole di fare i conti.
Latouche?
La decrescita felice è probabilmente un'idea utopistica che hanno un gruppo limitato di persone. Decrescita felice significherebbe rinunciare a molti privilegi che la modernità ci sta offrendo, però non ci vedo nelle intenzioni del movimento brutte cose. Il pensiero della produzione sfrenata porta inevitabilmente ad un uso delle risorse spropositato, più inquinamento. Bisognerebbe ragionare anche su questo aspetto. In questo video mi è parso che si sia ragionato più su altro, mi piacerebbe una seconda parte in cui navigate anche su quest'ultimo punto
mah denti che cadevano e grassi i preistorici direi proprio di no.
sentir parlare di decrescita felice con questo fare sprezzante è una grande delusione. Un filosofo che disprezza le filosofie altrui non si è mai visto... ed è contro tutto quello che hai sempre detto. Inoltre parlare di un argomento senza conoscerlo ( quel cialtrone francese..state mica forse parlando di serge latouche???) senza aver letto nulla è un offesa a questo canale e all'intelligenza di chi ascolta. Consiglio a entrambi una bella sessione di studio prima di dare aria alla bocca.. perchè questo scambio di filosofico ha veramente poco
Federica Gorgerino Le altre filosofie ? Filosofie? mmmmm
Rick, quello che sto per chiederti non centra nulla con la discussione nel video: ma hai cambiato auricolari?
siete allo stesso livello dei terrapiattisti
Guarda cos'è saltato fuori🤣
Trascuro le amnesie e le mancate letture del dialogo: nemmeno io ho letto Latouche, sono venuto a conoscenza delle teoria della decrescita attraverso altri autori e altre letture. Esattamente come i cristiani hanno appreso il mito dell'Eden e lo hanno fatto proprio (per restare in tema): la conoscenza tende a mutare forma senza modificare la sostanza.
Dal discorso mi sembra manchino però due punti fondamentali:
- la teoria, o il mito, della decrescita felice, attecchisce e si diffonde di riflesso agli eccessi del consumismo (l'alta moda, il Rolex, la nouvelle cousine, eccetera), segni tangibili della disparità economica. Estremismo in risposta a estremismo.
- la crescita del capitale è sempre positiva, auspicabile e necessaria, perché ci siano investimenti e fondi per permettere ricerca e progresso, ma ne manca la consapevolezza (particolarmente italiana, visti i volumi dei conti dormienti), vuoi per ignoranza o per mentalità contadina. Va da sé che gli sperperi di capitale negli eccessi del punto precedente indeboliscono (apparentemente) la validità del punto in questione.
Cordialità
Dufer, smettila di leggere Nietzsche e inizia a leggere Chesterton.
E anche il compendio della DSC
Temo che lo RUclipsr citato da Rick non sia polacco, ho visto qualche video e non riesce a pronunciare i nomi polacchi. Ciononostante i suoi video sono ottimi! Grazie Rick per la scoperta!
Secondo me, non hanno capito un c.... Sulla decrescita
Gianpaolo Maiorana Spiega
penso che la vostra ignoranza sia a livelli stratosferici
Rick tu non hai risposto sul punto dove Michele pone il punto sul fatto che le politiche religiose non necessariamente limitando la libertà individuale limitano anche la crescita economica, trovo che i due fattori siano collegati ed interessanti, la libertà ed il liberismo sono punti cardine di un'economia incentrata sul flusso di capitale ed informazioni, tuttavia non riesco ad attaccare il punto di Michele, perché limitare certe libertà, come l'espressione della propria sessualità, il non potersi sposare più di una volta etc... , può non compromettere l'economia secondo la tua visione? sempre se può.
Prova a studiare la colonizzazione Puritana del New England ed avrai la risposta.
Che poi, anche se oggi non direbbe, è questa la vera base della società americana.
Per "libertà" si intende solo la libertà economica.
23:28 ma nooo... perchè non siete andati in profondità? Peccato
Capello fresco per il prof oggi
@Rick duFer occhio che quel che dice TIK è da prendere con le pinze quando parla di economia; in tale ambito si basa un po' troppo spesso su fonti molto estreme, e su una visione di fondo abbastanza discutibile.
Che bello un altro video con Michele Boldrin
Dubbi mai?
Boldrin o impara a parlare al microfono.. oppure si deve comprare un compressore audio programmabile e imparare a usarlo :)
io intanto provo a dare la soluzione: l'opera che non viene citata e a cui girate attorno con imbarazzo quando parlate di cristianesimo è il classico della sociologia "L'etica protestante e lo spirito del capitalismo" di Weber
"Decrescita felice è l'antica tendenza di dire agli altri cosa fare " ? ma anche no per me la decrescita felice è un idea volontaria sul sapersi accontentare. Alla fine è proprio una questione filosofica. Esempio matematico: se sei felice con 100 perche devi lavorare 500 per ottenere 1000 ? la vita non proseguiva serenamente con 100 ?
"la decrescita felice è colonialismo sotto altre vesti" ? ma no. è limitarsi, è sapere di cosa si ha bisogno e fermarsi li ...prima a livello individuale e poi collettivo. La decrescita felice è una questione interiore. E' fermarsi - vedere di cosa si ha realmente bisogno - togliere gli sprechi - proseguire con consapevolezza.
"se succede non saremmo piu creature umane" invece il consumismo ci rende tutti umani socievoli ? -.- non lo so mi sembra che abbiate mancato uno degli aspetti centrali cioè l'introspezione del possibile cambiamento
Interessante come al solito. Tuttavia sono un po’ più in sintonia con Boldrin, i Cristiani in politica sono in linea di massima conservatori classici. In economia liberali, i problemi sono altri (per me) come per esempio il conservatorismo sociale su certi temi. Capisco un po’ quello che dice Rick sul fatto che il progresso economico dipende anche da queste cose ma non sono assolutamente decrescisti.
si ma il link al video del ragazzo polacco manca :(
Boldrin, fai finire di parlare Rick!
Ti consiglio di leggere "Dialogo con l'Angelo" : in realtà scienza e religione sono la stessa cosa...
Da leggere e meditare...
Superficiale e povero di argomentazioni. È saltato fuori un lato (negativo) del tuo carattere che non mi aspettavo.Ti invito ad approfondire meglio l'argomento. Potresti iniziare da Francesco Narmenni qui su RUclips.
madonna che fonti autorevoli
@@marcorossi9490, conosci bene i suoi contenuti o ti sei solo fermato al titolo (ritenuto da lui stesso provocatorio) del canale?!
@@theGREENWOODinn no lo conosco, per questo ho commentato.
@@marcorossi9490 Bene. Cos'è esattamente che, secondo il tuo parere, lo rende una fonte non autorevole?
Sarebbe molto interessante un incontro tra Francesco e Rick! Penso che l'umiltà e preparazione di Francesco potrebbe arricchire molto il pensiero pure di uno come te Rick
Malthus ha fatto più danni di marx, e i commenti qua sotto non fanno eccezione.
Non conoscevo RickDuFer prima di questo video.
Non ho mai sentito una sequela di minchiate così clamorose su Hitler, cristianesimo, modernismo eccetera.
Ignoro perché Boldrini perda tempa con un personaggio del genere.
Buongiorno Michele. Mi spieghi in modo chiaro e senza insulti quali minchiate avrei detto su Hitler?
@@rickdufer nel mio piccolo lavoro seriamente sulla storia e purtroppo mi salta la mosca al naso quando sento delle profonde inesattezze.
Sostenere che le cause della Seconda guerra mondiale siano prettamente economiche, significa disconoscere la gran parte degli studi fatti sull'argomento dagli storici. Il che non significa che l'economia non abbia avuto il suo peso, ma comunque molto minore rispetto all'ideologia politica e razziale di Hitler. Persino lo storico più "eretico" sulle cause che hanno portato alla Seconda guerra mondiale, AJP Taylor, parla pochissimo o niente di economia.
Aggiungo che al buon, si fa per dire eh, Adolf non interessava nulla stabilire se le risorse erano poche o tante, e se la crescita economica non poteva essere infinita. Il concetto economico, se così lo vogliamo chiamare, delle Potenze dell'Asse era che esistessero potenze have e altre che erano have not: ossia c'era chi possedeva le risorse e chi no. Quello che contraddistingueva la loro politica economica era il disconoscimento dei principi e dell'utilità di un mercato libero e aperto, tant'è che volevano appropriarsi in prima persona delle risorse credendo che fosse necessario per crescere.
Su guenon non vedo il collegamento, su Evola ti rispondo che era un semplice "intellettuale" fascista, ma che poco o niente influenzava la politica del regime. Ripassa un'altra volta
Hai letto The Vampire Economy o hai approfondito la teoria dei shrinking markets? C'erano chiare ragioni economiche dietro alla strategia del Terzo Reich
@@lucacolombo7603 non sono un esperto di storia economica. Mi risulta che l'economia tedesca della fine degli anni '30 avesse ampiamente recuperato dalla crisi del' 29 e che non vi fossero giustificazioni economiche per l'annessione delle povere regioni dell'Europa centro-orientale
Apro il video e dico, dai ormai avranno imparato a contenersi nei tempi, sarà un video di ventidue minuti.... 40:25... :/
Riccardo, sono un tuo sostenitore e ho stima del tuo lavoro, ma davanti a questo video non posso che commentare.
Non sono un ultrà della decrescita felice, ma devo constatare che non avete letto una pagina degli autori della decrescita. Sarebbe bene leggere i testi prima di discuterne, anziché creare una caricatura ridicola ad hoc per poi sbeffeggiarla. Al di là di essere d'accordo o meno su alcune tesi, è innanzitutto necessario conoscere quest'ultime prima di discuterne (per di più con un tono così sarcastico e canzonatorio).
Non avete colto nessuno dei punti centrali messi a fuoco da questi autori, siete andati completamente fuoristrada. Avete scimmiottato qualcosa: sicuramente non le tesi sulla decrescita. Siete caduti nelle letture più becere e mainstream di una teoria economica che non merita una tale superficialità. Ripeto: sacrosante le critiche e le contro-argomentazioni, ma che siano pertinenti e che mostrino di avere dimestichezza con i temi (e questo vale per qualsiasi discussione). Altrimenti si scade nella pochezza.
Un saluto affettuoso,
Diego
L’assunto protestantesimo = sviluppo , cattolicesimo = arretratezza, caro RickDuFer, e’ un gran luogo comune. L’Italia del 400, area piu’ ricca e avanzata in Europa, e quella del 700, in grande decadenza, erano entrambe cattoliche. La Baviera e la Lombardia - entrambe largamente cattoliche - somo da lungo tempo tra le regioni piu’ ricche ed economicamente dinamiche d’Europa. Il fatto che in tanti, quasi tutti, abbiano dato per scontato questa relazione non significa che sia fondata.
La "mitizzazione" del protestantesimo modernizzatore e motore dello sviluppo fatta da Weber, molto lungimirante invece in altre analisi storiografiche (ad esempio sul tardo impero Romano), ha prodotto danni culturali incredibili.
Oltretutto il protestantesimo a Max Weber nemmeno piaceva troppo.
Se il progresso ci avesse dato il moltiplicatore di "mi piace" l'avrei sfruttato per questo video!
DuFer & Boldrin: il futuro paradisiaco e la certezza della crescita infinita
Splendido!
È Proprio il video che stavo aspettando!!!
40 minuti di caciara senza senso né argomentazioni!
Un minestrone sormontato dall'autocompiacimento...
Joseph Kurgan Levati allora
@@leo_mas_922
Perché mai... è uno spettacolo vedervi praticare autoerotismo...
@@leo_mas_922
Ogni tanto cambia mano...
Cazzo ma io devo studiare malattie infettive, proprio mo' dovevate pubblicare sta chiacchierata?
Quaranta minuti son troppo pochi
In realtà il cristianesimo cattolico ha in un certo modo aiutato lo sviluppo della scienza e quindi della ‘’modernità’’, Dio disse ad Abramo che essendo uomo avrebbe dovuto dominare il creato, secondo bacone la scienza avrebbe eliminato le colpe del peccato originale ecc
Quello che invece ha ostacolato il cristianesimo cattolico è l’investimento e la ricchezza privata, considerando che i cristiani non potevano maneggiare denaro o cederlo con interessi
I miei due rambling veneti preferiti.