Ep. 265 - Papale papale - "Insegnanti"

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  • Опубликовано: 26 сен 2024
  • Francesco, Discorso al mondo della scuola italiana 10 maggio 2014
    Gli insegnanti sono i primi che devono rimanere aperti alla realtà con la mente sempre aperta a imparare! Perché se un insegnante non è aperto a imparare, non è un buon insegnante, e non è nemmeno interessante; i ragazzi capiscono, hanno “fiuto”, e sono attratti dai professori che hanno un pensiero aperto, “incompiuto”, che cercano un “di più”, e così contagiano questo atteggiamento agli studenti. Questo è uno dei motivi perché io amo la scuola.
    Un altro motivo è che la scuola è un luogo di incontro. Perché tutti noi siamo in cammino, avviando un processo, avviando una strada. E ho sentito che la scuola non è un parcheggio. E’ un luogo di incontro nel cammino. Si incontrano i compagni; si incontrano gli insegnanti; si incontra il personale assistente. I genitori incontrano i professori; il preside incontra le famiglie, eccetera. E’ un luogo di incontro.
    Paolo VI, Angelus 28 settembre 1969
    Officina che forma l’uomo, la Scuola; onoriamola tutti, amiamola. E tutti rendiamo onore a chiunque là assume degnamente il nome grande e vitale di Maestro. Il Maestro insegna, cioè trasmette il sapere, educa e quasi estrae spiritualmente dal suo acerbo allievo l’uomo maturo; è l’artista che forma la persona e la rende alla fine libera ed autonoma, responsabile; il Maestro può svelare all’alunno perfino «come l’uom s’eterna» (DANTE, I, XV, 85). Funzione sociale primaria quella dell’Insegnante; missione, che esige in chi la compie una vocazione lucida e strenua; in chi ne profitta riverenza, riconoscenza, amore.
    Quale visione più bella e più grande di questa? Oh! pensiamo oggi alla Scuola, ai suoi Alunni, ed ai suoi Maestri: non mai il nostro interesse sarà pari al loro merito.
    Benedetto XVI, discorso ai partecipanti all’incontro promosso dalla fondazione “Sorella Natura” 28 novembre 2011
    E ora vorrei cogliere questa occasione per rivolgere una parola specifica anche agli insegnanti e alle Autorità qui presenti. Vorrei sottolineare la grande importanza che ha l’educazione anche in questo campo dell’ecologia. Ho accolto volentieri la proposta di questo incontro proprio perché esso coinvolge tanti giovanissimi studenti, perché ha una chiara prospettiva educativa. E’ infatti ormai evidente che non c’è un futuro buono per l’umanità sulla terra se non ci educhiamo tutti ad uno stile di vita più responsabile nei confronti del creato. E sottolineo l'importanza della parola “creato”, perché il grande e meraviglioso albero della vita non è frutto di un'evoluzione cieca e irrazionale, ma questa evoluzione riflette la volontà creatrice del Creatore e la sua bellezza e bontà. Questo stile di responsabilità si impara prima di tutto in famiglia e nella scuola. Incoraggio, pertanto, i genitori, i dirigenti scolastici e gli insegnanti a portare avanti con impegno una costante attenzione educativa e didattica con questa finalità.
    Giovanni Paolo I, Angelus 17 settembre 1978
    Gli insegnanti italiani hanno alle loro spalle dei casi classici di esemplare attaccamento e dedizione alla scuola. Giosuè Carducci era professore universitario a Bologna. Andò a Firenze per certe celebrazioni. Una sera si congedò dal ministro della pubblica istruzione. « Ma no, disse il ministro, resti anche domani ». « Eccellenza, non posso. Domani ho lezione all'università e i ragazzi mi aspettano ». « La dispenso io ». « Lei può dispensarmi, ma io non mi dispenso ». Il professor Carducci aveva veramente un alto senso sia della scuola, sia degli alunni. Era della razza di coloro che dicono: « Per insegnare il latino a John non basta conoscere il latino, ma bisogna anche conoscere e amare John ».

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