Ho spedito oggi ad una conoscente/amica un tuo video quello sui giardini di Babilonia e mi dice "grazie Isa, stupendo" Perché solo ora mi dirai, perché ora, e una di quelle che frequentano il corso di poesie dialettali con me, credo di conoscerla meglio
Certo, potrei farlo! 😊 Anche per Babilonia, il resoconto di Erodoto divide gli studiosi: c'è chi ritiene la descrizione esagerata e inaffidabile, realizzata per dare un senso folkloristico alle vicende, e chi invece vede dietro alle parole dello storico elementi reali. A mio avviso, Erodoto va sempre filtrato con attenzione dal momento che rielaborava il mondo circostante sulla base della sua cultura e del suo modo di vedere la realtà (cosa più che naturale).
C'est une chanson pour les enfants qui naissent et qui vivent entre l'acier et le bitume, entre le béton et l'asphalte, Et qui ne sauront peut-être jamais Que la terre était un jardin. Il y avait un jardin qu'on appelait la terre. Il brillait au soleil comme un fruit défendu. Non, ce n'était pas le paradis ou l'enfer Ni rien de déjà vu ou déjà entendu. Il y avait un jardin, une maison des arbres, Avec un lit de mousse pour y faire l'amour Et un petit ruisseau roulant sans une vague Venait le rafraîchir et poursuivait son cours. Il y avait un jardin grand comme une vallée. On pouvait s'y nourrir à toutes les saisons, Sur la terre brûlante ou sur l'herbe gelée Et découvrir des fleurs qui n'avaient pas nom. Il y avait un jardin qu'on appelait la terre. Il était assez grand pour des milliers d'enfants. Il était habité jadis par nos grands-pères Qui le tenaient eux-mêmes de leurs grands-parents. Où est-il ce jardin où nous aurions pu naître, Où nous aurions pu vivre insouciants et nus? Où est-il ce jardin toutes portes ouvertes, Que je cherche encore mais que je ne trouve plus? Mi hai fatto tornare in mente questa vecchia canzone di Georges Moustaki. Un po' malinconica e pessimista, ma in fondo adatta al periodo. E se a qualcuno interessa la traduzione, gliela faccio.😉
Già, è adattissima al periodo che stiamo vivendo. Trovo affascinante il fatto che tante civiltà, in diversi momenti storici, abbiano evocato l'esistenza di un giardino perduto. Forse, ora più che mai, sentiamo il bisogno di ripensare a un'epoca in cui esisteva una natura inviolata.
Sempre per rimanere nell'area di Babilonia, potrebbe essere interessante fare un video sul mito della torre di Babele, che qualcuno pensa fosse la ziqqurat Etemenanki Ps:Ai primi 1000 iscritti vogliamo uno special "in viaggio con i bloopers" con montaggi di tutte le papere 😂
La torre di Babele è un ottimo suggerimento! ☺️ I 1000 iscritti si avvicinano 🤞 Un video con tutte le papere fatte ci sta benissimo (evitando le parti bippate 😂😂)
I giardini immaginati sempre con tanta fantasia e ora da vedere con minor fatica, bel video!
Ti ringrazio! Così possiamo immaginarci meglio questa antica meraviglia 😄
Ho spedito oggi ad una conoscente/amica un tuo video quello sui giardini di Babilonia e mi dice "grazie Isa, stupendo"
Perché solo ora mi dirai, perché ora, e una di quelle che frequentano il corso di poesie dialettali con me, credo di conoscerla meglio
Un video anche sulle dimensioni di Babilonia (Erodoto inaffidabile? ) 😉
Certo, potrei farlo! 😊 Anche per Babilonia, il resoconto di Erodoto divide gli studiosi: c'è chi ritiene la descrizione esagerata e inaffidabile, realizzata per dare un senso folkloristico alle vicende, e chi invece vede dietro alle parole dello storico elementi reali.
A mio avviso, Erodoto va sempre filtrato con attenzione dal momento che rielaborava il mondo circostante sulla base della sua cultura e del suo modo di vedere la realtà (cosa più che naturale).
C'est une chanson pour les enfants qui naissent et qui vivent
entre l'acier et le bitume, entre le béton et l'asphalte,
Et qui ne sauront peut-être jamais
Que la terre était un jardin.
Il y avait un jardin qu'on appelait la terre.
Il brillait au soleil comme un fruit défendu.
Non, ce n'était pas le paradis ou l'enfer
Ni rien de déjà vu ou déjà entendu.
Il y avait un jardin, une maison des arbres,
Avec un lit de mousse pour y faire l'amour
Et un petit ruisseau roulant sans une vague
Venait le rafraîchir et poursuivait son cours.
Il y avait un jardin grand comme une vallée.
On pouvait s'y nourrir à toutes les saisons,
Sur la terre brûlante ou sur l'herbe gelée
Et découvrir des fleurs qui n'avaient pas nom.
Il y avait un jardin qu'on appelait la terre.
Il était assez grand pour des milliers d'enfants.
Il était habité jadis par nos grands-pères
Qui le tenaient eux-mêmes de leurs grands-parents.
Où est-il ce jardin où nous aurions pu naître,
Où nous aurions pu vivre insouciants et nus?
Où est-il ce jardin toutes portes ouvertes,
Que je cherche encore mais que je ne trouve plus?
Mi hai fatto tornare in mente questa vecchia canzone di Georges Moustaki. Un po' malinconica e pessimista, ma in fondo adatta al periodo. E se a qualcuno interessa la traduzione, gliela faccio.😉
Già, è adattissima al periodo che stiamo vivendo. Trovo affascinante il fatto che tante civiltà, in diversi momenti storici, abbiano evocato l'esistenza di un giardino perduto.
Forse, ora più che mai, sentiamo il bisogno di ripensare a un'epoca in cui esisteva una natura inviolata.
Bellissimo video. Gli antichi non avevano nulla da imparare da noi il contrario
Vero, sicuramente avevano un livello tecnologico più alto di quanto si è soliti credere 😊
Sempre per rimanere nell'area di Babilonia, potrebbe essere interessante fare un video sul mito della torre di Babele, che qualcuno pensa fosse la ziqqurat Etemenanki
Ps:Ai primi 1000 iscritti vogliamo uno special "in viaggio con i bloopers" con montaggi di tutte le papere 😂
La torre di Babele è un ottimo suggerimento! ☺️ I 1000 iscritti si avvicinano 🤞 Un video con tutte le papere fatte ci sta benissimo (evitando le parti bippate 😂😂)