Giorgio Netti - Inoltre Live @ Fabbrica del Vapore 2018

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  • Опубликовано: 5 окт 2024
  • Sound Of Wander, Milan, Italy 13.12.2018
    mdi ensemble
    Lorenzo Gentili-Tedeschi e Paolo Fumagalli, violini
    Qui tutto si comprime, diventa soglia; inoltre è dentro (in) e al di là (oltre) del quartetto: è il tentativo di trovare dall’interno, nella memoria sonora dello strumento stesso, una nuova origine, un nuovo luogo dell’ascolto; quel luogo è lo sgorgare, il fondersi di infiniti istanti nascenti in un’unica corrente.
    Nel comporre ho cercato di plasmare la complessità del suono ascoltato, rispettandone la materica fluidità e senza spezzare il suo tempo in segmenti; è l’esperienza di un’energia che da sempre già abita il violino e, di soglia in soglia, continuamente si trasforma. Ho cercato di incanalarle quell’energia in un percorso che la rendesse percepibile senza snaturarne l’essenza: l’energia che abita i violini di Corelli, Tartini, Vivaldi, certo non citazioni ne dirette ne indirette ma l’imprevedibile vitalità delle loro articolazioni (tremoli, arpeggi, ribattuti, sincronie e fioriture improvvise) che hanno fatto della scuola italiana, elettrica ante litteram, un irraggiungibile modello di virtuosismo strumentale; poi la tensione, il vuoto attorno e dentro alla costruzione delle frasi, le imitazioni, i pedali, la continua sovrapposizione delle corde…
    Come osservando una sorgente lo sguardo viene continuamente catturato dalla direzioni del moto discendente e subito risale, il mio lavoro, soprattutto in questo duo (in-oltre appunto), tenta di rimanere vicino alla “sorgenza” circoscritta, senza scivolar via per i solchi già segnati, più interessato alla qualità dell’energia affiorante che non alle sue possibili applicazioni. Il duo è pensato come unità complessa: strumento preparato e strumento puro, estraneità e tradizione dell’uno e dell’altro, si fondono in una comune articolazione che vorrebbe trascendere entrambi gli stati.
    Provenendo da un soffio raccolto nella sordina, inoltre è diventato il continuo tentativo di riavvicinare al “mondo intonato” un materiale sonoro, una esperienza acustica che da altrove proviene; se nel quartetto e nel trio le altezze erano uno degli stati possibili del tutto, qui diventano un ponte alla tradizione strumentale trasfigurata. Il pezzo porta ad uno stato incandescente la materia e nel suo ribollire riappaiono articolazioni, frammenti, incubi, divagazioni che nel fondere diventeranno infine tutt’altro: una voce-violino, un suono/uomo sacro nella sua unicità, senza più articolazione, teso, sospeso, sullo sfondo elettrico, estremo, custodito; cuore svelato del ciclo che diventerà nel violoncello solo (tête) “testa vivente”.
    Allo stesso tempo un violino più antico e più moderno, un voce doppia che può contenere anche il risuonare di sé stessa; forse un canto, più antico.
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