Questa spiegazione mi ha ricordato un vecchio saggio dello storico Eric Hobsbawn, "L'invenzione della tradizione". Un saggio nel quale si mostrava come i prodotti più tradizionali, che noi crediamo risalire all'alba dei tempi, in realtà sono molto più recenti, frutto di una costante evoluzione. Ottimo video come sempre!
Buongiorno:-) Grazie per le cortesi parole. Le faccio i migliori auguri di buon compleanno, spero che l'Explorator si riveli all'altezza delle sue aspettative. Saluti, AD
Beh il Fascino di questi chiudibili non si discutono .. poi ci sono case come la ER che l’hanno rinterpretata a modo suo .. ma pur sempre affascinante con questa lama a foglia … bella storia Alfredo 💪
Sono un vecchio "raccoglitore", più che collezionista, di coltelli e negli anni 70 comprai a Pattada a carissimo prezzo ( anche perché il manico era muflone) una resolza direttamente dal Maestro Barore Brundu personaggio storico interessantissimo ( paracadutista agente segreto in Jugoslavia nella seconda guerra mondiale) oltreché grande Maestro coltellinaio. A una mia precisa domanda: che acciao usasse mi rispose "ferru nou attargiu" ( ferro non acciaio) perché la vera tradizione coltellinaia sarda antica non disponeva di una capacita siderurgica per produrre acciaio che pertanto in tempi antichi era raro e di carissimo prezzo e che la sua durezza si otteneva non da tempra, che si può effettuare solo in una lega ferro carbonio e non nel semplice ferro, ma da un particolare trattamento superficiale segreto dei coltellinai sardi con materiali organici ( che da vecchio ingegnere siderurgico capii subito che si trattava di nitrurazione). Mi spiegò che in questo modo si otteneva un coltello indistruttibile flessibile e durissimo usando semplice ferro economico e di facile reperibilità e di forgiatura. L'unica accortezza era che si affilasse sempre solo da una parte: sinistra per i destri e destra per i mancini. Mi disse che questa la lavorazione era lunga e incerta da cui il costo. Mi disse anche che i coltellinai sardi cominciavano a usare allora barre di acciaio che davano ottimi prodotti a prezzo più basso ma non tradizionali. Mi chiedo: come mai oggi il Disciplinare di Produzione del Coltello Sardo ignora l'impiego del ferro e prevede l'uso di diversi tipi di acciaio e in pratica le lame spesso, ma non sempre, non vengono nemmeno forgiate ma tagliate con il laser da nastri del metallo voluto e poi temprate? Nel 2016 sono stato al mare ad Arbus e approfittai della occasione per andare a parlare con il Maestro coltellinaio Franco Pusceddu, che conoscevo per la sua fama, proprio di questo problema ma con mia costernazione la gentilissima moglie mi informó che era prematuramente deceduto. Comprai alcuni "arburesa" fatti dai bravissimi eredi di Franco Pusceddu: ottimi e bellissimi coltelli a un onestissimo prezzo ma addio tradizione. Parlai anche con il fratello di Franco, Maestro coltellinaio Paolo, del problema del materiale del vero coltello sardo ma mi disse, gentilissimo ma fermo, che oggi si fanno così. Sic transit gloria mundi. In base alla tua esperienza cosa ne pensi? P.S. Oggi la mia resolza nel mercato dei veri collezionisti è quotata oltre i 500, 00 euro, se si trova: questa è una rara resolza veramente originale!
Davvero un bellissimo chiudibile, non sapevo derivasse da un fisso. Anche qua in Toscana abbiamo dei bei chiudibili credo che presto ne parlerai. Mio nonno aveva sempre il suo Zuavo in tasca quando mi portava a caccia e a pesca e mi ricordo che glielo invidiavo. È anche grazie a lui se sono diventato un appassionato di lame e vita all'aria aperta.
Se mi permetti un appunto la denominazione della lama a foglia di mirto e recente tempo addietro si chiamava fiamma perché doveva ricordare nella forma la mezza fiamma di una candela. Grazie per i tuoi video che seguo con passione
Sign alfredo, una cortesia, ho girovagato nelle acciaerie nei miei dintorni, per cercare un po di acciaio il 440 c , non si trova, possiedono solo il 316, mi potrebbe dare per cortesia, lei un indicazione dove reperirlo? A me servirebbe un 1 mt x 1 mt , opuure un 50 cm x 50 cm . Come spessore da coltelleria va bene un 2, 5 . Grazie
Buonasera. Provi a chiedere a Passione per i coltelli (qui il link www.passionepericoltelli.com/it/27-acciaio) può darsi che sappiano aiutarla. Saluti, AD
Questa spiegazione mi ha ricordato un vecchio saggio dello storico Eric Hobsbawn, "L'invenzione della tradizione". Un saggio nel quale si mostrava come i prodotti più tradizionali, che noi crediamo risalire all'alba dei tempi, in realtà sono molto più recenti, frutto di una costante evoluzione. Ottimo video come sempre!
Colta e profonda osservazione :-) Grazie, AD
Video come sempre interessante.approfitto per dirle che ho acquistato l'esplorator per il mio 60 esimo compleanno.
Buongiorno:-) Grazie per le cortesi parole. Le faccio i migliori auguri di buon compleanno, spero che l'Explorator si riveli all'altezza delle sue aspettative. Saluti, AD
@@AlfredoDoricchi Grazie per gli auguri e buona giornata
Beh il Fascino di questi chiudibili non si discutono .. poi ci sono case come la ER che l’hanno rinterpretata a modo suo .. ma pur sempre affascinante con questa lama a foglia … bella storia Alfredo 💪
Sono un vecchio "raccoglitore", più che collezionista, di coltelli e negli anni 70 comprai a Pattada a carissimo prezzo ( anche perché il manico era muflone) una resolza direttamente dal Maestro Barore Brundu personaggio storico interessantissimo ( paracadutista agente segreto in Jugoslavia nella seconda guerra mondiale) oltreché grande Maestro coltellinaio. A una mia precisa domanda: che acciao usasse mi rispose "ferru nou attargiu" ( ferro non acciaio) perché la vera tradizione coltellinaia sarda antica non disponeva di una capacita siderurgica per produrre acciaio che pertanto in tempi antichi era raro e di carissimo prezzo e che la sua durezza si otteneva non da tempra, che si può effettuare solo in una lega ferro carbonio e non nel semplice ferro, ma da un particolare trattamento superficiale segreto dei coltellinai sardi con materiali organici ( che da vecchio ingegnere siderurgico capii subito che si trattava di nitrurazione). Mi spiegò che in questo modo si otteneva un coltello indistruttibile flessibile e durissimo usando semplice ferro economico e di facile reperibilità e di forgiatura. L'unica accortezza era che si affilasse sempre solo da una parte: sinistra per i destri e destra per i mancini. Mi disse che questa la lavorazione era lunga e incerta da cui il costo. Mi disse anche che i coltellinai sardi cominciavano a usare allora barre di acciaio che davano ottimi prodotti a prezzo più basso ma non tradizionali. Mi chiedo: come mai oggi il Disciplinare di Produzione del Coltello Sardo ignora l'impiego del ferro e prevede l'uso di diversi tipi di acciaio e in pratica le lame spesso, ma non sempre, non vengono nemmeno forgiate ma tagliate con il laser da nastri del metallo voluto e poi temprate? Nel 2016 sono stato al mare ad Arbus e approfittai della occasione per andare a parlare con il Maestro coltellinaio Franco Pusceddu, che conoscevo per la sua fama, proprio di questo problema ma con mia costernazione la gentilissima moglie mi informó che era prematuramente deceduto. Comprai alcuni "arburesa" fatti dai bravissimi eredi di Franco Pusceddu: ottimi e bellissimi coltelli a un onestissimo prezzo ma addio tradizione. Parlai anche con il fratello di Franco, Maestro coltellinaio Paolo, del problema del materiale del vero coltello sardo ma mi disse, gentilissimo ma fermo, che oggi si fanno così. Sic transit gloria mundi. In base alla tua esperienza cosa ne pensi? P.S. Oggi la mia resolza nel mercato dei veri collezionisti è quotata oltre i 500, 00 euro, se si trova: questa è una rara resolza veramente originale!
Davvero un bellissimo chiudibile, non sapevo derivasse da un fisso.
Anche qua in Toscana abbiamo dei bei chiudibili credo che presto ne parlerai.
Mio nonno aveva sempre il suo Zuavo in tasca quando mi portava a caccia e a pesca e mi ricordo che glielo invidiavo. È anche grazie a lui se sono diventato un appassionato di lame e vita all'aria aperta.
Non ho un chiudibile toscano, al momento. Il prossimo coltello che recensirò sarà comunque del Centro Italia. Saluti, AD
Mipiace il portello sardo
Se mi permetti un appunto la denominazione della lama a foglia di mirto e recente tempo addietro si chiamava fiamma perché doveva ricordare nella forma la mezza fiamma di una candela.
Grazie per i tuoi video che seguo con passione
Ci mancherebbe, grazie a Lei per la segnalazione. Saluti, AD
Sign alfredo, una cortesia, ho girovagato nelle acciaerie nei miei dintorni, per cercare un po di acciaio il 440 c , non si trova, possiedono solo il 316, mi potrebbe dare per cortesia, lei un indicazione dove reperirlo? A me servirebbe un 1 mt x 1 mt , opuure un 50 cm x 50 cm . Come spessore da coltelleria va bene un 2, 5 . Grazie
Buonasera. Provi a chiedere a Passione per i coltelli (qui il link www.passionepericoltelli.com/it/27-acciaio) può darsi che sappiano aiutarla. Saluti, AD