Civil War: America sull'orlo del baratro - Recensione NO SPOILER e Approfondimento SPOILER
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- Опубликовано: 17 апр 2024
- Preparati a un viaggio sconvolgente e adrenalinico nell'America divisa di Civil War, il nuovo film di Alex Garland.
In un'America dilaniata da una guerra civile tra California e Texas, quattro reporter si imbarcano in un viaggio pericoloso per raggiungere Washington DC e intervistare il presidente prima che sia troppo tardi.
Lee Smith (Kirsten Dunst), Joel (Wagner Moura), Jessie (Cailee Spaeny) e Sammy (Stephen McKinley Henderson) si ritrovano in mezzo a combattimenti brutali, vedendo con i propri occhi la ferocia e l'orrore della guerra.
Civil War non è un semplice film di guerra. È un'esperienza immersiva che ci porta all'interno della psiche dei protagonisti, mentre combattono per sopravvivere e per documentare la realtà che li circonda.
La regia di Alex Garland è magistrale, con immagini realistiche e una colonna sonora potente che amplifica l'impatto emotivo del film.
Le interpretazioni degli attori sono eccellenti, con Kirsten Dunst che brilla nel ruolo di Lee Smith, una donna forte e determinata che non si piega di fronte alle difficoltà.
Civil War è un film che ti scuoterà fino al profondo e ti farà riflettere sul mondo in cui viviamo.
Nella nostra recensione approfondita, analizzeremo il film in dettaglio, senza spoiler nella prima parte e con una discussione approfondita del finale e di altri temi importanti nella seconda parte.
Se sei un fan di film come "Salvate il Soldato Ryan" o "The Last of Us", Civil War è un film assolutamente da vedere.
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Recensione di: Simone Medas
Regia e Post-Produzione: Simone Medas
Conduzione di: Federica Peri
Una produzione: Reasons
Vieni a trovarci sul nostro sito: myreasons.it/
#CivilWar #Recensione #Film #Cinema #Guerra #America #KirstenDunst #AlexGarland #NoSpoiler #Spoiler #TheLastOfUs #SalvateIlSoldatoRyan #a24 - Развлечения
Sto iniziando a considerare l'idea di fare inversione a U a ogni casello autostradale in cui becco qualcuno che mi ricorda vagamente Jesse Plemons.
Quanto cavolo fa paura il suo personaggio? Che poi quanto deve fare strano dover minacciare in quel modo tua moglie? Fortuna che la scena non prevedeva che la picchiasse anche 🤣
Ooo la recensione che aspettavo questa settimana, sempre puntualissimi!! Bravi
Beh ora non hai più scuse, devi andare a vedere il film e dirci cosa ne pensi!
La più bella recensione tra tante che ho visto su questo film a distanza di qualche mese dalla sua uscita. Mi soffermerei anche sulla scena del distributore dove Garland in pochi minuti riesce a rappresentare tanti aspetti della vita americana che si svolge fuori dalle più grandi e famose città. Il ragazzo non molto sveglio che tortura e poi uccide i due suoi coetanei appesi all'autolavaggio che scopriamo essere i bulli che lo tormentavano al liceo, in qualche modo, ci mostra in pochi quadri la questione della diffusione delle armi da fuoco, il bullismo e le stragi nelle scuole.
Sì, la cosa del film che inquieta tanto è che il rapporto di una certa parte d'America con le armi sia già ora molto simile a quello che vediamo nel film. Grazie mille del complimento!
@@reasonsblog ...e da poche ore c'è stato l'attentato a Trump, l'arte a volte ha delle percezioni tutte sue
Bravissimi 😻
Grazie mille! Un abbraccio!
Siete proprio bravi, ragazzi. Ancora complimenti. Appena visto il film. Una grande opera
Un complimento simile da chi ha un canale bello come il tuo, è un onore. Grazie mille!
Commento perfetto come al solito (ormai!). Uscendo dopo la visione di ieri ho pensato a due aggettivi che lo descrivessero. Sconvolgente e anestetizzante al tempo stesso. Eccoli! Con Kristen Dunst e la ragazzina superconvincenti. Da non perdere!
Sempre troppo gentile. Come ben sai, siamo decisamente d'accordo con te. Un abbraccio!
Affascinante la figura del reporter in questo film ma anche in altri che ho visto. Qui mi sembra rapprsentata in modo estremo e realista allo stesso tempo.
Esatto. Sentire Alberizzi e Porzio confermare la fedeltà della descrizione dei reporter di guerra, ci ha ucciso
Bella recensione, con un ulteriore pregio: non avevo in programma di andare a vedere questo film perchè il genere "azione" non rientra fra i miei preferiti, ma mi avete convinto a farlo... è non è poco! Per questo motivo ho scelto di interrompere a metà la visione e a riprenderla quando avrò visto il film. Grazie per il consiglio!
Siamo davvero felici! Guardandolo capirai molto in fretta che non si tratta di un film d'azione, ma tutt'altro. L'azione è rarefatta e molto misurata, e serve a fare da contesto più che stare al centro della narrazione. Poi facci sapere cosa ne pensi
visto oggi, grande film (finale compreso) degno di questa recensione😉
Grazie mille! Un abbraccio!
La situazione è quella, ed è,aimè,anzi ainoi, sotto gli occhi ,piu' o meno,di tutti. Tu,non so se leggevi o parlavi ....a braccio, comunque....BRAVA!!!!!!
Ciao Cerasino, grazie mille dei complimenti! Purtroppo sì, la situazione è terribile. E questo film per ora è solo frutto di immaginazione. Ma un'immaginazione dannatamente verosimile. Il testo della recensione è scritto, chiaramente, trattandosi comunque di un discorso molto strutturato e organizzato, difficile da fare "a braccio".
BRAVA....comunque!!!!!
....e"comunque" mi chiamo Cesare.
@@cerasino1 piacere Cesare :)
Avete ragione: è un gran bel film! Visto ieri con mia figlia di 14 anni. Evidenzio questo, perché secondo me è un film che deve essere visto dalle nuove generazioni, se non altro per indurle alla consapevolezza che tutto ciò che hanno non è affatto scontato, e per dimostrare loro che la realtà non è tutta "rose e fiori" come la società contemporanea ci fa credere. Abbiamo guerre vicine a noi a cui oramai siamo assuefatti, così come sono assuefatti alla morte i protagonisti del film (ma loro giustificati dalla dipendenza all'adrenalina; noi da cosa?). Anche questo aspetto è ben caratterizzato nel film dalla scena di "assoluta normalità" del quartiere in cui si ritrovano a fare shopping..." . L'aspetto che avrei approfondito di più nel film è proprio questo: perché i genitori delle due giornaliste vivono tranquillamente nelle loro fattorie, facendo finta che intorno a loro non succeda niente, oppure gli abitanti del quartiere "tranquillo", dove le persone se ne stanno fuori dalla guerra civile, come se fosse una zona franca? Vi do ragione se cinematograficamente la scena finale della fotografa è artificiosa; ma secondo me militarmente è artificiosa tutta la scena del combattimento alla casa bianca: hanno usato granate che erano poco più di petardi, potevano usare lacrimogeni che invece non sono stati usati, e così via. Ma a me tutto questo non ha dato fastidio, perché del tutto funzionale allo scopo di quella scena, ovvero l'apice raggiunto dalla umanizzazione/disumanizzazione delle due protagoniste. L'unico aspetto che a me non è proprio piaciuto è il doppiaggio: sentire la voce di "Emma Stone" alla protagonista per me è un obobrio. Avrei visto volentieri il film in lingua originale con i sottotitoli. Ma questa mia considerazione non vale solo per per questo film, ma in generale per tutti i film doppiati. Mio voto al film: 8, che nella mia metrica è un giudizio di tutto rispetto. PS. Oltre che "Salvate il soldato Ryan" ci ho visto anche "Apocalypse now", se non altro per la discesa all'inferno (risalita, nel film di Coppola), e in piccola parte "Full Metal Jacket", nella caratterizzazione del soldato reporter di guerra. PS2. Una curiosità: ieri sera in sala una coppia è andata via all'intervallo il film "troppo pesante"... ma cosa credevano di vedere... "Top gun" o "Indipendence day" o "Ombre rosse" con Wayne...
Noi lo abbiamo visto una volta in lingua originale ed una doppiato, e in lingua originale è chiaramente molto, molto meglio. Quando lo abbiamo visto doppiato, accanto io avevo un tizio che ha passato tutto, tutto, tutto il tempo a guardare il cellulare, quando il suo vicino di posto non gli parlava ad alta voce. Ad un certo punto li ho zittiti, ma il tizio non ha smesso un secondo di guardare il cellulare (dandomi un fastidio pazzesco). Semplicemente, una grande fetta di pubblico, film come questo non è in grado di sostenerli, perché scelgono di esistere su un piano superficiale e semplice, dove esistono solo loro e i loro problemi. E la massima tragedia è se la loro squadra perde il campionato. Questo film andrebbe mostrato nelle scuole, proprio come Green Border, perché è arte al servizio dell'umanità. Per le granate/petardi, in realtà quelle sono granate stordenti, non devono avere una forte carica esplosiva, né generare combustione, perché in ambiente chiuso rischi di essere coinvolto tu stesso nella deflagrazione. Quindi è corretta la rappresentazione delle esplosioni, che sono di solo rumore e luce. Idem per i lacrimogeni, al chiuso diventano un problema anche per chi li lancia.
@@reasonsblog Giusto per bombe e lacrimogeni in un ambiente interno. Insopportabili le persone che si recano al cinema e parlano ad alta voce o guardano il cellulare... neanche fossero "costretti" a vedere il film. Ma questo ladice lunga poi su quella che potrebbe essere o diventare "la banalità del male", come è così bene rappresentata nella "Zona di interesse". Io sono sono sempre più propenso a credere alla tesi di Stanley Kubric, cioè che non esiste un mito del "Buon Selvaggio", ma esiste un mito del "Cattivo selvaggio" ... In tal senso la rappresentazione del soldato "dagli occhiali rossi", con la sua distintiva "calma" ne è un lampante esempio che potrebbe essere tranquillamente stato creato dal compianto regista scomparso. PS. Non lo proietteranno mai nelle scuole! Il massimo che hanno fatto nella prima liceo classico che frequenta mia figlia, su iniziativa personale dell'insegnante di religione, è stato quello di proiettare il più italico "Io capitano" , fra l'altro in copia pirata; alla domanda se forse era mglio proiettare "Green Border" fosse solo per una migliore qualità cinematrografica ,neanche sapeva cosa fosse. In ogni caso suppongo che su 28 alunni, almeno 20 sarebbero stati a giocare al cellulare o a chiacchierare fra loro, in una scuola che dovrebbe preparare gli studenti che la frequentano ad un pensiero critico e che dovrebbero essere una parte della spina dorsale nella nazione futura (sigh!)
@@stefanobruno1331 è davvero bello che ci siano padri sensibili e attenti come te, ed è stupendo che una ragazza di 14 anni riceva stimoli così belli in famiglia. I ragazzi hanno un bisogno enorme di atteggiamenti come il tuo.
... Dopo questa Sua Lettura / Commento ... Impossibile non recuperare la Visione del FILM ... Lei ... è Molto ... Molto Brava ... COMPLIMENTI a ... REASONS .
Grazie ... a lei ... da Reasons ...
Quando esco dal cinema oggi pomeriggio poi ascolto la seconda parte
Ti aspettiamo 😊
@@reasonsblog ti copio e incollo il il parere che ho dato a una persona che mi ha chiesto del film:
"Bel film, crudo, reale senza americanate, fotografia fantastica,2 volte mi ha fatto prendere un colpo che ho saltato sulla poltrona.
Sembra più un documentario sui giornalisti di guerra, la storia della guerra civile sembra quasi di contorno, mostra l'orrore della guerra com'è in qualsiasi parte del mondo"
@@alessandrobalugani5943 beh siamo perfettamente d'accordo
Commento tecnico: filmone!
Se non lo avete visto, vediatelo!
Completamente d'accordo!
Da fotoreporter di professione non ho per nulla apprezzato il film. Non c'è passione ne umanità in loro, ma solo cinismo e dipendenza dall'adrenalina.
Beh, tecnicamente è proprio su questo punto che si concentra il film. E non inventa nulla, sono meccaniche psicologiche descritte molto bene. Poi, chiaramente i fotoreporter non sono tutti uguali. Di cosa ti occupi tu?
@@reasonsblog Sicuramente ci sono anche fotoreporter con quel tipo di approccio, siamo tutti diversi e va bene così. Però a mio avviso è un limite se si hanno come soggetti proprio le persone e, anzi, un difetto, perchè si rischia di lavorare in modo NON etico (come un medico che lavora solo per i soldi e non per il bene della gente).
Ovviamente dev’esserci anche un po’ di distacco se si fotografa in zone di guerra, altrimenti stai troppo male, proprio come un medico non potrà trattare tutti i pazienti come amici o parenti, altrimenti a livello emotivo diventa impossibile e non potrai nemmeno lavorare in modo lucido. Tuttavia questo distacco, deve restare in equilibrio con il continuare ad avere empatia verso il soggetto (i fotografi di Civil War sono totalmente schermati e hanno quindi completamente perso l’empatia). Vero o no, a me non piace.
Secondo la mia esperienza, i veri “Grandi” fotografi di fotoreportage sociale (e anche di guerra) hanno saputo unire un certo grado di distacco, ma anche un grande amore le persone che hanno fotografato e per la missione sociale che sentivano dentro di loro.
Consiglio la visione di questi due lungometraggi per comprendere meglio.
Il Sale della Terra, di Wim Wenders, sulla vita di Sebastiao Salgado e Il caso Minamata, riguardo uno degli ultimi lavori di Eugene Smith (entrambi tra i super top fotografi mondiali)
ruclips.net/video/AzbD0hYsMqQ/видео.html
ruclips.net/video/UzQv5nVH85o/видео.html
Io mi occupo di cose simili ai link che ho inviato (non ancora di guerra, forse in futuro), ma comunque in zone dove c’è molta povertà e a volte anche gente malata. Sono da poche settimane tornato in Italia dopo un lungo e impegnativo lavoro di tre mesi in India.
Negli scorsi anni ho lavorato anche in Amazzonia.
Ciao
@@lorenzozelaschiphotography7147 Grazie mille della tua testimonianza e della tua opinione. Capiamo il tuo punto di vista pur non condividendolo, sia per motivi psicologici sia per la testimonianza di reporter di guerra che erano presenti alla proiezione del film.
Un abbraccio!
@@reasonsblog Ricambio, grazie. La cosa più importante è rispettare le opinioni differenti, anche se scegliamo di continuare a pensarla allo stesso modo. Per curiosità, chi c'era alla proiezione del film? (di reporter intendo)
@@lorenzozelaschiphotography7147 Massimo Alberizzi e Giovanni Porzio
La finzione spesso anticipa la realtà... aiuta a comprenderla... a volte la travisa.... ma ben vengano film come questo😊
Visto il periodo in cui si trovano gli USA, e in generale tutto il mondo, questo film sembra puntare forte sulla capacità profetica dell'arte