Rosa Balistreri - Quannu moru

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  • Опубликовано: 15 сен 2024
  • Un documento straordinario: il testamento artistico e umano di Rosa Balistreri, in una registrazione unica pubblicata postuma nel 1996. Erano circa le ore 23,00 di sera del primo giorno del 1990 e Rosa affidava nelle mani di uno dei pochi amici che le erano rimasti quello che si può considerare il suo ultimo canto. L'amico è Felice Mario Antonio Liotti che così racconta il fatto: " Dicembre 1989...da qualche mese non vedevo Rosa, perché si era trasferita a Castelfiorentino. Mi arriva una sua telefonata con la quale mi dice, con la disperazione nella voce, che ha bisogno di aiuto e morale e materiale. Non ha soldi né lavoro e non sa come fare. Mi chiede di procurarle una serata qualsiasi, anche in una bettola, pur di risolvere quella crisi. Su due piedi non seppi rispondere, ma poi ricordai che avevo degli amici ristoratori romagnoli che ogni anno facevano il veglione di fine anno. Andai subito a proporre Rosa e, ascoltata una cassetta, ne furono entusiasti. Inutile parlare del successo ottenuto. In quel tempo trasmettevo da una radio di Tommaso Natale (Radio Veronica) ed invitai Rosa e gli amici a fare gli auguri al mondo. Eravamo in tanti: il titolare della radio, Piero Azzara, io, mia moglie, Tanino Gaglio, Fifo Costanzo ed altri. Nel pieno dell'allegria ed il piacere di stare insieme, Rosa : "Zittivi tutti, v'ha ' ' aj' a cantari 'na cosa ch'un sapi nuddu: 'QUANNU MORU'...."
    "Queste prime parole ci gelarono il sangue, ma lei continuò imperterrita fino alla fine. Tornò a Castelfiorentino, ma circa sette mesi dopo fu colpita da un ictus e qualche giorno dopo ci lasciò tutti. Nella bara, prima che prendesse il volo per Firenze, le promisi che, vivo io, lei non sarebbe mai morta".
    (Tutti i diritti riservati © Felice Mario Antonio Liotti)

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