Grazie mille! Sto frequentando l'università di filosofia e molti termini li danno per scontato, guardando questo video molte cose stanno iniziando ad avere un senso eheh
Innanzitutto complimenti ! Lo sforzo e' stato notevole e percio' stesso molto apprezzato.Senza sconvolgere i Vostri progetti,sarebbe affascinante un video sulle interpretazioni di Parmenide (includendo in esse anche quelle degli scienziati che -direttamente o indirettamente- si sono a lui ispirati.Grazie !
Mi sono iscritto al canale perchè cerca di far comprendere in modo semplice ciò che semplice non è. Grazie per lo sforzo didattico e l'aiuto fornito a maneggaire concetti spesso ostici da ordinare. Credo che possa servire a tutti ed a tutte le età un tal tipo di spiegazione. Vorrei un bel video su Hartmann Nicolaj se ancora non c'è che snoccioli in modo semplice e chiaro i fondamenti del suo pensiero fiolosofico novecentesco . Credo che la comprensione migliore ed autentica dei vari pensieri filosofici sia l'esito di un percorso didattico peculiare imprescindibile.Grazie ancora
Sono le 00:55 di un mercoledi caldo e afoso, si gronda sudore come se si stesse davanti alla bocca di una forno metalurgico. Non so come, navigando mi sorge la curiosità di saperne di più sulla storia evolutiva dell'uomo, dei primati, degli ominidi e poi mi focalizzo sul rapporto tra evoluzione dell'uomo e religione. Finisco cosi per imbattermi in un articolo dell'Avvenire, che si trova in rete, dal titolo "Scienza e fede. Nell'evoluzione il mistero dell'uomo" All'interno dell'articolo, ad un certo punto ricorrono due termini: "salto ontologico" e "discontinuità ontologica". Come è facile intuire, da ignorante in materia, cerco di comprendere meglio i concetti espressi. Per raggiungere tale scopo mi propongo di capire l'essenza del termine ontologico. Da qui, girovago sul web...ma mi fuma il cervello, ora non solo per il caldo torrido di Caronte, ma per la fatica mentale di cercare di capirci qualcosa su questo termine. Infine mi imbatto nel vostro/tuo video. Gia inizia a schiarirsi un minimo il quadro d'insieme..poi mi perdo...ma giuro di ritornarci a mente più lucida, anche se non garantisco la riuscita. Grazie per il video 🙂
Ciao, grazie mille per il commento. Ci piacerebbe molto avere la tua opinione, facci sapere se il video ti aiuta, e soprattutto facci sapere cosa non ti è chiaro, così possiamo migliorare nell'esposizione! Possiamo anche parlarne qui nei commenti se hai delle domande. A presto!
Bel video, utile per chi non ha familiarità col termine. Vorrei sottolineare tuttavia come Parmenide non avesse questa consapevolezza del problema ontologico, soltanto Platone arriverà a questa astrazione concettuale. Parmenide, quando dice che una cosa è e non può non essere, intende dire che di una qualsiasi cosa x che è, si deve sempre dire che sia, e non si può dire che non sia. "Nulla non è" non è un'ipostatizzazione del nulla, siginficia che nessun ente non è.
Ciao Lorenzo, grazie per il commento. Per quanto riguarda Parmenide, non sono del tutto d'accordo: l'interpretazione metafisica è quella prevalente nella tradizione continentale, e mi sembra per questo giusto presentarla in un video in italiano. L'interpretazione logico-ontologica che proponi tu mi sembra invece minoritaria in questo contesto, e forse più vicina a quella "metodologica" di Giovanni Cerri ad esempio. In generale, vista la natura frammentaria dei testi di Parmenide pervenuti fino a noi, non trovo abbia troppo senso affermare che Parmenideo voglia dire questo o quest'altro: la verità è che non lo sapremo mai con certezza, e dunque è forse (paradossalmente) più interessante concentrarsi su cosa altri filosofi abbiano visto in Parmenide che non su un'improbabile ricostruzione delle sue intenzioni originarie. Cosa ne pensi?
@@intelligoita888 Sono d'accordo per quanto riguarda l'impossibilità di stabilire con certezza di cosa parlasse. Sono uno studente universitario al secondo anno e le mie conoscenze sono limitate, tuttavia entrambi i manuali da me letti che parlano di questo tema prediligono l'interpretazione logica. "Prima lezione di filosofia antica - Bruno Centrone" in modo più forte. "Storia della filosofia antica - Giuseppe Cambiano" in modo più moderato. Per questo ho pensato che fosse l'interpretazione più precisa.
@@intelligoita888 Sicuramente è più interessante la sua influenza nella filosofia che cercare di capire le sue originali intenzioni, ho voluto dirlo per accendere un'eventuale discussione.
Ciao Lorenzo, Inutile dire che io di anni si filosofia in università ne ho fatti 5, altrimenti non starei qui a pretendere di "spiegare" niente a nessuno. Questo non è per dire che ne so più di te, sia chiaro: la filosofia è una disciplina sconfinata, così sconfinata che uno studente di primo anno può conoscere un determinato argomento (se lo studia bene e con il giusto metodo) meglio di un professore universitario che si occupa di un'altra branca della filosofia. Se però nei manuali di liceo si trova prevalentemente l'interpretazione metafisica, con accenni eventualmente a quella logica-ontologica che porti tu, c'è un motivo, ed il motivo è che è stata la più influente nella storia della filosofia (che è poi ciò che conta in un approccio continentale), se non la più "giusta" (che nel caso dei presocratici/presofisti, siamo d'accordo, non è facile da determinare). Tu menzioni Platone, ma anche la prima triade della Scienza della Logica di Hegel, sono due esempi monumentali di interpretazione metafisica. Questo non è per dire "io ho ragione e tu hai torto" è per dire che nel contesto di un video divulgativo non ci si può certo fermare ad ogni mezza parola per spiegare che in realtà esistono anche interpretazioni così e cosà, che la questione non è esattamente come presentata ecc. Ma nemmeno all'università lo si fa in maniera così sistematica, la maggior parte dei docenti fornisce (giustamente) la sua interpretazione e un paio tra le obiezioni principali
In generale, da vecchia veterana a giovane studente, mi sento di darti un consiglio: stare molto attenti prima di dire "ah no ma questo autore dice QUESTO". Tu hai citato due fonti, due fonti non sono niente. Ci vogliono decenni di studio per avere la competenza di affermare una cosa simile, bisogna avere letto la quasi totalità della letteratura secondaria come minimo. Questo per dire che, appunto, il mio commento non è inteso per risponderti male o bloccare la discussione. Ben venga la discussione, ma logicamente nei commenti; non posso fare un video di 10 minuti sull'ontologia in cui presento tutte le interpretazioni di Parmenide, al massimo posso studiare bene la questione e farci un video a parte, magari di mezz'ora. Altrimenti non si potrebbe fare divulgazione della filosofia, né insegnarla al liceo. E occhio appunto a come si dicono le cose: l'opinione di uno studioso, anche di un grande studioso come Centrone, rimane l'opinione di uno studioso (in questo caso condivisa da molti ; quella di Cerri invece la condivide quasi solo lui, pur essendo un grande studioso). Insomma, la filosofia insegna soprattutto ad essere umili davanti a problemi e autori molto più grandi di noi. Anche quando scrivi la tesi, stai alla larga da "tizio ha detto X", privilegia sempre un approccio in cui spieghi a quali fonti e quali interpretazioni fai riferimento
Il video è ben fatto e altrettanto lodevole è la rappresentazione di Parmenide e Platone che grattano inutilmente lo specchio su cui tentano di arrampicarsi con una fatica degna di miglior causa. L'Essere, è, intanto, l'assurda reificazione di una copula. L'essere è persino una sgrammaticatura che si può rendere palese con una qualsiasi frase costruita analogamente con altro verbo trasformato in un sostantivo . Chiunque mi riderebbe appresso se dicessi " il vedere vede ". Eppure, a secoli di distanza, vi sono filosofi che dedicano il loro tempo a spiegare il " contenuto " dell'Essere.
Diceva giustamente, Guglielmo di Occam, il terribile empirista, che è inutile affastellare enti per complicare le argomentazioni, anzi bisogna eliminarne il più possibile e orientarsi verso la soluzione più semplice. E, ancora più giustamente, affermava che non bisogna fare col più quello che si può fare col meno.@@intelligoita888
Premetto che sono a digiuno di filosofia da anni. Da quanto ho capito le idee platoniche sono le proprietà in se: la bellezza, la giustizia ecc... L'essere è la proprietà comune a tutte le proprietà, la prima cosa che mi viene da pensare è che le proprietà esistono. L'esistenza quindi può essere considerata l'essere?
Caro Francesco, la tua è una delle domande più importanti di tutta la filosofia, cioè il rapporto tra essere ed esistere - altro che digiuno da anni! La questione è così importante ed è stata trattata per così tanti secoli in maniere differenti e contraddittorie, che non si può dare una risposta univoca. Provo a darti qualche elemento, sperando che sia adeguato all'importanza della domanda. In linea generalissima, direi che i filosofi parlano di Essere in due sensi principali: come ente/ principio, o come atto (cioè appunto atto di essere, cioè esistenza). Parlando di Platone, siamo nella sfera dell'essere come ente/principio. In Platone, in effetti l'Essere viene considerato nelle opere tarde (penso in particolare al "Sofista") come uno dei 5 generi sommi, che come dici tu sono comuni a tutte le Idee. La questione dell'esistenza è per il pensiero antico abbastanza poco problematica: contrariamente a noi contemporanei e ai moderni, gli antichi non si pongono troppe domande su oggetti che non esistono, e anche quelli che noi tendiamo a pensare come concetti, cioè contenuti mentali (le Idee platoniche, cioè le proprietà di cui parli tu), per loro sono oggetti, enti veri e propri. Hai quindi assolutamente ragione quando dici che queste proprietà esistono. Anche l'Essere per Platone è quindi un ente, ed è lui stesso a rendersi conto dei limiti di questa concezione proprio con la teoria dei generi sommi, che apre quindi la questione se questi generi sommi siano delle Idee come le altre (ma allora cosa c'è di sommo?) o se invece siano qualcosa di trascendente (e allora in questo caso cosa sono?). Il pensiero greco non è equipaggiato per rispondere. Se ti interessa, abbiamo parlato delle Idee e del fatto che esse esistono in un video dal titolo "La teoria delle Idee di Platone", e abbiamo trattato l'importanza del passaggio a un pensiero incentrato sul mentale e sul soggettivo nel video "La filosofia di Cartesio", incentrato su come Cartesio abbia in un certo senso inventato il concetto di mente. L'essere come atto, come esistenza invece è quello che trovi per esempio in Tommaso d'Aquino quando parla di Dio, riprendendo la visione di Aristotele di un primo motore immobile eternamente in atto. È famosa la cosiddetta "prova ontologica " dell'esistenza di Dio, basata proprio sulla dicotomia che evidenzi tu: per Tommaso, se Dio è per sua definizione (essenza) un ente perfetto, allora deve anche esistere, perché privarlo di una proprietà (l'esistenza) lo renderebbe non perfetto, contraddicendo la sua essenza. Insomma un sacco di cose da studiare su questo tema, ne parleremo anche nel prossimo video su Spinoza, un altro che ha parecchio da dire sulla questione essere/esistenza
Abbiamo uno spinoziano qui! Penso che allora ti piacerà il prossimo video, che tratta proprio di Spinoza, stiamo ultimando il montaggio. Visione assolutamente legittima e interessantissima dell'Essere, in effetti nel video abbiamo messo l'enfasi piuttosto sulla filosofia greca.
In parte sì, ma non esattamente, piuttosto l'ente è l'esistente. L'essere e l'ente non sono la stessa cosa, l'essere è un principio unico che fonda, come dici tu, l'insieme di tutto ciò che esiste (di tutti gli enti), quello che quindi tu chiami Esistente con la e maiuscola. Sono due concetti molto vicini, ma non identici: io l'Essere lo leggo come un gradino più astratto della scala ontologica, e parlarne in termini di esistenza, anche se con la E maiuscola, mi sembra un abbassamento in un certo senso. Cosa ne pensi?
@@unanotainpiu7831 ah ma tu sei lo spinoziano! Ora capisco tutto. Quindi comunque intendi un principio unitario di tutti gli enti? O intendi Dio stesso?
La locuzione "a 2 a 2" vuol dire per ogni coppia. Se i lati di un rettangolo fossero a due a due paralleli significherebbe che non è neanche un rettangolo, ma quattro segmenti paralleli.
Ciao, non ho ben capito l'osservazione: i lati del rettangolo sono effettivamente paralleli a coppie, ci sono due coppie di lati paralleli tra loro. È definito così nei libri di geometria del liceo (o almeno nel mio). Non mi sembra che questa locuzione dica nulla invece su come sono posizionate le due coppie di lati paralleli l'una rispetto all'altra: perché dovrebbero essere quattro segmenti e non un poligono? In che modo "paralleli a due a due" dice questo? Non mi è chiaro
@@intelligoita888 «i lati del rettangolo sono effettivamente paralleli a coppie, ci sono due coppie di lati paralleli tra loro.» Esattamente! Ma le coppie di lati paralleli sono soltanto due. Le altre due possibili coppie non formano coppie di lati paralleli. "a 2 a 2" significa infatti per ogni possibile coppia (cfr. la stessa locuzione nel calcolo combinatorio, da cui trae significato), ovvero comunque si scelgano i due lati del rettangolo. Quindi ciò vale anche per quelle coppie formate con i lati consecutivi del rettangolo (consecutivi vuol dire che hanno un estremo in comune). Ça va sans dire che, se tale affermazione fosse vera, allora i quattro lati non possono che essere tutti paralleli tra loro (addirittura adiacenti). «Non mi sembra che questa locuzione dica nulla invece su come sono posizionate le due coppie di lati paralleli l'una rispetto all'altra» In realtà dovrebbe specificare coppie di lati opposti (così come nel calcolo combinatorio si restringe il senso di "a2 a 2" o più in generale "a k a k" con l'ulteriore locuzione "a meno dell'ordine", senza cioè badare a come sono disposti gli oggetti). Per i libri non destinati allo scientifico, spesso si pecca di rigore dando delle definizioni tout court. Altra notevole confusione si fa con il criterio del prolungamento dei lati che, senza ulteriori chiarimenti, fa diventare l'angolo giro (ovvero tutto il piano) un angolo concavo! E questo criterio me lo sono ritrovato su libri delle superiori destinati ai licei e che sono firmati (alias, i suoi autori sono) anche da professori universitari di matematica. Sono anni che tento di chiarire la faccenda con i colleghi, ma del tutto inutilmente. Nessuno pare farci caso. Anzi, c'è stato addirittura chi, vantando di essere un dottorando, afferma perfino che una figura può essere né concava, né convessa.
Non per niente le ultime teorie della cosmologia affermano che l'universo si è creato dal vuoto quantistico, che è tipo l'essere e il non essere in perpetua fluttuazione. Essere e nulla sono in pratica la stessa cosa 😎
Come tutti i presocrarici o preplstonici anche Parmenide intendeva l'essere come qualcosa di fisico, sarei curioso di chiedergli cosa era quell'essere visto che non puo essere il nulla altrimenti sarebbe il non essere
Ciao, sono d'accordo con te sul fatto che, nel contesto della filosofia presofistica, sembra plausibile che l'essere parmenideo sia qualcosa di fisico. L'interpretazione dell'essere come nulla è hegeliana, viene dalla prima triade della Scienza della Logica. E sono d'accordo anche sul fatto che, ovviamente, determinare cosa Parmenide volesse davvero dire è pressoché impossibile, prevalentemente per ragioni testuali. Per questa ragione ritengo interessante riportare l'interpretazione metafisica, cioè quella più tradizionale (quella prevalente nei manuali del liceo per intenderci) e, ancora più importante, la più influente nella tradizione continentale. Se ti interessa, ho già avuto una discussione al riguardo nei commenti con Lorenzo-Amore, che invece dava per "certa" l'interpretazione logico -ontologica di Parmenide. Che ne pensi?
@@intelligoita888 si per essere sicuri dovremmo avere il trattato intero sia per avvalorare una tesi che l'altra anche se è minoritaria la sua tesi, sui presocratici mi è piaciuta anche la tesi di Costanzo Preve che vedeva i presocratici in chiave politica, ci sono dei video su RUclips molto interessanti di Preve sia sui filosofi classici che su Lukacs, Hegel, Marx ecc
@@Full_87 grazie mille, questa interpretazione non la conoscevo e andrò certamente a curiosare! Magari mi vado a studiare meglio la questione delle varie interpretazioni di Parmenide e ci faccio un video più avanti, vedo che suscita un certo interesse. Soprattutto per chi ha studiato la filosofia solo al liceo, è un ottimo esempio di problematizzazione del testo e di messa in discussione della pretesa, come dicevamo, di assolutizzare l'una o l'altra lettura.
Grazie mille! Sto frequentando l'università di filosofia e molti termini li danno per scontato, guardando questo video molte cose stanno iniziando ad avere un senso eheh
Bel video, andate avanti così :)
Innanzitutto complimenti ! Lo sforzo e' stato notevole e percio' stesso molto apprezzato.Senza sconvolgere i Vostri progetti,sarebbe affascinante un video sulle interpretazioni di Parmenide (includendo in esse anche quelle degli scienziati che -direttamente o indirettamente- si sono a lui ispirati.Grazie !
Complimenti!
Mi sono iscritto al canale perchè cerca di far comprendere in modo semplice ciò che semplice non è. Grazie per lo sforzo didattico e l'aiuto fornito a maneggaire concetti spesso ostici da ordinare. Credo che possa servire a tutti ed a tutte le età un tal tipo di spiegazione. Vorrei un bel video su Hartmann Nicolaj se ancora non c'è che snoccioli in modo semplice e chiaro i fondamenti del suo pensiero fiolosofico novecentesco . Credo che la comprensione migliore ed autentica dei vari pensieri filosofici sia l'esito di un percorso didattico peculiare imprescindibile.Grazie ancora
Sono le 00:55 di un mercoledi caldo e afoso, si gronda sudore come se si stesse davanti alla bocca di una forno metalurgico.
Non so come, navigando mi sorge la curiosità di saperne di più sulla storia evolutiva dell'uomo, dei primati, degli ominidi e poi mi focalizzo sul rapporto tra evoluzione dell'uomo e religione. Finisco cosi per imbattermi in un articolo dell'Avvenire, che si trova in rete, dal titolo "Scienza e fede. Nell'evoluzione il mistero dell'uomo" All'interno dell'articolo, ad un certo punto ricorrono due termini: "salto ontologico" e "discontinuità ontologica".
Come è facile intuire, da ignorante in materia, cerco di comprendere meglio i concetti espressi. Per raggiungere tale scopo mi propongo di capire l'essenza del termine ontologico. Da qui, girovago sul web...ma mi fuma il cervello, ora non solo per il caldo torrido di Caronte, ma per la fatica mentale di cercare di capirci qualcosa su questo termine. Infine mi imbatto nel vostro/tuo video. Gia inizia a schiarirsi un minimo il quadro d'insieme..poi mi perdo...ma giuro di ritornarci a mente più lucida, anche se non garantisco la riuscita. Grazie per il video 🙂
Ciao, grazie mille per il commento. Ci piacerebbe molto avere la tua opinione, facci sapere se il video ti aiuta, e soprattutto facci sapere cosa non ti è chiaro, così possiamo migliorare nell'esposizione! Possiamo anche parlarne qui nei commenti se hai delle domande. A presto!
Bellissima spiegazione che mi ha chiarito molte cose, grazie
Grazie a te del commento Daniela, facci sapere se hai altre idee o suggerimenti da darci!
Grande 👍
Sei proprio brava!!
Grazie mille Pasquale, sono contenta di riuscire a trasmettere dei concetti interessanti a tutti voi!
Bellissima spiegazione
Grazie mille!
Bel video, utile per chi non ha familiarità col termine.
Vorrei sottolineare tuttavia come Parmenide non avesse questa consapevolezza del problema ontologico, soltanto Platone arriverà a questa astrazione concettuale.
Parmenide, quando dice che una cosa è e non può non essere, intende dire che di una qualsiasi cosa x che è, si deve sempre dire che sia, e non si può dire che non sia.
"Nulla non è" non è un'ipostatizzazione del nulla, siginficia che nessun ente non è.
Ciao Lorenzo, grazie per il commento.
Per quanto riguarda Parmenide, non sono del tutto d'accordo: l'interpretazione metafisica è quella prevalente nella tradizione continentale, e mi sembra per questo giusto presentarla in un video in italiano. L'interpretazione logico-ontologica che proponi tu mi sembra invece minoritaria in questo contesto, e forse più vicina a quella "metodologica" di Giovanni Cerri ad esempio. In generale, vista la natura frammentaria dei testi di Parmenide pervenuti fino a noi, non trovo abbia troppo senso affermare che Parmenideo voglia dire questo o quest'altro: la verità è che non lo sapremo mai con certezza, e dunque è forse (paradossalmente) più interessante concentrarsi su cosa altri filosofi abbiano visto in Parmenide che non su un'improbabile ricostruzione delle sue intenzioni originarie. Cosa ne pensi?
@@intelligoita888 Sono d'accordo per quanto riguarda l'impossibilità di stabilire con certezza di cosa parlasse. Sono uno studente universitario al secondo anno e le mie conoscenze sono limitate, tuttavia entrambi i manuali da me letti che parlano di questo tema prediligono l'interpretazione logica.
"Prima lezione di filosofia antica - Bruno Centrone" in modo più forte.
"Storia della filosofia antica - Giuseppe Cambiano" in modo più moderato.
Per questo ho pensato che fosse l'interpretazione più precisa.
@@intelligoita888 Sicuramente è più interessante la sua influenza nella filosofia che cercare di capire le sue originali intenzioni, ho voluto dirlo per accendere un'eventuale discussione.
Ciao Lorenzo,
Inutile dire che io di anni si filosofia in università ne ho fatti 5, altrimenti non starei qui a pretendere di "spiegare" niente a nessuno. Questo non è per dire che ne so più di te, sia chiaro: la filosofia è una disciplina sconfinata, così sconfinata che uno studente di primo anno può conoscere un determinato argomento (se lo studia bene e con il giusto metodo) meglio di un professore universitario che si occupa di un'altra branca della filosofia. Se però nei manuali di liceo si trova prevalentemente l'interpretazione metafisica, con accenni eventualmente a quella logica-ontologica che porti tu, c'è un motivo, ed il motivo è che è stata la più influente nella storia della filosofia (che è poi ciò che conta in un approccio continentale), se non la più "giusta" (che nel caso dei presocratici/presofisti, siamo d'accordo, non è facile da determinare). Tu menzioni Platone, ma anche la prima triade della Scienza della Logica di Hegel, sono due esempi monumentali di interpretazione metafisica. Questo non è per dire "io ho ragione e tu hai torto" è per dire che nel contesto di un video divulgativo non ci si può certo fermare ad ogni mezza parola per spiegare che in realtà esistono anche interpretazioni così e cosà, che la questione non è esattamente come presentata ecc. Ma nemmeno all'università lo si fa in maniera così sistematica, la maggior parte dei docenti fornisce (giustamente) la sua interpretazione e un paio tra le obiezioni principali
In generale, da vecchia veterana a giovane studente, mi sento di darti un consiglio: stare molto attenti prima di dire "ah no ma questo autore dice QUESTO". Tu hai citato due fonti, due fonti non sono niente. Ci vogliono decenni di studio per avere la competenza di affermare una cosa simile, bisogna avere letto la quasi totalità della letteratura secondaria come minimo. Questo per dire che, appunto, il mio commento non è inteso per risponderti male o bloccare la discussione. Ben venga la discussione, ma logicamente nei commenti; non posso fare un video di 10 minuti sull'ontologia in cui presento tutte le interpretazioni di Parmenide, al massimo posso studiare bene la questione e farci un video a parte, magari di mezz'ora. Altrimenti non si potrebbe fare divulgazione della filosofia, né insegnarla al liceo. E occhio appunto a come si dicono le cose: l'opinione di uno studioso, anche di un grande studioso come Centrone, rimane l'opinione di uno studioso (in questo caso condivisa da molti ; quella di Cerri invece la condivide quasi solo lui, pur essendo un grande studioso). Insomma, la filosofia insegna soprattutto ad essere umili davanti a problemi e autori molto più grandi di noi. Anche quando scrivi la tesi, stai alla larga da "tizio ha detto X", privilegia sempre un approccio in cui spieghi a quali fonti e quali interpretazioni fai riferimento
Il video è ben fatto e altrettanto lodevole è la rappresentazione di Parmenide e Platone che grattano inutilmente lo specchio su cui tentano di arrampicarsi con una fatica degna di miglior causa. L'Essere, è, intanto, l'assurda reificazione di una copula. L'essere è persino una sgrammaticatura che si può rendere palese con una qualsiasi frase costruita analogamente con altro verbo trasformato in un sostantivo . Chiunque mi riderebbe appresso se dicessi " il vedere vede ". Eppure, a secoli di distanza, vi sono filosofi che dedicano il loro tempo a spiegare il " contenuto " dell'Essere.
Esattamente! Eppure una branca intera della filosofia nasce da questa sostantivazione (e non una branca qualsiasi!). È il fascino della filosofia
Diceva giustamente, Guglielmo di Occam, il terribile empirista, che è inutile affastellare enti per complicare le argomentazioni, anzi bisogna eliminarne il più possibile e orientarsi verso la soluzione più semplice. E, ancora più giustamente, affermava che non bisogna fare col più quello che si può fare col meno.@@intelligoita888
Premetto che sono a digiuno di filosofia da anni.
Da quanto ho capito le idee platoniche sono le proprietà in se: la bellezza, la giustizia ecc...
L'essere è la proprietà comune a tutte le proprietà, la prima cosa che mi viene da pensare è che le proprietà esistono.
L'esistenza quindi può essere considerata l'essere?
Caro Francesco, la tua è una delle domande più importanti di tutta la filosofia, cioè il rapporto tra essere ed esistere - altro che digiuno da anni! La questione è così importante ed è stata trattata per così tanti secoli in maniere differenti e contraddittorie, che non si può dare una risposta univoca. Provo a darti qualche elemento, sperando che sia adeguato all'importanza della domanda.
In linea generalissima, direi che i filosofi parlano di Essere in due sensi principali: come ente/ principio, o come atto (cioè appunto atto di essere, cioè esistenza).
Parlando di Platone, siamo nella sfera dell'essere come ente/principio. In Platone, in effetti l'Essere viene considerato nelle opere tarde (penso in particolare al "Sofista") come uno dei 5 generi sommi, che come dici tu sono comuni a tutte le Idee. La questione dell'esistenza è per il pensiero antico abbastanza poco problematica: contrariamente a noi contemporanei e ai moderni, gli antichi non si pongono troppe domande su oggetti che non esistono, e anche quelli che noi tendiamo a pensare come concetti, cioè contenuti mentali (le Idee platoniche, cioè le proprietà di cui parli tu), per loro sono oggetti, enti veri e propri. Hai quindi assolutamente ragione quando dici che queste proprietà esistono.
Anche l'Essere per Platone è quindi un ente, ed è lui stesso a rendersi conto dei limiti di questa concezione proprio con la teoria dei generi sommi, che apre quindi la questione se questi generi sommi siano delle Idee come le altre (ma allora cosa c'è di sommo?) o se invece siano qualcosa di trascendente (e allora in questo caso cosa sono?). Il pensiero greco non è equipaggiato per rispondere. Se ti interessa, abbiamo parlato delle Idee e del fatto che esse esistono in un video dal titolo "La teoria delle Idee di Platone", e abbiamo trattato l'importanza del passaggio a un pensiero incentrato sul mentale e sul soggettivo nel video "La filosofia di Cartesio", incentrato su come Cartesio abbia in un certo senso inventato il concetto di mente.
L'essere come atto, come esistenza invece è quello che trovi per esempio in Tommaso d'Aquino quando parla di Dio, riprendendo la visione di Aristotele di un primo motore immobile eternamente in atto. È famosa la cosiddetta "prova ontologica " dell'esistenza di Dio, basata proprio sulla dicotomia che evidenzi tu: per Tommaso, se Dio è per sua definizione (essenza) un ente perfetto, allora deve anche esistere, perché privarlo di una proprietà (l'esistenza) lo renderebbe non perfetto, contraddicendo la sua essenza.
Insomma un sacco di cose da studiare su questo tema, ne parleremo anche nel prossimo video su Spinoza, un altro che ha parecchio da dire sulla questione essere/esistenza
Viva Aristotele allora!
L'Esistenza è Il Contenitore di Tutto Il Creato del Dio Esistente.
Abbiamo uno spinoziano qui! Penso che allora ti piacerà il prossimo video, che tratta proprio di Spinoza, stiamo ultimando il montaggio. Visione assolutamente legittima e interessantissima dell'Essere, in effetti nel video abbiamo messo l'enfasi piuttosto sulla filosofia greca.
L'essere è l'Esistente.
In parte sì, ma non esattamente, piuttosto l'ente è l'esistente. L'essere e l'ente non sono la stessa cosa, l'essere è un principio unico che fonda, come dici tu, l'insieme di tutto ciò che esiste (di tutti gli enti), quello che quindi tu chiami Esistente con la e maiuscola. Sono due concetti molto vicini, ma non identici: io l'Essere lo leggo come un gradino più astratto della scala ontologica, e parlarne in termini di esistenza, anche se con la E maiuscola, mi sembra un abbassamento in un certo senso. Cosa ne pensi?
La "e" maiuscola di Esistente è usata per indicarne l'Origine Divina.
@@unanotainpiu7831 ah ma tu sei lo spinoziano! Ora capisco tutto. Quindi comunque intendi un principio unitario di tutti gli enti? O intendi Dio stesso?
@@intelligoita888 Dio Stesso.
@@intelligoita888 Non sono uno spinoziano. Sono un Esistenzialista Cristiano e Cattolico. 😊
La locuzione "a 2 a 2" vuol dire per ogni coppia. Se i lati di un rettangolo fossero a due a due paralleli significherebbe che non è neanche un rettangolo, ma quattro segmenti paralleli.
Ciao, non ho ben capito l'osservazione: i lati del rettangolo sono effettivamente paralleli a coppie, ci sono due coppie di lati paralleli tra loro. È definito così nei libri di geometria del liceo (o almeno nel mio). Non mi sembra che questa locuzione dica nulla invece su come sono posizionate le due coppie di lati paralleli l'una rispetto all'altra: perché dovrebbero essere quattro segmenti e non un poligono? In che modo "paralleli a due a due" dice questo? Non mi è chiaro
@@intelligoita888
«i lati del rettangolo sono effettivamente paralleli a coppie, ci sono due coppie di lati paralleli tra loro.»
Esattamente! Ma le coppie di lati paralleli sono soltanto due. Le altre due possibili coppie non formano coppie di lati paralleli.
"a 2 a 2" significa infatti per ogni possibile coppia (cfr. la stessa locuzione nel calcolo combinatorio, da cui trae significato), ovvero comunque si scelgano i due lati del rettangolo. Quindi ciò vale anche per quelle coppie formate con i lati consecutivi del rettangolo (consecutivi vuol dire che hanno un estremo in comune). Ça va sans dire che, se tale affermazione fosse vera, allora i quattro lati non possono che essere tutti paralleli tra loro (addirittura adiacenti).
«Non mi sembra che questa locuzione dica nulla invece su come sono posizionate le due coppie di lati paralleli l'una rispetto all'altra»
In realtà dovrebbe specificare coppie di lati opposti (così come nel calcolo combinatorio si restringe il senso di "a2 a 2" o più in generale "a k a k" con l'ulteriore locuzione "a meno dell'ordine", senza cioè badare a come sono disposti gli oggetti).
Per i libri non destinati allo scientifico, spesso si pecca di rigore dando delle definizioni tout court.
Altra notevole confusione si fa con il criterio del prolungamento dei lati che, senza ulteriori chiarimenti, fa diventare l'angolo giro (ovvero tutto il piano) un angolo concavo! E questo criterio me lo sono ritrovato su libri delle superiori destinati ai licei e che sono firmati (alias, i suoi autori sono) anche da professori universitari di matematica.
Sono anni che tento di chiarire la faccenda con i colleghi, ma del tutto inutilmente. Nessuno pare farci caso. Anzi, c'è stato addirittura chi, vantando di essere un dottorando, afferma perfino che una figura può essere né concava, né convessa.
Non per niente le ultime teorie della cosmologia affermano che l'universo si è creato dal vuoto quantistico, che è tipo l'essere e il non essere in perpetua fluttuazione. Essere e nulla sono in pratica la stessa cosa 😎
Come tutti i presocrarici o preplstonici anche Parmenide intendeva l'essere come qualcosa di fisico, sarei curioso di chiedergli cosa era quell'essere visto che non puo essere il nulla altrimenti sarebbe il non essere
Ciao, sono d'accordo con te sul fatto che, nel contesto della filosofia presofistica, sembra plausibile che l'essere parmenideo sia qualcosa di fisico. L'interpretazione dell'essere come nulla è hegeliana, viene dalla prima triade della Scienza della Logica. E sono d'accordo anche sul fatto che, ovviamente, determinare cosa Parmenide volesse davvero dire è pressoché impossibile, prevalentemente per ragioni testuali. Per questa ragione ritengo interessante riportare l'interpretazione metafisica, cioè quella più tradizionale (quella prevalente nei manuali del liceo per intenderci) e, ancora più importante, la più influente nella tradizione continentale. Se ti interessa, ho già avuto una discussione al riguardo nei commenti con Lorenzo-Amore, che invece dava per "certa" l'interpretazione logico -ontologica di Parmenide. Che ne pensi?
@@intelligoita888 si per essere sicuri dovremmo avere il trattato intero sia per avvalorare una tesi che l'altra anche se è minoritaria la sua tesi, sui presocratici mi è piaciuta anche la tesi di Costanzo Preve che vedeva i presocratici in chiave politica, ci sono dei video su RUclips molto interessanti di Preve sia sui filosofi classici che su Lukacs, Hegel, Marx ecc
@@Full_87 grazie mille, questa interpretazione non la conoscevo e andrò certamente a curiosare!
Magari mi vado a studiare meglio la questione delle varie interpretazioni di Parmenide e ci faccio un video più avanti, vedo che suscita un certo interesse. Soprattutto per chi ha studiato la filosofia solo al liceo, è un ottimo esempio di problematizzazione del testo e di messa in discussione della pretesa, come dicevamo, di assolutizzare l'una o l'altra lettura.
L'Esistenza immateriale È Il Dio Vivente.
Brava. Poi, l'essere non c'è.