Paura di stare lontano dai Genitori: è normale?

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  • Опубликовано: 29 окт 2024
  • Se hai dubbi, domande o commenti, scrivimi: info@fabrizioguidi.it
    Beh, dipende. Da cosa? Dall’età e dal contesto.
    L’Età e il Contesto
    Per l’età, semplifichiamo tra il primo anno e i primi passi. Tipicamente, nella nostra cultura, i bambini iniziano a gattonare e poi a fare i primi passi intorno ai 12 mesi, con una grande variabilità. La crescita non è solo una questione di maturazione: anche il contesto influisce.
    Nei primi 12 mesi non rischi di “viziarlo”. Più che ansia da separazione, si parla di pianto inconsolabile, una marcata difficoltà a calmarsi. Un adulto, non solo il genitore, impara a essere un rifugio sicuro, a sintonizzarsi con i bisogni del neonato per gestire anche il pianto più inconsolabile. Ma già dopo il 6°/7° mese, inizia a essere come un escursionista esperto che permette al bambino di esplorare sempre un po’ più lontano dal suo rifugio sicuro, in modo graduale. Ci sono modi efficaci per nutrire in lui la curiosità, l’integratore naturale protettivo per la futura ansia da separazione.
    L’Importanza del Gioco
    Un aspetto cruciale nello sviluppo delle competenze socioemotive è il gioco. A questa età, il gioco non è solo un passatempo, ma una fondamentale attività di apprendimento. Attraverso il gioco, i bambini esplorano il mondo che li circonda, sviluppando la loro curiosità e imparando a interagire con gli altri. Giocare permette ai bambini di sperimentare, risolvere problemi e comprendere le dinamiche sociali. Un ambiente ricco di stimoli ludici favorisce la creatività e il coraggio, elementi essenziali per una crescita equilibrata e per la formazione di una personalità sicura di sé.
    Dalla Nascita ai Primi Passi
    Questo bilanciamento tra guida e supporto, rifugio sicuro e guida escursionistica, attrezza il neonato alla tappa successiva, quella del gattonamento e dei primi passi. Il gioco, diciamo, prima delle parole è uno strumento prezioso. Le maestre dei nidi hanno una padronanza unica in questo ambito. Puoi vedere esempi di questo gioco nel video che ti lascio qui da qualche parte e tra poco ti darò un piccolo suggerimento per quest’età.Arriviamo così all’età dei primi passi, 12-18 mesi. È normale che il bambino, se ha ricevuto un mix di sicurezza e guida e non ci sono state turbolenze che hanno impedito l’esplorazione, come il pianto persistente o altre sfide come la separazione o lutti improvvisi, sia sempre più spinto dalla curiosità del mondo e dei suoi simili. Siamo scimmie sociali, non rettili solitari.L’inserimento alla scuola d’infanzia è una verifica di quanta sicurezza e curiosità ha sviluppato il bambino. tri bambini giocano, e lui invece dopo un po’ torna vicino a te, sempre prima degli altri.
    Tre Consigli e un’Avvertenza
    Avvertenza:
    Questi consigli vanno adattati alla tua situazione specifica. In caso di problemi persistenti o intensi, come il pianto inconsolabile persistente, difficoltà familiari come separazioni, lutti, o un passato difficile del genitore, questi suggerimenti potrebbero non essere sufficienti.
    1. Nei Primi 12 Mesi:
    Una routine strutturata: momenti di separazione e riunione prevedibili e possibilmente brevi nei primi sei mesi. Soprattutto dopo i sei mesi, gioca al suo ritmo, con i suoi tempi. Lascia che scopra che rumore fa il gioco o come si incastra con altri. Sostienilo con parole e sorrisi. Può essere noioso o difficile, lo so, ma è un acceleratore di abilità e benessere per lui che non potrai usare a lungo.
    2. Primi Passi:
    In questa fase, il messaggio è curioso e bello: aiutalo ad allontanarsi da te gradualmente. Incuriosisciti con lui delle piccole cose, come un bambino che gioca al parco o un cagnolino mansueto che scodinzola. Usa il viso per veicolare che il mondo è sicuro. Sorridi quando si gira verso di te con uno sguardo interrogativo, come per chiederti “Posso toccare? Posso esplorare di più?”. Se non è di fronte a un burrone, incoraggialo a scoprire il mondo con fiducia.
    3. Visione Binoculare:
    Con un occhio, applichi i suggerimenti e li adatti alla tua mano. Con l’altro, osserva te stesso. Sei flessibile e rilassato, o teso? Il polso è saldo nel tenere lo strumento? Senti padronanza e curiosità o hai uno strisciante senso che nulla funziona? Se questo è l’ennesimo video che vedi sul tema, pensa a qualcosa di più ritagliato su di te, te lo meriti.

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