Caro Daniele, i miei complimenti per il video. Ma soprattutto il mio sincero apprezzamento per il sentimento di affetto verso questi luoghi oggi sì abbandonati, ma vissuti sino a pochi decenni fa e quindi vita, lavoro, comunità: quella stessa comunità che ho cercato di immaginare e trascrivere nelle pagine del mio romanzo. Alcune piccole precisazioni: il brecciame della cava era ricavato con martelli pneumatici ad aria compressa, collegati con i compressori ancora presenti vicino alla decauville. Funzionavano a energia elettrica, fabbricata da generatori collocati nella torretta a fianco del locale compressori (sono ancora visibili resti dell'impianto distributivo). Il brecciame veniva fatto scivolare per canali ai carrelli della decauville che poi, a braccia, erano spinti sino alla tramoggia e da qui ai trituratori (di cui oggi resta solo l'aerea coppia di cilindri). Poi, per caduta, finiva nei vagoni sottostanti e trasportati per ferrovia alle varie destinazioni. Il fabbricato a valle della cava era destinato a officina di manutenzione e uffici. L'elettricità, a differenza di quanto scrivo - vorrai perdonarmi alcune "invenzioni narrative" - alimentava solo le macchine della miniera: Fornello, al pari di tutti gli edifici della vallata, non aveva corrente elettrica. L'avrà dopo il 1945, ma sotto forma di batterie per il funzionamento dei segnali. Buon cammino!
Ciao Paolo i miei complimenti a te per il bellissimo libro che ho divorato appena uscito. Sei riuscito perfettamente a ricreare le atmosfere che si percepiscono in quei luoghi. Ti ringrazio anche per la completezza di informazioni. Purtroppo vista la difficoltà nel reperire materiale su Fornello ho dato anche un po' spazio alla fantasia e non sempre ho centrato l'obiettivo. Metto il tuo commento in primo piano perché mi fa davvero piacere. Un grande saluto Daniele
Ciao Vittorio grazie! Affascinano molto anche me, pensare come poteva essere la vita qui.. dove l'unico evento era sentire il fischio del treno che passava. Un altro mondo. Un saluto!
Caro Daniele, i miei complimenti per il video. Ma soprattutto il mio sincero apprezzamento per il sentimento di affetto verso questi luoghi oggi sì abbandonati, ma vissuti sino a pochi decenni fa e quindi vita, lavoro, comunità: quella stessa comunità che ho cercato di immaginare e trascrivere nelle pagine del mio romanzo. Alcune piccole precisazioni: il brecciame della cava era ricavato con martelli pneumatici ad aria compressa, collegati con i compressori ancora presenti vicino alla decauville. Funzionavano a energia elettrica, fabbricata da generatori collocati nella torretta a fianco del locale compressori (sono ancora visibili resti dell'impianto distributivo). Il brecciame veniva fatto scivolare per canali ai carrelli della decauville che poi, a braccia, erano spinti sino alla tramoggia e da qui ai trituratori (di cui oggi resta solo l'aerea coppia di cilindri). Poi, per caduta, finiva nei vagoni sottostanti e trasportati per ferrovia alle varie destinazioni. Il fabbricato a valle della cava era destinato a officina di manutenzione e uffici. L'elettricità, a differenza di quanto scrivo - vorrai perdonarmi alcune "invenzioni narrative" - alimentava solo le macchine della miniera: Fornello, al pari di tutti gli edifici della vallata, non aveva corrente elettrica. L'avrà dopo il 1945, ma sotto forma di batterie per il funzionamento dei segnali. Buon cammino!
Ciao Paolo i miei complimenti a te per il bellissimo libro che ho divorato appena uscito.
Sei riuscito perfettamente a ricreare le atmosfere che si percepiscono in quei luoghi.
Ti ringrazio anche per la completezza di informazioni. Purtroppo vista la difficoltà nel reperire materiale su Fornello ho dato anche un po' spazio alla fantasia e non sempre ho centrato l'obiettivo.
Metto il tuo commento in primo piano perché mi fa davvero piacere.
Un grande saluto
Daniele
sono capitato qui perchè stò leggendo il bellissimo libro di PaoloCasadio. Bravo Daniele mi hai emozionato.
Grazie mille Luigi! Questi commenti per me sono il sale che nutrono questa mia passione per i video del nostro appennino.
Fin da bambino le ferrovie abbandonate e i treni..... Mi hanno sempre affascinato. Questo video è bellissimo... Ciao Daniele. Grazie.
Ciao Vittorio grazie! Affascinano molto anche me, pensare come poteva essere la vita qui.. dove l'unico evento era sentire il fischio del treno che passava. Un altro mondo. Un saluto!
Fantastico Dany! 👏
Grazieeeeee
Molto interessante e ben fatto. Bravo Daniele.
Ciao Lucio grazie!