Grandissimo Epicuro: uno dei pochi filosofi che rimangono sempre attuali (e non è cosa da poco!) Questa lezione dovrebbero seguirla con la massima attenzione e pure risentirla sovente, gli eterni angosciati della vita e della morte. Non bisogna però nemmeno arrivare all'atarassìa, perché c'è il rischio di combinare niente nell'unica vita che ci è data, e sarebbe un vero peccato: uno spreco imperdonabile! Una giusta ambizione nel voler raggiungere qualcosa di positivo nella vita (avere cioè una meta positiva) è fondamentale, se no si rimane al palo dell'inconcludenza. Nietzsche ci insegna che dobbiamo vivere al massimo QUESTA UNICA vita (farne addirittura un capolavoro), proprio perché poi ci sarà la morte - È la realtà evidente dei contrasti o del contrappunto (e non sperate in un "al di là" che non ci sarà). A me i presocratici sono i filosofi greci che più mi piacciono, coi piedi per terra, non metafisici con fantasie nell'iperuranio!
Complimenti per la lezione prof!! Speriamo che con l'inizio dell'anno scolastico lei riesca a mantenere il ritmo di un video al giorno!😂 È sempre bello sentir filosofare, perchè permette di filosofare da sè nella propria testa, senza bisogno di mostrarsi d'accordo o in disaccordo con chi esprime un'opinione (questo riguardo alla serie di commenti inutilmente diplomatici che ho letto qui sotto). Riguardo ad Epicuro invece, ritengo che i giovani d'oggi non debbano semplicemente leggerlo o studiarlo (magari mnemonicamente), perchè ciò comporta l'ormai comune voglia di superare e migliorare le idee del passato nonostante la mancanza di mezzi intellettivi della maggioranza della popolazione, che gorgoglia nel mare d'indifferenza nato dalle loro infondate opinioni. Pensatori controversi come Epicuro, Democrito, Eraclito, Seneca, Stirner, Nietzsche, che difficilmente raggiungono le menti del volgo, vanno raccontati e spiegati come fa lei professore, poichè ritengo che la semplice lettura di essi li abbasserebbe e desublimerebbe a quel gorgoglio di opinioni comuni. Continui così prof!
E' la prima volta che sento qualcosa di Epicuro. Questo conta, secondo me, il confronto. Noi non facciamo altro che confrontarci con ciò con cui possiamo confrontarci. Lo possiamo fare con la vita ma non con la morte, apparentemente. Questo non esclude che non si possa farlo. Le possibilità di confronto con la vita sono infinite e da ciò ne deduco che non si possa dire con certezza che non sia possibile con la morte. Il discorso di Epicuro si fonda su qualcosa che non conosce e si basa sul presupposto che non si possa conoscere, per "noi" da vivi. Ma se una cosa non la conosco come faccio a dire che non si possa conoscere? E ancora, cosa intendiamo per la conoscenza di qualcosa? Per esempio noi tutti abbiamo degli occhi per codificare delle immagini, ma quelle immagini sono il risultato del confronto tra l'elaborazione fisica, chimica e mentale e lo "stato" delle cose. Quindi viviamo in un limite in continuo rapporto con il non limite, ovvero quello del confronto e del rapporto tra le cose e dalla capacità dell'essere umano di creare qualcosa di unico, che prima non c'era da qualcos'altro. La paura per esempio è un limite posto al non limite del caso e degli eventi. Questo limite ci permette di sopravvivere, perchè se non provassimo paura nei confronti della morte, moriremmo piu facilmente. Ma chi ha deciso che nelle nostre emozioni c'e' quella paura che ci salva? Milioni di anni di evoluzione. Altra cosa è la paura della ragione, che credo che sia più quella di cui parla Epicuro, una paura esistenziale e anche irrazionale, che però guardate un po' che bel pensiero ha fatto nascere ed è riuscita a creare. Ma perchè allora separare le cose? La vita dalla morte, l'istinto dalla ragione, il razionale dall'irrazionale, il limite dal non limite, il reale dal non reale (per chi poi)? Di cosa siamo in cerca? Di senso? Bene allora se prendiamo atto di confrontarci e di rapportarci con il senso di qualcosa notiamo che quel senso non può esistere di per se ma sempre e comunque in relazione a qualcos'altro, come la semiotica ci insegna, nell'incontro tra significato e significante che creano un terzo elemento, il segno. Noi nasciamo da due entità che si incontrano per crearne un'altra appunto in un confronto. Ecco per me noi siamo segni e creatori di segni. Della vita ognuno fa e lascia il suo segno come della morte.
Ma per noi pensare alla nostra morte non e' mai angosciante come quando pensiamo alla morte di qualxuno xhe amiamo. Morendo noi andiamo,vivendo con il dolore noi restiamo e restiano con i ricordi con il dolore.
epicuro è uno serio non contaminato da concetti di peccato,colpa,giudizio finale;è un sacerdote che ama la vita e che vuole trasmettere questo concetto ai suoi seguaci;anzi,,,gioia,amore,equilibrio,consapevolezza del limite....siamo agli antipodi di troppo pensiero moderno ateo o teista cmq spaurito.
Matteo Saudino dopo attenta riflessione ho pensato: che non è vero che il timore della morte è immotivato semplicemente perchè: l'individuo qualunque individuo ama la vita sua e dei cari piú di ogni altra cosa e ad esempio : la madre che AMA il figlio ha paura che lui muoia quando ami hai paura di perdere il tuo amore se no non è vero amore quindi il timore della morte è motivato proprio perchè amiamo la vita e visto che la amiamo veramente, abbiamo paura di lasciarla e chi non ha paura della morte non è saggio ma non ama veramente la vita è chi non ama la vita non è veramente figlio di essa (la vita) invece bisogna amare la vita e proprio perché la si ama che la si deve vivere al meglio la madre che ama il figlio vuole che lui viva al meglio proprio perchè lo ama talvolta la paura è il miglior modo per vivere Quando non ti ostacola ma ti da forza
miki Koffi condivido, la riflessione epicurea è una prospettiva di razionalità estrema Noi possiamo anticipare il giudizio a partire dalla sfera emotiva
Stupenda lezione, noi, però, non saremo mai "apatici" nei confronti della morte, in quanto essa non è quiete o dolore, ma è l'ignoto. E l'ignoto spaventa, infatti, io non ho in me la sicurezza di Epicuro riguardo alla morte come "sonno eterno", come poteva lui esserne tanto certo? Anche lui parla di ciò che non conosce, come ogni uomo, ma senza dubbio è una bella prospettiva sulla morte, anche se, come dicevo, non avrebbe dovuto assolutizzarla, ma dire, "probabilmente" la morte non è nulla per noi.
Capisco. A quando nuovi video? Le sue lezioni sono manna pura, come al solito, professore, poichè aiutano a riflettere sulla vita e sul mondo, contribuendo a non dare nulla per scontato, ovvio, semplice o stupido. Insomma, riabilitano la filosofia, da troppi vista come una disciplina d'èlite, quando invece può servire ad ogniuno di noi. C'è poi da dire un'altra cosa:troppi suoi "colleghi"trasmettono a volte il loro sapere con un linguaggio ostruso, ostico, senza rendersi conto che così facendo stanno facendo nascere nell'allievo questo pensiero e non l'interesse per la filosofia:"Ma che cavolo sta a dì questo? Non si capisce un tubo di quello che dice! Ma che ce ne frega a noi di questi discorsi così fuori dal mondo e da pazzi? A che ci servono nella vita?". Semplicissimo è invece il suo linguaggio, non cambi mai, mi raccomando!
Ok, posso anche essere d'accordo con te ma, o con lui, ma non è tanto la morte che ci impaurisce tra parentesi almeno così penso io, ma l'atto del dolore in cui può avvenire questo metti caso un incidente che tu rimani comunque ancora cosciente e vivo agonizzante per ore e quello spaventa non la morte il dolore che potrebbe avvenire con una morte diciamo non naturale, questo spaventa la maggior parte delle persone, per questo vuole arrivare alla fine degli anni quando le nostre energie il nostro scopo di essere qui sulla terra, termina, allora uno va via sereno. credo.
Per arrivare a concepire simili considerazioni,Epicuro secondo me se la faceva sotto eccome pensando alla morte. Considerazioni da salottieri, che probabilmente non hanno mai dovuto sudare per guadagnarsi il pane, ne tanto meno si preoccupavano di guardarsi un pò intorno...tra le miserie umane...
+Massimo: Vero! Il problema concreto inevitabile è proprio COME si dovrà morire. Si dovrà cercare di evitare il più possibile l'agonia senza speranza. Per questo sono favorevole all'eutanasia: nessuno ci deve obbligare a sopportare sofferenze indicibili senza fine: siamo solo noi che dovremo decidere quando sarà il momento di "staccare la spina" - e nessun altro
Scusate ma Epicuro è dovuto stare molto attento ad esprimere le sue considerazioni perché camminava in un terreno minato chiamato Religione che uccideva chiunque andava contro certi ideali. Epicuro ha solo risposto a chi dice che ha paura della morte non a chi ha paura del dolore e della sofferenza o malattia. Sono due concetti differenti. La paura per il dolore è normale ma è anche poco saggio, la sofferenza, la malattia, la vecchiaia ed il dolore sono tutte situazioni che fanno parte della vita e noi non possiamo fermarle ma solo esserne consapevoli. Se vivessimo con la paura di avere incidenti (che possono capitare in qualunque momento) allora non vivremmo mai...È sbagliato. Per quanto riguarda l'eutanasia sono favorevole.
Sono d'accordo con Epicuro, ma col cristianesimo specialmente cattolico questo discorso crolla. Epicuro pensa che quando c'è la morte noi non siamo più ma col cristianesimo invece esiste un'anima immortale per cui si continuerebbe a vivere in altro modo e se sei stato un figlio di p.ana ti aspetta un'eternità di sofferenze, torture. e dolori indicibili e ti "fanno un fondo schiena cosi...". Il discorso di Epicuro è valido solo se dopo la morte si va nel nulla assoluto! Nessuno però invero sa che cosa ci sia per noi dopo la morte!!!
La vita è inequivocabilmente una successione di eventi e decisioni reciprocamente influenti. Sapendo che la mia vita è limitata, ho paura di non fare le scelte giuste o di essere incapace di trovare un equilibrio tra svago e studio al punto di ritrovarmi a pensare al passato e sentirmi insoddisfatto, incapace di tornare indietro.
Luca Prospero la tua paura della morte deve essere una forza proprio perchè ami la vita e temi la morte devi vivere al meglio la vita perchè la ami ,talvolta le nostre paure possono renderci coraggiosi vivi sapendo questo
miki Koffi È passato un po' di tempo, ho conosciuto il pensiero di altri filosofi, tra cui Søren Kierkegaard. Non temo più la morte, ho capito che la mia paura era dovuta dall'angoscia dell'impossibilità dell'essere, ero e sono vittima della paralisi di chi è costretto a scegliere nel corso della vita. Mi adatteró.
Luca Prospero la tua paura è normale e giustificata dal fatto che la vita non ha un senso. La morte è cosi vicina come una lama in lontananza che avanza e hai solo due opzioni o inizi a creare e creare per perdere tempo e compiacere gli altri inutilmente o inizi ad impiegare quel poco tempo a fare ciò che desideri e provare più sentimenti ed esperienze possibili, perché la vita è fatta proprio di queste due cose: esperienze e sentimenti.
Eppure se spendiamo tutta la nostra esistenza, concentrandoci esclusivamente di evitare l'inevitabile, cadremmo in un clamoroso paradosso esistenziale.
Allora si spera che tutti quelli che amiamo( pochi) ci salutino pee primi anche se poi la palla del dolore passa a loro. Quindi dobbiamo sperare che coloro che amiano ci amibo moolto meno di quanto li amiamo noi. Ammazza quanto e' dura amare. Capito belilla?
Certe volte mi domando come mai le filosofie orientali e quelle occidentali sono giunte alle stesse conclusioni , se vi è stato un contatto o se il ragionamento se privo di ortodossia porti alle stesse conclusioni .....
Mah, credo che i problemi di noi umani siano poi tutti gli stessi su tutta la terra: per questo le filosofie , ma anche le religioni si assomigliano. Sappiamo di dover morire e su questo ci riflettiamo: è il prezzo da pagare per la nostra mente consapevole di esistere, e quindi anche di finire...purtroppo
Arrivano sempre li nonostante epicuro e gautama con centinaia di anni di differenza e in luoghi molto lontani tra loro abbiano qualche differenza ma il succo è sempre quello perché è la realta è la giusta risposta alla domanda.
Bene vedo che hai capito a cosa mi riferivo , quindi se già due persone in tempi diversi raggiungono le stesse conclusioni ...allora siamo sulla strada giusta :-)
È vero che non si ha esperienza diretta della morte, ma qualcosa sappiamo. Sappiamo che da essa non si fa ritorno. Ci sono miliardi di fosse a testimoniarlo. Questo non è già di per sé terribile?
Epicuro era vegetariano e scrisse sul non mangiar carne, ma noto che anche i professori di filosofia con la t-shirt dei Ramones preferiscono sorvolare su questo, soprattutto sulla parte pratica... Forse non è un argomento che "vende" come "se ci sono io non c'è la morte , e se c'è la morte non ci sono io"...
@@eduartnebiu6257 - "Epicuro non prescrisse il vegetarianismo; tuttavia, almeno secondo la testimonianza del platonico Porfirio di Tiro, egli era personalmente vegetariano e spinse i discepoli al rispetto per gli animali e ad una dieta priva di carni. Nei frammenti a noi pervenuti delle sue opere, Epicuro raccomanda più volte di cibarsi frugalmente, preferibilmente di pane, formaggio e acqua, come faceva lui stesso."
Bellissime le argomentazioni di Epicuro,ma non mi convincono. Poco realistiche. Ma tant'è... è un buon messaggio per i giovani,ma si rischia come al solito di illuderli.
Perché "illuderli" ? Per nulla: Epicuro ci insegna a vivere nella realtà, con sano realismo. Certo che non bisogna abbandonarsi nell'inconcludenza solo perché tanto poi tutto finisce. Un sano obiettivo da raggiungere è il sale, anzi il motore della vita stessa
Alessandro una persona può vivere senza un illusione. Epicuro stesso dice "Vivete e godetevi la vita perché è il bene più grande che abbiamo". Bisogna trovare un equilibrio e non cadere mai all'eccesso con false illusioni o dipendenze che porteranno a farci del male. Bisogna accettare la realtà.
Non sono del tutto d'accordo con il pensiero di Epicuro, poiché lui, parla della morte, come di qualcosa che ben conosce, mentre invece, e qui nessuno lo può negare, la morte è per noi un mistero, tanto quanto la vita. Se avesse detto, di non temere la morte, poiché di essa non abbiamo alcuna certezza e che quindi addolorarsi per qualcosa di non sicuro, non avrebbe senso, gli avrei dato ragione, mentre invece, lui, ha la pretesa di sapere cos'è la morte.
Matteo Saudino. In che senso? Io sono d'accordo sul fatto di non trascorrere una vita nel timore della morte, ma per il semplice fatto che della morte sappiamo poco o nulla, mentre Epicuro, in ciò che ha scritto, spiega bene che non bisogna temerla perché tanto la morte equivale al nulla, al non esistere, al non sentire. Se non sbaglio, il suo, è un pensiero poco filosofico, poiché da per certo un qualcosa che non lo è, e se la filosofia è la ricerca della conoscenza di tipo non mitologica ma logica, la sua affermazione dovrebbe presentare almeno delle prove concrete sulla certezza della morte.
Patatrac! Sono considerazioni spocchiose per ricevere facili consensi,come quella di quell'altro genio di Voltaire: "non condivido la tua opinione ma darei la vita affinché tu possa esprimerla"... a parole so buoni tutti, nei salotti buoni e soprattutto a pancia piena è così facile ammaliare le menti semplici,che nulla sanno della vera vita che da millenni tormenta il povero volgo.
Patatrac: ma che senso ha mai chiedersi cosa sia la morte? "La morte" è solo una nostra figura immaginaria: il nulla è nulla, niet, nichts, rien, nothing, o: la fine di tutto, la dissoluzione massima che sfocia nella massima entropia (o dissoluzione molecolare) per poi lasciare il posto ad altro (ricomposizioni molecolari) . Così difficile? Non mi pare
l'angoscia è data da IL morire non da LA morte. la morte in se è una sciocchezza. Si vada in una casa di riposo o in un reparto di malati terminali a conversare delle teorie di Epicuro... vediamo le reazioni...
Bravissimo Prof. Saudino! I tuoi studenti sono persone davvero fortunate ad avere te come insegnante.
Grandissimo Epicuro: uno dei pochi filosofi che rimangono sempre attuali (e non è cosa da poco!) Questa lezione dovrebbero seguirla con la massima attenzione e pure risentirla sovente, gli eterni angosciati della vita e della morte. Non bisogna però nemmeno arrivare all'atarassìa, perché c'è il rischio di combinare niente nell'unica vita che ci è data, e sarebbe un vero peccato: uno spreco imperdonabile! Una giusta ambizione nel voler raggiungere qualcosa di positivo nella vita (avere cioè una meta positiva) è fondamentale, se no si rimane al palo dell'inconcludenza. Nietzsche ci insegna che dobbiamo vivere al massimo QUESTA UNICA vita (farne addirittura un capolavoro), proprio perché poi ci sarà la morte - È la realtà evidente dei contrasti o del contrappunto (e non sperate in un "al di là" che non ci sarà). A me i presocratici sono i filosofi greci che più mi piacciono, coi piedi per terra, non metafisici con fantasie nell'iperuranio!
E dire che Gautama Siddharta affermava circa le stesse cose però centinaia di anni prima in oriente.
Parole saggie di Epicuro, spiegate divinamente da te Matteo, solo grazie
Grazie prof
Toccante devi riflettere per forza fantastico .Bella maglietta
Grande Prof!!! Come mi piacerebbe essere una tua studentessa, è una delizia ascoltarLa. Grazie ❤
Grazie Professore Come sempre Lei e molto chiaro
Perché avere paura della morte se è qualcosa di inevitabile. Spaventa di più quello che si può evitare. Bellissima lezione prof. Complimenti!
Logicamente e' cosi' .Nei fatti... umani .. non è cosi' semplice .Su questo punto Epicuro non mi convince per niente
complimenti x la lezione e pure x la maglietta mitici Ramones!!!|
Ormai lontano dal liceo e dalle materie umanistiche, ho deciso di fare un tuffo nel passato: che dire? Eccezionale...
Coda Di lupo grazie e benvenuto
Pro tip : watch series at KaldroStream. Me and my gf have been using it for watching loads of movies during the lockdown.
@Alessandro Draven Yup, I have been using kaldrostream for since december myself =)
Complimenti per la lezione prof!! Speriamo che con l'inizio dell'anno scolastico lei riesca a mantenere il ritmo di un video al giorno!😂 È sempre bello sentir filosofare, perchè permette di filosofare da sè nella propria testa, senza bisogno di mostrarsi d'accordo o in disaccordo con chi esprime un'opinione (questo riguardo alla serie di commenti inutilmente diplomatici che ho letto qui sotto).
Riguardo ad Epicuro invece, ritengo che i giovani d'oggi non debbano semplicemente leggerlo o studiarlo (magari mnemonicamente), perchè ciò comporta l'ormai comune voglia di superare e migliorare le idee del passato nonostante la mancanza di mezzi intellettivi della maggioranza della popolazione, che gorgoglia nel mare d'indifferenza nato dalle loro infondate opinioni.
Pensatori controversi come Epicuro, Democrito, Eraclito, Seneca, Stirner, Nietzsche, che difficilmente raggiungono le menti del volgo, vanno raccontati e spiegati come fa lei professore, poichè ritengo che la semplice lettura di essi li abbasserebbe e desublimerebbe a quel gorgoglio di opinioni comuni.
Continui così prof!
fedegwagwa Epicuro scuote sempre....
L'obiettivo è proprio quello di fare una lezione al giorno
Grazie!!
Il confronto è una cosa positiva, aiuta a migliorarci e ad aprire la nostra mente.
E' la prima volta che sento qualcosa di Epicuro. Questo conta, secondo me, il confronto. Noi non facciamo altro che confrontarci con ciò con cui possiamo confrontarci. Lo possiamo fare con la vita ma non con la morte, apparentemente. Questo non esclude che non si possa farlo. Le possibilità di confronto con la vita sono infinite e da ciò ne deduco che non si possa dire con certezza che non sia possibile con la morte. Il discorso di Epicuro si fonda su qualcosa che non conosce e si basa sul presupposto che non si possa conoscere, per "noi" da vivi. Ma se una cosa non la conosco come faccio a dire che non si possa conoscere? E ancora, cosa intendiamo per la conoscenza di qualcosa? Per esempio noi tutti abbiamo degli occhi per codificare delle immagini, ma quelle immagini sono il risultato del confronto tra l'elaborazione fisica, chimica e mentale e lo "stato" delle cose. Quindi viviamo in un limite in continuo rapporto con il non limite, ovvero quello del confronto e del rapporto tra le cose e dalla capacità dell'essere umano di creare qualcosa di unico, che prima non c'era da qualcos'altro. La paura per esempio è un limite posto al non limite del caso e degli eventi. Questo limite ci permette di sopravvivere, perchè se non provassimo paura nei confronti della morte, moriremmo piu facilmente. Ma chi ha deciso che nelle nostre emozioni c'e' quella paura che ci salva? Milioni di anni di evoluzione. Altra cosa è la paura della ragione, che credo che sia più quella di cui parla Epicuro, una paura esistenziale e anche irrazionale, che però guardate un po' che bel pensiero ha fatto nascere ed è riuscita a creare. Ma perchè allora separare le cose? La vita dalla morte, l'istinto dalla ragione, il razionale dall'irrazionale, il limite dal non limite, il reale dal non reale (per chi poi)? Di cosa siamo in cerca? Di senso? Bene allora se prendiamo atto di confrontarci e di rapportarci con il senso di qualcosa notiamo che quel senso non può esistere di per se ma sempre e comunque in relazione a qualcos'altro, come la semiotica ci insegna, nell'incontro tra significato e significante che creano un terzo elemento, il segno. Noi nasciamo da due entità che si incontrano per crearne un'altra appunto in un confronto. Ecco per me noi siamo segni e creatori di segni. Della vita ognuno fa e lascia il suo segno come della morte.
Ma per noi pensare alla nostra morte non e' mai angosciante come quando pensiamo alla morte di qualxuno xhe amiamo. Morendo noi andiamo,vivendo con il dolore noi restiamo e restiano con i ricordi con il dolore.
epicuro è uno serio non contaminato da concetti di peccato,colpa,giudizio finale;è un sacerdote che ama la vita e che vuole trasmettere questo concetto ai suoi seguaci;anzi,,,gioia,amore,equilibrio,consapevolezza del limite....siamo agli antipodi di troppo pensiero moderno ateo o teista cmq spaurito.
Bruno Chiofalo condivido
Matteo Saudino dopo attenta riflessione ho pensato: che non è vero che il timore della morte è immotivato semplicemente perchè: l'individuo qualunque individuo ama la vita sua e dei cari piú di ogni altra cosa e ad esempio : la madre che AMA il figlio ha paura che lui muoia quando ami hai paura di perdere il tuo amore se no non è vero amore quindi il timore della morte è motivato proprio perchè amiamo la vita e visto che la amiamo veramente, abbiamo paura di lasciarla e chi non ha paura della morte non è saggio ma non ama veramente la vita è chi non ama la vita non è veramente figlio di essa (la vita) invece bisogna amare la vita e proprio perché la si ama che la si deve vivere al meglio la madre che ama il figlio vuole che lui viva al meglio proprio perchè lo ama talvolta la paura è il miglior modo per vivere Quando non ti ostacola ma ti da forza
Matteo Saudino secondo lei ?
miki Koffi condivido, la riflessione epicurea è una prospettiva di razionalità estrema
Noi possiamo anticipare il giudizio a partire dalla sfera emotiva
Matteo Saudino mi piacerebbe conversare con lei dalla mattina alla sera
Prof si potrebbe dire che il concetto del carpe diem segue il concetto di epicuro?
Ho paura di continuare a vivere senza emozioni
Potresti fare un video focalizzandoti e spiegando "il giardino di epicuro e il porco epicureo di orazio" grazie mille. Sei fantastico
Stupenda lezione, noi, però, non saremo mai "apatici" nei confronti della morte, in quanto essa non è quiete o dolore, ma è l'ignoto. E l'ignoto spaventa, infatti, io non ho in me la sicurezza di Epicuro riguardo alla morte come "sonno eterno", come poteva lui esserne tanto certo? Anche lui parla di ciò che non conosce, come ogni uomo, ma senza dubbio è una bella prospettiva sulla morte, anche se, come dicevo, non avrebbe dovuto assolutizzarla, ma dire, "probabilmente" la morte non è nulla per noi.
L'ignoto è una forma di meraviglia
In che senso? Cosa c'èntra la meraviglia?
vincenzo anzoletti lo stupore per la"ignoto
Capisco. A quando nuovi video? Le sue lezioni sono manna pura, come al solito, professore, poichè aiutano a riflettere sulla vita e sul mondo, contribuendo a non dare nulla per scontato, ovvio, semplice o stupido. Insomma, riabilitano la filosofia, da troppi vista come una disciplina d'èlite, quando invece può servire ad ogniuno di noi. C'è poi da dire un'altra cosa:troppi suoi "colleghi"trasmettono a volte il loro sapere con un linguaggio ostruso, ostico, senza rendersi conto che così facendo stanno facendo nascere nell'allievo questo pensiero e non l'interesse per la filosofia:"Ma che cavolo sta a dì questo? Non si capisce un tubo di quello che dice! Ma che ce ne frega a noi di questi discorsi così fuori dal mondo e da pazzi? A che ci servono nella vita?". Semplicissimo è invece il suo linguaggio, non cambi mai, mi raccomando!
Matteo Saudino Lovecraft non sarebbe d'accordo
Ok, posso anche essere d'accordo con te ma, o con lui, ma non è tanto la morte che ci impaurisce tra parentesi almeno così penso io, ma l'atto del dolore in cui può avvenire questo metti caso un incidente che tu rimani comunque ancora cosciente e vivo agonizzante per ore e quello spaventa non la morte il dolore che potrebbe avvenire con una morte diciamo non naturale, questo spaventa la maggior parte delle persone, per questo vuole arrivare alla fine degli anni quando le nostre energie il nostro scopo di essere qui sulla terra, termina, allora uno va via sereno. credo.
Per arrivare a concepire simili considerazioni,Epicuro secondo me se la faceva sotto eccome pensando alla morte. Considerazioni da salottieri, che probabilmente non hanno mai dovuto sudare per guadagnarsi il pane, ne tanto meno si preoccupavano di guardarsi un pò intorno...tra le miserie umane...
+Massimo: Vero! Il problema concreto inevitabile è proprio COME si dovrà morire. Si dovrà cercare di evitare il più possibile l'agonia senza speranza. Per questo sono favorevole all'eutanasia: nessuno ci deve obbligare a sopportare sofferenze indicibili senza fine: siamo solo noi che dovremo decidere quando sarà il momento di "staccare la spina" - e nessun altro
Scusate ma Epicuro è dovuto stare molto attento ad esprimere le sue considerazioni perché camminava in un terreno minato chiamato Religione che uccideva chiunque andava contro certi ideali. Epicuro ha solo risposto a chi dice che ha paura della morte non a chi ha paura del dolore e della sofferenza o malattia. Sono due concetti differenti. La paura per il dolore è normale ma è anche poco saggio, la sofferenza, la malattia, la vecchiaia ed il dolore sono tutte situazioni che fanno parte della vita e noi non possiamo fermarle ma solo esserne consapevoli. Se vivessimo con la paura di avere incidenti (che possono capitare in qualunque momento) allora non vivremmo mai...È sbagliato. Per quanto riguarda l'eutanasia sono favorevole.
Sono d'accordo con Epicuro, ma col cristianesimo specialmente cattolico questo discorso crolla. Epicuro pensa che quando c'è la morte noi non siamo più ma col cristianesimo invece esiste un'anima immortale per cui si continuerebbe a vivere in altro modo e se sei stato un figlio di p.ana ti aspetta un'eternità di sofferenze, torture. e dolori indicibili e ti "fanno un fondo schiena cosi...". Il discorso di Epicuro è valido solo se dopo la morte si va nel nulla assoluto! Nessuno però invero sa che cosa ci sia per noi dopo la morte!!!
La vita è inequivocabilmente una successione di eventi e decisioni reciprocamente influenti. Sapendo che la mia vita è limitata, ho paura di non fare le scelte giuste o di essere incapace di trovare un equilibrio tra svago e studio al punto di ritrovarmi a pensare al passato e sentirmi insoddisfatto, incapace di tornare indietro.
Non importa, è inutile pensare al rimorso. Una volta morto sarà come se non fossi mai esistito.
ben detto !
Luca Prospero la tua paura della morte deve essere una forza proprio perchè ami la vita e temi la morte devi vivere al meglio la vita perchè la ami ,talvolta le nostre paure possono renderci coraggiosi vivi sapendo questo
miki Koffi
È passato un po' di tempo, ho conosciuto il pensiero di altri filosofi, tra cui Søren Kierkegaard. Non temo più la morte, ho capito che la mia paura era dovuta dall'angoscia dell'impossibilità dell'essere, ero e sono vittima della paralisi di chi è costretto a scegliere nel corso della vita. Mi adatteró.
Luca Prospero la tua paura è normale e giustificata dal fatto che la vita non ha un senso. La morte è cosi vicina come una lama in lontananza che avanza e hai solo due opzioni o inizi a creare e creare per perdere tempo e compiacere gli altri inutilmente o inizi ad impiegare quel poco tempo a fare ciò che desideri e provare più sentimenti ed esperienze possibili, perché la vita è fatta proprio di queste due cose: esperienze e sentimenti.
Eppure come dice jovanotti l'unico pericolo che sento veramente é quello di non riuscire più a sentire niente
Tennis Drummer il nulla è tranquillità...
Eppure se spendiamo tutta la nostra esistenza, concentrandoci esclusivamente di evitare l'inevitabile, cadremmo in un clamoroso paradosso esistenziale.
Allora si spera che tutti quelli che amiamo( pochi) ci salutino pee primi anche se poi la palla del dolore passa a loro. Quindi dobbiamo sperare che coloro che amiano ci amibo moolto meno di quanto li amiamo noi. Ammazza quanto e' dura amare. Capito belilla?
Certe volte mi domando come mai le filosofie orientali e quelle occidentali sono giunte alle stesse conclusioni , se vi è stato un contatto o se il ragionamento se privo di ortodossia porti alle stesse conclusioni .....
Mah, credo che i problemi di noi umani siano poi tutti gli stessi su tutta la terra: per questo le filosofie , ma anche le religioni si assomigliano. Sappiamo di dover morire e su questo ci riflettiamo: è il prezzo da pagare per la nostra mente consapevole di esistere, e quindi anche di finire...purtroppo
Arrivano sempre li nonostante epicuro e gautama con centinaia di anni di differenza e in luoghi molto lontani tra loro abbiano qualche differenza ma il succo è sempre quello perché è la realta è la giusta risposta alla domanda.
Bene vedo che hai capito a cosa mi riferivo , quindi se già due persone in tempi diversi raggiungono le stesse conclusioni ...allora siamo sulla strada giusta :-)
È vero che non si ha esperienza diretta della morte, ma qualcosa sappiamo. Sappiamo che da essa non si fa ritorno. Ci sono miliardi di fosse a testimoniarlo. Questo non è già di per sé terribile?
Sì
Epicuro era vegetariano e scrisse sul non mangiar carne, ma noto che anche i professori di filosofia con la t-shirt dei Ramones preferiscono sorvolare su questo, soprattutto sulla parte pratica... Forse non è un argomento che "vende" come "se ci sono io non c'è la morte , e se c'è la morte non ci sono io"...
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@@MatteoSaudino - Sei vegetariano?
@@pit2ryan3 vegetariano Epicuro!?
@@eduartnebiu6257 - "Epicuro non prescrisse il vegetarianismo; tuttavia, almeno secondo la testimonianza del platonico Porfirio di Tiro, egli era personalmente vegetariano e spinse i discepoli al rispetto per gli animali e ad una dieta priva di carni. Nei frammenti a noi pervenuti delle sue opere, Epicuro raccomanda più volte di cibarsi frugalmente, preferibilmente di pane, formaggio e acqua, come faceva lui stesso."
@@pit2ryan3 come ha fatto senza carne...io non c'è la faccio 😏
👍
Bellissime le argomentazioni di Epicuro,ma non mi convincono. Poco realistiche. Ma tant'è... è un buon messaggio per i giovani,ma si rischia come al solito di illuderli.
Perché "illuderli" ? Per nulla: Epicuro ci insegna a vivere nella realtà, con sano realismo. Certo che non bisogna abbandonarsi nell'inconcludenza solo perché tanto poi tutto finisce. Un sano obiettivo da raggiungere è il sale, anzi il motore della vita stessa
Senza una sana illusione non si può vivere. Chiunque è in vita ha un'illusione che appunto lo tiene in vita.
Alessandro una persona può vivere senza un illusione. Epicuro stesso dice "Vivete e godetevi la vita perché è il bene più grande che abbiamo". Bisogna trovare un equilibrio e non cadere mai all'eccesso con false illusioni o dipendenze che porteranno a farci del male. Bisogna accettare la realtà.
Non sono del tutto d'accordo con il pensiero di Epicuro, poiché lui, parla della morte, come di qualcosa che ben conosce, mentre invece, e qui nessuno lo può negare, la morte è per noi un mistero, tanto quanto la vita.
Se avesse detto, di non temere la morte, poiché di essa non abbiamo alcuna certezza e che quindi addolorarsi per qualcosa di non sicuro, non avrebbe senso, gli avrei dato ragione, mentre invece, lui, ha la pretesa di sapere cos'è la morte.
Patatrac! Ma anticipare i giudizi è da stolti💪
Matteo Saudino. In che senso? Io sono d'accordo sul fatto di non trascorrere una vita nel timore della morte, ma per il semplice fatto che della morte sappiamo poco o nulla, mentre Epicuro, in ciò che ha scritto, spiega bene che non bisogna temerla perché tanto la morte equivale al nulla, al non esistere, al non sentire. Se non sbaglio, il suo, è un pensiero poco filosofico, poiché da per certo un qualcosa che non lo è, e se la filosofia è la ricerca della conoscenza di tipo non mitologica ma logica, la sua affermazione dovrebbe presentare almeno delle prove concrete sulla certezza della morte.
Patatrac! Sono considerazioni spocchiose per ricevere facili consensi,come quella di quell'altro genio di Voltaire: "non condivido la tua opinione ma darei la vita affinché tu possa esprimerla"... a parole so buoni tutti, nei salotti buoni e soprattutto a pancia piena è così facile ammaliare le menti semplici,che nulla sanno della vera vita che da millenni tormenta il povero volgo.
Patatrac: ma che senso ha mai chiedersi cosa sia la morte? "La morte" è solo una nostra figura immaginaria: il nulla è nulla, niet, nichts, rien, nothing, o: la fine di tutto, la dissoluzione massima che sfocia nella massima entropia (o dissoluzione molecolare) per poi lasciare il posto ad altro (ricomposizioni molecolari) . Così difficile? Non mi pare
l'angoscia è data da IL morire non da LA morte. la morte in se è una sciocchezza. Si vada in una casa di riposo o in un reparto di malati terminali a conversare delle teorie di Epicuro... vediamo le reazioni...
Argomentazione valida ma poco convincente quella di Epicuro. Gli Uomini sono diversi dai Filosofi