Discorso di una lucidità impressionante. Fa riflettere su noi stessi più che al di fuori. Non sento nessuno affrontare lo stesso argomento come rick. Tutti si sentono dei puri agnellini. Ignari del fatto che potremmo essere proprio noi gli autori di una possibile crudeltà verso il nostro prossimo.
Questo commento mi colpisce molto perché appena ho saputo della morte di Giulia mi sono chiesto "e se la prossima volta fossi io quello che uccide la propria ragazza?" É stato il primo pensiero perché è una mia paura quella di divenire un mostro che uccide senza pietà e in questi giorni la domanda mi ritorna spessissimo. Siamo così diversi io e lui? Non rivediamo nei suoi comportamenti delle cose che anche noi potremo fare per un motivo o per un altro? E come trasformare quel dolore che lui ha provato e che ognuno di noi prova/proverà nella vita in un punto di crescita?
@@pietrino30un motivo in più per restare single. 😅 Però scusate adesso, ok che siamo animali, ma siamo esseri umani e in quanto tali dotati di ragione. Usciamola no? Per uccidere qualcuno ce ne vuole davvero tanta di rabbia, rabbia repressa e covata penso da tutta la vita, probabilmente originata dal rapporto con il caregiver. Chi uccide spesso è privo di empatia, non è soltanto un gesto impulsivo e finita lì. Chi uccide vede solo sè stesso e le proprie esigenze devono essere soddisfatte, chi uccide non è semplicemente una scimmia, ma spesso è calcolatore, premedita tutto perchè non ha rispetto minimo per la vita degli altri. Prima esplode in rabbia --> continua a non accettare --> premedita --> uccide.
è una di quelle cose che più mi hanno spaventato in questi ultimi due anni, la possibilità di poter fare del male a qualcuno a me caro. Gli attacchi d'ansia che arrivavano sono stati terribili. motivo per cui ci sto lavorando ogni giorno, cosa molto difficile, ma necessaria per la propria crescita.
Grazie Rick, onestamente questo penso sia l'unico contenuto che ho visto sull'argomento in questi giorni che sento mi abbia arricchito e fatto effettivamente riflettere.
la "colpa" è nostra che deleghiamo a questo o a quell'altro trombone a caccia di views, voti, medaglie, notorietá. Spero che la piazza di oggi a roma "prenda in mano" la situazione. L'unica soluzione possibile siamo noi.
Dall'inizio di questa storia i miei social si sono riempiti di guerre e deliri su chi o cosa fosse la causa. Poi ho visto questo video e tutto si é sistemato
Come sempre un'analisi lucida e profonda. Posso solo dire che nel quadro di società che hai tracciato è sempre più raro trovare persone che ragionano e ponderano in questo modo. Ti seguo ormai da anni e ti sono davvero grata perché grazie al tuo preziosissimo lavoro di divulgazione ho scoperto e allenato lo sguardo allo specchio, mi hai aperto un mondo di inestimabile valore che non conoscevo, grazie.
Sono d'accordo, in linea generale, con il discorso di base. Guardarsi "attraverso" lo specchio, interrogarsi sempre sulle proprie scelte e sulle proprie "convinzioni". Accettare i sentimenti negativi al pari di quelli positivi. Ma per il problema di fondo è: come decliniamo quello che "sentiamo" dentro se non abbiamo le basi per comprenderlo? Ognuno di noi reagisce diversamente ad uno stimolo esterno. E questo avviene sin dall'infanzia. E sin dall'infanzia che si innescano quei meccanismi (o "comportamenti") che poi determinano la nostra "personalità" (che, banalmente, potremmo definire come "la visione che l'altro ha di noi"). E la personalità di un sogetto si lega indelebilmente alle "azioni" (positive o negative) che esso stesso esprime verso gli altri (famiglia, amici, ecc ecc) Crescendo queste emozioni/azioni "formano" il carattere di una persona. E qui è già tardi. [Esempio pratico: sentendo parlare la maggior parte dei bulli avrai sempre la stessa risposta: non "sentivo" nulla (oppure "non so perchè l'ho fatto"). Quindi un'incapacità totale nel ricoscere i sentimenti/azioni come qualcosa di dannoso - ho fatto l'esempio dei "Bulli" perchè quello più attenzionato mediaticamente, ma avrei potuto riportare le stesse frasi per altre situazioni patologiche che riguardano i ragazzi] Questo, per tornare al discorso di prima, avviene perchè la stragrande maggioranza dei ragazzi/e non riconosce le emozioni come reali. Come processi mentali presenti in ognuno di noi. Ecco, quindi, che penso che sì, è necessario guardarsi dentro e provare a "discutere" con se stessi quanto il più possiili. Ma è altresì necessario dare a tutti gli strumenti per poter discutere. E questo solo la scuola/istruzione può farlo. Quindi si, è necessario introdurre nelle scuole corsi di psicologia (sentimentale, affettiva od altro, scegliete voi) che possano aiutare tutti a ricoscere quello che succede attorno e a dare una "classificazione" delle emozioni/sentimenti/interazioni umane. Penso che sia l'unico modo per provare a creare per un domani, o forse tra 100 anni, una società migliore dove quei conflitti e quelle esaperazioni di cui parli possano essere limitati (perchè eliminarli del tutto è impossibile) P.s.:comunque si è molto più sensato quello che dici tu rispetto all'80% degli intervistati in questi giorni in TV
Senza alcun dubbio, il contenuto migliore espresso in questa attualità drammatica. Eccola qua, la visione "dall'alto " a fare un lucido punto della situazione. Grande Rick.
Sono assolutamente d'accordo, è una questione di controllo...Il paradosso sta nel fatto che non siamo sempre pronti ad accettare che vediamo fondamentalmente un pericolo. Ottimo ragionamento, grazie Rik
Prendersi cura di quel che si ha dentro è inquadrabile in un atto di responsabilità nei confronti di se stessi, ma sicuramente anche un dovere nei propri confronti che poi si riflette nel mondo... e purtroppo questo mondo non à tanto differente da come siamo dentro (anche se ormai avremmo dovuto già averlo capito e superato). Sfortunatamente il concetto di dovere nei propri confronti non è parte della nostra società o quanto meno della nostra cultura, ma rimane comunque una nostra responsabilità, collettiva e individuale. Bravissimo Rick, come sempre.
Ti conosco da anni ma nell'ultimo mese ti sto ascoltando quasi tutti i giorni e oltre a condividere quasi tutto ciò che dici offri sempre spunti di riflessione interessanti. Con questo video mi sono abbonato, livello base perché al momento non ho fonti di reddito, grazie per ciò che fai con i tuoi video.
Bravo, non ho nient’altro da dire. Una grande delucidazione e schiaffo a chiunque osa porsi come giudice supremo della morale, dicendo cose tanto bestiali quanto insensate, spero che il maggior numero di persone guardi questo contenuto per farsi un’esame di coscienza
Duro e graffiante. Oggi è stata dura ascoltare questa cogitata, una delle più difficili per me degli ultimi mesi. Perché spesso mi interrogo su quello che ho dentro e quello che sto mettendo nella mia attuale relazione. Sono un maniaco del controllo che cerca di irregimentare le variabili senza successo, prendendo porte in faccia e sberloni sul lavoro, in famiglia, nella vita in generale. Mollare il controllo e diventare più morbidi forse può indicare la strada per la saggezza? Non lo so, ma la ringrazio signor Dufer per questa lunga e intensa riflessione.
Come quasi sempre avviene, mi trovo d'accordo con te. Peraltro avendo fatto io nel mio piccolo canale un video che, con una raffinatezza linguistica non ovviamente al tuo livello, ho detto più o meno le tue stesse cose. Ciao complimenti. Diego
Rick commento poco i tuoi video, volevo solo dirti che mi piace un casino il modo in cui sei cresciuto da quando hai aperto il canale sei un faro per poter migliorare sempre e comunque. Non ti fermare mai
Concordo con tutto ciò che hai detto. Sto attraversando un periodo dolorosissimo per una relazione finita dove avevo investito tantissimo emotivamente. Le tue parole mi hanno fatto riflettere molto.
Grazie in effetti possiamo alterarci tutti di fronte a grandi stress emotivi soprattutto il rifiuto e il fallimento e non sappiamo come reagiremmo se incolpassimo qualcuno di questo. L estrema conseguenza potrebbe essere un delitto o un delirio. E tanto importante staccarsi e riflettere tutti siamo potenziali iracondi. Grazie per averlo spiegato bene.
Mamma mia che video, completamente d'accordo. Bisogna guardarsi e capirsi sempre perchè spesso le ombre che non vediamo lavorano contro di noi fino a divorarci. Video stupendo.
Complimenti davvero Rick, mi hai fatto prendere atto del fatto che nelle mie parole ci sia ancora tanta inesperienza e incapacità di esprimersi con lucidità. Sono giorni che sto male per la tempesta mediatica che sta avvenendo nei confronti della figura maschile e non sono riuscito ad identificarmi in nessuna "fazione" se così si possono chiamare. Sei riuscito a dar voce a ciò che sentivo dentro ma che non ho avuto la capacità, l' esperienza e la lucidità di esprimere senza scadere nel prendere parte a questa guerra faziosa che si sta venendo a creare. Spero che più persone possibili vedano questo video e riflettano esattamente come sto facendo io, bisogna tornare ad essere in grado di guardarsi allo specchio e individuare in noi ogni possibile barlume di problematica e agire nel merito per migliorare la situazione, perché c' è sempre la zona nera che possiamo esplorare per migliorarci. Grazie davvero..
Questo video mi ha suscitato tanti dubbi, il che mi fa piacere perché mi permette di riflettere ed evolvere, anche se amplifica quella sensazione spaventosa di perdita di controllo di cui parli. Da un lato mi sono ritrovata nelle tue parole e hai espresso concetti che io pensavo già prima che questo episodio mi portasse alla riflessione. Dall’altro, però, io credo che, nonostante non ci sia una reale soluzione per impedire tutti i Filippo Turetta, sia possibile, mediante la presa di consapevolezza, evitare che il Filippo Turetta dentro di noi prenda il sopravvento. E credo che, nel solito modo violento con cui si affrontano le questioni sui social (e in questa vicenda mi metto in mezzo anche io purtroppo), le persone stiano disperatamente cercando questo, un modo che possa permettere a noi stessi e agli altri di essere più consapevoli. Mi sarebbe piaciuto che affrontassi anche il tema del famoso “problema culturale”, perché è una cosa che io penso esista e, a maggior ragione dopo aver visto questo video, mi chiedo quanto si possa fare affidamento solo sulla capacità individuale di “guardarsi allo specchio” per risolverlo. Magari anche l’idea di poter risolvere questo “problema” è mossa da quella paura di non perdere il controllo e da quella pretesa di avere in mano la soluzione, ma allo stesso tempo ritengo che sia giusto tentare di aumentare la consapevolezza in ogni modo possibile. L’educazione affettiva (per fare un esempio) potrebbe non essere la soluzione univoca, ma tentar non nuoce. Sicuramente non fermeremo tutti i prossimi Filippo Turetta, ma magari riusciremo a evitare l’insorgerne di molti. In questi giorni ho pensato a un paragone che credo sia adatto: ho riflettuto sul fatto che essere una persona con una inclinazione allo sviluppo della depressione non implica che sarai sicuramente depresso; ci possono essere le condizioni esterne favorevoli affinché questa condizione non emerga, come ci possono essere quelle sfavorevoli. Poi il fatto di creare condizioni favorevoli non implica che avrai la certezza che la depressione non si manifesti, ma potresti ridurre i rischi. Penso che coi femminicidi si possa fare lo stesso discorso: un’inclinazione alla violenza può trovare terreno fertile in alcuni contesti e può essere arginata in altri. Io credo che si stia chiedendo proprio questo: creare un contesto che riduca i rischi che i Filippo Turetta esplodano.
video che serenamente ti invita a riflettere su di te, i tuoi limiti e il mondo che va per una logica che molto spesso non comprendiamo. Grazie Rick , mi hai rasserenato dal bombing mediatico di questo periodo.
Cercare di rendere coerenza l'incoerenza é la Base di questo discorso. Con la tua "prudenza" stai cercando il controllo di quello che potrebbe accadere. Il tuo discorso si contraddice.
Di video bellissimi ne hai già fatti tanti , forse questo è il tuo migliore in assoluto , di sicuro tra i migliori . Grazie per aver condiviso le tue riflessioni .
Rick, come sempre hai una limpidezza del discorso che è quella che manca alla società di oggi. Non solo mi trovi d'accordo, ma mi fa riflettere su quanto davvero come società stiamo andando alla deriva nella ricerca di un capro espiatorio, un tentativo di controllo che si tramuta in un nascondersi dalla complicatezza della realtà, sia esteriore che, e soprattutto, interiore.
Il tuo è uno di quei pochi canali (fra cui quelli di Massimo Polidoro, Wannabebuddha, Gennaro Romagnoli o Valerio Rossi) in cui ho trovato SEMPRE contenuti che hanno apportato qualcosa di buono e utile alla mia vita.
Sei in assoluto il miglior punto di riferimento che abbia mai trovato sui social ...ma probabilmente anche in generale nella mia vita. Sono totalmente incazzato di dover sempre sentir i giudizi affrettati dei soliti idioti.
Complimenti, puntata su un tema difficilissimo trattato con la tua solita lucidità e chiarezza di altissimo livello. Credo che molti dei discorsi da te affrontati in questo video potrebbero essere considerati "educazione sentimentale" e dovrebbero essere proposti agli adolescenti durante la loro formazione.
Ottimo discorso, sono veramente felice che al giorno d’oggi ci siano persone che vogliono far usare la mente e non ad arrivare sempre e solo a conclusioni senza neanche un minimo ragionamento…pensare, riflettere sono le cose che fanno percepire meglio le situazioni ❤
Mi sento parzialmente d'accordo: se da una parte penso di essere d'accordo col ragionamento nel complesso, dall'altra non credo si possa trascurare il numero di donne e ragazze vittime di mariti, fidanzati o ex. In generale penso che il punto sia farsi delle domande per comprendere il fenomeno e la prima che mi viene in mente è: "quali sono stati i segnali che abbiamo trascurato per comprendere che stava succedendo tutto questo?", non tanto per additare un colpevole, ma più per capire se quegli stessi segnali li posso trascurare io nella mia vita stessa, che arrivino da me o da chi mi circonda.
La penso esattamente come te. Proprio domenica con gli stessi argomenti e quasi le stesse parole ne parlavo a casa di amici. Aggiungerei solo una cosa se permetti ed è forse l'unica che davvero dovrebbe appartenerci come uomini, come maschi, in questo momento. La capacità di stare zitti. accogliere l'emotività e la protesta dell'altra metà del mondo. Senza giudizio. Ascoltare e poi guardarci allo specchio per riconoscere i Turetta dentro di noi. Fatto questo ricostruiamo quelle alleanze di cui parlavi che altre ricette non esistono.
@@andreab-o6q Evidentemente non hai né visto o capito il video di Rick e neppure capito il mio commento. Stare zitti e accettare passivamente sono cose molto diverse. Io parlo di un silenzio attivo, di presa di coscienza, di riflessione personale. Non condanno chi scende in piazza, ognuno ha il suo modo di affrontare eventi che suscitano così tanta emotività, tuttavia se perdiamo l'occasione di guardarci allo specchio, di guardarci dentro, perdiamo una preziosa occasione di fare quello che più serve. Non commento poi il tuo giudizio sulla mia figura retorica, in quanto non ve n'è necessità. Ogni persona adulta e matura sa che è così. Concludo solo dicendo che non mi pare vi sia alcun intento di proselitismo, qui si condividono e si confrontano idee ed esperienze, cosa che mi pare migliore del tuo atteggiamento controproducente e sterile.
@@andreab-o6q fra ti stupirai di quanti (per lo meno in sicilia) vorrebbero fare quello che fece turretta... statisticamente TUTTE le casistiche di omicidi si son abbassati in italia, i femminicidi NON CALANO MAI... ora capisco il tuo discorso dell'autoflagellazione, ma ora ci smuoviamo noi e cerchiam di fare qualcosa nel nostro piccolo???
Ci si dimentica sempre che la responsabilità è sempre e solo individuale. Purtroppo la società (intesa sempre come risultato delle interazioni tra individui) cerca sempre di deumanizzare e deresponsabilizzare, come meccanismo di difesa, gli individui che compiono atti criminali. Siccome non si vuole accettare che gli esseri umani possono uccidere altri esseri umani, si cercano le colpe al di fuori del soggetto che compie l'azione. La colpa sarà del patriarcato, della scuola, dei genitori, del sesso dell'individuo ma mai dell'individuo in quanto tale. Da lì si parte con le generalizzazioni quindi avremo che "Tutti gli uomini sono potenziali assassini e stupratori" anche se in realtà si parla di una piccolissima fetta della popolazione, nemmeno lo 0.1% del totale. Se un individuo sbaglia non c'è bisogno di svincolare lo sbaglio dalla persona che lo commette e addossarlo al gruppo cui "fa parte" (uomo etero bianco, immigrato, ebreo, ecc.). Queste argomentazioni venivano fatte negli anni 30 per delegittimare, disumanizzare e poi sterilizzare o eliminare gruppi di persone.
È ovvio che una persona così debole non possa far altro che sfogarsi su una persona che trova praticamente indifesa. Purtroppo quasi sempre la persona più vulnerabile è qualcuno che si fida di te: un partner, un figlio, un genitore..
Non sono d’accordo, la percentuale ti deresponsabilizza e ti priva della responsabilità di trovare dentro di te il potenziale assassino. Perché lo siamo tutti, indipendentemente dal genere. Mi pare che anche tu stia indicando il punto di partenza più lontano da te. Dovremmo tutti avere la volontà di scavarci dentro e capire come essere all’altezza di gestire sé stessi nell’inaspettato e affrontare il dolore che ne comporta.
Il tuo è un pensiero, un discorso che dovrebbe essere abbracciato almeno dal 90% degli individui che popolano social network e altri canali di informazione, quali anche quelli presenti su RUclips. Temo sia (quasi) l'opposto; ma potrei sbagliarmi; lo spero.
@@unisonokey La percentuale serve per capire che quel tipo di argomentazione non è altro che l'opposto della fallacia ecologica, ovvero la fallacia dell'eccezione che consiste nel prendere un singolo (o pochissimi casi) per giungere a conclusioni sulla popolazione. A me infastidisce il modo di argomentare privo di qualsivoglia logicità o fondo scientifico ma pregno di emotività, rancore e un pizzico di malizia. La complessità delle variabili che ci circondano non può essere semplificata con generalizzazioni che polarizzano il dibattito e delegittimano in partenza individui che non hanno nulla a che fare con quei fatti atroci. Inoltre, ricordando Hanna Arendt, se tutti sono responsabili allora nessuno è realmente responsabile. La responsabilità è sempre individuale.
@@mariospoto6228 ma certo, quello che intendo dire è che se è vero che le responsabilità sono individuali, ed è sacrosanto riconoscerlo, i moti interiori che hanno spinto l’assassino sono universali. Sarebbe troppo comodo l’opposto. Quello che posso fare ora è tenermi sempre sotto controllo perché in una situazione estrema il mostro non rompa le catene.
Complimenti Rick per la lucidità con la quale parli dell'argomento, cosa estremamente rara in questi giorni dove l'emotività e forse anche la malafede fanno da padroni. Sono d'accordo con te su praticamente tutto eccetto un punto, ovvero sul non puntare il dito contro il patriarcato. C'è un dato che mi ha colpito molto, nonostante il numero degli omicidi sia crollato negli ultimi decenni non si può dire lo stesso dei femminicidi. Se in Italia in passato, comunque recente, erano commessi 400 omicidi circa l'anno di cui 80 femminicidi ora se ne commettono 180 di cui comunque 80 sono femminicidi con un rapporto passato da 5,8 uomini uccisi per ogni donna a 1,6 uomini per ogni donna. Questo è sintomo di come la nostra società si sia evoluta e abbia smesso di concepire l omicidio come una soluzione ad un conflitto in ogni caso eccetto uno, eccetto quando perpetrato nei confronti di una donna. Onestamente faccio molta fatica a trovare altra spiegazione all'infuori del fatto che questa evoluzione sia stata effettuata in un ambiente dove il modello imperante è quello del patriarcato che quanto meno mi sembra essere una parte molto importante del problema, ovviamente non l'unica, ma comunque molto importante.
Di sicuro il patriarcato è rilevante ma non credo sia il problema principale. Mi spiego (in ogni caso è solo la mia opinione e sono ben felice se mi fai trovare degli errori nel mio pensiero). Noi siamo abituati a far dipendere la nostra felicità da ciò che ci circonda, da qualcosa di esterno (possesso come soldi, oggetti oppure riconoscimento sociale ma anche cose più "importanti" come divertimento, rapporti con gli altri e tanto altro). E va bene così. Però se noi esterniamo il nostro desiderio di felicità, lo incarniamo in qualcosa di esterno, quando questo qualcosa cambia, non ci soddisfa più oppure non c'è più, noi non siamo più felici. Questo può accadere alle relazioni, o anche ad esempio ai (video)giochi (quando ci stanchiamo di giocarci). Dobbiamo quindi avere una visione più critica di ciò che crediamo ci renda felici (e magari non basarci solo su cose esterne, vedasi il video "3 principi della filosofia per una vita più equilibrata", sempre di Rick). Dobbiamo capire che non possiamo controllare la realtà per farla adattare alla nostra aspettativa. Perchè si, noi ci crogioliamo nel sogno della nostra aspettativa, ma poi quando un imprevisto avviene, ci crolla tutto. Dobbiamo quindi capire che l'altra persona non è solo come la vedo io. Siamo esseri complessissimi, già non conosciamo (e non controlliamo) appieno noi stessi, come possiamo farlo con gli altri? Quindi dobbiamo capire che l'altro è autonomo, noi vediamo solo la punta dell'iceberg. Quindi amare significa anche accettare i cambiamenti che avverranno nell'altro, rimanendoci male, soffrendoci, discutendone ma rispettando la decisione altrui, accettandola e non pretendendo che l'altro rimanga nella mia campana di vetro. Questo vale con le persone ma anche con tutto. Siamo abituati ad essere delusi da ciò che ci circonda e quindi tendiamo a crearci una realtà ad hoc per non essere delusi. Ma questo ci porta ad altro malessere, perchè la delusione futura sarà ancora più profonda. Dobbiamo imparare ad accettare il fatto che ci saranno delusioni nella nostra vita. Poi tutto questo, nel rapporto uomo-donna, è accentuato verso una direzione, e qui si che centra la gerarchia patriarcale. Perchè l'uomo evidentemente ha delle aspettative totalmente sbagliate dal rapporto con la donna (e con la società). Però risolvere la gerarchia patriarcale lascia intatto il problema sottostante, che è l'incapacità di vedere la realtà per come è, l'incapacità di creare una base solida e vera per il nostro quotidiano. Questa è la mia opinione, mi farebbe molto piacere sentire cosa ne pensi (e anche cosa ne pensano gli altri) perchè se sbaglio sono più che felice di capire dove.
Anche a me piace questa puntata e l’equilibrio con cui è gestito l’argomento. Ma resta il fatto che il patriarcato è un problema reale presente che non bisogna negare ma deve essere visto e guardato anche lui nello specchio
@@giacomopauletti5099 non sbagli assolutamente, il tuo discorso però è generale mentre qua si parla di un caso specifico. Mi spiego meglio, il tuo discorso è giusto e applicabile anche a questo caso, ma c'è molto altro in questo caso che non si riscontra in altri casi. Non credo sia giusto trattare i casi di femminicidi e in generale casi di violenza verso le donne alla pari di altri casi come quelli che hai citato tu. Non credo sia giusto generalizzare nessun caso in assoluto, ognuno ha delle ragioni e delle sfumature diverse da tenere conto. Sicuramente un filo conduttore che li lega tutti, o quasi, c'è e in questo senso rick ha ragione e lo spiega molto bene. Ma in questo caso specifico, come in tutti i casi di violenza sulle donne, è evidente come il patriarcato sia un fattore estremamente importante. È la causa di tutto? no, ma credo sia la componente fondamentale che faccia scegliere una soluzione violenta e oppressiva ad un problema che in altri contesti non verrebbe presa allo stesso modo.
Il riconoscere che c’è un patriarcato insieme a tutta la complessità che alibi darebbe? Ci siamo dentro tutti in quella mentalità purtroppo oltre a tutte le altre variabili
@@bacodasetapat infatti non cerco alibi, tutt'altro. Sono d'accordo sul non definire il patriarcato la causa del problema, ma il patriarcato è evidentemente una componente fondamentale di questo problema specifico. Patriarcato, maschilismo, sessismo. Questo è un problema anche di genere. Questo non mi deresponsabilizza, non mi crea un alibi, anzi il prenderne atto, il riconoscerlo e accettarlo mi carica di responsabilità. Essere responsabili non significa essere colpevoli, ma significa avere il potere di influire su un fenomeno. Significa inoltre avere il potere di scegliere se agire per il bene o per il male. Io mi rendo conto di essere agente, mi rendo conto di non essere colpevole di questo singolo caso, di non aver mai ucciso nessuno di non essere stato violento o discriminitorio, ma anche di aver involontariamente attuato comportamenti a volte offensivi verso il genere femminile o comunque fatto spesso troppo poco per limitare certi comportamenti di questo tipo osservati in altri. E questa consapevolezza si raggiunge solo riconoscendo che patriarcato e compagnia esistono e sono parti importanti del problema. Questa consapevolezza è essenziale per migliorare noi stessi e la società in cui viviamo. Sento troppe persone cercare vie di fuga, alibi o elementi che in qualche modo lo sollevino da queste responsabilità, troppe persone che non si vogliono assumere le responsabilità. Anche tanti qui sotto al video di rick che evidentemente si sono fermati in superficie con il pensiero senza comprendere a pieno quello che rick comunica nel video. Anche se devo dire un po paraculo lo è stato rick nel non accusare mai il patriarcato direttamente salvo poi rivolgersi direttamente ai maschi facendo un appello a combatterlo sostanzialmente. Ottimo video comunque.
Grazie Rick. Uno dei pochissimi che ha qualcosa di sensato da dire ! È stato il mio primo pensiero. Per me queste tragedie sono una specie di “memento mori” che uso per ricordarmi non solo che siamo esseri estremamente fragili, ma anche capaci di cose terribili ! Dal primo all’ultimo. Dalla legge del taglione alla seconda guerra mondiale gli esseri umani hanno sempre dimostrato di avere potenzialità per fare cose terribili. La natura umana non è cambiata molto nelle diverse culture e nel tempo. Nostante la tendenza generale sia quella di auto proclamarsi vittime o puntare il dito contro i carnefici sui social o magari dichiarando di far parte di un gruppo sociale superiore, dissociarsi (gridando al mostro) o mettersi su un piedistallo. Io rimango dell’opinione che auto analizzarli sia l’unica cosa che possa fare la differenza davanti a queste situazioni. Secondo me chiunque dica che tu o tutti gli uomini o il sistema ecc..siano responsabili di cose come queste, finisce inavvertitamente per de responsabilizzare un omicida. Prendere visione potenziale umano (terribile e anche incredibile) rimane una delle opzioni più valide. E purtroppo resto dell’opinione che la responsabilità sia una parola molto importante che però implicha comunque un azione diretta, perché sono le nostre scelte e azioni a determinare chi siamo, quelle di tutti i giorni. Basta una scelta sbagliata per farti diventare tutt’altro. Se questo concetto cade si destabilizza la società. Non sentitevi in colpa ma prendete visione delle cose terribili che possiamo compiere (più scomodo ma anche più produttivo). Ho adottaro questo punto di vista guardando il mio male e guardando più volte quello di altri direttamente meglio occhi.
Bel video in generale e molto interessante dal mio punto di vista, sono uno studente di 18 anni e frequento il liceo scientifico e un professore ha usato un'ora di educazione civica per parlarci di questo fatto leggendo un post su instagram sulla falsa riga del femminismo che dice "gli uomini dicono di non essere tutti cosi, ma in realtà non fanno niente per provarlo" "gli uomini devono essere educati sentimentalmente a provare amore come fanno le donne" ecc. Personalmente non ho mai fatto del male a nessuno, ma mi sono riconosciuto(non nego la mia sorpresa) in Filippo Turetta quando ho sentito che nel momento in cui la ragazza lo ha lasciato, lui diceva di volersi "eliminare". Questo tipo di pensieri lo ho avuto anch'io quando una ragazza mi rifiutò e non riuscivo a uscirne perchè deluso dall'immagine di ciò che per me era una sorta di scappatoia dalla vita in cui non mi sentivo amato da nessuno(0 amici, famiglia in cui il padre torna la sera tardi e non spiccica una parola, scuola in cui non seguivo buone compagnie) e mi sentivo male pensando che la mia vita fosse finita li. Col tempo sono riuscito a venire a patti con questo rifiuto, anche migliorando la mia vita sociale e la mia personalità nonchè aumentando la sicurezza in me stesso attraverso il fisico e sviluppando un buon rapporto con la mia famiglia, ma secondo me una cosa detta sul finale non è necessariamente vera: se io amo qualcuno, e dunque mi offro incondizionatamente a questa persona, una volta ottenuto un rifiuto in cambio non riesco a immaginarmi come un rapporto tra i due possa essere ancora possibile, se non di indifferenza per non dire peggio. I rifiuti capitano, e ne ho avuti molti altri dopo quella ragazza che mi ha fatto scendere in uno dei periodi più brutti che io abbia avuto nella mia vita, e sono risalito riuscendo a migliorare nei vari ambiti della vita come ho già scritto, ma tutt'ora io vedendo me stesso e le persone attorno a me, non comprendo come un rapporto salutare dopo un rifiuto possa essere concepibile, soprattutto se si rifiuta una proposta che in sè ha uno sforzo che può essere monumentale per alcuni. Tutt'ora la ragazza che mi rifiutò si dispiace di avermi rifiutato, avendomelo detto più volte faccia a faccia e scusandosi sinceramente, ma personalmente non riesco a provare la stessa simpatia che prova lei nei miei confronti sapendo che questo rifiuto, tralasciando le intenzioni, ha provocato lo stesso risultato in me e ho dovuto fare i conti con il mio brutto periodo senza il suo aiuto e senza che lei mi aiutasse in nulla. Spero che qualcuno abbia avuto esperienze contrarie alla mia anche perchè non auguro a nessuno di non sentirsi mai amati, però vorrei ascoltare le vostre opinioni. Detto ciò grazie Rick, a domani👋
Sicuramente è estremamente difficile tenere un buon rapporto dopo il rifiuto, semplicemente perché questo rifiuto va a toccare una ferita profonda, e a seconda di quanto a fondo abbia le sue radici, può rendere estremamente arduo interfacciarsi con quella persona senza continuare a sentire il dolore, ma non è impossibile.. dipende da quanto la persona riesce (in psicoterapia, da sola o con l'aiuto di qualcun' altro) a lavorare su questa ferita, integrandola e riconoscendola come parte di un vissuto passato. Il rifiuto anche se dato da quella specifica persona, infatti, va a toccare un punto di noi più antico, una volta che capisci che quel dolore si è probabilmente sviluppato nell'infanzia, in un non sentirsi amato che va ben oltre quella ragazza che nel momento presente ti ha rifiutato, è più facile slegare questa reazione emotiva da quella persona e magari costruire un rapporto nuovo con lei, che si basa su qualcosa di diverso dal bisogno di essere amato... Ricordandoti che l'unico amore che guarisce è quello che tu puoi dare a te stesso. Non essere però rigido con te stesso, già hai fatto tanto, se non riesci a salvare quella relazione, pazienza!
Beh chie dire, ti ho criticato spesso ultimamente per dei contenuti (es quello su spero calcare) che trovavo fatti non troppo bene. Però oggi devo onestamente farti i miei complimenti per questo bellissimo video. Sei uno dei contraddittori migliori che ho quando rifletto sul mondo, perché, anche se non condivido molto spesso i tuoi ragionamenti, li trovo (quasi) sempre molto interessati e in grado di ampliare le mie vedute. Grazie davvero.
Michele Mezzanotte è credo il miglior psicologo su youtube, a mio parere fa spesso parallelismi tra la mitologia e la psicologia, lo trovo molto interessante
“Il significato e la dignità dell'amore, inteso come sentimento, dipendono dal fatto che esso ci costringe a riconoscere nell'altro, realmente e con tutto il nostro essere, quello stesso valore centrale e assoluto che, in forza dell'egoismo, noi ammettiamo soltanto in noi stessi, sino a determinare lo spostamento del centro stesso della vita personale.” - Vladimir Sergeevič Solov'ëv
Ecco bravo, parliamo di indivualità. Di causa individuale.. Non siamo colpevoli...nessuno di noi lo é...nessun uomo è colpevole, e trovo che questa narrazione sia estremamente nociva. Il pensiero purtroppo come sappiamo, genera mostri ...facciamo in modo che questri mostri non si creino...
Finché qui in Italia non ci si responsabilizza, la colpa sarà sempre di "qualcun'altro". É il motivo per cui alla fine di un qualsiasi dibattito (che nasce solo in seguito ad un fatto di cronaca, quindi a danno fatto) ci si ritrova con un pugno di mosche. Il punto é che finché non smetteremo di essere induvidualisti ma penseremo anche al miglioramento del nostro contesto, non riusciremo mai ad evolverci abbastanza per poter affrontare insieme e realmente i nostri problemi sociali
Grazie, faccio fatica a dire che il pensiero di fare fuori chi mi ha ferito è balenato spesso nella mia mente. Nessuno escluso, fidanzato genitori, colleghi ecc. Proprio la consapevolezza di non poter controllare tutto mi ha fatto delegare tutto a Dio😅
Sicuramente ci sono tanti ingredienti, ed una grande complessità, ma resta il fatto che secoli di patriarcato è presente e agisce in vari modi. Tutti appunto siamo responsabili e dobbiamo guardare anche questo aspetto francamente dentro lo specchio. Auto esaminarci donne o uomini che siamo, per trovare i riflessi inconsapevoli di quella cultura che sotteranea e permeante ( con le varie sfaccettature a cui alludi) e riconoscerli in primis davanti a quello specchio.
Inoltre non ho capito che alibi darebbe riconoscere il patriarcato come una delle componenti IMPORTANTI nel processo di brutalità, possesso e odio. Io non do colpa al genere maschile, ci mancherebbe, ma riconosco che a volte temo alcuni atteggiamenti maschilisti, odio le battute scontate che spesso troppo spesso si sentono nei confronti delle donne. Ho come l’impressione che qui si sia immersi un po’ troppo nella filosofia ( va bene ma poi c’è la realtà quella soffocante e prepotente) e si perda di vista che ci siamo davvero dentro tutti. Le leggi che non ci difendono abbastanza, l’educazione ancora troppo pervasa da secoli di onnipotenza maschile ( io per prima ho fatto fatica come donna ad allontanarmene perché respirata a fondo) e vogliamo parlare di un ruolo un po’ troppo scontato della madre perfetta che arriva sempre dappertutto ( salvo poi dare sempre a noi tutte le colpe quando le cose non funzionano?) . Sinceramente mi pare che si stia mettendo un po’ da parte il fatto che questa cultura maschile ci abbia impregnato fino all’osso e che siamo dentro sempre e comunque da generazioni e si faccia davvero molta fatica ad allontanarci da tutte queste tradizioni… ruolo della religione incluso..
@@bacodasetapatla verità invece secondo me è il contrario. Lui era un drogato(di lei) Quando uno è drogato è sottomesso alla droga. Adesso non so come Giulia trattava lui. Ma sicuramente aveva potere su di lui. Se magari lui si sentiva trattato male ma non poteva sottrarsi alla droga si stava riempiendo d'odio. Lui doveva abbandonarla oppure cercare di uscire dalla droga(Giulia). La differenza è semplice:L'uomo rispetta le regole,è pronto a tutto per la donna,è responsabile. La donna è il contrario. Nel patriarcato secondo me non sarebbe successo nessun omicidio in generale secondo me. I genitori secondo me dovrebbero entrambi avere un ruolo educativo. Secondo me le femmine sono più simili alla madre e pertanto verranno punite di meno.Pertanto,secondo me,rispetteranno di meno le regole e saranno più irresponsabili. Secondo me se anche l'uomo educasse non ci sarebbe l'omicidio di nessun genere.
@@domenico4533 potrei rispondere che secondo secondo te e ancora secondo te hai tralasciato fatti importanti che emergono, il senso di colpa istillato in Giulia da lui, che emergono dai suoi messaggi alle amiche. Non lo sopportava piu e non lo amava piu, ma temeva che si suicidasse perché lui lo diceva spesso anche ai genitori. Se fosse stata un pochino piu grande magari avrebbe potuto gestire meglio la situazione e lasciarlo tagliando i ponti. Come dice la criminologa famosa, con certe persone con tratti narcisistici meglio tagliare in toto perchè diventano sempre piu pericolosi. Vabbeh su tutto il resto che hai detto.. ma quando mai le figlie vogliono somigliare alle madri a quell’età se ne sai anche pochino di psicologia dovresti sapere che fanno di tutto per tagliare il cordone e staccarsi dalla figura materna. Lui è talmente pronto a tutto per la donna che ha pensato bene di mettere due sacchi in auto, scotch e coltelli ( magari uno solo poteva rompersi) almeno eliminandola riusciva a vivere senza di lei! Il tuo discorso di far ricadere sulla donna la colpa di tutto è proprio l’espressione del patriarcato e mi auguro che tu stia scherzando
@@bacodasetapat se sai il coso di edipo c'è prima una competizione poi diventa il riferimento. Non mi ricordo bene ma non mi interessa ricordare,modestamente.
Assurdo come abbia demolito in quasi un'ora ogni dase che questa società malattia ci ha dato (chiaramente forviante) questo video andrebbe guardato 10 volte per interiorizzarlo come si deve
Assolutamente d’accordo sull’analisi delle microcause : la genitorialità, la scuola , la piacevolezza, ecc. , riconosco che è un problema complesso, sono d’accordo che non si possa indicare una causa unica che ci faccia sembrare fighi nell’averla individuata, ma non puoi dire che il Turetta del mondo è dentro di noi , allo stesso modo in uomini e donne perché non mi pare che ci siano centinaia di uomini uccisi da donne , nè è possibile paragonare Turetta alla Franzoni sono due violenze che hanno origini completamente differenti , l’una è prevalentemente maschile per quanto la tua analisi voglia generalizzarla , l’altra solo femminile perché legata al lato tragico della maternità.
Discorso di una lucidità impressionante. Fa riflettere su noi stessi più che al di fuori. Non sento nessuno affrontare lo stesso argomento come rick. Tutti si sentono dei puri agnellini. Ignari del fatto che potremmo essere proprio noi gli autori di una possibile crudeltà verso il nostro prossimo.
Questo commento mi colpisce molto perché appena ho saputo della morte di Giulia mi sono chiesto "e se la prossima volta fossi io quello che uccide la propria ragazza?" É stato il primo pensiero perché è una mia paura quella di divenire un mostro che uccide senza pietà e in questi giorni la domanda mi ritorna spessissimo. Siamo così diversi io e lui? Non rivediamo nei suoi comportamenti delle cose che anche noi potremo fare per un motivo o per un altro? E come trasformare quel dolore che lui ha provato e che ognuno di noi prova/proverà nella vita in un punto di crescita?
@@pietrino30 Esatto! Questa è la cosa più inquietante. Centrato in pieno il contenuto.
@@pietrino30un motivo in più per restare single. 😅
Però scusate adesso, ok che siamo animali, ma siamo esseri umani e in quanto tali dotati di ragione. Usciamola no? Per uccidere qualcuno ce ne vuole davvero tanta di rabbia, rabbia repressa e covata penso da tutta la vita, probabilmente originata dal rapporto con il caregiver.
Chi uccide spesso è privo di empatia, non è soltanto un gesto impulsivo e finita lì. Chi uccide vede solo sè stesso e le proprie esigenze devono essere soddisfatte, chi uccide non è semplicemente una scimmia, ma spesso è calcolatore, premedita tutto perchè non ha rispetto minimo per la vita degli altri.
Prima esplode in rabbia --> continua a non accettare --> premedita --> uccide.
Eventi statisticamente molto improbabile. Però certo, ognuno di noi potrebbe essere il prossimo Totò Riina.
è una di quelle cose che più mi hanno spaventato in questi ultimi due anni, la possibilità di poter fare del male a qualcuno a me caro. Gli attacchi d'ansia che arrivavano sono stati terribili. motivo per cui ci sto lavorando ogni giorno, cosa molto difficile, ma necessaria per la propria crescita.
50 minuti di applausi. Hai dato voce a quello che pensavo in questi giorni.
Grazie Rick, onestamente questo penso sia l'unico contenuto che ho visto sull'argomento in questi giorni che sento mi abbia arricchito e fatto effettivamente riflettere.
Non ci credo… un discorso lucido, tranquillo, intelligente e non ideologizzato!
allora è possibile!
la "colpa" è nostra che deleghiamo a questo o a quell'altro trombone a caccia di views, voti, medaglie, notorietá. Spero che la piazza di oggi a roma "prenda in mano" la situazione. L'unica soluzione possibile siamo noi.
Grazie Rick, sei l'influecer di cui la nostra società ha bisogno.
…Ma non quello che si merita😂
No...
@@unisonokey no,no.È quello che si merita.
Dall'inizio di questa storia i miei social si sono riempiti di guerre e deliri su chi o cosa fosse la causa. Poi ho visto questo video e tutto si é sistemato
Come sempre un'analisi lucida e profonda. Posso solo dire che nel quadro di società che hai tracciato è sempre più raro trovare persone che ragionano e ponderano in questo modo. Ti seguo ormai da anni e ti sono davvero grata perché grazie al tuo preziosissimo lavoro di divulgazione ho scoperto e allenato lo sguardo allo specchio, mi hai aperto un mondo di inestimabile valore che non conoscevo, grazie.
Sono d'accordo, in linea generale, con il discorso di base.
Guardarsi "attraverso" lo specchio, interrogarsi sempre sulle proprie scelte e sulle proprie "convinzioni".
Accettare i sentimenti negativi al pari di quelli positivi.
Ma per il problema di fondo è: come decliniamo quello che "sentiamo" dentro se non abbiamo le basi per comprenderlo?
Ognuno di noi reagisce diversamente ad uno stimolo esterno. E questo avviene sin dall'infanzia.
E sin dall'infanzia che si innescano quei meccanismi (o "comportamenti") che poi determinano la nostra "personalità" (che, banalmente, potremmo definire come "la visione che l'altro ha di noi").
E la personalità di un sogetto si lega indelebilmente alle "azioni" (positive o negative) che esso stesso esprime verso gli altri (famiglia, amici, ecc ecc)
Crescendo queste emozioni/azioni "formano" il carattere di una persona.
E qui è già tardi.
[Esempio pratico: sentendo parlare la maggior parte dei bulli avrai sempre la stessa risposta: non "sentivo" nulla (oppure "non so perchè l'ho fatto"). Quindi un'incapacità totale nel ricoscere i sentimenti/azioni come qualcosa di dannoso - ho fatto l'esempio dei "Bulli" perchè quello più attenzionato mediaticamente, ma avrei potuto riportare le stesse frasi per altre situazioni patologiche che riguardano i ragazzi]
Questo, per tornare al discorso di prima, avviene perchè la stragrande maggioranza dei ragazzi/e non riconosce le emozioni come reali. Come processi mentali presenti in ognuno di noi.
Ecco, quindi, che penso che sì, è necessario guardarsi dentro e provare a "discutere" con se stessi quanto il più possiili.
Ma è altresì necessario dare a tutti gli strumenti per poter discutere.
E questo solo la scuola/istruzione può farlo.
Quindi si, è necessario introdurre nelle scuole corsi di psicologia (sentimentale, affettiva od altro, scegliete voi) che possano aiutare tutti a ricoscere quello che succede attorno e a dare una "classificazione" delle emozioni/sentimenti/interazioni umane.
Penso che sia l'unico modo per provare a creare per un domani, o forse tra 100 anni, una società migliore dove quei conflitti e quelle esaperazioni di cui parli possano essere limitati (perchè eliminarli del tutto è impossibile)
P.s.:comunque si è molto più sensato quello che dici tu rispetto all'80% degli intervistati in questi giorni in TV
Senza alcun dubbio, il contenuto migliore espresso in questa attualità drammatica. Eccola qua, la visione "dall'alto " a fare un lucido punto della situazione. Grande Rick.
Sono assolutamente d'accordo, è una questione di controllo...Il paradosso sta nel fatto che non siamo sempre pronti ad accettare che vediamo fondamentalmente un pericolo. Ottimo ragionamento, grazie Rik
Prendersi cura di quel che si ha dentro è inquadrabile in un atto di responsabilità nei confronti di se stessi, ma sicuramente anche un dovere nei propri confronti che poi si riflette nel mondo... e purtroppo questo mondo non à tanto differente da come siamo dentro (anche se ormai avremmo dovuto già averlo capito e superato). Sfortunatamente il concetto di dovere nei propri confronti non è parte della nostra società o quanto meno della nostra cultura, ma rimane comunque una nostra responsabilità, collettiva e individuale. Bravissimo Rick, come sempre.
Ti conosco da anni ma nell'ultimo mese ti sto ascoltando quasi tutti i giorni e oltre a condividere quasi tutto ciò che dici offri sempre spunti di riflessione interessanti. Con questo video mi sono abbonato, livello base perché al momento non ho fonti di reddito, grazie per ciò che fai con i tuoi video.
Io quando ho provato a dire (fra le varie cose) che colpevolizzare aprioristicamente un intero genere è sbagliato mi sono beccato gli insulti...
Bravo, non ho nient’altro da dire. Una grande delucidazione e schiaffo a chiunque osa porsi come giudice supremo della morale, dicendo cose tanto bestiali quanto insensate, spero che il maggior numero di persone guardi questo contenuto per farsi un’esame di coscienza
Duro e graffiante. Oggi è stata dura ascoltare questa cogitata, una delle più difficili per me degli ultimi mesi. Perché spesso mi interrogo su quello che ho dentro e quello che sto mettendo nella mia attuale relazione. Sono un maniaco del controllo che cerca di irregimentare le variabili senza successo, prendendo porte in faccia e sberloni sul lavoro, in famiglia, nella vita in generale. Mollare il controllo e diventare più morbidi forse può indicare la strada per la saggezza? Non lo so, ma la ringrazio signor Dufer per questa lunga e intensa riflessione.
Che bello saper comunicare così bene! Il lavoro su se stessi è di fondamentale importanza, grazie!
Come quasi sempre avviene, mi trovo d'accordo con te. Peraltro avendo fatto io nel mio piccolo canale un video che, con una raffinatezza linguistica non ovviamente al tuo livello, ho detto più o meno le tue stesse cose. Ciao complimenti. Diego
Rick commento poco i tuoi video, volevo solo dirti che mi piace un casino il modo in cui sei cresciuto da quando hai aperto il canale sei un faro per poter migliorare sempre e comunque.
Non ti fermare mai
Complimenti…e grazie!
Un video che serviva e che aiuta a comprendere bene una situazione confusa e complessa.
Bravo!👏🏻
Amo la suddivisione in capitoli di questi video. Grazie Rick&family
arrivi al momento giusto e con il perfetto tema. Grandi parole. Fondamentale comprenderle per essere persone migliori.
Grande puntata, complimenti e grazie per le riflessioni, soprattutto per quelle che in questi giorni stai portando sull'interiorità.
Concordo con tutto ciò che hai detto. Sto attraversando un periodo dolorosissimo per una relazione finita dove avevo investito tantissimo emotivamente. Le tue parole mi hanno fatto riflettere molto.
L’analisi più lucida e obbiettiva, che in questi giorni, ho sentito su questa tragica vicenda!
rick hai una mente molto elevata, grazie per le tue lezioni di vita che mi dai ogni giorno
Greve
Grazie in effetti possiamo alterarci tutti di fronte a grandi stress emotivi soprattutto il rifiuto e il fallimento e non sappiamo come reagiremmo se incolpassimo qualcuno di questo. L estrema conseguenza potrebbe essere un delitto o un delirio. E tanto importante staccarsi e riflettere tutti siamo potenziali iracondi. Grazie per averlo spiegato bene.
Mamma mia che video, completamente d'accordo. Bisogna guardarsi e capirsi sempre perchè spesso le ombre che non vediamo lavorano contro di noi fino a divorarci. Video stupendo.
non metto un like ad un video da oramai troppi anni ,questo è veramente meritato
Complimenti davvero Rick, mi hai fatto prendere atto del fatto che nelle mie parole ci sia ancora tanta inesperienza e incapacità di esprimersi con lucidità. Sono giorni che sto male per la tempesta mediatica che sta avvenendo nei confronti della figura maschile e non sono riuscito ad identificarmi in nessuna "fazione" se così si possono chiamare. Sei riuscito a dar voce a ciò che sentivo dentro ma che non ho avuto la capacità, l' esperienza e la lucidità di esprimere senza scadere nel prendere parte a questa guerra faziosa che si sta venendo a creare. Spero che più persone possibili vedano questo video e riflettano esattamente come sto facendo io, bisogna tornare ad essere in grado di guardarsi allo specchio e individuare in noi ogni possibile barlume di problematica e agire nel merito per migliorare la situazione, perché c' è sempre la zona nera che possiamo esplorare per migliorarci.
Grazie davvero..
In mezzo a questa quasi primordiale confusione, un barlume di speranza. Grazie per l'ispirazione.
Da riascoltare più e più volte. Monito che tutti dovrebbero ascoltare
Il tuo discorso mi ha permesso di razionalizzare una ferita profonda trasformandomi da vittima in agente ❤
Unico discorso sensato nel marasma di idiozie dette in questi giorni
Hai detto SOLO cose sensate...Grazie Rick
Questo video mi ha suscitato tanti dubbi, il che mi fa piacere perché mi permette di riflettere ed evolvere, anche se amplifica quella sensazione spaventosa di perdita di controllo di cui parli. Da un lato mi sono ritrovata nelle tue parole e hai espresso concetti che io pensavo già prima che questo episodio mi portasse alla riflessione. Dall’altro, però, io credo che, nonostante non ci sia una reale soluzione per impedire tutti i Filippo Turetta, sia possibile, mediante la presa di consapevolezza, evitare che il Filippo Turetta dentro di noi prenda il sopravvento. E credo che, nel solito modo violento con cui si affrontano le questioni sui social (e in questa vicenda mi metto in mezzo anche io purtroppo), le persone stiano disperatamente cercando questo, un modo che possa permettere a noi stessi e agli altri di essere più consapevoli. Mi sarebbe piaciuto che affrontassi anche il tema del famoso “problema culturale”, perché è una cosa che io penso esista e, a maggior ragione dopo aver visto questo video, mi chiedo quanto si possa fare affidamento solo sulla capacità individuale di “guardarsi allo specchio” per risolverlo. Magari anche l’idea di poter risolvere questo “problema” è mossa da quella paura di non perdere il controllo e da quella pretesa di avere in mano la soluzione, ma allo stesso tempo ritengo che sia giusto tentare di aumentare la consapevolezza in ogni modo possibile. L’educazione affettiva (per fare un esempio) potrebbe non essere la soluzione univoca, ma tentar non nuoce. Sicuramente non fermeremo tutti i prossimi Filippo Turetta, ma magari riusciremo a evitare l’insorgerne di molti. In questi giorni ho pensato a un paragone che credo sia adatto: ho riflettuto sul fatto che essere una persona con una inclinazione allo sviluppo della depressione non implica che sarai sicuramente depresso; ci possono essere le condizioni esterne favorevoli affinché questa condizione non emerga, come ci possono essere quelle sfavorevoli. Poi il fatto di creare condizioni favorevoli non implica che avrai la certezza che la depressione non si manifesti, ma potresti ridurre i rischi. Penso che coi femminicidi si possa fare lo stesso discorso: un’inclinazione alla violenza può trovare terreno fertile in alcuni contesti e può essere arginata in altri. Io credo che si stia chiedendo proprio questo: creare un contesto che riduca i rischi che i Filippo Turetta esplodano.
Rick questa è una grandissima puntata!
Mi sono ritrovato in alcune cose che hai detto e sicuramente ne parlerò in terapia, grazie!
video che serenamente ti invita a riflettere su di te, i tuoi limiti e il mondo che va per una logica che molto spesso non comprendiamo. Grazie Rick , mi hai rasserenato dal bombing mediatico di questo periodo.
Cercare di rendere coerenza l'incoerenza é la Base di questo discorso.
Con la tua "prudenza" stai cercando il controllo di quello che potrebbe accadere.
Il tuo discorso si contraddice.
Grazie Rick per questo discorso lucido in un chiasso ideologizzato che non fa altro che sfruttare una tragedia per portare acqua al proprio mulino
Rick mi hai fatto venire i brividi. Pensiero toccante pur in estrema lucidità. Grazie
Bel video, grazie, avrei dovuto ascoltarlo prima, invece di scornarmi con persone che apprezzo e che amo.
Sempre un piacere ascoltarti, Ric. Ma boccata di aria fresca, ma anche un momento per rallentare e riflettere sul mondo che ci piomba addosso. Grazie
Video veramente bellissimo. Mi sono ritrovato in molte cose che hai detto. Grazie Mille!
Di video bellissimi ne hai già fatti tanti , forse questo è il tuo migliore in assoluto , di sicuro tra i migliori . Grazie per aver condiviso le tue riflessioni .
Direi che hai centrato perfettamente il tema e tutte le problematiche connesse. Davvero bell’intervento.
Assolutamente un bel discorso. Grazie Rick per l’arricchimento di tantissime persone che ti seguono
Rick finalmente qualcuno che ha una voce originale, profonda e fuori dal coro
Rick, come sempre hai una limpidezza del discorso che è quella che manca alla società di oggi. Non solo mi trovi d'accordo, ma mi fa riflettere su quanto davvero come società stiamo andando alla deriva nella ricerca di un capro espiatorio, un tentativo di controllo che si tramuta in un nascondersi dalla complicatezza della realtà, sia esteriore che, e soprattutto, interiore.
Il tuo è uno di quei pochi canali (fra cui quelli di Massimo Polidoro, Wannabebuddha, Gennaro Romagnoli o Valerio Rossi) in cui ho trovato SEMPRE contenuti che hanno apportato qualcosa di buono e utile alla mia vita.
Sei in assoluto il miglior punto di riferimento che abbia mai trovato sui social ...ma probabilmente anche in generale nella mia vita. Sono totalmente incazzato di dover sempre sentir i giudizi affrettati dei soliti idioti.
Complimenti, puntata su un tema difficilissimo trattato con la tua solita lucidità e chiarezza di altissimo livello. Credo che molti dei discorsi da te affrontati in questo video potrebbero essere considerati "educazione sentimentale" e dovrebbero essere proposti agli adolescenti durante la loro formazione.
Questo video me lo sono salvato nei Preferiti, per poterlo tornare a vedere, di tanto in tanto, quando serve
puntata da mandare in onda su rai 1 in prima serata, bravissimo
Ottimo discorso, sono veramente felice che al giorno d’oggi ci siano persone che vogliono far usare la mente e non ad arrivare sempre e solo a conclusioni senza neanche un minimo ragionamento…pensare, riflettere sono le cose che fanno percepire meglio le situazioni ❤
Veramente complimenti per questo video, hai espresso dei concetti importanti per quanto difficili da "digerire".
Complimenti sinceri, bellissima puntata, la conclusione finale non fa una piega
Mi sento parzialmente d'accordo: se da una parte penso di essere d'accordo col ragionamento nel complesso, dall'altra non credo si possa trascurare il numero di donne e ragazze vittime di mariti, fidanzati o ex. In generale penso che il punto sia farsi delle domande per comprendere il fenomeno e la prima che mi viene in mente è: "quali sono stati i segnali che abbiamo trascurato per comprendere che stava succedendo tutto questo?", non tanto per additare un colpevole, ma più per capire se quegli stessi segnali li posso trascurare io nella mia vita stessa, che arrivino da me o da chi mi circonda.
Un discorso sano e sensato, complimenti
Detto in modo magistrale quello che penso….grazie
Wow ammiro un sacco i tuoi video, specialmente questo!!!👏👏👏
La penso esattamente come te. Proprio domenica con gli stessi argomenti e quasi le stesse parole ne parlavo a casa di amici. Aggiungerei solo una cosa se permetti ed è forse l'unica che davvero dovrebbe appartenerci come uomini, come maschi, in questo momento. La capacità di stare zitti. accogliere l'emotività e la protesta dell'altra metà del mondo. Senza giudizio. Ascoltare e poi guardarci allo specchio per riconoscere i Turetta dentro di noi. Fatto questo ricostruiamo quelle alleanze di cui parlavi che altre ricette non esistono.
@@andreab-o6q Evidentemente non hai né visto o capito il video di Rick e neppure capito il mio commento. Stare zitti e accettare passivamente sono cose molto diverse. Io parlo di un silenzio attivo, di presa di coscienza, di riflessione personale. Non condanno chi scende in piazza, ognuno ha il suo modo di affrontare eventi che suscitano così tanta emotività, tuttavia se perdiamo l'occasione di guardarci allo specchio, di guardarci dentro, perdiamo una preziosa occasione di fare quello che più serve. Non commento poi il tuo giudizio sulla mia figura retorica, in quanto non ve n'è necessità. Ogni persona adulta e matura sa che è così. Concludo solo dicendo che non mi pare vi sia alcun intento di proselitismo, qui si condividono e si confrontano idee ed esperienze, cosa che mi pare migliore del tuo atteggiamento controproducente e sterile.
@@andreab-o6q fra ti stupirai di quanti (per lo meno in sicilia) vorrebbero fare quello che fece turretta... statisticamente TUTTE le casistiche di omicidi si son abbassati in italia, i femminicidi NON CALANO MAI... ora capisco il tuo discorso dell'autoflagellazione, ma ora ci smuoviamo noi e cerchiam di fare qualcosa nel nostro piccolo???
Ci si dimentica sempre che la responsabilità è sempre e solo individuale. Purtroppo la società (intesa sempre come risultato delle interazioni tra individui) cerca sempre di deumanizzare e deresponsabilizzare, come meccanismo di difesa, gli individui che compiono atti criminali. Siccome non si vuole accettare che gli esseri umani possono uccidere altri esseri umani, si cercano le colpe al di fuori del soggetto che compie l'azione. La colpa sarà del patriarcato, della scuola, dei genitori, del sesso dell'individuo ma mai dell'individuo in quanto tale. Da lì si parte con le generalizzazioni quindi avremo che "Tutti gli uomini sono potenziali assassini e stupratori" anche se in realtà si parla di una piccolissima fetta della popolazione, nemmeno lo 0.1% del totale. Se un individuo sbaglia non c'è bisogno di svincolare lo sbaglio dalla persona che lo commette e addossarlo al gruppo cui "fa parte" (uomo etero bianco, immigrato, ebreo, ecc.). Queste argomentazioni venivano fatte negli anni 30 per delegittimare, disumanizzare e poi sterilizzare o eliminare gruppi di persone.
È ovvio che una persona così debole non possa far altro che sfogarsi su una persona che trova praticamente indifesa. Purtroppo quasi sempre la persona più vulnerabile è qualcuno che si fida di te: un partner, un figlio, un genitore..
Non sono d’accordo, la percentuale ti deresponsabilizza e ti priva della responsabilità di trovare dentro di te il potenziale assassino. Perché lo siamo tutti, indipendentemente dal genere. Mi pare che anche tu stia indicando il punto di partenza più lontano da te. Dovremmo tutti avere la volontà di scavarci dentro e capire come essere all’altezza di gestire sé stessi nell’inaspettato e affrontare il dolore che ne comporta.
Il tuo è un pensiero, un discorso che dovrebbe essere abbracciato almeno dal 90% degli individui che popolano social network e altri canali di informazione, quali anche quelli presenti su RUclips.
Temo sia (quasi) l'opposto; ma potrei sbagliarmi; lo spero.
@@unisonokey La percentuale serve per capire che quel tipo di argomentazione non è altro che l'opposto della fallacia ecologica, ovvero la fallacia dell'eccezione che consiste nel prendere un singolo (o pochissimi casi) per giungere a conclusioni sulla popolazione. A me infastidisce il modo di argomentare privo di qualsivoglia logicità o fondo scientifico ma pregno di emotività, rancore e un pizzico di malizia. La complessità delle variabili che ci circondano non può essere semplificata con generalizzazioni che polarizzano il dibattito e delegittimano in partenza individui che non hanno nulla a che fare con quei fatti atroci. Inoltre, ricordando Hanna Arendt, se tutti sono responsabili allora nessuno è realmente responsabile. La responsabilità è sempre individuale.
@@mariospoto6228 ma certo, quello che intendo dire è che se è vero che le responsabilità sono individuali, ed è sacrosanto riconoscerlo, i moti interiori che hanno spinto l’assassino sono universali. Sarebbe troppo comodo l’opposto. Quello che posso fare ora è tenermi sempre sotto controllo perché in una situazione estrema il mostro non rompa le catene.
Sei un grande uno dei pochi che porta a ragionare davvero.
Video stupendo... davvero illuminante!! Bravissimo
Non sempre ti apprezzo ma devo dire che ho ricavato qualche spunto e riflessione interessante da questo video!
Complimenti Rick per la lucidità con la quale parli dell'argomento, cosa estremamente rara in questi giorni dove l'emotività e forse anche la malafede fanno da padroni. Sono d'accordo con te su praticamente tutto eccetto un punto, ovvero sul non puntare il dito contro il patriarcato. C'è un dato che mi ha colpito molto, nonostante il numero degli omicidi sia crollato negli ultimi decenni non si può dire lo stesso dei femminicidi. Se in Italia in passato, comunque recente, erano commessi 400 omicidi circa l'anno di cui 80 femminicidi ora se ne commettono 180 di cui comunque 80 sono femminicidi con un rapporto passato da 5,8 uomini uccisi per ogni donna a 1,6 uomini per ogni donna. Questo è sintomo di come la nostra società si sia evoluta e abbia smesso di concepire l omicidio come una soluzione ad un conflitto in ogni caso eccetto uno, eccetto quando perpetrato nei confronti di una donna. Onestamente faccio molta fatica a trovare altra spiegazione all'infuori del fatto che questa evoluzione sia stata effettuata in un ambiente dove il modello imperante è quello del patriarcato che quanto meno mi sembra essere una parte molto importante del problema, ovviamente non l'unica, ma comunque molto importante.
Di sicuro il patriarcato è rilevante ma non credo sia il problema principale. Mi spiego (in ogni caso è solo la mia opinione e sono ben felice se mi fai trovare degli errori nel mio pensiero).
Noi siamo abituati a far dipendere la nostra felicità da ciò che ci circonda, da qualcosa di esterno (possesso come soldi, oggetti oppure riconoscimento sociale ma anche cose più "importanti" come divertimento, rapporti con gli altri e tanto altro). E va bene così. Però se noi esterniamo il nostro desiderio di felicità, lo incarniamo in qualcosa di esterno, quando questo qualcosa cambia, non ci soddisfa più oppure non c'è più, noi non siamo più felici. Questo può accadere alle relazioni, o anche ad esempio ai (video)giochi (quando ci stanchiamo di giocarci).
Dobbiamo quindi avere una visione più critica di ciò che crediamo ci renda felici (e magari non basarci solo su cose esterne, vedasi il video "3 principi della filosofia per una vita più equilibrata", sempre di Rick). Dobbiamo capire che non possiamo controllare la realtà per farla adattare alla nostra aspettativa. Perchè si, noi ci crogioliamo nel sogno della nostra aspettativa, ma poi quando un imprevisto avviene, ci crolla tutto. Dobbiamo quindi capire che l'altra persona non è solo come la vedo io. Siamo esseri complessissimi, già non conosciamo (e non controlliamo) appieno noi stessi, come possiamo farlo con gli altri? Quindi dobbiamo capire che l'altro è autonomo, noi vediamo solo la punta dell'iceberg. Quindi amare significa anche accettare i cambiamenti che avverranno nell'altro, rimanendoci male, soffrendoci, discutendone ma rispettando la decisione altrui, accettandola e non pretendendo che l'altro rimanga nella mia campana di vetro.
Questo vale con le persone ma anche con tutto. Siamo abituati ad essere delusi da ciò che ci circonda e quindi tendiamo a crearci una realtà ad hoc per non essere delusi. Ma questo ci porta ad altro malessere, perchè la delusione futura sarà ancora più profonda. Dobbiamo imparare ad accettare il fatto che ci saranno delusioni nella nostra vita.
Poi tutto questo, nel rapporto uomo-donna, è accentuato verso una direzione, e qui si che centra la gerarchia patriarcale. Perchè l'uomo evidentemente ha delle aspettative totalmente sbagliate dal rapporto con la donna (e con la società).
Però risolvere la gerarchia patriarcale lascia intatto il problema sottostante, che è l'incapacità di vedere la realtà per come è, l'incapacità di creare una base solida e vera per il nostro quotidiano.
Questa è la mia opinione, mi farebbe molto piacere sentire cosa ne pensi (e anche cosa ne pensano gli altri) perchè se sbaglio sono più che felice di capire dove.
Anche a me piace questa puntata e l’equilibrio con cui è gestito l’argomento. Ma resta il fatto che il patriarcato è un problema reale presente che non bisogna negare ma deve essere visto e guardato anche lui nello specchio
@@giacomopauletti5099 non sbagli assolutamente, il tuo discorso però è generale mentre qua si parla di un caso specifico. Mi spiego meglio, il tuo discorso è giusto e applicabile anche a questo caso, ma c'è molto altro in questo caso che non si riscontra in altri casi. Non credo sia giusto trattare i casi di femminicidi e in generale casi di violenza verso le donne alla pari di altri casi come quelli che hai citato tu. Non credo sia giusto generalizzare nessun caso in assoluto, ognuno ha delle ragioni e delle sfumature diverse da tenere conto. Sicuramente un filo conduttore che li lega tutti, o quasi, c'è e in questo senso rick ha ragione e lo spiega molto bene. Ma in questo caso specifico, come in tutti i casi di violenza sulle donne, è evidente come il patriarcato sia un fattore estremamente importante. È la causa di tutto? no, ma credo sia la componente fondamentale che faccia scegliere una soluzione violenta e oppressiva ad un problema che in altri contesti non verrebbe presa allo stesso modo.
Il riconoscere che c’è un patriarcato insieme a tutta la complessità che alibi darebbe? Ci siamo dentro tutti in quella mentalità purtroppo oltre a tutte le altre variabili
@@bacodasetapat infatti non cerco alibi, tutt'altro. Sono d'accordo sul non definire il patriarcato la causa del problema, ma il patriarcato è evidentemente una componente fondamentale di questo problema specifico. Patriarcato, maschilismo, sessismo. Questo è un problema anche di genere. Questo non mi deresponsabilizza, non mi crea un alibi, anzi il prenderne atto, il riconoscerlo e accettarlo mi carica di responsabilità. Essere responsabili non significa essere colpevoli, ma significa avere il potere di influire su un fenomeno. Significa inoltre avere il potere di scegliere se agire per il bene o per il male. Io mi rendo conto di essere agente, mi rendo conto di non essere colpevole di questo singolo caso, di non aver mai ucciso nessuno di non essere stato violento o discriminitorio, ma anche di aver involontariamente attuato comportamenti a volte offensivi verso il genere femminile o comunque fatto spesso troppo poco per limitare certi comportamenti di questo tipo osservati in altri. E questa consapevolezza si raggiunge solo riconoscendo che patriarcato e compagnia esistono e sono parti importanti del problema. Questa consapevolezza è essenziale per migliorare noi stessi e la società in cui viviamo. Sento troppe persone cercare vie di fuga, alibi o elementi che in qualche modo lo sollevino da queste responsabilità, troppe persone che non si vogliono assumere le responsabilità. Anche tanti qui sotto al video di rick che evidentemente si sono fermati in superficie con il pensiero senza comprendere a pieno quello che rick comunica nel video. Anche se devo dire un po paraculo lo è stato rick nel non accusare mai il patriarcato direttamente salvo poi rivolgersi direttamente ai maschi facendo un appello a combatterlo sostanzialmente. Ottimo video comunque.
Riflessioni molto interessanti. Grazie, davvero.♥️
Be', che dire...non avrei mai pensato che ci sarebbe stato un argomento su cui avrei concordato con te parola per parola.
Grazie Rick. Uno dei pochissimi che ha qualcosa di sensato da dire ! È stato il mio primo pensiero. Per me queste tragedie sono una specie di “memento mori” che uso per ricordarmi non solo che siamo esseri estremamente fragili, ma anche capaci di cose terribili ! Dal primo all’ultimo. Dalla legge del taglione alla seconda guerra mondiale gli esseri umani hanno sempre dimostrato di avere potenzialità per fare cose terribili. La natura umana non è cambiata molto nelle diverse culture e nel tempo. Nostante la tendenza generale sia quella di auto proclamarsi vittime o puntare il dito contro i carnefici sui social o magari dichiarando di far parte di un gruppo sociale superiore, dissociarsi (gridando al mostro) o mettersi su un piedistallo. Io rimango dell’opinione che auto analizzarli sia l’unica cosa che possa fare la differenza davanti a queste situazioni. Secondo me chiunque dica che tu o tutti gli uomini o il sistema ecc..siano responsabili di cose come queste, finisce inavvertitamente per de responsabilizzare un omicida. Prendere visione potenziale umano (terribile e anche incredibile) rimane una delle opzioni più valide. E purtroppo resto dell’opinione che la responsabilità sia una parola molto importante che però implicha comunque un azione diretta, perché sono le nostre scelte e azioni a determinare chi siamo, quelle di tutti i giorni. Basta una scelta sbagliata per farti diventare tutt’altro. Se questo concetto cade si destabilizza la società. Non sentitevi in colpa ma prendete visione delle cose terribili che possiamo compiere (più scomodo ma anche più produttivo). Ho adottaro questo punto di vista guardando il mio male e guardando più volte quello di altri direttamente meglio occhi.
Bel video in generale e molto interessante dal mio punto di vista, sono uno studente di 18 anni e frequento il liceo scientifico e un professore ha usato un'ora di educazione civica per parlarci di questo fatto leggendo un post su instagram sulla falsa riga del femminismo che dice "gli uomini dicono di non essere tutti cosi, ma in realtà non fanno niente per provarlo" "gli uomini devono essere educati sentimentalmente a provare amore come fanno le donne" ecc. Personalmente non ho mai fatto del male a nessuno, ma mi sono riconosciuto(non nego la mia sorpresa) in Filippo Turetta quando ho sentito che nel momento in cui la ragazza lo ha lasciato, lui diceva di volersi "eliminare". Questo tipo di pensieri lo ho avuto anch'io quando una ragazza mi rifiutò e non riuscivo a uscirne perchè deluso dall'immagine di ciò che per me era una sorta di scappatoia dalla vita in cui non mi sentivo amato da nessuno(0 amici, famiglia in cui il padre torna la sera tardi e non spiccica una parola, scuola in cui non seguivo buone compagnie) e mi sentivo male pensando che la mia vita fosse finita li. Col tempo sono riuscito a venire a patti con questo rifiuto, anche migliorando la mia vita sociale e la mia personalità nonchè aumentando la sicurezza in me stesso attraverso il fisico e sviluppando un buon rapporto con la mia famiglia, ma secondo me una cosa detta sul finale non è necessariamente vera: se io amo qualcuno, e dunque mi offro incondizionatamente a questa persona, una volta ottenuto un rifiuto in cambio non riesco a immaginarmi come un rapporto tra i due possa essere ancora possibile, se non di indifferenza per non dire peggio. I rifiuti capitano, e ne ho avuti molti altri dopo quella ragazza che mi ha fatto scendere in uno dei periodi più brutti che io abbia avuto nella mia vita, e sono risalito riuscendo a migliorare nei vari ambiti della vita come ho già scritto, ma tutt'ora io vedendo me stesso e le persone attorno a me, non comprendo come un rapporto salutare dopo un rifiuto possa essere concepibile, soprattutto se si rifiuta una proposta che in sè ha uno sforzo che può essere monumentale per alcuni. Tutt'ora la ragazza che mi rifiutò si dispiace di avermi rifiutato, avendomelo detto più volte faccia a faccia e scusandosi sinceramente, ma personalmente non riesco a provare la stessa simpatia che prova lei nei miei confronti sapendo che questo rifiuto, tralasciando le intenzioni, ha provocato lo stesso risultato in me e ho dovuto fare i conti con il mio brutto periodo senza il suo aiuto e senza che lei mi aiutasse in nulla. Spero che qualcuno abbia avuto esperienze contrarie alla mia anche perchè non auguro a nessuno di non sentirsi mai amati, però vorrei ascoltare le vostre opinioni. Detto ciò grazie Rick, a domani👋
Sicuramente è estremamente difficile tenere un buon rapporto dopo il rifiuto, semplicemente perché questo rifiuto va a toccare una ferita profonda, e a seconda di quanto a fondo abbia le sue radici, può rendere estremamente arduo interfacciarsi con quella persona senza continuare a sentire il dolore, ma non è impossibile.. dipende da quanto la persona riesce (in psicoterapia, da sola o con l'aiuto di qualcun' altro) a lavorare su questa ferita, integrandola e riconoscendola come parte di un vissuto passato. Il rifiuto anche se dato da quella specifica persona, infatti, va a toccare un punto di noi più antico, una volta che capisci che quel dolore si è probabilmente sviluppato nell'infanzia, in un non sentirsi amato che va ben oltre quella ragazza che nel momento presente ti ha rifiutato, è più facile slegare questa reazione emotiva da quella persona e magari costruire un rapporto nuovo con lei, che si basa su qualcosa di diverso dal bisogno di essere amato... Ricordandoti che l'unico amore che guarisce è quello che tu puoi dare a te stesso. Non essere però rigido con te stesso, già hai fatto tanto, se non riesci a salvare quella relazione, pazienza!
Una delle migliori puntate, apprezzatissima
Uno dei discorsi introspettivi più maturo che abbia mai sentito e nettamente più adulto e responsabile della maggior parte dei politici mondiali
Grazie per la tua lucidità Rick.
Beh chie dire, ti ho criticato spesso ultimamente per dei contenuti (es quello su spero calcare) che trovavo fatti non troppo bene. Però oggi devo onestamente farti i miei complimenti per questo bellissimo video. Sei uno dei contraddittori migliori che ho quando rifletto sul mondo, perché, anche se non condivido molto spesso i tuoi ragionamenti, li trovo (quasi) sempre molto interessati e in grado di ampliare le mie vedute. Grazie davvero.
Scusa zero calcare, colpa del correttore automatico 😅
Rick, discorso stupendo. Lo salvo. Per stemperare dico che nelle colpe iniziali hai dimenticato la TRAP
Mi hai fatto riflettere molto su me stessa. Grazie
Michele Mezzanotte è credo il miglior psicologo su youtube, a mio parere fa spesso parallelismi tra la mitologia e la psicologia, lo trovo molto interessante
Infatti entrambi hanno detto due cose molto simili.
Sempre sul pezzo. Grazie Rick
Semplicemente stupendo!! Complimenti
“Il significato e la dignità dell'amore, inteso come sentimento, dipendono dal fatto che esso ci costringe a riconoscere nell'altro, realmente e con tutto il nostro essere, quello stesso valore centrale e assoluto che, in forza dell'egoismo, noi ammettiamo soltanto in noi stessi, sino a determinare lo spostamento del centro stesso della vita personale.” - Vladimir Sergeevič Solov'ëv
Ecco bravo, parliamo di indivualità. Di causa individuale.. Non siamo colpevoli...nessuno di noi lo é...nessun uomo è colpevole, e trovo che questa narrazione sia estremamente nociva. Il pensiero purtroppo
come sappiamo, genera mostri ...facciamo in modo che questri mostri non si creino...
Ottimo lavoro rick ! Continua così
aspettavo questo video da una settimana
Finché qui in Italia non ci si responsabilizza, la colpa sarà sempre di "qualcun'altro". É il motivo per cui alla fine di un qualsiasi dibattito (che nasce solo in seguito ad un fatto di cronaca, quindi a danno fatto) ci si ritrova con un pugno di mosche. Il punto é che finché non smetteremo di essere induvidualisti ma penseremo anche al miglioramento del nostro contesto, non riusciremo mai ad evolverci abbastanza per poter affrontare insieme e realmente i nostri problemi sociali
Complimenti!
Veramente una bella puntata Rick, bravo!
Bei contenuti! Bravo
Grazie, faccio fatica a dire che il pensiero di fare fuori chi mi ha ferito è balenato spesso nella mia mente. Nessuno escluso, fidanzato genitori, colleghi ecc. Proprio la consapevolezza di non poter controllare tutto mi ha fatto delegare tutto a Dio😅
Complimenti sei stato magistrale ❤
Grazie, di cuore.
❤bellissima spiegazione ,grazie
Si, sei proprio un tipo in gamba Rick! ❤
Video monumentale , grazie .
Sicuramente ci sono tanti ingredienti, ed una grande complessità, ma resta il fatto che secoli di patriarcato è presente e agisce in vari modi. Tutti appunto siamo responsabili e dobbiamo guardare anche questo aspetto francamente dentro lo specchio. Auto esaminarci donne o uomini che siamo, per trovare i riflessi inconsapevoli di quella cultura che sotteranea e permeante ( con le varie sfaccettature a cui alludi) e riconoscerli in primis davanti a quello specchio.
Inoltre non ho capito che alibi darebbe riconoscere il patriarcato come una delle componenti IMPORTANTI nel processo di brutalità, possesso e odio. Io non do colpa al genere maschile, ci mancherebbe, ma riconosco che a volte temo alcuni atteggiamenti maschilisti, odio le battute scontate che spesso troppo spesso si sentono nei confronti delle donne. Ho come l’impressione che qui si sia immersi un po’ troppo nella filosofia ( va bene ma poi c’è la realtà quella soffocante e prepotente) e si perda di vista che ci siamo davvero dentro tutti. Le leggi che non ci difendono abbastanza, l’educazione ancora troppo pervasa da secoli di onnipotenza maschile ( io per prima ho fatto fatica come donna ad allontanarmene perché respirata a fondo) e vogliamo parlare di un ruolo un po’ troppo scontato della madre perfetta che arriva sempre dappertutto ( salvo poi dare sempre a noi tutte le colpe quando le cose non funzionano?) . Sinceramente mi pare che si stia mettendo un po’ da parte il fatto che questa cultura maschile ci abbia impregnato fino all’osso e che siamo dentro sempre e comunque da generazioni e si faccia davvero molta fatica ad allontanarci da tutte queste tradizioni… ruolo della religione incluso..
@@bacodasetapatla verità invece secondo me è il contrario.
Lui era un drogato(di lei)
Quando uno è drogato è sottomesso alla droga.
Adesso non so come Giulia trattava lui.
Ma sicuramente aveva potere su di lui.
Se magari lui si sentiva trattato male ma non poteva sottrarsi alla droga si stava riempiendo d'odio.
Lui doveva abbandonarla oppure cercare di uscire dalla droga(Giulia).
La differenza è semplice:L'uomo rispetta le regole,è pronto a tutto per la donna,è responsabile.
La donna è il contrario.
Nel patriarcato secondo me non sarebbe successo nessun omicidio in generale secondo me.
I genitori secondo me dovrebbero entrambi avere un ruolo educativo.
Secondo me le femmine sono più simili alla madre e pertanto verranno punite di meno.Pertanto,secondo me,rispetteranno di meno le regole e saranno più irresponsabili.
Secondo me se anche l'uomo educasse non ci sarebbe l'omicidio di nessun genere.
@@domenico4533 potrei rispondere che secondo secondo te e ancora secondo te hai tralasciato fatti importanti che emergono, il senso di colpa istillato in Giulia da lui, che emergono dai suoi messaggi alle amiche. Non lo sopportava piu e non lo amava piu, ma temeva che si suicidasse perché lui lo diceva spesso anche ai genitori. Se fosse stata un pochino piu grande magari avrebbe potuto gestire meglio la situazione e lasciarlo tagliando i ponti. Come dice la criminologa famosa, con certe persone con tratti narcisistici meglio tagliare in toto perchè diventano sempre piu pericolosi. Vabbeh su tutto il resto che hai detto.. ma quando mai le figlie vogliono somigliare alle madri a quell’età se ne sai anche pochino di psicologia dovresti sapere che fanno di tutto per tagliare il cordone e staccarsi dalla figura materna. Lui è talmente pronto a tutto per la donna che ha pensato bene di mettere due sacchi in auto, scotch e coltelli ( magari uno solo poteva rompersi) almeno eliminandola riusciva a vivere senza di lei! Il tuo discorso di far ricadere sulla donna la colpa di tutto è proprio l’espressione del patriarcato e mi auguro che tu stia scherzando
@@bacodasetapat intendo in generale le bambine sono più simili alle madri
@@bacodasetapat se sai il coso di edipo c'è prima una competizione poi diventa il riferimento.
Non mi ricordo bene ma non mi interessa ricordare,modestamente.
Assurdo come abbia demolito in quasi un'ora ogni dase che questa società malattia ci ha dato (chiaramente forviante) questo video andrebbe guardato 10 volte per interiorizzarlo come si deve
Complimenti ❤
Assolutamente d’accordo sull’analisi delle microcause : la genitorialità, la scuola , la piacevolezza, ecc. , riconosco che è un problema complesso, sono d’accordo che non si possa indicare una causa unica che ci faccia sembrare fighi nell’averla individuata, ma non puoi dire che il Turetta del mondo è dentro di noi , allo stesso modo in uomini e donne perché non mi pare che ci siano centinaia di uomini uccisi da donne , nè è possibile paragonare Turetta alla Franzoni sono due violenze che hanno origini completamente differenti , l’una è prevalentemente maschile per quanto la tua analisi voglia generalizzarla , l’altra solo femminile perché legata al lato tragico della maternità.
Puntata eccezionale!
Discorso molto intelligente
Grazie Rick. Una piccola luce di razionalita' in una settimana di follia.