Heidegger si ispirava, in quella concezione, a Eraclito, fonte di ispirazione anche per Hegel. E Hegel doveva molto, per sua stessa ammissione, a Spinoza, oltre che ad Eraclito. Quindi sì, un legame c'è di sicuro.
Siamo tutti in un tutto eterno, l'uomo è parte del tutto. Queste frasi, da te citate mi riportano, non so se erroneamente, al pensiero di Parmenide, mi chiedo e ti chiedo: ci sono analogie fra i due? Esiste il divenire per Spinoza e quale sarà il destino del singolo uomo dopo la morte secondo spinoza?
Qualche legame tra Parmenide e Spinoza indubbiamente c'è: entrambi riconducono tutto ad un'unica sostanza, divina, che costituisce tutto. La differenza è che Parmenide tende a negare la realtà come appare, vedendola solo come un riflesso (o addirittura mascheramento) di una unità più profonda; Spinoza invece, mi pare, spiega la realtà non come un'illusione, ma un modo di realizzarsi di quell'unica sostanza. Da qui deriva il rifiuto di Parmenide del divenire e invece la sua accettazione da parte di Spinoza. Riguardo al destino del singolo dopo la morte, il pensiero di Spinoza non è chiarissimo, tanto che ci sono commentatori che, partendo da Spinoza, hanno dato interpretazioni diverse (chi dice che non c'è alcuna vita dopo la morte, chi dice che qualcosa permane). A complicare le cose è il fatto che Spinoza, per sua esplicita decisione, non si vuole occupare della morte, perché, in una famosa proposizione dell'Etica, scrive: «L'uomo libero a nessuna cosa pensa meno che alla morte: e la sua saggezza è una meditazione della vita, non della morte».
Comunque le emozioni, i sentimenti possono anche essere semplicemente sentiti nel corpo, in quanto hanno sempre un risvolto somatico senza necessariamente agire in qualche modo, positivo o negativo che sia. Intendo dire che per esempio la paura ha un polo mentale (il pensiero che la alimenta o la situazione reale che ci troviamo a vivere) e un polo somatico le sensazioni (spesso sgradevoli) che la paura ci fa sentire nel corpo. Con il tempo ci si può abituare a sentire la paura (e a non alimentare il dialogo interno che la alimenta) e questa sarebbe una maniera di onorarla senza danneggiare noi stessi né gli altri.
GRAZIE prof. Sono una nonna e l'ascolto volentieri
Grazie a lei mi sto appassionando alla filosofia. Grazie. Roberta 57 anni
Complimenti caro Prof. Grazie di cuore.
Meraviglioso Spinoza. Sembra il pensiero stoico.
Grazie.
Grazie Prof. ! Bravissimo
Non so come faccia a sapere tutti questi argomenti. Complimenti
Grazie mille mille
Muy claro explicado … Gracias…. 44 anni !!! 🙈
Grazie,grazie!!
Buonasera Ermanno
C’è analogia tra il “tutto è uno” di Heidegger e il terzo gradino di Spinoza?
Heidegger si ispirava, in quella concezione, a Eraclito, fonte di ispirazione anche per Hegel. E Hegel doveva molto, per sua stessa ammissione, a Spinoza, oltre che ad Eraclito. Quindi sì, un legame c'è di sicuro.
@@scrip79 andrò ad ascoltarmi il tuo video su Eraclito. A presto
Siamo tutti in un tutto eterno, l'uomo è parte del tutto. Queste frasi, da te citate mi riportano, non so se erroneamente, al pensiero di Parmenide, mi chiedo e ti chiedo: ci sono analogie fra i due? Esiste il divenire per Spinoza e quale sarà il destino del singolo uomo dopo la morte secondo spinoza?
Qualche legame tra Parmenide e Spinoza indubbiamente c'è: entrambi riconducono tutto ad un'unica sostanza, divina, che costituisce tutto. La differenza è che Parmenide tende a negare la realtà come appare, vedendola solo come un riflesso (o addirittura mascheramento) di una unità più profonda; Spinoza invece, mi pare, spiega la realtà non come un'illusione, ma un modo di realizzarsi di quell'unica sostanza. Da qui deriva il rifiuto di Parmenide del divenire e invece la sua accettazione da parte di Spinoza. Riguardo al destino del singolo dopo la morte, il pensiero di Spinoza non è chiarissimo, tanto che ci sono commentatori che, partendo da Spinoza, hanno dato interpretazioni diverse (chi dice che non c'è alcuna vita dopo la morte, chi dice che qualcosa permane). A complicare le cose è il fatto che Spinoza, per sua esplicita decisione, non si vuole occupare della morte, perché, in una famosa proposizione dell'Etica, scrive: «L'uomo libero a nessuna cosa pensa meno che alla morte: e la sua saggezza è una meditazione della vita, non della morte».
@@scrip79 più chiaro di così, grazie tante
Comunque le emozioni, i sentimenti possono anche essere semplicemente sentiti nel corpo, in quanto hanno sempre un risvolto somatico senza necessariamente agire in qualche modo, positivo o negativo che sia. Intendo dire che per esempio la paura ha un polo mentale (il pensiero che la alimenta o la situazione reale che ci troviamo a vivere) e un polo somatico le sensazioni (spesso sgradevoli) che la paura ci fa sentire nel corpo. Con il tempo ci si può abituare a sentire la paura (e a non alimentare il dialogo interno che la alimenta) e questa sarebbe una maniera di onorarla senza danneggiare noi stessi né gli altri.
si può fare un parallelo fra i tre stadi di Kierkegaard?
Il conatus mi ricorda molto la volontà di vivere del buon shopenauer
2022.02.07 L
In definitiva Spinoza raggiunse quello stato d'intuizione di identità di causa-effetto di tutte le cose denominato Buddhità o Nirvana
Baruch Spinoza Santo Subito!
Complimenti professore lei è bravissimo
Un argomento spinoso.
Spino...zo! 😅
Sei bravissimo