Sono stato la settimana scorsa a Pàvana, sperando di incontrarti. La barista del bar di fronte a casa tua mi ha detto che a causa del covid non ricevi più, come hai sempre fatto, persone a casa tua. Peccato, sarebbe stato bello incontrarti per ringraziarti di aver arricchito la mia vita con le tue canzoni e i tuoi libri. Ma va bene lo sresso, grande Francesco.
Il Natale suona così. Ha sempre suonato così, per me. Il crepitare di rami secchi e l'odore di castagne e mandarini, il cielo basso e il vento freddo, la casa calda e la cucina illuminata. Il Natale ha questa melodia qua: quella di un mondo fermo, fuori, e di un mondo vivo, dentro. Bentornato, Maestrone mio. Una voce bassa che è un regalo ancora più prezioso.
Anche per me questo è il Natale. Ora che sono in un mare di cemento e Dell cosiddetta metropoli spero di solo che prìma di morire rivivro ancora un Natale di neve e di camino e di sentimenti semplici e puri. E intanto ascolto il Maestro e aspetto....
Bella poetica arrangiata da Dio. Il tema è l'infanzia di questo splendido omone che ha già la sua età ma ci insegna le sane e vecchie tradizioni, i luoghi e la fatica del vivere sui monti.. Civiltà che purtroppo vanno perdendosi ma in questa canzone ritorno a sentire e immaginare. Il testo è talmente pienamente descrittivo che quasi ti trasporta in quelle atmosfere e luoghi di cui io, cittadino, ho nostalgia.
Impareggiabile Maestro!!!! Quanti e quali ricordi sai suscitare e quante emozioni sai "resuscitare"!!!! Quando cantavamo "L'avvelenata" durante gli scioperi davanti a scuola guardando entrare i professori e i compagni "secchioni" ci sembrava di essere invincibili........e forse allora lo eravamo veramente........ Qualcuno di noi, quando si andava in gita o ci si ritrova il sabato pomeriggio nel prato dietro casa, portava sempre la chitarra e chissà come mai ci si ritrova sempre a cantare le tue canzoni maestro! Erano i primi indimenticabili amori che promettevano di essere eterni........erano i primi baci e carezze:"No qui no! Siamo troppo vicini a casa mia, se mia madre esce a stendere e mi vede o, Dio non voglia, mi vedono i miei fratelli mi ammazzano!!! Grazie Guccio! Noi conserviamo ricordi che ancora adesso ci fanno brillare gli occhi! Noi, senza macchina, senza cellulare, con mille lire in tasca, con il "coprifuoco" la sera, con una bici in due........noi abbiamo vissuto!!!!
Ma che bello. Si sente che ha una certa età; solo un uomo avanti con gli anni può scrivere una canzone sull'infanzia e i natali con questa delicatezza, dettata solo dalla distanza.
È parte di una poesia che aveva scritto ad un amico. Poi accorciata e trasformata da Pagani. Non aveva davvero piu voglia di scrivere canzoni. Solo libri e anche bell.
Solo chi ha una certa (........) sensibilità d'animo può scrivere e interpretare, con tanta intensità e bellezza, una canzone così. Che è prima di tutto POESIA. Grazie Compagno, vecchio orso di montagna!!!
Canzone che poteva essere cantato solo nel dialetto di appartenenza di tutte queste emozioni in italiano sarebbe stata in altra cosa Bravo ottima scelta
Sono cresciuto a Collina di Treppio, Francesco si fermava a casa mia a bere un gotto di vino, e tirare il fiato.... Ci mettevano gli scarponi, ci si attaccava il "Pennato" alla cintura e si prendeva il bastone, caso mai una vipera.... e poi tutti in cammino fino al "Partigiano".... tra una chiacchiera e l'altra e una sosta per ripulire il sentiero dalle "roviccie" arrivavamo in cima, il silenzio scendeva di colpo, anche i ragazzi si ammutolivano, il rispetto a Magnino lo si deve ancora oggi, nonostante tutto e tutti lui è ancora lassù a coprirci le spalle.
Come riesce a comunicare con parole chiare, anche se in dialetto, l'emozione di un bimbo che torna a casa sua con la sua famiglia nel suo paese, lontano dalla "piccola città, bastardo posto" che resta lontana, come in un brutto sogno spazzato dalla musica del torrente, Forse perché il suo cuore è rimasto puro e semplice come quello di quel bambino, nel corpo di un Genio ottantenne. Altri 80 anni a darci i brividi, Grazie Francesco. Questa è l'ennesima tua Canzone che non riesco a smettere di ascoltare, è già la quarta, Poi basta perché voglio passare a "L'ultima volta".
ce l'ha con Modena...chissà poi perché... è una bellissima città , c'è la ghirlandeina , mentre l'appenino bolognese dove abita non è un granché secondo me non ci sono belle montagne , quindi che cavolo vuole?
Del volte i m’arcordo quíi Nadali (quand’i ero un bambin): la sfrúmmia del vacanze, dla valísglia, al sconsummo dla strada a la stazion (a pée, ma alora a s’ caminava verodío) e me babbo davanti con al peso emíemémadre‘ddré. “Modna, stazion ‘d Modna” E ‘na zízzola (maremma can) col braghe corte, e ‘na nebbia (diolai) ch’a t’inzupava al córe, e t’a l’ stricava per avertase quando ‘d sovr’al colle l’aparizion dla Madonna su a San Lucca a t’ disgeva ch’l’era ariva’ Bologgna. (Babbo, perché noialtri A ‘n se sta ed ca’ a Bologgna? Eee, magara!) E po’ piazale Ovest, ghiggne e chiàccare con vosgi che col treno già i m’ portavan’ ed colpo su i mée monti el sudava al vapore e quando ed rado lascia’ cl’altra stazion s’entrava in galería al fummo a s’inflitrava int al vagon e a l’ rempiva i polmon e s’a t’ sopiavi al naso l’era móccio e carbon. E neve, tanta neve, bianca e fina, E neve, tanta neve fin a la Venturina. (D’ed d’là dal fiumme a i era Al monte dla mé Pavna, la sóo magia e la mé forza e la mé fantasia) Giò dal treno, Ziarina, la c’aspetava, l’era anda’ a comprare l’anguilla dla vigília Ziarina disgeva: “via, via, ch’l’è belle buíio!” (per Nadale la notte la vén presto) E via che ‘d strada, tanta, a i né ancora da fare (a pée, ma l’era tutt’un caminare) Cla strada belle fatta tante volte Fra dóo montaggne ‘d neve. E in ca’ i i’eren tutti, Nonnamabília a i era, Ziorico, Nonnopietro, e Ziateresa, con i taselli ‘d tavole ‘d castaggno e i sacchi amontina’ lí’d fianco a i muri e l’acqua ch’la scoreva dal botaccio per far andar el masg’ne, per tridare el castaggne, robbanera, frumento e formenton. Che gran savore ‘d bón! L’era, l’era ca’ mia, i ero torna’ a ca’ mia, al me fiumme, ai mée monti, al mé mondo e Modna, e la só torre, l’eran armaste un soggno, soltanto un brutto soggno, che al Limentra c’ la piéna d’inverno. a l’portava via L’era, l’era ca’ mia, i ero torna’ a ca’ mia, al me fiumme, ai mée monti, al mé mondo e Modna, e la só torre, l’eran armaste un soggno, che al Limentra a l’portava via.
un abbraccione ai ferrovieri del deposito locomotive di bologna centrale cari amici e persone uniche dallo spessore umano irreplicabili belin da ligure ho fatto una dimenticanza imperdonabile CIAO FABRISSIU OVUNQUE TI SEGGI UN ABBRACCIONE AL MAESTRO PAGANI!!!!!!!!!!!!!!!!
E bellissssssssssssima ma bella io sono un montanaro come te ma no come pensa la gente siamo uomini liberi come la natura ciao guccini ciao vecchio orso
Ho visto un pollice verso al mio commento e la prima tentazione è stata quella di rimuoverlo, ma ho subito cambiato idea. Anch'io , modestamente, come dice Guccini in Cyrano "amo essere odiato dai nani intellettivi, quelli che citando De Andrè hanno il cuore troppo vicino al buco del culo quindi, chiunque sia stato, lo ringrazio,
Del volte i m'arcordo quai Nadali Quand'i ero un bambin La sframmia del vacanze, dla valisglia Al sconsummo dla strada a la stazion A pée, ma alora a s' caminava verodio E me babbo davanti con al peso emiemémadre'ddré "Modna, stazion 'd Modna" E 'na zizzola maremma can col braghe corte E 'na nebbia ch'a t'inzupava Al care, e t'a l' stricava Per avertase quando 'd sovr'al colle l'aparizion dla Madonna su a San Lucca A t' disgeva ch'l'era ariva' Bologgna Babbo, perché noialtri A 'n se sta ed ca' a Bologgna? Eee, magara E po' piazale Ovest Ghiggne e chiàccare con vosgi Che col treno già i m' portavan' ed colpo su i mée monti El sudava al vapore e quando ed rado Lascia' cl'altra stazion S'entrava in galeria Al fummo a s'inflitrava int al vagon E a l' rempiva i polmon E s'a t' sopiavi al naso L'era moccio e carbon E neve, tanta neve, bianca e fina E neve, tanta neve Fin a la Venturina D'ed d'là dal fiumme a i era Al monte dla mé Pavna La soo magia E la mé forza e la mé fantasia Giò dal treno, Ziarina, la c'aspetava l'era anda' a comprare l'anguilla dla vigilia Ziarina disgeva "Via, via, ch'l'è belle buiio!" Per Nadale la notte la vén presto E via che 'd strada, tanta A i né ancora da fare A pée, ma l'era tutt'un caminare Cla strada belle fatta tante volte Fra doo montaggne 'd neve E in ca' i i'eren tutti Nonnamabilia a i era Ziorico, Nonnopietro E Ziateresa Con i taselli 'd tavole 'd castaggno E i sacchi amontina' li'd fianco a i muri E l'acqua ch'la scoreva dal botaccio per far andar el masg'ne Per tridare el castaggne Robbanera, frumento e formenton Che gran savore 'd bon L'era, l'era ca' mia I ero torna' a ca' mia, al me fiumme Ai mée monti, al mé mondo e Modna, e la sa torre, L'eran armaste un soggno, soltanto un brutto soggno, che al Limentra C' la piéna d'inverno A l'portava via L'era, l'era ca' mia I ero torna' a ca' mia Al me fiumme Ai mée monti, al mé mondo e Modna, e la so torre L'eran armaste un soggno, che al Limentra A l'portava via
Ascoltare Francesco cantare di nuovo nonostante gli anni che passano è qualcosa che ti riconcilia con il mondo e con la vita. Grazie ❤️
Sono stato la settimana scorsa a Pàvana, sperando di incontrarti. La barista del bar di fronte a casa tua mi ha detto che a causa del covid non ricevi più, come hai sempre fatto, persone a casa tua.
Peccato, sarebbe stato bello incontrarti per ringraziarti di aver arricchito la mia vita con le tue canzoni e i tuoi libri. Ma va bene lo sresso, grande Francesco.
Commosso, anche se varie parole non le capisco, ma commosso, sono commosso. Grande Maestro Guccini.
Il Maestrone sarà sempre il mio preferito :-)
Che capolavoro....questa è cultura italiana. Grazie Maestro
Il Natale suona così. Ha sempre suonato così, per me. Il crepitare di rami secchi e l'odore di castagne e mandarini, il cielo basso e il vento freddo, la casa calda e la cucina illuminata. Il Natale ha questa melodia qua: quella di un mondo fermo, fuori, e di un mondo vivo, dentro.
Bentornato, Maestrone mio. Una voce bassa che è un regalo ancora più prezioso.
Clrano
Sei il massimo francesco
Anche per me questo è il Natale. Ora che sono in un mare di cemento e Dell cosiddetta metropoli spero di solo che prìma di morire rivivro ancora un Natale di neve e di camino e di sentimenti semplici e puri. E intanto ascolto il Maestro e aspetto....
👍 analisi fantastica, tutto molto emozionante, ricordi che riaffiorano...bravo Guccio e brava Sara
Poesia pura che dire grazie mille di esistere ❤❤❤
Bella poetica arrangiata da Dio. Il tema è l'infanzia di questo splendido omone che ha già la sua età ma ci insegna le sane e vecchie tradizioni, i luoghi e la fatica del vivere sui monti.. Civiltà che purtroppo vanno perdendosi ma in questa canzone ritorno a sentire e immaginare. Il testo è talmente pienamente descrittivo che quasi ti trasporta in quelle atmosfere e luoghi di cui io, cittadino, ho nostalgia.
Questo per me è il vero pane quotidiano grazie Francesco .
Impareggiabile Maestro!!!! Quanti e quali ricordi sai suscitare e quante emozioni sai "resuscitare"!!!! Quando cantavamo "L'avvelenata" durante gli scioperi davanti a scuola guardando entrare i professori e i compagni "secchioni" ci sembrava di essere invincibili........e forse allora lo eravamo veramente........ Qualcuno di noi, quando si andava in gita o ci si ritrova il sabato pomeriggio nel prato dietro casa, portava sempre la chitarra e chissà come mai ci si ritrova sempre a cantare le tue canzoni maestro! Erano i primi indimenticabili amori che promettevano di essere eterni........erano i primi baci e carezze:"No qui no! Siamo troppo vicini a casa mia, se mia madre esce a stendere e mi vede o, Dio non voglia, mi vedono i miei fratelli mi ammazzano!!! Grazie Guccio! Noi conserviamo ricordi che ancora adesso ci fanno brillare gli occhi! Noi, senza macchina, senza cellulare, con mille lire in tasca, con il "coprifuoco" la sera, con una bici in due........noi abbiamo vissuto!!!!
Cara Luisa . Quanta verita nelle tue parole.Ti auguro un buon Natale,un ragazzo del 53
@@giancarlocroci9204 buon Natale anche da me ..bravo ragazzo del 56. Non molliamo e siamo felici di quello che abbiamo avuto , e di come siamo ora
Dolcissima poesia. Ascoltare la sua voce è come tornare a casa, e fa star bene. Grande sempre❣️
Tanta malinconia per i tempi andati...Per i concerti partecipati,per le emozioni che solo Guccini sa far provare e descrivere come nessuno...
Ma che bello. Si sente che ha una certa età; solo un uomo avanti con gli anni può scrivere una canzone sull'infanzia e i natali con questa delicatezza, dettata solo dalla distanza.
È parte di una poesia che aveva scritto ad un amico. Poi accorciata e trasformata da Pagani. Non aveva davvero piu voglia di scrivere canzoni. Solo libri e anche bell.
Natale 2021 chi la ascolta ancora 🎼🎼🎄☃️⛄
Grazie per essere tornato, grazie per questa poesia, grazie per i tuoi ricordi che vorrei fossero i miei.
Grazie UNICO per questa poesia.
Grazie ❤maestro le tue sono solo poesie
Un ricordo bellissimo. Grazie, grazie, grazie.
poesia allo stato puro...grazie maestro...
Grazie a guccini. Ci ha fatto il più bel regalo di natale
Questa è una bella canzone vera del Natale legata alle tradizioni
Grande intramontabile Maestro!
Solo chi ha una certa (........) sensibilità d'animo può scrivere e interpretare, con tanta intensità e bellezza, una canzone così. Che è prima di tutto POESIA. Grazie Compagno, vecchio orso di montagna!!!
Questa è nata come poesia,...poi è divenuta canzone. ......grazie a Raffaella e Mauro ❤️
Grazie Francesco, ti voglio bene e mi fai emozionare ancora
Canzone che poteva essere cantato solo nel dialetto di appartenenza di tutte queste emozioni in italiano sarebbe stata in altra cosa Bravo ottima scelta
Pezzo meraviglioso.
Sono cresciuto a Collina di Treppio, Francesco si fermava a casa mia a bere un gotto di vino, e tirare il fiato.... Ci mettevano gli scarponi, ci si attaccava il "Pennato" alla cintura e si prendeva il bastone, caso mai una vipera.... e poi tutti in cammino fino al "Partigiano".... tra una chiacchiera e l'altra e una sosta per ripulire il sentiero dalle "roviccie" arrivavamo in cima, il silenzio scendeva di colpo, anche i ragazzi si ammutolivano, il rispetto a Magnino lo si deve ancora oggi, nonostante tutto e tutti lui è ancora lassù a coprirci le spalle.
Una meraviglia...grazie ancora..poesia che nutre l’anima.
Quanto ci sei mancato
Struggente e delicata questa canzone, che ci regala il ns maestro Francesco Guccini sulle note di un altro grande maestro. Un sincero grazie. Paolo
Grazie francesco un altra perla aggiunta alla tua gia' immensa eredita' discografica
Dimenticavo... sei stato il mio papa' anarchico ma tradizionalista... e per i miei bimbi un nonno in più. Grazie maestro
Maestro sono venuto a trovarti a Pavana quest'anno a maggio.. abbracciarti è stata una delle emozioni più grandi della mia vita
Grazie Maestro
Grandissimo Francesco. Che bello sarebbe vederti con Mauro arrivare a Framura...che è un po' Pavana sul mare di Liguria
Come regalo per Natale è ottima... complimenti bella canzone veramente🙌🙌✌✌
Un poeta
Bellissimo grande emozione
Grande maestro 💪💪💪😎😎😎😍😍😍🍺🍺🍺🍻🍻🍻
si sente la mano di Mauro Pagani, le musicalità mi riporta a creuza de ma.
Alessandro Iovine Bravo, stessa sensazione al primo ascolto. 👏👏👏 Ma il testo... porca zozza che testo!
Veroo
Sei unico!!!
Grazie!
Ciao Francesco, sabato sarò in quel di Pavana. È sempre un colpo al cuore ascoltarti e un sogno da realizzare poter cantare con te.
Grande minuziosa descrizione in voce
Grazie infinite per tutto
Una poesia che solo lui poteva scriverla e cantarla ...
si, un testo che ha più di 10 anni rimaneggiato e messo in musica da Pagani
Come riesce a comunicare con parole chiare, anche se in dialetto, l'emozione di un bimbo che torna a casa sua con la sua famiglia nel suo paese, lontano dalla "piccola città, bastardo posto" che resta lontana, come in un brutto sogno spazzato dalla musica del torrente, Forse perché il suo cuore è rimasto puro e semplice come quello di quel bambino, nel corpo di un Genio ottantenne. Altri 80 anni a darci i brividi, Grazie Francesco. Questa è l'ennesima tua Canzone che non riesco a smettere di ascoltare, è già la quarta, Poi basta perché voglio passare a "L'ultima volta".
ce l'ha con Modena...chissà poi perché... è una bellissima città , c'è la ghirlandeina , mentre l'appenino bolognese dove abita non è un granché secondo me non ci sono belle montagne , quindi che cavolo vuole?
Bello Grazie! Anche molto emozionante! 😘 😘 😘 😘 😘
Auguri maestro!!!!😘sempre grande Guccione! !!!!
Buon Natale!
Del volte i m’arcordo quíi Nadali
(quand’i ero un bambin):
la sfrúmmia del vacanze, dla valísglia,
al sconsummo dla strada a la stazion
(a pée, ma alora a s’ caminava verodío)
e me babbo davanti con al peso emíemémadre‘ddré.
“Modna, stazion ‘d Modna”
E ‘na zízzola (maremma can) col braghe corte, e ‘na nebbia (diolai) ch’a t’inzupava
al córe, e t’a l’ stricava
per avertase quando ‘d sovr’al colle
l’aparizion dla Madonna su a San Lucca
a t’ disgeva ch’l’era ariva’ Bologgna.
(Babbo, perché noialtri
A ‘n se sta ed ca’ a Bologgna?
Eee, magara!)
E po’ piazale Ovest,
ghiggne e chiàccare con vosgi che col treno già i m’ portavan’ ed colpo su i mée monti
el sudava al vapore e quando ed rado
lascia’ cl’altra stazion
s’entrava in galería
al fummo a s’inflitrava int al vagon
e a l’ rempiva i polmon
e s’a t’ sopiavi al naso
l’era móccio e carbon.
E neve, tanta neve, bianca e fina, E neve, tanta neve
fin a la Venturina.
(D’ed d’là dal fiumme a i era
Al monte dla mé Pavna,
la sóo magia
e la mé forza e la mé fantasia)
Giò dal treno, Ziarina,
la c’aspetava, l’era anda’ a comprare l’anguilla dla vigília
Ziarina disgeva:
“via, via, ch’l’è belle buíio!”
(per Nadale la notte la vén presto)
E via che ‘d strada, tanta,
a i né ancora da fare
(a pée, ma l’era tutt’un caminare)
Cla strada belle fatta tante volte
Fra dóo montaggne ‘d neve.
E in ca’ i i’eren tutti,
Nonnamabília a i era,
Ziorico, Nonnopietro,
e Ziateresa,
con i taselli ‘d tavole ‘d castaggno
e i sacchi amontina’ lí’d fianco a i muri e l’acqua ch’la scoreva dal botaccio per far andar el masg’ne,
per tridare el castaggne,
robbanera, frumento e formenton. Che gran savore ‘d bón!
L’era, l’era ca’ mia,
i ero torna’ a ca’ mia,
al me fiumme,
ai mée monti, al mé mondo e Modna, e la só torre, l’eran armaste un soggno, soltanto un brutto soggno, che al Limentra
c’ la piéna d’inverno.
a l’portava via
L’era, l’era ca’ mia,
i ero torna’ a ca’ mia,
al me fiumme,
ai mée monti, al mé mondo e Modna, e la só torre, l’eran armaste un soggno, che al Limentra
a l’portava via.
Daniele T grazie
Una tenerezza infinita . L'essenza del Natale!
Dio!, che bella!!!
Valori oramai persi❤️
BELLISSIMA!
Eccezionale
Sei un grande Francesco ancor più con Mauro mio compaesano. Davvero complimenti. Luciano
Grande Guccini
Bellissima maestro
Bellissima e struggente!!
AVRAI PAURA DELLA MORTE , MA HAI AVUTO UN GRANDE VIVERE..
Guccini si deve leggere in classe.
Si fa già insieme a De André
Se è per questo si ascolta anche Michele Salvemini, degno erede di questi mostri sacri
Ai miei alunni delle elementari ho sempre fatto imparare Un vecchio e un bambino
un abbraccione ai ferrovieri del deposito locomotive di bologna centrale cari amici
e persone uniche dallo spessore umano irreplicabili
belin da ligure ho fatto una dimenticanza imperdonabile
CIAO FABRISSIU OVUNQUE TI SEGGI
UN ABBRACCIONE AL MAESTRO PAGANI!!!!!!!!!!!!!!!!
quasi una preghiera, riascoltata oggi...
E bellissssssssssssima ma bella io sono un montanaro come te ma no come pensa la gente siamo uomini liberi come la natura ciao guccini ciao vecchio orso
Che bella
Ho visto un pollice verso al mio commento e la prima tentazione è stata quella di rimuoverlo, ma ho subito cambiato idea. Anch'io , modestamente, come dice Guccini in Cyrano "amo essere odiato dai nani intellettivi, quelli che citando De Andrè hanno il cuore troppo vicino al buco del culo quindi, chiunque sia stato, lo ringrazio,
Bisogna solo inchinarsi , che scrive cose e canta sane cose di 70 anni fa in poesia..ora solo pagliacci
Del volte i m'arcordo quai Nadali
Quand'i ero un bambin
La sframmia del vacanze, dla valisglia
Al sconsummo dla strada a la stazion
A pée, ma alora a s' caminava verodio
E me babbo davanti con al peso emiemémadre'ddré
"Modna, stazion 'd Modna"
E 'na zizzola maremma can col braghe corte
E 'na nebbia ch'a t'inzupava
Al care, e t'a l' stricava
Per avertase quando 'd sovr'al colle
l'aparizion dla Madonna su a San Lucca
A t' disgeva ch'l'era ariva' Bologgna
Babbo, perché noialtri
A 'n se sta ed ca' a Bologgna?
Eee, magara
E po' piazale Ovest
Ghiggne e chiàccare con vosgi
Che col treno già i m' portavan' ed colpo su i mée monti
El sudava al vapore e quando ed rado
Lascia' cl'altra stazion
S'entrava in galeria
Al fummo a s'inflitrava int al vagon
E a l' rempiva i polmon
E s'a t' sopiavi al naso
L'era moccio e carbon
E neve, tanta neve, bianca e fina
E neve, tanta neve
Fin a la Venturina
D'ed d'là dal fiumme a i era
Al monte dla mé Pavna
La soo magia
E la mé forza e la mé fantasia
Giò dal treno, Ziarina, la c'aspetava
l'era anda' a comprare l'anguilla dla vigilia
Ziarina disgeva
"Via, via, ch'l'è belle buiio!"
Per Nadale la notte la vén presto
E via che 'd strada, tanta
A i né ancora da fare
A pée, ma l'era tutt'un caminare
Cla strada belle fatta tante volte
Fra doo montaggne 'd neve
E in ca' i i'eren tutti
Nonnamabilia a i era
Ziorico, Nonnopietro
E Ziateresa
Con i taselli 'd tavole 'd castaggno
E i sacchi amontina' li'd fianco a i muri
E l'acqua ch'la scoreva dal botaccio per far andar el masg'ne
Per tridare el castaggne
Robbanera, frumento e formenton
Che gran savore 'd bon
L'era, l'era ca' mia
I ero torna' a ca' mia, al me fiumme
Ai mée monti, al mé mondo e Modna, e la sa torre,
L'eran armaste un soggno, soltanto un brutto soggno, che al Limentra
C' la piéna d'inverno
A l'portava via
L'era, l'era ca' mia
I ero torna' a ca' mia
Al me fiumme
Ai mée monti, al mé mondo e Modna, e la so torre
L'eran armaste un soggno, che al Limentra
A l'portava via
👍🏼
Nonna gilb ti ringrazia
2:13
pensavo era babbo natale