Per assistenza e consulenze private su aspetti fiscali e contabili relativi a vendite con il Self Publishing potete: - visitare questa pagina: www.studioallievi.com/consulenza-self-publishing/ - inviare una email a: info@studioallievi.com - chiamare allo: 02/9464246
Comunque sia in Italia è folle aprire la partita IVA prima di sapere se riesco realmente ad ottenere dei guadagni. Considerati i costi obbligatori . Se fatturi 2 mila euro l'anno da neofita devi avere partita Iva.. così tra contributi e commercialista ci devi mettere la differenza vicino. Roba da matti. Almeno una soglia di 12000euro l'anno sarebbe stata una grande opportunità In Francia è di 75000€ In Inghilterra di 85000 sterline In Italia senza nemmeno sapere quanto guadagni già devi avere p.iva😂😂😂😂 Siamo matti.😅😅😅
Chi fa selfpublishing non ha una piattaforma propria, il codice ISBN gli viene dato, la stampa la fa il proprietario della piattaforma, nonché la vendita e la distribuzione. Se poi ci aggiungi che il selfpublisher guadagna 100 euro l'anno per coltivare un suo hobby, di che razza di imprenditore stiamo parlando? È chiaro invece che il selfpublishing dà fastidio alle case editrici tradizionali.
@@Studioallievi senza una piattaforma tua non puoi nemmeno pubblicarlo on line, figuriamoci cartaceo, pertanto non sei quindi un imprenditore e comunque con il vuoto normativo che sussiste in questo ambito ognuno praticamente dice quello che vuole.
L'attività occasionale e continuativa è riferita all'attività commerciale o prestazione di servizi. La commercializzazione è fatta da Amazon e di certo noi scrittori non prestiamo servizi.
Se per guadagnare 100€ col self publishing devo versare 2500€ di contributi e pagarmi 4 rate annue da 900€ faccio prima a non pubblicare niente e peggio per l'umanità che perderà forse i migliori contributi che un essere umano può lasciare in eredità al mondo: un libro, una storia 😒
In Italia conviene regalarlo un ebook 🙎♀️🤦♀️ Se uno il libro lo scrive da se, non ne fa un business ma un hobby o qualcosa che conferisce prova della sua competenza in particolari materie, ma anche come qualcosa che soddisfa la propria vanita', i costi burocratici e fiscali di molto sorpasserebbero non solo quelli di avviamento, ma purtroppo anche ogni guadagno (non profitto) che si possa ragionevolmente prevedere di fare su Amazon.
Salve dottore, se il diritto di distribuzione (art. 17) rientra nel diritto di utilizzazione economica e con Amazon si stipula un contratto di distribuzione io deduco che non c'è bisogno di partita iva. Faccio riferimento ad una persona che scrive il suo libro, lo impagina, fa la copertina ecc ecc. Utilizza la piattaforma Amazon solo per la distribuzione on demand, è d'accordo?
In quel caso non si tratta più di royalties ma di redditi di impresa. Dunque, registro corrispettivi per le vendite e fattura in caso di vedita B2B o B2C se vi è esplicita richiesta dell'acquirente.
Mi scusi ma lei si prende la briga di controllare ciò di cui sta parlando prima di rispondere? Fatturare B2C se vi è esplicita richiesta? 1- da KDP non si vende niente, figuriamoci B2C. Gli scrittori pubblicano i libri e della vendita si occupa Amazon che paga royalties al netto dell'iva e di qualsiasi altra imposta sulla vendita. 2- Fatturare se richiesto dal cliente è impossibile perché gli scrittori non sanno chi compra i loro libri, da dove li compra, quanti ne compra figuriamoci se può ricevere richieste di fatture. Gli scrittori non incassano dalle vendite dei libri, ricevono dei report con delle royalties calcolate da Amazon dopo DUE mesi e anche quelle derivanti da abbonamenti che Amazon stipula coi suoi clienti. I clienti sono di Amazon, non degli scrittori. Lei non sa come funziona e ci fa un video?
Buongiorno, grazie per il video molto esaustivo. Non mi è chiara la sitazuone contributi per la p.iva forfettaria. Se non isceitto al commercio i contributi si pagano solo sul fattirato detratta la percentuale forfettaria derivante dal codice ATECO. Se invece si è iscritti al commercio si paga una quota fissa in quattro rate, perlatro entro un fatturato di 15.000 euro anno oltre la quale si oaga in percentuale se ricordo bene. Quindi un forfettario che è iscritto al commercio come deve intendere l'importo delle imposte da oagare dato che i contributi sono deducibili ? Nel senso, se non variano in base al fatturato, entro una certa cifra(15.000) ma solo oltre, conviene la forfettaria per gli iscritti al commercio solo in base al fatturato presunto (sempre entro gli odierni 85.000 euro) ?
Salve, in merito ai contributi da versare in gestione commercianti INPS, avrà una quota fissa annuale (4 rate trimestrali); poi, in dichiarazione dei redditi verserà l'eventuale supplemento qualora il reddito imponibile abbia superat i 17.000€ circa. La deducibilità riguarderà unicamente i contributi fissi versati nel periodo di imposta oggetto della dichiarazione.
Buongiorno. Vorrei esporle l'alternativa che interessa a me. Scrivo un libro e apro un sito che mi fa da vetrina, ma che non è e-commerce. Semplicemente si capisce che ho scritto un libro, quindi sono visibile su internet. Lo mando in stampa senza passare da librerie virtuali. Chi mi conosce mi contatterà e riceverà il libro. Ho anche un canale RUclips, sul quale dico che ho scritto questo libro in qualche mio video, e che questo libro me lo può chiedere quando vuole. Come si inquadra?
Buongiorno, vorrei fare una domanda. Poniamo il caso che io sia grafico (pertanto già con partita iva e codice ATECO) e, in aggiunta alla mia attività, sfrutti le mie competenze per creare dei libri da pubblicare su kdp..in questo caso dovrei avere un altro codice ATECO? Grazie
Salve, non ho ancora concluso di vedere tutto il suo video, spero di riuscirci a breve in giornata, volevo però porle una domanda su quanto ho appena ascoltato nei primi 15 minuti. Sono un dipendente pubblico, e sarò autore diretto del mio libro, quindi se ho capito bene per questo motivo non avrò bisogno di partita iva, come dovrò inquadrare fiscalmente eventuali redditi percepiti da Amazon o altre piattaforme che mi garantiranno la vendita e distribuzione? Possono crearmi problemi visto che i dipendenti pubblici hanno un contratto di dipendente pubblico con un vincolo di esclusività? In breve un dipendente pubblico può autoprodursi il suo libro? E se sì come deve dichiararne i guadagni a fine anno? Grazie mille.
Se si fa self publishint nella seconda modalità e poi si vince un concorso pubblico come regolarsi? Come funziona il discorso tasse per royalties inferiori a 5000 annui?
Se io pubblico libri su amazon per passione, mettendoci un prezzo basso e vendendo tanti libri, ma guadagnandoci 0. Sarò soggetto a partita iva? In pratica ci guadagnerà soltanto amazon
Il principio è sempre lo stesso: se svolge un'attività di vendita in maniera organizzata, continuativa e professionale è richiesta l'apertura di una p.iva.
Ma se uno i libri li scrive tutto da solo e non si affida a ghostwriters deve pagare p ia? Io faccio tutto da me e faccio solo ads Inoltre il mio fiscalista mi ha detto che secondo lui non è nemmeno necessario iscriversi alla camera di commercio e nemmeno la scia
Se Amazon KDP è considerata una libreria, perché aprire il codice ATECO da e-commerce e tenere il registro dei corrispettivi come se vendessi io al consumatore finale? A logica dovrei emettere una fattura di vendita come suo fornitore. Se invece è un mero intermediario, dovrebbe girarmi l’elenco degli acquirenti del mio libro su cui poter fare attività imprenditoriale di marketing, ma ciò non avviene… Infine, se non è editore, non dovrebbe essergli consentito accettare iscrizioni senza P.IVA e codice ATECO.
Amazon è un semplice intermediario alla vendita. Non vende per conto dello scrittore, poichè resta quest'ultimo responsabile delle stesse vendite nonchè del rapporto col cliente e della creazione della vetrina di vendita sul marketplace con gestione della pay per click. Amazon non è tenta a conoscere gli obblighi fiscali di ogni Paese in cui è stabilita. Dunque, deve essere lo scrittore che, a seconda delle modalità di svolgimento dell'attività (organizzata o non organizzata, continuativa o non continuativa) deve procedere (nel caso) all'apertura di una p.iva.
@@Studioallievi ma lei conosce come funziona KDP? Secondo me non ne ha proprio idea. Lo scrittore non ha nessun tipo di rapporto col cliente finale. Non sa nulla dei suoi lettori, da dove vengono, come pagano, con che pagano, da dove pagano. Fa tutto Amazon. Gestione del payperclick, ma di cosa parla? Lo scrittore carica un libro e poi si occupa di tutto amazon: commercializzazione, produzione, vendita, gestione resi. Amazon paga royalties al netto dell'iva e della parte che si prende. Lo scrittore non incassa niente dai clienti. Non è amazon FBA che è un'altra cosa. Si apra un account KDP, mandi live un libro e studi come funziona. Non sto dicendo che non serve la P.IVA, per questo non ho le competenze, ma sto dicendo che lei non sa di cosa parla quando parla di KDP.
L'aspetto che più mi inquieta su questo argomento è che tu molti gruppi FB di selfpublishing si sta sostenendo esattamente il contrario. Ovvero niente P.IVA se ci si scrive un proprio libro da soli e lo si mette su Amazon, operando un distinguo tra quel che è la piattaforma KDP e quello che è Amazon. Ci sono tantisssime persone che attualmente si trovano in questa condizione e che stanno dichiarando i pochi compensi che ricevono come normali royalties.
Amazon non è una vera e propria casa editrice. La gestione dell'account, finalizzata alla vendita dei prodotti, è fatta completamente dal titolare dell'account (ossia dal venditore). Dunque, a nostro parere ci sono tutte le condizioni per riconoscere come obbligatoria l'apertura di una p.iva.
@@Studioallievi Quindi alla fine è un vostro parere? Anche perchè non c'è nessuna legge specifica su questo argomento.Self-publishing vuol dire auto pubblicazione, ovvero fare tutto da soli e autopubblicarsi. Quindi come può dire che chi si rivolge a un editore fa self-publishing? Chi si rivolge a un editore non fa self-publishing, ma editoria tradizionale
Infatti, coloro che si rivolgono a case editrici per la vendita dei propri libri non sono imprenditori. I redditi percepiti saranno royalties e non sarà necessaria l'apertura di una p.iva. Ma solo in caso di "intervento" di case editrici.
@@flavioparentiCiao Flavio, ma quindi quale sarebbe la verità. Orami non si sta capendo più niente ci sono un sacco di commercialisti su RUclips che dicono che è necessaria la p.Iva...qual è la verità?
Buongiorno dottore, sul web ho trovato delle agency, alcune con sede nel Regno Unito e altre con sede negli Usa. Queste agency, dietro il pagamento di un abbonamento, offrono all'utente l'apertura di un account kdp e acx. Inoltre, queste agency asseriscono nei loro siti che il contratto che si firma con loro è un contratto di sfruttamento dei diritti d'autore. Se si pubblica su Amazon mediante questi intermediari, l'apertura della partita iva e tutti i suoi annessi (compresi gli esosi contributi inps) si rendono ancora necessari?
Serve anche in questo caso. Non con l’inquadramento spiegato in questo video ma con il codice 73.11.02 perché si stanno concretamente gestendo account di altri ricevendo un compenso
@@EraldhRichardsofficialchannel Il diritto d'autore è formato da diritti morali e patrimoniali. I secondi possono essere ceduti o concessi. I primi no. Sono proprio i secondi che si concedono ad Amazon Kdp. Ma soprattutto la paternità dell'opera (dunque il diritto morale d'autore) è del primo che la reclama, senza alcun bisogno di dimostrazioni. Solo in virtù di un contenzioso tra due parti c'è bisogno di provare la paternità. Ergo se io domani trovassi un manoscritto anonimo per terra e ne reclamassi la paternità, tutti i diritti morali e patrimoniali apparterrebbero a me fintanto che una terza parte non dimostrasse di averlo creato.
Buongiorno, sto valutando la possibilità di pubblicare libri low content (quaderni, notebook, diari) e libri da colorare su Amazon tramite il servizio Kindle Direct Publishing (KDP). Tuttavia, ho dei dubbi riguardo la necessità di aprire una partita IVA. Nello specifico, non mi è chiaro cosa si intenda per "attività di vendita in maniera organizzata e continuativa". L'intenzione sarebbe quella di caricare alcuni file PDF con copertina e pagine interne, senza investire in pubblicità (né su Amazon né sui social), quindi in modo molto semplice e sporadico. Il mio obiettivo è rimanere in regola con il fisco, ma considerati i costi fissi della partita IVA e del commercialista, vorrei capire se è effettivamente necessario aprirla sin da subito o se ci sono delle alternative per chi, come me, prevede guadagni molto limitati o addirittura nulli (parliamo di poche decine di euro al mese in royalties). Non vorrei trovarmi in una situazione di perdita economica con costi fissi superiori ai guadagni. Ringrazio in anticipo per ogni chiarimento.
@@Studioallievi grazie 1000 per la risposta, ma come dicevo nel commento non mi è chiaro il concetto di "attività svolta in maniera continuativa e organizzata". Mi sembra tutto molto vago e soggettivo. Volevo sapere se c'erano delle soglie o dei limiti oggettivi passati i quali l'attività da occasionale diventa continuativa. E se sì, quali sono ?
Per assistenza e consulenze private su aspetti fiscali e contabili relativi a vendite con il Self Publishing potete:
- visitare questa pagina: www.studioallievi.com/consulenza-self-publishing/
- inviare una email a: info@studioallievi.com
- chiamare allo: 02/9464246
Grazie! Vi chiamo!
Comunque sia in Italia è folle aprire la partita IVA prima di sapere se riesco realmente ad ottenere dei guadagni.
Considerati i costi obbligatori .
Se fatturi 2 mila euro l'anno da neofita devi avere partita Iva.. così tra contributi e commercialista ci devi mettere la differenza vicino.
Roba da matti.
Almeno una soglia di 12000euro l'anno sarebbe stata una grande opportunità
In Francia è di 75000€
In Inghilterra di 85000 sterline
In Italia senza nemmeno sapere quanto guadagni già devi avere p.iva😂😂😂😂
Siamo matti.😅😅😅
Chi fa selfpublishing non ha una piattaforma propria, il codice ISBN gli viene dato, la stampa la fa il proprietario della piattaforma, nonché la vendita e la distribuzione. Se poi ci aggiungi che il selfpublisher guadagna 100 euro l'anno per coltivare un suo hobby, di che razza di imprenditore stiamo parlando? È chiaro invece che il selfpublishing dà fastidio alle case editrici tradizionali.
La qualifica di imprenditore non è data dal margine che resta dall’attività
@@Studioallievi senza una piattaforma tua non puoi nemmeno pubblicarlo on line, figuriamoci cartaceo, pertanto non sei quindi un imprenditore e comunque con il vuoto normativo che sussiste in questo ambito ognuno praticamente dice quello che vuole.
Il proprietario della piattaforma è l'imprenditore
@@Studioallievi Ma è data se il lavoro è "occasionale" o continuativo ..
L'attività occasionale e continuativa è riferita all'attività commerciale o prestazione di servizi.
La commercializzazione è fatta da Amazon e di certo noi scrittori non prestiamo servizi.
Se per guadagnare 100€ col self publishing devo versare 2500€ di contributi e pagarmi 4 rate annue da 900€ faccio prima a non pubblicare niente e peggio per l'umanità che perderà forse i migliori contributi che un essere umano può lasciare in eredità al mondo: un libro, una storia 😒
È così che hanno indotto la morte di tanti lavori artigianali .. Ma cosa ne sanno sti politici 'scaldasedie' ...
In Italia conviene regalarlo un ebook 🙎♀️🤦♀️
Se uno il libro lo scrive da se, non ne fa un business ma un hobby o qualcosa che conferisce prova della sua competenza in particolari materie, ma anche come qualcosa che soddisfa la propria vanita', i costi burocratici e fiscali di molto sorpasserebbero non solo quelli di avviamento, ma purtroppo anche ogni guadagno (non profitto) che si possa ragionevolmente prevedere di fare su Amazon.
Grazie della considerazione. Le regole sono quelle spiegate nel video
Salve dottore, se il diritto di distribuzione (art. 17) rientra nel diritto di utilizzazione economica e con Amazon si stipula un contratto di distribuzione io deduco che non c'è bisogno di partita iva.
Faccio riferimento ad una persona che scrive il suo libro, lo impagina, fa la copertina ecc ecc.
Utilizza la piattaforma Amazon solo per la distribuzione on demand, è d'accordo?
No perché compie tutte delle azioni così come spiegato nel video che configurano la figura di un imprenditore, quindi con partita iva
Ma quindi se si rientra nel secondo caso si fatturano le royalties ad Amazon (x le vendite su kdp)? Grazie
In quel caso non si tratta più di royalties ma di redditi di impresa. Dunque, registro corrispettivi per le vendite e fattura in caso di vedita B2B o B2C se vi è esplicita richiesta dell'acquirente.
Mi scusi ma lei si prende la briga di controllare ciò di cui sta parlando prima di rispondere?
Fatturare B2C se vi è esplicita richiesta?
1- da KDP non si vende niente, figuriamoci B2C. Gli scrittori pubblicano i libri e della vendita si occupa Amazon che paga royalties al netto dell'iva e di qualsiasi altra imposta sulla vendita.
2- Fatturare se richiesto dal cliente è impossibile perché gli scrittori non sanno chi compra i loro libri, da dove li compra, quanti ne compra figuriamoci se può ricevere richieste di fatture. Gli scrittori non incassano dalle vendite dei libri, ricevono dei report con delle royalties calcolate da Amazon dopo DUE mesi e anche quelle derivanti da abbonamenti che Amazon stipula coi suoi clienti. I clienti sono di Amazon, non degli scrittori.
Lei non sa come funziona e ci fa un video?
Buongiorno, grazie per il video molto esaustivo. Non mi è chiara la sitazuone contributi per la p.iva forfettaria. Se non isceitto al commercio i contributi si pagano solo sul fattirato detratta la percentuale forfettaria derivante dal codice ATECO. Se invece si è iscritti al commercio si paga una quota fissa in quattro rate, perlatro entro un fatturato di 15.000 euro anno oltre la quale si oaga in percentuale se ricordo bene.
Quindi un forfettario che è iscritto al commercio come deve intendere l'importo delle imposte da oagare dato che i contributi sono deducibili ?
Nel senso, se non variano in base al fatturato, entro una certa cifra(15.000) ma solo oltre, conviene la forfettaria per gli iscritti al commercio solo in base al fatturato presunto (sempre entro gli odierni 85.000 euro) ?
Salve,
in merito ai contributi da versare in gestione commercianti INPS, avrà una quota fissa annuale (4 rate trimestrali); poi, in dichiarazione dei redditi verserà l'eventuale supplemento qualora il reddito imponibile abbia superat i 17.000€ circa.
La deducibilità riguarderà unicamente i contributi fissi versati nel periodo di imposta oggetto della dichiarazione.
Buongiorno. Vorrei esporle l'alternativa che interessa a me.
Scrivo un libro e apro un sito che mi fa da vetrina, ma che non è e-commerce. Semplicemente si capisce che ho scritto un libro, quindi sono visibile su internet. Lo mando in stampa senza passare da librerie virtuali. Chi mi conosce mi contatterà e riceverà il libro.
Ho anche un canale RUclips, sul quale dico che ho scritto questo libro in qualche mio video, e che questo libro me lo può chiedere quando vuole. Come si inquadra?
Si tratta ugualmente di una attività di vendita.
Buongiorno, vorrei fare una domanda. Poniamo il caso che io sia grafico (pertanto già con partita iva e codice ATECO) e, in aggiunta alla mia attività, sfrutti le mie competenze per creare dei libri da pubblicare su kdp..in questo caso dovrei avere un altro codice ATECO? Grazie
Sì sempre il 47.91.10
@@Studioallievi Ok, grazie mille
Salve, non ho ancora concluso di vedere tutto il suo video, spero di riuscirci a breve in giornata, volevo però porle una domanda su quanto ho appena ascoltato nei primi 15 minuti.
Sono un dipendente pubblico, e sarò autore diretto del mio libro, quindi se ho capito bene per questo motivo non avrò bisogno di partita iva, come dovrò inquadrare fiscalmente eventuali redditi percepiti da Amazon o altre piattaforme che mi garantiranno la vendita e distribuzione? Possono crearmi problemi visto che i dipendenti pubblici hanno un contratto di dipendente pubblico con un vincolo di esclusività?
In breve un dipendente pubblico può autoprodursi il suo libro? E se sì come deve dichiararne i guadagni a fine anno?
Grazie mille.
Anche chi scrive il proprio libro ma poi lo mette in vendita online con le varie operazioni spiegate nel video necessità di partita iva
Se si fa self publishint nella seconda modalità e poi si vince un concorso pubblico come regolarsi?
Come funziona il discorso tasse per royalties inferiori a 5000 annui?
I dipendenti pubblici non possono avere partita iva, salvo specifica autorizzazione
Se io pubblico libri su amazon per passione, mettendoci un prezzo basso e vendendo tanti libri, ma guadagnandoci 0.
Sarò soggetto a partita iva?
In pratica ci guadagnerà soltanto amazon
Il principio è sempre lo stesso: se svolge un'attività di vendita in maniera organizzata, continuativa e professionale è richiesta l'apertura di una p.iva.
@@Studioallievima se é sporadica???
@@Studioallievinon è vero... entro i 5.000 € lordi l'anno, non serve p.iva
@@FabioSempreboni io non ci sto capendo più niente.. Con il self publishing tramite Amazon KDP serve o non serve p iva? :(
Ma se uno i libri li scrive tutto da solo e non si affida a ghostwriters deve pagare p ia? Io faccio tutto da me e faccio solo ads
Inoltre il mio fiscalista mi ha detto che secondo lui non è nemmeno necessario iscriversi alla camera di commercio e nemmeno la scia
Sì anche in questo caso si è considerati imprenditori e serve la partita iva
Se Amazon KDP è considerata una libreria, perché aprire il codice ATECO da e-commerce e tenere il registro dei corrispettivi come se vendessi io al consumatore finale? A logica dovrei emettere una fattura di vendita come suo fornitore.
Se invece è un mero intermediario, dovrebbe girarmi l’elenco degli acquirenti del mio libro su cui poter fare attività imprenditoriale di marketing, ma ciò non avviene…
Infine, se non è editore, non dovrebbe essergli consentito accettare iscrizioni senza P.IVA e codice ATECO.
Amazon è un semplice intermediario alla vendita. Non vende per conto dello scrittore, poichè resta quest'ultimo responsabile delle stesse vendite nonchè del rapporto col cliente e della creazione della vetrina di vendita sul marketplace con gestione della pay per click.
Amazon non è tenta a conoscere gli obblighi fiscali di ogni Paese in cui è stabilita.
Dunque, deve essere lo scrittore che, a seconda delle modalità di svolgimento dell'attività (organizzata o non organizzata, continuativa o non continuativa) deve procedere (nel caso) all'apertura di una p.iva.
@@Studioallievi ma lei conosce come funziona KDP? Secondo me non ne ha proprio idea.
Lo scrittore non ha nessun tipo di rapporto col cliente finale.
Non sa nulla dei suoi lettori, da dove vengono, come pagano, con che pagano, da dove pagano. Fa tutto Amazon. Gestione del payperclick, ma di cosa parla? Lo scrittore carica un libro e poi si occupa di tutto amazon: commercializzazione, produzione, vendita, gestione resi. Amazon paga royalties al netto dell'iva e della parte che si prende. Lo scrittore non incassa niente dai clienti. Non è amazon FBA che è un'altra cosa.
Si apra un account KDP, mandi live un libro e studi come funziona.
Non sto dicendo che non serve la P.IVA, per questo non ho le competenze, ma sto dicendo che lei non sa di cosa parla quando parla di KDP.
L'aspetto che più mi inquieta su questo argomento è che tu molti gruppi FB di selfpublishing si sta sostenendo esattamente il contrario. Ovvero niente P.IVA se ci si scrive un proprio libro da soli e lo si mette su Amazon, operando un distinguo tra quel che è la piattaforma KDP e quello che è Amazon. Ci sono tantisssime persone che attualmente si trovano in questa condizione e che stanno dichiarando i pochi compensi che ricevono come normali royalties.
Amazon non è una vera e propria casa editrice. La gestione dell'account, finalizzata alla vendita dei prodotti, è fatta completamente dal titolare dell'account (ossia dal venditore). Dunque, a nostro parere ci sono tutte le condizioni per riconoscere come obbligatoria l'apertura di una p.iva.
@@Studioallievi Quindi alla fine è un vostro parere? Anche perchè non c'è nessuna legge specifica su questo argomento.Self-publishing vuol dire auto pubblicazione, ovvero fare tutto da soli e autopubblicarsi. Quindi come può dire che chi si rivolge a un editore fa self-publishing? Chi si rivolge a un editore non fa self-publishing, ma editoria tradizionale
Infatti, coloro che si rivolgono a case editrici per la vendita dei propri libri non sono imprenditori. I redditi percepiti saranno royalties e non sarà necessaria l'apertura di una p.iva.
Ma solo in caso di "intervento" di case editrici.
@@Studioallievi dovreste informarvi prima di fare questi video. Amazon distribuisce royalties agli scrittori KDP. Non serve alcuna partita IVA
@@flavioparentiCiao Flavio, ma quindi quale sarebbe la verità. Orami non si sta capendo più niente ci sono un sacco di commercialisti su RUclips che dicono che è necessaria la p.Iva...qual è la verità?
Buongiorno dottore, sul web ho trovato delle agency, alcune con sede nel Regno Unito e altre con sede negli Usa. Queste agency, dietro il pagamento di un abbonamento, offrono all'utente l'apertura di un account kdp e acx. Inoltre, queste agency asseriscono nei loro siti che il contratto che si firma con loro è un contratto di sfruttamento dei diritti d'autore. Se si pubblica su Amazon mediante questi intermediari, l'apertura della partita iva e tutti i suoi annessi (compresi gli esosi contributi inps) si rendono ancora necessari?
Serve anche in questo caso. Non con l’inquadramento spiegato in questo video ma con il codice 73.11.02 perché si stanno concretamente gestendo account di altri ricevendo un compenso
@@Studioallievi Quindi anche tramite gli agenti letterari serve la p iva? questa mi è nuova!
Il diritto di paternità non può essere ceduto.secondo la legge italiana almeno. Chi sono questi ghostwriters?
Certo che sì possono cedere tutti i diritti
Guardi R.D. 1369 del 1942 art. 33.
Ed art. 20 della legge sul diritto d'autore
@@Studioallievi i diritti d'autore possono essere ceduti, non la paternità dell'opera.
@@EraldhRichardsofficialchannel
Il diritto d'autore è formato da diritti morali e patrimoniali. I secondi possono essere ceduti o concessi. I primi no. Sono proprio i secondi che si concedono ad Amazon Kdp.
Ma soprattutto la paternità dell'opera (dunque il diritto morale d'autore) è del primo che la reclama, senza alcun bisogno di dimostrazioni. Solo in virtù di un contenzioso tra due parti c'è bisogno di provare la paternità. Ergo se io domani trovassi un manoscritto anonimo per terra e ne reclamassi la paternità, tutti i diritti morali e patrimoniali apparterrebbero a me fintanto che una terza parte non dimostrasse di averlo creato.
Buongiorno, sto valutando la possibilità di pubblicare libri low content (quaderni, notebook, diari) e libri da colorare su Amazon tramite il servizio Kindle Direct Publishing (KDP). Tuttavia, ho dei dubbi riguardo la necessità di aprire una partita IVA.
Nello specifico, non mi è chiaro cosa si intenda per "attività di vendita in maniera organizzata e continuativa". L'intenzione sarebbe quella di caricare alcuni file PDF con copertina e pagine interne, senza investire in pubblicità (né su Amazon né sui social), quindi in modo molto semplice e sporadico.
Il mio obiettivo è rimanere in regola con il fisco, ma considerati i costi fissi della partita IVA e del commercialista, vorrei capire se è effettivamente necessario aprirla sin da subito o se ci sono delle alternative per chi, come me, prevede guadagni molto limitati o addirittura nulli (parliamo di poche decine di euro al mese in royalties). Non vorrei trovarmi in una situazione di perdita economica con costi fissi superiori ai guadagni.
Ringrazio in anticipo per ogni chiarimento.
Ciao,
svolgere un'attività di questo tipo in maniera continuativa e organizzata, richiede sempre l'apertura di una p.iva.
@@Studioallievi grazie 1000 per la risposta, ma come dicevo nel commento non mi è chiaro il concetto di "attività svolta in maniera continuativa e organizzata".
Mi sembra tutto molto vago e soggettivo.
Volevo sapere se c'erano delle soglie o dei limiti oggettivi passati i quali l'attività da occasionale diventa continuativa.
E se sì, quali sono ?