Questo video va messo in loop all'infinito, domandandosi se si sta rivivendo lo stesso momento più e più volte, e godere delle parole dei protagonisti, nonché della mancanza della risposta alla domanda precedente. Tutto così interessante da essere magnetico.
@@apgspalmaapgspalma1768 Io credo che quando hai sollevato il problema dell'illusione questo andasse approfondito. Anche nelle percezioni spaziali soffriamo di illusioni costanti. La visione prospettica è o meno un'illusione? Che le linee parallele si incrocino all'infinito è naturale? Come vedeva la realtà un soggetto posto nel medioevo? Che noi si guardi lo spazio in modo prospettico è sempre avvenuto oppure è una modificazione dell'elaborazione celebrale collegata alla prospettiva? Inoltre percepiamo un piccolo brano di onde elettromagnetiche. Per cui la percezione, se non è errata è incompleta. Inoltre lo spazio sembra fisso, ma modificando i sistemi di riferimento è in costante movimento. Per non dire dei batteri che muoiono, nascono, si sviluppano senza che li si possa vedere. Secondo la relatività ad ogni punto spaziale corrisponde un tempo diverso. Quindi non tempo ma tempi. Il nostro punto di vista qui e ora, indessicale. Infine noi siano neghentropici. Lottiamo contro l'entropia. Avere il senso del tempo ci è utile. L'evoluzione ci ha dotato della percezione del tempo.
Ottimi esercizi mentali! Una cosa non ho capito: Al di fuori della coscienza, esiste un "tempo"? O meglio ancora, esiste una "realtà"? O ancora più radicalmente, esiste "qualcosa" (qualsiasi cosa)? Prima del primo essere vivente, in grado di percepire, esperire qualcosa, esisteva qualcosa? E se e quando ogni essere vivente non esisterà più, esisterà ancora qualcosa, o cesserà di esistere ogni cosa, perché in realtà non è mai esistita se non come rappresentazione illusoria dei "sensi"?
L'esigenza di distinguere e/o decidere quale sia la modalità attraverso cui considerare il tempo ( es passato/presente/futuro, prima/adesso/poi, etc ) potrebbe essere una manifestazione dell'intrinseca esigenza degli esseri umani ( filosofi e non ) di riaffermare un qualche tipo di proprio ruolo nell'universo. Ad esempio, si è passati dalla visione geocentrica + uomo re del creato, alla attuale consapevolezza che terra e uomo occupano uno spazio/tempo del tutto trascurabili nell'universo e/o sua presunta evoluzione. Rispetto alla quale gli esseri umani oppongono la pretesa di essere in qualche modo "speciali", potendo sviluppare pensieri più o meno articolati. In tal senso, le scienze "dure", naturali, etc , e la stessa filosofia, costituiscono esempi di rappresentazioni formali e non sviluppate per descrivere una ( piccola ) parte dei fenomeni fisico/naturali di cui nostro malgrado facciamo parte. Sottolineando inoltre come dedicare il proprio tempo ad attività scientifiche di ricerca teorico/sperimentali consente di ottenere soddisfazioni ( professionali e non ) più che sufficienti per giustificare tale impegno.
Vorrei consigliare inoltre la serie fatta da Curiuss, divulgatore scientifico, sul tempo. Credo che gli utenti che hanno apprezzato questo tema apprezzeranno anche la serie fatta da Curiuss.
Le “scienze dure” si chiamano così perché sono per costituzione “dure di orecchio”. Solo questo. Non si vede come la “durezza” possa essere un titolo di una forma del sapere.
Il tizio in alto a destra ha una logica tutta sua e molto ballerina… cosa significa che siccome non puoi trovare i dinosauri allora non esistono nell’universo. Anche fosse vero che quello che non si puó osservare non esiste chi ha deciso che la prospettiva debba essere quella terrestre? I dinosauri nell’universo ci sono eccome. Sei tu che sei troppo vicino per vederli
Questo video va messo in loop all'infinito, domandandosi se si sta rivivendo lo stesso momento più e più volte, e godere delle parole dei protagonisti, nonché della mancanza della risposta alla domanda precedente. Tutto così interessante da essere magnetico.
@@apgspalmaapgspalma1768 Io credo che quando hai sollevato il problema dell'illusione questo andasse approfondito. Anche nelle percezioni spaziali soffriamo di illusioni costanti. La visione prospettica è o meno un'illusione? Che le linee parallele si incrocino all'infinito è naturale? Come vedeva la realtà un soggetto posto nel medioevo? Che noi si guardi lo spazio in modo prospettico è sempre avvenuto oppure è una modificazione dell'elaborazione celebrale collegata alla prospettiva?
Inoltre percepiamo un piccolo brano di onde elettromagnetiche. Per cui la percezione, se non è errata è incompleta.
Inoltre lo spazio sembra fisso, ma modificando i sistemi di riferimento è in costante movimento. Per non dire dei batteri che muoiono, nascono, si sviluppano senza che li si possa vedere.
Secondo la relatività ad ogni punto spaziale corrisponde un tempo diverso. Quindi non tempo ma tempi. Il nostro punto di vista qui e ora, indessicale.
Infine noi siano neghentropici. Lottiamo contro l'entropia. Avere il senso del tempo ci è utile. L'evoluzione ci ha dotato della percezione del tempo.
Fantastico. Grazie mille
Sarebbe possibile indicare la bibliografia a cui faceva accenno il professor Palma? Vi ringrazio anticipatamente!
Abbiamo fame di video simili
Ottimi esercizi mentali!
Una cosa non ho capito:
Al di fuori della coscienza, esiste un "tempo"? O meglio ancora, esiste una "realtà"? O ancora più radicalmente, esiste "qualcosa" (qualsiasi cosa)?
Prima del primo essere vivente, in grado di percepire, esperire qualcosa, esisteva qualcosa? E se e quando ogni essere vivente non esisterà più, esisterà ancora qualcosa, o cesserà di esistere ogni cosa, perché in realtà non è mai esistita se non come rappresentazione illusoria dei "sensi"?
Stupendo, grazie a tutti
Un'immenso compagno Palma
L'esigenza di distinguere e/o decidere quale sia la modalità attraverso cui considerare il tempo ( es passato/presente/futuro, prima/adesso/poi, etc ) potrebbe essere una manifestazione dell'intrinseca esigenza degli esseri umani ( filosofi e non ) di riaffermare un qualche tipo di proprio ruolo nell'universo.
Ad esempio, si è passati dalla visione geocentrica + uomo re del creato, alla attuale consapevolezza che terra e uomo occupano uno spazio/tempo del tutto trascurabili nell'universo e/o sua presunta evoluzione. Rispetto alla quale gli esseri umani oppongono la pretesa di essere in qualche modo "speciali", potendo sviluppare pensieri più o meno articolati.
In tal senso, le scienze "dure", naturali, etc , e la stessa filosofia, costituiscono esempi di rappresentazioni formali e non sviluppate per descrivere una ( piccola ) parte dei fenomeni fisico/naturali di cui nostro malgrado facciamo parte.
Sottolineando inoltre come dedicare il proprio tempo ad attività scientifiche di ricerca teorico/sperimentali consente di ottenere soddisfazioni ( professionali e non ) più che sufficienti per giustificare tale impegno.
Vorrei consigliare inoltre la serie fatta da Curiuss, divulgatore scientifico, sul tempo.
Credo che gli utenti che hanno apprezzato questo tema apprezzeranno anche la serie fatta da Curiuss.
Canale di divulgazione di fisica, a mio avviso, migliore in Italia...
Molto interessante!
E' mai stato sostenuto che il tempo siano due dimensioni (passato e futuro) o tre (aggiungendo il presente)? Sarebbe sostenibile? Oppure è una sola?
Domanda: il campo spazio temporale ha una dimensione temporale in sé? È nato ed è divenuto, o è lì eterno senza tempo anche prima del big bang?
Stupendo
Solo una parola per Emiliano: grazie.
Comunque sempre piacevole l'ascolto del professor Palma
marco canziani ha evocato il convitato di pietra, il suo personaggio e' il pupazzetto di gomma
Non ci muoviamo NELLO Spazio: ci vediamo NEL Tempo: xrchè la Luce che Illumina TUTTI i Colori non é nessuno (è DIVERSA da TUTTI) i Colori
Mio commento tattico ancora prima di ascoltare
Le “scienze dure” si chiamano così perché sono per costituzione “dure di orecchio”. Solo questo. Non si vede come la “durezza” possa essere un titolo di una forma del sapere.
Che bellezza
Present day... Present time
Il tizio in alto a destra ha una logica tutta sua e molto ballerina… cosa significa che siccome non puoi trovare i dinosauri allora non esistono nell’universo. Anche fosse vero che quello che non si puó osservare non esiste chi ha deciso che la prospettiva debba essere quella terrestre? I dinosauri nell’universo ci sono eccome. Sei tu che sei troppo vicino per vederli