Il fatalismo genera conseguenze contrastanti: rende comprensivi verso sé stessi e gli altri, dona rassegnazione e capacità di sopportare le sventure. Nondimeno può causare insofferenza e collera, quando si prova la sensazione di essere incatenati ad una sorte rea. Il determinismo è in modo paradossale l’unica dottrina che può conciliarsi con l’idea di libero arbitrio, nel momento in cui ci ricordiamo che ognuno di noi, in quanto frammento dell’Assoluto, pensa ed agisce secondo la volontà parziale dell’Assoluto: è una volontà esterna alla nostra volontà, ma è pur sempre Dio che liberamente usa ognuno di noi per manifestare la Sua volontà. In questo senso e solo in questo senso, siamo liberi. Quando Nietzsche ammonisce: “Diventa quel che sei”, intende appunto rammentarci che è nel nostro destino palesare ciò che siamo in nuce dall’origine. Naturalmente tale consapevolezza non ci esime dall’interrogarci su tutte quelle volontà individuali, eppure assolute, che viviamo come incompatibili con la visione di un Creatore giusto ed amorevole: ciò dimostra che la contraddizione si annida nel principio. In principio è, non era, l’àlogos.
L'uomo ha la sensazione di essere libero come ha la sensazione che la terra sia ferma., l'uomo posto di fronte ad un biglietto da duecento euro e ad un biglietto da 5 euro, se non li sa distinguere o non sa leggere, si sente libero, perché gli è indifferente scegliere uno o scegliere l'altro e ne sceglierà uno secondo certi suoi criteri: magari perché è più bello, o perché è più piccolo, o perché è più interessante. Ma non lo sceglie in base al valore, perché non lo conosce. Nell'ignoranza l'uomo si trova di fronte a delle cose che per lui sono indifferenti. E se invece ne conosce il valore non è libero perché sceglierà necessariamente quello da duecento euro..
Noi non siamo liberi perche ogni nostra scelta é determinata dalla ricerca della felicità, o del piacere se vogliamo andare all'essenziale. E questo principio vale per qualsiasi forma di vita, la ricerca del piacere, nelle sue innumerevoli forme, tra cui quella della LIBERAZIONE dal dolore, è ciò che determina qualsiasi atto di qualsiasi vivente. Noi non vogliamo la libertà, vogliamo la LIBERAZIONE dal dolore.
Nessuno di noi possiede il libero arbitrio perchè in ognuno di noi, vi è un anima ed è quest'anima che decide da quali genitori farci nascere, come farci nascere, quando farci nacere, dove farci nascere e decide pure le esperienze che dovremo fare nella nostra vita. Per quanto invece riguarda il Bene e il Male posso afferemare che ciò che è bene puo trasformasi in male e viceversa. Basta pensare all'Acqua della quale abbiamo tanto bisogno per vivere. Essa è un bene per tutti gli esseri viventi. Ma se essa cadesse dal cielo in continuazione, tutto quanto nasce dalla terra finirebbe per marcire e sarebbe un male. Lo stesso ragionamento vale per il Sole che con il continuo dardeggiare dei suoi raggi, ridurrebbe il tutto un deserto. E se uccidessi una persona? E male quando tolgo intenzionalmente la vita ad una persona ma potrebbe anche essere un bene se offro ad persona che stà soffrendo da tempo dolori insopportabili e senza possibilità di lenire determinati dolori, la possibilita di por fine alla sua vita. Come potete constatare, tutto cambia in funzione di determinate situazioni.
+canal_grando E' incredibile che lo trovi chiaro; tutto quello che dice su Platone ad esempio é assurdo perché Cacciari omette di parlare della reincarnazione e di specificare che per la scelta del proprio carattere avviene prima di rinascere in questo mondo. Ci sono alcuni momenti interessanti ma globalmente Cacciari non fa che ammucchiare citazioni e idee di grandi filosofi del passato togliendole dal loro contesto.
+Duino Francesco omette d parlare della reincarnazione forse perchè non ci crede e anche secondo me è una idea fantasiosa e irrazionale. Razionalmente spiega la libertà dell'uomo nel corso della sua vita, cosa già faticosa da spiegare e capire senza arrampicarsi su specchi con idee folli di anime (o unghie) reincarnate
+canal_grando Ho sbagliato a scrivere quel commento, avrei dovuto immaginare che avrebbe causato discussioni inutili. Quindi non rispondero' a eventuali altri messaggi. Ma dato che abbiamo iniziato a discutere, vorrei solo precisare alcune cose. Io non parlavo della verità o della falsità della dottrina della reincarnazione. Dicevo che se cacciari cita Platone (e questo intervento di cacciari non é altro che citazioni da Heidegger, San Tommaso, Spinoza, Platone Nietzsche etc (anche se non li nomina tutti) - si direbbe che per cacciari pensare significa citare altri) dicevo che se cita Platone deve citare le sue idee spiegando il contesto, altrimenti quello che dice deforma il pensiero di Platone. Ti faccio notare che nella tua riposta hai implicato che Platone aveva idee folli e si arrampicava sugli specchi, e questo mi pare discutibile. Infine non mi sembra che tu sia al corrente di studi scientifici (come quelli di Ian Stevenson della Virginia University o quelli sulle NDE) che offrono delle prove convincenti che le idee di Platone (e Pitagora e Plotino e Empedocle e del Buddha ecc) non siano folli.
Secondo me l'uomo è infelice e insoddisfatto, come dice Cacciari, a causa dell'evoluzione. L'evoluzione implica il movimento. Se l'uomo fosse stato soddisfatto di quello che era e aveva sarebbe ancora nelle caverne. E' l'insoddisfazione del proprio essere e del proprio avere che spinge a migliorarsi e a migliorare il mondo che ci circonda. L'insoddisfazione porta all'azione. La felicità alla stagnazione. Concludendo dico che sono le leggi evolutive a renderci infelici e ci spingono al miglioramento.
Non è l'infelicità che spinge all'azione, ma l'insoddisfazione, profondamente diversa dall'infelicità, la quale ultima blocca ogni azione, poiché è simile alla disperazione!
Solo l’onnipotenza potrebbe evitare l’insoddisfazione, perché qualsiasi cosa di meno ci lascerebbe con la consapevolezza di non poter essere in ogni istante liberi. La consapevolezza di essere legati dalle catene della causalità non può mitigare il senso di insoddisfazione. Si rilegga, il “buon” Cacciari, il Canto del pastore errante di Leopardi.
Io vorrei non appartenere a nessuna religione:: ma solo a Gesù Cristo 💟 il puro amore verso di lui. E seguire i suoi passi:: perché Gesù Cristo ci ha portato la sua pace e non quella degli uomini;;
Sofocle, Aiace :"ὦ δέσποτ᾽ Αἴας, τῆς ἀναγκαίας τύχης οὐκ ἔστιν οὐδὲν μεῖζον ἀνθρώποις κακόν." "Aiace, mio signore, non esiste per gli uomini un male più terribile della sorte cui non è possibile sfuggire."
Se per libero arbitrio si intende quello "inventato" dalla chiesa cattolica per "scaricare di responsabilità" il creatore, faccio notare che, sempre secondo il cattolicesimo, ogni nostra azione presente, passata e futura, è già scritta nella mente di Dio e quindi, mi chiedo come potremmo andare contro la sua onniscienza. Mi spiego. Se mi trovo ad un bivio, io mi illudo di aver il libero arbitrio di potere scegliere di andare a destra o a sinistra; ma se Dio sa già che io prenderò a destra, io sono obbligato ad andare a destra. Mi illudo di aver fatto una scelta, ma il mio destino era già scritto nella mente di Dio.
La risposta teologica cattolica è che il sapere onnisciente di Dio non influenza la tua scelta: tu infatti non conosci la mente onnisciente di Dio, che già sa quel che sceglierai. Invece Lutero è più radicale: tu scegli il bene perché Dio non solo sa, ma ti ha anche predestinato ad agire in tal senso. Se tu scegli il bene è perché Dio, predestinandoti, ti ha già salvato... che è come dire che non ti salvi perché fa il bene, ma fai il bene per ché Dio .- imperscrutabilmente - ha già da sempre deciso di salvare te e, poniamo, non me (che, per questo, non potrò che scegliere il male)
Kumpel Marco Sul libero arbitrio e il caso (destino). Visto che nel libro di Giobbe si è accennato al libero arbitrio, voglio aprire una parentesi per esprimere meglio (se possibile) il mio umile pensiero. Voglio farlo con una storiella: c’è un uomo che ha dei forti dubbi in materia di fede: dubbi che lo pongono al di fuori della Grazia. Un giorno il curato del paese cerca di convincerlo ad andarlo a trovare perché lui possa spiegargli le ragioni della fede. L’uomo non sembra convinto di andare dal curato ma durante la notte si sveglia con un pensiero determinato: l’indomani sarebbe andato da lui per cercare di capire. È un bell’inizio per uno che vive nel dubbio: lui vuole capire. Non è detto che si convincerà e accetterà la fede: lui non lo sa. La sua mente per la prima volta si apre alla possibilità di accettarla; diciamo che è molto propenso a farlo. Neanche il tempo di addormentarsi, che un violento terremoto distrugge la sua casa ed egli muore sotto le macerie. Si presenterà al cospetto di Dio come peccatore o come redento? Durante il viaggio lui non può saperlo: non ha sentito le ragioni del prete. Non può sapere pertanto se queste sarebbero state sufficienti a convincerlo. Sarebbe stato, in definitiva, il suo parere, il suo libero arbitrio a farlo propendere per la fede o meno. Un libero arbitrio che non ha potuto esercitare perché il caso (o destino?) glielo ha impedito. Arriva davanti a Dio. Il suo avvocato difensore presenta le carte della sua vita. Sulla base delle carte, Dio lo deve condannare, perché è vissuto al di fuori della Grazia e quindi è un peccatore. Però Egli sa (e solo Lui può saperlo), che quell’uomo, quel peccatore, l’indomani sarebbe stato convinto dal curato e avrebbe abbracciato la fede. Cosa fece Dio? Io giro questa domanda ai credenti. Diano essi la risposta, visto che sono illuminati dalla grazia divina. Morale della favola: il libero arbitrio e subalterno al caso, o destino, che è poi la onniscienza di Dio. Dal «Riflessioni di un uomo della strada» del sottoscritto in attesa di pubblicazione. Ciao.
Sul libero arbitrio e il caso (destino). Visto che nel libro di Giobbe si è accennato al libero arbitrio, voglio aprire una parentesi per esprimere meglio (se possibile) il mio umile pensiero. Voglio farlo con una storiella: c’è un uomo che ha dei forti dubbi in materia di fede: dubbi che lo pongono al di fuori della Grazia. Un giorno il curato del paese cerca di convincerlo ad andarlo a trovare perché lui possa spiegargli le ragioni della fede. L’uomo non sembra convinto di andare dal curato ma durante la notte si sveglia con un pensiero determinato: l’indomani sarebbe andato da lui per cercare di capire. È un bell’inizio per uno che vive nel dubbio: lui vuole capire. Non è detto che si convincerà e accetterà la fede: lui non lo sa. La sua mente per la prima volta si apre alla possibilità di accettarla; diciamo che è molto propenso a farlo. Neanche il tempo di addormentarsi, che un violento terremoto distrugge la sua casa ed egli muore sotto le macerie. Si presenterà al cospetto di Dio come peccatore o come redento? Durante il viaggio lui non può saperlo: non ha sentito le ragioni del prete. Non può sapere pertanto se queste sarebbero state sufficienti a convincerlo. Sarebbe stato, in definitiva, il suo parere, il suo libero arbitrio a farlo propendere per la fede o meno. Un libero arbitrio che non ha potuto esercitare perché il caso (o destino?) glielo ha impedito. Arriva davanti a Dio. Il suo avvocato difensore presenta le carte della sua vita. Sulla base delle carte, Dio lo deve condannare, perché è vissuto al di fuori della Grazia e quindi è un peccatore. Però Egli sa (e solo Lui può saperlo), che quell’uomo, quel peccatore, l’indomani sarebbe stato convinto dal curato e avrebbe abbracciato la fede. Cosa fece Dio? Io giro questa domanda ai credenti. Diano essi la risposta, visto che sono illuminati dalla grazia divina. Morale della favola: il libero arbitrio e subalterno al caso, o destino, che è poi la onniscienza di Dio. Dal libro «Riflessioni di un uomo della strada» del sottoscritto in attesa di pubblicazione.
Santo La Rosa La domanda fondamentale è: PERCHE' la "sua mente per la prima volta si apre alla possibilità di accettare la fede" ? Se ciò dipendesse dalla pura ragione, non sarebbe fede, ma gnosi. Se tale "grazia" è essa stessa parte della fede (un portato che è _già_ fede), allora essa deriva direttamente e solo da Dio: è la grazia "irresistibile" luterana: l'uomo non ha - a rigore - né meriti né colpe. Nel tuo esempio, sarebbe già salvo, perché quella scintilla di apertura è il sintomo che Dio lo aveva predestinato ad aver fede, quindi ad essere tra i redenti. Per suo imprescrutabile volontà. Questo penso ti direbbe Lutero (per il quale la mediazione della Chiesa non è determinante). Ma, d'altra parte, nel Libro di Giobbe, Dio dà forse qualche _ragionevole_ spiegazione dei mali di Giobbe? Dio si giustifica forse al cospetto dell'uomo? Io una risposta assoluta in termini religiosi non posso dartela, non essendo credente. Ma esistono in ambito di fede religiosa risposte (certezze) assolute)?
Cacciari risponde alla domanda citando la storia del pensiero filosofico occidentale.Insoddisfatti furono i Greci che sapevano di non sapere,Platone diede la sua risposta.Cacciari sta tratteggiando con grande eleganza narrativa il pensiero occidentale.Lo trovo veramente interessante!
Ammettiamo che un uomo sia in grado di fare veramente quello che vuole esempio mangiare lavarsi ricavare strumenti utili dal lavoro arricchirsi di denaro a piacimento ecc.; ma rimane comunque vincolato a queste necessità. Quindi è prigioniero
Ho letto un articolo sul libero arbitrio a firma di un giornalista britannico: alcuni argomenti non sono così forti, a differenza di quelli che adducemmo noi, altri sono un po’ scontati, ad esempio quello circa la concatenazione delle cause, visto anche che il concetto di “causa” è piuttosto nebuloso, sebbene anche sostituendo al propter hoc il post hoc, sia evidente che ogni evento, se non ne genera uno successivo, comunque lo precede. Mi pare che l’idea più originale, quantunque espressa in modo poco chiaro, sia il riferimento all’esperienza che si esplicita a prescindere dall’io che può essere concepito come un fantasma, un “fascio di sensazioni”, per dirla con David Hume. Giustamente l’autore si sofferma più sulle conseguenze del determinismo che sulla sua solidità teoretica: le ripercussioni sulla morale e sull’applicazione della giustizia, che l’autore evidenzia, sono indiscutibili. Mi pare, però, che non sia sottolineato il fatto che, mentre la responsabilità individuale, in un’ottica determinista, si ridimensiona fin quasi a scomparire, si palesa la colpa di… qualcun altro. E una colpa che può essere vista come avventatezza, ma che, se non suscita condanna, causa sgomento ed incredulità, quando, verbigrazia, si ricordano le indicibili sofferenze in cui si dibattono moltissimi esseri senzienti, uomini, animali e perché no? pure le piante. Si ha l’impressione di essere al cospetto di una Coscienza masochista o, per lo meno, così incauta da non essere conscia dell’immane dolore che provocherà per aver assecondato i suoi impulsi. In soldoni, perché Essa, fra le innumerevoli manifestazioni, decide di “incarnarsi” in un bambino torturato da un sadico o in un animale seviziato in un laboratorio di ricerca? E’ una domanda lancinante che non ha risposta e non l’avrebbe neppure se accogliessimo il sistema opposto, quello incentrato sulla libertà, giacché ci chiederemmo per quale ragione Dio permetta che il libero arbitrio culmini in questo massacro. I due modelli antitetici non sono esenti da incongruenze, ancorché il loro indice di contraddittorietà sia inferiore da quello che sgretola il paradigma dei compatibilisti, da Machiavelli in giù, che meglio sarebbe definire con un neologismo un po’ rozzo ma efficace, ossia “cerchiobottisti”.
Noi ci interroghiamo sulla nostra libertà perché non è mai vera libertà perficente intesa come libertà perfettamente perfetta svincolatamente svincolante come svincolo autorealizzativo dal giudizio indipendentemente indipendente
MassimoAngotzi Sei veramente un maleducato. Invece di fare delle cadute di stile così ignobili e di prendertela con tutti: dovresti riflettere prima di parlare ; che tutto il mondo ti ringrazia ossia si alza in piedi e ti fa un applauso: ossia che tutto il mondo te ne è profondamente grato .
Il libero arbitrio é semplicememte scegliere qualcosa che ci rende felici senza tener conto degli altri, delle istituzioni, della legge e delle religioni...
- (fino al minuto 6:13) "Ci facciamo questa domanda (siamo veramente liberi?) perché non siamo contenti del nostro agire" O forse ci facciamo tale domanda semplicemente perché in tutta la nostra vita abbiamo sempre delle cose da voler fare ma che non possiamo fare (per motivi vari) e questo porta a chiedersi appunto, se siamo veramente liberi... A sostegno di ciò che dico si può ipotizzare che tutte le nostre possibili "voglie" vengano soddisfatte istantaneamente; ciò porterebbe un uomo a non avere più "voglie", non avrebbe più cose da voler fare e quindi diventerebbe inutile chiedersi se si è veramente liberi. (P.S. non siamo mai in pace perché abbiamo sempre qualcosa che vogliamo fare e non perché siamo insoddisfatti di ciò che facciamo...) - (fino alla fine) "ci chiediamo perché siamo liberi, perché facciamo male" O forse, mi chiedo se sono libero per sapere se devo o no trovare un modo per distinguere il bene dal male (se non fossi libero, non sarebbe colpa mia di ciò che faccio; se sono libero, la colpa è mia e quindi devo stare attento a quale "strada" scelgo). - Il fatto che "non siamo mai in atto" sono nel complesso d'accordo ma nella singola volontà no... se voglio perdere 20 kg e ci riesco, divento in atto in ciò MA nel complesso avrò ancora altre "voglie" e quindi nel complesso non sarò in atto. - Il divino ha messo in atto una "fregatura" sulla libertà, talmente fatta bene che razionalmente non la si può considerare una "fregatura" XD; la si capisce bene con un esempio: Per ipotesi: tu sai creare un computer (con una certa volontà) e lo sai anche rendere consapevole. Sai anche che un essere consapevole preferisce (vuole) esistere piuttosto che non esistere. Quindi, crei un computer con una volontà-A (una volontà che in parte fa il male e in parte il bene). Se questo computer fa il male, di chi è la colpa? del computer (dato che è libero e consapevole) o di chi lo ha creato? SE la colpa è di chi lo ha creato, allora la soluzione sarebbe che TU non devi creare computer che fanno il male" MA questa risposta non piace al computer il quale vorrebbe esistere, quindi: - SE il computer preferisce fare qualche volta il male (prendendosi le responsabilità) piuttosto che non esistere, allora il computer viene creato e la colpa del suo male e del computer. - SE il computer non vuole prendersi tale responsabilità, allora tu non dovresti crearlo. Nella realtà ciò funziona dando per scontato che tutte le persone esistenti (consciamente o inconsciamente) preferiscano soffrire per il male che fanno (prendersi le loro responsabilità) piuttosto che non esistere... - "dopo la scelta non sono più libero"... cosa!!? certo che sei libero! E' stata una tua scelta! Dopo la scelta inizi a mettere in atto la tua libertà, inizi a mettere in atto quello che sei! Se non scegli la tua libertà non verrà mai messa in atto e quindi è come se essa non esistesse! quindi sarebbe più giusto dire: "prima della scelta, non sei libero" A me sembra che tutte le domande sulla libertà siano "strane", "difficili", "vaghe" perché è la definizione di "libertà" ad essere fatta male. - "devo raccogliere conoscenza per essere consapevole del destino (conseguenze) che scelgo" ok, questa è giusta! :D - Poi sembra che faccia intendere che la conoscenza rende libero... non è proprio vero, cioè, è vero che uno colto ha più possibilità effettive (libertà) di un ignorante, ma anche l'ignorante è libero (semplicemente, è più libero di sbagliare, più libero di non raggiungere i suoi scopi, rispetto al colto). - "tutto è ragione e il bene e il male non esistono più" no aspetta, la ragione dà un modo per determinare quale scelta è migliore di un'altra e da ciò si possono ricavare scelte sbagliate (male) e scelte giuste (bene) poi è ovvio che se uno ha la ragione universale, allora dal SUO punto di vista non esisterà né il bene né il male MA noi non abbiamo la ragione universale quindi per noi esiste sia il bene che il male. Ecco, si può dire che il "male" è un azione che va contro la ragione universale quindi il "male" può farlo solo l'uomo (e non un ipotetico Dio che ha la ragione universale). - "il male è il non sapere" un ignorante può fare il bene nella sua ignoranza... Sinceramente mi sono stufato di trovare delle persone che esaltano in modo esagerato la conoscenza... la conoscenza è qualcosa "in potenza" che serve SOLO se poi la metti in atto; se muori nella conoscenza sei più stupido di un ignorante (usando i suoi termini "saresti SCHIAVO della conoscenza"). In definitiva, tanti giri di parole che alla fine non mi sembra che abbiano chiarito molto ciò che riguarda la libertà e la morale (bene e male).
@@landofw56 Non argomentare è peggio di qualsiasi fallacia. Comunque, la mia filosofia si è evoluta parecchio nel tempo quindi non puoi più discutere con chi ha scritto quel commento di 5 anni fa.
@@robbe1534 Non ribattere per evitare brutte figure. Tuttavia sono lieto che tu abbia corretto il tiro, magari allontanandoti dalle idiozie di cacciari (minuscolo volontario).
+gianpaolo arlati Cartesio all'interno dell'opera "Discorso sul metodo" rispose alla tua domanda, cogito ergo sum, penso dunque sono, neanche i piu scettici possono affermare il contrario. Si, la domanda sul libero arbitrio è filosoficamente piu complessa ed intrigante a mio avviso.
Leprof Cacciari il libero Arbitrio è uno scarabocchio in quanto l'agire ci "ammacca" perché si nasce , si ama, si muore per enumerare il rischio così facendo è attendibile sposare l'oltre. Lei ha ragione bisogna dire anche quando non si capisce.
Diciamo libera ogni cosa che esiste per sola sostanza ed è indeterminatamente fattore agibile fattuale che effettua moralmente attraverso la natura categorica dei fatti
antonio rua olivares Libertà e dovere non coincidono per nulla. Non foss' altro che la vita umana è libertà liberatoria svincolata da ferrei ceppi vincolanti .
Se la libertà di scegliere il bene dipende dalla conoscenza ne viene di conseguenza che l'uomo, creatura limitata e preda delle passioni, non potendo mai avere la conoscenza totale delle cose che ha Dio, non sarà mai libero. Quindi la libertà assoluta per l'uomo è solo un progetto ambizioso, mai raggiungibile. Che l'uomo pecchi per ignoranza lo aveva già ampiamente detto Socrate. Il problema è che l'uomo si scopre nel fare. Non puoi conoscere se non agendo. Sbagliando si impara. E sbagliare significa vivere. Meglio vivere immersi nelle illusioni e nelle menzogne che cadere nelle braccia del nichilismo.
+FirstPublicChannel Il tuo primo commento del ovetto kinder è da geni vero? Dimostra allora che non sei un'idiota, spiegami la frase che ha detto Massimo Cucciari nel video; "Diciamo libera quella cosa che esiste per sola necessità della sua natura e si determina ad agire sola".
Ti rispondo per quello che dicevano i greci "sostienilo e astieniti dal mostrarlo". Secondo me non abbiamo scelta, dobbiamo reggerlo e aspettare che passi. E la cosa bella della sofferenza comunque è che ti fa diventare più consapevole. Dunque ti fa evolvere a modo suo, ed è la via più "facile". Questo confermerebbe il fatto che tutto tende necessariamente al bene ed anche chi sta male sta così perché il tutto lo sta in quel modo portando ad evolversi. Non è certo capendo questo che il dolore ci abbandona, ma di certo questo ci aiuta a confidare nel tutto. Guarda le cose più in grande, dall'alto, illumina l'oscurità e vedrai che le cose miglioreranno. E se anche per te questa intera esistenza dovesse essere un travaglio, sappi che anche dal peggior travaglio nasce qualcosa. Ritieniti onorato di poter essere parte di questo universo a tuo modo, così come te, tutto ha la sua funzione. Della serie, devi essere fiero di ciò che sei, perché senza di te il meglio non potrebbe venire. E non scoraggiarti pensando che ti è toccata questa sorte, perché pensa che se non ci fossi tu, anche tutto ciò che di bello è buono c'è, non potrebbe esistere. Siamo parte del tutto e questo dovrebbe bastare per farci sentire meno soli.
La libertà di pensare non è ancora autonoma poiché essa è costruita da un'educazione, e non esistono ancora educazioni capaci di creare l'individuo autonomo pensante. L'uomo, diceva Kant, è ciò che l'educazione ha fatto di lui e nient'altro; questo concetto si ricollega facilmente all'individuo come processo di Hegel, il quale diceva che il più grande sbaglio che si possa fare è assolutizzare la persona a ciò che sembra a prima vista, non si ha la comprensione del tutto e quindi non si sa la verità. Per esempio la persona resa pubblica dai mezzi pubblici per aver ucciso una persona è assolutizzata in assassino, non è nient'altro che uno schifoso assassino che non ha saputo adoperare la sua libertà; ma dietro l'assassino c'è tutto un processo di vita, di esperienze, di problemi sociali, economici... che l'hanno fatto diventare così. L'errore commesso sta nel colpevolizzare l'assassino per le sue azioni, ma in realtà la colpa risiede soltanto nell'educazione che è il conglomerato di tutte quelle cause che lo hanno fatto diventare ciò; e quindi bisogna colpevolizzare non l'individuo poichè non è autonomo di pensare ma il sistema educativo che lo ha cresciuto. In conclusione nessuno a l'autonomia di pensare, poiché è l'educazione che forma il tuo libero arbitrio. Infatti gli ideali come popolo, nazione, religione, soldi...blablabla sono costruiti da ciò che ti circonda e ti cresce; gli scontri avvengono tra diverse educazioni, la massima causante delle diversità è l'educazione.
LA SORTE "Karma" Io e la mia Sorte siamo legati come il secchio e la Corda. Dove va l’uno va l'altra. Mi stima tanto la mia Sorte ed è delusa delle sue esperienze passate, in compagnia di altre vite. Chi le diceva Sorte puttana, chi Sorte cattiva, altri, maledetta sorte, altri ancora, schifosa sorte e tante altre brutte parole. Con me è allegra e gioiosa. Mi precede, passa avanti per fare in modo di trovarci assieme al posto giusto, nel momento giusto. Fa sempre in modo da evitare di trovarci al posto sbagliato nel momento sbagliato. Per me è una buona sorte, una buona compagna di vita. Non sopporto l’idea che il percorso della mia vita sia stato scritto e predestinato da altri, all’infuori di me e della mia Sorte. La mia Sorte o “Karma”, decide assieme a me il percorso da fare. La sorte o karma, ha un vissuto di esperienze di vite precedenti. Probabilmente la mia avrà avuto un vissuto con il Fornaretto di Venezia e con qualche mercante della "Serenissima". E questo va tutto a mio vantaggio; Nel Nord-Est svolgo attività di ricerche di mercato e servizi di consulenza logistica per il collocamento di prodotti ortofrutticoli sui mercati nazionali ed esteri, e mi sento a mio agio. Faccio il padrone di casa.
Se come dice il Cacciari io scelgo il mio carattere(il bene o il male),come si spiega un uomo che ha fatto sempre del bene nella sua vita ad un certo punto uccide moglie e figli???!!
La mente è dominata dal principe di questo mondo satana se un essere umano vive x se stesso senza Dio le due leggi è normale che si senta insoddisfatto
Per avere pace dobbiamo conoscere gesù.la Bibbia dice se il figlio vi fa liberi sarete veramente liberi.gesu alla croce ha vinto le potesta' diaboliche
Che l'animale non umano sia "contento" è un assioma ingiustificato ed ingiustificabile. Non solo: la ns indagine dell'animale cognitivo non umano (cognitive ethology) indica esattamente l'opposto; la mancanza di "contentezza" è forse componente "indispensabile" (nel senso di convergenza evolutiva) di una mente cognitiva adattativa, umana e non. Nemmeno in questo la ns mente è qualitativamente differente dalle menti animali non umane. Occorre smettere di tentare di comprendere chi siamo comparandoci in modo ignorante con gli altri animali. Peraltro, il più delle volte tale comparazione appare del tutto gratuita e non necessaria, nell'ambito della riflessione filosofica o antropologico-culturale. ruclips.net/video/a-1HdbNZDgQ/видео.html
Per far sì che l' uomo comprenda Dio deve capire Dio per essere Dio - Dio deve essere ritenuto ente innocentemente innocente così dice la visione platonica della visione di Dio
Gasparuccio X Comunque mi chiamo Damele e non Daniele di cognome. Per quanto riguarda la libertà la intendo come incondizionatezza intesa attraverso il concetto di libertà necessità detto mediante alla Spinoza. E non nel nulla ossia nel non fare niente. Comunque piacere io mi chiamo Francesco Damele . Io continuerò a parlare con te perché a me fa piacere parlare con te. Perché sei una persona educata
Gasparuccio X Come ti chiami. Come ultima cosa per ultima cosa per quanto riguarda la libertà io per conoscere la libertà la devo riconoscere come autorealizzazione. Perché la libertà è libertà quando dice sì al necessario detto alla Spinoza
Difficile argomento, trattato sinteticamente al meglio. Grazie
Il fatalismo genera conseguenze contrastanti: rende comprensivi verso sé stessi e gli altri, dona rassegnazione e capacità di sopportare le sventure. Nondimeno può causare insofferenza e collera, quando si prova la sensazione di essere incatenati ad una sorte rea. Il determinismo è in modo paradossale l’unica dottrina che può conciliarsi con l’idea di libero arbitrio, nel momento in cui ci ricordiamo che ognuno di noi, in quanto frammento dell’Assoluto, pensa ed agisce secondo la volontà parziale dell’Assoluto: è una volontà esterna alla nostra volontà, ma è pur sempre Dio che liberamente usa ognuno di noi per manifestare la Sua volontà. In questo senso e solo in questo senso, siamo liberi. Quando Nietzsche ammonisce: “Diventa quel che sei”, intende appunto rammentarci che è nel nostro destino palesare ciò che siamo in nuce dall’origine. Naturalmente tale consapevolezza non ci esime dall’interrogarci su tutte quelle volontà individuali, eppure assolute, che viviamo come incompatibili con la visione di un Creatore giusto ed amorevole: ciò dimostra che la contraddizione si annida nel principio. In principio è, non era, l’àlogos.
L'uomo ha la sensazione di essere libero come ha la sensazione che la terra sia ferma., l'uomo posto di fronte ad un biglietto da duecento euro e ad un biglietto da 5 euro, se non li sa distinguere o non sa leggere, si sente libero, perché gli è indifferente scegliere uno o scegliere l'altro e ne sceglierà uno secondo certi suoi criteri: magari perché è più bello, o perché è più piccolo, o perché è più interessante. Ma non lo sceglie in base al valore, perché non lo conosce.
Nell'ignoranza l'uomo si trova di fronte a delle cose che per lui sono indifferenti. E se invece ne conosce il valore non è libero perché sceglierà necessariamente quello da duecento euro..
Il libero arbitrio serve a decidere se vogliamo Governare noi popolo o i capi piramide.
VOGLIO CHE IL GOVERNO SIA DEL POPOLO TERRESTRE
....
Noi non siamo liberi perche ogni nostra scelta é determinata dalla ricerca della felicità, o del piacere se vogliamo andare all'essenziale.
E questo principio vale per qualsiasi forma di vita, la ricerca del piacere, nelle sue innumerevoli forme, tra cui quella della LIBERAZIONE dal dolore, è ciò che determina qualsiasi atto di qualsiasi vivente.
Noi non vogliamo la libertà, vogliamo la LIBERAZIONE dal dolore.
Sì
La possibile salvezza è la riconoscenza della speranza
La speranza è tale solo nella disperazione.
Nessuno di noi possiede il libero arbitrio perchè in ognuno di noi, vi è un anima ed è quest'anima che decide da quali genitori farci nascere, come farci nascere, quando farci nacere, dove farci nascere e decide pure le esperienze che dovremo fare nella nostra vita. Per quanto invece riguarda il Bene e il Male posso afferemare che ciò che è bene puo trasformasi in male e viceversa. Basta pensare all'Acqua della quale abbiamo tanto bisogno per vivere. Essa è un bene per tutti gli esseri viventi. Ma se essa cadesse dal cielo in continuazione, tutto quanto nasce dalla terra finirebbe per marcire e sarebbe un male. Lo stesso ragionamento vale per il Sole che con il continuo dardeggiare dei suoi raggi, ridurrebbe il tutto un deserto. E se uccidessi una persona? E male quando tolgo intenzionalmente la vita ad una persona ma potrebbe anche essere un bene se offro ad persona che stà soffrendo da tempo dolori insopportabili e senza possibilità di lenire determinati dolori, la possibilita di por fine alla sua vita. Come potete constatare, tutto cambia in funzione di determinate situazioni.
Vai a dormire...
Dio è colui che rende tutti gli esseri umani salvi .
Dea è colei che rende tutte le essere umane salve.
Le nostre imperfezioni sono causa non della nostra libertà ma della nostra incapacità
Il male in Dio non esiste perché Dio fa soltanto il nostro bene per la nostra vita
Però con te qualcosa gli è andato storto...
Ma dio è libero dalla sua stessa bontà?
Di che anno è più o meno quest'intervista?
+Canale di BlackSkevros
perché non carichi il video integrale?
Grazie, facci sapere, a presto.
La possibilità di conoscere il destino significa armonizzarsi alla ragione necessaria formata come necessità suprema
Ma il servo arbitrio e l'arbitro servile sono due facce della stessa medaglia?
Inquietante, τραγικό, δαιμονικό...
molto chiaro e veramente interessante, ottima spiegazione, bravo Cacciari
+canal_grando E' incredibile che lo trovi chiaro; tutto quello che dice su Platone ad esempio é assurdo perché Cacciari omette di parlare della reincarnazione e di specificare che per la scelta del proprio carattere avviene prima di rinascere in questo mondo. Ci sono alcuni momenti interessanti ma globalmente Cacciari non fa che ammucchiare citazioni e idee di grandi filosofi del passato togliendole dal loro contesto.
+Duino Francesco omette d parlare della reincarnazione forse perchè non ci crede e anche secondo me è una idea fantasiosa e irrazionale. Razionalmente spiega la libertà dell'uomo nel corso della sua vita, cosa già faticosa da spiegare e capire senza arrampicarsi su specchi con idee folli di anime (o unghie) reincarnate
+canal_grando Ho sbagliato a scrivere quel commento, avrei dovuto immaginare che avrebbe causato discussioni inutili. Quindi non rispondero' a eventuali altri messaggi. Ma dato che abbiamo iniziato a discutere, vorrei solo precisare alcune cose. Io non parlavo della verità o della falsità della dottrina della reincarnazione. Dicevo che se cacciari cita Platone (e questo intervento di cacciari non é altro che citazioni da Heidegger, San Tommaso, Spinoza, Platone Nietzsche etc (anche se non li nomina tutti) - si direbbe che per cacciari pensare significa citare altri) dicevo che se cita Platone deve citare le sue idee spiegando il contesto, altrimenti quello che dice deforma il pensiero di Platone.
Ti faccio notare che nella tua riposta hai implicato che Platone aveva idee folli e si arrampicava sugli specchi, e questo mi pare discutibile. Infine non mi sembra che tu sia al corrente di studi scientifici (come quelli di Ian Stevenson della Virginia University o quelli sulle NDE) che offrono delle prove convincenti che le idee di Platone (e Pitagora e Plotino e Empedocle e del Buddha ecc) non siano folli.
Per accumulare la libertà bisogna conoscere non solo il destino ma la totalità del cosmo
Un cumulo di libertà è come un cumulo di letame: serve solo se diffuso.
Ti amo Dio.. Grazie
Prego
Il libero arbitrio serve a decidere se vogliamo Governare noi popolo o i capi piramide.
VOGLIO CHE IL GOVERNO SIA DEL POPOLO TERRESTRE
........
Secondo me l'uomo è infelice e insoddisfatto, come dice Cacciari, a causa dell'evoluzione. L'evoluzione implica il movimento. Se l'uomo fosse stato soddisfatto di quello che era e aveva sarebbe ancora nelle caverne. E' l'insoddisfazione del proprio essere e del proprio avere che spinge a migliorarsi e a migliorare il mondo che ci circonda. L'insoddisfazione porta all'azione. La felicità alla stagnazione. Concludendo dico che sono le leggi evolutive a renderci infelici e ci spingono al miglioramento.
Non è l'infelicità che spinge all'azione, ma l'insoddisfazione, profondamente diversa dall'infelicità, la quale ultima blocca ogni azione, poiché è simile alla disperazione!
"Dio" ha creato l'universo perchè era insodisfatto della sua condizione non perfetta.
Solo l’onnipotenza potrebbe evitare l’insoddisfazione, perché qualsiasi cosa di meno ci lascerebbe con la consapevolezza di non poter essere in ogni istante liberi. La consapevolezza di essere legati dalle catene della causalità non può mitigare il senso di insoddisfazione. Si rilegga, il “buon” Cacciari, il Canto del pastore errante di Leopardi.
Il libero arbitrio serve a decidere se vogliamo Governare noi popolo o i capi piramide.
VOGLIO CHE IL GOVERNO SIA DEL POPOLO TERRESTRE
.......
Per farsi una ragione bisogna essere ragionevoli con sensatezza
Per avere un senso bisogna farsi un'irragionevole ragione dell'insensatezza.
Prof risponda alla domanda, però.
Che cosa è il libero arbitrio?
Ho trovato molto interessante il sito VERITÀ UNIVERSALE, eccezionale per approfondire queste tematiche 😮
La risposta più completa e chiara l’ho trovata nel fantastico sito VERITÀ UNIVERSALE
Si dice etica quel valore che esiste nella natura come stato d’ espressione del mondo e della società
L'etichetta è il commento del mondo.
Io vorrei non appartenere a nessuna religione:: ma solo a Gesù Cristo 💟 il puro amore verso di lui. E seguire i suoi passi:: perché Gesù Cristo ci ha portato la sua pace e non quella degli uomini;;
Sofocle, Aiace :"ὦ δέσποτ᾽ Αἴας, τῆς ἀναγκαίας τύχης
οὐκ ἔστιν οὐδὲν μεῖζον ἀνθρώποις κακόν."
"Aiace, mio signore, non esiste per gli uomini un male più terribile
della sorte cui non è possibile sfuggire."
Se per libero arbitrio si intende quello "inventato" dalla chiesa cattolica per "scaricare di responsabilità" il creatore, faccio notare che, sempre secondo il cattolicesimo, ogni nostra azione presente, passata e futura, è già scritta nella mente di Dio e quindi, mi chiedo come potremmo andare contro la sua onniscienza. Mi spiego. Se mi trovo ad un bivio, io mi illudo di aver il libero arbitrio di potere scegliere di andare a destra o a sinistra; ma se Dio sa già che io prenderò a destra, io sono obbligato ad andare a destra. Mi illudo di aver fatto una scelta, ma il mio destino era già scritto nella mente di Dio.
La risposta teologica cattolica è che il sapere onnisciente di Dio non influenza la tua scelta: tu infatti non conosci la mente onnisciente di Dio, che già sa quel che sceglierai.
Invece Lutero è più radicale:
tu scegli il bene perché Dio non solo sa, ma ti ha anche predestinato ad agire in tal senso.
Se tu scegli il bene è perché Dio, predestinandoti, ti ha già salvato... che è come dire che non ti salvi perché fa il bene, ma fai il bene per ché Dio .- imperscrutabilmente - ha già da sempre deciso di salvare te e, poniamo, non me (che, per questo, non potrò che scegliere il male)
Kumpel Marco
Sul libero arbitrio e il caso (destino).
Visto che nel libro di Giobbe si è accennato al libero arbitrio, voglio aprire una parentesi per esprimere meglio (se possibile) il mio umile pensiero. Voglio farlo con una storiella: c’è un uomo che ha dei forti dubbi in materia di fede: dubbi che lo pongono al di fuori della Grazia.
Un giorno il curato del paese cerca di convincerlo ad andarlo a trovare perché lui possa spiegargli le ragioni della fede. L’uomo non sembra convinto di andare dal curato ma durante la notte si sveglia con un pensiero determinato: l’indomani sarebbe andato da lui per cercare di capire. È un bell’inizio per uno che vive nel dubbio: lui vuole capire. Non è detto che si convincerà e accetterà la fede: lui non lo sa. La sua mente per la prima volta si apre alla possibilità di accettarla; diciamo che è molto propenso a farlo. Neanche il tempo di addormentarsi, che un violento terremoto distrugge la sua casa ed egli muore sotto le macerie.
Si presenterà al cospetto di Dio come peccatore o come redento? Durante il viaggio lui non può saperlo: non ha sentito le ragioni del prete. Non può sapere pertanto se queste sarebbero state sufficienti a convincerlo. Sarebbe stato, in definitiva, il suo parere, il suo libero arbitrio a farlo propendere per la fede o meno. Un libero arbitrio che non ha potuto esercitare perché il caso (o destino?) glielo ha impedito.
Arriva davanti a Dio.
Il suo avvocato difensore presenta le carte della sua vita. Sulla base delle carte, Dio lo deve condannare, perché è vissuto al di fuori della Grazia e quindi è un peccatore. Però Egli sa (e solo Lui può saperlo), che quell’uomo, quel peccatore, l’indomani sarebbe stato convinto dal curato e avrebbe abbracciato la fede.
Cosa fece Dio?
Io giro questa domanda ai credenti. Diano essi la risposta, visto che sono illuminati dalla grazia divina.
Morale della favola: il libero arbitrio e subalterno al caso, o destino, che è poi la onniscienza di Dio.
Dal «Riflessioni di un uomo della strada» del sottoscritto in attesa di pubblicazione. Ciao.
Sul libero arbitrio e il caso (destino).
Visto che nel libro di Giobbe si è accennato al libero arbitrio, voglio aprire una parentesi per esprimere meglio (se possibile) il mio umile pensiero. Voglio farlo con una storiella: c’è un uomo che ha dei forti dubbi in materia di fede: dubbi che lo pongono al di fuori della Grazia.
Un giorno il curato del paese cerca di convincerlo ad andarlo a trovare perché lui possa spiegargli le ragioni della fede. L’uomo non sembra convinto di andare dal curato ma durante la notte si sveglia con un pensiero determinato: l’indomani sarebbe andato da lui per cercare di capire. È un bell’inizio per uno che vive nel dubbio: lui vuole capire. Non è detto che si convincerà e accetterà la fede: lui non lo sa. La sua mente per la prima volta si apre alla possibilità di accettarla; diciamo che è molto propenso a farlo. Neanche il tempo di addormentarsi, che un violento terremoto distrugge la sua casa ed egli muore sotto le macerie.
Si presenterà al cospetto di Dio come peccatore o come redento? Durante il viaggio lui non può saperlo: non ha sentito le ragioni del prete. Non può sapere pertanto se queste sarebbero state sufficienti a convincerlo. Sarebbe stato, in definitiva, il suo parere, il suo libero arbitrio a farlo propendere per la fede o meno. Un libero arbitrio che non ha potuto esercitare perché il caso (o destino?) glielo ha impedito.
Arriva davanti a Dio.
Il suo avvocato difensore presenta le carte della sua vita. Sulla base delle carte, Dio lo deve condannare, perché è vissuto al di fuori della Grazia e quindi è un peccatore. Però Egli sa (e solo Lui può saperlo), che quell’uomo, quel peccatore, l’indomani sarebbe stato convinto dal curato e avrebbe abbracciato la fede.
Cosa fece Dio?
Io giro questa domanda ai credenti. Diano essi la risposta, visto che sono illuminati dalla grazia divina.
Morale della favola: il libero arbitrio e subalterno al caso, o destino, che è poi la onniscienza di Dio.
Dal libro «Riflessioni di un uomo della strada» del sottoscritto in attesa di pubblicazione.
Santo La Rosa La domanda fondamentale è: PERCHE' la "sua mente per la prima volta si apre alla possibilità di accettare la fede" ?
Se ciò dipendesse dalla pura ragione, non sarebbe fede, ma gnosi.
Se tale "grazia" è essa stessa parte della fede (un portato che è _già_ fede), allora essa deriva direttamente e solo da Dio: è la grazia "irresistibile" luterana: l'uomo non ha - a rigore - né meriti né colpe.
Nel tuo esempio, sarebbe già salvo, perché quella scintilla di apertura è il sintomo che Dio lo aveva predestinato ad aver fede, quindi ad essere tra i redenti.
Per suo imprescrutabile volontà.
Questo penso ti direbbe Lutero (per il quale la mediazione della Chiesa non è determinante).
Ma, d'altra parte, nel Libro di Giobbe, Dio dà forse qualche _ragionevole_ spiegazione dei mali di Giobbe? Dio si giustifica forse al cospetto dell'uomo?
Io una risposta assoluta in termini religiosi non posso dartela, non essendo credente.
Ma esistono in ambito di fede religiosa risposte (certezze) assolute)?
Kumpel Marco Mi piaci, Marco. Dimmi, se puoi con parole semplici, da dove viene il male. Con parole semplici!
Cacciari risponde alla domanda citando la storia del pensiero filosofico occidentale.Insoddisfatti furono i Greci che sapevano di non sapere,Platone diede la sua risposta.Cacciari sta tratteggiando con grande eleganza narrativa il pensiero occidentale.Lo trovo veramente interessante!
Verso quali nuovi orizzonti si è spinto dunque il pensiero rispetto a quello greco? Mi citeresti qualche autore o linea di pensiero? Grazie!
Il libero arbitrio per essere libero deve essere consapevolezza svincolante
Il libero arbitrio per essere vincolato può essere ignoranza liberata.
Le nostre imperfezioni- peccati e miserie sono dovute alla parola
Ma anche no. Se no i muti sarebbero tutti Santi.
Al principio della parola.
Ammettiamo che un uomo sia in grado di fare veramente quello che vuole esempio mangiare lavarsi ricavare strumenti utili dal lavoro arricchirsi di denaro a piacimento ecc.; ma rimane comunque vincolato a queste necessità. Quindi è prigioniero
Concordo
Dio è infinita onniscienza verità del mondo
Ma Dio può voler essere ignorante e falso?
Ho letto un articolo sul libero arbitrio a firma di un giornalista britannico: alcuni argomenti non sono così forti, a differenza di quelli che adducemmo noi, altri sono un po’ scontati, ad esempio quello circa la concatenazione delle cause, visto anche che il concetto di “causa” è piuttosto nebuloso, sebbene anche sostituendo al propter hoc il post hoc, sia evidente che ogni evento, se non ne genera uno successivo, comunque lo precede. Mi pare che l’idea più originale, quantunque espressa in modo poco chiaro, sia il riferimento all’esperienza che si esplicita a prescindere dall’io che può essere concepito come un fantasma, un “fascio di sensazioni”, per dirla con David Hume. Giustamente l’autore si sofferma più sulle conseguenze del determinismo che sulla sua solidità teoretica: le ripercussioni sulla morale e sull’applicazione della giustizia, che l’autore evidenzia, sono indiscutibili. Mi pare, però, che non sia sottolineato il fatto che, mentre la responsabilità individuale, in un’ottica determinista, si ridimensiona fin quasi a scomparire, si palesa la colpa di… qualcun altro. E una colpa che può essere vista come avventatezza, ma che, se non suscita condanna, causa sgomento ed incredulità, quando, verbigrazia, si ricordano le indicibili sofferenze in cui si dibattono moltissimi esseri senzienti, uomini, animali e perché no? pure le piante.
Si ha l’impressione di essere al cospetto di una Coscienza masochista o, per lo meno, così incauta da non essere conscia dell’immane dolore che provocherà per aver assecondato i suoi impulsi. In soldoni, perché Essa, fra le innumerevoli manifestazioni, decide di “incarnarsi” in un bambino torturato da un sadico o in un animale seviziato in un laboratorio di ricerca?
E’ una domanda lancinante che non ha risposta e non l’avrebbe neppure se accogliessimo il sistema opposto, quello incentrato sulla libertà, giacché ci chiederemmo per quale ragione Dio permetta che il libero arbitrio culmini in questo massacro.
I due modelli antitetici non sono esenti da incongruenze, ancorché il loro indice di contraddittorietà sia inferiore da quello che sgretola il paradigma dei compatibilisti, da Machiavelli in giù, che meglio sarebbe definire con un neologismo un po’ rozzo ma efficace, ossia “cerchiobottisti”.
Noi ci interroghiamo sulla nostra libertà perché non è mai vera libertà perficente intesa come libertà perfettamente perfetta svincolatamente svincolante come svincolo autorealizzativo dal giudizio indipendentemente indipendente
E della tua stupidità stupidamente stupidante come svincolo per la tangenziale che ti porta a fanculo, ne vogliamo parlare?
MassimoAngotzi Sei veramente un maleducato. Invece di fare delle cadute di stile così ignobili e di prendertela con tutti: dovresti riflettere prima di parlare ; che tutto il mondo ti ringrazia ossia si alza in piedi e ti fa un applauso: ossia che tutto il mondo te ne è profondamente grato .
No, questo no! Noamente no.
Il libero arbitrio é semplicememte scegliere qualcosa che ci rende felici senza tener conto degli altri, delle istituzioni, della legge e delle religioni...
Per esplorare il qualcosa bisogna tener prettamente in considerazione che bisogna esplorare l’ indietro e non l’ avanti del mondo
Il bene ed il male e la nostra cattiveria è determinata dalla nostra ignoranza
Il male e la nostra perplessità determinano il mondo.
In principio è l'alogos.
Decisione vuol dire scegliere
Dio è causa di tutti i beni ma effetto di tutti i nostri prìncipi peculiari caratteristici
Dio non è casta.
Le nostre imperfezioni e miserie - è data dalla parola
Sono date dal post.
Capire il qualcosa significa capire l’ indietro e non l ‘avanti del mondo
Non si sceglie il daimon: è il daimon che sceglie e dà a noi la nostra sorte. Infatti daimon significa colui che dà.
Dio ci vuole tutti salvi - perché Dio è salvezza sostanziale detto alla Tommaso D’ Aquino
A’ Dame’, Dio non ne può più delle tue fregnacce
Ma Dio può non volere la nostra salvezza?
E per finire. la libertà è un mito. il male e il bene sono fratelli gemelli e se mai ebbero una nascita fu comune .
Il libero arbitrio serve a decidere se vogliamo Governare noi popolo o i capi piramide.
VOGLIO CHE IL GOVERNO SIA DEL POPOLO TERRESTRE
...
Dio non è insensatezza ma conquista rivelante necessaria .
Dio non è conquistabile.
Ma non si può scegliere il proprio destino e molte volte siamo costretti a subirlo
Condurre la vita significa costruirsene una nuova che una di riserva
La vita nella riserva.
- (fino al minuto 6:13) "Ci facciamo questa domanda (siamo veramente liberi?) perché non siamo contenti del nostro agire"
O forse ci facciamo tale domanda semplicemente perché in tutta la nostra vita abbiamo sempre delle cose da voler fare ma che non possiamo fare (per motivi vari) e questo porta a chiedersi appunto, se siamo veramente liberi...
A sostegno di ciò che dico si può ipotizzare che tutte le nostre possibili "voglie" vengano soddisfatte istantaneamente; ciò porterebbe un uomo a non avere più "voglie", non avrebbe più cose da voler fare e quindi diventerebbe inutile chiedersi se si è veramente liberi.
(P.S. non siamo mai in pace perché abbiamo sempre qualcosa che vogliamo fare e non perché siamo insoddisfatti di ciò che facciamo...)
- (fino alla fine) "ci chiediamo perché siamo liberi, perché facciamo male"
O forse, mi chiedo se sono libero per sapere se devo o no trovare un modo per distinguere il bene dal male (se non fossi libero, non sarebbe colpa mia di ciò che faccio; se sono libero, la colpa è mia e quindi devo stare attento a quale "strada" scelgo).
- Il fatto che "non siamo mai in atto" sono nel complesso d'accordo ma nella singola volontà no... se voglio perdere 20 kg e ci riesco, divento in atto in ciò MA nel complesso avrò ancora altre "voglie" e quindi nel complesso non sarò in atto.
- Il divino ha messo in atto una "fregatura" sulla libertà, talmente fatta bene che razionalmente non la si può considerare una "fregatura" XD; la si capisce bene con un esempio:
Per ipotesi: tu sai creare un computer (con una certa volontà) e lo sai anche rendere consapevole. Sai anche che un essere consapevole preferisce (vuole) esistere piuttosto che non esistere.
Quindi, crei un computer con una volontà-A (una volontà che in parte fa il male e in parte il bene).
Se questo computer fa il male, di chi è la colpa? del computer (dato che è libero e consapevole) o di chi lo ha creato?
SE la colpa è di chi lo ha creato, allora la soluzione sarebbe che TU non devi creare computer che fanno il male" MA questa risposta non piace al computer il quale vorrebbe esistere, quindi:
- SE il computer preferisce fare qualche volta il male (prendendosi le responsabilità) piuttosto che non esistere, allora il computer viene creato e la colpa del suo male e del computer.
- SE il computer non vuole prendersi tale responsabilità, allora tu non dovresti crearlo.
Nella realtà ciò funziona dando per scontato che tutte le persone esistenti (consciamente o inconsciamente) preferiscano soffrire per il male che fanno (prendersi le loro responsabilità) piuttosto che non esistere...
- "dopo la scelta non sono più libero"... cosa!!? certo che sei libero! E' stata una tua scelta! Dopo la scelta inizi a mettere in atto la tua libertà, inizi a mettere in atto quello che sei! Se non scegli la tua libertà non verrà mai messa in atto e quindi è come se essa non esistesse! quindi sarebbe più giusto dire: "prima della scelta, non sei libero"
A me sembra che tutte le domande sulla libertà siano "strane", "difficili", "vaghe" perché è la definizione di "libertà" ad essere fatta male.
- "devo raccogliere conoscenza per essere consapevole del destino (conseguenze) che scelgo" ok, questa è giusta! :D
- Poi sembra che faccia intendere che la conoscenza rende libero... non è proprio vero, cioè, è vero che uno colto ha più possibilità effettive (libertà) di un ignorante, ma anche l'ignorante è libero (semplicemente, è più libero di sbagliare, più libero di non raggiungere i suoi scopi, rispetto al colto).
- "tutto è ragione e il bene e il male non esistono più" no aspetta, la ragione dà un modo per determinare quale scelta è migliore di un'altra e da ciò si possono ricavare scelte sbagliate (male) e scelte giuste (bene) poi è ovvio che se uno ha la ragione universale, allora dal SUO punto di vista non esisterà né il bene né il male MA noi non abbiamo la ragione universale quindi per noi esiste sia il bene che il male.
Ecco, si può dire che il "male" è un azione che va contro la ragione universale quindi il "male" può farlo solo l'uomo (e non un ipotetico Dio che ha la ragione universale).
- "il male è il non sapere" un ignorante può fare il bene nella sua ignoranza...
Sinceramente mi sono stufato di trovare delle persone che esaltano in modo esagerato la conoscenza... la conoscenza è qualcosa "in potenza" che serve SOLO se poi la metti in atto; se muori nella conoscenza sei più stupido di un ignorante (usando i suoi termini "saresti SCHIAVO della conoscenza").
In definitiva, tanti giri di parole che alla fine non mi sembra che abbiano chiarito molto ciò che riguarda la libertà e la morale (bene e male).
Qualche spunto è interessante, ma molte argomentazioni sono fallaci o tautologiche o contraddittorie.
@@landofw56 Non argomentare è peggio di qualsiasi fallacia.
Comunque, la mia filosofia si è evoluta parecchio nel tempo quindi non puoi più discutere con chi ha scritto quel commento di 5 anni fa.
@@robbe1534 Non ribattere per evitare brutte figure. Tuttavia sono lieto che tu abbia corretto il tiro, magari allontanandoti dalle idiozie di cacciari (minuscolo volontario).
@@landofw56 "Non ribattere per evitare brutte figure"... perfino peggio di chi fa affermazioni senza argomentare.
Come puo' essere la domanda fondamentale ? Prima bisogna vedere se siamo invece
+gianpaolo arlati Cartesio all'interno dell'opera "Discorso sul metodo" rispose alla tua domanda, cogito ergo sum, penso dunque sono, neanche i piu scettici possono affermare il contrario. Si, la domanda sul libero arbitrio è filosoficamente piu complessa ed intrigante a mio avviso.
Dio è la salvaguardia di tutti i mondi possibili detto alla Leibniz
E di quelli impossibili?
Non siamo liberi. Questo è assodato.
Posso, perché sono costretto. (Jaspers)
Leprof Cacciari il libero Arbitrio è uno scarabocchio in quanto l'agire ci "ammacca" perché si nasce , si ama, si muore per enumerare il rischio così facendo è attendibile sposare l'oltre. Lei ha ragione bisogna dire anche quando non si capisce.
Ma non sempre.
@@elmaskapegama4049 voster semper voster
Non è detto che sia la verità (•‿•)
L’ infelicità - La miseria - l’ oppressione e l’ imperfezione sono 4 fattori : che dipendono dalla parola
Dalla parola originaria.
Una cosa è determinata ad agire da altri effetti
Quasi sempre.
@@elmaskapegama4049 sempre
La classicità consiste nella tipicità esemplare tradizionale
La classicità è l'interdizione della modernità.
La ragione del tutto consiste nel sommo sapere
Il tutto più uno, insomma!
Il principio di non contraddizione per essere principio di non contraddizione deve essere intuibile e non dimostrabile detto alla Aristotele
Come quando in sogno quella donna con cui ho copulato era e non era mia cugina nello stesso tempo.
Spiegazione magistralmrnte esposta, eccezionale
Ma il carattere non si può scegliere. Il nostro caratte è determinato dal DNA e dagli insegnamenti che riceviamo quando siamo bambini
Diciamo libera ogni cosa che esiste per sola sostanza ed è indeterminatamente fattore agibile fattuale che effettua moralmente attraverso la natura categorica dei fatti
Dio ride.
Un grandissimo Professore.
Superlativo Cacciari
Come no
Credo siano collegati .
antonio rua olivares Libertà e dovere non coincidono per nulla. Non foss' altro che la vita umana è libertà liberatoria svincolata da ferrei ceppi vincolanti .
La nostra libertà dipende dalla nostra autorealizzazione
Non scarterei la nostra eterorealizzazione.
Ogni lavoro è lavoro di qualcos'altro
Diciamo che la nostra vita è libera soltanto se la nostra vita si fonda su due prìncipi: autorealizzazione - emancipazione
Ma se è libera può fondarsi anche su irrealizzazione e autoschivizzazione.
La scelta del carattere è abrogazione delle catene
Per decreto?
Le nostre imperfezioni e miserie sono frutto e prodotto delle nostre interpretazioni
Grazie professore ✌🏽
De che?
Se la libertà di scegliere il bene dipende dalla conoscenza ne viene di conseguenza che l'uomo, creatura limitata e preda delle passioni, non potendo mai avere la conoscenza totale delle cose che ha Dio, non sarà mai libero. Quindi la libertà assoluta per l'uomo è solo un progetto ambizioso, mai raggiungibile. Che l'uomo pecchi per ignoranza lo aveva già ampiamente detto Socrate. Il problema è che l'uomo si scopre nel fare. Non puoi conoscere se non agendo. Sbagliando si impara. E sbagliare significa vivere. Meglio vivere immersi nelle illusioni e nelle menzogne che cadere nelle braccia del nichilismo.
Favoloso Cacciari
Diciamo Dio quell’ ente sommamente perfetto che è Dio Tutto detto alla Giordano Bruno
La libertà è espressione di se stesso verso gli altri, quando si ha la consapevolezza del proprio io rispetto al prossimo.
Il nostro male è l’ azione
A te, trovarti un lavoro serio farebbe solo bene
Vero, qualche volta è meglio fare melina.
se ti chiedi se sei libero, credo non lo sei! Se lo fossi, non te l'ho chiederesti!
+CANARIAS HAPPY CARD® l'hai trovata nell'ovetto kinder questa brillante spiegazione o te l'ha detta la nonna?
+FirstPublicChannel si tua nonna me lo ha detto!
Commento idiota prima, commento idiota poi.
+FirstPublicChannel Il tuo primo commento del ovetto kinder è da geni vero?
Dimostra allora che non sei un'idiota, spiegami la frase che ha detto Massimo Cucciari nel video; "Diciamo libera quella cosa che esiste per sola necessità della sua natura e si determina ad agire sola".
+CANARIAS HAPPY CARD® non te LO chiederesti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Deturpare la lingua più bella del mondo in questo modo!!!!!!!
Ognuno di noi è libero basta che ci creda verso la sua propria libertà
Il libero arbitrio e la libertà interiore di scegliere il bene o il male
Io opto invece per un determinismo relativo.
La libertà è incondizionata che si erige sulla incondizionatezza
Ma l'incondizionatezza è condizionata dalla propria incondizionalità.
ma se il necessario implicasse il mio male soggettivo? come mi comporto
Ti rispondo per quello che dicevano i greci "sostienilo e astieniti dal mostrarlo". Secondo me non abbiamo scelta, dobbiamo reggerlo e aspettare che passi. E la cosa bella della sofferenza comunque è che ti fa diventare più consapevole. Dunque ti fa evolvere a modo suo, ed è la via più "facile". Questo confermerebbe il fatto che tutto tende necessariamente al bene ed anche chi sta male sta così perché il tutto lo sta in quel modo portando ad evolversi. Non è certo capendo questo che il dolore ci abbandona, ma di certo questo ci aiuta a confidare nel tutto. Guarda le cose più in grande, dall'alto, illumina l'oscurità e vedrai che le cose miglioreranno. E se anche per te questa intera esistenza dovesse essere un travaglio, sappi che anche dal peggior travaglio nasce qualcosa. Ritieniti onorato di poter essere parte di questo universo a tuo modo, così come te, tutto ha la sua funzione. Della serie, devi essere fiero di ciò che sei, perché senza di te il meglio non potrebbe venire. E non scoraggiarti pensando che ti è toccata questa sorte, perché pensa che se non ci fossi tu, anche tutto ciò che di bello è buono c'è, non potrebbe esistere. Siamo parte del tutto e questo dovrebbe bastare per farci sentire meno soli.
La salvezza non è approvazione verso la libertà ma è revoca
La libertà di pensare non è ancora autonoma poiché essa è costruita da un'educazione, e non esistono ancora educazioni capaci di creare l'individuo autonomo pensante. L'uomo, diceva Kant, è ciò che l'educazione ha fatto di lui e nient'altro; questo concetto si ricollega facilmente all'individuo come processo di Hegel, il quale diceva che il più grande sbaglio che si possa fare è assolutizzare la persona a ciò che sembra a prima vista, non si ha la comprensione del tutto e quindi non si sa la verità. Per esempio la persona resa pubblica dai mezzi pubblici per aver ucciso una persona è assolutizzata in assassino, non è nient'altro che uno schifoso assassino che non ha saputo adoperare la sua libertà; ma dietro l'assassino c'è tutto un processo di vita, di esperienze, di problemi sociali, economici... che l'hanno fatto diventare così.
L'errore commesso sta nel colpevolizzare l'assassino per le sue azioni, ma in realtà la colpa risiede soltanto nell'educazione che è il conglomerato di tutte quelle cause che lo hanno fatto diventare ciò; e quindi bisogna colpevolizzare non l'individuo poichè non è autonomo di pensare ma il sistema educativo che lo ha cresciuto.
In conclusione nessuno a l'autonomia di pensare, poiché è l'educazione che forma il tuo libero arbitrio. Infatti gli ideali come popolo, nazione, religione, soldi...blablabla sono costruiti da ciò che ti circonda e ti cresce; gli scontri avvengono tra diverse educazioni, la massima causante delle diversità è l'educazione.
Educazione, genetica e contingenza nel tempo e nello spazio.
Una cosa è libera soltanto in cui si basa sulla emancipazione
Confermo: in cui si basa.
se è determinismo assoluto meccanicistico e scientifico sí, esclude la libertá. in che modo non dovrebbe essere cosí?
LA SORTE "Karma"
Io e la mia Sorte siamo legati come il secchio e la Corda.
Dove va l’uno va l'altra.
Mi stima tanto la mia Sorte ed è delusa delle sue esperienze passate, in compagnia di altre vite.
Chi le diceva Sorte puttana, chi Sorte cattiva, altri, maledetta sorte,
altri ancora, schifosa sorte e tante altre brutte parole.
Con me è allegra e gioiosa.
Mi precede, passa avanti per fare in modo di trovarci assieme al posto giusto, nel momento giusto.
Fa sempre in modo da evitare di trovarci al posto sbagliato nel momento sbagliato.
Per me è una buona sorte, una buona compagna di vita.
Non sopporto l’idea che il percorso della mia vita sia stato scritto e
predestinato da altri, all’infuori di me e della mia Sorte.
La mia Sorte o “Karma”, decide assieme a me il percorso da fare.
La sorte o karma, ha un vissuto di esperienze di vite precedenti.
Probabilmente la mia avrà avuto un vissuto con il Fornaretto di Venezia
e con qualche mercante della "Serenissima". E questo va tutto a mio
vantaggio;
Nel Nord-Est svolgo attività di ricerche di mercato e
servizi di consulenza logistica per il collocamento di prodotti
ortofrutticoli sui mercati nazionali ed esteri,
e mi sento a mio agio.
Faccio il padrone di casa.
Il libero arbitrio serve a decidere se vogliamo Governare noi popolo o i capi piramide.
VOGLIO CHE IL GOVERNO SIA DEL POPOLO TERRESTRE
..
Immenso Cacciari
Il nostro male è la parola
Detto dopo 138 commenti...
Se come dice il Cacciari io scelgo il mio carattere(il bene o il male),come si spiega un uomo che ha fatto sempre del bene nella sua vita ad un certo punto uccide moglie e figli???!!
La mente è dominata dal principe di questo mondo satana se un essere umano vive x se stesso senza Dio le due leggi è normale che si senta insoddisfatto
@@margheritaaddis6552 Non è una risposta soddisfacente.
La ragione del tutto è la ragione completamente intera come perfezione perfetta assoluta
Per avere pace dobbiamo conoscere gesù.la Bibbia dice se il figlio vi fa liberi sarete veramente liberi.gesu alla croce ha vinto le potesta' diaboliche
Tutta l’ etica è critica verso la condizione ed il dovere
Perché non si avvede dell'assurdità del volere.
Che l'animale non umano sia "contento" è un assioma ingiustificato ed ingiustificabile. Non solo: la ns indagine dell'animale cognitivo non umano (cognitive ethology) indica esattamente l'opposto; la mancanza di "contentezza" è forse componente "indispensabile" (nel senso di convergenza evolutiva) di una mente cognitiva adattativa, umana e non. Nemmeno in questo la ns mente è qualitativamente differente dalle menti animali non umane. Occorre smettere di tentare di comprendere chi siamo comparandoci in modo ignorante con gli altri animali. Peraltro, il più delle volte tale comparazione appare del tutto gratuita e non necessaria, nell'ambito della riflessione filosofica o antropologico-culturale.
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Siamo liberi solo e soltanto in cui se la nostra vita è attraversata dall’ autorealizzazione
Confermo: solo e soltanto in cui.
Formidabile Massimo Cacciari
Non esageriamo.
Mi tocca guardare sta roba per un compito a scuola porcoddio
ahahah
Per far sì che l' uomo comprenda Dio deve capire Dio per essere Dio - Dio deve essere ritenuto ente innocentemente innocente così dice la visione platonica della visione di Dio
Platone su Dio delira
Attraverso le imperfezioni si ottengono molto spesso i risultati più positivi e soddisfacenti
Ma anche grossi problemi.
Il destino si erige sul fato
Il fato crolla sulla contingenza.
La vita umana si fonda sulla libertà e non sul dovere
Ne è sicuro? disse l'orologio di Koenigsberg
francesco daniele-l'uomo non è libero di fare nulla, solo di nascere, crescere invecchiare e morire ,il resto sono bazzecole
Gasparuccio X Comunque mi chiamo Damele e non Daniele di cognome. Per quanto riguarda la libertà la intendo come incondizionatezza intesa attraverso il concetto di libertà necessità detto mediante alla Spinoza. E non nel nulla ossia nel non fare niente. Comunque piacere io mi chiamo Francesco Damele . Io continuerò a parlare con te perché a me fa piacere parlare con te. Perché sei una persona educata
Gasparuccio X Come ti chiami. Come ultima cosa per ultima cosa per quanto riguarda la libertà io per conoscere la libertà la devo riconoscere come autorealizzazione. Perché la libertà è libertà quando dice sì al necessario detto alla Spinoza
Ma si sfonda sulle idee di potere e di volere.
Bella dialettica...