5. Il borderline e il bisogno dell'Altro: dall'instabilità ai presupposti della relazione
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- Опубликовано: 9 фев 2025
- Per approfondire si rimanda al libro “Lo sciame borderline. Trauma, disforia e dissociazione”, pref. di M. Recalcati, Raffaello Cortina, Milano 2024 (www.amazon.it/....
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Dottore, lei come Rossi Monti e Correale comunicate, oltre che l'esperienza, la serietà del tema trattato. Il clinico si esprime con pacatezza ma lascia trasparire la capacità di entrare in relazione con l'altro. Oltre che una scienza è un arte. Grazie
Nell'ultima parte del video viene fuori proprio ciò di cui hanno bisogno, l'umanità, la sincerità e la capacità contenitiva del terapeuta o eventualmente del partner. Queste persone hanno l'inferno dentro, si sentono pelle viva, ogni vissuto o emozione gli esplode dentro come una bomba, e quei dolori e traumi passati li hanno talmente devastati che arrivano a distorcere la realtà per difendersi o per fare sì che la loro narrazione di vita non cambi, tra un via vai di coazioni a ripetere, profezie che si autoavverano e attacchi infiniti al legame per metterlo alla prova. Sono dei sopravvissuti all'inferno e per chi vuole veramente aiutarli oltre ad un dispendio infinito di energie ci vuole quella vocazione sincera votata all'aiuto e quella volontà a condividere quel dolore che ci spuntano in faccia con rabbia e arroganza, emozioni che in fin dei conti sono solo maschere che indossa quel bambino interiore ferito che ancora vive in loro, fin troppo affamato di quell'amore e di quelle attenzioni che ha sempre sognato ma mai ricevuto.
Della benevolenza, dell'umanità e della pietà il borderline abusa. Sono le persone più pericolose. L'atteggiamento corretto è un approccio benevolo ma distaccato a cuore chiuso e forti di moltissime altre garanzie. Un rapporto interamente leale e amorevole con un/a borderline significa andare incontro a traumi e depressioni gravi a distanza di poco. Rimangono i pazienti psichiatrici più pericolosi e i più abili nella manipolazione estrema. Dei veri e propri diavoli, che piaccia o meno il termine anche in ambito clinico.
@alessandrosaviano1828 il distinguo va fatto tra paziente borderline e partner borderline e comunque anche in base al funzionamento, più o meno grave, per non parlare del grado di consapevolezza o meno del disturbo. È chiaro che non tutti i terapeuti hanno le capacità umane e tecniche per rapportarsi a chi ti scatena un controtransfert così stracolmo di emozioni esplosive o quegli effetti dell'identificazione proiettiva che si conoscono, però è chiaro che quel trauma e quel dolore che si manifestano in quei loro modi rabbiosi, manipolatori e a volte sadici e aggressivi lo puoi smascherare solo se riesci ad ottenere la loro fiducia così da abbassargli le difese e costruire quell'alleanza terapeutica necessaria per il proseguo degli incontri. Come già detto, loro ti vedono l'anima in due secondi, è inutile provare a prenderli in giro perché sono dei maestri nello smascherare la falsità essendo cresciuti in un ambiente in cui chi li doveva amare li ha feriti a morte. Sono stati all'inferno, hanno imparato a non credere né all'amore né all'aiuto di chicchessia e di sicuro quel trauma antico si ripresenta quando ne sentono la presenza di quell'amore tanto che per testarlo lo devono provare a distruggere in tutte le maniere non sentendosene degni. Hanno una bestia ferita dentro pronta a distruggerti se non la conosci e se non ti sai difendere, di sicuro sono persone che possono essere aiutate da quei terapeuti con una marcia in più.
@Giorgio084 Secondo me, e parlo per esperienza è gente bestiale. Si nutre delle anime altrui. Essere diavoli è una condanna che la vita può imporre. È fingersi qualcosa di diverso che li trasforma in esseri davvero poco sopportabili. Dovrebbero votarsi al peccato al posto che fingere vite normali e con la manipolazione rubare anime in giro. Per me insistono molto con le terapie, ho visto bipolari/borderline prendere 20 farmaci diversi, cambiare 5 terapeuti ed essere sempre e solo peggio. Ognuno di loro dovrebbe avere il coraggio di abbandonarsi al proprio diavolo e risorgere in qualcosa di migliore anni e anni dopo, le condanne sono personali, bisogna imparare a pagarsele. Certo un aiuto, un po di rieducazione cognitivo comportamentale aiuta. Ma la "cura" per queste persone ritengo che non esista.
@@alessandrosaviano1828è proprio quel distacco ,pericoloso e fatale per chi lo esercita,che ci manda fuori di testa. Il border dovrebbe rassegnarsi alla solitudine. STOP.L amore incondizionato non è insito neanche in un genitore,impossibile trovarlo all esterno.
@@rossellacarrieri755 Quel distacco salva chi è in relazione con il border. Certo non il border, che non lo vuole assolutamente.
L'amore incondizionato esiste, ma deve essere stimolato. Purtroppo il border seminario troppi guai e rabbia per fare in modo che qualcuno si apra a questo sentimento. Solo chi ha la finezza di comprendere che dietro quegli atteggiamenti c'è realmente una malattia può farlo, ma quando indietro non torna un amore incondizionato, ma nemmeno condizionato è una botta che ci prepara a nostra volta a un andamento bipolare/borderline. Si verificano gli stessi meccanismi che dal genitore hanno ammalato la prole, specie in relazioni giovani. È tutto molto pericoloso, e senza un fine. Perché pur applicando un sentimento puro ed un amore incondizionato il borderline non guarisce, non diventa leale, né collaborativo. Il borderline ha un percorso personale da seguire per slegarsi dal proprio disturbo e comprendere la vita, ed è un percorso lungo e personale.
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