Sono continuamente insoddisfatta e contenta. Penso che la felicità sia uno stato molto più profondo, ha a che fare con la pace interiore. Mi ritengo una persona che oscilla nelle varie gradazioni della contentezza e che è alla ricerca della felicità.
Gli esseri più felici sono gli animali nel loro stato libero... è più felice una farfalla che un qualsiasi essere umano che sia mai stato su questo pianeta...a meno che si è un Buddha, che per inciso dente il dolore fisico pure lui... è la sofferenza interiore che se non è eliminata è equilibrata !!! Namu Amida Butsu Namu 🥰 Buddha's love, love for Every Life,for a vegetarian world! 🌈🌈🌈🐉✋✌️🙏 Love is love...I love the Rainbow Family 🌈🌈🌈🥰
L’apatia è l’unica cosa di cui aver paura . Ti rende distante da tutto , anche da te stessa/o. Ma l’infelicità , la tristezza , il dolore , vanno vissuti fino in fondo., non c’è da averne paura, ci servono. Quel meraviglioso pezzo di Troisi continua con: “ se state qua mi distraete , non mi riesco a concentrà , soffro male , soffro poco , non mi diverto , non c’è quella bella sofferenza …” ed è l’approccio che ho anche io, quando soffro voglio elaborare tutto , fino in fondo, senza risparmiarmi niente. Perchè invece se facciamo finta che vada sempre tutto bene , se non affrontiamo un po’ di demoni , finisce che si insinuano e restano con noi molto più a lungo , e lì si , che c’è pericolo di trasformare la sofferenza in apatia , di diventare insensibili a tutto pur di non sentirli . È un tema molto intenso , poteva essere anche triggerante , ma come sempre avete usato il giusto equilibrio e la sensibilità per veicolare un messaggio difficile ma importantissimo.
Io ho avuto più volte l'intuizione che la felicità non è uno stato ma una "transizione" a un livello di benessere superiore. La ricerca dell'infelicità, il nostro "crearsi problemi" può essere letto nel senso che cerchiamo ostacoli da superare per assaporare il fugace brivido della felicità....
Io ho una teoria semplice ma secondo me esplicativa del perché ci sia tanta infelicità ai giorni nostri: l'esposizione costante a uno stimolo rende la conseguente reazione a esso sempre meno efficace col passare del tempo. Faccio un esempio: per via di un'intolleranza al glutine non potevo mangiare più croissants. Un paio di mesi fa ho riniziato a mangiare glutine e le prime colazioni al bar con il croissant erano vicine a un'esperienza orgasmica che mi rendeva felice e mi spingeva ogni mattina a fare colazione lì. Col passare del tempo questa bella esperienza se è trasformata in un'abitudine tanto che adesso posso fare a meno di andare al bar e la mia mente non mi dà più quelle endorfine che mi rendevano tanto desideroso di regalarmi questo piccolo lusso. Allo stesso modo direi che viviamo nell'era della stimolazione eccessiva. Soprattutto gli avventori di Instagram vedono le loro vite costantemente comparate con quelle degli altri in un mondo in cui chi ha più soldi, può permettersi di fare più esperienze o addirittura essendo un influencer ci si può permettere di vivere delle proprie esperienze in un circolo senza fine dove gli altri sembrano sempre più felici di noi. Questo ci spinge a un desiderio di emulazione e a una sensazione di disagio nel momento in cui ci ritroviamo soli in casa che ci rende tristi. Altre persone invece, cercano di occupare la propria vita con stimolazioni costanti e nuove avventure da condividere ogni giorno e raggiungono uno stato in cui la sovraesposizione a stimoli apparentemente eccitanti li butta in uno stato di depressione nel momento in cui il cervello raggiunge la soglia di tolleranza (vedasi l'esempio del croissant). I miei nonni hanno vissuto felici avendo passato la seconda guerra mondiale e spendendo la maggior parte della loro vita in casa senza tanti amici e con zero viaggi o altri tipi di stimoli. Penso che la chiave sia abbracciare la semplicità e accettare che una vita ordinaria per il 90% con un 10% di originalità e novità rappresenti un ottimo compromesso per vivere sani.
Ciao, grazie per quello che hai scritto. L'ho trovato molto intenso e per nulla banale. A volte anche io mi sono soffermata a pensare che esserci allontanati così tanto da quel tipo di vita semplice che facevano i nostri nonni ci ha portato anche a maggior insoddisfazione e infelicità. E allora mi domando, la soluzione quale sarebbe? Cercare di vivere con meno? Meno cose, meno stimoli, meno sovraccarichi di sorta che siano esperienze, persone, cose etc..
io credo che però la conseguenza di queste premesse non possa essere il tornare alle abitudini dei nostri nonni anche perché io non credo che se avessi chiesto ai tuoi nonni se volevano cambiare qualcosa loro ti avrebbero risposto "no, nulla" (magari sì, ma in generale presumo che la maggior parte della gente volesse cambiarla qualcosa). il mondo cambia e sono passato 50 anni dagli anni '70... è più saggio trovare un modo sano di vivere nel mondo dei social, dei delle telecamere e della velocità informatica.
@@Elisa-cs1lf Mah forse semplicemente cercare , per quanto imperfettamente possibile, di trarre i vantaggi delle varie epoche. per esempio oggi i social sono invadentissimi e io pure talora mi trovo a scrollare o a perdere tempo ecc. però quanto meno abbiamo una scelta, anche se magari talora costa, cioè quella di poter scegliere se certe cose che subito magari ci danno paicere subito ma poi allotanano la felicità le vogliamo eprseguire oppure no, siano queste i social compulsivi, l'alcol, il fumo , ecc... Di fatto sempre serve volontà personale, che non sempre basta (magari) però è comunque un cardine su cui agire, per cui talora io per esempio mi sforzo di uscire a camminare ionvece dis tare una ora a cazzeggiare davanti al pc, poi se cammino in campagna un pò cammino in silenzio, un pò mi ascolto un podcast rilassante, ecc in semplicità, cercando sopratutto di pensare se ciò che sto facendo è indotto da altri oppure se lo voglio io, per fare del beneficio anche semplicissimo a me stesso.
Rivolgo una domanda a tutti: c'è qualcun altro oltre a me che sente che sia "successo qualcosa" o che "qualcosa si è rotto"... A livello globale/esistenziale? Qualcosa di mai accaduto, percepito, vissuto prima... E da cui non si torna... indietro?
Guarda alcuni dei video di Red Ronni e scoprirai una legione intera di persone che sentono in questo modo. Ah ah ah, e' una sensazione diffusa, si tratta di aumentare la consapevolezza. Marco Guzzi parla di rivoluzione antropologica.
Penso che ci siamo spinti oltre e la terra ci sta avvisando in tutti i modi mentre noi continuiamo a muoverci troppo lentamente per evitare... l' estinzione... Infelicità.. una cosa ho capito: che quasi tutta l' infelicità nella mia vita l' ho partorita io e senza l aiuto di nessuno ...😅
Il mondo è cambiato, le persone sono cambiate, non saprei dirti esattamente l'anno esatto, anni prima del covid. Se prima mi sentivo un pesce fuor d'acqua, ora, lasciamo proprio perdere. La gente si è imbruttita parecchio, regna invidia, arroganza, maleducazione, menzogne, incomprensione, giudizio gratuito, insensibilità, non c'è più il gusto di stare assieme, può essere che questo cambiamento sia avvenuto con l'avvento dei social ora che ci penso.... però io sono rimasta la stessa persona, anche se penso di essermi incupita parecchio. Tanti hanno avvertito lo stesso cambiamento, per cui mi domando, siamo cambiati anche noi senza che ce ne rendessimo conto?
Secondo me siamo frustrati dal fatto che la tecnologia non sta mantenendo le sue promesse. Stiamo tutto il giorno davanti ad un monitor mentre la vita scorre là fuori. Invidiamo chi vive nella natura, ma non abbiamo gli stessi talenti per quadagnarci la pagnotta. La solita storia del criceto nella ruota insomma...
Caro Mick, sono una campionessa nel mandare in giuggiole il percorso scelto con cadenza regolare di 7 anni. Ho 35 anni e ogni 7 anni, via, tutto all' aria! Non ho grandissime competenze sociali, questo mi crea frustrazione, ma la cosa è abbastanza bilanciata da una buona fiducia nella mia intelligenza. Quando la goccia fa traboccare il vaso, riparto da capo in un' altra situazione. L' ultima volta mi ha portata all' estero! L' adattamento è tostissimo e spesso porta con sé molta infelicità... Ma non me ne sono mai pentita Chissà come andrà a finire il prossimo cambio di rotta?! Ho un appuntamento importante fra due lunedì!
“Solo pensare al dolore in termini diversi dal solito ci fa pensare dì aver bestemmiato contro l’intera esistenza”. Ecco questo concetto del senso di colpa per l’infelicità arriva come una bomba. Perché “come fai a pensare di essere infelice” “quelli davvero infelici sono altri” “ guarda chi non ha niente come è felice con poco”. E peggio di tutto “dipende da te essere felice, basta che ti guardi intorno” Ecco così parte quel loop infinito che al senso di colpa aggiunge il senso di colpa per non riuscire ad essere felice o non sforzarti abbastanza. O forse è che ci si crogiola nel privato della propria infelicita. Oddio mi fuma la testa. Certo è vero, bisogna davvero imparare ad abbracciarla come stato mentale momentaneo e che ci serva come leva per vivere e reagire. Ma non è facile come non lo è stato interiorizzare questo video che ho guardato 5 volte perché è davvero uno di quelli che ti scombussolano. Come sempre grazie Mick
Che bello quando lo guardate più volte perché è un po' quello che capita anche a me con questi temi. Riascoltare o rileggere una frase per capire come digerirla e interiorizzarla, sia come elemento positivo che negativo in caso non sia d'accordo
@@JustMick in generale i tuoi video li guardo almeno 2 volte di fila e poi a distanza di tempo. Le prime mi servono perché si perde qualcosa alla prima volta o per tornare su qualcosa che mi ha colpito più di altro. E dopo un po’ mi piace tornare perché di mezzo c’è sempre la vita, l’esperienza, che fa notare sempre qualcosa di diverso. È un po’ come se fossero video sempre vivi
Ho letto poco tempo fa un libro che vi consiglio di leggere. Si chiama la Trappola della felicità. La felicità è un sentimento passeggero che va presa a piccole dosi, quando capita, e mai ricercata.
Non so ma ho la sensazione che ciò di cui hai parlato in questo video si possa ricollegare al fatto che quando pensiamo al passato, fatto spesso e volentieri di esperienze "per niente piacevoli", lo facciamo con nostalgia e con la convinzione di aver vissuto bei momenti ... nonostante tutto. A questo punto dico: vai con l'infelicità!!! P.S. Soprattutto se costruttiva
Davvero un video meraviglioso, tra neuroscienze, filosofia e intuizioni personali, bravo Mick! Non te lo nego Mick, ho passato un periodo di ansia, praticamente avevo il sistema nervoso simpatico in tilt. E una sera ho avuto un'epifania: che io volevo essere infelice. Volevo l'ansia e volevo l'infelicità, perché ero diventato troppo razionale, avevo nostalgia del mio lato più sentimentale. Poi, ora che ne sto uscendo, ho avuto una seconda intuizione che si aggiunge alla prima: siccome scrivo storie, non è che era un modo contorto della mia mente per far uscire il lato più profondo e intenso del mio sé narratore? Insomma, è un po' simile a quando sogniamo per addestrare virtualmente la mente a un task della vita reale.
❤no. Nella peggiore delle situazioni mai vissute, come quella che vivo oggi, incontro te e penso....che sono passati 50 anni da quando non rido. Oggi è accaduto proprio guardando il tuo video. Come essere allegramente infelice....ci scriverò un libro. GRAZIE. Sei come la Panda...😂...se non ci fossi...ecc..
I tuoi video sono tanto profondi quanto esilaranti, uno meglio dell'altro. E offrono sempre molti spunti di riflessione. Felicità e infelicità sono stati d'animo, semplicemente questo. Degni d'attenzione come qualsiasi altro stato d'animo. Diamo tanta importanza a queste due parole perché "va di moda così". Forse vogliamo semplificare per capire e farci capire, ma che senso ha ritenersi "felice" o "infelice"? Vogliamo guardare l'arcobaleno in b/n?
Sto guardando questo video alle due di notte quindi per sicurezza, per essere certa di aver colto e capito lo riguardo domani hahah Comunque anche se stanca vorrei ringraziarti Mick per le riflessioni che porti. Io credo che grazie all'infelicità ho imparato tantissime cose, ho conosciuto di più chi sono e sono stata in grado di rialzarmi dopo tantissime cadute. L'infelicità porta alle grandi decisioni, perché solo un moto di dolore può portarti a un moto di cambiamento. Mentre la ricerca della felicità la trovo quasi obsoleta a volte. Cioè mi spiego. È giusto cercare il proprio meglio per stare bene. Ma per stare bene non è necessario essere felici. La felicità è solo uno stato d'animo, non una cosa permanente. E per fortuna! Se no davvero ci annoieremmo. Abbiamo bisogno, un bisogno quasi fisico di abbracciare il dolore per rinascere, per vedere le sfumature del mondo, per emozionarci ancora. Se fossimo sempre felici di che ci emozioneremmo? Qualsiasi stato d'animo permanente si tramuterebbe ben presto in noia e immobilità. E allora forse il senso è cercare di stare bene sia nella felicità che nell'infelicità. Per me l'importnate è avere una base di serenità. E viversi tutto a pieno. La felicità non mi ha portato più gioie di quante ne abbia fatto l'infelicità. Anzi mi rende più infelice continuare a pensare che devo essere felice. La ricerca ossessiva di quello stato di beatitudine che alla fine è solo uno stato d'animo. Che sia io felice o infelice come dici nel video l'importante è esserlo per bene, cioè volgerlo a nostro favore, viverselo bene. L'infelicità mi ha portato a rompere una relazione tossica, a dire quello che provavo alla mia famiglia, a scrivere poesie e a "sentire" le emozioni delle altre persone più forti, intense. A mettermi in discussioni, a cambiare strada più e più volte, a cimentarmi in quelle che ora sono mie grandi passioni. Se fossi stata felice sarei rimasta ferma. C'è una cosa però. A volte per essere infelice per bene devo essere da sola a vivermela. In qualche modo le altre persone rappresentano quasi un fastidio una distrazione, perché mi fanno sentire come se dovessi mostrare di stare invece per forza bene. Questo non mi fa elaborare il grande dono dell'infelicità e le cose che essa ha da insegnarmi. Ma anzi mi fa sentire frustrata e in difetto.
Come sempre follemente geniale....molte supercazzole oggi 😅😅🤣🤣👍👍mi sono voltato ed ho visto le mie Ali sul bocciolo del bruco che non sa che diverrà una farfalla,ma sa che se non esce morirà 🤗😉 🦋
Ti ringrazio 🙏 I video che fate, come li fate, il tuo umorismo, la tua conoscenza e consapevolezza del mondo in cui viviamo… Veramente credo che tutto il valore che dai sia inestimabile. Hai la capacità di collegare i puntini tra tutti i mille studi e concetti che vagano nel mondo. Già hai molto seguito, ma nulla in confronto a ciò che ti meriti. Di Just Mick ne deve parlare il mondo intero! Penso che le emozioni siano tutto nella vita e conoscere cosa le provoca e cosa provocano ci permette di essere padroni di noi stessi e ciò che ci circonda. Io da qualche anno mi sono posto l’obiettivo di sviluppare una nuova app come soluzione agli incontri online ed il focus è proprio quello di far stringere legami mettendo le coppie nella condizione di vivere emozioni parallele durante il primo incontro. Attualmente le app mettono solo in contatto matchando in primis sull’estetica e poi sugli interessi ma non guidano l’utente è non lo portano a soddisfare il suo bisogno più profondo. Penso che vivere emozioni in compagnia di qualcuno si ciò che realmente gratificherebbe l’utente. L’obiettivo di è quello di distogliere le persone da una chat per portarle a vivere il reale tramite la creazione di un legame che si instaura attraverso la condivisione di un’esperienza. Immaginati di essere l’utente di questa nuova app e di poter vivere un’esperienza creata da tè attraverso attività semplici come un aperitivo, una corsa al parco, dello shopping o una serata al cinema. O addirittura di poter vivere emozioni più intense come una giornata in barca, in un acquapark o anche un giro in mongolfiera. Tutte esperienze belle che ti darebbero la possibilità di conoscere realmente una persona. Non ci sono messaggi pre impostati ed organizzati, a una tua frase ci sarebbe una reazione diretta fatta di sguardi, smorfie e risate, tutto ciò che rende magica una persona. Alle persone non basta un like o una bella frase per rimanere impressi, per quello occorre vivere la condivisione di emozioni parallele. --- PS) Dislessia e neuroni fritti a parte, ora sono le 5:00 e non sono fresco per scrivere, comunque lancio frasi random per far riflettere sull’importanza delle emozione. Il marketing, la vendita e persuasione. I canali televisivi che mettono risate finte per indurre la risata. Le reazioni su IG e FB che fanno capire a Meta quali post promuovere per far provare ad altri emozioni che li leghino alla piattaforma.. e adesso che spinge il metaverso in quanto sa che potrà far vivere più intensamente le emozioni. I guru che costruivano un legame forte con gli spettatori facendoli camminare sul fuoco e fare i cori così acquisendo autorevolezza. I Queen e la loro intuizione con “We Will Rock You” in cui tutti interagivano anche battendo piedi e mani. Il patriottismo e tutti i dittatori che hanno creato un seguito trasmettendo l’adrenalina di essere in marcia o di cantare tra migliaia di persone l’inno. Gli ideali e le azioni fatte sono come un buon prodotto o servizio, ma ciò che lo vende e lo rende celebre sono le emozioni. Il potere è in mano a chi sa emozionare le persone e far si che non si sentano sole…. Potrei andare avanti…”Religione” PS 2) ripeto che è tutto molto random ma spero si capisca il concetto. Quando si vede qualcosa di nuovo, strano, bello, brutto e si invita l’altra persona a guardare la stessa cosa. Non è bontà verso il prossimo… si ha necessità di condividere quella stessa emozione. Quando si passa ore sul feed di Netflix per cercare qualcosa che nessuno dei due abbài già visto è per cercare una nuova emozione da vivere in parallelo. Il discorso è che abbiamo un legame inscindibile che attraversa questo senso di appartenenza e ci condiziona e avvicina gli uni agli altri. Le emozioni sono tutto e tu Mick le sai spiegare veramente bene, forse sai fare chiarezza tra tutto ciò che mi frulla nella testa. E spero tu riesca un giorno a creare e arricchire con il tempo una bella mappa concettuale di tutti i concetti che tratti. I tuoi video sono di inestimabile valore, ma nell mio cervello regna il caos quando cerco di collegare i pezzi. Prossimo video.. argomenta la disputa tra denaro e felicità 😁 come hai detto la felicità non è tutto ciò che si cerca (è appunto un emozione), il denaro mette in condizioni di poter vivere tante emozioni. PS3) Un giorno pagherò quanto in mio possesso per poter riflettere con te su alcune soluzione e innovazioni.
Mick, le ultime tre fonti non si aprono. Grazie 🙏 l'argomento è davvero molto interessante e complesso, sento che devo meditarci su ancora un po'. C'è quel "sembra siamo infelici perché in fondo non riusciamo ad essere infelici per bene" che continua a ronzarmi in testa...
Partiamo dal presupposto che la felicità è sopravvalutata. Davvero TUTTI aspiriamo alla felicità? Io non credo ed io non sono uno di quelli. Non mi sono mai posto il problema di essere felice. La felicità è una scelta, così come lo è l'infelicità. La sofferenza, quella si, si può cercare ed anche quando ci arriva, come dicevo in un altro commento di un altro dei tuoi video, va abbracciata. Non perché soffrire ci rende più forti, non ho mai creduto nemmeno in questo, ma perché la sofferenza è catartica e cercare di evitarla non può che farci soffrire ancora di più. Quanto ai piaceri, forse ne avevi parlato anche tu in un altro video, fu fatto un esperimento sui topi al quale fu dato tutto il benessere possibile e il risultato fu che si uccisero a vicenda. Narcisismo ed edonismo nell'era della rivoluzione tecnologica e dell'informazione sono endemici e ci stanno portando al collasso. Ma è ciclico: “Tempi duri generano uomini forti, uomini forti generano tempi felici. Tempi felici generano uomini deboli, uomini deboli creano tempi duri”
Grazie per il commento, sono d'accordo e soprattutto adoro la frase finale, e ringraziamo Michael Hopf per averla messa giù così bene, anche se tutti la attribuiscono a Tony Robbins
Sempre illuminanti, i tuoi video! Più di una ex mi ha detto che l'orgasmo femminile è un estremo piacere e anche dolore, come se fossero mescolati assieme. Lo so nota anche dalle espressioni... Ci ho sempre riflettuto su come piacere estremo e dolore siano confusi. Infatti il piacere intenso non è che una stimolazione intensa di parti molto innervate e una "scarica" ampia nel cervello... Grazie, davvero sempre molto profondo. Questa riflessione è talmente importante da essere fondamentale nella vita di ogni essere umano
In questo momento felice di averti trovato nei meandri del web. Ti trovo bravissimo, ironico e incredibilmente spassoso. Normalmente galleggio sull'infelicità ma, dato che mi rendi felice, continuerò a guardarti.
Argomento interessante. Proprio in questo periodo della mia vita sono in un loop che io chiamo insensata felicità. Ma forse vedendo il tuo video è più un tenere al minimo l infelicità. O forse è solo accogliere ogni sensazione solo per quello che è. Bellissimo video che ti mette in crisi anche quando tu pensavi di sapere esattamente come stavi.
Io sono infelice e nonostante i traumi che ho avuto da piccola, mai avrei detto che una volta diventata donna, avrei lottato così tanto per essere felice. E la differenza tra il passato ed il presente è che nonostante la ferita fosse fresca, quand'ero una bambina, davo un'enorme importanza alle piccole cose e crescendo, ne ho perso la capacità. Mi piace pensare di poter recuperare questa capacità. Nonostante tutto, da bambina vedevo le cose a colori. Adesso per vedere i colori, sono spesso alla ricerca delle lenti giuste. E si, ho percepito un misterioso piacere in tutto questo dolore. E più volte ho pensato che il dolore sia la prova del fatto che non siamo solo il nostro corpo, ma che c'è molto ma molto di più. Gran bel video, grazie.
Bellissimo video. Sono poche le persone con cui sarebbe possibile fare discorsi complessi, ampi ed elaborati come quelli che fai te. Riesci a far sentire alcuni di noi meno soli. 🧡
Ciclicamente torno a vedere certi video (questo e in particolare quello sulla solitudine) perché il tempo e l'esperienza di vita nel frattempo aggiungono nuovi tasselli alla consapevolezza. Grazie ancora, Mick 💙
L infelicità credo che sia la consapevolezza di poter essere felici vivendo in un altro modo e quindi anche il motore che ci sprona a seguire degli obbiettivi e a cambiare il modo di guardare il mondo
Io per questo o quel motivo alterno felicità ed infelicità con cadenza periodica. Ed ho dovuto trovare obbligatoriamente un compenso per non impazzire. E credo che l'alternarsi di questi due stati sia un qualcosa di normale se vissuti con la giusta intensità. Ma nel momento in cui detto in maniera spicciola si vive una felicità o un infelicità distinte per tempi decisamente prolungati alla fine diventano una droga per la quale se si è sempre felici e si diventa infelici si sta male, stesso se si è sempre infelici e di colpo si diventa felici. Questo secondo me avviene perche quel picco di infelicita o felicità ci distraggono dalla routine alla quale siamo abituati, capito questo occorrerebbe capirsi ed ascoltarsi e attraverso i giusti compromessi cercare di non restare per troppo tempo in uno dei due stati bensì cercare di alternarli, volutamente. Ti seguo ed e molto interessante ciò di cui parli...🤭
Mick...grazie come sempre per darmi modo di mettere in discussione tutto o quasi😅 ! Mi viene, pero', un dubbio quando viene detto che grandi opere d'arte 'provengono' ( solo?) da uno stato di sofferenza interiore. Lo penso anch'io ( o meglio, pensavo fosse cosi') ma non credo sia sempre cosi'... Mi spiego meglio con un esempio. Da giovane ( adolescenza), in situazioni di profonda tristezza/ angoscia/ dolore mi sono sentita spinta/ ispirata dallo scrivere moltissimo, soprattutto poesie, di una tale profondita' che sembravano essere di un' altra persona e che adesso non sarei piu' in grado di scrivere...Qualche anno fa mi sono ritrovata ad avere la stessa ' spinta' a scrivere, sempre poesie, ma questa volta la spinta era dovuta ad un forte meraviglioso stravolgimento interiore ( passione, amore)! Era pura gioia! Mi venivano fuori rime e contenuti che adesso non saprei neppure dove andare a trovare! Idem per la musica, viene da comporre sia in stati di profonda tristezza che di gioia... Quindi, dalla mia esperienza, vedo che non sono solo la sofferenza e la depressione a farci esprimere attaverso l'arte ( o altro) ma anche il contrario... Questo per dire che non credo tanto ( o solo) che una grande espressione d'arte ( naturalmente non parlo delle mie poesie🤣) possa esprimersi solo se c'e' una grande sofferenza dietro
Quanto è vero. Vivevo in gran Bretagna e sono tornato in Italia. Per carità ho una famiglia mia ma purtroppo lavoro con mio padre. Un inferno che mi porterà nella tomba presto
I tuoi video sono troppo interessanti! E' un gran piacere averti scoperto. P.S. ti hanno mai detto che sei uguale a Jeffrey Dean Morgan (Negan de "The Walking Dead")?
in effetti secondo il buddhismo questa è la dimensione del desiderio e della sofferenza. Tutto il nostro karma e plasmato dalla sofferenza. Diciamo che è la base di ciò che siamo. Noi esistiamo in base al fatto che c'è la sofferenza. Scopo finale è quello di estinguerla è quindi non rinascere più in questa dimensione.
Grazie grazie grazie!!!! Caspita questo è in perfetta sintonia con un ‘intuizione che mi abita da un po’ di tempo…… tu ci hai messo le parole per esprimerla !!!! Mik sei unico!!!!! ( per fortuna)❤😂
Io vedo i momenti felici e quelli infelici come note, piacevoli o meno piacevoli viste singolarmente, che soltanto assieme possono formare una melodia orecchiabile
Superare un conflitto ci rende sereni, forse felici per un istante. Si supera un conflitto lasciando andar via il giudizio, per noi stessi soprattutto.
Non mi cagherà mai..ma io ero qui quando una manciata di errabondi internauti ricercava un canale innovativo che cercasse di leggermi dentro....lo scopriii,ne rimasi incantata....e sapevo che sarebbe esploso,prima o poi! infatti a breve avrà 200 Milà iscritti...ED È SOLO L'INIZIO!
Ciao, Mick!!😊 Intanto, diciamolo: se tu non fossi profondamente insoddisfatto di come ti esce la parola "sanscrito", non saresti spronato a fare delle pernacchie così favolose...!! 🤣🤣🤣 In questo momento, sono una formidabile altalena tra soddisfazione e insoddisfazione, perché mi stanno succedendo cose meravigliose, ma sto cambiando vita e, dal punto di vista lavorativo, per tenermi stretto il cambiamento che cerco, sto vivendo un periodo pieno di attese e di incertezze: o torno indietro con la coda fra le gambe e torno a fare quello che facevo, o mi butto, come sto facendo, e cambio. Quindi non rinnego affatto la mia insoddisfazione: è alleata del mio successo! Ci sta! Senza insoddisfazione, niente cambiamento, né alcun miglioramento... La sola, vera sfida è non permetterle di fermarmi e di farmi credere che non si può volare: se la accolgo, sarà il vento sotto le mie ali... Grazie, Mick!!😉 Un abbraccio!! Je t'adore!! 🤩🤩
Quando un tempo ero credente , mi domandavo spesso come fosse il Paradiso...e la cosa che più mi spaventava era il fatto di essere sempre felici! Come si fa ad apprezzare la felicità se non hai passato l'inferno!? Tutto sommato si sta bene tra queste montagne russe di sentimenti. ..
Non sei venuto al mondo per piacere agli altri, hai lo scopo di realizzare le tue qualita', per quanto piccole esse ti appaiano. Ascoltare senza giudizio e' una buona qualita'.
A tratti l'infelicità domina. Forse più che infelicità, si parla di insoddisfazione che provoca infelicità. Per il resto quando esco dalla fabbrica sono felice 😂 buona giornata
Non so, non mi convice. Credo che sia facile (e forse ance efficace, chissà) affrontare in questo modo l'infelictà nella vita quando ci sono le condizioni per poterlo fare. Con questo intendo per "infelicità" le difficoltà inaspattate che la vità può presentare e per "condizioni per poterlo fare" una vita agiata, senza importanti necessità (di salute, economiche o esistenziali) e senza grandi tragedie dietro. Ma che fare allora quando la vita presenta problemi veramente grandi, come non avere una casa, non avere un lavoro che ti permetta di mettere il piatto a tavola, avere una perdita di un tuo caro in maniera inaspettata? Come si può "imparare" da queste cose? E se qualcosa si dovesse imparare, quanto realmente può valerne la pena? Non so, non voglio essere polemico , ma credo che possiamo esser tutti bravi a filosofeggiare sul dolore comodamente seduti su una sedia, scrivendo al computer al caldo (me compreso). Che succede se facciamo questo discorso ad un senzatetto costretto a passare la notte al gelo sotto un portico? P.S. Complimenti per il video, come sempre pieno di spunti di riflessione
La parte più interessante dei vostri commenti sta proprio nel prendere un tema e provare a vedere cosa accade se viene decontestualizzato o trasferito su contesti specifici. Funziona ancora? Va corretto? Questo è dibattito costruttivo e lo adoro, per cui grazie! In merito ad una situazione come quella del senzatetto, alla base occorre porsi la domanda sull'obiettivo del soggetto. È alla ricerca di qualcosa? Sta bene in una sua routine? È disposto/a a scombussolare la sua esistenza per cercare un'alternativa? Non credo che il discorso vada fatto su condizioni di vita, ma condizioni mentali. Per esempio una persona depressa ha più problemi di un senzatetto nell'accettare il tema di questo episodio. Ognuno di noi vive la propria realtà e un proprio mondo, limitato o illimitato per altri, è indifferente. La parte da capire è "come stiamo in questo nostro mondo"? E spesso a mio avviso questo pattern tra felicità e infelicità esiste. Non basta lo spazio qui, ma sicuramente c'è molto da dire. Diciamo che qui l'obiettivo di questo episodio è quello di non allontanare con pregiudizio l'infelicità come qualcosa da evitare. Questo è il fulcro.
La mia interpretazione di infelicità è legata all'assenza di libero arbitrio (dove il cozzare con altri individui e i loro liberi arbitri vanno a minare il mio) Difficilmente, altrimenti, sarei infelice.
Se il mio periodo buio di depressione l ho già vissuto e affrontato, mi sono disperato e crogiolato nel dolore a più non posso, fino all' apatia e quasi alla rassegnazione, e poi ho avuto il mio momento di riscatto, ho ritrovato la felicità e la speranza, mi sentivo letteralmente rinato e provato emozioni così forti che non credevo possibili... ora che faccio? Ho capito che i pensieri esistenziali sul mondo, la società e la coscienza che avevo, seppur tristemente veri o inconcludibili, non devono avere potere sul mio stato d animo; ho anche capito che fare esperienza delle cose e vivere con l obiettivo di vivere appieno, può essere appagante e regalare gioie. Ma adesso? Mi sento stanco, annoiato. Vorrei cambiare il mondo, mi sono detto, cercare di perpetuare il bene e "sconfiggere" il male.. ma il mondo non può essere cambiato, e fenomeni come il capitalismo, sono ormai macchine che viaggiano da sole autoalimentate. Non posso cambiare l inquinamento, lo sfruttamento, il cambiamento climatico, le malattie mentali delle persone schiave della società. È un meccanismo corrotto e vivere in funzione di soddisfazioni personali, che sia la famiglia, amici, hobby, musica, cibo o musica... sembra così futile, privo di significato. Quindi: ho provato a vivere spensierato e felice, e ho provato a straziarmi per dilemmi irrisolvibili. Non voglio essere più ne felice ne triste
E per chi non ha mai vissuto, lasciandosi vivere, e la vita non lo voglia perché tutti hanno, fanno e sono entità inglobate in sistemi che anche se si comprendono e si sente vicini in realtà sono solo un miraggio... Suggerimenti per manipolare queste realtà? P.S. Ho sempre visto nei tuoi video spunti di riflessione ed introspezione profondi e sinceri, spesso ci rifletto, ma la mia realtà è solo peggiorata, ferma e ineluttabile... Buone cose, ciau! ;-P
Io ho una bilancia per la felicità e l'infelicità, se voglio sentirmi felice penso a quanto fortuna ho non essere in Africa in quei paesi sperduti dove muoiono di sete, se voglio essere infelice, mi basta guardare gli americani o i attori famosi che buttano via i soldi come fosse spazzatura si divertono ecc, ma essendo io derivante dall'Albania dove rischiavo di morire di fame tendo a guardare e ringraziare ciò che ho in confronto a quello che avevo, e gli americani sopracitati li guardo più con disprezzo che con tristezza, io sono alla ricerca della felicità proprio perché ho vissuto nell'infelicità
CONOSCERE: La sofferenza e il dolore: La sofferenza procede Dalla sonnolenza (nel lobo frontale ove la veglia nell'uomo emerge alla nascita in assenza di sonno e da cui procede la gioia del vivere), mentre nel caso di dolore la sonnolenza si concentra in una zona del corpo creando l'infiammazione oppure si tratta di un danno tessutale da cui poi deriva il dolore, ne consegue che la sonnolenza nell'uomo è il dolore del cervello umano che non promuove in esso il dolore ma la sofferenza in quanto ospita la veglia polare (emersa) conscia, identificabile nella vita in spirito. Diversamente l'animale, non disponendo della vita in spirito, accusando sonnolenza nel cervello o anche a livello organico, non accusa né dolore e né sofferenza, ma come una scossa elettrica nell'impatto, dopo di che la sonnolenza funge da anestetico e se il danno è grave si lascia lentamente morire. Al riguardo l'uomo non di rado si crociola nella sonnolenza (anestetica), ignorando che la stessa è alla base del male malessere umano (della sofferenza): 1) Dalla nevrosi di massa 2) Ai processi psicotici compresa: La demenza.
-"digli che ho avuto una vita meravigliosa" -"a chi?" "Ludwig !" "Ludwig !" "ma a chi lo devo dire?" "qui siamo solo tu ed io ed oltretutto io sono una parte di te e tu se mor..."
IL DOLORE E LA SOFFERENZA LA DIFFICOLTA' DI CONFRONTARSI SULLA FELICITA': E sul male malessere. Chi è soggetto al dolore, la sonnolenza funge da anestetico ed è una vera benedizione, mentre se è altamente sensibile, ovvero geneticamente più evoluto rispetto alla massa, godendo alla nascita a riflesso di una maggiore felicità (effettiva) rispetto ai più, la sonnolenza è alla base delle diverse psicopatologie. Cosicché c'è chi a motivo della scarsa evoluzione genetica non si lamenta e ride ubriacandosi e chi ubriacandosi delira. Dunque la sonnolenza in seno alla maggioranza umana, non avendo memoria del Paradiso perduto della fanciullezza (della chiave di volta), funge da anestetico al mal di vita colpevolmente conseguito, mentre chi lo ricorda, il solo ricordo del Paradiso perduto, lo fa impazzire. Quindi la differenza tra un sano di mente (che sano di mente non è) e un malato mentale (che malato mentale non è) è di rapporto col vissuto. Vero è poi che se chiunque alla nascita nasce felice, la felicità non è uguale per tutti, così come nell'errore affettivo carnale, il mal di vita che si consegue è di rapporto, che se scarsa, preserva l'individuo dal mal di vita estremo. CHI HA DI PIU' (nasce maggiormente felice) PERDE DI PIU' (da cui i processi psicotici) E CHI HA DI MENO ALLA NASCITA PERDE DI MENO. Dunque la felicità esiste Ma è sistematicamente crocifissa dall'affettività carnale animale che chiunque persegue, che poi, in senso generale, nessuno ricorda di aver vissuto. Chiunque dunque nasce felice, ma pochi la ricordano e chi la ricorda, potenzialmente impazzisce per la perdita oppure diventa un genio.
@@JustMick un certo Giovanni Lindo Ferretti. Non so se sia tutta farina del suo sacco o sia ripresa e rielaborata, come spesso accade ravvivando citazioni e facendole più nostre. 😁 😘
Infelicità + talento e necessità di realizzare = opera d'arte! Così nella letteratura come nella musica, nella pittura sono state fatte opere, composte musiche, dipinte tele di una bellezza sconvolgente "a causa dell'infelicità e del mal"ESSERE"! Ed ora con la "felicità del benessere" abbiamo tic toc tic toc!🤭😂😂😂🤪🤪🤪😳.....🤣🤣🤣🤣
Domanda sincera. Pensateci prima di commentare. Siete infelici?
Parecchio e la cosa non mi fa stare bene.
Sono continuamente insoddisfatta e contenta. Penso che la felicità sia uno stato molto più profondo, ha a che fare con la pace interiore. Mi ritengo una persona che oscilla nelle varie gradazioni della contentezza e che è alla ricerca della felicità.
Per qualche strano motivo l'infelicità non mi appartiene, non la comprendo, in modo istintivo... brillo.
Profondamente.
come Giano alterno felicità ed infelicità insieme....
"Avevamo creato una simulazione in cui gli uomini erano sempre felici. Abbiamo perso interi raccolti". Matrix.
Dio quanto adoro quel film e quella frase. Anche perché hanno impiegato 10 anni a costruire quella storia, ed ogni frase è molto profonda e pensata
Gli esseri più felici sono gli animali nel loro stato libero... è più felice una farfalla che un qualsiasi essere umano che sia mai stato su questo pianeta...a meno che si è un Buddha, che per inciso dente il dolore fisico pure lui... è la sofferenza interiore che se non è eliminata è equilibrata !!! Namu Amida Butsu Namu 🥰 Buddha's love, love for Every Life,for a vegetarian world! 🌈🌈🌈🐉✋✌️🙏 Love is love...I love the Rainbow Family 🌈🌈🌈🥰
L’apatia è l’unica cosa di cui aver paura . Ti rende distante da tutto , anche da te stessa/o.
Ma l’infelicità , la tristezza , il dolore , vanno vissuti fino in fondo., non c’è da averne paura, ci servono.
Quel meraviglioso pezzo di Troisi continua con: “ se state qua mi distraete , non mi riesco a concentrà , soffro male , soffro poco , non mi diverto , non c’è quella bella sofferenza …” ed è l’approccio che ho anche io, quando soffro voglio elaborare tutto , fino in fondo, senza risparmiarmi niente.
Perchè invece se facciamo finta che vada sempre tutto bene , se non affrontiamo un po’ di demoni , finisce che si insinuano e restano con noi molto più a lungo , e lì si , che c’è pericolo di trasformare la sofferenza in apatia , di diventare insensibili a tutto pur di non sentirli .
È un tema molto intenso , poteva essere anche triggerante , ma come sempre avete usato il giusto equilibrio e la sensibilità per veicolare un messaggio difficile ma importantissimo.
Grazie Valeeee!
Purtroppo... l'apatia è come l'herpes... Quando la contrai la prima volta, purtroppo può capitare che si ripresenti🙄
Parole sacrosante..
@@aleinwonderland3457 Ottimo paragone , rimane latente ,è vero per entrambe, ma più si va avanti più si impara a gestire quel fastidio che comporta .
@@joefalchetto94 🤍
Io ho avuto più volte l'intuizione che la felicità non è uno stato ma una "transizione" a un livello di benessere superiore. La ricerca dell'infelicità, il nostro "crearsi problemi" può essere letto nel senso che cerchiamo ostacoli da superare per assaporare il fugace brivido della felicità....
Credo che una vita meravigliosa non sia una vita felice, ma una vita intensa
Io ho una teoria semplice ma secondo me esplicativa del perché ci sia tanta infelicità ai giorni nostri: l'esposizione costante a uno stimolo rende la conseguente reazione a esso sempre meno efficace col passare del tempo. Faccio un esempio: per via di un'intolleranza al glutine non potevo mangiare più croissants. Un paio di mesi fa ho riniziato a mangiare glutine e le prime colazioni al bar con il croissant erano vicine a un'esperienza orgasmica che mi rendeva felice e mi spingeva ogni mattina a fare colazione lì. Col passare del tempo questa bella esperienza se è trasformata in un'abitudine tanto che adesso posso fare a meno di andare al bar e la mia mente non mi dà più quelle endorfine che mi rendevano tanto desideroso di regalarmi questo piccolo lusso.
Allo stesso modo direi che viviamo nell'era della stimolazione eccessiva. Soprattutto gli avventori di Instagram vedono le loro vite costantemente comparate con quelle degli altri in un mondo in cui chi ha più soldi, può permettersi di fare più esperienze o addirittura essendo un influencer ci si può permettere di vivere delle proprie esperienze in un circolo senza fine dove gli altri sembrano sempre più felici di noi.
Questo ci spinge a un desiderio di emulazione e a una sensazione di disagio nel momento in cui ci ritroviamo soli in casa che ci rende tristi.
Altre persone invece, cercano di occupare la propria vita con stimolazioni costanti e nuove avventure da condividere ogni giorno e raggiungono uno stato in cui la sovraesposizione a stimoli apparentemente eccitanti li butta in uno stato di depressione nel momento in cui il cervello raggiunge la soglia di tolleranza (vedasi l'esempio del croissant).
I miei nonni hanno vissuto felici avendo passato la seconda guerra mondiale e spendendo la maggior parte della loro vita in casa senza tanti amici e con zero viaggi o altri tipi di stimoli.
Penso che la chiave sia abbracciare la semplicità e accettare che una vita ordinaria per il 90% con un 10% di originalità e novità rappresenti un ottimo compromesso per vivere sani.
Ciao, grazie per quello che hai scritto. L'ho trovato molto intenso e per nulla banale. A volte anche io mi sono soffermata a pensare che esserci allontanati così tanto da quel tipo di vita semplice che facevano i nostri nonni ci ha portato anche a maggior insoddisfazione e infelicità. E allora mi domando, la soluzione quale sarebbe? Cercare di vivere con meno? Meno cose, meno stimoli, meno sovraccarichi di sorta che siano esperienze, persone, cose etc..
io credo che però la conseguenza di queste premesse non possa essere il tornare alle abitudini dei nostri nonni anche perché io non credo che se avessi chiesto ai tuoi nonni se volevano cambiare qualcosa loro ti avrebbero risposto "no, nulla" (magari sì, ma in generale presumo che la maggior parte della gente volesse cambiarla qualcosa).
il mondo cambia e sono passato 50 anni dagli anni '70... è più saggio trovare un modo sano di vivere nel mondo dei social, dei delle telecamere e della velocità informatica.
Molto matura e intelligente questa considerazsione, talora pure io ho avuto questi spunti, ma non con questa organicità, grazie!
@@Elisa-cs1lf Mah forse semplicemente cercare , per quanto imperfettamente possibile, di trarre i vantaggi delle varie epoche. per esempio oggi i social sono invadentissimi e io pure talora mi trovo a scrollare o a perdere tempo ecc. però quanto meno abbiamo una scelta, anche se magari talora costa, cioè quella di poter scegliere se certe cose che subito magari ci danno paicere subito ma poi allotanano la felicità le vogliamo eprseguire oppure no, siano queste i social compulsivi, l'alcol, il fumo , ecc... Di fatto sempre serve volontà personale, che non sempre basta (magari) però è comunque un cardine su cui agire, per cui talora io per esempio mi sforzo di uscire a camminare ionvece dis tare una ora a cazzeggiare davanti al pc, poi se cammino in campagna un pò cammino in silenzio, un pò mi ascolto un podcast rilassante, ecc in semplicità, cercando sopratutto di pensare se ciò che sto facendo è indotto da altri oppure se lo voglio io, per fare del beneficio anche semplicissimo a me stesso.
Godiamo dell'infelicità che si può vincere e superare per crescere. Quella inutile ci lascia... infelici.
sei un maestro da quanto ti seguo a essere sincero mi stai cambiando la vita in meglio e aspetto con anzia che parte focus :)
grande non vedo l'ora di vedervi nel corso!
Rivolgo una domanda a tutti: c'è qualcun altro oltre a me che sente che sia "successo qualcosa" o che "qualcosa si è rotto"... A livello globale/esistenziale? Qualcosa di mai accaduto, percepito, vissuto prima... E da cui non si torna... indietro?
sappi che moltissimi mi scrivono questa cosa quindi ti direi già di si
@@JustMick ... tosta...
(Comunque grazie di continuare ad accompagnarci coi tuoi video, ovunque siamo diretti..!)
Guarda alcuni dei video di Red Ronni e scoprirai una legione intera di persone che sentono in questo modo. Ah ah ah, e' una sensazione diffusa, si tratta di aumentare la consapevolezza. Marco Guzzi parla di rivoluzione antropologica.
Penso che ci siamo spinti oltre e la terra ci sta avvisando in tutti i modi mentre noi continuiamo a muoverci troppo lentamente per evitare... l' estinzione...
Infelicità.. una cosa ho capito: che quasi tutta l' infelicità nella mia vita l' ho partorita io e senza l aiuto di nessuno ...😅
Il mondo è cambiato, le persone sono cambiate, non saprei dirti esattamente l'anno esatto, anni prima del covid. Se prima mi sentivo un pesce fuor d'acqua, ora, lasciamo proprio perdere. La gente si è imbruttita parecchio, regna invidia, arroganza, maleducazione, menzogne, incomprensione, giudizio gratuito, insensibilità, non c'è più il gusto di stare assieme, può essere che questo cambiamento sia avvenuto con l'avvento dei social ora che ci penso.... però io sono rimasta la stessa persona, anche se penso di essermi incupita parecchio. Tanti hanno avvertito lo stesso cambiamento, per cui mi domando, siamo cambiati anche noi senza che ce ne rendessimo conto?
Secondo me siamo frustrati dal fatto che la tecnologia non sta mantenendo le sue promesse. Stiamo tutto il giorno davanti ad un monitor mentre la vita scorre là fuori. Invidiamo chi vive nella natura, ma non abbiamo gli stessi talenti per quadagnarci la pagnotta. La solita storia del criceto nella ruota insomma...
Caro Mick,
sono una campionessa nel mandare in giuggiole il percorso scelto con cadenza regolare di 7 anni. Ho 35 anni e ogni 7 anni, via, tutto all' aria! Non ho grandissime competenze sociali, questo mi crea frustrazione, ma la cosa è abbastanza bilanciata da una buona fiducia nella mia intelligenza. Quando la goccia fa traboccare il vaso, riparto da capo in un' altra situazione. L' ultima volta mi ha portata all' estero! L' adattamento è tostissimo e spesso porta con sé molta infelicità... Ma non me ne sono mai pentita Chissà come andrà a finire il prossimo cambio di rotta?! Ho un appuntamento importante fra due lunedì!
“Solo pensare al dolore in termini diversi dal solito ci fa pensare dì aver bestemmiato contro l’intera esistenza”.
Ecco questo concetto del senso di colpa per l’infelicità arriva come una bomba.
Perché “come fai a pensare di essere infelice” “quelli davvero infelici sono altri” “ guarda chi non ha niente come è felice con poco”.
E peggio di tutto “dipende da te essere felice, basta che ti guardi intorno”
Ecco così parte quel loop infinito che al senso di colpa aggiunge il senso di colpa per non riuscire ad essere felice o non sforzarti abbastanza.
O forse è che ci si crogiola nel privato della propria infelicita. Oddio mi fuma la testa.
Certo è vero, bisogna davvero imparare ad abbracciarla come stato mentale momentaneo e che ci serva come leva per vivere e reagire.
Ma non è facile come non lo è stato interiorizzare questo video che ho guardato 5 volte perché è davvero uno di quelli che ti scombussolano.
Come sempre grazie Mick
Che bello quando lo guardate più volte perché è un po' quello che capita anche a me con questi temi. Riascoltare o rileggere una frase per capire come digerirla e interiorizzarla, sia come elemento positivo che negativo in caso non sia d'accordo
@@JustMick in generale i tuoi video li guardo almeno 2 volte di fila e poi a distanza di tempo.
Le prime mi servono perché si perde qualcosa alla prima volta o per tornare su qualcosa che mi ha colpito più di altro.
E dopo un po’ mi piace tornare perché di mezzo c’è sempre la vita, l’esperienza, che fa notare sempre qualcosa di diverso.
È un po’ come se fossero video sempre vivi
@@alicemunafo6535 🙏💛
Ho letto poco tempo fa un libro che vi consiglio di leggere. Si chiama la Trappola della felicità. La felicità è un sentimento passeggero che va presa a piccole dosi, quando capita, e mai ricercata.
ACT. Onestamente uno dei libri che hanno creato un punto di svolta per me.
Oh subito in carerllo!!!
Libro geniale nella sua semplicità!
Fornisce degli strumenti veramente utili!
Anche per me quel libro è stato fondamentale. Di una bellezza e completezza di contenuti disarmante. E troppo poco pubblicizzato.
Ok mi hai convinto" che non siamo soli. Nella nostra. Bellissima esistenza. !
Non so ma ho la sensazione che ciò di cui hai parlato in questo video si possa ricollegare al fatto che quando pensiamo al passato, fatto spesso e volentieri di esperienze "per niente piacevoli", lo facciamo con nostalgia e con la convinzione di aver vissuto bei momenti ... nonostante tutto.
A questo punto dico: vai con l'infelicità!!!
P.S. Soprattutto se costruttiva
questa cosa è verissima e avrei voluto inserirla!
L!importante è la socialità, anche nel dolore.
Grazie myky. !! Io ti vedo come. Un Elfo guaritore d anime!❤
Sei il psicoterapeutico che tutti vorremmo avere. Nel nostro percorso😂. 😅. Ti vogliamo tutti un gran bene!!
MammaMia!..
Mondiale,
Davvero,
Grazie.
Davvero un video meraviglioso, tra neuroscienze, filosofia e intuizioni personali, bravo Mick! Non te lo nego Mick, ho passato un periodo di ansia, praticamente avevo il sistema nervoso simpatico in tilt. E una sera ho avuto un'epifania: che io volevo essere infelice. Volevo l'ansia e volevo l'infelicità, perché ero diventato troppo razionale, avevo nostalgia del mio lato più sentimentale. Poi, ora che ne sto uscendo, ho avuto una seconda intuizione che si aggiunge alla prima: siccome scrivo storie, non è che era un modo contorto della mia mente per far uscire il lato più profondo e intenso del mio sé narratore? Insomma, è un po' simile a quando sogniamo per addestrare virtualmente la mente a un task della vita reale.
❤no. Nella peggiore delle situazioni mai vissute, come quella che vivo oggi, incontro te e penso....che sono passati 50 anni da quando non rido. Oggi è accaduto proprio guardando il tuo video. Come essere allegramente infelice....ci scriverò un libro. GRAZIE. Sei come la Panda...😂...se non ci fossi...ecc..
I tuoi video sono tanto profondi quanto esilaranti, uno meglio dell'altro. E offrono sempre molti spunti di riflessione. Felicità e infelicità sono stati d'animo, semplicemente questo. Degni d'attenzione come qualsiasi altro stato d'animo. Diamo tanta importanza a queste due parole perché "va di moda così". Forse vogliamo semplificare per capire e farci capire, ma che senso ha ritenersi "felice" o "infelice"? Vogliamo guardare l'arcobaleno in b/n?
Sto guardando questo video alle due di notte quindi per sicurezza, per essere certa di aver colto e capito lo riguardo domani hahah
Comunque anche se stanca vorrei ringraziarti Mick per le riflessioni che porti. Io credo che grazie all'infelicità ho imparato tantissime cose, ho conosciuto di più chi sono e sono stata in grado di rialzarmi dopo tantissime cadute. L'infelicità porta alle grandi decisioni, perché solo un moto di dolore può portarti a un moto di cambiamento. Mentre la ricerca della felicità la trovo quasi obsoleta a volte. Cioè mi spiego. È giusto cercare il proprio meglio per stare bene. Ma per stare bene non è necessario essere felici. La felicità è solo uno stato d'animo, non una cosa permanente. E per fortuna! Se no davvero ci annoieremmo. Abbiamo bisogno, un bisogno quasi fisico di abbracciare il dolore per rinascere, per vedere le sfumature del mondo, per emozionarci ancora. Se fossimo sempre felici di che ci emozioneremmo? Qualsiasi stato d'animo permanente si tramuterebbe ben presto in noia e immobilità. E allora forse il senso è cercare di stare bene sia nella felicità che nell'infelicità. Per me l'importnate è avere una base di serenità. E viversi tutto a pieno. La felicità non mi ha portato più gioie di quante ne abbia fatto l'infelicità. Anzi mi rende più infelice continuare a pensare che devo essere felice. La ricerca ossessiva di quello stato di beatitudine che alla fine è solo uno stato d'animo. Che sia io felice o infelice come dici nel video l'importante è esserlo per bene, cioè volgerlo a nostro favore, viverselo bene. L'infelicità mi ha portato a rompere una relazione tossica, a dire quello che provavo alla mia famiglia, a scrivere poesie e a "sentire" le emozioni delle altre persone più forti, intense. A mettermi in discussioni, a cambiare strada più e più volte, a cimentarmi in quelle che ora sono mie grandi passioni. Se fossi stata felice sarei rimasta ferma.
C'è una cosa però. A volte per essere infelice per bene devo essere da sola a vivermela. In qualche modo le altre persone rappresentano quasi un fastidio una distrazione, perché mi fanno sentire come se dovessi mostrare di stare invece per forza bene. Questo non mi fa elaborare il grande dono dell'infelicità e le cose che essa ha da insegnarmi. Ma anzi mi fa sentire frustrata e in difetto.
Come sempre follemente geniale....molte supercazzole oggi 😅😅🤣🤣👍👍mi sono voltato ed ho visto le mie Ali sul bocciolo del bruco che non sa che diverrà una farfalla,ma sa che se non esce morirà 🤗😉 🦋
Questi video hanno una potenza assurda
Basta Mick te lo devo dire sei il canale migliore di tutta youtube, e qui con Troisi ti sei proprio superato. Il mio episodio preferito in assoluto
Io... ti porterei nelle scuole... esclusa qualche piccola parentesi 😅. Chapeau!
Ti ringrazio 🙏
I video che fate, come li fate, il tuo umorismo, la tua conoscenza e consapevolezza del mondo in cui viviamo…
Veramente credo che tutto il valore che dai sia inestimabile.
Hai la capacità di collegare i puntini tra tutti i mille studi e concetti che vagano nel mondo.
Già hai molto seguito, ma nulla in confronto a ciò che ti meriti. Di Just Mick ne deve parlare il mondo intero!
Penso che le emozioni siano tutto nella vita e conoscere cosa le provoca e cosa provocano ci permette di essere padroni di noi stessi e ciò che ci circonda.
Io da qualche anno mi sono posto l’obiettivo di sviluppare una nuova app come soluzione agli incontri online ed il focus è proprio quello di far stringere legami mettendo le coppie nella condizione di vivere emozioni parallele durante il primo incontro.
Attualmente le app mettono solo in contatto matchando in primis sull’estetica e poi sugli interessi ma non guidano l’utente è non lo portano a soddisfare il suo bisogno più profondo.
Penso che vivere emozioni in compagnia di qualcuno si ciò che realmente gratificherebbe l’utente.
L’obiettivo di è quello di distogliere le persone da una chat per portarle a vivere il reale tramite la creazione di un legame che si instaura attraverso la condivisione di un’esperienza.
Immaginati di essere l’utente di questa nuova app e di poter vivere un’esperienza creata da tè attraverso attività semplici come un aperitivo, una corsa al parco, dello shopping o una serata al cinema. O addirittura di poter vivere emozioni più intense come una giornata in barca, in un acquapark o anche un giro in mongolfiera.
Tutte esperienze belle che ti darebbero la possibilità di conoscere realmente una persona.
Non ci sono messaggi pre impostati ed organizzati, a una tua frase ci sarebbe una reazione diretta fatta di sguardi, smorfie e risate, tutto ciò che rende magica una persona.
Alle persone non basta un like o una bella frase per rimanere impressi, per quello occorre vivere la condivisione di emozioni parallele.
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PS) Dislessia e neuroni fritti a parte, ora sono le 5:00 e non sono fresco per scrivere, comunque lancio frasi random per far riflettere sull’importanza delle emozione.
Il marketing, la vendita e persuasione.
I canali televisivi che mettono risate finte per indurre la risata.
Le reazioni su IG e FB che fanno capire a Meta quali post promuovere per far provare ad altri emozioni che li leghino alla piattaforma.. e adesso che spinge il metaverso in quanto sa che potrà far vivere più intensamente le emozioni.
I guru che costruivano un legame forte con gli spettatori facendoli camminare sul fuoco e fare i cori così acquisendo autorevolezza.
I Queen e la loro intuizione con “We Will Rock You” in cui tutti interagivano anche battendo piedi e mani.
Il patriottismo e tutti i dittatori che hanno creato un seguito trasmettendo l’adrenalina di essere in marcia o di cantare tra migliaia di persone l’inno.
Gli ideali e le azioni fatte sono come un buon prodotto o servizio, ma ciò che lo vende e lo rende celebre sono le emozioni. Il potere è in mano a chi sa emozionare le persone e far si che non si sentano sole…. Potrei andare avanti…”Religione”
PS 2) ripeto che è tutto molto random ma spero si capisca il concetto.
Quando si vede qualcosa di nuovo, strano, bello, brutto e si invita l’altra persona a guardare la stessa cosa.
Non è bontà verso il prossimo… si ha necessità di condividere quella stessa emozione.
Quando si passa ore sul feed di Netflix per cercare qualcosa che nessuno dei due abbài già visto è per cercare una nuova emozione da vivere in parallelo.
Il discorso è che abbiamo un legame inscindibile che attraversa questo senso di appartenenza e ci condiziona e avvicina gli uni agli altri.
Le emozioni sono tutto e tu Mick le sai spiegare veramente bene, forse sai fare chiarezza tra tutto ciò che mi frulla nella testa. E spero tu riesca un giorno a creare e arricchire con il tempo una bella mappa concettuale di tutti i concetti che tratti. I tuoi video sono di inestimabile valore, ma nell mio cervello regna il caos quando cerco di collegare i pezzi.
Prossimo video.. argomenta la disputa tra denaro e felicità 😁 come hai detto la felicità non è tutto ciò che si cerca (è appunto un emozione), il denaro mette in condizioni di poter vivere tante emozioni.
PS3) Un giorno pagherò quanto in mio possesso per poter riflettere con te su alcune soluzione e innovazioni.
Ciao Miki! Sei il migliore""!!!!! Siii sempre te stesso!! Non mi annoio mai😂. Sembri Piero Angela. Versione. Comica!!!❤
Mick, le ultime tre fonti non si aprono. Grazie 🙏 l'argomento è davvero molto interessante e complesso, sento che devo meditarci su ancora un po'. C'è quel "sembra siamo infelici perché in fondo non riusciamo ad essere infelici per bene" che continua a ronzarmi in testa...
Scusa! Risolto! Bene mi fa piacere che qualcosa ronzi. Non voglio convincere. Voglio cercare chiavi di lettura nuove assieme a voi
...bella questa!🤔....c'è da riflettere !😎
Partiamo dal presupposto che la felicità è sopravvalutata. Davvero TUTTI aspiriamo alla felicità? Io non credo ed io non sono uno di quelli. Non mi sono mai posto il problema di essere felice. La felicità è una scelta, così come lo è l'infelicità. La sofferenza, quella si, si può cercare ed anche quando ci arriva, come dicevo in un altro commento di un altro dei tuoi video, va abbracciata. Non perché soffrire ci rende più forti, non ho mai creduto nemmeno in questo, ma perché la sofferenza è catartica e cercare di evitarla non può che farci soffrire ancora di più.
Quanto ai piaceri, forse ne avevi parlato anche tu in un altro video, fu fatto un esperimento sui topi al quale fu dato tutto il benessere possibile e il risultato fu che si uccisero a vicenda. Narcisismo ed edonismo nell'era della rivoluzione tecnologica e dell'informazione sono endemici e ci stanno portando al collasso. Ma è ciclico: “Tempi duri generano uomini forti, uomini forti generano tempi felici. Tempi felici generano uomini deboli, uomini deboli creano tempi duri”
Grazie per il commento, sono d'accordo e soprattutto adoro la frase finale, e ringraziamo Michael Hopf per averla messa giù così bene, anche se tutti la attribuiscono a Tony Robbins
Sempre illuminanti, i tuoi video! Più di una ex mi ha detto che l'orgasmo femminile è un estremo piacere e anche dolore, come se fossero mescolati assieme. Lo so nota anche dalle espressioni... Ci ho sempre riflettuto su come piacere estremo e dolore siano confusi. Infatti il piacere intenso non è che una stimolazione intensa di parti molto innervate e una "scarica" ampia nel cervello... Grazie, davvero sempre molto profondo. Questa riflessione è talmente importante da essere fondamentale nella vita di ogni essere umano
In questo momento felice di averti trovato nei meandri del web. Ti trovo bravissimo, ironico e incredibilmente spassoso. Normalmente galleggio sull'infelicità ma, dato che mi rendi felice, continuerò a guardarti.
Argomento interessante. Proprio in questo periodo della mia vita sono in un loop che io chiamo insensata felicità. Ma forse vedendo il tuo video è più un tenere al minimo l infelicità. O forse è solo accogliere ogni sensazione solo per quello che è. Bellissimo video che ti mette in crisi anche quando tu pensavi di sapere esattamente come stavi.
Io sono infelice e nonostante i traumi che ho avuto da piccola, mai avrei detto che una volta diventata donna, avrei lottato così tanto per essere felice. E la differenza tra il passato ed il presente è che nonostante la ferita fosse fresca, quand'ero una bambina, davo un'enorme importanza alle piccole cose e crescendo, ne ho perso la capacità. Mi piace pensare di poter recuperare questa capacità. Nonostante tutto, da bambina vedevo le cose a colori. Adesso per vedere i colori, sono spesso alla ricerca delle lenti giuste. E si, ho percepito un misterioso piacere in tutto questo dolore. E più volte ho pensato che il dolore sia la prova del fatto che non siamo solo il nostro corpo, ma che c'è molto ma molto di più. Gran bel video, grazie.
Bellissimo video. Sono poche le persone con cui sarebbe possibile fare discorsi complessi, ampi ed elaborati come quelli che fai te. Riesci a far sentire alcuni di noi meno soli. 🧡
Video magnifico, grazie Mick
Ciclicamente torno a vedere certi video (questo e in particolare quello sulla solitudine) perché il tempo e l'esperienza di vita nel frattempo aggiungono nuovi tasselli alla consapevolezza. Grazie ancora, Mick 💙
Un piccolo spazio nella mia felicità lo riservo alla visione dei tuoi video. Grande just Mick😎
Compà complimenti
L infelicità credo che sia la consapevolezza di poter essere felici vivendo in un altro modo e quindi anche il motore che ci sprona a seguire degli obbiettivi e a cambiare il modo di guardare il mondo
FINALMENTE! Qualcuno doveva pur dirlo! 👏👏👏
Voglio che tu lo sappia,TI AMO
Tempismo perfetto, questo video mi ha appena aiutato a trovare un po'di equilibrio dopo le giornate complicate.... grazie Mick!
Io per questo o quel motivo alterno felicità ed infelicità con cadenza periodica.
Ed ho dovuto trovare obbligatoriamente un compenso per non impazzire.
E credo che l'alternarsi di questi due stati sia un qualcosa di normale se vissuti con la giusta intensità.
Ma nel momento in cui detto in maniera spicciola si vive una felicità o un infelicità distinte per tempi decisamente prolungati alla fine diventano una droga per la quale se si è sempre felici e si diventa infelici si sta male, stesso se si è sempre infelici e di colpo si diventa felici.
Questo secondo me avviene perche quel picco di infelicita o felicità ci distraggono dalla routine alla quale siamo abituati, capito questo occorrerebbe capirsi ed ascoltarsi e attraverso i giusti compromessi cercare di non restare per troppo tempo in uno dei due stati bensì cercare di alternarli, volutamente.
Ti seguo ed e molto interessante ciò di cui parli...🤭
Bellissimo, hai dato una giustificazione ad ogni serial killer passato, presente e futuro: sono solo persone dall'infelicità non compresa. 😊
Mick...grazie come sempre per darmi modo di mettere in discussione tutto o quasi😅 ! Mi viene, pero', un dubbio quando viene detto che grandi opere d'arte 'provengono' ( solo?) da uno stato di sofferenza interiore. Lo penso anch'io ( o meglio, pensavo fosse cosi') ma non credo sia sempre cosi'... Mi spiego meglio con un esempio. Da giovane ( adolescenza), in situazioni di profonda tristezza/ angoscia/ dolore mi sono sentita spinta/ ispirata dallo scrivere moltissimo, soprattutto poesie, di una tale profondita' che sembravano essere di un' altra persona e che adesso non sarei piu' in grado di scrivere...Qualche anno fa mi sono ritrovata ad avere la stessa ' spinta' a scrivere, sempre poesie, ma questa volta la spinta era dovuta ad un forte meraviglioso stravolgimento interiore ( passione, amore)! Era pura gioia!
Mi venivano fuori rime e contenuti che adesso non saprei neppure dove andare a trovare!
Idem per la musica, viene da comporre sia in stati di profonda tristezza che di gioia...
Quindi, dalla mia esperienza, vedo che non sono solo la sofferenza e la depressione a farci esprimere attaverso l'arte ( o altro) ma anche il contrario...
Questo per dire che non credo tanto ( o solo) che una grande espressione d'arte ( naturalmente non parlo delle mie poesie🤣) possa esprimersi solo se c'e' una grande sofferenza dietro
Spacchi!!!
Questo video mi ha stranamente innervosita...speravo in una classica soluzione sul come superare l'infelicità e invece mi hai sorpresa come sempre
Sei bravo, divertente, ma non banale. Hai trovato un nuovo iscritto.
Geniale!
Fantastico 🤩
Quanto è vero. Vivevo in gran Bretagna e sono tornato in Italia. Per carità ho una famiglia mia ma purtroppo lavoro con mio padre. Un inferno che mi porterà nella tomba presto
Ciao Captain! =)
Ci parleresti del sapore del gotico (vedi serie "Mercoledì")? bb
I tuoi video sono troppo interessanti! E' un gran piacere averti scoperto. P.S. ti hanno mai detto che sei uguale a Jeffrey Dean Morgan (Negan de "The Walking Dead")?
in effetti secondo il buddhismo questa è la dimensione del desiderio e della sofferenza. Tutto il nostro karma e plasmato dalla sofferenza. Diciamo che è la base di ciò che siamo. Noi esistiamo in base al fatto che c'è la sofferenza. Scopo finale è quello di estinguerla è quindi non rinascere più in questa dimensione.
Perfetto hai preso in pieno
Grazie grazie grazie!!!! Caspita questo è in perfetta sintonia con un ‘intuizione che mi abita da un po’ di tempo…… tu ci hai messo le parole per esprimerla !!!! Mik sei unico!!!!! ( per fortuna)❤😂
Se non ci fossero situazioni negative, come potremmo godere dei bei momenti?
Io ti adoroooo!!!!
😃👍✨. Grande!!
Io vedo i momenti felici e quelli infelici come note, piacevoli o meno piacevoli viste singolarmente, che soltanto assieme possono formare una melodia orecchiabile
Ora sei il mio oroscopo! Ci azzecchi sempre! ❤️ mi hai risollevato la giornata! Mi hai fatto male! 😂
Superare un conflitto ci rende sereni, forse felici per un istante. Si supera un conflitto lasciando andar via il giudizio, per noi stessi soprattutto.
Non mi cagherà mai..ma io ero qui quando una manciata di errabondi internauti ricercava un canale innovativo che cercasse di leggermi dentro....lo scopriii,ne rimasi incantata....e sapevo che sarebbe esploso,prima o poi! infatti a breve avrà 200 Milà iscritti...ED È SOLO L'INIZIO!
e invece eccomi qui. Pamela 🙏💛 grazie del supporto. Ogni vostro commento mi aiuta a spingere di più!
Che genialità!
Ciao, Mick!!😊 Intanto, diciamolo: se tu non fossi profondamente insoddisfatto di come ti esce la parola "sanscrito", non saresti spronato a fare delle pernacchie così favolose...!! 🤣🤣🤣 In questo momento, sono una formidabile altalena tra soddisfazione e insoddisfazione, perché mi stanno succedendo cose meravigliose, ma sto cambiando vita e, dal punto di vista lavorativo, per tenermi stretto il cambiamento che cerco, sto vivendo un periodo pieno di attese e di incertezze: o torno indietro con la coda fra le gambe e torno a fare quello che facevo, o mi butto, come sto facendo, e cambio. Quindi non rinnego affatto la mia insoddisfazione: è alleata del mio successo! Ci sta! Senza insoddisfazione, niente cambiamento, né alcun miglioramento... La sola, vera sfida è non permetterle di fermarmi e di farmi credere che non si può volare: se la accolgo, sarà il vento sotto le mie ali... Grazie, Mick!!😉 Un abbraccio!! Je t'adore!! 🤩🤩
Io ti adoro sei tu la mia medicina 🤣oltre al thc e cbd
Secondo me viene troppo confusa la felicità con la serenità.
Per me l'importante è essere serena, così posso anche essere infelice per bene 😂
bello, bel messaggio
Quando un tempo ero credente , mi domandavo spesso come fosse il Paradiso...e la cosa che più mi spaventava era il fatto di essere sempre felici! Come si fa ad apprezzare la felicità se non hai passato l'inferno!? Tutto sommato si sta bene tra queste montagne russe di sentimenti. ..
Perchè non vado bene ecco perchè sono infelice, perchè tutti mi danno contro e non importa per cosa
Non sei venuto al mondo per piacere agli altri, hai lo scopo di realizzare le tue qualita', per quanto piccole esse ti appaiano. Ascoltare senza giudizio e' una buona qualita'.
dal settimo minuto mi sento chiamato in causa 😂 tra l'altro il mio prossimo album si chiamerà "Muse Lips"
A tratti l'infelicità domina. Forse più che infelicità, si parla di insoddisfazione che provoca infelicità. Per il resto quando esco dalla fabbrica sono felice 😂 buona giornata
Non so, non mi convice. Credo che sia facile (e forse ance efficace, chissà) affrontare in questo modo l'infelictà nella vita quando ci sono le condizioni per poterlo fare.
Con questo intendo per "infelicità" le difficoltà inaspattate che la vità può presentare e per "condizioni per poterlo fare" una vita agiata, senza importanti necessità (di salute, economiche o esistenziali) e senza grandi tragedie dietro.
Ma che fare allora quando la vita presenta problemi veramente grandi, come non avere una casa, non avere un lavoro che ti permetta di mettere il piatto a tavola, avere una perdita di un tuo caro in maniera inaspettata? Come si può "imparare" da queste cose? E se qualcosa si dovesse imparare, quanto realmente può valerne la pena?
Non so, non voglio essere polemico , ma credo che possiamo esser tutti bravi a filosofeggiare sul dolore comodamente seduti su una sedia, scrivendo al computer al caldo (me compreso).
Che succede se facciamo questo discorso ad un senzatetto costretto a passare la notte al gelo sotto un portico?
P.S. Complimenti per il video, come sempre pieno di spunti di riflessione
La parte più interessante dei vostri commenti sta proprio nel prendere un tema e provare a vedere cosa accade se viene decontestualizzato o trasferito su contesti specifici. Funziona ancora? Va corretto? Questo è dibattito costruttivo e lo adoro, per cui grazie!
In merito ad una situazione come quella del senzatetto, alla base occorre porsi la domanda sull'obiettivo del soggetto. È alla ricerca di qualcosa? Sta bene in una sua routine? È disposto/a a scombussolare la sua esistenza per cercare un'alternativa?
Non credo che il discorso vada fatto su condizioni di vita, ma condizioni mentali. Per esempio una persona depressa ha più problemi di un senzatetto nell'accettare il tema di questo episodio. Ognuno di noi vive la propria realtà e un proprio mondo, limitato o illimitato per altri, è indifferente. La parte da capire è "come stiamo in questo nostro mondo"? E spesso a mio avviso questo pattern tra felicità e infelicità esiste.
Non basta lo spazio qui, ma sicuramente c'è molto da dire. Diciamo che qui l'obiettivo di questo episodio è quello di non allontanare con pregiudizio l'infelicità come qualcosa da evitare. Questo è il fulcro.
La mia interpretazione di infelicità è legata all'assenza di libero arbitrio (dove il cozzare con altri individui e i loro liberi arbitri vanno a minare il mio)
Difficilmente, altrimenti, sarei infelice.
Se il mio periodo buio di depressione l ho già vissuto e affrontato, mi sono disperato e crogiolato nel dolore a più non posso, fino all' apatia e quasi alla rassegnazione, e poi ho avuto il mio momento di riscatto, ho ritrovato la felicità e la speranza, mi sentivo letteralmente rinato e provato emozioni così forti che non credevo possibili... ora che faccio? Ho capito che i pensieri esistenziali sul mondo, la società e la coscienza che avevo, seppur tristemente veri o inconcludibili, non devono avere potere sul mio stato d animo; ho anche capito che fare esperienza delle cose e vivere con l obiettivo di vivere appieno, può essere appagante e regalare gioie. Ma adesso? Mi sento stanco, annoiato. Vorrei cambiare il mondo, mi sono detto, cercare di perpetuare il bene e "sconfiggere" il male.. ma il mondo non può essere cambiato, e fenomeni come il capitalismo, sono ormai macchine che viaggiano da sole autoalimentate. Non posso cambiare l inquinamento, lo sfruttamento, il cambiamento climatico, le malattie mentali delle persone schiave della società. È un meccanismo corrotto e vivere in funzione di soddisfazioni personali, che sia la famiglia, amici, hobby, musica, cibo o musica... sembra così futile, privo di significato. Quindi: ho provato a vivere spensierato e felice, e ho provato a straziarmi per dilemmi irrisolvibili. Non voglio essere più ne felice ne triste
Io ti amo.
ho sempre pensato tutto cio
Buongiorno a tutti,secondo voi i notropici possono giovare ,oppure no?
Ero propenso al noopep rx pro
E per chi non ha mai vissuto, lasciandosi vivere, e la vita non lo voglia perché tutti hanno, fanno e sono entità inglobate in sistemi che anche se si comprendono e si sente vicini in realtà sono solo un miraggio... Suggerimenti per manipolare queste realtà?
P.S. Ho sempre visto nei tuoi video spunti di riflessione ed introspezione profondi e sinceri, spesso ci rifletto, ma la mia realtà è solo peggiorata, ferma e ineluttabile...
Buone cose, ciau! ;-P
C'è molto da dire... ma ti invito a guardare il video del sabato perché ho una novità proprio su questo esatto tema!
Io ho una bilancia per la felicità e l'infelicità, se voglio sentirmi felice penso a quanto fortuna ho non essere in Africa in quei paesi sperduti dove muoiono di sete, se voglio essere infelice, mi basta guardare gli americani o i attori famosi che buttano via i soldi come fosse spazzatura si divertono ecc, ma essendo io derivante dall'Albania dove rischiavo di morire di fame tendo a guardare e ringraziare ciò che ho in confronto a quello che avevo, e gli americani sopracitati li guardo più con disprezzo che con tristezza, io sono alla ricerca della felicità proprio perché ho vissuto nell'infelicità
CONOSCERE:
La sofferenza e il dolore:
La sofferenza procede
Dalla sonnolenza (nel lobo frontale ove la veglia nell'uomo emerge alla nascita in assenza di sonno e da cui procede la gioia del vivere), mentre nel caso di dolore la sonnolenza si concentra in una zona del corpo creando l'infiammazione oppure si tratta di un danno tessutale da cui poi deriva il dolore, ne consegue che la sonnolenza nell'uomo è il dolore del cervello umano che non promuove in esso il dolore ma la sofferenza in quanto ospita la veglia polare (emersa) conscia, identificabile nella vita in spirito. Diversamente l'animale, non disponendo della vita in spirito, accusando sonnolenza nel cervello o anche a livello organico, non accusa né dolore e né sofferenza, ma come una scossa elettrica nell'impatto, dopo di che la sonnolenza funge da anestetico e se il danno è grave si lascia lentamente morire. Al riguardo l'uomo non di rado si crociola nella sonnolenza (anestetica), ignorando che la stessa è alla base del male malessere umano (della sofferenza):
1) Dalla nevrosi di massa
2) Ai processi psicotici compresa:
La demenza.
👍👍👍👍
Ora capisco perché continuavo a tornare con l ex
Io sono sempre felice grazie a te
🙏💛
La felicità non esiste
-"digli che ho avuto una vita meravigliosa"
-"a chi?"
"Ludwig !"
"Ludwig !"
"ma a chi lo devo dire?"
"qui siamo solo tu ed io ed oltretutto io sono una parte di te e tu se mor..."
Oddio, mi sto rotolando dalle risate 🤣🤣🤣
@@marinaonda7593 in quanto Onda Marina, ti sarai rotolata dalle "risacche"
🤦😁Ahah
IL DOLORE E LA SOFFERENZA
LA DIFFICOLTA' DI CONFRONTARSI SULLA FELICITA':
E sul male malessere.
Chi è soggetto al dolore, la sonnolenza funge da anestetico ed è una vera benedizione, mentre se è altamente sensibile, ovvero geneticamente più evoluto rispetto alla massa, godendo alla nascita a riflesso di una maggiore felicità (effettiva) rispetto ai più, la sonnolenza è alla base delle diverse psicopatologie. Cosicché c'è chi a motivo della scarsa evoluzione genetica non si lamenta e ride ubriacandosi e chi ubriacandosi delira. Dunque la sonnolenza in seno alla maggioranza umana, non avendo memoria del Paradiso perduto della fanciullezza (della chiave di volta), funge da anestetico al mal di vita colpevolmente conseguito, mentre chi lo ricorda, il solo ricordo del Paradiso perduto, lo fa impazzire. Quindi la differenza tra un sano di mente (che sano di mente non è) e un malato mentale (che malato mentale non è) è di rapporto col vissuto. Vero è poi che se chiunque alla nascita nasce felice, la felicità non è uguale per tutti, così come nell'errore affettivo carnale, il mal di vita che si consegue è di rapporto, che se scarsa, preserva l'individuo dal mal di vita estremo. CHI HA DI PIU' (nasce maggiormente felice) PERDE DI PIU' (da cui i processi psicotici) E CHI HA DI MENO ALLA NASCITA PERDE DI MENO.
Dunque la felicità esiste
Ma è sistematicamente crocifissa dall'affettività carnale animale che chiunque persegue, che poi, in senso generale, nessuno ricorda di aver vissuto. Chiunque dunque nasce felice, ma pochi la ricordano e chi la ricorda, potenzialmente impazzisce per la perdita oppure diventa un genio.
"Meglio Male!" Mariottide
ahahahahah grande cit
Me lo devo riguardare pi volte... Non ho bene afferrato😅
Ero depresso e mi hai fatto ridere 😂
"è l'instabilità che ci fa saldi negli sradicamenti quotidiani" cit.
di chi?
@@JustMick un certo Giovanni Lindo Ferretti.
Non so se sia tutta farina del suo sacco o sia ripresa e rielaborata, come spesso accade ravvivando citazioni e facendole più nostre. 😁
😘
Sanscrito 🤣🤣🤣
Una delle parole più difficili da pronunciare
Non mi spiego come tu possa avere solo 152000 iscritti!
Sono anche infelice si,meno male, Raffaele Morelli sarebbe fiero di te😌
solo i beatles fanno eccezione alla sofferenza degli artisti
ricordo che per i cinesi una vita piena di emozioni è una brutta cosa
Questa cosa non la sapevo e mi piacerebbe approfondire!
Perché? 😱
Infelicità + talento e necessità di realizzare = opera d'arte!
Così nella letteratura come nella musica, nella pittura sono state fatte opere, composte musiche, dipinte tele di una bellezza sconvolgente "a causa dell'infelicità e del mal"ESSERE"!
Ed ora con la "felicità del benessere" abbiamo tic toc tic toc!🤭😂😂😂🤪🤪🤪😳.....🤣🤣🤣🤣