Amo la recitazione è mi piace anche farlo, ma di fronte a questi artisti bisogna inchinarsi e ringraziarli, poiché li ritengo di un assoluta grandezza insuperabile, grazie grande artista, N. De Luca,
altro che Benigni . altro che professori . come recita la divina commedia Il grande VITTORIO GASMANN, nessun altro . è un godere dell'intelletto insuperabile. Grazie grande uomo e grandissimo attore.
Benigni oltre ad essere una merda di uomo demmerda e', anzi, ERA, un comico, VITTORIO GASSMAN era, anzi, E' , un grandissimo attore. Questa discussione l' ho sempre fatta pure io, quindi il mi piace ai commenti di croce e di marco erano d' obbligo..
Mi sarebbe tanto piaciuto ascoltare di Vittorio Gassman, l'interpretazione del 33esimo canto dell'infermo. Purtroppo non sono mai riuscito a trovarla. Qualcuno potrebbe darmi delle indicazioni ? Grazie.
Non ci sono paragoni, infatti, tra un Genio e un piccolo imitatore comico che ha la pretesa d’ interpretare un Grande come Dante e un’ altro Grande come Gassman !
Mufasa che recita la Commedia 😂 A parte gli scherzi, fantastico...il mio preferito senza ombra di dubbio. Le grandi persone che avevamo una volta in questo Paese alla deriva
Gassman interpreta questo canto (e altri) così bene che, pur non sapendo bene chi fosse, capisco già che grande personaggio sia stato. Purtroppo ci sono pochi canti su You Tube recitati da lui. Mi sarebbe piaciuto ascoltare tutta l'opera. Anche Benigni è bravo, per fortuna è ancora vivo.
Ora sen va per un secreto calle, tra ’l muro de la terra e li martìri, lo mio maestro, e io dopo le spalle. 3 «O virtù somma, che per li empi giri mi volvi», cominciai, «com’a te piace, parlami, e sodisfammi a’ miei disiri. 6 La gente che per li sepolcri giace potrebbesi veder? già son levati tutt’i coperchi, e nessun guardia face». 9 E quelli a me: «Tutti saran serrati quando di Iosafàt qui torneranno coi corpi che là sù hanno lasciati. 12 Suo cimitero da questa parte hanno con Epicuro tutti suoi seguaci, che l’anima col corpo morta fanno. 15 Però a la dimanda che mi faci quinc’entro satisfatto sarà tosto, e al disio ancor che tu mi taci». 18 E io: «Buon duca, non tegno riposto a te mio cuor se non per dicer poco, e tu m’hai non pur mo a ciò disposto». 21 «O Tosco che per la città del foco vivo ten vai così parlando onesto, piacciati di restare in questo loco. 24 La tua loquela ti fa manifesto di quella nobil patria natio a la qual forse fui troppo molesto». 27 Subitamente questo suono uscìo d’una de l’arche; però m’accostai, temendo, un poco più al duca mio. 30 Ed el mi disse: «Volgiti! Che fai? Vedi là Farinata che s’è dritto: da la cintola in sù tutto ’l vedrai». 33 Io avea già il mio viso nel suo fitto; ed el s’ergea col petto e con la fronte com’avesse l’inferno a gran dispitto. 36 E l’animose man del duca e pronte mi pinser tra le sepulture a lui, dicendo: «Le parole tue sien conte». 39 Com’io al piè de la sua tomba fui, guardommi un poco, e poi, quasi sdegnoso, mi dimandò: «Chi fuor li maggior tui?». 42 Io ch’era d’ubidir disideroso, non gliel celai, ma tutto gliel’apersi; ond’ei levò le ciglia un poco in suso; 45 poi disse: «Fieramente furo avversi a me e a miei primi e a mia parte, sì che per due fiate li dispersi». 48 «S’ei fur cacciati, ei tornar d’ogne parte», rispuos’io lui, «l’una e l’altra fiata; ma i vostri non appreser ben quell’arte». 51 Allor surse a la vista scoperchiata un’ombra, lungo questa, infino al mento: credo che s’era in ginocchie levata. 54 Dintorno mi guardò, come talento avesse di veder s’altri era meco; e poi che ’l sospecciar fu tutto spento, 57 piangendo disse: «Se per questo cieco carcere vai per altezza d’ingegno, mio figlio ov’è? e perché non è teco?». 60 E io a lui: «Da me stesso non vegno: colui ch’attende là, per qui mi mena forse cui Guido vostro ebbe a disdegno». 63 Le sue parole e ’l modo de la pena m’avean di costui già letto il nome; però fu la risposta così piena. 66 Di subito drizzato gridò: «Come? dicesti "elli ebbe"? non viv’elli ancora? non fiere li occhi suoi lo dolce lume?». 69 Quando s’accorse d’alcuna dimora ch’io facea dinanzi a la risposta, supin ricadde e più non parve fora. 72 Ma quell’altro magnanimo, a cui posta restato m’era, non mutò aspetto, né mosse collo, né piegò sua costa: 75 e sé continuando al primo detto, «S’elli han quell’arte», disse, «male appresa, ciò mi tormenta più che questo letto. 78 Ma non cinquanta volte fia raccesa la faccia de la donna che qui regge, che tu saprai quanto quell’arte pesa. 81 E se tu mai nel dolce mondo regge, dimmi: perché quel popolo è sì empio incontr’a’ miei in ciascuna sua legge?». 84 Ond’io a lui: «Lo strazio e ’l grande scempio che fece l’Arbia colorata in rosso, tal orazion fa far nel nostro tempio». 87 Poi ch’ebbe sospirando il capo mosso, «A ciò non fu’ io sol», disse, «né certo sanza cagion con li altri sarei mosso. 90 Ma fu’ io solo, là dove sofferto fu per ciascun di tòrre via Fiorenza, colui che la difesi a viso aperto». 93 «Deh, se riposi mai vostra semenza», prega’ io lui, «solvetemi quel nodo che qui ha ’nviluppata mia sentenza. 96 El par che voi veggiate, se ben odo, dinanzi quel che ’l tempo seco adduce, e nel presente tenete altro modo». 99 «Noi veggiam, come quei c’ha mala luce, le cose», disse, «che ne son lontano; cotanto ancor ne splende il sommo duce. 102 Quando s’appressano o son, tutto è vano nostro intelletto; e s’altri non ci apporta, nulla sapem di vostro stato umano. 105 Però comprender puoi che tutta morta fia nostra conoscenza da quel punto che del futuro fia chiusa la porta». 108 Allor, come di mia colpa compunto, dissi: «Or direte dunque a quel caduto che ’l suo nato è co’vivi ancor congiunto; 111 e s’i’ fui, dianzi, a la risposta muto, fate i saper che ’l fei perché pensava già ne l’error che m’avete soluto». 114 E già ’l maestro mio mi richiamava; per ch’i’ pregai lo spirto più avaccio che mi dicesse chi con lu’ istava. 117 Dissemi: «Qui con più di mille giaccio: qua dentro è ’l secondo Federico, e ’l Cardinale; e de li altri mi taccio». 120 Indi s’ascose; e io inver’ l’antico poeta volsi i passi, ripensando a quel parlar che mi parea nemico. 123 Elli si mosse; e poi, così andando, mi disse: «Perché se’ tu sì smarrito?». E io li sodisfeci al suo dimando. 126 «La mente tua conservi quel ch’udito hai contra te», mi comandò quel saggio. «E ora attendi qui», e drizzò ’l dito: 129 «quando sarai dinanzi al dolce raggio di quella il cui bell’occhio tutto vede, da lei saprai di tua vita il viaggio». 132 Appresso mosse a man sinistra il piede: lasciammo il muro e gimmo inver’ lo mezzo per un sentier ch’a una valle fiede, che ’nfin là sù facea spiacer suo lezzo. 136
magari grande uomo non fu, in fondo già essere solo un uomo è impresa titanica... ma nessun dubbio sulla caratura eccelsa dell'attore, ad oggi inarrivato, e temo, con un velo di tristezza, inarrivabile. Che si debba venire al cimitero per poter anche solo in parte godere di tali bellezze è comunque triste...
L'interpretazione di gasman è affabulante per una questione legata al linguaggio e alla postura, abituato a perimetrare lo spazio della scena spesso anche in coabitazione dialogica, è attore di indagine geometrica non della parola ma delle parole, della sequenza in equilibrio con la sostanza.
Molta enfasi, ma il significato della recitazione è scarso. Nel punto in cui Cavalcante dovrebbe alzarsi e gridare, Gassman prosegue con un sussurro fastidioso.
Quella che chiedi tu è una recitazione romantica. Gassman legge in modo opposto, interpretando i personaggi e trasmettendo l'angoscia e la rassegnazione dell'uomo nella sofferenza. Non deve essere tutto un film di Michael Bay...
Grande, grande, grandissima interpretazione. Il tono della voce, le pause calibrate, la migliore lettura del Divino componimento.
Amo la recitazione è mi piace anche farlo, ma di fronte a questi artisti bisogna inchinarsi e ringraziarli, poiché li ritengo di un assoluta grandezza insuperabile, grazie grande artista, N. De Luca,
Non finisco mai di ringraziarti per come spieghi la divina commedia bravo davvero Vittorio Gassman
Divino.... Il Divin poeta e Gassman e Gassman che lo Cita.
altro che Benigni . altro che professori . come recita la divina commedia Il grande VITTORIO GASMANN, nessun altro . è un godere dell'intelletto insuperabile. Grazie grande uomo e grandissimo attore.
Croce Tortorici Benigni chi?
Benigni oltre ad essere una merda di uomo demmerda e', anzi, ERA, un comico, VITTORIO GASSMAN era, anzi, E' , un grandissimo attore.
Questa discussione l' ho sempre fatta pure io, quindi il mi piace ai commenti di croce e di marco erano d' obbligo..
Mi sarebbe tanto piaciuto ascoltare di Vittorio Gassman, l'interpretazione del 33esimo canto dell'infermo. Purtroppo non sono mai riuscito a trovarla. Qualcuno potrebbe darmi delle indicazioni ? Grazie.
@@judenfrei6075 come mai tutto quest'odio per Benigni?
Non ci sono paragoni, infatti, tra un Genio e un piccolo imitatore comico che ha la pretesa d’ interpretare un Grande come Dante e un’ altro Grande come Gassman !
Gasmann ti porta li nel luogo.....un monumento!
Lui recita vivendo e vive recitando....è uno dei pochi o forse l'unico.....
Massimo livello di recitazione
lui non recita, ma vive i versi....un grande...
Immenso mi pare.
Puro godimento per le orecchie
Mufasa che recita la Commedia 😂
A parte gli scherzi, fantastico...il mio preferito senza ombra di dubbio. Le grandi persone che avevamo una volta in questo Paese alla deriva
Meraviglioso !!!
...nessuna enfasi; Vittorio rasenta la perfezione: Grazie!!!
😂😂😂
I dislike sono stati messi dagli epicurei??
Grazie Cappelli, sono venuta per te, bello molto bello.
insuperabile!
Spettacolo!!
Grande!
grande Brancaleone...Farinata il migliore
Su Gassman concordo!!
La mimica, la voce, sembra di essere lì con Dante
Gassman interpreta questo canto (e altri) così bene che, pur non sapendo bene chi fosse, capisco già che grande personaggio sia stato.
Purtroppo ci sono pochi canti su You Tube recitati da lui. Mi sarebbe piaciuto ascoltare tutta l'opera.
Anche Benigni è bravo, per fortuna è ancora vivo.
Farinata è uno dei personaggi migliori dell'interno Inferno. È secondo solo a Paolo e Francesca.
Ora sen va per un secreto calle,
tra ’l muro de la terra e li martìri,
lo mio maestro, e io dopo le spalle. 3
«O virtù somma, che per li empi giri
mi volvi», cominciai, «com’a te piace,
parlami, e sodisfammi a’ miei disiri. 6
La gente che per li sepolcri giace
potrebbesi veder? già son levati
tutt’i coperchi, e nessun guardia face». 9
E quelli a me: «Tutti saran serrati
quando di Iosafàt qui torneranno
coi corpi che là sù hanno lasciati. 12
Suo cimitero da questa parte hanno
con Epicuro tutti suoi seguaci,
che l’anima col corpo morta fanno. 15
Però a la dimanda che mi faci
quinc’entro satisfatto sarà tosto,
e al disio ancor che tu mi taci». 18
E io: «Buon duca, non tegno riposto
a te mio cuor se non per dicer poco,
e tu m’hai non pur mo a ciò disposto». 21
«O Tosco che per la città del foco
vivo ten vai così parlando onesto,
piacciati di restare in questo loco. 24
La tua loquela ti fa manifesto
di quella nobil patria natio
a la qual forse fui troppo molesto». 27
Subitamente questo suono uscìo
d’una de l’arche; però m’accostai,
temendo, un poco più al duca mio. 30
Ed el mi disse: «Volgiti! Che fai?
Vedi là Farinata che s’è dritto:
da la cintola in sù tutto ’l vedrai». 33
Io avea già il mio viso nel suo fitto;
ed el s’ergea col petto e con la fronte
com’avesse l’inferno a gran dispitto. 36
E l’animose man del duca e pronte
mi pinser tra le sepulture a lui,
dicendo: «Le parole tue sien conte». 39
Com’io al piè de la sua tomba fui,
guardommi un poco, e poi, quasi sdegnoso,
mi dimandò: «Chi fuor li maggior tui?». 42
Io ch’era d’ubidir disideroso,
non gliel celai, ma tutto gliel’apersi;
ond’ei levò le ciglia un poco in suso; 45
poi disse: «Fieramente furo avversi
a me e a miei primi e a mia parte,
sì che per due fiate li dispersi». 48
«S’ei fur cacciati, ei tornar d’ogne parte»,
rispuos’io lui, «l’una e l’altra fiata;
ma i vostri non appreser ben quell’arte». 51
Allor surse a la vista scoperchiata
un’ombra, lungo questa, infino al mento:
credo che s’era in ginocchie levata. 54
Dintorno mi guardò, come talento
avesse di veder s’altri era meco;
e poi che ’l sospecciar fu tutto spento, 57
piangendo disse: «Se per questo cieco
carcere vai per altezza d’ingegno,
mio figlio ov’è? e perché non è teco?». 60
E io a lui: «Da me stesso non vegno:
colui ch’attende là, per qui mi mena
forse cui Guido vostro ebbe a disdegno». 63
Le sue parole e ’l modo de la pena
m’avean di costui già letto il nome;
però fu la risposta così piena. 66
Di subito drizzato gridò: «Come?
dicesti "elli ebbe"? non viv’elli ancora?
non fiere li occhi suoi lo dolce lume?». 69
Quando s’accorse d’alcuna dimora
ch’io facea dinanzi a la risposta,
supin ricadde e più non parve fora. 72
Ma quell’altro magnanimo, a cui posta
restato m’era, non mutò aspetto,
né mosse collo, né piegò sua costa: 75
e sé continuando al primo detto,
«S’elli han quell’arte», disse, «male appresa,
ciò mi tormenta più che questo letto. 78
Ma non cinquanta volte fia raccesa
la faccia de la donna che qui regge,
che tu saprai quanto quell’arte pesa. 81
E se tu mai nel dolce mondo regge,
dimmi: perché quel popolo è sì empio
incontr’a’ miei in ciascuna sua legge?». 84
Ond’io a lui: «Lo strazio e ’l grande scempio
che fece l’Arbia colorata in rosso,
tal orazion fa far nel nostro tempio». 87
Poi ch’ebbe sospirando il capo mosso,
«A ciò non fu’ io sol», disse, «né certo
sanza cagion con li altri sarei mosso. 90
Ma fu’ io solo, là dove sofferto
fu per ciascun di tòrre via Fiorenza,
colui che la difesi a viso aperto». 93
«Deh, se riposi mai vostra semenza»,
prega’ io lui, «solvetemi quel nodo
che qui ha ’nviluppata mia sentenza. 96
El par che voi veggiate, se ben odo,
dinanzi quel che ’l tempo seco adduce,
e nel presente tenete altro modo». 99
«Noi veggiam, come quei c’ha mala luce,
le cose», disse, «che ne son lontano;
cotanto ancor ne splende il sommo duce. 102
Quando s’appressano o son, tutto è vano
nostro intelletto; e s’altri non ci apporta,
nulla sapem di vostro stato umano. 105
Però comprender puoi che tutta morta
fia nostra conoscenza da quel punto
che del futuro fia chiusa la porta». 108
Allor, come di mia colpa compunto,
dissi: «Or direte dunque a quel caduto
che ’l suo nato è co’vivi ancor congiunto; 111
e s’i’ fui, dianzi, a la risposta muto,
fate i saper che ’l fei perché pensava
già ne l’error che m’avete soluto». 114
E già ’l maestro mio mi richiamava;
per ch’i’ pregai lo spirto più avaccio
che mi dicesse chi con lu’ istava. 117
Dissemi: «Qui con più di mille giaccio:
qua dentro è ’l secondo Federico,
e ’l Cardinale; e de li altri mi taccio». 120
Indi s’ascose; e io inver’ l’antico
poeta volsi i passi, ripensando
a quel parlar che mi parea nemico. 123
Elli si mosse; e poi, così andando,
mi disse: «Perché se’ tu sì smarrito?».
E io li sodisfeci al suo dimando. 126
«La mente tua conservi quel ch’udito
hai contra te», mi comandò quel saggio.
«E ora attendi qui», e drizzò ’l dito: 129
«quando sarai dinanzi al dolce raggio
di quella il cui bell’occhio tutto vede,
da lei saprai di tua vita il viaggio». 132
Appresso mosse a man sinistra il piede:
lasciammo il muro e gimmo inver’ lo mezzo
per un sentier ch’a una valle fiede,
che ’nfin là sù facea spiacer suo lezzo. 136
Dovino
Bello
magari grande uomo non fu, in fondo già essere solo un uomo è impresa titanica... ma nessun dubbio sulla caratura eccelsa dell'attore, ad oggi inarrivato, e temo, con un velo di tristezza, inarrivabile. Che si debba venire al cimitero per poter anche solo in parte godere di tali bellezze è comunque triste...
🙏🙏🙏🙏🙏🌹
egli ebbe😭
Il segno dei tempi ....ad ora , quaranta dislike !!! Incredibile.
Ahaha tutti a lodare gasma il vero cantore della commedia e Carmelo Bene
L'interpretazione di gasman è affabulante per una questione legata al linguaggio e alla postura, abituato a perimetrare lo spazio della scena spesso anche in coabitazione dialogica, è attore di indagine geometrica non della parola ma delle parole, della sequenza in equilibrio con la sostanza.
04:46
Questo sì che è dissing
4:48
inter 3-0 Milan
Alackbar
Molta enfasi, ma il significato della recitazione è scarso. Nel punto in cui Cavalcante dovrebbe alzarsi e gridare, Gassman prosegue con un sussurro fastidioso.
sicuramente tu lo faresti meglio
Lo reciti lei.
...forse lui Gassman l' ha sentita così..no? È bello sentire le cose in modi diversi....
Quella che chiedi tu è una recitazione romantica. Gassman legge in modo opposto, interpretando i personaggi e trasmettendo l'angoscia e la rassegnazione dell'uomo nella sofferenza. Non deve essere tutto un film di Michael Bay...
Sicuramente lo farei meglio!
Disponibile per qualsiasi sfida!
Gridò è Gridò! Non esistono interpretazioni!
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