The Ideological Origins of the American Revolution | Parliamo di Storia #5

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  • Опубликовано: 9 июл 2024
  • "The Ideological Origins of the American Revolution", premiato con i premi Pulitzer e Bancroft, è diventato un classico della storiografia americana. Acclamato alla sua prima apparizione come "il più brillante studio sul significato della Rivoluzione che sia apparso in una generazione", oltre a mettere in luce le motivazioni e i presupposti che mossero i rivoluzionari americani fra gli anni '60 e '70 del XVIII secolo, ricostruisce il dibattito nazionale sulla ratifica della Costituzione, esplorando così non solo le speranze e le aspirazioni iniziali dei Fondatori, ma anche la loro lotta per attuare le loro idee nella costruzione del governo nazionale.
    Il libro di oggi:
    ‧ Bailyn, B. (1976). The ideological origins of the American Revolution.
    www.hup.harvard.edu/books/978...
    Le altre puntate de "La Tana dell'Orco" • • La Tana dell'Orco: la ...
    Bentornati nella Tana dell'Orco!
    Ispirata dalla metafora di Marc Bloch, che paragonava lo storico a un orco delle fiabe, in "La Tana dell'Orco" troverete interviste con storici, ricercatori e approfondimenti sul lavoro dello Storico. Esploreremo pubblicazioni ed autori significativi, discuteremo di movimenti e nazioni di varie epoche, offrendo chiarezza su tematiche e dinamiche storiche complesse. Un viaggio per chi ama la Storia e desidera una comprensione più profonda degli eventi che ci hanno condotto al presente.
    Michele Boldrin
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Комментарии • 22

  • @niallgrossi
    @niallgrossi 5 дней назад

    Thanks

  • @Walter-ch4og
    @Walter-ch4og 17 дней назад

    Bellissimo video. Grazie. Mi era piaciuto il libro American Nations di colin woodward per capire un po’ la storia america a e alcune delle sue schizofrenie. Adesso mi avete messo voglia di leggere Bailyn

  • @73zoroastro
    @73zoroastro 17 дней назад

    Moooolto interessante! Grazie!

  • @vuloira
    @vuloira 17 дней назад

    Saluto tattico 🪖Grazieeeee con like d'ordinanza👍

  • @pinodc94
    @pinodc94 17 дней назад +2

    28:20 Montesquieu, per esempio, che era un illuminista francese non ha influenzato l'ideologia della rivoluzione americana? Ovviamente la rivoluzione francese non ha influenzato quella americana, dato che quest'ultima è precedente, ma l'illuminismo ha influenzato entrambe la rivoluzioni.

    • @MicheleBoldrin
      @MicheleBoldrin 16 дней назад +6

      Vero, affermazione esagerata da parte mia anche perche' proprio Montesquieu - anche secondo Bailyn - era l'autore francese che i rivoluzionari americani conoscevano e citavano frequentemente! Svista. A mia parziale discolpa va detto pero' che forse e' anche l'unico veramente importante per gli autori che prepararono la rivoluzione e vengono considerati nel libro discusso. Franklin aveva conoscenza, anche personale, sia di Diderot che di Voltaire e qualche altro [Hamilton e Jefferson] possedevano alcuni dei loro libri. Direi pero' che PRIMA della rivoluzione solo Montesquieu ha un ruolo importante, mentre gli altri appaiono negli scritti della guerra di indipendenza e nella fase successiva, quella costituzionale. Franklin, che era quello piu' familiare con i francesi, non li cita quasi mai - eccezion fatta per Montesquieu - prima del 1776. Anyhow, la mia risposta - che voleva sottolineare il lineage molto "English" dei testi considerati nel libro - era decisamente troppo tranchant.

    • @matteo_salvemini8927
      @matteo_salvemini8927 16 дней назад +1

      Siccome un altro utente nei commenti ha posto la stessa domanda, ti metto un estratto da me tradotto del libro di Bailyn per capire bene quali siano stati i riferimenti politici e culturali coevi dei pensatori americani: "gli scrittori americani citavano Locke sui diritti naturali e sul contratto sociale e di governo, Montesquieu e successivamente Delolme sul carattere della libertà britannica e sui requisiti istituzionali per il suo raggiungimento, Voltaire sui mali dell'oppressione clericale, Beccaria sulla riforma del diritto penale, Grotius, Pufendorf, Burlamaqui e Vattel sulle leggi della natura e delle nazioni e sui principi del governo civile". Bisogna però capire bene come anche questi autori dell'illuminismo francese siano da incastonare in una tradizione che si rifà al puritanesimo e alla Common Law britannica, da cui gli esiti profondamente diversi delle rivoluzioni americana e francese. In questo senso, mi correggo non è che non ebbero una influenza ma questa ebbe esiti profondamente diversi proprio perchè si inserì in un contesto culturale, sociale e politico profondamente diverso da quello francese.

  • @orfeopezzotti
    @orfeopezzotti 15 дней назад

    Mio commento tattico

  • @alcibiademusumeci828
    @alcibiademusumeci828 17 дней назад

    Beeeeeello

  • @pinodc94
    @pinodc94 16 дней назад

    43:53 Non ho capito se stai solo descrivendo questa posizione o la condividi, in ogni caso è chiaro che questa concezione "volontaristica" ovvero "democratica" del diritto implica che i diritti di ciascuno siano in balìa dell'arbitrio della maggioranza del momenti, e in passato abbiamo già visto a cosa può portare. Peraltro nella cultura anglosassone è presente una certa concezione di diritto naturale (Locke), contrapposto alle leggi positive del sovrano.

    • @MicheleBoldrin
      @MicheleBoldrin 16 дней назад

      Questa la lascio a Matteo 😄

    • @matteo_salvemini8927
      @matteo_salvemini8927 16 дней назад

      La mia voleva essere solo una descrizione della nozione di diritto che avevano i Founding Fathers e come questa nozione abbia messo radici profonde, definendo il modo in cui ancora oggi le decisioni vengono prese nella tradizione giuridica americana. Sulla nozione di diritto dei Padri Fondatori e la distinzione cruciale tra diritti umani e naturali, riporto la traduzione di una sezione di un bell'articolo del National Center for Constitutional Studies: "La distinzione tra i diritti umani conferiti da Dio e il diritto divino dei re era un aspetto cruciale del quadro filosofico dei Padri fondatori. Essi cercarono di respingere l'idea di un monarca con autorità assoluta, che rivendicava l'autorità divina di governare sul popolo senza alcuna responsabilità. Al contrario, i Fondatori sostennero il concetto di diritti naturali, conferiti da un potere superiore, che né i governi né i re potevano legittimamente violare. Nel 1765, Benjamin Franklin evidenziò questa distinzione critica invocando il precedente storico della battaglia legale di John Hampden contro Carlo I d'Inghilterra. Franklin affermò: "Avete forse dimenticato il principio inoppugnabile che fu alla base della gloriosa causa di Hampden contro Carlo I, e cioè che "ciò che un re inglese non ha il diritto di chiedere, un suddito inglese ha il diritto di rifiutare"?" (Smyth 8:444). Questo riferimento alla lotta di Hampden contro le richieste oppressive di un monarca sottolineava l'idea che i diritti degli individui non erano soggetti ai capricci dei re, ma derivavano da un'autorità superiore, che li rendeva inviolabili. La causa di John Hampden contro Carlo I fu un momento cruciale nella storia del costituzionalismo inglese, in cui egli si oppose al pagamento di una tassa arbitraria, affermando che era illegale senza il consenso del Parlamento. Questo principio, secondo cui i sudditi avevano il diritto di rifiutare richieste che il re non aveva la legittima autorità di fare, servì come base per le argomentazioni dei coloni americani contro l'oppressione britannica."

    • @pinodc94
      @pinodc94 15 дней назад

      @@matteo_salvemini8927 Appunto, come giustamente dici i Padri fondatori si rifacevano ai "diritti naturali conferiti da un potere superiore" (superiore allo stesso re), non intendevano il diritto come espressione né della volontà popolare né del sovrano.

    • @matteo_salvemini8927
      @matteo_salvemini8927 15 дней назад

      @@pinodc94 occhio però alla distinzione tra i God-given rights e diritti umani che avevano in testa loro. Ed è ovviamente sui secondi che nella loro mente le assemblee popolari si esprimevano. Una proto-versione del sistema referendario se vuoi. Poi ovviamente casca il palco quando ti chiedi: dove finiscono i diritti naturali e dove cominciano i diritti strettamente umani?

    • @matteo_salvemini8927
      @matteo_salvemini8927 15 дней назад

      @@pinodc94 yep scusa hai ragione. Errata corrige. Ho letto fischi per fiaschi. Hai ragione tu. La diatriba è tra i diritti umani dati da Dio e il diritto divino dei re. Sono andato a riprendere il passaggio di Bailyn per fare chiarezza mentale e infatti sottolinea come la peculiarità dei Padri Fondatori stia nel concepire le assemblee legislative come specchio della società e le loro voci come espressioni meccanicamente esatte del popolo e il supporre, e agire sulla base di questo presupposto, che i diritti umani esistano al di sopra della legge e siano la misura della sua validità

  • @iago972
    @iago972 17 дней назад

    Ma ti devo mandare una e-mail ?

  • @marioros0
    @marioros0 16 дней назад

    Tranquilli in Ucraina Arivvano gli F16🎉 senza munizioni ovvio costano troppo😂🎉