Home Education: Le regole del male - Intervista a Rocco Fasano e al regista Andrea Niada

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  • Опубликовано: 15 сен 2024
  • Moviestruckers.it intervista Rocco Fasano e il regista Andrea Niada in occasione della presentazione alla stampa di Home Education - Le regole del male, nelle sale dal 30 novembre grazie a Warner Bros.
    Intervista a cura di Ludovica Ottaviani
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Комментарии • 2

  • @24Lorn
    @24Lorn 9 месяцев назад +3

    Aspetto questo film da quando ne era uscito il (bellissimo) corto su Alter, non vedo l'ora di vederlo stasera.

  • @24Lorn
    @24Lorn 9 месяцев назад +4

    Eccomi reduce dalla visione!
    SPOILERISSIMO
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    Che dire... interpreti SPETTACOLARI, colonna sonora efficacissima, e una fotografia che ha reso giustizia all'atmosfera delle vicende umane narrate, della location e di questo legame intensissimo tra la natura e i personaggi (in special modo Rachel, quella che viviamo di più, e Philip, che pur nella morte ha lasciato nella sua casa e nelle donne della sua vita tutta la sua essenza psicotica e abusiva).
    Julia Ormond incredibile, nelle sue sfumature di disperazione, di sprazzi di lucidità alternati all'opprimente stato di tenace voglia di rimanere fedele ad un marito alle cui convinzioni ha deciso di soccombere per tutta la vita - probabilmente perché non esisteva alternativa, se non una violenta, tant'è che, nel primo momento in cui veramente dubita, si punisce dandosi uno schiaffo come aveva fatto prima con Rachel - e al quale ha obbedito fino a perdere il contatto con la realtà. E' stata spettacolare. In quel suo ultimo "dov'è Philip", appena vede Rachel rientrare in casa, ha saputo coniugare in una sola potentissima scena questo terribile dilaniante conflitto tra la lucidità razionale e brutalmente sincera e un istinto di reazione alla manipolazione della realtà a cui ancora, in parte, per una ragione profondamente tragica ed emotiva, crede ancora.
    Ho apprezzato moltissimo la versione di questo personaggio sia nel caso di Jemma Churchill, apparentemente la principale figura genitoriale tossica che solo negli ultimi minuti del film mostra in un solo sguardo la desolazione e la paura di un nuovo ciclo di abuso passato nelle mani della figlia, sia nel caso della Ormond, che ha dato una versione meravigliosamente più umana, nella fragilità, negli scatti di rabbia disperata, e, appunto, in quei crudeli momenti di presa di coscienza dove vive il senso di ingiustizia, il senso di colpa su più fronti, e il senso di impotenza.
    Lydia Page dà una versione di Rachel molto diversa dal corto originale, da quello che ho visto. Anche in questo caso le ho apprezzate tantissimo entrambe. Kate Reed mi è rimasta nel cuore, nelle sue movenze, nel suo specifico tipo di espressività potentissimo anche nelle micro espressioni,... anche lei era stata eccezionale.
    Sono due versioni di Rachel, da quello che mi è parso di capire, differenti anche proprio nella scrittura. La Rachel di Kate Reed era una ragazza, nella sua timidezza e iniziale remissività nonché totale obbedienza anche nell'aspetto più marcato dell'ossessione per l'igiene e per la guerra contro la "polvere" (e tutti i concetti più palesemente distorti di un'istruzione basata su falsità, ho apprezzato quanto nel lungometraggio quest'ultimo aspetto sia stato più subdolo), talmente intelligente, pur nel suo distorto stato mentale, da voler cercare sempre e comunque delle risposte coerenti con quanto vedeva e viveva, aveva un'intelligenza vivace che la portava a fare domande, anche molto, molto scomode, la sua era un'intelligenza di stampo più investigativo e di conoscenza. La Rachel di Lydia Page, invece, quasi sa già cosa cercare, la sua è una missione da portare a compimento, proprio perché sente di avere un dono peculiare ereditato dal padre e solo lei può usare questo dono per comunicare con lui e "riportarlo indietro". E se la Rachel di Kate Reed è più apparentemente remissiva e sembra che, anche nel suo gesto carico di ribellione di combattere la madre, non ci sia una vera e propria violenza, non c'è l'intenzione di fare del male, tutt'altro. Mentre la Rachel di Lydia Page, anche per il tradimento di Dan, cova e fa esplodere una rabbia e un groviglio di sentimenti e istinti violentissimi, di cui forse già la madre era a conoscenza, probabilmente perché li aveva già visti e subiti con Philip. Anche se continuo, puramente per un gusto personale, a preferire la versione di Rachel - come personaggio - del cortometraggio, Lydia Page è indiscutibilmente stata strepitosa. Nelle ultime esplosioni di rabbia, nella metamorfosi della sua consapevolezza, anche come presenza fisica. Cioè, è stata pure capace di ARROSSIRE nei momenti giusti, ma DI COSA STIAMO PARLANDO.
    Ho trovato efficacissima l'introduzione del personaggio di Dan (anche lì Rocco bravissimo, sia nell'interpretazione che nel doppiaggio), che è tutt'altro che ridondante, come temevo. E' l'unico elemento esterno alla famiglia e a contatto con la realtà della civiltà comune, ed entrambe le donne, in relazione con il suo personaggio, svelano delle sfumature che nel cortometraggio, per forza di cose, non erano state esplorate. Sia, appunto, questa lampante lucidità - e abilità manipolatoria estremamente conscia - di Carol; sia la sete di affetto, di crescita, di contatto e il range emotivo di Rachel, che spazia dal blocco totale alla totale mancanza di controllo. Fasano è stato stupendo.
    Ecco, se devo trovare il pelo nell'uovo, L'UNICA cosa che mi sento di dire per la scrittura è che, se sei in una casa con un tizio che non si presenta a lavoro da tuo padre da diversi giorni e visiti moglie e figlia che da come reagiscono a una tazza di tè coi pasticcini, insieme stanno all'equilibrio psicofisico come Fabrizio Corona sta all'equilibrio in bicicletta, ecco, se senti puzza di cadavere, benedetto ragazzo, PORTA IN SALVO LE TERGA E MAGARI NON SEGUIRE L'ODORE.
    O, paralallelamente, se tu e tua figlia state conservando l'uomo di casa tipo piatto pronto sottovuoto, magari non mandare l'ospite già poco gradito a lavarsi le manine al piano di sopra.
    ... Anche se la scena è stata recitata talmente bene, sia nella reazione, che nei due affronti, che ne è valsa la pena. Assolutamente.
    Il finalissimo mi ha spiazzata. Dal contenuto di questa intervista mi viene da pensare che si tratti anche in questo caso di un'allucinazione di Rachel.
    Mi piace pensare che, se così non fosse, tutti possono essere "riportati indietro", ergo lieto fine, e vissero tutti felici e traumatizzatissimi!
    Ma dubito che sia il caso!
    Forse anche il sottotitolo "le regole del male" mi ha un po' lasciata perplessa - solo la parte del "male"... nel film è citato da qualche parte, questo "male", e me lo sono persa, oppure è un "male" più generico deciso da chi ha distribuito il film?
    E' stata un'esperienza che aspettavo veramente da tanto e sono rimasta contentissima.
    Non vedo l'ora che esca su qualche piattaforma per vederlo anche in lingua originale (il doppiaggio è stato STREPITOSO, tutti e tre hanno avuto tutte le sfumature emotive intense di cui si aveva bisogno, ma sentire l'audio in presa diretta dà sempre un effetto particolare).
    Congratulazioni a Niada, sono davvero felice che abbia avuto l'opportunità di far rivivere una storia così intensa con un'altra realizzazione di altissimo livello. Spero di vedere presto al cinema altri suoi lavori!! Bravissimo. Bravi davvero tutti.