Grazie mille per il tuo supporto! Arriveranno altri video sull'argomento con esempi pratici, promesso! Intanto posso consigliare di guardare i miei backstage dove mostro tutto il processo di creazione fino alla modifica dell'immagine e il risultato finale 😊 A presto! ❤
È uno dei video di maggiore qualità e contenuto che ho trovato finora sull'argomento. Per approfondirne la conoscenza teorica e tecnica cosa consigli? Qualche libro per esempio?
Grazie per la spiegazione! Posso avanzare un'info? Ho una Canon R10 e cerco un modo più pratico nell'alimentarla con un powerbank esterno. Ho già visto un adattatore che sostituisce la batteria fisica con uno stampo simile da cui è connesso un cavetto con connessione type-C. L'out della batteria è 7.2v mentre quello dell'adattatore 8.4v 2A. Può creare danni al dispositivo? Avresti qualche alternativa? Grazie in anticipo 😊😊😊
ciao Federica , premetto che io dipingo professionalmente, volevo aggiungere alla tua sollecita e sciolta spiegazione sulla teoria dei colori che il rosso non è primario ma risultato del magenta ed il giallo dunque secondario ed arancio terziario. Scusami della precisazione credo che come in pittura anche in fotografia sia la stessa cosa (adittiva e sotrattiva ) Ti hop appena conosciuta nei video e trovo che il tuo, sia un gran lavoro di divulgazione e cultura GRAZIE roby
Ciao Roberto, Grazie per il tuo commento, mi fa sempre piacere sapere che il mio lavoro utile sia interessante! Per quanto riguarda la tua precisazione, vorrei fare un piccolo chiarimento. La teoria dei colori distingue tra modelli di colori additivi e sottrattivi, utilizzati rispettivamente in fotografia e pittura. Nel modello additivo (RGB), utilizzato per la fotografia e i display digitali, i colori primari sono rosso, verde e blu. Mescolando questi colori, si ottengono i secondari: ciano, magenta e giallo. D'altra parte, nel modello sottrattivo (CMY), utilizzato in pittura e nella stampa, i colori primari sono ciano, magenta e giallo. Mescolando questi colori, si ottengono i secondari: rosso, verde e blu. Quindi, il rosso è considerato un colore primario nel modello RGB utilizzato nella fotografia digitale, ma un colore secondario nel modello CMY della pittura. Spero che questa spiegazione chiarisca la questione e ti ringrazio ancora per il tuo contributo alla discussione! Un caro saluto, Federica
Ciao Federica, ho ravvisato una certosina serietà e competenza nei tuoi contenuti. Complimenti! È da un po' di anni che uso Lightroom, ma sento di non conoscere a fondo il software. Potresti realizzare un contenuto focalizzandoti meglio su come funzionano le maschere ecc.? Grazie mille ancora per diffondere la tua perizia.
Ciao, grazie mille per il tuo commento! Il contenuto sulle maschere di Lightroom è sicuramente in lista tra i video da realizzare in futuro, quindi resta sintonizzato! 😄 Intanto se te lo sei perso ti consiglio questo video: ruclips.net/video/VErjKSIDwU8/видео.html A presto e grazie!
Ciao, tutto bello e giusto quello che hai spiegato, ma ti faccio un paio di domande: dove finisce la fotografia e inizia la “manipolazione” , come tu giustamente l’hai chiamata ? Preso atto che la post produzione secondo alcuni è parte integrante della fotografia, è proprio così sbagliato apprezzare scatti senza la “manipolazione” ? Insomma per avere o produrre scatti belli è necessario “manipolare” ? Premetto che io non sono nessuno, sono un semplice fotoamatore, che ha iniziato scattare a pellicola più di 30 anni fa , quando la “manipolazione” non esisteva o esisteva in maniera molto limitata ed in mano agli sviluppatori. A presto
Ciao Carlo, grazie per il tuo commento e per lo spunto di riflessione.😊 Rispondo volentieri alle tue domande: Non c'è nulla di sbagliato nell'apprezzare scatti senza post-produzione. La fotografia è un'arte, e la linea e la linea tra fotografia e manipolazione è sottile e soggettiva. La post produzione però è sicuramente una parte integrante della fotografia, e sono del parere che il processo di post-produzione sia una forma di espressione artistica. Non è necessario "manipolare" ogni foto, ma la post produzione può essere utilizzata per migliorare, enfatizzare o interpretare la realtà in modi creativi. Insomma, dipende dagli obiettivi del fotografo e dalla sua visione artistica. Ogni fotografo, professionista o amatoriale, è libero di decidere quanto vuole manipolare le proprie foto. L'importante a mio parere è mantenere sempre la trasparenza e l'onestà riguardo alle modifiche apportate, specialmente in ambito professionale. La bellezza della fotografia sta anche nella diversità delle visioni e delle pratiche, quindi apprezzare scatti senza o con manipolazione è una scelta personale. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la "manipolazione" in fotografia non è un concetto limitato al digitale. È comune il mito che l'avvento della fotografia digitale abbia portato a una manipolazione "eccessiva" delle immagini che prima non esisteva. Invece, anche nella fotografia analogica la manipolazione era una parte intrinseca del processo creativo. Nell'analogico mi azzardo a dire che la "manipolazione" iniziasse già con la scelta della pellicola, che portava con sé una serie di caratteristiche intrinseche. Aspetti come la sensibilità ISO, il tipo di pellicola e il bilanciamento dei bianchi erano fondamentali per ottenere i colori desiderati nella foto. In effetti, si pensava al color grading già prima di scattare, grazie alla selezione oculata tra diversi tipi di pellicola che offrivano diverse rese dei colori. Ad esempio, la pellicola Kodak Portra era rinomata per la sua resa dei colori naturale e morbida, mentre la Ektar tendeva a produrre colori saturi e vividi. E non dimentichiamoci del bianco e nero, dove la scelta tra bianco e nero e colori rappresentava una forma di color grading in sé, portando un notevole impatto sulla resa estetica e narrativa della fotografia e contribuendo a definire il suo impatto emotivo. Le scelte che adesso facciamo successivamente al computer, nell'analogico venivano spesso fatte prima ancora di scattare. Come sottolineo nel mio video, la teoria dei colori si applica già in fase di progettazione dello scatto. Se pensiamo all'analogico, ecco che la scelta della pellicola fa parte di questo processo, in quanto appunto si rifletteva in modo diretto sulla resa cromatica delle immagini. Insomma anche nell'analogico la post-produzione era una fase cruciale del processo creativo. In camera oscura si facevano regolazioni di esposizione, ritocchi manuali, si usavano di maschere, doppie esposizioni e toning chimico. Con queste tecniche, i fotografi non solo correggevano imperfezioni, ma esploravano un mondo di creatività, creando effetti artistici e controllado allo stesso tempo la resa delle loro immagini. I fotografi hanno sempre apportato modifiche alle loro immagini, a partire dal bianco e nero di Salgado, con i suoi neri profondi, alla più iconica fotografia di Fan Ho, "approaching shadow" , dove l'ombra appunto è stata aggiunta totalmente in post produzione, in una immagine totalmente costruita a tavolino. Persino Franco Fontana ha rivelato che le sue immagini sono composizioni di due o più fotografie. Per quanto riguarda chi delegava il processo di sviluppo a terzi, è vero che molti lo facevano, me compresa, ma questo significava semplicemente affidare una parte importante del lavoro a sviluppatori esterni, non è che non ci fosse. I fotografi più esperti erano invece molto spesso coinvolti direttamente nella post-produzione, a volte operando personalmente, a volte fornendo istruzioni dettagliate o esprimendo preferenze per ottenere il risultato desiderato. Quello che è notevolmente cambiato con l'avvento della fotografia digitale è l'accesso semplificato a questo mondo della post-produzione. Oggi, è possibile intervenire direttamente sulla foto in post-produzione senza la necessità di conoscere i complicati processi chimici della camera oscura, aprendo così nuove opportunità creative per chiunque. Infine, mi permetto di fare io una domanda: in un'epoca in cui la tecnologia consente a chiunque di catturare foto tecnicamente corrette, è davvero più importante concentrarsi sulla perfezione tecnica delle immagini senza manipolazione o lavorare su uno scatto per conferirgli un significato profondo? Come hai giustamente chiesto, cos'è che rende uno scatto bello e ben realizzato? Cosa fa sì che un'immagine "funzioni"? E allora ti rispondo: Quale ti coinvolge di più: una foto tecnicamente perfetta, o una foto che, indipendentemente dalla post-produzione, ha il potere di trasportarti e comunicare un messaggio chiaro e coinvolgente? Spero di averti offerto spunti interessanti per la riflessione. Grazie per aver condiviso la tua prospettiva, è sempre stimolante scambiare opinioni su questi temi! A presto ❤
Bravissima Federica, come sempre👍👏!! Ovviamente è essenziale la prima parte teorica per comprendere le infinite variabili e quanto possano essere efficaci, ma trovo insufficiente la seconda parte, quella pratica, dove degli esempi, su foto, risulterebbero fondamentali per poi poter agire sulle proprie foto. Una color per aumentare la comunicazione di un messaggio, di un'emozione, che trasmette l'immagine, ma anche una color per identificarsi in un proprio stile. Federica hai lanciato solo un sasso, ma ora che hai creato milioni di cerchi di interesse😉......devi aiutarci con altri Video più pratici!!😅Grazie mille ❤
Ciao Daniela! Grazie mille per il tuo commento e per il sostegno al canale! Arriveranno esempi pratici più dettagliati, intanto posso consigliare di guardare i miei backstage dove mostro tutto il processo di creazione fino alla modifica dell'immagine e il risultato finale 😊 A presto! ❤
Bravissima, splendido video
Ottima spiegazione, complimenti 👍
ottimo contenuto! Sapresti consigliare qualche libro o risorsa online sul color grading?? anche in inglese
Complimenti! Ottimo video! ❤Sarebbe bello vedere anche come lavori su una foto dall'inizio, mettendo in pratica le regole che hai qui citato.
Grazie mille per il tuo supporto! Arriveranno altri video sull'argomento con esempi pratici, promesso!
Intanto posso consigliare di guardare i miei backstage dove mostro tutto il processo di creazione fino alla modifica dell'immagine e il risultato finale 😊
A presto! ❤
Bellissimo video
Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee 😁😁😁
È uno dei video di maggiore qualità e contenuto che ho trovato finora sull'argomento.
Per approfondirne la conoscenza teorica e tecnica cosa consigli? Qualche libro per esempio?
Ciao, grazie mille! Per approfondire trovi tutto nella descrizione!
Grazie per la spiegazione! Posso avanzare un'info? Ho una Canon R10 e cerco un modo più pratico nell'alimentarla con un powerbank esterno. Ho già visto un adattatore che sostituisce la batteria fisica con uno stampo simile da cui è connesso un cavetto con connessione type-C. L'out della batteria è 7.2v mentre quello dell'adattatore 8.4v 2A. Può creare danni al dispositivo? Avresti qualche alternativa? Grazie in anticipo 😊😊😊
Ciao! Io uso la batteria collegata alla corrente per registrare i video con Sony a7III, prima la avevo anche per Canon 6D, mai avuto problemi!
@@FedericaFotografa Grazie mille per la dritta 😊
ciao Federica , premetto che io dipingo professionalmente, volevo aggiungere alla tua sollecita e sciolta spiegazione sulla teoria dei colori che il rosso non è primario ma risultato del magenta ed il giallo dunque secondario ed arancio terziario.
Scusami della precisazione credo che come in pittura anche in fotografia sia la stessa cosa (adittiva e sotrattiva ) Ti hop appena conosciuta nei video e trovo che il tuo, sia un gran lavoro di divulgazione e cultura GRAZIE roby
Ciao Roberto,
Grazie per il tuo commento, mi fa sempre piacere sapere che il mio lavoro utile sia interessante!
Per quanto riguarda la tua precisazione, vorrei fare un piccolo chiarimento. La teoria dei colori distingue tra modelli di colori additivi e sottrattivi, utilizzati rispettivamente in fotografia e pittura. Nel modello additivo (RGB), utilizzato per la fotografia e i display digitali, i colori primari sono rosso, verde e blu. Mescolando questi colori, si ottengono i secondari: ciano, magenta e giallo.
D'altra parte, nel modello sottrattivo (CMY), utilizzato in pittura e nella stampa, i colori primari sono ciano, magenta e giallo. Mescolando questi colori, si ottengono i secondari: rosso, verde e blu.
Quindi, il rosso è considerato un colore primario nel modello RGB utilizzato nella fotografia digitale, ma un colore secondario nel modello CMY della pittura.
Spero che questa spiegazione chiarisca la questione e ti ringrazio ancora per il tuo contributo alla discussione!
Un caro saluto,
Federica
Ciao Federica, ho ravvisato una certosina serietà e competenza nei tuoi contenuti. Complimenti! È da un po' di anni che uso Lightroom, ma sento di non conoscere a fondo il software. Potresti realizzare un contenuto focalizzandoti meglio su come funzionano le maschere ecc.? Grazie mille ancora per diffondere la tua perizia.
Ciao, grazie mille per il tuo commento!
Il contenuto sulle maschere di Lightroom è sicuramente in lista tra i video da realizzare in futuro, quindi resta sintonizzato! 😄 Intanto se te lo sei perso ti consiglio questo video: ruclips.net/video/VErjKSIDwU8/видео.html
A presto e grazie!
👍
Ciao, tutto bello e giusto quello che hai spiegato, ma ti faccio un paio di domande: dove finisce la fotografia e inizia la “manipolazione” , come tu giustamente l’hai chiamata ? Preso atto che la post produzione secondo alcuni è parte integrante della fotografia, è proprio così sbagliato apprezzare scatti senza la “manipolazione” ? Insomma per avere o produrre scatti belli è necessario “manipolare” ? Premetto che io non sono nessuno, sono un semplice fotoamatore, che ha iniziato scattare a pellicola più di 30 anni fa , quando la “manipolazione” non esisteva o esisteva in maniera molto limitata ed in mano agli sviluppatori. A presto
Ciao Carlo,
grazie per il tuo commento e per lo spunto di riflessione.😊
Rispondo volentieri alle tue domande:
Non c'è nulla di sbagliato nell'apprezzare scatti senza post-produzione. La fotografia è un'arte, e la linea e la linea tra fotografia e manipolazione è sottile e soggettiva.
La post produzione però è sicuramente una parte integrante della fotografia, e sono del parere che il processo di post-produzione sia una forma di espressione artistica. Non è necessario "manipolare" ogni foto, ma la post produzione può essere utilizzata per migliorare, enfatizzare o interpretare la realtà in modi creativi. Insomma, dipende dagli obiettivi del fotografo e dalla sua visione artistica.
Ogni fotografo, professionista o amatoriale, è libero di decidere quanto vuole manipolare le proprie foto. L'importante a mio parere è mantenere sempre la trasparenza e l'onestà riguardo alle modifiche apportate, specialmente in ambito professionale. La bellezza della fotografia sta anche nella diversità delle visioni e delle pratiche, quindi apprezzare scatti senza o con manipolazione è una scelta personale.
Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la "manipolazione" in fotografia non è un concetto limitato al digitale. È comune il mito che l'avvento della fotografia digitale abbia portato a una manipolazione "eccessiva" delle immagini che prima non esisteva. Invece, anche nella fotografia analogica la manipolazione era una parte intrinseca del processo creativo.
Nell'analogico mi azzardo a dire che la "manipolazione" iniziasse già con la scelta della pellicola, che portava con sé una serie di caratteristiche intrinseche. Aspetti come la sensibilità ISO, il tipo di pellicola e il bilanciamento dei bianchi erano fondamentali per ottenere i colori desiderati nella foto. In effetti, si pensava al color grading già prima di scattare, grazie alla selezione oculata tra diversi tipi di pellicola che offrivano diverse rese dei colori. Ad esempio, la pellicola Kodak Portra era rinomata per la sua resa dei colori naturale e morbida, mentre la Ektar tendeva a produrre colori saturi e vividi. E non dimentichiamoci del bianco e nero, dove la scelta tra bianco e nero e colori rappresentava una forma di color grading in sé, portando un notevole impatto sulla resa estetica e narrativa della fotografia e contribuendo a definire il suo impatto emotivo. Le scelte che adesso facciamo successivamente al computer, nell'analogico venivano spesso fatte prima ancora di scattare.
Come sottolineo nel mio video, la teoria dei colori si applica già in fase di progettazione dello scatto. Se pensiamo all'analogico, ecco che la scelta della pellicola fa parte di questo processo, in quanto appunto si rifletteva in modo diretto sulla resa cromatica delle immagini.
Insomma anche nell'analogico la post-produzione era una fase cruciale del processo creativo. In camera oscura si facevano regolazioni di esposizione, ritocchi manuali, si usavano di maschere, doppie esposizioni e toning chimico. Con queste tecniche, i fotografi non solo correggevano imperfezioni, ma esploravano un mondo di creatività, creando effetti artistici e controllado allo stesso tempo la resa delle loro immagini.
I fotografi hanno sempre apportato modifiche alle loro immagini, a partire dal bianco e nero di Salgado, con i suoi neri profondi, alla più iconica fotografia di Fan Ho, "approaching shadow" , dove l'ombra appunto è stata aggiunta totalmente in post produzione, in una immagine totalmente costruita a tavolino.
Persino Franco Fontana ha rivelato che le sue immagini sono composizioni di due o più fotografie.
Per quanto riguarda chi delegava il processo di sviluppo a terzi, è vero che molti lo facevano, me compresa, ma questo significava semplicemente affidare una parte importante del lavoro a sviluppatori esterni, non è che non ci fosse.
I fotografi più esperti erano invece molto spesso coinvolti direttamente nella post-produzione, a volte operando personalmente, a volte fornendo istruzioni dettagliate o esprimendo preferenze per ottenere il risultato desiderato. Quello che è notevolmente cambiato con l'avvento della fotografia digitale è l'accesso semplificato a questo mondo della post-produzione. Oggi, è possibile intervenire direttamente sulla foto in post-produzione senza la necessità di conoscere i complicati processi chimici della camera oscura, aprendo così nuove opportunità creative per chiunque.
Infine, mi permetto di fare io una domanda: in un'epoca in cui la tecnologia consente a chiunque di catturare foto tecnicamente corrette, è davvero più importante concentrarsi sulla perfezione tecnica delle immagini senza manipolazione o lavorare su uno scatto per conferirgli un significato profondo?
Come hai giustamente chiesto, cos'è che rende uno scatto bello e ben realizzato? Cosa fa sì che un'immagine "funzioni"? E allora ti rispondo: Quale ti coinvolge di più: una foto tecnicamente perfetta, o una foto che, indipendentemente dalla post-produzione, ha il potere di trasportarti e comunicare un messaggio chiaro e coinvolgente?
Spero di averti offerto spunti interessanti per la riflessione. Grazie per aver condiviso la tua prospettiva, è sempre stimolante scambiare opinioni su questi temi! A presto ❤
@@FedericaFotografa grazie per la risposta esaustiva. Alla tua ultima domanda rispondo sicuramente la seconda opzione. Grazie e a presto.
Bravissima Federica, come sempre👍👏!! Ovviamente è essenziale la prima parte teorica per comprendere le infinite variabili e quanto possano essere efficaci, ma trovo insufficiente la seconda parte, quella pratica, dove degli esempi, su foto, risulterebbero fondamentali per poi poter agire sulle proprie foto. Una color per aumentare la comunicazione di un messaggio, di un'emozione, che trasmette l'immagine, ma anche una color per identificarsi in un proprio stile.
Federica hai lanciato solo un sasso, ma ora che hai creato milioni di cerchi di interesse😉......devi aiutarci con altri Video più pratici!!😅Grazie mille ❤
Ciao Daniela! Grazie mille per il tuo commento e per il sostegno al canale!
Arriveranno esempi pratici più dettagliati, intanto posso consigliare di guardare i miei backstage dove mostro tutto il processo di creazione fino alla modifica dell'immagine e il risultato finale 😊
A presto! ❤
@@FedericaFotografa ❤