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Bellissima questa serie di lezioni .

Grazie, professore!

Professore: già nella lezione precedente su la tenda di Pitagora, se non sbaglio, è statto detto da Lei, che non c'è una filosofia cinese, ad esempio, ma che la filosofia constituisce propio qualcosa di propriamente greco ed occidentale, nel senso che essa insegna dopo grande fattige appunto, a non esser discepoli di questo oppure altro filosofo, ma per ri così della verità, e così dopo cinque anni di paziente attenzione, i discepoli diventavano presso Pitagora, amici. Come si articolarebbe, se si articola appunto, questa espressione con quello che in questa lezione sulla tavoletta di cera si dice, sul diciamo ravvicinarsi alla cultura orientale che si esperimenta nella meditazione contemporanea menzionata alla fine? Addirittura se si concedesse che questa diciamo meitazione intorno a Aristotele fosse una interpretazione arbitraria....senza dubbio constituirà un elemento fondamentale dentro il suo universo concettuale fondato sulla storia di quel sopporto storico questione come questo, no? Grazie mille.

ho apprezzato l'accenno alla sordità dei filosofi che non problematizzano ciò che leggono (rif. a Nietzsche). Grazie per il consiglio

Illuminante, grazie.

Ottima esposizione. Volevo solo far notare che uno tra i molti problemi del discorso degli operazionisti, con riferimento al capostipite Percy Bridgman, è che i fisici non sono una grande tribù o una fede monoteista e non fanno tutti le stesse cose, a meno di non voler intendere, come si fa generalmente oggi, la fisica unicamente nella sua restrizione di fisica sperimentale. Eppure, già all’interno della stessa fisica accademica, si riconosce - forse non per molto ancora - una differenza tra il fisico sperimentale ed il fisico teorico. A dispetto delle molte sciocchezze della nostra epoca poverissima di cultura, la teoria prevale sempre sulla prassi e qualunque tentativo di scientia che sia basato sulla mera applicazione e applicatività è un gioco utile solo a coloro per i quali il “funziona” vale più del “perché”. Senza teoresi si è solo dei piccoli pratichini o apprendisti stregoni (vedi l’antichissimo racconto di Eucrate da cui discendono tutti gli altri) incapaci di incidere alcuna traccia se non quelle delle distruzioni che si sono lasciati dietro.

Carissimo prof Sini la ringrazio per il suo stile e la sua splendida chiarezza. don Andrea

Immenso Professore. Non finiro' mai di ringraziarLa

Thank you for sharing your unbounded knowledge.

"Non possiamo darci un'origine della comprensione fuori dalla comprensione".

"L'autorappresentarsi in toto è ineseguibile."

+Splendido Carlo Sini, non ha bisogno nemmeno di un linguaggio dedicato

Grazie infinite Professore

Le sue lezioni sono illuminanti! Grazie.

La nozione del transindividuale si trova già in Musil: "Perché in definitiva i pensieri derivano tutti dalle articolazioni, dai muscoli, dalle ghiandole, dagli occhi, dalle orecchie e dalle umbratili impressioni generali [..]. I secoli passati hanno probabilmente commesso un grave errore attribuendo troppo peso all'intelligenza e alla ragione, alla convinzione, al concetto e al carattere; è come voler considerare l'ufficio del registro e l'archivio la parte più importante di un'amministrazione perché si trovano nella sede centrale, quantunque siano solo uffici secondari che ricevono direttive dall'esterno." (R. Musil, L’uomo senza qualità)

Grazie Professore. Ho sempre amato Hegel considerandolo il più pratico e realistico dei filosofi contemporanei. Penso che se c'è un senso a questo mondo e alla filosofia in genere sia proprio quello di poter noi, povere e meschine creature, conquistare l'assoluto, comprendendo che il mondo è quello che noi vediamo ed è in continuo movimento e, soprattutto, che né a noi né ad alcuna divinità è concesso mettere le braghe alla storia.

3:22 Forse anche il giubileo ebraico e' analogo alla 'rottura delle tavolette'' babilonese,jubel era il corno che si suonava il giorno in cui si annullavano i debiti e via dicendo.

un didatta eccezionale

Grandissimo Professore ! Volevo semplicemente dirle che la stimo tantissimo !

Illuminante. Grazie.

Edmund Husserl 1859-1938.

A.Frova e M.Marenzana hanno appena pubblicato "Newton & Co. geni bastardi" www.carocci.it/index.php?option=com_carocci&task=schedalibro&Itemid=72&isbn=9788843076536 in cui ricostruiscono la storia di dispute, dispetti, pregiudizi e intuizioni da cui nacque la fisica del XVII sec. con Newton, Halley, Hooke, Leibniz, Huygens e tanti altri. Una recensione www.fisicamente.net/portale/modules/lykos_reviews/index.php?op=r&cat_id=1&rev_id=25&sort_by Potrebbe trattarsi di una "biografia" nel senso indicato da Sini. Tuttavia, trattandosi di una ricerca solo più storica, resta del tutto inesplorato l'esercizio autobiografico degli autori stessi.

Il sapere non potrebbe essere il continuo assimilare e definire la verità? Per verità intendo quella parte della verità antropologica costituitasi con l'avvento della scrittura ed il suo utilizzo come mezzo per definire le cose. Processo, questo, che chiaramente non coglie tutta la verità nel suo insieme. Come scrive Heidegger, l'esserci è continuamente nella verità è nella non-verità. L'ambito in cui agisce il sapere in questa ottica sarebbe quello della verità e non della non-verità (l'ignoto, il non pensato).

Fantastico, grazie!

Il sapere innesca il desiderio di sapere.

Grazie a queste preziosissime considerazioni circa la relazione sapere-ignoto, mi pare che emerga in tutta la propria significatività la centralità dell'acquisizione della consapevolezza circa la nostra condizione tale per cui accade che ci si diano continuamente nuove aperture di senso. Il desiderio di "riempimento" dell'ignoto, generato da ogni nuova acquisizione del sapere, ci spinge a rinnovare "la domanda" proprio perché non facciamo mai esperienza di un possesso "assoluto" del sapere, come del resto, non possiamo mai giungere al possesso assoluto di ogni manifestazione, compresa quella particolare manifestazione che noi stessi siamo. Qui mi sto riferendo in particolare alla figura dell'assoluto come analoga alla figura dell'eterno: mi pare che si possa dire che ogni senso e ogni apertura di senso possono darsi proprio perché non coincidiamo mai né con l'assoluto, né con l'eterno, ma già da sempre siamo piuttosto nella condizione di essere-per-la-morte e dunque il nostro desiderio di sapere è quel "fuoco" eracliteo che è tenuto vivo dal desiderio sempre rinnovato dal riprodursi dell'evento che, del tutto imprevedibilmente, costituisce la condizione a partire dalla quale possono scaturire significati sensati, in quanto inscritti in quei particolari orizzonti di senso che, di volta in volta, i saperi frequentano, seppure nell'inconsapevolezza dell'evento che ne costituisce la condizione "trascendentale" di possibilità.

commovente, grazie

Grazie mille! Utile per prepararsi a un esame!

Considerando le evidenti carenze della registrazione, ed a meno che non si reperisca un audio migliore (al momento non in nostro possesso), se qualcuno avesse già fatto una trascrizione (la così detta 'sbobinatura'), allora potremmo inserirla direttamente in formato testuale (o come commento o come informazione aggiuntiva). Grazie

Condivido che l'ascolto è tecnicamente difficoltoso, anche se quando si capiscono i contenuti si è ripagati della fatica.

Non so per gli altri ma, purtroppo, l'ascolto per me è quasi impossibile!

Grandissimo professore! Magari ce ne fossero di più come lei, con la sua passione e il suo amore per quello che fa e in grado di trasmetterlo. Non tutti hanno la fortuna di conoscere una persona come lei, sempre pronta a sperimentare, conoscere e innovarsi, trasmettendo tutta la sua energia. La ringrazio moltissimo per le sua spiegazione. Davvero molto chiara e che soprattutto invoglia alla conoscenza e alla curiosità per una materia così complessa.

Eppure quello che Ella definisce "ipercognitivismo" è la sfida e la strada per ritrovare lo sguardo iònico, presocratico, per riportare Parmenide alla demone, via dall'heideggerismo; e per rivolgersi ancora al mare, alle stelle e alla foresta (<via dal mondo -dentro la foresta!> scrive il filosofo di Röcken in una lettera a Peter Gast). Quelli di Recalcati sulla scuola sono luoghi comuni. Piacevole e assai appassionante comunque, grazie!

è sempre piacevole ascoltarla caro prof. Sini!

Grazie professore, è un onore ascoltarla!

Grazie infiniti, professore. L'onore è tutto nostro per ascoltarla!

Gentile CarloSiniNoema, avrei una richiesta da farvi: si potrebbero scrivere in un commento o nella didascalia al video i riferimenti bibliografici esatti delle citazioni del Prof. Sini dalla "Crisi" di Husserl? Cordialmente, Giorgio Lotito.

Sini dice "La questione vera è che la malattia mortale dell'uomo è il sapere...". Quanto Leopardi c'è in questo!!

Grazie!

solo 5560 spettatori? Scandalo, la lezione è chiarissima e molto puntuale. Complimenti, Professore!

ancora grazie

Grazie

GRAZIE!

Husserl approda a questo: "Ogni teoria inizia da un'azione, quindi ogni teoria si origina da una prassi. E la prassi consapevole coinvolge un'etica." Nulla di nuovo all'orizzonte: si sente l'eco della Dottrina della Scienza di Fichte. Fichte colloca la gnoseologia all'interno di una prassi etica. Ed è questo il risvolto dell'ultima impresa filosofica di Husserl, prima della sua morte. Gnōthi seautón

Bravo, professore.

Illuminante

Eccezionale!! Complimenti per l'idea e per il suo canale

Grazie infiniti professore, grazie per le sue splendide lezioni!!

Caro professore la ringrazio infinitamente per i contenuti che condivide.

Il vero e il falso non sono contrapposti, Hegel è sempre più attuale. Grazie professore.