NON è POSSIBILE usare i DIODI in PARALLELO per aumentare la corrente di carico.

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  • Опубликовано: 9 сен 2024
  • Anche questa cosa fino l'altro giorno ignoravo. Sono proprio un IGNORANTE da 50 anni che ho studiato la materia e lavorato nel campo dell'elettronica....
    Quanti inconsapevoli errori avrò fatto fino adesso con i diodi quando li mettevo in parallelo per aumentare la loro portata di corrente...

Комментарии • 26

  • @ALX2000MRC
    @ALX2000MRC 10 месяцев назад +2

    Non mi è mai capitato di mettere diodi in parallelo però non immaginavo questo problema.Grazie c'è sempre da imparare ....

  • @vincenzolombardi5352
    @vincenzolombardi5352 4 месяца назад +1

    Spero, tu continua a dimostrare bravo. Va detto che sei un insegnante di valori veri.

  • @vincenzolombardi5352
    @vincenzolombardi5352 4 месяца назад +1

    Sei una brava e umile persona

  • @piodambrosio1427
    @piodambrosio1427 10 месяцев назад +3

    Tranquillo, io sono del 1959; nel 1978 mi son diplomato Tecnico delle industrie elettriche ed elettroniche; qualche anno prima, costruii il kit di Nuova Elettronica del'caricabatteria automatico per caricar la batteria dell'auto; Con soglie di attacco e distacco regolabili! Tra gli altri problemi; (non sono mai riuscito ad ottenere una corretta regolazione delle soglie!) aveva anche un diodo di uscita ; Un diodo 21PT20 dato per 20A nominali, che con soli 3A (la corrente massima prevista, erogata dal caricabatteria) scaldava eccessivamente! Per cercare di risolvere il problema saldai sugli stessi terminali altri diodi dello stesso tipo in parallelo Ma non risolsi il problema tutto l'accrocco si riscaldava lo stesso; non ho fatto molte misure Ma pensai di eliminare del tutto il diodo sull'uscita del caricabatteria ho infatti modificato di sana pianta il progetto; l'ho rifatto a modo mio impiegando come comparatore a finestra un amplificatore operazionale, controreazionato al posto del circuito integrato digitale previsto da Nuova Elettronica; questa volta le soglie di intervento si regolavano agevolmente con precisione e il circuito scattava con decisione senza rimbalzi! Modificai anche l'amplificatore limitatore di corrente , riuscendo a regolare la corrente di uscita non solo a limitarla a un valore fisso! di 3A come imposto da progetto orginario Tolto il diodo di uscita realizzai un nuovo sistema di attacco e distacco che agiva sulla connessione in bassa tensione della batteria; tolsi anche il diodo di protezione 21pt20 dell'uscita applicai un circuito diverso : Un relè teleruttore automobilistico(30A) che era alimentato in parallelo con i terminali di uscita del caricabatteria tramite un diodo1N4004 in modo che inizialmente senza collegare correttamente una batteria con le giuste polarità il relè rimaneva rimaneva diseccitato e quindi se anche i terminali a pinza non isolati del caricabatteria si fossero toccati; non vi sarebbe stato alcun corto circuito in quanto su di essi bon vi era nessuna tensione! Collegando una batteria che avesse una carica residua per eccitare il relè; Il relè si chiudeva e alimentava tanto la batteria; Tanto il il circuito di controllo delle soglie di distacco e se la batteria si distaccava nel senso di scollegarla dal caricabatteria non si creava il rimbalzo del relè che interrompeva l'alimentazione 220Vc.a. del trasformatore di rete il relè si si apriva non essendo più eccitato e le pinze successivamente, potevano essere anche cortocircuitate! Ed inoltre nessuna oscillazione di chiusura e apertura del relè che costituiva il brutto difetto del circuito di Nuova Elettronica! Inoltre se per errore si collega la batteria a polarità invertite; il relè non veniva eccitato per il blocco del diodo posto sulla bobina! e perciò la batteria rimane isolata dal circuitoe non si poteva danneggiare nulla! in sintesi, realizzai un circuito a prova di stupido più semplice e meno critico! Perciò ringrazio Nuova Elettronica, più per i kit che non sono riuscito a far funzionare come descritto dall'articolo; Che per i kit che funzionavano bene a primo colpo! Questo mio circuito funziona tanto bene che ancora oggi lo utilizzo proficuamente per caricare le batterie delle auto! Con la carica limitata in corrente al valore desiderato in funzione della capacità della batteria e distacco automatico a fine carica! Questo si che andrebbe proposto in vendita! Ma con l'avvento in commercio di nuovi caricabatteria automatici gestiti da micro è oramai solo una reliquia funzionante dell'elettronica degli anni'80'! O piuttosto un esercizio di progetto da proporre a studenti di elettronica! industriale! Per mettere a frutto le loro conoscenze!

    • @TuttoAloeVera
      @TuttoAloeVera  10 месяцев назад

      Grazie, ottima esperienza 👍

    • @antonioroccuzzo4214
      @antonioroccuzzo4214 10 месяцев назад +1

      Io riparavo apparati di navigazione e di comunicazione navali, dal 1980 fino a quando non sono andato in pensione nel 2018. Negli anni 80, molte navi avevano apparati ricetrasmettitori marca Skanti, oggi questa casa costruttrice non esiste più. Questi apparati erano tecnologicamente avanzati per l'epoca. Avevano 3 VCO controllati da 3 PLL in logica TTL. Lo step di frequenza era da 10 hz da 15 kHz fino a 30 MHz in ricezione e da 1,6 a 30 MHz in trasmissione. Questo aveva un alimentatore molto curato, peccato che la scheda era montata sottosopra ed i raddrizzatori erano dei diodi 21PT20. Spesso i 21PT20 li trovavo staccati e smontati dalla scheda. L'eccesso di calore generato dai diodi riusciva a sciogliere lo stagno ed il diodo si staccava dalla scheda e cadeva giù.
      Oltretutto, neanche i condensatori andrebbero messi in serie diretta, specie se, per esempio, ho una tensione di 350 volt in uscita dal ponte diodi e metto 2 condensatori da 200 volt di isolamento in serie. Quando si caricano, ci sarà un condensatore della serie che si carica prima che l'altro se ne accorge di essere alimentato. Ed è il primo a scoppiare. Il lato positivo è che fa un bel botto 🤣🤣🤣🤣🤣🤣.
      Buona serata a tutti.

  • @marksempreio4227
    @marksempreio4227 10 месяцев назад +1

    Grazie ! non lo pensavo neanche io!!

  • @antonioroccuzzo4214
    @antonioroccuzzo4214 10 месяцев назад +2

    Se è per questo, neanche i tramsistors vanno parallellati in maniera diretta. Questo me lo spiegarono a scuola nel 1970, quando passammo dalle valvole ai semiconduttori. Bisogna sempre mettere delle resistenze in base ed all'emettitore. Perché c'è sempre una giunzione che parte in conduzione prima dell'altra, e la corrente di conduzione non sarà mai al 50%. Non a caso, i finali audio in push pull a simmetria complementare andrebbero andrebbero montati come coppia scelta, perché? Perche provengono dallo stesso chip. E non a caso, ogni volta che si cambiano i finali, bisogna sempre regolare la corrente di conduzione o polarizzazione o bias. E se ricordate bene gli anni 80, quando uscirono i primi booster con equilizzatore, cambiamdo gli integrati (spesso dei TDA 2003 o altri similari che componevano il ponte ad H) spesso non duravano molto, perche? Perché anche lì serviva la coppia scelta degli integrati.

  • @user-nt9yv7tc2x
    @user-nt9yv7tc2x 2 месяца назад +1

    Sei grande

  • @nunziocabulliese7797
    @nunziocabulliese7797 10 месяцев назад +1

    complimenti,,ciaooo

  • @pietropuleo2662
    @pietropuleo2662 10 месяцев назад +2

    MI pare strano perché in tutte le schede di alimentazione per tv lcd, trovo sempre nel lato secondario i diodi schottky in parallelo.

    • @piodambrosio1427
      @piodambrosio1427 10 месяцев назад +1

      infatti solitamente sono questi diodi a determinare il guasto dell'alimentatore! O almeno del ramo dove sono inseriti!

  • @fabriziotamigi972
    @fabriziotamigi972 10 месяцев назад +3

    Si tratta del medesimo fenomeno di runaway che affligge lo stadio di potenza dei regolatori lineari negli alimentatori stabilizzati, solitamente costituito da due o più bjt npn di potenza (es. 2N3055) in parallelo. In entrambi i casi (come pure in tutti gli altri dove si presenta un fenomeno di resistenza negativa) un paio di resistori di ballast chiude egregiamente la questione.

    • @antonioroccuzzo4214
      @antonioroccuzzo4214 10 месяцев назад

      Infatti è così. Una resistenza da 0,22 ohm per ogni emettitore (potenza calcolata in funzione della corrente massima, ma solitamente una 5 watt va benissimo) ed una resistenza x ogni base da 10 ohm 1 watt per stare tranquilli e le correnti dei transistor 2N3055 si equilibrano da sole, sia sugli alimentatori che sui finali di potenza. Per i MOSFET nei sistemi PWM è tutta un'altra storia, vanno in commutazione con RDS on sull'ordine delle decine di milli ohm.
      👍👍👍👍
      Saluti.

  • @oscarvatrano5951
    @oscarvatrano5951 10 месяцев назад +2

    negli alimentatori switching li mettono in parallelo.. lo fanno pure con transistor e mosfet, con piccole resistenze..

    • @piodambrosio1427
      @piodambrosio1427 10 месяцев назад

      infatti i negli alimentatori switching sono solitamente origine di guasti! In genere ne collegano solo due in parallelo e solitamente uno dei due, Si rompe e va in corto circuito bloccando tuto l'alimentatore! i mosfet è una altra storia sono pilotati in tensione e le giunzioni non sono soggette particolarmente a deriva termica! il criterio di funzionamento è diverso! dai transistor BJT che come i diodi non si possono parallelare direttamente!

  • @andreacunato3310
    @andreacunato3310 10 месяцев назад +1

    Ottima lezione 👍 grazie

  • @giannipinotto6111
    @giannipinotto6111 10 месяцев назад +1

    È una cosa ovvia: il diodo con la tensione di barriera più bassa entra in conduzione prima degli altri...( aumentando la tensione ai capi del parallelo prima o poi entrerebbe in conduzione anche l' altro, ma nel frattempo la corrente in quello già in conduzione sarà giunta a valori molto più elevati rispetto a quanto previsto.

    • @TuttoAloeVera
      @TuttoAloeVera  10 месяцев назад

      Si, adesso è noto anche per me, ma fino adesso non lo sapevo e chissà quante volte durante i miei lavori in 50 anni avrò fatto lo sbaglio di mettere in parallelo i diodi...

  • @carloserra8433
    @carloserra8433 10 месяцев назад +2

    Le saldatrici industriali, quelle con le ruote, in genere di colore blu che sono trifase hanno piastre positive e negative multi diodi tipo alternatori per poter raggiungere 400 ampere. E' almeno 60 anni che son fatte cosi'. Andate in una sottostazione F.S. e vedrete quanti paralleli, non esistono diodi da centinaia di ampere grossi come damigiane.

    • @luigilugnani7456
      @luigilugnani7456 10 месяцев назад

      Eccome se esistono grossi come damigiane !... nelle vecchie stazioni di alimentazione dei treni bastava guardare i raddrizzatori a vapori di mercurio che erano fatti proprio come grosse damigiane.

    • @carloserra8433
      @carloserra8433 10 месяцев назад

      Studiati molto bene all'Avogadro dove in laboratorio misure c'erano dei campioni. Allora li chiamavano " mutatori " come del resto sull'Olivieri e Ravelli e anche sul Rebora. Diodi raddrizzatori moderni al silicio più grandi di un pugno non li ho mai visti. Chi asserisce che i transistor vanno parallelati con resistenze ha ragione perchè è un componente attivo ossia ha un guadagno ( beta ) i diodi sono passivi e inducono caduta di tensione. Questo mi raccontavano all'Amedeo nel 1958.@@luigilugnani7456

  • @freenergymax
    @freenergymax 10 месяцев назад

    interessante , grazie

  • @valentigiuseppe3230
    @valentigiuseppe3230 10 месяцев назад +1

    2 tester non sono precisi perchè tester non sono uguali impedenza amperometro.

  • @giorocca2304
    @giorocca2304 10 месяцев назад

    Paralleli di diodi vengono fatti in una infinità di apparecchiature, dai TV alle saldatrici, come qualcuno dice nei commenti, per risultati migliori vanno scelti diodi con caratteristiche più simili possibile ma si può e si fa eccome....

  • @angelino4710
    @angelino4710 10 месяцев назад

    Ma come mai in certi circuiti si trovano in parallelo lo stesso nella concessione