Il simbolismo dei misteri eleusini e del mondo antico - Alessandro Orlandi
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- Опубликовано: 16 июл 2024
- In questo episodio del Podcast della Libreria Rotondi, Alessandro Orlandi ci parla della storia dei misteri eleusini, nonché della loro valenza simbolica, rituale e psicologica.
Alessandro Orlandi: editore della Lepre dal 2007, è anche matematico, museologo, musicista e autore di vari articoli e saggi sulla matematica, la museologia scientifica, la tradizione ermetica, l’alchimia, le origini del Cristianesimo e i Misteri del mondo antico.
00:00 Introduzione
00:39 I misteri del mondo antico
08:39 I misteri eleusini
11:16 Il mito di Demetra e Persefone
18:44 L'inno a Demetra e il significato dei misteri eleusini
31:10 Alcune riflessioni sui misteri
41:47 Conclusione
Bibliografia essenziale:
Bachofen J.J., Il Matriarcato, Torino 1988
Burkert W., Antichi culti misterici, Bari 1989
Colli G., Del Corno D. (a cura di) La sapienza greca, vol I, II, III, Milano 1990 (contiene tutti i frammenti più rilevanti dei filosofi presocratici a proposito dei Misteri)
Delatte A. Le cyceon, beuvage rituel des mystères d’Eleusis, Bull. Class. Lettres Ac. Royale Belgique, 5 s., 40, 1954
Frazer J., Il ramo d’oro, Torino 2012
Giebel M., I culti misterici nel mondo antico, Genova 2000
Eliade M., Storia delle idee e delle credenze religiose, vol. II, Firenze 2006
Humphreys S.C., Ancient Philosophy and modern times, Kernos, Etudes, 25, 2012
Kerenyi K., Miti e Misteri, Torino 1979
Kerenyi K., Eleusis, Archetipal Image of Mother and Daughter, New Jersey, 1962
Kerenyi K, Dioniso, Milano 1992
Lovatelli E., Un vaso cinerario di marmo con rappresentazioni relative ai Misteri Eleusini, Bull. Comm. Arch. Di Roma, 1879
Mehauden M., Le secret central de l’initiation au mystères d’Eleusis, in C.J. Belker, Initiation, suppl. Numen X, Leiden, 1965
Mylonas G.E., Eleusis and the eleusinian Mysteries, The Classical Journal Vol. 43, n° 3, dec 1947
Neumann E., Psicologia del femminile, Roma 1978 (Una interpretazione junghiana dei Misteri eleusini)
Otto W.F., I culti misterici, Como 1995
Otto W.F., Gli dèi della Grecia. L'immagine del divino nello specchio dello spirito greco, Milano 2004
Otto W.F., Teofania. Lo spirito della religione greca antica, Milano, 2021
Petazzoni R. I Misteri, Cosenza 1997
Samorini G., L'uso di sostanze psicoattive nei Misteri Eleusini in F. D'Andria et al. (Eds.), Uomini, piante e animali nella dimensione del sacro, Bari, 2008.
Sfameni Gasparro G., Misteri e culti mistici di Demetra, Roma 1986
Tonelli A., Eleusis e Orfismo, i Misteri e la tradizione iniziatica greca, Roma 2015
Turchi N., Le religioni misteriche nel mondo antico, Roma 2017
Fonti antiche:
Aristofane, Pluto; Le Rane
Celso, Discorso vero (frammenti citati da altri autori, Milano 1987)
Cicerone, Sulle leggi
Clemente Alessandrino, Proptreptico
Eschilo, Gli Arcieri; Ifigenia; Le sacerdotesse; Sisifo
Giamblico, De Mysteriis
Inno omerico a Demetra
Ippolito, Philosophumena
Minucio Felice, Octavius
Origene, Contra Celsum
Pindaro, Threnoi
Plotino, Enneadi
Proclo, Ad Timaeum
Plutarco (i suoi scritti sono utili per meglio comprendere il rapporto dei greci con il sacro) , Precetti coniugali; Il tramonto degli oracoli; Gli oracoli della Pizia; L’E di Delfi; Sulla serenità dell’anima; Sul ritardo delle punizioni divine; Sul Demone di Socrate; Fragmenta 168 Sandbach = Stobeo 4, 52, 49
Porfirio, L’antro delle ninfe; Sul ritorno dell’anima
www.libreriarotondi.it
Capitoli:
00:00 Introduzione
00:39 I misteri del mondo antico
08:39 I misteri eleusini
11:16 Il mito di Demetra e Persefone
18:44 L'inno a Demetra e il significato dei misteri eleusini
31:10 Alcune riflessioni sui misteri
41:47 Conclusione
E a noi tocca festeggiare il Natale....
Alessandro è riuscito ottimamente a sintetizzare con criterio, e con pacata chiarezza, un argomento non facile come quello intrigante e segreto dei misteri eleusini. Grazie.
Grazie sempre per queste preziose opere di divulgazione!
sempre lo stile serio e ben documentato della Rotondi, grazie per il vostro lavoro
Proprio bravo. Ben esposto, con metodo. Un vero arricchimento. Grazie ❤
Bellissima conferenza ...stimolatrice di riflessioni ed emozioni interiori. Grazie
Grazie per l'attenzione.
un vero piacere ascoltarLa, grazie
Grazie per la chiarezza, e anche per la bibliografia riportata 👏👏
Grazie della conferenza e della bibliografia
Davvero notevole il lavoro che fate! Complimenti
Grazie 🙏🏻🙏🏻🙏🏻
_Grazie•••*°```°*•••*°```°*•••💌_
Da mortale vivo la mia morte e da immortale assisto alla morte del mortale. (Eraclito, frammenti)
Buonasera. Cominciamo a renderci conto che sono tutte fandonie in quanto parole e pensieri che si guadagnano esistenza e sopravvivenza in base al fatto che noi ci crediamo (metafisiche ontologizzate)? A cosa mirava l'uomo greco? Ad affrancarsi dalla natura. Come realizzò questo compito? Scoprendo la vita interiore (virtù, areté). Perciò l'invenzione dell'anima fu la volontà di tramutare il reale in ideale (aletheia), mentre l'era cristiana si prefiggerà il compito di rendere l'ideale reale (io cristico). Con questo si svela il tentativo di tutte le civiltà e tutti gli uomini del mondo e della Storia di dominare la condizione mortale, procurandosi la potenza, o dynamis, affinché questa ci possa comparare all'immortalità del dio, che con una parola ormai dimenticata si intende con nous, che significa spirito guida imperituro. Spirito, cervello, pensiero, anima intellettiva, tutto rimanda al governo di un'unità centrale e gerarchicamente superiore ai sensi che dirige il timone dell'autocoscienza, altra grande metafisica tramutata in oggetto reale che il soggetto deve testimoniare come esistente immateriale della sua vera essenza, il corpo materiale. Che io mi dica anima o corpo, la questione non cambia: vengo innanzitutto prima io, che non sono materiale, né immateriale, ma soltanto ciò che sono di momento in momento in quanto posto e non presupposto (pensiero, ragione, anima razionale, intelletto, spirito, ecc) e non esistono in me un io inferiore ed uno superiore, come mi si vorrebbe far credere dal pensiero religioso, dalle verità teologali o culti misterici; esisto solo io, che sono l'unico e posso dire di me soltanto che io sia creatore e creatura in una volta. Ma questo comporterebbe il fatto di ammettere che io sono già dio, come sono un uomo ed anche una creatura animale allo stesso tempo (orfismo) e questo non lo si vuole credere, o meglio non lo si vorrebbe concedere, perché significherebbe che la mia potenza è superiore anche alla divinità, il mio dominio è sovraneo allo stesso cielo olimpico, mentre affibbiandomi la condizione di mortale, io debbo prostrarmi a questo cielo, strisciare sulla terra come un povero verme. Sono forse io nato perché debba pormi il problema di morire un giorno o procurarmi un aldilà comodo e soddisfacente? Gli iniziati ai culti si fanno custodi di una grande verità che non va rivelata al volgo (doxa), sebbene l'instaurazione stessa dei culti sia sorta quale tentativo di porre rimedio alla situazione generale del popolo, rischiarare queste genti ignoranti e grette, che per qualche infondato e misterioso motivo non possono con le loro solo forze procurarsi la conoscenza della verità (una verità sempre più vera di quella sperimentata con le proprie forze e i propri sensi fisici, come la scoperta di un mio io superiore, per il quale io debbo rinunciare al mio me stesso del piano di sotto; tutti vogliono vivere in un attico), ma debbono inchinarsi per una seconda o terza, o infinita volta verso un potente, soggiacere a chi li guida sul sentiero dell'illuminazione, ad un maestro che in quanto tale ha la verità in tasca. Se faranno i bravi, se saranno devoti, un giorno a loro verrà confidata nell'orecchio una verità inimmaginabile che sconvolgerà la loro vita e dovranno tenersela per sé, difenderla ad ogni costo, sia anche con la spada verso i profanatori del tempio o contro di sé per zittirsi in un martirio. Questi abboccano, ci cascano, e fanno bene gli altri a spennarli vivi. Ma non spiffereranno tutto ai loro adepti, allievi e seguaci, come fece con essi il loro maestro, quando essi diventeranno tale? Soltanto così possono dimostrare che l'uomo vive una condizione imperfetta, cioè, sebbene l'Uomo stesso, come Dio, non esista in quanto è solo un'idea, a tutti è fatto credere di essere imperfetti, impuri, perché essi non hanno ancora realizzato perfettamente l'Uomo, non sono diventati pienamente un'idea e quindi dovranno ritenere di avere qualche merito o pregio soltanto se riconosceranno di avere dentro di sé l'Uomo ideale, assoluto, lo spirito della più perfetta e realizzata umanità, che nelle sue accezioni morali positive equivale esattamente alla superbia della divinità. Essi non lo diventeranno mai, perché perfetti e realizzati lo sono già da sempre in quanto "quello specifico e non assoluto uomo" (dis-umano) ed è solo il timore dei superiori, dei maestri, degli uomini dabbene e dei genitori, che ha fatto loro credere di avere ancora pecche o lacune a cui rimediare, con un lavacro santo, una scuola, una confessione, un pentimento sacro nell'ammissione di colpa, rinuncia ad ogni sfrenatezza e perpetuazione del vincolo legalitario di sentimento comune o mantenimento di proposito di dissoluzione nelle cause superiori( cittadino, Uomo, Dio, lavoratore, eccetera..). Invece esse furono inventate per soddisfare l'uomo, cioè l'individuo singolo, che ancora si trattiene dall'assaltare il Cielo e vuole credere in ogni teleologia universale per avere nella forma del diritto ciò che oggi dice di non potersi arrogare con la forza e il privilegio. Staremo a vedere se Zeus o Geova mi fulmineranno all'istante per la mia blasfemia, o se questo non accadrà per mano di un mortale a me consimile, solamente perché gli ho rotto il giocattolo delle sue metafisiche, come un qualunque accademico signor laureato a cui ho sottratto, da amatore, lo scranno del tabernacolo da cui pontifica ogni liturgia della cultura, per svelare insolentemente che quello è solo un altarino di autoreferenze e discorsi à la mode. Oggi il rigurgito spiritualista si spiega esattamente con il fatto che morendo i nostri pensieri ci sentiamo morti noi. Non è morto Dio, lui sta benone, perché il nostro affanno per mantenere fede agli ideali gli dà nuova vita, gli genera nuovo slancio tramite la neolinguistica e la cultura generale (universalità del Logos, la Storia, democrazie liberali, cittadinanza attiva e criteri generali di condotta morale) perché senza di lui noi non riusciamo ancora a vivere.
Se debbo andare ad Eleusi per rimanere un bigotto, preferisco dirigermi al tempio di Ercole, in Andalusia, nella crepuscolare provincia di Cadice, per imparare il compás della buleria e fumare yerba coi gitani. Ai cittadini romani il pellegrinaggio in quel luogo era obbligatorio anche solo una volta nella vita; io l'ho fatto almeno due, quindi se anche non ci torno sono in pace con il padre e sono convinto che non mi verrà a cercare. kalepa ta kala.
Sei forte comunque👍
Argomento interessante e stimolante, ma purtroppo devo dire appiattito e spogliato del suo fascino dall'esposizione un po' cattedratica e monocorde del relatore. Peccato.
grazie
bellissima lettura