Di Carlo: "I contatti con i servizi libici, Arnaldo La Barbera, e il progetto di far fuori Falcone

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  • Опубликовано: 14 окт 2024
  • Di Carlo: "I contatti con i servizi libici, Arnaldo La Barbera, e il progetto di far fuori Falcone
    Secondo il collaboratore quei tre personaggi avevano l’intento di “fermare il dottore Falcone e chi aveva attorno, perché avevano delle preoccupazioni, visto quello che stava facendo la procura nazionale antimafia. I politici tremavano. Falcone stava anche cercando di centralizzare la polizia. Il capo della Polizia non sapeva più niente in quanto i giovani funzionari andavano tutti da Falcone”.
    Il loro obiettivo, dunque era "trovare un contatto giusto perché a Palermo dovevano fare delle azioni”. “Io dissi che potevo aiutarli, a loro non interessava arrestare le persone - ha poi aggiunto - Abbiamo parlato di tante cose e mi dissero che avevo buoni contatti visto che Riina l’ho tenuto anche in casa”.
    Sempre parlando del primo incontro in cui si trovò a parlare con i tre soggetti appartenenti ai servizi, Di Carlo ha raccontato di aver appreso dopo il nome di uno dei soggetti. Una persona che rivide tempo dopo anche in occasione di un interrogatorio avuto con i giudici Giuseppe Ayala e Giuseppe Di Lello: si trattava di Arnaldo La Barbera, capo della Squadra Mobile di Palermo (morto nel 2002 e oggi considerato l'ispiratore del depistaggio sulle indagini della strage di via d'Amelio, dove nel '92 furono assassinati il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della scorta).
    “L’ho riconosciuto perché era uscito sui giornali dopo tanto tempo ed era lo stesso che quando chiesi a quei tre se fossero dei servizi e acconsentirono con la testa - ha detto Di Carlo - Per essere sicuro che fosse lui ritagliai la foto e la feci vedere. Mi risposero che era lui. Era questo il soggetto che venne insieme ai magistrati che non voleva entrare nella stanza in quanto aveva intenzione di tornare da noi. Era il Dottore La Barbera”.
    I contatti con i servizi libici
    Nel corso dell’esame l’ex boss di Altofonte ha anche raccontato di aver avuto contatti anche con gli apparati dei servizi di sicurezza stranieri. L’ex capomafia di Altofonte trascorreva le sue giornate con un soggetto di origine palestinese che aveva lavorato nei servizi segreti libici, coinvolto nell’attentato all’aereo di linea caduto in Gran Bretagna che provocò la morte di circa 300 persone. L’uomo dei servizi veniva visitato dai suoi colleghi in carcere e avrebbe presentato loro, vista l’amicizia, lo stesso Di Carlo. “Quando mi presentò questi si misero a disposizione di Cosa nostra - ha detto il teste - Mi dicevano che volevano incontrare un mio parente a Roma visto che avevano delle conoscenze e per questo li ho fatti incontrare con Nino Gioè”. Una volta avvenuto l’incontro Gioè raccontò a Di Carlo, per telefono, che sarebbe avvenuto “nel consolato o siriano o libico, mi disse che sono pezzi grossi e possono fare tanto”.
    Il collaboratore ha poi riferito che i servizi libici “sapevano tutto dell’Italia e anche di Falcone di chi frequentava e secondo loro stava sempre dentro l’ambasciata americana, visto che l’avevano seguito. Non so se è vero oppure no del fatto che Falcone era stato ricevuto in Israele come un capo di Stato, come se volessero farmi credere che era dei servizi del Mossad”.
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Комментарии • 5

  • @danmay8216
    @danmay8216 Год назад +3

    Ho ascoltato tutte le sue deposizioni e posso confermare che è una delle persone più chiare e soprattutto interessanti che il menù offre..

  • @kistaas
    @kistaas 3 года назад +2

    Uhm questo teste… sembra troppo “confuso”…

  • @sabatinoparente6905
    @sabatinoparente6905 2 года назад

    Di Carlo

  • @Poolito78
    @Poolito78 Год назад +1

    Ricordiamoci che la barbera ha fatto sparire anche l’agenda di Falcone non solo quella di Borsellino!