2:30 qui si vede la differenza tra Francesco e un suo illustre predecessore per il quale ho da anni una particolare devozione privata, ossia Pio XII, il quale, come noto, e come risaputo grazie alla testimonianza del cardinal Tardini di più o meno venerata memoria, non solo impiegava molte settimane per scrivere con attenzione intellettuale e rigore spirituale, ma una volta aveva necessità di inserire in un importante discorso del 5 settembre del ‘48 una citazione di Mazzini, che egli ricordava di aver sentito in gioventù ma della quale desiderava una prova scritta, e dunque non si dette pace, arrivando a cercarla nei libri di storia, e chiedendo risposta agli storici Mazziniani più ferrati, pur senza trovare riscontro. Solo quando egli lesse poi, dopo estenuanti ricerche, quella frase, si sentì di inserirla nel testo. Ecco la differenza tra attenzione e amore contrapposti a sufficienza e approssimazione.
Finora i documenti ecclesiali erano estremamente rigorosi, citando nelle note le fonti e le autorità del contenuto del documento medesimo. Ora, questo rigore passa in secondo piano. Oggi non va di moda ( quasi in tutto l' ambito del sapere) , citare fonti autorevoli, ed ahimè tutto ciò sta portando ad un impoverimento delle divulgazioni ed inoltre crea malintesi ed equivoci, tipici i una cultura sempre più mobile, liquida ed infondo relativistica. Spero che questa tendenza non si trasmetta nelle affermazioni magisteriali.
Purtroppo non c’è soluzione per lui ad un conflitto nevrotico di tale portata salvo una sua abiura, o dichiarando il rinnegamento di almeno un articolo di fede (sacramenti, grazia o virtù) per tutta la sua comunità di fedeli, perché in lui il dogmatismo per l’oggetto di verità è in totale contrasto, dicotomia, con la sua antropologia di moderno. Nemmeno lui è infatti avulso dalla psicologia e dal comportamentismo della sua epoca, dallo spirito del tempo. O giunge perciò a dichiarare definitivamente compiuta la missione della Chiesa universale facendo coincidere il potere temporale con quello secolare e così regnando lui solo sulla Terra in quanto vicario di Cristo, oppure abbandonatosi ad una pratica laicizzante della teologia o una catechesi paganizzata produrrà solamente l’effetto generale di un totalitarismo umanistico che rappresenta il cammino sulla terra dei morti viventi o la dannazione eterna delle anime all'inferno. Se oggi sta bene ai fideisti e agli ordinati quanto ai laici almeno l’obiezione razionale ad ogni forma di psichismo, è dunque che poi nemmeno nessun altro atteggiamento apologetico delle eresie possa trovarsi anche in opposizione ad un argomento di santità della fede, poiché essa è a sé ed in sé nell’unità di Madre Chiesa, ma i corpi che la compongono non godono più della salvezza del Cristo, poiché rimanendo anche nel mondo non hanno più in essi stessi la grazia della carità perfetta.
Ottimo discorso 👍
Grazie
2:30 qui si vede la differenza tra Francesco e un suo illustre predecessore per il quale ho da anni una particolare devozione privata, ossia Pio XII, il quale, come noto, e come risaputo grazie alla testimonianza del cardinal Tardini di più o meno venerata memoria, non solo impiegava molte settimane per scrivere con attenzione intellettuale e rigore spirituale, ma una volta aveva necessità di inserire in un importante discorso del 5 settembre del ‘48 una citazione di Mazzini, che egli ricordava di aver sentito in gioventù ma della quale desiderava una prova scritta, e dunque non si dette pace, arrivando a cercarla nei libri di storia, e chiedendo risposta agli storici Mazziniani più ferrati, pur senza trovare riscontro. Solo quando egli lesse poi, dopo estenuanti ricerche, quella frase, si sentì di inserirla nel testo.
Ecco la differenza tra attenzione e amore contrapposti a sufficienza e approssimazione.
Io sono preoccupato non solo del relativismo ma della violenza verbale e fisica contro coloro che difendono la vita naturale nelle università.
Finora i documenti ecclesiali erano estremamente rigorosi, citando nelle note le fonti e le autorità del contenuto del documento medesimo. Ora, questo rigore passa in secondo piano. Oggi non va di moda ( quasi in tutto l' ambito del sapere) , citare fonti autorevoli, ed ahimè tutto ciò sta portando ad un impoverimento delle divulgazioni ed inoltre crea malintesi ed equivoci, tipici i una cultura sempre più mobile, liquida ed infondo relativistica. Spero che questa tendenza non si trasmetta nelle affermazioni magisteriali.
Purtroppo non c’è soluzione per lui ad un conflitto nevrotico di tale portata salvo una sua abiura, o dichiarando il rinnegamento di almeno un articolo di fede (sacramenti, grazia o virtù) per tutta la sua comunità di fedeli, perché in lui il dogmatismo per l’oggetto di verità è in totale contrasto, dicotomia, con la sua antropologia di moderno. Nemmeno lui è infatti avulso dalla psicologia e dal comportamentismo della sua epoca, dallo spirito del tempo. O giunge perciò a dichiarare definitivamente compiuta la missione della Chiesa universale facendo coincidere il potere temporale con quello secolare e così regnando lui solo sulla Terra in quanto vicario di Cristo, oppure abbandonatosi ad una pratica laicizzante della teologia o una catechesi paganizzata produrrà solamente l’effetto generale di un totalitarismo umanistico che rappresenta il cammino sulla terra dei morti viventi o la dannazione eterna delle anime all'inferno. Se oggi sta bene ai fideisti e agli ordinati quanto ai laici almeno l’obiezione razionale ad ogni forma di psichismo, è dunque che poi nemmeno nessun altro atteggiamento apologetico delle eresie possa trovarsi anche in opposizione ad un argomento di santità della fede, poiché essa è a sé ed in sé nell’unità di Madre Chiesa, ma i corpi che la compongono non godono più della salvezza del Cristo, poiché rimanendo anche nel mondo non hanno più in essi stessi la grazia della carità perfetta.