"Discorso libero" bellissimo, al solito. Grazie Roberto. Da scacchista mi permetto di aggiungere che la storia dell'"Alfiere" è ancora più "scorretta" nella sua innocenza: vero, viene dall'arabo "al (articolo) fil", ma "fil" era la traduzione araba del persiano "pil" ("elefante"). Da Pil, al Pil, al Fil, alfiere. Il movimento in diagonale (leggermente diverso, ma simile, nelle regole originali) stava a rappresentare la proboscide, ma la cosa divertente è che tra i secoli XV e XVI le regole vennero standardizzate e i contesti storico-culturali ebbero un ruolo fondamentale nella "ridistribuzione dei ruoli e della raffigurazione dei pezzi". Nello specifico, l'originale ricordo dell'anatomia animale del movimento in diagonale lasciò il posto ad altre interpretazioni: in Inghilterra, probabilmente a causa dello scisma anglicano, questa proprietà obliqua (non chiara) venne associata al vescovo ("the Bishop") mentre in Francia al matto ("le Fou") che non sa andare dritto. Scusate la prolissità. Ancora complimenti per i contenuti che porti e per la capacità di sconfinare da un contesto a un altro in funzione del fine comunicativo.
Ciao e grazie innanzitutto. Mio papà ha l'alzheimer, gli è stato diagnosticato circa 2 anni fa. Ieri sera ero dai miei. In casa c'è un pianoforte che ho cominciato a strimpellare dopo cena. Mio padre si è avvicinato e mi ha detto: però ora non suonare più che sotto c'è la sig.ra che sta male (è una donna, che vive al piano di sotto, malata di cancro in fase terminale). Questa sua capacità e sensibilità mi ha toccato molto. Lui, che evita di entrare nei negozi perché non gli vengono più le parole e non saprebbe riconoscere i soldi. Che a volte confonde i nomi dei suoi figli, ha avuto la forza di pensare ad una persona che sta peggio di lui.
una delle cose che ho imparato in questa "trilogia", oltre al messaggio assolutamente superiore, è la tua capacità di essere umile: non solo ammetti gli errori commessi ma lasci tranquillamente i video "incriminati"... chapeau se sapessimo accettare le critiche (costruttive, eh...) e correggerci vivremmo in un mondo migliore, non in un meloide di negazionisti e terrapiattisti...
"VYGOTSKIJ! * Parole sbagliate (innocue e nocive)" sta diventando il Blade Runner di RUclips in quanto a numero di versioni. Si attende con ansia la Final Cut :)
Caro Roberto, un video così bello valeva la pena ripeterlo anche cento volte. A te, che sei bravissimo, ne sono bastate tre. Mille di questi contenuti.
Mi hai fatto pensare alla parola eretico che io associo ad immagini demoniache e sataniche. In realtà la parola, fuori dall'ambito religioso, viene usata per indicare un'opinione in disaccordo con quella di uso comune, generalmente accettata (artistico, politico, filosofico, scientifico, ecc.). Grazie per i tuoi video, sempre interessanti!
la ascolterei per ore! amo il modo in cui si esprime, in cui ragiona e trasmette i suoi pensieri, che sono sempre una gradevolissima fonte di riflessione. senza ignorare che ha una rarissima ma incredibile caratteristica: l'umiltà. da grande vorrei tanto essere come lei
Bellissimo video! Questa nuova rubrica si prospetta interessante. Ascoltando l'ultima parte, quella sulla demenza, mi è venuto in mente che sarebbe stata una buona idea consigliare a lei e a tutti quelli che stanno leggendo questo commento l'album Everywhere at the end of time dell'artista The Caretaker. L'album è diviso in sei stages, e sono il tentativo di riprodurre musicalmente l'aggravarsi dei sintomi della demenza attraverso la musica. Se nei primi stadi la musica è fatta di melodie che ricordano la musica anni '20 '30 o '40 distorte e ripetute più volte, più si va avanti e più è impossibile dare una descrizione musicale dell'album, fino ad arrivare allo struggente finale dell'ultimo stadio. Ogni stage inoltre ha una descrizione delle sensazioni che si è tentato di ricreare, e le copertine create dall'artista Ivan Seal rispecchiano perfettamente lo scopo dell'album. Ci sarebbe altro da dire riguardo all'artista e al "making of" di questo capolavoro, ma lascio ai curiosi la stessa opportunità che ho avuto io di scoprire un po' alla volta tutto ciò che c'è dietro Everywhere at the end of time. Qui di seguito c'è il link di bandcamp, buon ascolto. thecaretaker.bandcamp.com/album/everywhere-at-the-end-of-time
Eccezionale, con questi tre video si può riflettere di più sulla condizione delle persone che soffrono di demenza. Sono d'accordo a non usare la parola demente al dì là della sua correttezza etimologica. E ho sempre sprezzato le persone che dicono "non vedi che è down ", spesso sono le stesse che usano " demente " in diverse occasioni. Oggi giorno conosciamo quasi tutti persone che hanno dato tanto agli altri con la mente, con la fatica, con l'amore ed ad un certo punto della loro vita interviene la demenza.
La persona tossicodipendente, spesso, almeno da me, viene chiamata semplicemente "un tossico", come se non fossero dipendenti sa sostanze nocive ma fossero loro stessi delle scorie di cui sbarazzarsi. Credo che questa parola che viene usata per fare prima, renda più difficile empatizzare con chi è dipendente
A me hanno sempre incuriosito le parole che creano un qualcosa,modificano i nostri comportamenti. Ad esempio il passaggio dal fare la spesa allo shopping...dall'andare a correre al fare jogging e così via.parole che cambiano la nostra visione e influenzano la società .I miei complimenti per il tuo intelligente lavoro e grazie per tutto ciò che mi fai conoscere.
e ti tocca rifarlo un'altra volta perché i personaggi degli scacchi si chiamano "pezzi" (anche se tutti i pezzi nel loro insieme si chiamano "scacchi"), le caselle si chiamano "case" (anche se l'insieme delle case non si chiama "quartiere" ma "scacchiera") e la camicia più che a scacchi è a quadri (può essere acrilica ma non a olio) o anche detta "alla boscaiola" (anche se non è fatta da funghi e salsiccia) 😂
Un inizio che preannuncia una serie ricca di spunti di riflessione e di approfondimenti, in cui gli spettatori sono accompagnati per mano da un energico e poliedrico filosofo moderno. Confido che la serie procederà sporadicamente e con infinite revisioni e precisazioni, seguendo il "metodo Mercadini" che la community tanto ama. Nell'attesa mi congratulo per l'inizio della serie e per questo affascinante primo episodio, ma che dico, episoide!
quanto hai ragione, ricordo nel "Il Nome della Rosa" un personaggio che parlava mettendo insieme parole da varie lingue, e un secondo ricordo è una frase in un libro di Jorge Luis Borges dove diceva che parlare una qualsiasi altra lingua gli risultava naturale... un intrigante tema... le parole, e i concetti, riportano a Platone.
Parlando di demenza mi hai fatto pensare a mio nonno, che aveva l'Alzheimer...purtroppo questo tipo di malattie neurodegenerative prima le hai e poi ti hanno, poi ti diventano. È bene ricordare che per avere una de-menza sicuramente una mente si ha, quel de forse sta per malfunzionamento piuttosto che per assenza....una persona si è in ogni caso, come dici giustamente.
Le parallassi quantiche non hanno mai espresso il loro parere sui gerundi. I bei tempi in cui le aristocrazie modenesi si rifocillavano con gli astucci termici sotto le ascelle sono finiti. I bei tempi in cui i nipoti erano concavi e i nonni erano convessi, eccezion fatta per Guglielmo Saltagiuggiole. Continua così Merca
@@arantxaurrutia0 Non so dove potresti averla letta ma ciò non toglie che il sapore dell'ufficio anagrafe del comune di Dostoevskij ha il sapore delle biciclette al formaggio. Aiutami a capire a cosa servono le ipotenuse nel risotto al gerundio.
Come in spagnolo.. Guarda ropa Guardar vuol dire riporre, conservare in un luogo. Ropa sono gli indumenti Guarda ropa in spagnolo vorrebbe dire luogo dove si ripongono gli indumenti
Salve, grazie del video, molto ben articolato ed esataustivo. Avrei una domanda, cosa ne pensi di quelle parole che inizialmente avevano un accezione parzialmente negativa o neutra ed ora invece hanno un significato insultatorio? Ad esempio I termini cretino, stupido, scemo... Grazie Eliano
Caro Roberto, inutile ripetere cose che tutti dicono riguardo la bellezza e la profondità dei tuoi video. Sono vere e proprie ispirazioni. Mi ha rattristato molto il seguente fatto: sono andato a controllare il blog di Wendy Mitchell e ho scoperto - vedi suo ultimo post “my final hug in a mug” -che purtroppo è venuta a mancare, rifiutandosi di finire in una casa di cura per gli ultimi giorni della sua vita e non potendo volare in Svizzera (dove vivo da una decina di anni) dove la morte assistita è legale, causa di rotture dei polsi e danni alla colonna spinale, per una caduta. Mi ha commosso leggere il suo ultimo post come Tutto il suo blog, fonte di ispirazione. Un abbraccio e spero di poter vedere un giorno in teatro un tuo spettacolo dal vivo. Lorenzo
è la terza volta che guardo questo video, gira e rigira il significato di questi video è che le parole non contano, cambi esempi, cambi modi di dire, cambi alcune frasi, ma il contenuto rimane lo stesso ;)
Ciao Roberto complimenti per il video; mi affascina molto una parola che é di uso comune ma che é molto annebbiata a mio avviso. la parola é BUONSENSO spero che farai un video su questa parola. Grazie
Mi ha fatto sorridere la parola guardaroba perché in spagnolo è guardarropa, dove ropa significa vestiti, ma guardar non significa guardare, bensì conservare o mettere da parte o salvare, quindi è pure più calzante. Non ci avevo mai pensato!
Da pugliese doc, il termine "guardaroba" non mi è mai sembrato incongruo o fraintendibile, anzi l'ho sempre trovato molto naturale e attinente: qui in provincia di Bari infatti, "r' rrobb" (ossia, "le robe") è una definizione dialettale, utilizzata anche in italiano colloquiale, che indica appunto i vestiti, gli indumenti. Es: "so accattat r' rrobb nouv", vale a dire, "ho comprato dei nuovi vestiti". Comprendo però la straniamento che la cosa può suscitare al di fuori dei miei confini regionali (anche se non so se in Campania o in Calabria si usino terminologie affini).
Adesso, in tutta la Puglia già ci possono essere dei cambiamenti di senso..nel senso, Bari non è tutta la Puglia. In Salento forse non è così..per esempio..
@@cecilenticchia9191 Qui da noi, per "pugliesi doc" s'intendono foggiani, baresi e abitanti della BAT. Brindisini e leccesi sono invece "salentini" e parlano un dialetto filologicamente collegato al siciliano e al calabrese (infatti tra i due gruppi spesso nemmeno ci si intende, anche per gli accenti diversissimi). I tarantini infine sono un ibrido, perché parlano un tipo di dialetto che annette elementi provenienti dal barese e dal salentino. Un riassunto a grandi linee, perché il discorso è ben più complesso e sfaccettato.
@@gestarsh9947 ah, non sapevo che ci fossero pugliesi doc. e che fossero i baresi e dintorni. Grazie della spiegazione è che fossero due dialetti opposti, lo so. A presto
@@cecilenticchia9191 Preciso che non è una una graduatoria qualitativa, si tratta solo di due tipi di dialetto differenti. "Pugliesi doc" è una definizione ironica che fa riferimento all'immaginario comune sull'accento pugliese (quello tramandato da Lino Banfi, Michele Placido, Sergio Rubini e Uccio De Santis, tanto per intenderci). A presto.
Grande video come sempre! Avrei solo una precisazione da fare (se mi sbaglio, vi prego di farmelo notare!): la “roba” era anche un indumento medievale, più precisamente un soprabito che si distingueva dalle cappe e dai mantelli per la presenza della maniche. Andando così a ritroso etimologicamente, “guardaroba” assume il significato di un luogo dove vengono “guardati” (nel senso di protetti e controllati) degli indumenti. Ripeto, se mi sbaglio correggetemi, per favore.
É giusto. In inglese e francese robe e rob sono indumenti larghi\vestiti lunghi. Ho guardato l'etimo e derivano da una parola Franca connessa alle razzie, al bottino. Pensa infatti al verbo inglese "to rob", rapinare o "robbery", rapina
Nel dialetto siciliano la parola "roba" ha mantenuto ambedue i significati: al singolare indica la roba, intesa come "patrimonio" (vedi la novella di Verga), mentre al plurale indica gli indumenti: "i robi"!
Che meraviglia la nostra lingua...no, voglio dire non è un invito a verificare in uno specchio facendo la linguaccia, se è bella la vostra lingua eh. Quella parlata..e scritta.
Lo so che non leggerai probabilmente Sei bravissimo e mi piacerebbe tanto parlare con te un pomeriggio Volevo solo dirti che apprezzo il tuo impegno a rispiegare cose che hai già spiegato eloquentemente tuttavia chi non le ha volute capire una volta non le vorrà capire la seconda o la terza Quando ti sento mi sento un po’ meno solo in questo mondo
Per la questione dell'ombrello segnalo che in arabo la parola ombrello ha lo stesso significato che ci racconta Roberto. Ha persino la parola sole (shams) nella radice!
C'è anche il dato dialettale a complicare le cose... per me, che ho il siciliano oltre che l'italiano nel mio repertorio linguistico, guardaroba ha perfettamente senso: da noi "i robbi" sono i vestiti.
Anche in Puglia, per roba si intendono i vestiti! Se non sbaglio in portoghese si dice anche guarda-chuva, para-pioggia, come del resto in francese, parapluie
Anche in spagnolo, ropa significa vestiti... comincio a sospettare che anche il significato originale di roba fosse quello di vestiti e col tempo abbia acquisito anche quello più generale di cose qualsiasi
Non so se qualcuno ha già fatto questa domanda. Cambiare una parola dannosa come ad esempio " demente" sostituendola con una qualsiasi parola inventata, quel nuovo termine appena coniato non risulterebbe ugualmente offensivo? Intendo dire, incide di più l'intenzione o il termine stesso?
@@RobertoMercadini Meno male che si possono riguardare, perché la battuta nel video originale sugli spettatori "paganti-caganti", sebbene magari non corretta etimologicamente, mi aveva steso 😂😂😂
Ciao, sono un po in ritardo, ma cosa ne pensi della parola FAMIGLIA? Vista l'etimologia che la lega ad una condizione servile, per certi versi non è cosi che la intendiamo oggi... o forse si? Lo stesso discorso penso si possa applicare alla parola CASA, derivante dalla Domus romana e la Oikos greca, entrambi luoghi di dominazione e oppressione.
Domanda:" Un cambio del significante non porta sempre un cambio nel significato, l'hai detto tu stesso nello scorso video (diversamente abile/Handicappato/disabile). In che modo il cambio tra demente e persona con demenza potrebbe influire?
Roberto gli scacchi in inglese... L'elefante che diventa Vescovo😂 il cavallo che diventa Cavaliere e il re che diventa un compagno (mate, lo so che non vuol dire quello ma insomma😂 mi faceva ridere).
...e mi sa che ti tocca rifarlo ancora. it.wikipedia.org/wiki/Guardaroba#:~:text=Questa%20definizione%20%C3%A8%20confermata%20dal,)%20e%20robe%20(vestiti).
In effetti la versione inglese "Bishop" del nostro "Alfiere" pare sia dovuta all'interpretazione della "testa" (con il caratteristico taglio obliquo) come una mitra da vescovo. Quando invece in origine la forma del pezzo nasce come stilizzazione dell'ORECCHIO di un elefante! Comunque grazie per le parole nuove che ci fai imparare. "Zamberlucco" mi piaceva tanto che ho voluto a tutti i costi metterla nel mio libro :D
Ogni volta che mi tocca leggere commenti e discussioni di idioti online mi sale la bile, l'unico modo per rimettermi in sesto è venire sul tuo canale e ritrovare la mia fede nell'umanità
Ciao Roberto! Discorso condivisibile e (come sempre) argomentato mercadinicamente! Avrei però una domanda: Il discorso sulla parola "demente" (somiglianza con un participio presente a parte) non potrebbe essere esteso e generalizzato a tantissimi altri termini (come le malattie che hai citato tu (epilessia, narcolessia))? Se sì, tutte queste parole sono da ritenere sbagliate e da cambiare?
Sul guardaroba, potresti trovare interessante il fatto che in siciliano i vestiti sono chiamati "i robbi". Probabilmente dunque non è stata solo una traduzione del suono, ma c'è qualche radice di significato che è stata mantenuta :)
Collegandomi alla prima parte del video, mi permetto di raccontare due episodi miei personali. Il primo è legato al collegamento mentale delle parole. Ero in quarta elementare e la mia maestra ci dette come compito per casa di cercare le definizioni di alcune parole. Quella volta, strano per me, non usai il vocabolario, ma diedi il significato che le parole mi 'ispiravano' (avevo otto/nove anni). Tra queste c'era proprio guardaroba che io 'spiegai' con: una persona che guarda la roba. C'era anche saliscendi ed altre. Inutile dire che presi un bel due dalla mia maestra e la mia fantasia venne tranciata di netto. Il secondo episodio è legato all'ombrello. In parte l'hai menzionato. Mia nonna materna (metà livornese, metà cagliaritana) per tutta la sua vita (morì a 88 anni) chiamò l'ombrello "paracqua" e mi rimproverava quando usavo il termine ombrello per indicare l'oggetto che ci protegge dalla pioggia. Tutt'oggi, ho più di cinquant'anni, mi viene da usare il termine paracqua per indicare il 'volgare' ombrello. Inutile dire che tutti mi guardano strano inizialmente; quando poi spiego la differenza tutti, dopo qualche secondo di riflessione, concordano. Grazie per questa bella riflessione sulle parole, il loro senso, la loro origine e la nostra, comune, interpretazione.
a me hanno sempre detto che 'matto' è stato il termine attribuito alla mossa finale per dire, simpaticamente, che il re non ha piu vie di fuga, viene imprigionato e quindi impazzisce.. effettivamente col senno di poi, si poteva anche trovare qualcosa di meglio XD tanto piu che l'origine etimologica del termine aveva un altro significato, appunto
In generale concordo con la tesi della decisa predominanza del concetto sul segno e sulla parola ma ho in mente diversi casi nei quali a un cambiamento del nome o del contesto è seguito un radicale mutamento della percezione. Un esempio facile: il cambio del nome di un corso di laurea da (a memoria) "Pedagogia" a "Scienze dell'Educazione" causò un immediato aumento delle iscrizioni.
Per quanto riguarda il termine guardaroba cercando il termine roba sul Treccani trovo tra le altre cose le seguenti definizioni: ròba s. f. [dal germ. *rauba «preda» (v. rubare) e «veste»]. 2. a. Stoffa, tessuto: di che r. è fatto questo vestito?; r. di lana, di cotone, ecc.; r. buona, fine, grossolana, cattiva, che non si ritira. b. Vestito, indumento: lei, che tutta era stracciata, d’alcuna delle sue r. rivestisse (Boccaccio). In alcuni periodi della storia del costume il termine r. (e l’accr. robone) indicò particolari pezzi del vestiario, come mantelli, cappucci, gonnelle; oggi è termine generico per indicare ogni sorta d’indumenti (abiti, biancheria, ecc.), in espressioni come roba da lavare, da bucato, da rammendare; roba d’inverno, d’estate; radunò le sue poche r. in un cassetto, in una sacca. In partic., roba da (o di) camera (calco del fr. robe de chambre), sinon. ormai disusato di veste da camera, vestaglia. è quindi probabile che quando il termine venne coniato, facesse appunto riferimento a roba in senso di indumento, significato che poi in gran parte d'Italia è andato perduto nel tempo (come lacrime nella pioggia), sopravvivendo invece in varie forme dialettali come si evince da altri commenti.
Eh, purtroppo sono le pubblicità che RUclips inserisce di default. Da poco è cambiato il sistema. RUclips mette una quantità di pubblicità francamente imbarazzante. E il fatto è che non si può neppure fare in modo che durante il video non compaiano pubblicità (come era fino a poco tempo fa). Occorre pubblicate il video, aspettare che il video subisca non so quale elabirazione (non ho capito perché), e infine rientrare nel video in modalità modifica e togliere le pubblicità in eccesso. Io solitamente ne lascio 2 su 6 (perché RUclips ne inserisce 6). Ma ora sono in viaggio e non riesco. Mi spiace. Domani dovrei riuscire ad aggiustarlo.
Caro mercadini, i contadini un tempo chiamavano “roba” i loro pochi averi, per questo il termine guardaroba che prima di tutto è un armadio poi è diventato anche il guardaroba di teatri, fiere etc... 😘
Devo ringraziarti molto Roberto, perché è anche merito tuo se ho capito che ho ancora la sindrome “del primo libro”. Non so se sono il sedicente coniatore di questo neologismo o se forse la mia scoperta è solo merito dell’oblio nietzschiano, ma non è importante. Il nome di questa “sindrome” deriva da una frase che mi è rimasta molto impressa: “Chi non legge nessun libro non ha nessun’idea Chi legge un libro ha un’idea Chi legge molti libri ha la sua idea” Mi sono accorto, anche appunto grazie a te, che ero ancora metaforicamente al primo libro. Nonostante io in teoria abbia concluso la lettura di diverse opere nella pratica sono rimasto sempre "al primo libro". Rubavo le concezioni di amore a Neruda e a Kundera, qualche perla di saggezza di Picasso mescolando con qualche goccia di simbolisti francesi q.b. e un po' di Taleb che non fa mai male. Se l’opera mi piaceva, allora l’idea era giusta. Se l’opera non mi piaceva, allora l’idea era solo un’idea opinabile come ci sono tante. Anche guardando i tuoi video, come quelli di molti tuoi colleghi, tendevo a fare questa operazione. Capendo però che dietro alle opinioni e ai pensieri c'erano delle persone, ho intravisto la bellezza del ragionamento e al contempo la sua fallibilità. Ho capito che anche ciò che era bello, logico, ben esposto e condivisibile era comunque umano e che dunque deve sottostare al wabi-sabi. Ho capito che è vero che “siamo quello che mangiamo” anche culturalmente parlando, ma quello che siamo realmente, la nostra essenza, sta nella maniera con cui rielaboriamo quello con cui entriamo in contatto lungo il nostro percorso. Quindi grazie di aver letto questa invettiva in toni educati e grazie di essere punto di riferimento e traguardo da superare. il tuo ormai non più "fan", ma grande estimatore Guy
Ottimo video come sempre. Un'appunto sulla parola ROBA. La sua etimologia è francone e vuol dire armatura o veste; il fatto che poi si usi per indicare l'insieme di beni materiali che uno possiede è un'estensione di significato, che parte proprio da lì. Negli inventari del '300 col termine roba s'intendeva prevalentemente l'insieme di gonnella, guarnacca e mantello... oggi diremo il "vestito da festa".
Roberto ora sono estremamente curioso di sapere perché l'alfiere in inglese si chiama bishop e gli scacchi chess. Come extra vorrei sapere anche l'etimologia della parola zamberlucchi :)
Penso che avere un linguaggio dove le parole le cambiamo con quelle più "corrette" porterebbe comunque dei vantaggi, ad esempio potrei arrivare al significato di una parola che non conosco senza avere troppi dubbi, ma soprattutto aiuterebbe che non è madrelingua
Ciao di nuovo Roberto. Sono l'autore di uno di quella manciata di commenti che aveva sottolineato l'etimologia di demente nel tuo primo video. Mi fa piacere sentire questa versione modificata e corretta. Tuttavia ora sorge un altro problema secondo me. Come dicevo nel primo commento, eliminato il valore di "participio presente" e "condizione in atto", a questo punto "demente" e "persona con demenza" condividono lo stesso valore concettuale, e diventa quasi una questione di forma, a mio parere abbastanza sciocca, volerne trovare differenze sostanziali. E ancora una volta, varrebbe di più la pena combattere certi stigmi con l'educazione e la sensibilizzazione , piuttosto che con il politicamente corretto.
Ciao Fran! La parola "demente" alla lettera significa "senza mente". Mentre l'espressione "persona con demenza" mette in primo piano il fatto che ci troviamo di fronte ad una persona, la quale convive con un fenomeno noto come "demenza", che consiste in un deterioramento progressivo, ma anche (questo va sottolineato) in crisi che sono episidiche, temporanee. Ora mentre nessuno pensa che un narcolettico passi 24 ore al giorno dormendo, il luogo comune è che una persona con demente sua incapace di intendere e di volere (quindi letteralmente "de-mente") per tutto il giorno, tutti i giorni della sua vita, dalla diagnosi alla morte. Così non è. E in questo caso, come ho tentato di spiegare nel video, ritengo utile affrontare il problema da entrambi i lati. Opinione opinabile, la mia (come tutte le opinioni), ma condivisa con molti diretti interessati e addetti ai lavori. Perciò non credo che si possa liquidare la questione definendola "sciocca". Un abbraccio
@@RobertoMercadini Ciao Roberto, scusami per il nome troncato (mi chiamo Francesco), e grazie per la risposta, è un piacere conversare con te. Quello che volevo sottolineare è che se esistono certi preconcetti che sono quelli che hai brillantemente illustrato nel video, chiamando la persona in causa "persona con demenza" anziché "demente" non mi aspetto un grande cambio di prospettive. Una persona concettualmente lontana da certe problematiche tenderà a creare lo stesso tipo di collegamento mentale tra le parole e l'idea sbagliata che possiede. Cioè quello di una persona "senza mente". E scusa per il malinteso, ma non definirei mai questa questione sciocca, anzi. Nel mio ambito ritengo particolarmente importante sensibilizzare le persone ad abbandonare i luoghi comuni sulle patologie che intervengono sulle capacità cognitive, comportamentali e affettive. E ti ringrazio per aver sottolineato la questione in questo video Un abbraccio
Interessanti e divertenti, come sempre, i tuoi video! Comunque tutta la società di oggi, come quella di altri tempi, è basata su un linguaggio, che - lo si voglia o no - crea discriminazioni o pregiudizi o deformazioni di pensiero. Ci sono parole come "sordo o anche privo di udito o duro di orecchie" che non fanno che esprimere un tipo di handicap. Eppure, nella realtà, quelle persone sono spesso considerate stupide perché chiedono più spesso di altri "come? Non ho capito!". Oppure dono considerati falsi perché gli altri non sanno capire "fino a che punto tu senti o no" e quindi pensano che tu "lo fai apposta" di non sentire... I casi sono infiniti! Anche una parola come "divorzio", per altro tanto comune oggi, è una parola discriminante soprattutto per le donne, quasi sempre colpevoli di essere loro la causa del divorzio e spesso allontanate dagli amici perché di eventuale disturbo per le altre coppie.... La casistica è infinita perché le gelosie e le paure verso il proprio simile sono infinite... Pietà per gli uomini e pietà per le parole che usano...
"Discorso libero" bellissimo, al solito. Grazie Roberto.
Da scacchista mi permetto di aggiungere che la storia dell'"Alfiere" è ancora più "scorretta" nella sua innocenza: vero, viene dall'arabo "al (articolo) fil", ma "fil" era la traduzione araba del persiano "pil" ("elefante"). Da Pil, al Pil, al Fil, alfiere. Il movimento in diagonale (leggermente diverso, ma simile, nelle regole originali) stava a rappresentare la proboscide, ma la cosa divertente è che tra i secoli XV e XVI le regole vennero standardizzate e i contesti storico-culturali ebbero un ruolo fondamentale nella "ridistribuzione dei ruoli e della raffigurazione dei pezzi". Nello specifico, l'originale ricordo dell'anatomia animale del movimento in diagonale lasciò il posto ad altre interpretazioni: in Inghilterra, probabilmente a causa dello scisma anglicano, questa proprietà obliqua (non chiara) venne associata al vescovo ("the Bishop") mentre in Francia al matto ("le Fou") che non sa andare dritto. Scusate la prolissità. Ancora complimenti per i contenuti che porti e per la capacità di sconfinare da un contesto a un altro in funzione del fine comunicativo.
Ciao e grazie innanzitutto.
Mio papà ha l'alzheimer, gli è stato diagnosticato circa 2 anni fa.
Ieri sera ero dai miei. In casa c'è un pianoforte che ho cominciato a strimpellare dopo cena.
Mio padre si è avvicinato e mi ha detto: però ora non suonare più che sotto c'è la sig.ra che sta male (è una donna, che vive al piano di sotto, malata di cancro in fase terminale).
Questa sua capacità e sensibilità mi ha toccato molto. Lui, che evita di entrare nei negozi perché non gli vengono più le parole e non saprebbe riconoscere i soldi. Che a volte confonde i nomi dei suoi figli, ha avuto la forza di pensare ad una persona che sta peggio di lui.
Grazie per questa bellissima testimonianza, Enrico!
una delle cose che ho imparato in questa "trilogia", oltre al messaggio assolutamente superiore, è la tua capacità di essere umile: non solo ammetti gli errori commessi ma lasci tranquillamente i video "incriminati"... chapeau
se sapessimo accettare le critiche (costruttive, eh...) e correggerci vivremmo in un mondo migliore, non in un meloide di negazionisti e terrapiattisti...
"VYGOTSKIJ! * Parole sbagliate (innocue e nocive)" sta diventando il Blade Runner di RUclips in quanto a numero di versioni. Si attende con ansia la Final Cut :)
aiuto ahahaha io non so quale versione vedere!!
@@gildopesce anche io seppur in un altra epoca
@@niccolobiga6954 c cos ue corn?
Caro Roberto, un video così bello valeva la pena ripeterlo anche cento volte. A te, che sei bravissimo, ne sono bastate tre. Mille di questi contenuti.
Mi hai fatto pensare alla parola eretico che io associo ad immagini demoniache e sataniche. In realtà la parola, fuori dall'ambito religioso, viene usata per indicare un'opinione in disaccordo con quella di uso comune, generalmente accettata (artistico, politico, filosofico, scientifico, ecc.).
Grazie per i tuoi video, sempre interessanti!
Dai.. me lo riguardo per la terza volta ;)
appunto ahahah
sei proprio un guarda roba!
@@Navigator78 nel suo significato più "Vygotskijano"
In quanti invece di guardaroba volevano l'etimologia di zamberlucchi? ✋
Ho bisogno di più video di Mercadini nella mia vita
Ci sta prendendo gusto ormai
la ascolterei per ore! amo il modo in cui si esprime, in cui ragiona e trasmette i suoi pensieri, che sono sempre una gradevolissima fonte di riflessione.
senza ignorare che ha una rarissima ma incredibile caratteristica: l'umiltà. da grande vorrei tanto essere come lei
Beh nel caso del panetto di cocaina, lei avrebbe dovuto guardare la "roba"😂
Bellissimo video! Questa nuova rubrica si prospetta interessante. Ascoltando l'ultima parte, quella sulla demenza, mi è venuto in mente che sarebbe stata una buona idea consigliare a lei e a tutti quelli che stanno leggendo questo commento l'album Everywhere at the end of time dell'artista The Caretaker. L'album è diviso in sei stages, e sono il tentativo di riprodurre musicalmente l'aggravarsi dei sintomi della demenza attraverso la musica. Se nei primi stadi la musica è fatta di melodie che ricordano la musica anni '20 '30 o '40 distorte e ripetute più volte, più si va avanti e più è impossibile dare una descrizione musicale dell'album, fino ad arrivare allo struggente finale dell'ultimo stadio. Ogni stage inoltre ha una descrizione delle sensazioni che si è tentato di ricreare, e le copertine create dall'artista Ivan Seal rispecchiano perfettamente lo scopo dell'album. Ci sarebbe altro da dire riguardo all'artista e al "making of" di questo capolavoro, ma lascio ai curiosi la stessa opportunità che ho avuto io di scoprire un po' alla volta tutto ciò che c'è dietro Everywhere at the end of time. Qui di seguito c'è il link di bandcamp, buon ascolto. thecaretaker.bandcamp.com/album/everywhere-at-the-end-of-time
Per me sei un poeta Roberto, sia per come parli sia per come sei. Una persona meravigliosa
Eccezionale, con questi tre video si può riflettere di più sulla condizione delle persone che soffrono di demenza. Sono d'accordo a non usare la parola demente al dì là della sua correttezza etimologica. E ho sempre sprezzato le persone che dicono "non vedi che è down ", spesso sono le stesse che usano " demente " in diverse occasioni. Oggi giorno conosciamo quasi tutti persone che hanno dato tanto agli altri con la mente, con la fatica, con l'amore ed ad un certo punto della loro vita interviene la demenza.
Complimenti. È un video stupendo
Splendido come sempre, complimenti!
Quanta umanità! Non riesco a esprimere altro con le lacrime agli occhi.
Mi emoziona tantissimo il fatto che ci vuoi così tanto bene da perfezionare il video 😘
Grazie mille
Sei straordinariamente sensibile. Grazie per quello che trasmetti.
La persona tossicodipendente, spesso, almeno da me, viene chiamata semplicemente "un tossico", come se non fossero dipendenti sa sostanze nocive ma fossero loro stessi delle scorie di cui sbarazzarsi. Credo che questa parola che viene usata per fare prima, renda più difficile empatizzare con chi è dipendente
O ancora peggio che quella persona non valga la fatica di aggiungere "dipendente".
Esempio perfettamente calzante. Non ci avevo mai pensato
Sei un grande, mi insegni un botto di cose che davo per scontato
Grazie! Questo canale è molto molto interessante
Oddio, sto amando questa tipologia di video!!! Ne voglio altri!!!
sto ascoltando la parte sugli scacchi... che bello.. respiro. Parlare con la gente spesso mi da la sensazione di soffocare
E stavolta mi hai fatto venire gli occhi lucidi.
Normalmente mi diverti o mi fai riflettere, ma stavolta sono commosso.
A me hanno sempre incuriosito le parole che creano un qualcosa,modificano i nostri comportamenti. Ad esempio il passaggio dal fare la spesa allo shopping...dall'andare a correre al fare jogging e così via.parole che cambiano la nostra visione e influenzano la società .I miei complimenti per il tuo intelligente lavoro e grazie per tutto ciò che mi fai conoscere.
In sostanza se consideriamo che Scià deriva da Cesare, possiamo dire che chi ha la camicia a quadri ha una camicia alla Julius
e ti tocca rifarlo un'altra volta perché i personaggi degli scacchi si chiamano "pezzi" (anche se tutti i pezzi nel loro insieme si chiamano "scacchi"), le caselle si chiamano "case" (anche se l'insieme delle case non si chiama "quartiere" ma "scacchiera") e la camicia più che a scacchi è a quadri (può essere acrilica ma non a olio) o anche detta "alla boscaiola" (anche se non è fatta da funghi e salsiccia) 😂
😂
Un inizio che preannuncia una serie ricca di spunti di riflessione e di approfondimenti, in cui gli spettatori sono accompagnati per mano da un energico e poliedrico filosofo moderno. Confido che la serie procederà sporadicamente e con infinite revisioni e precisazioni, seguendo il "metodo Mercadini" che la community tanto ama. Nell'attesa mi congratulo per l'inizio della serie e per questo affascinante primo episodio, ma che dico, episoide!
Wow che bel video, davvero
quanto hai ragione, ricordo nel "Il Nome della Rosa" un personaggio che parlava mettendo insieme parole da varie lingue, e un secondo ricordo è una frase in un libro di Jorge Luis Borges dove diceva che parlare una qualsiasi altra lingua gli risultava naturale... un intrigante tema... le parole, e i concetti, riportano a Platone.
Parlando di demenza mi hai fatto pensare a mio nonno, che aveva l'Alzheimer...purtroppo questo tipo di malattie neurodegenerative prima le hai e poi ti hanno, poi ti diventano. È bene ricordare che per avere una de-menza sicuramente una mente si ha, quel de forse sta per malfunzionamento piuttosto che per assenza....una persona si è in ogni caso, come dici giustamente.
Le parallassi quantiche non hanno mai espresso il loro parere sui gerundi. I bei tempi in cui le aristocrazie modenesi si rifocillavano con gli astucci termici sotto le ascelle sono finiti. I bei tempi in cui i nipoti erano concavi e i nonni erano convessi, eccezion fatta per Guglielmo Saltagiuggiole.
Continua così Merca
Aiuto! mi sembra di avere letto qualcosa di simile ma ha anche l'aria di essere inventata di sana pianta.
@@arantxaurrutia0 Non so dove potresti averla letta ma ciò non toglie che il sapore dell'ufficio anagrafe del comune di Dostoevskij ha il sapore delle biciclette al formaggio. Aiutami a capire a cosa servono le ipotenuse nel risotto al gerundio.
** Nel film Scarface, Al Pacino interpretava Tony Montana e non Al Capone. Riririritocca fare il video ahahah
💛 grazie, è commovente
la borsa da ginnastica si potrebbe intendere con il significato "si usa per tenere i vestiti mentre ti alleni" 12:07
ora tocca rifare il video!
Come in spagnolo..
Guarda ropa
Guardar vuol dire riporre, conservare in un luogo.
Ropa sono gli indumenti
Guarda ropa in spagnolo vorrebbe dire luogo dove si ripongono gli indumenti
Salve, grazie del video, molto ben articolato ed esataustivo. Avrei una domanda, cosa ne pensi di quelle parole che inizialmente avevano un accezione parzialmente negativa o neutra ed ora invece hanno un significato insultatorio? Ad esempio I termini cretino, stupido, scemo... Grazie Eliano
Caro Roberto, inutile ripetere cose che tutti dicono riguardo la bellezza e la profondità dei tuoi video. Sono vere e proprie ispirazioni. Mi ha rattristato molto il seguente fatto: sono andato a controllare il blog di Wendy Mitchell e ho scoperto - vedi suo ultimo post “my final hug in a mug” -che purtroppo è venuta a mancare, rifiutandosi di finire in una casa di cura per gli ultimi giorni della sua vita e non potendo volare in Svizzera (dove vivo da una decina di anni) dove la morte assistita è legale, causa di rotture dei polsi e danni alla colonna spinale, per una caduta. Mi ha commosso leggere il suo ultimo post come Tutto il suo blog, fonte di ispirazione. Un abbraccio e spero di poter vedere un giorno in teatro un tuo spettacolo dal vivo. Lorenzo
è la terza volta che guardo questo video, gira e rigira il significato di questi video è che le parole non contano, cambi esempi, cambi modi di dire, cambi alcune frasi, ma il contenuto rimane lo stesso ;)
Grande roberto🧡
Ciao Roberto complimenti per il video; mi affascina molto una parola che é di uso comune ma che é molto annebbiata a mio avviso. la parola é BUONSENSO spero che farai un video su questa parola. Grazie
Mi ha fatto sorridere la parola guardaroba perché in spagnolo è guardarropa, dove ropa significa vestiti, ma guardar non significa guardare, bensì conservare o mettere da parte o salvare, quindi è pure più calzante. Non ci avevo mai pensato!
Video postato 3 volte, video visto 3 volte. E non mi stufo. Like automatico.
Bellissimo video
Da pugliese doc, il termine "guardaroba" non mi è mai sembrato incongruo o fraintendibile, anzi l'ho sempre trovato molto naturale e attinente: qui in provincia di Bari infatti, "r' rrobb" (ossia, "le robe") è una definizione dialettale, utilizzata anche in italiano colloquiale, che indica appunto i vestiti, gli indumenti. Es: "so accattat r' rrobb nouv", vale a dire, "ho comprato dei nuovi vestiti". Comprendo però la straniamento che la cosa può suscitare al di fuori dei miei confini regionali (anche se non so se in Campania o in Calabria si usino terminologie affini).
Adesso, in tutta la Puglia già ci possono essere dei cambiamenti di senso..nel senso, Bari non è tutta la Puglia. In Salento forse non è così..per esempio..
@@cecilenticchia9191 Qui da noi, per "pugliesi doc" s'intendono foggiani, baresi e abitanti della BAT. Brindisini e leccesi sono invece "salentini" e parlano un dialetto filologicamente collegato al siciliano e al calabrese (infatti tra i due gruppi spesso nemmeno ci si intende, anche per gli accenti diversissimi). I tarantini infine sono un ibrido, perché parlano un tipo di dialetto che annette elementi provenienti dal barese e dal salentino. Un riassunto a grandi linee, perché il discorso è ben più complesso e sfaccettato.
@@gestarsh9947 ah, non sapevo che ci fossero pugliesi doc. e che fossero i baresi e dintorni.
Grazie della spiegazione è che fossero due dialetti opposti, lo so. A presto
@@cecilenticchia9191 Preciso che non è una una graduatoria qualitativa, si tratta solo di due tipi di dialetto differenti. "Pugliesi doc" è una definizione ironica che fa riferimento all'immaginario comune sull'accento pugliese (quello tramandato da Lino Banfi, Michele Placido, Sergio Rubini e Uccio De Santis, tanto per intenderci). A presto.
@@gestarsh9947 beh si, accade così anche per il dialetto Romagnolo..nei film e nel collettivo diventa Emiliano..
Questo video è bellissimo!
Grande video come sempre! Avrei solo una precisazione da fare (se mi sbaglio, vi prego di farmelo notare!): la “roba” era anche un indumento medievale, più precisamente un soprabito che si distingueva dalle cappe e dai mantelli per la presenza della maniche. Andando così a ritroso etimologicamente, “guardaroba” assume il significato di un luogo dove vengono “guardati” (nel senso di protetti e controllati) degli indumenti. Ripeto, se mi sbaglio correggetemi, per favore.
É giusto. In inglese e francese robe e rob sono indumenti larghi\vestiti lunghi.
Ho guardato l'etimo e derivano da una parola Franca connessa alle razzie, al bottino. Pensa infatti al verbo inglese "to rob", rapinare o "robbery", rapina
Nel dialetto siciliano la parola "roba" ha mantenuto ambedue i significati: al singolare indica la roba, intesa come "patrimonio" (vedi la novella di Verga), mentre al plurale indica gli indumenti: "i robi"!
GRAZIE !
Che meraviglia la nostra lingua...no, voglio dire non è un invito a verificare in uno specchio facendo la linguaccia, se è bella la vostra lingua eh. Quella parlata..e scritta.
Lo so che non leggerai probabilmente
Sei bravissimo e mi piacerebbe tanto parlare con te un pomeriggio
Volevo solo dirti che apprezzo il tuo impegno a rispiegare cose che hai già spiegato eloquentemente tuttavia chi non le ha volute capire una volta non le vorrà capire la seconda o la terza
Quando ti sento mi sento un po’ meno solo in questo mondo
e pensa agli operai di magazzino o di cantiere che dicono "prendo il trespalle" al posto di transpallet
Grazie. Imparo cose perché sono curioso. Sono curioso e dopo i video, lo sono molto di più. Quindi imparo altre cose....
Per la questione dell'ombrello segnalo che in arabo la parola ombrello ha lo stesso significato che ci racconta Roberto. Ha persino la parola sole (shams) nella radice!
C'è anche il dato dialettale a complicare le cose... per me, che ho il siciliano oltre che l'italiano nel mio repertorio linguistico, guardaroba ha perfettamente senso: da noi "i robbi" sono i vestiti.
anche in portoghese è guarda roupa e roupa sono i vestiti
Anche in Puglia, per roba si intendono i vestiti! Se non sbaglio in portoghese si dice anche guarda-chuva, para-pioggia, come del resto in francese, parapluie
@@lunaaster8853 sì, mia moglie è pugliese e confermo tutto 😉
Hai scritto prima di me quello che ho appena commentato. Me ne sono accorto tardi ahahah
Anche in spagnolo, ropa significa vestiti... comincio a sospettare che anche il significato originale di roba fosse quello di vestiti e col tempo abbia acquisito anche quello più generale di cose qualsiasi
A questo punto vogliamo anche i dietro le quinte. Incredibile come sempre ❤️
Ho messo il link agli altri due, per chi volesse ri-ri-ri-vederli. :-)
Non so se qualcuno ha già fatto questa domanda. Cambiare una parola dannosa come ad esempio " demente" sostituendola con una qualsiasi parola inventata, quel nuovo termine appena coniato non risulterebbe ugualmente offensivo? Intendo dire, incide di più l'intenzione o il termine stesso?
@@guaro7785 L'espressione suggerita è "persona con demenza".
@@RobertoMercadini Meno male che si possono riguardare, perché la battuta nel video originale sugli spettatori "paganti-caganti", sebbene magari non corretta etimologicamente, mi aveva steso 😂😂😂
VYGOTSKIJ!* parole sbagliate (innocue e nocive) [making of]
Ciao, sono un po in ritardo, ma cosa ne pensi della parola FAMIGLIA? Vista l'etimologia che la lega ad una condizione servile, per certi versi non è cosi che la intendiamo oggi... o forse si? Lo stesso discorso penso si possa applicare alla parola CASA, derivante dalla Domus romana e la Oikos greca, entrambi luoghi di dominazione e oppressione.
Domanda:" Un cambio del significante non porta sempre un cambio nel significato, l'hai detto tu stesso nello scorso video (diversamente abile/Handicappato/disabile). In che modo il cambio tra demente e persona con demenza potrebbe influire?
Roberto ti vedo bene su twitch a fare qualche live in cui parli del più e del meno.. magari facendoti consigliare qualche argomento dalla chat👍
Roberto gli scacchi in inglese... L'elefante che diventa Vescovo😂 il cavallo che diventa Cavaliere e il re che diventa un compagno (mate, lo so che non vuol dire quello ma insomma😂 mi faceva ridere).
Noooooo
Mi sono perso la seconda versione!!!
Dannata università non ho avuto il tempo di vederla per colpa tua!!!
Puoi recuperarla. In descrizione ho messo i link alle altre due! 🙂
@@RobertoMercadini ahahah grazie
Io e la mia brutta abitudine a non leggere le descrizioni
Eh eh eh 😬😁😬😁
interessanti questi re-makes. Forse ci sono sottili differenze da trovare? O un esperimento mercadinico, di "altro tipo", con RUclips e i suoi utenti?
Domani ne faccio un altro! :-)
...e mi sa che ti tocca rifarlo ancora.
it.wikipedia.org/wiki/Guardaroba#:~:text=Questa%20definizione%20%C3%A8%20confermata%20dal,)%20e%20robe%20(vestiti).
In effetti la versione inglese "Bishop" del nostro "Alfiere" pare sia dovuta all'interpretazione della "testa" (con il caratteristico taglio obliquo) come una mitra da vescovo. Quando invece in origine la forma del pezzo nasce come stilizzazione dell'ORECCHIO di un elefante!
Comunque grazie per le parole nuove che ci fai imparare. "Zamberlucco" mi piaceva tanto che ho voluto a tutti i costi metterla nel mio libro :D
Inaugurata la rubrica "Me lo ha ridetto Mercadini" all'interno della "Me lo ha detto Vygotskij".
Una matrioska vertiginosa :)
😂
Ogni volta che mi tocca leggere commenti e discussioni di idioti online mi sale la bile, l'unico modo per rimettermi in sesto è venire sul tuo canale e ritrovare la mia fede nell'umanità
Ciao Roberto!
Discorso condivisibile e (come sempre) argomentato mercadinicamente! Avrei però una domanda:
Il discorso sulla parola "demente" (somiglianza con un participio presente a parte) non potrebbe essere esteso e generalizzato a tantissimi altri termini (come le malattie che hai citato tu (epilessia, narcolessia))?
Se sì, tutte queste parole sono da ritenere sbagliate e da cambiare?
Sul guardaroba, potresti trovare interessante il fatto che in siciliano i vestiti sono chiamati "i robbi". Probabilmente dunque non è stata solo una traduzione del suono, ma c'è qualche radice di significato che è stata mantenuta :)
Non vedevo l'ora che iniziasse questa rubrica :-) ma cosa sono gli zamberlucchi?
ah, ma quando hai detto che facevi una serie sul tema intendevi che proprio pubblicavi lo stesso video in serie! XD
Esatto! 😂😂😂
Collegandomi alla prima parte del video, mi permetto di raccontare due episodi miei personali.
Il primo è legato al collegamento mentale delle parole. Ero in quarta elementare e la mia maestra ci dette come compito per casa di cercare le definizioni di alcune parole. Quella volta, strano per me, non usai il vocabolario, ma diedi il significato che le parole mi 'ispiravano' (avevo otto/nove anni). Tra queste c'era proprio guardaroba che io 'spiegai' con: una persona che guarda la roba. C'era anche saliscendi ed altre. Inutile dire che presi un bel due dalla mia maestra e la mia fantasia venne tranciata di netto.
Il secondo episodio è legato all'ombrello. In parte l'hai menzionato.
Mia nonna materna (metà livornese, metà cagliaritana) per tutta la sua vita (morì a 88 anni) chiamò l'ombrello "paracqua" e mi rimproverava quando usavo il termine ombrello per indicare l'oggetto che ci protegge dalla pioggia.
Tutt'oggi, ho più di cinquant'anni, mi viene da usare il termine paracqua per indicare il 'volgare' ombrello. Inutile dire che tutti mi guardano strano inizialmente; quando poi spiego la differenza tutti, dopo qualche secondo di riflessione, concordano.
Grazie per questa bella riflessione sulle parole, il loro senso, la loro origine e la nostra, comune, interpretazione.
Che belle storie hai raccontato :) grazie
@@26Marila Grazie a te.
Ancora mi torna alle orecchie il tono stizzito di mio nonna quando usavo la parola ombrello:
No Vabbè.
La director's Cut della director's Cut.
Capolavoro.
manco Kubrick
Questo video è directorscutoide.
a me hanno sempre detto che 'matto' è stato il termine attribuito alla mossa finale per dire, simpaticamente, che il re non ha piu vie di fuga, viene imprigionato e quindi impazzisce..
effettivamente col senno di poi, si poteva anche trovare qualcosa di meglio XD tanto piu che l'origine etimologica del termine aveva un altro significato, appunto
Mitico!
In generale concordo con la tesi della decisa predominanza del concetto sul segno e sulla parola ma ho in mente diversi casi nei quali a un cambiamento del nome o del contesto è seguito un radicale mutamento della percezione. Un esempio facile: il cambio del nome di un corso di laurea da (a memoria) "Pedagogia" a "Scienze dell'Educazione" causò un immediato aumento delle iscrizioni.
Per quanto riguarda il termine guardaroba cercando il termine roba sul Treccani trovo tra le altre cose le seguenti definizioni:
ròba s. f. [dal germ. *rauba «preda» (v. rubare) e «veste»].
2. a. Stoffa, tessuto: di che r. è fatto questo vestito?; r. di lana, di cotone, ecc.; r. buona, fine, grossolana, cattiva, che non si ritira. b. Vestito, indumento: lei, che tutta era stracciata, d’alcuna delle sue r. rivestisse (Boccaccio). In alcuni periodi della storia del costume il termine r. (e l’accr. robone) indicò particolari pezzi del vestiario, come mantelli, cappucci, gonnelle; oggi è termine generico per indicare ogni sorta d’indumenti (abiti, biancheria, ecc.), in espressioni come roba da lavare, da bucato, da rammendare; roba d’inverno, d’estate; radunò le sue poche r. in un cassetto, in una sacca. In partic., roba da (o di) camera (calco del fr. robe de chambre), sinon. ormai disusato di veste da camera, vestaglia.
è quindi probabile che quando il termine venne coniato, facesse appunto riferimento a roba in senso di indumento, significato che poi in gran parte d'Italia è andato perduto nel tempo (come lacrime nella pioggia), sopravvivendo invece in varie forme dialettali come si evince da altri commenti.
Grande Vygotskij!
Molto interessanti gli intermezzi tra una pubblicità e l'altra
Eh, purtroppo sono le pubblicità che RUclips inserisce di default. Da poco è cambiato il sistema. RUclips mette una quantità di pubblicità francamente imbarazzante. E il fatto è che non si può neppure fare in modo che durante il video non compaiano pubblicità (come era fino a poco tempo fa). Occorre pubblicate il video, aspettare che il video subisca non so quale elabirazione (non ho capito perché), e infine rientrare nel video in modalità modifica e togliere le pubblicità in eccesso.
Io solitamente ne lascio 2 su 6 (perché RUclips ne inserisce 6). Ma ora sono in viaggio e non riesco.
Mi spiace. Domani dovrei riuscire ad aggiustarlo.
metti le estensioni, io pubblicità non ne vedo più da anni nè qui nè altrove...AdBlock e uOrigin
Siamo in un loop Mercadinico
P.S. da amante alla follia degli scacchi: mi hai aperto un mondo!
fantastico crescendo concettuale... che cagata... la conoscono tutti l'etimologia di ombrello... e poi... ❤
Caro mercadini, i contadini un tempo chiamavano “roba” i loro pochi averi, per questo il termine guardaroba che prima di tutto è un armadio poi è diventato anche il guardaroba di teatri, fiere etc... 😘
Devo ringraziarti molto Roberto, perché è anche merito tuo se ho capito che ho ancora la sindrome “del primo libro”.
Non so se sono il sedicente coniatore di questo neologismo o se forse la mia scoperta è solo merito dell’oblio nietzschiano, ma non è importante.
Il nome di questa “sindrome” deriva da una frase che mi è rimasta molto impressa:
“Chi non legge nessun libro non ha nessun’idea
Chi legge un libro ha un’idea
Chi legge molti libri ha la sua idea”
Mi sono accorto, anche appunto grazie a te, che ero ancora metaforicamente al primo libro.
Nonostante io in teoria abbia concluso la lettura di diverse opere nella pratica sono rimasto sempre "al primo libro".
Rubavo le concezioni di amore a Neruda e a Kundera, qualche perla di saggezza di Picasso mescolando con qualche goccia di simbolisti francesi q.b. e un po' di Taleb che non fa mai male.
Se l’opera mi piaceva, allora l’idea era giusta. Se l’opera non mi piaceva, allora l’idea era solo un’idea opinabile come ci sono tante.
Anche guardando i tuoi video, come quelli di molti tuoi colleghi, tendevo a fare questa operazione.
Capendo però che dietro alle opinioni e ai pensieri c'erano delle persone, ho intravisto la bellezza del ragionamento e al contempo la sua fallibilità. Ho capito che anche ciò che era bello, logico, ben esposto e condivisibile era comunque umano e che dunque deve sottostare al wabi-sabi.
Ho capito che è vero che “siamo quello che mangiamo” anche culturalmente parlando, ma quello che siamo realmente, la nostra essenza, sta nella maniera con cui rielaboriamo quello con cui entriamo in contatto lungo il nostro percorso.
Quindi grazie di aver letto questa invettiva in toni educati e grazie di essere punto di riferimento e traguardo da superare.
il tuo ormai non più "fan", ma grande estimatore Guy
*Le T-Shirt???*
Ah shit, here we go again
Genialeeee....
hai ragione , shamat o shaamat ( come hai citato nell'esempio di scacco matto) in lingua URDU significa infortunio o sfortuna
...altro esempio!
L'untimo.
L'ultimo, perché sennó....
Sennó niente.
Per me i tuoi video, potrebbero durare 4 ore.
Riesci sempre a far andare a braccetto serietà e divertimento!
P.S. In siciliano i vestiti si dicono "robbi" e l'ombrello "paracqua" :D
anche in genovese l'ombrello si chiama "paracqua" e si pronuncia paregua. ;)
Devi assolutamente mettere in vendita questa maglietta.
Ottimo video come sempre. Un'appunto sulla parola ROBA. La sua etimologia è francone e vuol dire armatura o veste; il fatto che poi si usi per indicare l'insieme di beni materiali che uno possiede è un'estensione di significato, che parte proprio da lì. Negli inventari del '300 col termine roba s'intendeva prevalentemente l'insieme di gonnella, guarnacca e mantello... oggi diremo il "vestito da festa".
Roberto ora sono estremamente curioso di sapere perché l'alfiere in inglese si chiama bishop e gli scacchi chess. Come extra vorrei sapere anche l'etimologia della parola zamberlucchi :)
ruclips.net/video/ULASmyZVFOg/видео.html
@@leprescarlatta1950 grazie!
@@Petestratoguitar non c'è di che!
Penso che avere un linguaggio dove le parole le cambiamo con quelle più "corrette" porterebbe comunque dei vantaggi, ad esempio potrei arrivare al significato di una parola che non conosco senza avere troppi dubbi, ma soprattutto aiuterebbe che non è madrelingua
Ciao di nuovo Roberto. Sono l'autore di uno di quella manciata di commenti che aveva sottolineato l'etimologia di demente nel tuo primo video. Mi fa piacere sentire questa versione modificata e corretta.
Tuttavia ora sorge un altro problema secondo me.
Come dicevo nel primo commento, eliminato il valore di "participio presente" e "condizione in atto", a questo punto "demente" e "persona con demenza" condividono lo stesso valore concettuale, e diventa quasi una questione di forma, a mio parere abbastanza sciocca, volerne trovare differenze sostanziali.
E ancora una volta, varrebbe di più la pena combattere certi stigmi con l'educazione e la sensibilizzazione , piuttosto che con il politicamente corretto.
Ciao Fran!
La parola "demente" alla lettera significa "senza mente". Mentre l'espressione "persona con demenza" mette in primo piano il fatto che ci troviamo di fronte ad una persona, la quale convive con un fenomeno noto come "demenza", che consiste in un deterioramento progressivo, ma anche (questo va sottolineato) in crisi che sono episidiche, temporanee.
Ora mentre nessuno pensa che un narcolettico passi 24 ore al giorno dormendo, il luogo comune è che una persona con demente sua incapace di intendere e di volere (quindi letteralmente "de-mente") per tutto il giorno, tutti i giorni della sua vita, dalla diagnosi alla morte.
Così non è.
E in questo caso, come ho tentato di spiegare nel video, ritengo utile affrontare il problema da entrambi i lati. Opinione opinabile, la mia (come tutte le opinioni), ma condivisa con molti diretti interessati e addetti ai lavori. Perciò non credo che si possa liquidare la questione definendola "sciocca".
Un abbraccio
@@RobertoMercadini Ciao Roberto, scusami per il nome troncato (mi chiamo Francesco), e grazie per la risposta, è un piacere conversare con te.
Quello che volevo sottolineare è che se esistono certi preconcetti che sono quelli che hai brillantemente illustrato nel video, chiamando la persona in causa "persona con demenza" anziché "demente" non mi aspetto un grande cambio di prospettive.
Una persona concettualmente lontana da certe problematiche tenderà a creare lo stesso tipo di collegamento mentale tra le parole e l'idea sbagliata che possiede. Cioè quello di una persona "senza mente".
E scusa per il malinteso, ma non definirei mai questa questione sciocca, anzi. Nel mio ambito ritengo particolarmente importante sensibilizzare le persone ad abbandonare i luoghi comuni sulle patologie che intervengono sulle capacità cognitive, comportamentali e affettive. E ti ringrazio per aver sottolineato la questione in questo video
Un abbraccio
@@franp6377 Grazie a te, Francesco, per il proficuo scambio e per la correzione sull'etimo della parola "demente".
Un abbraccio
@@RobertoMercadini Per non parlare poi del dramma degli armadi, costretti spesso ad ospitare scheletri.
Ri-ri-ri grazie
Interessanti e divertenti, come sempre, i tuoi video! Comunque tutta la società di oggi, come quella di altri tempi, è basata su un linguaggio, che - lo si voglia o no - crea discriminazioni o pregiudizi o deformazioni di pensiero.
Ci sono parole come "sordo o anche privo di udito o duro di orecchie" che non fanno che esprimere un tipo di handicap. Eppure, nella realtà, quelle persone sono spesso considerate stupide perché chiedono più spesso di altri "come? Non ho capito!". Oppure dono considerati falsi perché gli altri non sanno capire "fino a che punto tu senti o no" e quindi pensano che tu "lo fai apposta" di non sentire... I casi sono infiniti!
Anche una parola come "divorzio", per altro tanto comune oggi, è una parola discriminante soprattutto per le donne, quasi sempre colpevoli di essere loro la causa del divorzio e spesso allontanate dagli amici perché di eventuale disturbo per le altre coppie.... La casistica è infinita perché le gelosie e le paure verso il proprio simile sono infinite...
Pietà per gli uomini e pietà per le parole che usano...
Spero sia una "serie" con puntate infinite!!! Grazie mille Roberto 😊💪🏻
Perché non fai un video con indosso lo ZAMBERLUCCO che tieni nell armadio?
Grazie