I desideri e il futuro

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  • Опубликовано: 14 окт 2024

Комментарии • 3

  • @Diana-hk7qx
    @Diana-hk7qx Год назад

    Se io vado verso un desiderio temendo il fallimento e concentrando la mia attenzione su quello che temo io otterrò ciò che non voglio. quando bisogna andare dritti verso una cosa non si puo pensare allo stesso tempo "ma se non la ottengo?" Perche io realizzerò esattamente quello. Spero di aver compreso il suo messaggio.

  • @ymorimac
    @ymorimac 2 года назад

    Mettiamo in contrapposizione diretta i nostri desideri e il futuro. Bene, non possiamo fare a meno di desiderare. Perché ogni essere vivente passa da uno squilibrio ad un equilibrio. Ed è vivente proprio perché ha questi due pistoni. Un essere vivente si distingue da uno non vivente come posso un tavolo perché ha delle grosse oscillazioni fra uno squilibrio e un equilibrio. Ha dei bisogni e deve colmare questi bisogni. Questo tavolo ha delle oscillazioni anche lui ma piccolissime è statico. Il freddo, il caldo lo può nu po' restringere o dilatare. Ma più di tanto non va non ce ne accorgiamo neppure. Ma le persone che abbiamo di fronte vediamo che oscillano continuamente. Tanto è vero che ci fanno paura. Per quale ragione? Perché gli uomini che stanno di fronte a noi non sono prevedibili. Pure sapendo che grosso modo debbono ad una certa ora andare a mangiare ma noi non riusciamo a capire bene cosa pensano e cosa non pensano.
    Uno dei bisogni che ha il nostro corpo è quello di mangiare, reintegrare il cibo e l'altro è quello di riprodurci. E qui comincia l'inferno per noi. Perché questo desiderio di riprodurci ci spinge verso un oggetto preciso e cioè che è un altro essere vivente che può aiutarmi a riprodurmi. E questo essere vivente non è come una tavola. Non è nemmeno come la mela che so dove andarla a prendere. Io so anche dove prendere quella donna che può aiutarmi a riprodurmi ma poi so che quella è un essere vivente che è imprevedibile. Non posso prenderla per il collo come faccio con una mela. Ho un bisogno e colmo il mio bisogno. So che ho bisogno del suo consenso. E il suo consenso è seriamente imprevedibile. Quindi mi trovo di fronte ad un futuro doppiamente incerto. Uno perché il futuro è incerto e non so come andrà a finire. E l'altro è che io non sono capace di leggere i pensieri dell'altro. E non so come la piglierà la mia offerta.
    Un timido cosa desidera? Desidera avere un sì da una fanciulla. E teme enormemente un no. Bhè ha ragione il timido, il futuro è di per sé in certo, l'altra può pensare tutto e il contrario di tutto. Ed io non ho nessun ago del pagliaio che mi da sicurezza che facendo così lei mi risponde sì. Un timido rimane di fatto lì immobile a vegetare e sta a pensar a quale cosa dir a quella fanciulla che ha adocchiato, che ha già valutato come bellina e che lui ci vorrebbe stare e che li piace pure molto. Si sta ripassando tutte le poesie, le canzoni, va su internet a trovare le frasi e gli aforismi migliori da poter dire. Cosa sta facendo un timido? Sta cercando un ago nel pagliaio per avere con sicurezza un sì ed evitare con sicurezza un no. Quindi un timido è stato molto educato alla prudenza e tutto quello che è riuscito a fare lo ha fatto solo perché c'era uno spauracchio che l'ha spinto a fare le cose. E lui ha introiettato questo schema vincente. Dello spauracchio che lo spinge a fare. Ma ora non c'è più nessun spauracchio, c'è solo il suo desiderio di volere il sì di questa donna. Perché se questa donna gli dice sì lui è contento e felice. Perché ho trovato un tesoro, il mio desiderio è importante. E se non ce l'ho? Ecco sono esposto ha un pericolo enorme. E ci vado del tutto disarmato e sono armato solo di una cosa. Ho bisogno di qualcuno che mi tiri un calcio nel sedere per andar qui. Ma non ci ho nessuno che mi tiri un calcio nel sedere per andare qui. E allora che fa il timido? Fa lui da carnefice o da pungolatore e nello stesso tempo da cacciatore o da seduttore o da operatore. Va cercando un ago del pagliaio, cioè va cercando la parola giusta. Un timido per fare un messaggio stupido su un telefonino dove non vedi manco quella lì, pensa dieci volte a che parola metterci o non metterci. Spesso fanno vedere il messaggio al dottore. Va bene questo messaggio? Che ne dice? E vuole un pungolo da noi che ci prendiamo la responsabilità di dire va bene vai. E in effetti spesso riescono a fare se noi diciamo vai. Non è una terapia fatta bene questa qui. Questa è una terapia momentanea. Possiamo anche spingere le persone a fare. E se siamo fortunati quello riesce e continuerà a chiedere a noi le cose e noi gli procureremo il pesce e lui se lo mangerà. Ma la psicoterapia non è procurare pesci perché dura poco. Dobbiamo insegnare al timido che non deve incastrarsi in questa trappola. Che non può trovare un ago del pagliaio, non c'è un ago del pagliaio che salva capre e cavoli. Quando tutto è incerto e soprattutto c'è una doppia incertezza. Quello del futuro in generale e quello del pensiero di un nostro simile, di un essere vivente. Io non sono onnisciente e non capace di leggere i pensieri dell'altro. E stranamente voglio dire una cosa che possa provocare con certezza un sì. Ma la mia mente non è stupida! Io li chiedo di far questo e quella fa resistenza. Perché sa che non si può fare prima di tutto. Ma nel fare resistenza scatena un inferno emotivo. E per fortuna scatena un inferno emotivo perché la mia attenzione va sull'inferno emotivo se no se mi viene in testa che quella parola così, quel gesto così, quello che mi ha detto lo psicoterapeuta così evito io posso partire non scateno nessun inferno emotivo. Attenzione io vado e voglio questo se no mi becco questo. Così ottengo ma così posso anche evitare. Se il mio paziente si muove sulla mia indicazione e la sua attenzione è su ciò che vuole evitare io sto spingendo il mio paziente a fare qualcosa per procurarsi quello che temeva. Ho fatto un operazione terribile. Cioè ho dato sicurezza all'altro di prendere una strada per evitare. Lui si muove e realizzerà quello che non voleva. Era meglio lasciarlo stare a scatenare un inferno emotivo. Almeno l'attenzione andava sull'emozione e non faceva danni.
    Il bipolare di fatto è un timido che va cercando un ago del pagliaio per ottenere quello che vuole per poter evitare. Un bipolare sta lì a menarsela un po' a scatenare un inferno emotivo. Poi nella ricerca di un ago del pagliaio, ha un indizio secondario che lì da la certezza che facendo così evita. Quando ha un indizio e dice faccio così ottengo ed evito va in una fase maniacale. E come si manifesta? Da per scontato he ha già ottenuto quello che voleva ma è girato e si comporta come chi é già diventato un grande industriale, un grande venditore lascia perdere tutto quello che faceva prima e comincia a comportarsi come se fosse un industriale, va a comprarsi macchinoni, fa, dice. Ecco la fase maniacale, perché ha trovato l'ago del pagliaio che li fa evitare quello che temeva. Quindi è molto motivato da quello che temo, cerco un ago del pagliaio per evitare. Ma io mi sto muovendo girato e lamia fase maniacale appena troverà un intoppo minimo si trasformerà nella cosa opposta di una tristezza infinita. Di un timore infinito che non ce la fo. E agisco come un pallone che si gonfia e si sgonfia. Ma per quale ragione agisco così? La psichiatria non lo dice. Il bipolare è un timido un po' più coraggioso che riesce a trovare un ago dl pagliaio per poter fare e per poter soprattutto evitare.

  • @carloenne1815
    @carloenne1815 6 лет назад

    Andrà a finire a tre tubi. ..