Una citazione di Tarkovskij a questo proposito forse può tornare utile (tratta da "Scolpire il tempo"): "In che cosa consiste allora l'essenza del lavoro dell'autore nel cinema? Convenzionalmente lo possiamo definire come una scultura nel tempo. Analogamente a come lo scultore prende un blocco di marmo e, guidato dalla visione interiore della sua futura opera, toglie tutto ciò che è superfluo, così il cineasta dal 'blocco del tempo', che abbraccia l'enorme e incalcolata somma dei fatti della vita, taglia fuori e getta via tutto ciò che non serve, lasciando solo ciò che deve divenire un elemento del futuro film, ciò che dovrà costituire una delle componenti dell'immagine cinematografica. In questo atto si realizza la scelta artistica che caratterizza ogni genere di arte."
Meravigliosa citazione! Trovo l'espressione "scultura nel tempo" davvero molto suggestiva ed adeguata. Il regista, come tutti gli artisti, deve modellare, scegliendo cosa mostrare, e cosa più importante, scegliendo cosa non mostrare. Sicuramente Tarkovskij potrebbe essere il protagonista di uno dei prossimi episodi. Grazie per lo spunto!
Ciao Beatrice. C'è da chiarire che ogni film comunica aspetti diversi della realtà e della propria arte in base allo spettatore che lo recepisce e lo esamina. Bazin pensava che l'interrogazione nascesse dalla qualità riproduttiva del cinema, e in più da un linguaggio che sapesse esaltarla, valorizzarla. L'argomento è complesso ed anche aperto. se dovessi seguire l'ottica di Bazin secondo cui la scomparsa degli artifici scenici corrisponde ad un surplus di realtà nel cinema, allora ti consigliere i neorealisti italiani, e poi registi più contemporanei come Lav Diaz, Tsai Ming-liang e Apichatpong Weerasethaku. Sono tutti registi che fanno dell'attesa e dei tempi sospesi un motivo di interrogazione. Ma, per quanto mi riguarda, riflessioni sulla realtà e il cinema mi vengono date anche da Martin Scorsese, Charlie Chaplin, Woody Allen, Ingmar Bergman e tanti, tanti altri.
Bravo. Ottimo aiuto per me che sto preparando l'esame di storia del cinema!
Bravissimo !
Una citazione di Tarkovskij a questo proposito forse può tornare utile (tratta da "Scolpire il tempo"): "In che cosa consiste allora l'essenza del lavoro dell'autore nel cinema? Convenzionalmente lo possiamo definire come una scultura nel tempo. Analogamente a come lo scultore prende un blocco di marmo e, guidato dalla visione interiore della sua futura opera, toglie tutto ciò che è superfluo, così il cineasta dal 'blocco del tempo', che abbraccia l'enorme e incalcolata somma dei fatti della vita, taglia fuori e getta via tutto ciò che non serve, lasciando solo ciò che deve divenire un elemento del futuro film, ciò che dovrà costituire una delle componenti dell'immagine cinematografica. In questo atto si realizza la scelta artistica che caratterizza ogni genere di arte."
Meravigliosa citazione! Trovo l'espressione "scultura nel tempo" davvero molto suggestiva ed adeguata. Il regista, come tutti gli artisti, deve modellare, scegliendo cosa mostrare, e cosa più importante, scegliendo cosa non mostrare. Sicuramente Tarkovskij potrebbe essere il protagonista di uno dei prossimi episodi. Grazie per lo spunto!
fratello dove sono gli altri episodi, sei bravissimo
Molto preparato, complimenti !
Grazie professò! :*
Chiedo scusa, quali sarebbero i registi che riescono ad usare il linguaggio in modo che il cinema interoghi la realtà e dunque se stesso?
Ciao Beatrice. C'è da chiarire che ogni film comunica aspetti diversi della realtà e della propria arte in base allo spettatore che lo recepisce e lo esamina. Bazin pensava che l'interrogazione nascesse dalla qualità riproduttiva del cinema, e in più da un linguaggio che sapesse esaltarla, valorizzarla. L'argomento è complesso ed anche aperto.
se dovessi seguire l'ottica di Bazin secondo cui la scomparsa degli artifici scenici corrisponde ad un surplus di realtà nel cinema, allora ti consigliere i neorealisti italiani, e poi registi più contemporanei come Lav Diaz, Tsai Ming-liang e Apichatpong Weerasethaku. Sono tutti registi che fanno dell'attesa e dei tempi sospesi un motivo di interrogazione.
Ma, per quanto mi riguarda, riflessioni sulla realtà e il cinema mi vengono date anche da Martin Scorsese, Charlie Chaplin, Woody Allen, Ingmar Bergman e tanti, tanti altri.
NO BAZAN MA BAZEN SI PRONUNCIA
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