Fa lo stesso effetto anche a me il pensiero di Severino, magistralmente spiegato dal prof. Saudino, ma poi mi chiedo: da dove nasce la necessità della rassicurazione? Non nasce forse in risposta all'angoscia del divenire? Ma, se è così, non mi pongo in contrasto rispetto proprio a quanto sostiene Severino circa l'inesistenza del concetto stesso di "divenire"? E dunque mi dico: se ritieni verosimile il pensiero di Severino (ma dovrei essere in possesso di ottime basi per poterlo discutere), non può essere perché esso è per te rassicurante, altrimenti sarebbe un ragionamento viziato a monte. Da qui la mia continua ricerca. 🙂
La scienza col suo divenire è debitrice del concetto ottimistico del cristianesimo , non moriremo mai , il Dio è morto e la tecnica ha preso il suo posto , bellissimo questo concetto del morire come ritorno al eternità , grazie maestro per questa sintesi
Bellissima condivisione! E uno specialissimo ringraziamento per tutto l'impegno e l'energia che ci mette. Personalmente i suoi video sono veramente belli e potenti. La ammiro e ringrazio molto! Grazie ancora! Veramente! Grazie! Senza lusinghe, semplicemente a "Cesare ciò che è di Cesare!" Grazie!
Grazie di aver esaudito questa richiesta. Mi permetta di esternare la mia stima e gratitudine nei suoi confronti per tutto quello che fa, utilissimo per tutti ma soprattutto per noi giovani.
un pensiero grande quello di severino, una gigantomachia. Un pensiero assolutamente imparziale che guarda senza pregiudizio alla verità. Ed è una verità grande e tragica insieme, più drammatica dell'eterno ritorno ritorno di nietzsche. tutto è eterno, dalla cosa più bella alla cosa più terribile mai apparsa nei "cerchi dell'apparire". Eterni sono gli attimi di felicità, eterno è l'uomo sbranato dal leone, eterno è il superamento della contraddizione nella gioia che poi è la morte...ecco nel discorso della gioia si toccano vette di filosofia davvero di estrema difficoltà...è un autore di difficoltà estrema, i "suoi scritti" sono complessi al pari della matematica quantica.
Ma se le cose sono solo momenti e apparenze dell'Essere eterno allora letteralmente non possono essere eterne. E' eterno l'essere o gli enti/essenti? Se le cose sono eterne allora Severino non è parmenideo, perché per Parmenide è eterno l'Essere, non gli enti. E se noi siamo momenti che appaiono e scompaiono, pur magari ritornando eternamente, allora non siamo eterni, al massimo ciclici/ritmici
Professore buona sera. Il pensiero di Severino è tutt'altro che complesso, per chi nutre amore e passione filosofica. Non ultimo, le posso dire che a mio giudizio, negli ultimi anni della sua vita, egli si è intimamente convertito al cristianesimo. Un buon saluto. Questo: PM
Prof.lei è il decimo toro Siete dei filosofi antichi soppravvisuti nei secoli ,guide che ci indicano la Stella del nord ci ricordate la nostra vera natura di essere Umani . Grazie 🌷♥️🌷♥️🌷♥️🌷♥️🌷♥️🌷
Un bel bicchiere d' ACQUA fresca ed una Doccia ti fortifica e ti ristora... Quanti/e non ne possono " godere " ! E' già tanto... LODE A DIO... non siamo migliori di chi non gode neanche di questo💦🥀💦🥀💦🥀🌬️🇮🇹🌍☁️🫂🕊️☁️👼🏻
Grazie infinite per lo sforzo fantastico di avermi finalmente reso un po' più comprensibile il pensiero del Prof. E. Severino, tornato agli Eterni. Non è privo di angoscia esistenziale poter accettare i suo pensiero il nichilismo, e gli Eterni, questo è la mia prima sensazione, in altre parole sembra difficile riuscire a sradicarsi dal pensiero logico, dalla ragione, dalla Scienza, e dagli immutabili senza provare una sorta di angoscia.
Ho la fortuna di avere come insegnante un allievo diretto di Severino (face la tesi su di lui, con lui). Che dire, Severino è la filosofia; il suo pensiero perfetto e inattaccabile può solo essere contemplato. Egli non è morto, è solo svanito alla vista ed ora è nella Gioia eterna
Ciao! Dal momento che hai avuto un contatto quasi diretto con Severino, ti faccio questa domanda... a livello pragmatico cosa cambia tra la versione “fisicalista” e quella “severiniana” di un evento? Nel primo caso diciamo, ad esempio: la mela cade a causa della forza di gravità. Nel secondo: è destino che ci appaia che la mela cada a causa della gravità. Le due affermazioni sono pragmaticamente equivalenti a meno di un appesantimento verbale.
Scusami ma questa idea che sia in una gioia eterna piuttosto che essere semplicemente morto, non è forse una di quelle consolazioni che egli denuncia come reazioni all'angoscia dell'illusorio divenire? Questa eternità, non cancella la morte, perché Severino pur tornando all'eternità non è cosciente, e di conseguenza sempre morto è. E di conseguenza non svanisce neanche l'angoscia della morte. Dire che gli enti sono eterni è estremamente problematico, perché se spariscono e riappaiono devi dirmi dove vanno e cosa fanno nel mentre. Se sono eterni nel senso che ritornano eternamente, beh questo non cambia nulla esistenzialmente perché sempre finiti sono. L'eternità è la continuità, non l'apparizione intermittente (anche la stessa ciclicità della natura si dice eterna perché la si ascrive sempre alla stessa cosa. Le varie stagioni sono in tensione, ciclicità e dinamismo, ma la Natura no. Noi diciamo che la Natura è eterna o che lo sia il ciclo delle stagioni, non sono eterni in sé l'autunno, l'inverno ecc, anche perché non sono mai gli stessi). Dire invece che l'essere è eterno e noi ne siamo momenti comunque non cancella il divenire perché noi ci dobbiamo vivere con le cose che mutano. E il fatto che esista dietro una struttura fissa non significa che queste cose siano ombre o fantasmi come diceva Parmenide. Sono le cose concrete della nostra vita che amiamo e temiamo. Forse non ci permettono una conoscenza incrollabile, ma la stessa scienza ha rinunciato a ciò un secolo fa. Oggi gli ingegneri, i chimici, i fisici e via dicendo studiano la statistica e la probabilità, che è comunque un'irregimentazione del puro caos-tyche, te lo concedo, ma è comunque un'umiltà epistemica infinitamente superiore a quella di un Cartesio o di un Galileo
Ho appreso da poco della scomparsa del prof. Severino, il piu` grande filosofo italiano contemporaneo ed uno dei piu` grandi anche a livello mondiale. Mi rammarico che in Italia la sua enorme figura non sia stata abbastanza lodata, mentre altri "pensatori" minori lo siano stati senza alcun merito.
Severino è difficile da apprezzare perché è difficile da capire. In un certo senso, sembra brutto dirlo ma assicuro non sto facendo un discorso elitario, il fatto che sia così difficile da capire per chi è digiuno di filosofia è sintomo di quanto il pensiero di cui si fece portavoce è analiticamente rigoroso, una logica talmente serrata che risulta impossibile da capire o da accettare per chi è fortemente legato all'esperienza sensibile e poco avvezzo al ragionamento astratto. Io ricordo ridendo che, quando cominciai a studiare filosofia, risi di Severino, giudicandolo assurdo proprio perché ciò che affermava è così lontano dalla nostra normale esperienza (sempre per questo motivo, ad esempio, apprezzavo enormemente Galimberti, che in quanto fenomenologo è molto più facile da capire). Ed ora, dopo due anni e mezzo di studio serrato, quasi ingordo della filosofia (a cui ho dedicato quasi tutto il mio tempo libero privato), eccomi qui, prostrato dall'ammirazione di quello che, secondo me, è stato uno dei più grandi filosofi contemporanei e forse di tutti i tempi. Secondo me, ovviamente.
@@danilomodonesi5977 per nulla d'accordo. Lo trovo una delle figure che ha fatto più male al pensiero occidentale e che ha dato assolutamente meno contributi. Gli argomenti sono sconclusionati ed il fatto che siano "logici", strano poi usare questo termine perchè a Severino mi sembra che di Frege e compagnia importi zero, non vuol dire assolutamente nulla in quanto costruzioni concettuali che considero folli perchè non si aggrappano assolutamente a nulla se non all'etimologia delle parole
@@danilomodonesi5977 non ha spostato l'evoluzione del pensiero umano di una virgola... Ma molti restano affascinati dalle cose che non capiscono, una sorta di estasi ebete! Ognuno si droga un po' come preferisce 😂😂😂
Le è enorme! Eccezionale il fatto che qualcuno si prenda la briga di divulgare Severino! Le dedico una mia poesia: GLI ETERNI Quando il vento porta via le tue certezze, dalla tua ombra emergono LORO, e come luce nel buio ti offrono l'ORO ORO di saggezza ORO di fiducia ORO di chiarezza Quando un sistema crolla, dalle ceneri puoi contemplare la loro presenza e ogni modello di vita viene ridipinto EVOLVENDOSI SVILUPPANDOSI RICREANDOSI Quando tutto sembra fermo dall'inconscio della "grande legge" ,loro cambiano tutto, e la modificazione è in atto un ATTO di dolore un ATTO di magia un ATTO d'amore Gli ETERNI e la loro OPERA Gli ETERNI e la loro ESISTENZA SENZA PAURA, SENZA MATERIA, SENZA TEMPO!
Che meraviglia, sì, ci si assenta parzialmente, sono d’accordo! Bellissimo video su una figura che conoscevo poco. Aspetto con gioia la lezione di domani! Aspetto anche il nome della libreria in cui ci sarà la presentazione del libro a Napoli! Un saluto enorme 💐👏🏻👏🏻👏🏻
Grazie mille! Era davvero difficilissimo condensare il pensiero di Severino in mezz'ora, ma è stato davvero chiaro! Sarebbe possibile, in futuro, avere un video dedicato a Manlio Sgalambro?
RIP il grande filosofo Severino. A me risultò sempre un po' ostico, giacché ascoltandolo rimanevo sovente impigliato nella foresta concettuale. Insomma, per la mia forma mentis pensava a dismisura. A ciò che par Menide preferisco quel che era Clito.
Gentile Professore, per Severino Leopardi è tra i massimi filosofo degli ultimi secoli. Non ritiene necessaria una "scheda" su questo gigante sotto l'aspetto filosofico?
Tutto ben spiegato dal Prof. Saudino, però un concetto non mi torna: come può essere la morte un "assentarsi dall'eternità" e, contemporaneamente, un "ritorno all'eternità"? Forse si voleva dire, nel primo caso, che la morte è un "assentarsi dall'apparire dell'eternità" e cioè da ciò che noi comunemente chiamiamo "vita"...
Gentile sig. BarbaSophia, è incontrovertibile che Lei non ha letto nulla di Severino. Non si faccia prendere dal proprio personaggio: nessuno La obbliga a pronunciarsi su materie che non conosce. Si metta a studiare. Rimandato.
Pensavo fossi il solo a pensarla in questo modo... Non ho mai compreso chi tenta di ridurre la sapienza, la scienza prima, la res cogitans, a una disciplina scolarizzata, impacchettata in sterili definizioni, insomma materia retorizzata, la quale invece è parte della prassi filosofica, o meglio strumento! Quasi stento a definirla utilizzando il termine più comune di "filosofia" per non cadere nel mantra di disciplinare qualcosa che non si può disciplinare...! Per restare al maestro Severino, mi piace declamarla con THAUMA, stupore misto a terrore riferito alla meravigliosa condizione umana! Se qualcuno avesse la seria curiosità di comprendere, legga o ascolti Severino, considerato il fatto e la fortuna che è stato in mezzo a noi fino a qualche tempo fa....allo stesso modo si leggano le opere dei grandi dell'umanità, non si limiti l'ascolto a quattro definizioni estratte da manuali brutalmente scolarizzati, che nulla hanno a che vedere con la conoscenza e con la descrizione del cosmo e dei suoi enti , della infinità di questo thauma; Severino è sicuramente tra gli ultimi grandi geni che hanno conferito magistrale essenza agli enti e all'uomo stesso in quanto ente/essente, fuori dalla potenza dei miti...!
Grande lezione prof, su un argomento molto complesso. Severino era un gigante, ma lei non è da meno. Dunque se ho capito io sono un apparenza e la morte mi riconduce all'esterno. ?? Giusto?
Grazie, le sue lezioni sono entusiasmanti. Ci ha chiesto di ricordarle di farne una sul rapporto Eraclito - Parmenide e forse avrei dovuto attendere qualche giorno ma... Quando? Quando?
L'auto-confutazione in cui s'imbatte Severino può essere mostrata a partire dalla comprensione dell'astrattezza dell'identità dell'esser-sé immutabile così come Severino la intende dalla quale discende un'idea astratta del mutare dell'essere del quale egli ritiene di aver mostrato inconfutabilmente l'impossibilità. La totalità delle identità-differenze sincroniche (= non diacroniche = simultanee) che è ed appare nella dimensione che Severino chiama "apparire infinito" (cioè nella verità dell'essere dove tutte le contraddizioni sono risolte) si dimostra infatti insufficiente a determinare in modo esaustivo l'essere e l'apparire degli essenti entro la dimensione che Severino chiama "apparire finito". In sostanza, la relazione tra finito e infinito così come è stata posta da Severino presenta ancora un residuo nichilistico che, se non viene debitamente corretto, determina la nullificazione dell'esser-sé della determinatezza di ogni differenza diacronica ( = processuale = non simultanea). Se seguiamo Severino infatti mi sembra inevitabile imbattersi nel problema di doversi limitare ad affermare il mero APPARIRE della determinatezza di ogni differenza diacronica, senza riuscire ad affermare (come necessario) anche l'ESSERE della determinatezza di ogni differenza diacronica, ossia di ogni specifica diacronia, ossia di ogni nesso ontologico che correla il prima al poi. Sono d'accordo con Severino che l'interpretazione del divenire come "diventare altro" sia una cattiva interpretazione, ma allo stesso tempo se vogliamo comprendere a fondo il divenire non basta fermarsi a mostrare l'incontraddittorietà della totalità delle differenze sincroniche. La rimozione di valenza ontologica al divenire (perché essa costituirebbe l'affermazione del "diventare altro" dell'essente) implica a mio avviso di porre l'identità dei non identici in quanto l'esser-sé dell'«apparire non più / non ancora» viene ad essere identificato all'esser-sé del «non apparire» simpliciter cioè prescindente dalla determinatezza della specifica diacronia del poi rispetto al prima e del prima rispetto al poi. Se l'esser sé diveniente viene annullato allora il "non più" e il "non ancora" non hanno più alcuna consistenza ontologica, sì che l'esser sé di qualcosa che "non appare" è identico all'esser sé di qualcosa che "non appare ancora" ed è identico all'esser sé di qualcosa che "non appare più". Si può ricorrere alla seguente formulazione: (1): [A = x(t-1) - x(t)] = [x(t-1) - x(t) = A] la quale esprime l'esser sé dell'apparire della differenza diacronica determinata del «non apparire più» di ciò che a x(t-1) conveniva PRIMA del sopraggiungere di x(t) e del «non apparire ancora» di ciò che a x(t) converrà DOPO il suo essere sopraggiunto ad x(t-1). Severino, come è noto, nega consistenza ontologica alla determinatezza dell'essere il prima una specifica diacronia rispetto al poi e dell'essere il poi una specifica diacronia rispetto al prima in quanto nell'apparire infinito nulla può sopraggiungere in quanto in esso tutto è già da sempre ed eternamente. La situazione prospettata da Severino nell'apparire infinito può essere indicata mediante la formula che esprime l'esser-sé dell'apparire prescindente da ogni riferimento al tempo (t), ossia eliminando dalla (1) l'essere il prima una specifica diacronia rispetto al poi e l'essere il poi una specifica diacronia rispetto al prima, o, che esprime in altri termini l'esser-sé dell'apparire del «non apparire simpliciter» di un determinato processo diacronico, nel modo seguente: (2) [A = x] = [x = A] Ora: per Severino, la "differenza di essere" della (1) dalla (2) non può sussistere in quanto tra la (1) e la (2) può sussistere SOLTANTO UNA DIFFERENZA DI APPARIRE. Infatti nella (2) la soppressione della "t" che compariva nella (1) sta a indicare che la processualità diacronica nell'orizzonte immutabile dell'apparire infinito non soltanto non deve apparire, ma soprattutto deve essere priva di consistenza ontologica in quanto è necessario che nell'infinito sia nulla la differenza DIACRONICA tra ciò che non appare ancora e ciò che non appare più, laddove invece la (1) esprime l'esser sé dell'apparire della determinatezza del «non apparire più» di ciò che a x(t-1) conveniva PRIMA del sopraggiungere di x(t) e del «non apparire ancora» di ciò che a x(t) converrà DOPO il suo essere sopraggiunto ad x(t-1). Alla luce delle considerazioni svolte si comprende perché l'ontologia severiniana sia impossibilitata a porre nell'apparire infinito la distinzione tra la (1) e la (2) che QUANTO AL LORO ESSERE consistono nel medesimo, proprio in virtù del senso dell'immutabilità dell'identità severiniana che è del tutto indifferente al tempo, non essendo riconosciuta al divenire (in quanto diacronia) alcuna concreta consistenza ontologica, ma solo il suo apparire astratto nel finito. Per ricorrere ad un esempio che era assai caro al maestro Severino, poniamo che la (1) si riferisca all'esser sé dell'apparire (A) del differire diacronico determinato tra la legna x(t-1) e la cenere x(t) che conviene alla determinazione del processo di combustione (x) considerato. Sì che la (1) significa l'esser sé dell'apparire (A) della differenza diacronica fra il «non apparire più» di ciò che alla legna conveniva PRIMA del sopraggiungere della cenere e il «non apparire ancora» della cenere che alla legna converrà DOPO il suo essere sopraggiunta alla legna. La (2) significa l'esser sé dell'apparire (A) del «non apparire simpliciter» del processo di combustione (x). Stante il senso dell'identità severiniana che si riferisce all'essere immutabile (non diveniente nel tempo) nell'apparire infinito non è consentita ALCUNA DIFFERENZA DI ESSERE tra la (1) e la (2) che quindi sono il medesimo. Stante inoltre che nell'apparire infinito essere ed apparire sono il medesimo, ne segue che l'interpretazione non nichilistica del divenire, da ultimo, per Severino deve concludere non soltanto che l'essere-sé diveniente non appare, ma che propriamente non è. Questa conclusione tuttavia si regge sull'insolubile aporia in cui si chiude l'ontologia severiniana, poiché essa, da un lato, non può negare l'apparire del divenire processuale e, dall'altro, in quanto esso è necessariamente un nulla ontologico, a rigore, non potrebbe neppure venire affermato come apparire del divenire processuale, in quanto è lo stesso Severino a sostenere (in Essenza del Nichilismo) che il nulla non può apparire. Concludendo, Severino non riesce a porre la negazione di valenza ontologica al divenire poiché tale negazione subisce la sorte di auto-negarsi per via di confutazione elenctica, stante la necessità che ad apparire sia sempre ed inevitabilmente un esser-sé e quindi tale negazione si auto toglie in quanto negazione della necessità che il sopraggiungente includa l'esser sé che compete alla propria determinatezza diacronica (= diveniente).
Quello che non capisco di Severino e della scuola di Elea è come spiegano il divenire. Ho capito che è un'apparenza, ma anche le apparenze devono essere spiegate. Non penso che basti dire che è un'allucinazione, ossia un'illusione della nostra mente. D'altra parte, il nostro agire si basa su delle idee su come funziona il divenire. Se non ci fossero regolarità, ogni decisione sarebbe inutile. Invece, già prima dello sviluppo della scienza, l'umanità è stata in grado di fare buone previsioni sul divenire, e quindi di agire in modo da ottenere i risultati desiderati. Come viene spiegata tale regolarità del mondo?
Cerco di risponderti, per la scuola di Elea la questione è logica, se il non-essere non è, il divenire è un illusione e quindi lo è anche il molteplice. Malgrado Severino si riferisca alla scuola di Elea, il suo vero referente è Einstein e la relatività ristretta e generale, che attraverso dimostrazioni sperimentali scientifiche negano che esista un tempo assoluto, che diventa una struttura quadridimensionale ovvero lo spazio-tempo che però trascende la nostra struttura mentale sebbene possiamo coglierne gli effetti e il significato filosofico. La scoperta che il nostro universo ha in realtà dimensionalità ulteriori rispetto a quelle che sperimentiamo, ci permette di cogliere quello che da sempre la filosofia ha intuito. Già Einstein asseriva al suo amico italiano Besso, che la morte è un illusione, in quanto siamo parte di blocco di spazio-tempo, che non diviene ma è eterno. in questo senso qui nessuno nasce e nessuno muore ed in questo senso gli enti sono eterni. Severino riprende tale concetto, ma a differenza di Einstein con una intenzione simile a Bergson, introduce la coscienza che Einstein nel suo approccio oggettivistico aveva ignorato. La coscienza è la "luce" che permette agli enti di manifestarsi, ma questa coscienza non è individuale ma universale. Severino fa l'esempio della pellicola, che arrotolata nella bobina è nel non manifesto, ma proiettata sullo schermo grazie alla luce della coscienza universale, manifesta i singoli fotogrammi nel divenire della proiezione. I fotogrammi sembrano passare dal non essere all'essere e viceversa, ma in realtà essi sono parte permanente della pellicola. Così per analogia, nel blocco quadridimensionale di spazio-tempo noi occupiamo allo stesso modo tale struttura che la coscienza taglia come una fetta di luce che sembra scorrere dandoci l'illusione che stiamo divenendo. Il problema è che noi siamo alienati, cioè non ci rendiamo conto che dal punto di vista della coscienza universale, non c'è alcun divenire perché l'intera struttura spazio temporale e afferrata come un totalità simultanea da questa coscienza. In pratica noi siamo dentro l'immaginazione di una mente che ha una struttura dimensionale superiore alla nostra. E' per analogia il processo subcreativo di cui parlava Tolkien, cioè come lui immaginava la terra di mezzo e questa prendeva vita nella sua immaginazione, così la coscienza universale che pensa questo mondo però lo pensa con un atto simultaneo nella sua totalità e lo manifesta, ma noi che ne siamo parte lo cogliamo per aspetti. Proprio per questo il mondo che sperimentiamo è o almeno sembra regolato in modo fine e prevedibile in linea generale, perché per esistere necessita di una struttura. Per Severino siamo quindi dalle parti di un determinismo assoluto, anche se come lui fa notare il suo approccio trascende il tema del libero arbitrio o della predestinazione in quanto dal punto di vista della coscienza universale tale distinzione non ha senso. Noi siamo come i personaggi di un film che se la trama lo permette possono rendersi conto di essere in una finzione, e che in realtà sono manifestazioni dell'autore. Se qualcuno dei personaggi coglie che è la manifestazione dell'autore, si identifica sempre di più con esso riunificandosi ed entrando così nella Gioia. La cosa particolare è che lo stesso Paolo di Tarso aveva lo stesso concetto del tempo, quindi Severino non è affatto incompatibile con il cristianesimo come si crede. Infatti nel cristianesimo si parla di "Già, non ancora" dove la totalità del tempo della storia è già tutto presente, ma noi apparentemente percorriamo il viaggio verso la salvezza.
Grazie Prof, devo dire che nel pensiero di Severino però c'è qualcosa che non mi convince, diciamo che i postulati su cui fonda il ragionamento non mi convincono. Per esempio l'idea di essere eterno di per sé può anche soddisfare però è necessario un origine ( un archè) una sorta di motore Aristotelico altrimenti rimane il paradosso del regresso all'infinito
Ciao Matteo, mi chiamo Federico e sono di Reggio Emilia. Potresti spiegarmi meglio a cosa ti riferisci nell'ultima parte del video? Hai scritto un libro e lo presenterai in giro per l'Italia? Hai detto che verrai a Salsomaggiore, dove di preciso?
Uscendo dall'apparenza della vita e tornando nell'Eterno il nostro Non divenire resterà eternamente consapevole ed individuale o rientrerà in un eterno neutro e inconsapevole?
E soprendente il fatto che lei professore parla di Severino ..rimango stupefatta dal tempo che la seguo ..non aveva Mai parlato...bene ..questo grande pensatore contemporaneo aveva messo in una succube discussione tutto il pensiero occidentale ha saputo di dare alle piu eccelsi menti filosofici preceduti a lui una mera consolazione sotto una parlola Illusione..per me rimane uno dei rarissimi filosofi della nostra epicha che ha saputo di esporre un pensiero forte e nel frattempo radicale la sua critica mi perdoni rimane una critica formidabile al nichilismo alla quale nessuno (e lo ripeto NESSUNO ha avuto il coraggio superare dialetticamente)nemmeno suo allievo
Ciao Matteo la tua lezione sul pensiero di Severino è davvero completa e chiarissima. Una cosa non ho mai capito di questo pensiero e spero tu possa essere in grado di darmi spiegazione. Intanto che siamo in vita noi che siamo una determinazione unica dell'essere percepiamo e viviamo la gioia, la sofferenza, l angoscia, il piacere ecc ma dopo la nostra morte particolare e fisica ciascuno di noi secondo Severino cosa continuerà a vivere se ritorna all'eterno essere?. Grazie
In che modo l' "eterno ritorno" si concilia con l'eternità dell'Essere? Lei li ha considerati sinonimi, ma l'eternità dell'Essere è aliena dal tempo, mentre l' "eterno ritorno" ha nel tempo la propria base costituente (torna solo ciò che è andato).
Non conosco che alcune fondamentali premesse del pensiero di Severino. Pertanto questa è una mia interpretazione, che mi sembra tuttavia basata sull'assunto parmenideo e sulla logica. La materia che prima costituiva il corpo dei dinosauri partecipa ancora all'eternità del tutto. I loro corpi si sono decomposti in massima parte, sono stati soggetti all'autolisi e alla putrefazione, e la materia che li componeva si è così probabilmente compressa sullo scheletro, oppure staccata e venendo così inglobata nella terra, oppure ancora è stata mangiata da altri organismi viventi. Nella prospettiva di Severino, niente può essere distrutto, ed è qualcosa che l'esperienza può negare solo a primo livello d'analisi. Infatti, se brucio un pezzo di legno, la quantità di materia (cenere più i gas prodotti dalla combustione) che avrò alla fine della combustione è inalterata, anche dal punto di vista della massa (legge di Lavoisier o di conservazione della massa). Ma Severino, oltre a constatare che la massa non cambia alla fine del processo, procede con l'affermare l'impossibilità del legno di essere ontologicamente diverso dalla cenere e dal gas che si è prodotto. In questo Severino si distacca da Parmenide, il quale credeva che l'essere si trovasse al di là del sensibile, e che invece il nostro fosse il mondo dell'apparenza, della doxa, del non-essere. Invece Severino mi pare affermare che tutte le cose del mondo sensibile siano e siano eternamente, essendo ciò necessario dal momento che il nulla è impensabile logicamente. La vita, pare affermare Severino, non è l'unica configurazione possibile dell'essere: anche ciò che non è vivo, nella sua prospettiva, deve assumere il carattere ontologico. Inoltre comunemente, ingannati dall'illusione che esista un tempo che trascorre lentamente, siamo portati a fare un esempio molto remoto come quello dei dinosauri. Ma il discorso può essere più comprensibile se, invece di considerare animali morti da milioni di anni, consideriamo un cadavere, possiamo osservare un disfacimento (non annullamento) simile a quello del dinosauro. La materia del cadavere non va nel nulla, continua a essere ma non nella forma della vita; invece, le azioni, il ricordo, le idee del defunto continuano a esistere se vengono in qualche modo fissate, attraverso la tradizione orale o (meglio) la scrittura. Altrimenti, rimane l'aria emessa durante l'atto del parlare esprimendo un certo pensiero, che è comunque materia; e quando l'aria delle parole raggiunge l'orecchio e quindi il cervello di un altro vivente, viene analizzata ed elaborata dal cervello, il quale produce così altre idee a partire da quelle precedenti. La trasformazione (o divenire) è solo apparente, non possiede carattere ontologico, il quale invece spetta solo all'Essere, che deve pertanto essere eterno.
Venni a contatto col pensiero di Severino all' età di 17 anni e fu un incontro scovolgente e decisivo. Anni passati su La struttura originaria ed Essenza del Nichilismo, una delle personalità più grandi mai apparse!
Bellissima lezione, che sembra proprio rispondere alla mia intenzione di conoscere, di autostudiarmi, in qualche modo, il pensiero di questo filosofo recentemente scomparso, che non conoscevo se non per il fatto di aver aperto qualche suo video qui su youtube sul pensiero greco(Platone, Parmenide) che ho subito smesso di guardare, non amando la filosofia greca. L'idea della morte come un ritornare all'eternità e come un momentaneo assentarsi dal mondo del divenire mi piace molto, anche se proprio questo negare il divenire dell'essere da parte di Severino non mi convince, da buon "empirista". Gli anni passano, le cose mutano, tutto ciò non può essere un'illusione collettiva. Oso, ora, fare una richiesta quasi impossibile, forse, da esaudire: potrebbe, quando ne ha tempo e voglia, fare un video sul significato, in filosofia, per i vari filosofi del concetto di essere? Concetto, che a quanto ho capito, non ha avuto mai nella storia della filosofia una interpretazione univoca, o sbaglio? Buona giornata, Vincenzo.
secondo quanto sostiene il Dott Severino 1+1=2 è e non è cominciato ad essere ad un certo punto, portando così un esempio concreto di episteme e insieme di verità sempiterna
ciao però il prof serafino massoni obietta sul fatto che severino emanuele non ci dice cosa ci aspetta dopo la morte cioè cos'è quell'infinitamente di più che ci attende dopo che siam morti che gli uomini non suppongono nè sperano se appunto non si tratta di paradiso??
Onestamente non capisco questa contrapposizione tra eternità e divenire. La contrapposizione potrebbe essere tra eternitá e momentaneo e tra staticità e cambiamento. Quindi io l'Essere lo vedo come eterno ma anche cangiante. Un essere in eterno divenire potremmo dire.
TAUMA... Basta la FEDE che , come sostiene Ravasi, puo' essere continua ricerca in questa Vita...altrimenti, Che Vita sarebbe???🫂🕊️☁️👼🏻👼🏻☁️ Essa ( la Fede ) si affina sempre di più fino a che quel frammento d' infinito che conserviamo dentro di noi, si unisce al Tutto. ( = La Bambolina di sale 🪆= la + più piccola, la più preziosa ) .
Severino, in realtà, critica Parmenide. Per quest'ultimo è eterna la totàlità( l'uno) e non i singoli essenti. Per Severino sono eterni tutti i singoli essenti.
La materia che prima costituiva il corpo dei dinosauri partecipa ancora all'eternità del tutto. I loro corpi si sono decomposti in massima parte, sono stati soggetti all'autolisi e alla putrefazione, e la materia che li componeva si è così probabilmente compressa sullo scheletro, oppure staccata e venendo così inglobata nella terra, oppure ancora è stata mangiata da altri organismi viventi. Nella prospettiva di Severino, niente può essere distrutto, ed è qualcosa che l'esperienza può negare solo a primo livello d'analisi. Infatti, se brucio un pezzo di legno, la quantità di materia (cenere più i gas prodotti dalla combustione) che avrò alla fine della combustione è inalterata, anche dal punto di vista della massa (legge di Lavoisier o di conservazione della massa). Ma Severino, oltre a constatare che la massa non cambia alla fine del processo, procede con l'affermare l'impossibilità del legno di essere ontologicamente diverso dalla cenere e dal gas che si è prodotto. In questo Severino si distacca da Parmenide, il quale credeva che l'essere si trovasse al di là del sensibile, e che invece il nostro fosse il mondo dell'apparenza, della doxa, del non-essere. Invece Severino mi pare affermare che tutte le cose del mondo sensibile siano e siano eternamente, essendo ciò necessario dal momento che il nulla è impensabile logicamente. La vita, pare affermare Severino, non è l'unica configurazione possibile dell'essere: anche ciò che non è vivo, nella sua prospettiva, deve assumere il carattere ontologico. Inoltre comunemente, ingannati dall'illusione che esista un tempo che trascorre lentamente, siamo portati a fare un esempio molto remoto come quello dei dinosauri. Ma il discorso può essere più comprensibile se, invece di considerare animali morti da milioni di anni, consideriamo un cadavere, possiamo osservare un disfacimento (non annullamento) simile a quello del dinosauro. La trasformazione (o divenire) è solo apparente, non possiede carattere ontologico, il quale invece spetta solo all'Essere, che deve pertanto essere eterno.
aggiunta doverosa: non conosco che alcune fondamentali premesse del pensiero di Severino. Pertanto questa è una mia interpretazione, che mi sembra tuttavia basata sull'assunto parmenideo e sulla logica
@@domenicomezzatesta9793 non è solo possibile, è sicuro. D'altronde, a fronte di un'esposizione superficiale oltreché scorretta del pensiero di un pensatore, il commentatore medio digiuno di quel pensatore, con così poca e scadente "carne al fuoco" dovrà pur metterci del suo, per farle acquisire un qualche senso. A ogni modo, per farla molto breve (e, per forza di cose, la mia spiegazione sarà affetta da un certo grado di imprecisione) per Severino tutto è eterno perché asserire che un singolo essente - il filosofo utilizza proprio questa parola, e la categoria "essente" ingloba tutto ciò che era, è e sarà, sia esso un oggetto, un pensiero, uno stato di cose etc. - prima sia e poi venga a non essere più è contraddittorio e quindi insostenibile. Le argomentazioni di Severino sono lunghe e complesse e non è questo il luogo per riferirle, ma a partire da questo assunto il filosofo conclude che ogni essente è perciò eterno e sussiste eternamente, in un senso propriamente "trascendentale", cioè come vera e propria condizione di possibilità dell'apparire alle nostre coscienze finite del fluire (che non è un "vero" fluire, perché tutto c'è già da sempre e per sempre) di tutte le cose, che nella nostra esperienza mondana "vanno e vengono". Severino adotta la similitudine dei fotogrammi di una pellicola cinematografica: la pellicola è un "intero" immutabile che noi possiamo apprezzare solo e soltanto un fotogramma alla volta, guardando il film. Il "luogo" della pellicola "intera" è un il luogo di un apparire ulteriore, ma stavolta l'apparire VERO, da sempre e per sempre esistente, del quale, ovviamente, noi non potremo MAI fare esperienza concreta. Quindi per Severino i dinosauri esistono ed esisteranno in eterno, e proprio in quanto dinosauri (e non trasformati in altro, non c'entra nulla il principio fisico di "conservazione della materia") ma non nella dimensione del NOSTRO apparire, bensì in quella dell'apparire trascendentale, che dal nostro punto di vista è stata condizione di possibilità prima dell'apparire dei dinosauri, poi del loro "scomparire", 60 milioni di anni fa (secondo l'ordine del tempo che si dà solo per noi e non della dimensione dell'apparire eterno, ovviamente).
Buona sera Prof. grazie x questo suo intervento penso che noi ( umini) ci rappresentiamo importanti e qui la tragedia greca spiega.... cioé toglie le pieghe e arriva a 1 piega dalla verità... che resterà a 1 piega.... mai spiegabile 😂
A dimostrazione che nei filosofi greci sono le radici anche del moderno pensiero occidentale che tuttavia, tra Parmenide ed Eraclito, ha optato più per il secondo, considerato più in linea col paradigma tecnocratico e relativista della società odierna. Comunque complimenti per la lezione, che illumina sulle intuizioni fondamentali di un filosofo complesso.
Alessandro Valentini Scusami ma quale sarebbe l’alternativa al modello “tecnocratico della scienza”? L’ontologia di Severino, stando chiusi in cameretta, ci permette di “ricavare” la conoscenza necessaria a costruire un televisore, un cellulare, antibiotici, auto, agricoltura intensiva, diserbanti, ingegneria genetica e così via? Oppure l’ontologia di Severino è magicamente in grado di persuaderci che la scienza e l’uso critico della ragione sono una brutta cosa? Qua siamo ancora fermi a filosofi caricaturali come Hegel, che del mondo non aveva capito niente, e Marx, che invece non aveva capito niente del capitalismo. Perché nella scuola italiana non c’è spazio per i pensatori liberali? Von Mises viene mai trattato? Hayek? Herbert Simon? Forse a malapena Popper!!
seguendoti in questa tua esposizione , non emerge il totale superamento del pensiero di Severino del respiro placebico orientale , che anzi quasi a nicchia pare salvarsi a dispetto dell'Occidente dal macello del divenire : Severino ha chiaramente esposto che il mondo del pensiero orientale non è per niente differente dal pensiero postparmenideo occidentale , tanto che oggi sposa con totale identificazione il pensiero tecnologico platonico e post . comunque grazie.
1 Seguo spesso le lezioni, ma non riesco a trovare una numerazione progressiva delle stesse che consenta una fruizione cronologica. 2 Non sono uno specialista e non sono riuscito a cogliere il vero motivo della contrapposizione tra Essere eterno e Divenire. Quest'ultimo, innegabile dal punto di vista fisico - chimico -biologico, non è la manifestazione percepibile dell'Essere eterno? Grazie.
Se posso, vorrei aggiungere che La totalità attuale dell'incominciante è, dunque, necessariamente oltrepassata da un incominciante - il quale non può apparire attualmente, ma è tuttavia necessario che appaia (in quanto l'incominciare è incominciare ad apparire), e che quindi è necessario che appaia sopraggiungendo in un cerchio diverso, altro, dal cerchio originario dell'apparire. 😂🤣😂🤣😂
Advertisements for consumers only Spero di no! Chiedere a un liceale di parlare della filosofia di Severino.. è un po' come presentare a un newtoniano del '700 i principi della Meccanica relativistica e chiedergli di parlarne. Questo, beninteso, varrebbe anche per altri autori e altre opere eh! Per esempio, un tema sui primi tre capitoli della "Fenomenologia" di Hegel: in quelle poche ore, il liceale verrebbe sconvolto e stordito dalla portata distruttiva e ricostruttiva di quel pensiero.
Stefano Gasparotto Costringere qualcuno a studiare Hegel è un crimine contro l’umanità. Che faccia parte dei programmi della scuola pubblica è ancora più odioso. Auspico la fondazione di scuole private in cui il caro Hegel venga usato soltanto come bersaglio per il sarcasmo.
Personalmente non ho niente da ridire sul pensiero filosofico di Severino. Ciò che però io trovo forzato è considerarlo uno dei migliori filosofi degli ultimi tempi, in quando di fatto Severino non afferma nulla di nuovo. Il concetto di uomo eterno, che non è mai nato e mai morirà, in quanto parte di una realtà eterna lo si trova parecchio in filosofia e in religione. Basti pensare alle correnti del buddhismo, a quelle dell'induismo, alla mistica dell'islam e dell'ebraismo i cui insegnamenti li trovo perfettamente in linea con ciò che dice Severino.
Ci sono delle similitudini ma anche delle differenze importanti (oltre al fatto che esistono tantissime correnti in seno al buddhismo, all'induismo, la mistica, etc)
Io direi che la tecnica risponde alla voragine creata dal nichilismo o meglio, la tecnica dà senso alla datità umana la quale si pone come dominatrice assoluta della finitudine del reale in una parossistica ricerca di certezze senza fondamento. La tecnica diventa allora lo strumento attraverso il quale si realizza la nuova religione, il nuovo totem senza tabù ovvero il capitalismo. La libertà diventa quindi finita, limitata al possesso della tecnica (solo chi ha la tecnica migliore sopravive e avanza) e a cui persino l'arte si sottomette diventando nichilistica e malinconica perchè, come insegnava Severino, se siamo immersi nel divenire frenetico allora la nostalgia dell'Essere ci pervade. La negazione della libertà dell'esser-ci e dell'Essere ci sta uccidendo lentamente. Moriremo di troppo benessere, un benessere decadente senza spinta vitalistica. La dimora dell'Essere è stata dimenticata e la Verità appare solo come arbitrio della ragione, una dòxa imperitura in cui i frammenti della Libertà umana vengono sacrificati sull'altare del Vitello d'oro del profitto.
Ciao onore al gigante Bresciano ed a te ovviamente. Il nulla non puo' essere pensato in quanto e' l'antitesi del pensiero. L'essere definisce l'ente distanziandolo(dal soggetto) dagli altri enti formando un ordine, il mondo. C'e' l'ente nella sua forma non c'e' il nulla, che e' necessario all'essere perche' gli enti non siano un tutt'uno immobile.Affermo c'e' dico che il limite della cosa e' nulla, meglio. la cosa(definizione) limita il nulla, l'essere e' l'estensione del soggetto.Il nulla e' antitetico al pensiero pero' puo' essere rappresentato, per esempio nei vari deliri psichici, nelle rappresentazioni sostitutive degli ossessivi, nelle chiacchierate tra ubriachi etc.
Carissimo professore perché le “piace” tanto Heidegger? Se Volpi era pronto per scrivere un antiheidegger non le vin qualche dubbio. Io non ho bisogno di un nazista, la critica della ragione lo trovo in Adorno
Discours de la méthode pour bien conduire sa raison, et chercher la verité dans les sciences Plus la Dioptrique, les Meteores, et la Geometrie qui sont des essais de cete Methode Ora Lege Lege Lege Relege Labora... ...et invenies! Lege Lege Lege Rilege Ora et
Personalmente trovo paradossale (e per questo estremamente interessante) come due autori opposti quali Nietzsche e Severino, pur partendo da presupposti antitetici, siano arrivati a conclusioni estremamente compatibili. Mi sbaglio? Trovo in Nietzsche un sistema per vivere l'autenticità del divenire (accettandone il lato tragico), mentre in Severino un sistema che esclude il divenire ma che implicitamente lo riformula, contro le ancore positiviste "apollinee" attiva a mostrare comunque una realtà nicciana in quanto ciclica ed eterna. Sarebbe interessantissimo un confronto tra i due, magari quando farà il "versus" tra Eraclito e Parmenide :)
Ragionava, ragionava, ragionava a dismisura senza perciò poter giungere al Vero. Se Verino fosse stato capace di sospendere l'arroganza del pensiero sarebbe approdato al Vero.
Grazie Prof. per la lezione puntuale su Emanuele Severino ma soprattutto per il tempo che ci dedica e la passione che ci trasmette 😘
la passione è vita Grazie
Prof. la vita è anche passione!Lei è eracliteo
Grazie :una lezione splendida .Il pensiero di Severino mi rassicura mi fa sentire immersa in una eternità
Grazie Lisana
Anche a me il pensiero di Severino ha sempre fatto questo effetto. Grazie professore per la splendida spiegazione.
Puoi anche decidere di drogarti come fanno in molti...😂
Fa lo stesso effetto anche a me il pensiero di Severino, magistralmente spiegato dal prof. Saudino, ma poi mi chiedo: da dove nasce la necessità della rassicurazione? Non nasce forse in risposta all'angoscia del divenire? Ma, se è così, non mi pongo in contrasto rispetto proprio a quanto sostiene Severino circa l'inesistenza del concetto stesso di "divenire"? E dunque mi dico: se ritieni verosimile il pensiero di Severino (ma dovrei essere in possesso di ottime basi per poterlo discutere), non può essere perché esso è per te rassicurante, altrimenti sarebbe un ragionamento viziato a monte. Da qui la mia continua ricerca. 🙂
La scienza col suo divenire è debitrice del concetto ottimistico del cristianesimo , non moriremo mai , il Dio è morto e la tecnica ha preso il suo posto , bellissimo questo concetto del morire come ritorno al eternità , grazie maestro per questa sintesi
Bellissima condivisione! E uno specialissimo ringraziamento per tutto l'impegno e l'energia che ci mette. Personalmente i suoi video sono veramente belli e potenti. La ammiro e ringrazio molto! Grazie ancora! Veramente! Grazie!
Senza lusinghe, semplicemente a "Cesare ciò che è di Cesare!"
Grazie!
Grazie di aver esaudito questa richiesta. Mi permetta di esternare la mia stima e gratitudine nei suoi confronti per tutto quello che fa, utilissimo per tutti ma soprattutto per noi giovani.
Anche per noi anziani le assicuro!
Bellissima lezione!!!Grazie!
Come sempre, grazie professore! Non vedo l'ora di assistere alla live sul confronto Eraclito-Parmenide.
Dimenticavo..grazie per l'omaggio!
Grandioso!!!!!!!! Spiegazione immensa, caro Matteo!
un pensiero grande quello di severino, una gigantomachia. Un pensiero assolutamente imparziale che guarda senza pregiudizio alla verità. Ed è una verità grande e tragica insieme, più drammatica dell'eterno ritorno ritorno di nietzsche. tutto è eterno, dalla cosa più bella alla cosa più terribile mai apparsa nei "cerchi dell'apparire". Eterni sono gli attimi di felicità, eterno è l'uomo sbranato dal leone, eterno è il superamento della contraddizione nella gioia che poi è la morte...ecco nel discorso della gioia si toccano vette di filosofia davvero di estrema difficoltà...è un autore di difficoltà estrema, i "suoi scritti" sono complessi al pari della matematica quantica.
se amate ascoltare Severino, vi invito sul mio canale (come usa dire di questi tempi)
Un pensiero vecchio ancor prima di nascere...
Ma se le cose sono solo momenti e apparenze dell'Essere eterno allora letteralmente non possono essere eterne. E' eterno l'essere o gli enti/essenti? Se le cose sono eterne allora Severino non è parmenideo, perché per Parmenide è eterno l'Essere, non gli enti. E se noi siamo momenti che appaiono e scompaiono, pur magari ritornando eternamente, allora non siamo eterni, al massimo ciclici/ritmici
Ottimo, prof. Ai miei alunni mostro i suoi video. Sono illuminanti.
Grazie collega😊
Professore buona sera. Il pensiero di Severino è tutt'altro che complesso, per chi nutre amore e passione filosofica. Non ultimo, le posso dire che a mio giudizio, negli ultimi anni della sua vita, egli si è intimamente convertito al cristianesimo. Un buon saluto. Questo: PM
Prof.lei è il decimo toro
Siete dei filosofi antichi
soppravvisuti
nei secoli ,guide che ci indicano la Stella del nord ci ricordate la nostra vera natura di essere Umani .
Grazie 🌷♥️🌷♥️🌷♥️🌷♥️🌷♥️🌷
La ringrazio
Grazie, aspettiamo altri video su Severino.
Mio nonno, classe '18 con la 3° elementare, diceva sempre: "faceva notte e fa notte, faceva giorno e fa giorno". Era un parmenideo senza saperlo??!!
se amate ascoltare Severino, vi invito sul mio canale (come usa dire di questi tempi)
Probabilmente il migliore in assoluto!!!
Già, ma una notte e un giorno è sempre diverso . E poi , se eterno è sempre, anche i sistemi solari scompaiono...
@@pinomalfa7923 Finché non ci si sveglia tutti sudati...
Un bel bicchiere d' ACQUA fresca ed una Doccia
ti fortifica e ti ristora...
Quanti/e non ne possono " godere " !
E' già tanto...
LODE A DIO... non siamo migliori
di chi non gode neanche di questo💦🥀💦🥀💦🥀🌬️🇮🇹🌍☁️🫂🕊️☁️👼🏻
Grazie infinite per lo sforzo fantastico di avermi finalmente reso un po' più comprensibile il pensiero del Prof. E. Severino, tornato agli Eterni. Non è privo di angoscia esistenziale poter accettare i suo pensiero il nichilismo, e gli Eterni, questo è la mia prima sensazione, in altre parole sembra difficile riuscire a sradicarsi dal pensiero logico, dalla ragione, dalla Scienza, e dagli immutabili senza provare una sorta di angoscia.
A volte quando non si capisce è perché non c è nulla da capire...
@@lv407 lei ha risposto ad ogni singolo commento su Severino che è stato scritto in questa sezione commenti... e basta
@@herxole e quindi?! Cosa voleva che la iniziassi ai misteri eleusini?!?
Grazie caro prof. I pensatori reggono il mondo e lo conducono
Ho la fortuna di avere come insegnante un allievo diretto di Severino (face la tesi su di lui, con lui). Che dire, Severino è la filosofia; il suo pensiero perfetto e inattaccabile può solo essere contemplato. Egli non è morto, è solo svanito alla vista ed ora è nella Gioia eterna
Ciao! Dal momento che hai avuto un contatto quasi diretto con Severino, ti faccio questa domanda... a livello pragmatico cosa cambia tra la versione “fisicalista” e quella “severiniana” di un evento? Nel primo caso diciamo, ad esempio: la mela cade a causa della forza di gravità. Nel secondo: è destino che ci appaia che la mela cada a causa della gravità. Le due affermazioni sono pragmaticamente equivalenti a meno di un appesantimento verbale.
Ma la filosofia non era nata per sfatare i Miti?!?🤔
Eppure i Miti ancora " servono!@@lv407
Se li conosci,
ti preservono dal Male!
Inattaccabile de che?!
Scusami ma questa idea che sia in una gioia eterna piuttosto che essere semplicemente morto, non è forse una di quelle consolazioni che egli denuncia come reazioni all'angoscia dell'illusorio divenire? Questa eternità, non cancella la morte, perché Severino pur tornando all'eternità non è cosciente, e di conseguenza sempre morto è. E di conseguenza non svanisce neanche l'angoscia della morte. Dire che gli enti sono eterni è estremamente problematico, perché se spariscono e riappaiono devi dirmi dove vanno e cosa fanno nel mentre. Se sono eterni nel senso che ritornano eternamente, beh questo non cambia nulla esistenzialmente perché sempre finiti sono. L'eternità è la continuità, non l'apparizione intermittente (anche la stessa ciclicità della natura si dice eterna perché la si ascrive sempre alla stessa cosa. Le varie stagioni sono in tensione, ciclicità e dinamismo, ma la Natura no. Noi diciamo che la Natura è eterna o che lo sia il ciclo delle stagioni, non sono eterni in sé l'autunno, l'inverno ecc, anche perché non sono mai gli stessi). Dire invece che l'essere è eterno e noi ne siamo momenti comunque non cancella il divenire perché noi ci dobbiamo vivere con le cose che mutano. E il fatto che esista dietro una struttura fissa non significa che queste cose siano ombre o fantasmi come diceva Parmenide. Sono le cose concrete della nostra vita che amiamo e temiamo. Forse non ci permettono una conoscenza incrollabile, ma la stessa scienza ha rinunciato a ciò un secolo fa. Oggi gli ingegneri, i chimici, i fisici e via dicendo studiano la statistica e la probabilità, che è comunque un'irregimentazione del puro caos-tyche, te lo concedo, ma è comunque un'umiltà epistemica infinitamente superiore a quella di un Cartesio o di un Galileo
Bravissimo, sa spiegare con chiarezza concetti difficili.
Ho appreso da poco della scomparsa del prof. Severino, il piu` grande filosofo italiano contemporaneo ed uno dei piu` grandi anche a livello mondiale.
Mi rammarico che in Italia la sua enorme figura non sia stata abbastanza lodata, mentre altri "pensatori" minori lo siano stati senza alcun merito.
se amate ascoltare Severino, vi invito sul mio canale (come usa dire di questi tempi)
Severino è difficile da apprezzare perché è difficile da capire. In un certo senso, sembra brutto dirlo ma assicuro non sto facendo un discorso elitario, il fatto che sia così difficile da capire per chi è digiuno di filosofia è sintomo di quanto il pensiero di cui si fece portavoce è analiticamente rigoroso, una logica talmente serrata che risulta impossibile da capire o da accettare per chi è fortemente legato all'esperienza sensibile e poco avvezzo al ragionamento astratto.
Io ricordo ridendo che, quando cominciai a studiare filosofia, risi di Severino, giudicandolo assurdo proprio perché ciò che affermava è così lontano dalla nostra normale esperienza (sempre per questo motivo, ad esempio, apprezzavo enormemente Galimberti, che in quanto fenomenologo è molto più facile da capire). Ed ora, dopo due anni e mezzo di studio serrato, quasi ingordo della filosofia (a cui ho dedicato quasi tutto il mio tempo libero privato), eccomi qui, prostrato dall'ammirazione di quello che, secondo me, è stato uno dei più grandi filosofi contemporanei e forse di tutti i tempi. Secondo me, ovviamente.
@@danilomodonesi5977 per nulla d'accordo. Lo trovo una delle figure che ha fatto più male al pensiero occidentale e che ha dato assolutamente meno contributi. Gli argomenti sono sconclusionati ed il fatto che siano "logici", strano poi usare questo termine perchè a Severino mi sembra che di Frege e compagnia importi zero, non vuol dire assolutamente nulla in quanto costruzioni concettuali che considero folli perchè non si aggrappano assolutamente a nulla se non all'etimologia delle parole
@@stefanomaccolini7995 un barbone vestito di porpora che individui ignoranti considerano un Re!
@@danilomodonesi5977 non ha spostato l'evoluzione del pensiero umano di una virgola...
Ma molti restano affascinati dalle cose che non capiscono, una sorta di estasi ebete!
Ognuno si droga un po' come preferisce 😂😂😂
Le è enorme! Eccezionale il fatto che qualcuno si prenda la briga di divulgare Severino! Le dedico una mia poesia:
GLI ETERNI
Quando il vento porta via le tue certezze,
dalla tua ombra emergono LORO,
e come luce nel buio ti offrono l'ORO
ORO di saggezza
ORO di fiducia
ORO di chiarezza
Quando un sistema crolla,
dalle ceneri puoi contemplare la loro presenza
e ogni modello di vita viene ridipinto
EVOLVENDOSI
SVILUPPANDOSI
RICREANDOSI
Quando tutto sembra fermo
dall'inconscio della "grande legge" ,loro cambiano tutto,
e la modificazione è in atto
un ATTO di dolore
un ATTO di magia
un ATTO d'amore
Gli ETERNI e la loro OPERA
Gli ETERNI e la loro ESISTENZA
SENZA PAURA, SENZA MATERIA, SENZA TEMPO!
Prof.il 29 febbraio in quale libreria a Napoli e a che ora?
Galizio Albergo bravo 👍
@@guerriero_shardana grazie!!!!!
Davvero pregevole , complimeni.
Bellissimi concetti
espressi in Poesia...
Anch' io
ho giocato con " loro " 👼🏻🫂👼🏻🫂👼🏻🫂
e l' ORO...
Gli Invisibili.☁️🕊️☁️☁️👄🦎🌬️🇮🇹🥀🌍
Che meraviglia, sì, ci si assenta parzialmente, sono d’accordo! Bellissimo video su una figura che conoscevo poco. Aspetto con gioia la lezione di domani! Aspetto anche il nome della libreria in cui ci sarà la presentazione del libro a Napoli! Un saluto enorme 💐👏🏻👏🏻👏🏻
Professore aspettavo la sua lezione dopo la morte di Severino... Grazie!
Molto interessante grazie professore 😊🎉
Grazie mille! Era davvero difficilissimo condensare il pensiero di Severino in mezz'ora, ma è stato davvero chiaro! Sarebbe possibile, in futuro, avere un video dedicato a Manlio Sgalambro?
RIP il grande filosofo Severino.
A me risultò sempre un po' ostico, giacché ascoltandolo rimanevo sovente impigliato nella foresta concettuale.
Insomma, per la mia forma mentis pensava a dismisura. A ciò che par Menide preferisco quel che era Clito.
Un parolaio sovrastimato!
Il mio filosofo preferito e credo inarrivabile.
Poco più che un commentatore...
bel video spero tu faccia una prossima puntata presto .
Qualche aspetto della filosofia di Severino potrebbe essere assimilata alla filosofia orientale, induista per esempio?
Gentile Professore, per Severino Leopardi è tra i massimi filosofo degli ultimi secoli. Non ritiene necessaria una "scheda" su questo gigante sotto l'aspetto filosofico?
Grazie Prof. sapevo che avrebbe messo il video prima delle 20.45 😁
😂😂
lasciamo stare le iperboli alla facebook. la presentazione mi è piaciuta molto. Spero presto in un seguito dettagliato delle opere. Grazie
Tutto ben spiegato dal Prof. Saudino, però un concetto non mi torna: come può essere la morte un "assentarsi dall'eternità" e, contemporaneamente, un "ritorno all'eternità"? Forse si voleva dire, nel primo caso, che la morte è un "assentarsi dall'apparire dell'eternità" e cioè da ciò che noi comunemente chiamiamo "vita"...
Professore, non vedo l'ora di poterla conoscere quando verrà a Salsomaggiore Terme per la presrntazione del suo saggio.
Bravo prof. Subito Eraclito vs. Parmenide
Leggete il libro capolavoro di E.S. La struttura originaria, non dico a lei prof., che sicuramente conosce bene!
Gentile sig. BarbaSophia,
è incontrovertibile che Lei non ha letto nulla di Severino.
Non si faccia prendere dal proprio personaggio: nessuno La obbliga a pronunciarsi su materie che non conosce.
Si metta a studiare.
Rimandato.
E meno male!😂
Pensavo fossi il solo a pensarla in questo modo...
Non ho mai compreso chi tenta di ridurre la sapienza, la scienza prima, la res cogitans, a una disciplina scolarizzata, impacchettata in sterili definizioni, insomma materia retorizzata, la quale invece è parte della prassi filosofica, o meglio strumento!
Quasi stento a definirla utilizzando il termine più comune di "filosofia" per non cadere nel mantra di disciplinare qualcosa che non si può disciplinare...!
Per restare al maestro Severino, mi piace declamarla con THAUMA, stupore misto a terrore riferito alla meravigliosa condizione umana!
Se qualcuno avesse la seria curiosità di comprendere, legga o ascolti Severino, considerato il fatto e la fortuna che è stato in mezzo a noi fino a qualche tempo fa....allo stesso modo si leggano le opere dei grandi dell'umanità, non si limiti l'ascolto a quattro definizioni estratte da manuali brutalmente scolarizzati, che nulla hanno a che vedere con la conoscenza e con la descrizione del cosmo e dei suoi enti , della infinità di questo thauma;
Severino è sicuramente tra gli ultimi grandi geni che hanno conferito magistrale essenza agli enti e all'uomo stesso in quanto ente/essente, fuori dalla potenza dei miti...!
Grande lezione prof, su un argomento molto complesso.
Severino era un gigante, ma lei non è da meno.
Dunque se ho capito io sono un apparenza e la morte mi riconduce all'esterno. ?? Giusto?
La morte è eternità autentica
Ma meraviglioso! Non conoscevo il suo pensiero!
Complimenti prof. Saudino!
Grazie, le sue lezioni sono entusiasmanti. Ci ha chiesto di ricordarle di farne una sul rapporto Eraclito - Parmenide e forse avrei dovuto attendere qualche giorno ma... Quando? Quando?
L'auto-confutazione in cui s'imbatte Severino può essere mostrata a partire dalla comprensione dell'astrattezza dell'identità dell'esser-sé immutabile così come Severino la intende dalla quale discende un'idea astratta del mutare dell'essere del quale egli ritiene di aver mostrato inconfutabilmente l'impossibilità.
La totalità delle identità-differenze sincroniche (= non diacroniche = simultanee) che è ed appare nella dimensione che Severino chiama "apparire infinito" (cioè nella verità dell'essere dove tutte le contraddizioni sono risolte) si dimostra infatti insufficiente a determinare in modo esaustivo l'essere e l'apparire degli essenti entro la dimensione che Severino chiama "apparire finito".
In sostanza, la relazione tra finito e infinito così come è stata posta da Severino presenta ancora un residuo nichilistico che, se non viene debitamente corretto, determina la nullificazione dell'esser-sé della determinatezza di ogni differenza diacronica ( = processuale = non simultanea).
Se seguiamo Severino infatti mi sembra inevitabile imbattersi nel problema di doversi limitare ad affermare il mero APPARIRE della determinatezza di ogni differenza diacronica, senza riuscire ad affermare (come necessario) anche l'ESSERE della determinatezza di ogni differenza diacronica, ossia di ogni specifica diacronia, ossia di ogni nesso ontologico che correla il prima al poi.
Sono d'accordo con Severino che l'interpretazione del divenire come "diventare altro" sia una cattiva interpretazione, ma allo stesso tempo se vogliamo comprendere a fondo il divenire non basta fermarsi a mostrare l'incontraddittorietà della totalità delle differenze sincroniche.
La rimozione di valenza ontologica al divenire (perché essa costituirebbe l'affermazione del "diventare altro" dell'essente) implica a mio avviso di porre l'identità dei non identici in quanto l'esser-sé dell'«apparire non più / non ancora» viene ad essere identificato all'esser-sé del «non apparire» simpliciter cioè prescindente dalla determinatezza della specifica diacronia del poi rispetto al prima e del prima rispetto al poi.
Se l'esser sé diveniente viene annullato allora il "non più" e il "non ancora" non hanno più alcuna consistenza ontologica, sì che l'esser sé di qualcosa che "non appare" è identico all'esser sé di qualcosa che "non appare ancora" ed è identico all'esser sé di qualcosa che "non appare più".
Si può ricorrere alla seguente formulazione:
(1): [A = x(t-1) - x(t)] = [x(t-1) - x(t) = A]
la quale esprime l'esser sé dell'apparire della differenza diacronica determinata del «non apparire più» di ciò che a x(t-1) conveniva PRIMA del sopraggiungere di x(t) e del «non apparire ancora» di ciò che a x(t) converrà DOPO il suo essere sopraggiunto ad x(t-1).
Severino, come è noto, nega consistenza ontologica alla determinatezza dell'essere il prima una specifica diacronia rispetto al poi e dell'essere il poi una specifica diacronia rispetto al prima in quanto nell'apparire infinito nulla può sopraggiungere in quanto in esso tutto è già da sempre ed eternamente. La situazione prospettata da Severino nell'apparire infinito può essere indicata mediante la formula che esprime l'esser-sé dell'apparire prescindente da ogni riferimento al tempo (t), ossia eliminando dalla (1) l'essere il prima una specifica diacronia rispetto al poi e l'essere il poi una specifica diacronia rispetto al prima, o, che esprime in altri termini l'esser-sé dell'apparire del «non apparire simpliciter» di un determinato processo diacronico, nel modo seguente:
(2) [A = x] = [x = A]
Ora: per Severino, la "differenza di essere" della (1) dalla (2) non può sussistere in quanto tra la (1) e la (2) può sussistere SOLTANTO UNA DIFFERENZA DI APPARIRE. Infatti nella (2) la soppressione della "t" che compariva nella (1) sta a indicare che la processualità diacronica nell'orizzonte immutabile dell'apparire infinito non soltanto non deve apparire, ma soprattutto deve essere priva di consistenza ontologica in quanto è necessario che nell'infinito sia nulla la differenza DIACRONICA tra ciò che non appare ancora e ciò che non appare più, laddove invece la (1) esprime l'esser sé dell'apparire della determinatezza del «non apparire più» di ciò che a x(t-1) conveniva PRIMA del sopraggiungere di x(t) e del «non apparire ancora» di ciò che a x(t) converrà DOPO il suo essere sopraggiunto ad x(t-1).
Alla luce delle considerazioni svolte si comprende perché l'ontologia severiniana sia impossibilitata a porre nell'apparire infinito la distinzione tra la (1) e la (2) che QUANTO AL LORO ESSERE consistono nel medesimo, proprio in virtù del senso dell'immutabilità dell'identità severiniana che è del tutto indifferente al tempo, non essendo riconosciuta al divenire (in quanto diacronia) alcuna concreta consistenza ontologica, ma solo il suo apparire astratto nel finito.
Per ricorrere ad un esempio che era assai caro al maestro Severino, poniamo che la (1) si riferisca all'esser sé dell'apparire (A) del differire diacronico determinato tra la legna x(t-1) e la cenere x(t) che conviene alla determinazione del processo di combustione (x) considerato.
Sì che la (1) significa l'esser sé dell'apparire (A) della differenza diacronica fra il «non apparire più» di ciò che alla legna conveniva PRIMA del sopraggiungere della cenere e il «non apparire ancora» della cenere che alla legna converrà DOPO il suo essere sopraggiunta alla legna.
La (2) significa l'esser sé dell'apparire (A) del «non apparire simpliciter» del processo di combustione (x).
Stante il senso dell'identità severiniana che si riferisce all'essere immutabile (non diveniente nel tempo) nell'apparire infinito non è consentita ALCUNA DIFFERENZA DI ESSERE tra la (1) e la (2) che quindi sono il medesimo.
Stante inoltre che nell'apparire infinito essere ed apparire sono il medesimo, ne segue che l'interpretazione non nichilistica del divenire, da ultimo, per Severino deve concludere non soltanto che l'essere-sé diveniente non appare, ma che propriamente non è.
Questa conclusione tuttavia si regge sull'insolubile aporia in cui si chiude l'ontologia severiniana, poiché essa, da un lato, non può negare l'apparire del divenire processuale e, dall'altro, in quanto esso è necessariamente un nulla ontologico, a rigore, non potrebbe neppure venire affermato come apparire del divenire processuale, in quanto è lo stesso Severino a sostenere (in Essenza del Nichilismo) che il nulla non può apparire.
Concludendo, Severino non riesce a porre la negazione di valenza ontologica al divenire poiché tale negazione subisce la sorte di auto-negarsi per via di confutazione elenctica, stante la necessità che ad apparire sia sempre ed inevitabilmente un esser-sé e quindi tale negazione si auto toglie in quanto negazione della necessità che il sopraggiungente includa l'esser sé che compete alla propria determinatezza diacronica (= diveniente).
Hai provato a cambiare spacciatore?!
Quello che non capisco di Severino e della scuola di Elea è come spiegano il divenire. Ho capito che è un'apparenza, ma anche le apparenze devono essere spiegate. Non penso che basti dire che è un'allucinazione, ossia un'illusione della nostra mente. D'altra parte, il nostro agire si basa su delle idee su come funziona il divenire. Se non ci fossero regolarità, ogni decisione sarebbe inutile. Invece, già prima dello sviluppo della scienza, l'umanità è stata in grado di fare buone previsioni sul divenire, e quindi di agire in modo da ottenere i risultati desiderati. Come viene spiegata tale regolarità del mondo?
Cerco di risponderti, per la scuola di Elea la questione è logica, se il non-essere non è, il divenire è un illusione e quindi lo è anche il molteplice. Malgrado Severino si riferisca alla scuola di Elea, il suo vero referente è Einstein e la relatività ristretta e generale, che attraverso dimostrazioni sperimentali scientifiche negano che esista un tempo assoluto, che diventa una struttura quadridimensionale ovvero lo spazio-tempo che però trascende la nostra struttura mentale sebbene possiamo coglierne gli effetti e il significato filosofico. La scoperta che il nostro universo ha in realtà dimensionalità ulteriori rispetto a quelle che sperimentiamo, ci permette di cogliere quello che da sempre la filosofia ha intuito. Già Einstein asseriva al suo amico italiano Besso, che la morte è un illusione, in quanto siamo parte di blocco di spazio-tempo, che non diviene ma è eterno. in questo senso qui nessuno nasce e nessuno muore ed in questo senso gli enti sono eterni.
Severino riprende tale concetto, ma a differenza di Einstein con una intenzione simile a Bergson, introduce la coscienza che Einstein nel suo approccio oggettivistico aveva ignorato. La coscienza è la "luce" che permette agli enti di manifestarsi, ma questa coscienza non è individuale ma universale. Severino fa l'esempio della pellicola, che arrotolata nella bobina è nel non manifesto, ma proiettata sullo schermo grazie alla luce della coscienza universale, manifesta i singoli fotogrammi nel divenire della proiezione. I fotogrammi sembrano passare dal non essere all'essere e viceversa, ma in realtà essi sono parte permanente della pellicola. Così per analogia, nel blocco quadridimensionale di spazio-tempo noi occupiamo allo stesso modo tale struttura che la coscienza taglia come una fetta di luce che sembra scorrere dandoci l'illusione che stiamo divenendo.
Il problema è che noi siamo alienati, cioè non ci rendiamo conto che dal punto di vista della coscienza universale, non c'è alcun divenire perché l'intera struttura spazio temporale e afferrata come un totalità simultanea da questa coscienza. In pratica noi siamo dentro l'immaginazione di una mente che ha una struttura dimensionale superiore alla nostra. E' per analogia il processo subcreativo di cui parlava Tolkien, cioè come lui immaginava la terra di mezzo e questa prendeva vita nella sua immaginazione, così la coscienza universale che pensa questo mondo però lo pensa con un atto simultaneo nella sua totalità e lo manifesta, ma noi che ne siamo parte lo cogliamo per aspetti. Proprio per questo il mondo che sperimentiamo è o almeno sembra regolato in modo fine e prevedibile in linea generale, perché per esistere necessita di una struttura. Per Severino siamo quindi dalle parti di un determinismo assoluto, anche se come lui fa notare il suo approccio trascende il tema del libero arbitrio o della predestinazione in quanto dal punto di vista della coscienza universale tale distinzione non ha senso. Noi siamo come i personaggi di un film che se la trama lo permette possono rendersi conto di essere in una finzione, e che in realtà sono manifestazioni dell'autore. Se qualcuno dei personaggi coglie che è la manifestazione dell'autore, si identifica sempre di più con esso riunificandosi ed entrando così nella Gioia.
La cosa particolare è che lo stesso Paolo di Tarso aveva lo stesso concetto del tempo, quindi Severino non è affatto incompatibile con il cristianesimo come si crede. Infatti nel cristianesimo si parla di "Già, non ancora" dove la totalità del tempo della storia è già tutto presente, ma noi apparentemente percorriamo il viaggio verso la salvezza.
Grazie prof Saudino.
Grazie Prof,
devo dire che nel pensiero di Severino però c'è qualcosa che non mi convince, diciamo che i postulati su cui fonda il ragionamento non mi convincono.
Per esempio l'idea di essere eterno di per sé può anche soddisfare però è necessario un origine ( un archè) una sorta di motore Aristotelico altrimenti rimane il paradosso del regresso all'infinito
Il bravissimo Saudino mostra di avere di Severino una conoscenza scolastica da manuale, corretta ma poco approfondita.
Grande Severino ♥️🌹🌺
Sei veramente grande
Questo apparire nell’essere per poi scomparire è una necessità o è una scelta?
Ciao Matteo, mi chiamo Federico e sono di Reggio Emilia. Potresti spiegarmi meglio a cosa ti riferisci nell'ultima parte del video? Hai scritto un libro e lo presenterai in giro per l'Italia? Hai detto che verrai a Salsomaggiore, dove di preciso?
Penso salone palazzo civico...
A breve tutte le date
Grazie!!
@@MatteoSaudino perfetto grazie
Uscendo dall'apparenza della vita e tornando nell'Eterno il nostro Non divenire resterà eternamente consapevole ed individuale o rientrerà in un eterno neutro e inconsapevole?
Chissà?! Bisognerebbe provare!
Prof può commentare il saggio "Techne"?
E soprendente il fatto che lei professore parla di Severino ..rimango stupefatta dal tempo che la seguo ..non aveva Mai parlato...bene ..questo grande pensatore contemporaneo aveva messo in una succube discussione tutto il pensiero occidentale ha saputo di dare alle piu eccelsi menti filosofici preceduti a lui una mera consolazione sotto una parlola Illusione..per me rimane uno dei rarissimi filosofi della nostra epicha che ha saputo di esporre un pensiero forte e nel frattempo radicale la sua critica mi perdoni rimane una critica formidabile al nichilismo alla quale nessuno (e lo ripeto NESSUNO ha avuto il coraggio superare dialetticamente)nemmeno suo allievo
Ciao Matteo la tua lezione sul pensiero di Severino è davvero completa e chiarissima. Una cosa non ho mai capito di questo pensiero e spero tu possa essere in grado di darmi spiegazione. Intanto che siamo in vita noi che siamo una determinazione unica dell'essere percepiamo e viviamo la gioia, la sofferenza, l angoscia, il piacere ecc ma dopo la nostra morte particolare e fisica ciascuno di noi secondo Severino cosa continuerà a vivere se ritorna all'eterno essere?. Grazie
...se ti affini come l' oro nel crogiolo, puoi...
Salmo 50 :... un cuore affranto ed umiliato
TU non disprezzi... TU vuoi la sincerità di cuore...
Anche l' Immagine che passa, E'!!! Non e' nulla...non la vedi più ma È!
La riporti al cuore e lei RIVIVE!!!
Grazie mille
La pronuncia di "tennica" è un omaggio al protagonista del video?
In che modo l' "eterno ritorno" si concilia con l'eternità dell'Essere? Lei li ha considerati sinonimi, ma l'eternità dell'Essere è aliena dal tempo, mentre l' "eterno ritorno" ha nel tempo la propria base costituente (torna solo ciò che è andato).
Infatti, esistono due eternità: quella atemporale, che è appartenente all'Essere; e quella temporale appartenente al divenire.
E Severino a quale si riferisce?
dunque Prof, che ne è degli scomparsi dinosauri secondo il pensiero del Maestro Severino ?
Non conosco che alcune fondamentali premesse del pensiero di Severino. Pertanto questa è una mia interpretazione, che mi sembra tuttavia basata sull'assunto parmenideo e sulla logica. La materia che prima costituiva il corpo dei dinosauri partecipa ancora all'eternità del tutto. I loro corpi si sono decomposti in massima parte, sono stati soggetti all'autolisi e alla putrefazione, e la materia che li componeva si è così probabilmente compressa sullo scheletro, oppure staccata e venendo così inglobata nella terra, oppure ancora è stata mangiata da altri organismi viventi. Nella prospettiva di Severino, niente può essere distrutto, ed è qualcosa che l'esperienza può negare solo a primo livello d'analisi. Infatti, se brucio un pezzo di legno, la quantità di materia (cenere più i gas prodotti dalla combustione) che avrò alla fine della combustione è inalterata, anche dal punto di vista della massa (legge di Lavoisier o di conservazione della massa). Ma Severino, oltre a constatare che la massa non cambia alla fine del processo, procede con l'affermare l'impossibilità del legno di essere ontologicamente diverso dalla cenere e dal gas che si è prodotto. In questo Severino si distacca da Parmenide, il quale credeva che l'essere si trovasse al di là del sensibile, e che invece il nostro fosse il mondo dell'apparenza, della doxa, del non-essere. Invece Severino mi pare affermare che tutte le cose del mondo sensibile siano e siano eternamente, essendo ciò necessario dal momento che il nulla è impensabile logicamente. La vita, pare affermare Severino, non è l'unica configurazione possibile dell'essere: anche ciò che non è vivo, nella sua prospettiva, deve assumere il carattere ontologico. Inoltre comunemente, ingannati dall'illusione che esista un tempo che trascorre lentamente, siamo portati a fare un esempio molto remoto come quello dei dinosauri. Ma il discorso può essere più comprensibile se, invece di considerare animali morti da milioni di anni, consideriamo un cadavere, possiamo osservare un disfacimento (non annullamento) simile a quello del dinosauro. La materia del cadavere non va nel nulla, continua a essere ma non nella forma della vita; invece, le azioni, il ricordo, le idee del defunto continuano a esistere se vengono in qualche modo fissate, attraverso la tradizione orale o (meglio) la scrittura. Altrimenti, rimane l'aria emessa durante l'atto del parlare esprimendo un certo pensiero, che è comunque materia; e quando l'aria delle parole raggiunge l'orecchio e quindi il cervello di un altro vivente, viene analizzata ed elaborata dal cervello, il quale produce così altre idee a partire da quelle precedenti. La trasformazione (o divenire) è solo apparente, non possiede carattere ontologico, il quale invece spetta solo all'Essere, che deve pertanto essere eterno.
Venni a contatto col pensiero di Severino all' età di 17 anni e fu un incontro scovolgente e decisivo. Anni passati su La struttura originaria ed Essenza del Nichilismo, una delle personalità più grandi mai apparse!
Poi sei guarito?!
Grazie 🙏
Grazie.
Grazie per la lezione. Approfondisca l'autore per favore sopratutto nei suoi rapporti con Nietzche ed Heidegger.
Lo farò... alcuni non hanno compreso che è una introduzione
Professore mi viene il dubbio, c'è differenza tra essenza e sostanza?
Bellissima lezione, che sembra proprio rispondere alla mia intenzione di conoscere, di autostudiarmi, in qualche modo, il pensiero di questo filosofo recentemente scomparso, che non conoscevo se non per il fatto di aver aperto qualche suo video qui su youtube sul pensiero greco(Platone, Parmenide) che ho subito smesso di guardare, non amando la filosofia greca. L'idea della morte come un ritornare all'eternità e come un momentaneo assentarsi dal mondo del divenire mi piace molto, anche se proprio questo negare il divenire dell'essere da parte di Severino non mi convince, da buon "empirista". Gli anni passano, le cose mutano, tutto ciò non può essere un'illusione collettiva. Oso, ora, fare una richiesta quasi impossibile, forse, da esaudire: potrebbe, quando ne ha tempo e voglia, fare un video sul significato, in filosofia, per i vari filosofi del concetto di essere? Concetto, che a quanto ho capito, non ha avuto mai nella storia della filosofia una interpretazione univoca, o sbaglio? Buona giornata, Vincenzo.
secondo quanto sostiene il Dott Severino 1+1=2 è e non è cominciato ad essere ad un certo punto, portando così un esempio concreto di episteme e insieme di verità sempiterna
Prof. ha più fatto la lezione sul potere per Foucault?
No
Grazie
ciao però il prof serafino massoni obietta sul fatto che severino emanuele non ci dice cosa ci aspetta dopo la morte cioè cos'è quell'infinitamente di più che ci attende dopo che siam morti che gli uomini non suppongono nè sperano se appunto non si tratta di paradiso??
E come potrebbe mai averlo fatto?!🤔
ascolta anche… LECTURES 2020: Caro Professor Severino... "Si figuri" (Armando Torno)
UNO DEI TANTI IDEALISTI ,i filosofi hanno solo interpretato il mondo in modi diversi si tratta di CAMBIARLO .karl MARX.
Dal punto di vista Taoista e Buddhista il mondo lo puoi cambiare, cambiando solo te stesso...🕉️☯️☸️⛩️🇯🇵🏯🏳️🌈🏳️🌈🏳️🌈♂️🦋🦅🐉
Visto che il mondo è totalmente inoggettivo... sempre secondo le visioni del mondo precedentemente citate...🏳️🌈🏳️🌈🏳️🌈♂️🦋🦅🐉
Grazie prof per la sua lezione! Farà tappa anche a Modena o Bologna per il suo libro?
Spero Bologna
@@MatteoSaudino Grazie, ci tenga aggiornati ;-)
Onestamente non capisco questa contrapposizione tra eternità e divenire. La contrapposizione potrebbe essere tra eternitá e momentaneo e tra staticità e cambiamento. Quindi io l'Essere lo vedo come eterno ma anche cangiante. Un essere in eterno divenire potremmo dire.
TAUMA...
Basta la FEDE
che , come sostiene Ravasi,
puo' essere continua ricerca
in questa Vita...altrimenti,
Che Vita sarebbe???🫂🕊️☁️👼🏻👼🏻☁️
Essa ( la Fede ) si affina sempre di più
fino a che quel frammento d' infinito che
conserviamo dentro di noi, si unisce al Tutto.
( = La Bambolina di sale 🪆= la + più piccola, la più preziosa ) .
Dove a Macerata il 9 febbraio? Complimenti per il video prof.
Prof. Eccezionale
Severino, in realtà, critica Parmenide. Per quest'ultimo è eterna la totàlità( l'uno) e non i singoli essenti. Per Severino sono eterni tutti i singoli essenti.
Esatto, il barba non ci ha capito molto a quanto pare... 😂
Mi piacerebbe capire, come allora si giustifica la scomparsa dei Dinosauri, rispetto al fatto che tutto è eterno?
La materia che prima costituiva il corpo dei dinosauri partecipa ancora all'eternità del tutto. I loro corpi si sono decomposti in massima parte, sono stati soggetti all'autolisi e alla putrefazione, e la materia che li componeva si è così probabilmente compressa sullo scheletro, oppure staccata e venendo così inglobata nella terra, oppure ancora è stata mangiata da altri organismi viventi. Nella prospettiva di Severino, niente può essere distrutto, ed è qualcosa che l'esperienza può negare solo a primo livello d'analisi. Infatti, se brucio un pezzo di legno, la quantità di materia (cenere più i gas prodotti dalla combustione) che avrò alla fine della combustione è inalterata, anche dal punto di vista della massa (legge di Lavoisier o di conservazione della massa). Ma Severino, oltre a constatare che la massa non cambia alla fine del processo, procede con l'affermare l'impossibilità del legno di essere ontologicamente diverso dalla cenere e dal gas che si è prodotto. In questo Severino si distacca da Parmenide, il quale credeva che l'essere si trovasse al di là del sensibile, e che invece il nostro fosse il mondo dell'apparenza, della doxa, del non-essere. Invece Severino mi pare affermare che tutte le cose del mondo sensibile siano e siano eternamente, essendo ciò necessario dal momento che il nulla è impensabile logicamente. La vita, pare affermare Severino, non è l'unica configurazione possibile dell'essere: anche ciò che non è vivo, nella sua prospettiva, deve assumere il carattere ontologico. Inoltre comunemente, ingannati dall'illusione che esista un tempo che trascorre lentamente, siamo portati a fare un esempio molto remoto come quello dei dinosauri. Ma il discorso può essere più comprensibile se, invece di considerare animali morti da milioni di anni, consideriamo un cadavere, possiamo osservare un disfacimento (non annullamento) simile a quello del dinosauro. La trasformazione (o divenire) è solo apparente, non possiede carattere ontologico, il quale invece spetta solo all'Essere, che deve pertanto essere eterno.
aggiunta doverosa: non conosco che alcune fondamentali premesse del pensiero di Severino. Pertanto questa è una mia interpretazione, che mi sembra tuttavia basata sull'assunto parmenideo e sulla logica
@@domenicomezzatesta9793 Carissimo, di Severino non hai capito niente e hai travisato tutto.
@@campcamp1583 possibile, ho messo in guardia fin dall’inizio
@@domenicomezzatesta9793 non è solo possibile, è sicuro. D'altronde, a fronte di un'esposizione superficiale oltreché scorretta del pensiero di un pensatore, il commentatore medio digiuno di quel pensatore, con così poca e scadente "carne al fuoco" dovrà pur metterci del suo, per farle acquisire un qualche senso. A ogni modo, per farla molto breve (e, per forza di cose, la mia spiegazione sarà affetta da un certo grado di imprecisione) per Severino tutto è eterno perché asserire che un singolo essente - il filosofo utilizza proprio questa parola, e la categoria "essente" ingloba tutto ciò che era, è e sarà, sia esso un oggetto, un pensiero, uno stato di cose etc. - prima sia e poi venga a non essere più è contraddittorio e quindi insostenibile. Le argomentazioni di Severino sono lunghe e complesse e non è questo il luogo per riferirle, ma a partire da questo assunto il filosofo conclude che ogni essente è perciò eterno e sussiste eternamente, in un senso propriamente "trascendentale", cioè come vera e propria condizione di possibilità dell'apparire alle nostre coscienze finite del fluire (che non è un "vero" fluire, perché tutto c'è già da sempre e per sempre) di tutte le cose, che nella nostra esperienza mondana "vanno e vengono". Severino adotta la similitudine dei fotogrammi di una pellicola cinematografica: la pellicola è un "intero" immutabile che noi possiamo apprezzare solo e soltanto un fotogramma alla volta, guardando il film. Il "luogo" della pellicola "intera" è un il luogo di un apparire ulteriore, ma stavolta l'apparire VERO, da sempre e per sempre esistente, del quale, ovviamente, noi non potremo MAI fare esperienza concreta. Quindi per Severino i dinosauri esistono ed esisteranno in eterno, e proprio in quanto dinosauri (e non trasformati in altro, non c'entra nulla il principio fisico di "conservazione della materia") ma non nella dimensione del NOSTRO apparire, bensì in quella dell'apparire trascendentale, che dal nostro punto di vista è stata condizione di possibilità prima dell'apparire dei dinosauri, poi del loro "scomparire", 60 milioni di anni fa (secondo l'ordine del tempo che si dà solo per noi e non della dimensione dell'apparire eterno, ovviamente).
Buona sera Prof. grazie x questo suo intervento penso che noi ( umini) ci rappresentiamo importanti e qui la tragedia greca spiega.... cioé toglie le pieghe e arriva a 1 piega dalla verità... che resterà a 1 piega.... mai spiegabile 😂
Bravissimo
A dimostrazione che nei filosofi greci sono le radici anche del moderno pensiero occidentale che tuttavia, tra Parmenide ed Eraclito, ha optato più per il secondo, considerato più in linea col paradigma tecnocratico e relativista della società odierna. Comunque complimenti per la lezione, che illumina sulle intuizioni fondamentali di un filosofo complesso.
Sono elementi per orientarsi
Alessandro Valentini Scusami ma quale sarebbe l’alternativa al modello “tecnocratico della scienza”? L’ontologia di Severino, stando chiusi in cameretta, ci permette di “ricavare” la conoscenza necessaria a costruire un televisore, un cellulare, antibiotici, auto, agricoltura intensiva, diserbanti, ingegneria genetica e così via? Oppure l’ontologia di Severino è magicamente in grado di persuaderci che la scienza e l’uso critico della ragione sono una brutta cosa? Qua siamo ancora fermi a filosofi caricaturali come Hegel, che del mondo non aveva capito niente, e Marx, che invece non aveva capito niente del capitalismo. Perché nella scuola italiana non c’è spazio per i pensatori liberali? Von Mises viene mai trattato? Hayek? Herbert Simon? Forse a malapena Popper!!
A dimostrazione dell'utilità di un commento a concetti già sviscerati 2600 anni fa...
seguendoti in questa tua esposizione , non emerge il totale superamento del pensiero di Severino del respiro placebico orientale , che anzi quasi a nicchia pare salvarsi a dispetto dell'Occidente dal macello del divenire : Severino ha chiaramente esposto che il mondo del pensiero orientale non è per niente differente dal pensiero postparmenideo occidentale , tanto che oggi sposa con totale identificazione il pensiero tecnologico platonico e post . comunque grazie.
Caro Prof, Ischia ti attende.
Arrivo il primo maggio
1 Seguo spesso le lezioni, ma non riesco a trovare una numerazione progressiva delle stesse che consenta una fruizione cronologica.
2 Non sono uno specialista e non sono riuscito a cogliere il vero motivo della contrapposizione tra Essere eterno e Divenire. Quest'ultimo, innegabile dal punto di vista fisico - chimico -biologico, non è la manifestazione percepibile dell'Essere eterno? Grazie.
Ma cosa si intende per eternità, non si capisce.
Se posso, vorrei aggiungere che
La totalità attuale dell'incominciante è, dunque, necessariamente oltrepassata da un incominciante - il quale non può apparire attualmente, ma è tuttavia necessario che appaia (in quanto l'incominciare è incominciare ad apparire), e che quindi è necessario che appaia sopraggiungendo in un cerchio diverso, altro, dal cerchio originario dell'apparire.
😂🤣😂🤣😂
Stavolta non ho capito niente
Severino sara' sicuramente uno dei temi per la maturita' 2020.
Advertisements for consumers only Spero di no! Chiedere a un liceale di parlare della filosofia di Severino.. è un po' come presentare a un newtoniano del '700 i principi della Meccanica relativistica e chiedergli di parlarne.
Questo, beninteso, varrebbe anche per altri autori e altre opere eh! Per esempio, un tema sui primi tre capitoli della "Fenomenologia" di Hegel: in quelle poche ore, il liceale verrebbe sconvolto e stordito dalla portata distruttiva e ricostruttiva di quel pensiero.
Stefano Gasparotto Costringere qualcuno a studiare Hegel è un crimine contro l’umanità. Che faccia parte dei programmi della scuola pubblica è ancora più odioso. Auspico la fondazione di scuole private in cui il caro Hegel venga usato soltanto come bersaglio per il sarcasmo.
secondo quello che diceva lui non è affatto scomparso
Primum Auriti, deinde Severino
saltare dal ponte, é cercare la Vita.
👏
Personalmente non ho niente da ridire sul pensiero filosofico di Severino. Ciò che però io trovo forzato è considerarlo uno dei migliori filosofi degli ultimi tempi, in quando di fatto Severino non afferma nulla di nuovo. Il concetto di uomo eterno, che non è mai nato e mai morirà, in quanto parte di una realtà eterna lo si trova parecchio in filosofia e in religione. Basti pensare alle correnti del buddhismo, a quelle dell'induismo, alla mistica dell'islam e dell'ebraismo i cui insegnamenti li trovo perfettamente in linea con ciò che dice Severino.
Ci sono delle similitudini ma anche delle differenze importanti (oltre al fatto che esistono tantissime correnti in seno al buddhismo, all'induismo, la mistica, etc)
In assenza di veri filosofi ci si accontenta di meri commentatori...
Io direi che la tecnica risponde alla voragine creata dal nichilismo o meglio, la tecnica dà senso alla datità umana la quale si pone come dominatrice assoluta della finitudine del reale in una parossistica ricerca di certezze senza fondamento. La tecnica diventa allora lo strumento attraverso il quale si realizza la nuova religione, il nuovo totem senza tabù ovvero il capitalismo.
La libertà diventa quindi finita, limitata al possesso della tecnica (solo chi ha la tecnica migliore sopravive e avanza) e a cui persino l'arte si sottomette diventando nichilistica e malinconica perchè, come insegnava Severino, se siamo immersi nel divenire frenetico allora la nostalgia dell'Essere ci pervade.
La negazione della libertà dell'esser-ci e dell'Essere ci sta uccidendo lentamente. Moriremo di troppo benessere, un benessere decadente senza spinta vitalistica. La dimora dell'Essere è stata dimenticata e la Verità appare solo come arbitrio della ragione, una dòxa imperitura in cui i frammenti della Libertà umana vengono sacrificati sull'altare del Vitello d'oro del profitto.
Ciao onore al gigante Bresciano ed a te ovviamente. Il nulla non puo' essere pensato in quanto e' l'antitesi del pensiero. L'essere definisce l'ente distanziandolo(dal soggetto) dagli altri enti formando un ordine, il mondo. C'e' l'ente nella sua forma non c'e' il nulla, che e' necessario all'essere perche' gli enti non siano un tutt'uno immobile.Affermo c'e' dico che il limite della cosa e' nulla, meglio. la cosa(definizione) limita il nulla, l'essere e' l'estensione del soggetto.Il nulla e' antitetico al pensiero pero' puo' essere rappresentato, per esempio nei vari deliri psichici, nelle rappresentazioni sostitutive degli ossessivi, nelle chiacchierate tra ubriachi etc.
Carissimo professore perché le “piace” tanto Heidegger? Se Volpi era pronto per scrivere un antiheidegger non le vin qualche dubbio. Io non ho bisogno di un nazista, la critica della ragione lo trovo in Adorno
Adoro la prima parte di essere e tempo
Matteo Saudino - BarbaSophia fino a che numero?.
Discours de la méthode pour bien conduire sa raison, et chercher la verité dans les sciences Plus la Dioptrique, les Meteores, et la Geometrie qui sont des essais de cete Methode
Ora
Lege
Lege
Lege
Relege
Labora...
...et invenies!
Lege
Lege
Lege
Rilege
Ora et
Il Nulla non esiste!
Personalmente trovo paradossale (e per questo estremamente interessante) come due autori opposti quali Nietzsche e Severino, pur partendo da presupposti antitetici, siano arrivati a conclusioni estremamente compatibili. Mi sbaglio? Trovo in Nietzsche un sistema per vivere l'autenticità del divenire (accettandone il lato tragico), mentre in Severino un sistema che esclude il divenire ma che implicitamente lo riformula, contro le ancore positiviste "apollinee" attiva a mostrare comunque una realtà nicciana in quanto ciclica ed eterna. Sarebbe interessantissimo un confronto tra i due, magari quando farà il "versus" tra Eraclito e Parmenide :)
Ragionava, ragionava, ragionava a dismisura senza perciò poter giungere al Vero.
Se Verino fosse stato capace di sospendere l'arroganza del pensiero sarebbe approdato al Vero.
VERO!
Mi scusi potrebbe dirmi cosa pensa di Ferraris e Cacciari?non le chiedo di Fusaro perché non è un filosofo😁