Prof lei è un balsamo...ho deciso... mi iscriverò all' università nuovamente, voglio tornare a studiare filosofia.... c'è tantissimo bisogno d' imparare a pensare! lo devo ai miei cinque monelli GRAZIE GRAZIE GRAZIE
Aggiungo solo che io problema alla radice del paradosso di Zenone è il fatto che i greci rifiutavano l'esistenza dei numeri reali, cioè i numeri con infinite cifre dopo la virgola. Per i greci esistevano solo i numeri naturali, ossia 1,2,3,etc, al più le frazioni, ossia i numeri razionali. Per questo motivo i greci erano anche molto a disagio con la natura del pi-greco. Spoiler - con la nozione di serie geometrica si dimostra che Achille alla fine acciuffa la tartaruga.
Il piacere e la leggerezza della filosofia sta nella misura di chi la racconta-insegna e questo professore è la giusta misura. Una domanda: potrebbe essere questo di Zenone uno spunto da una favola di Esopo?
La logica di Zenone è sbagliata semplicemente perché non conosceva il calcolo integrale: una somma di infiniti numeri non nulli può tranquillamente essere un numero finito. Oltre a questo si evincono diversi bias cognitivi nel suo ragionamento. 😅
Io me lo vedo, Zenone. Siamo nel salernitano, vista mare, mezza collina, leggera brezza. Vino buono, acqua fresca. Siamo sotto una bella vigna ombrosa. Quattro amici seduti su comodi cuscinoni, un bixxhiere in mano. "Seconodo te, la tartaruga...." Calma, niente da fare, ambiente favorevole alla chiacchiera. :)
Prof, perdoni l'arroganza, ma a me pare che Zenone sia stato più che altro il precursore del cherry picking: per sostenere la propria tesi applica ad Achille ed alla tartaruga ragionamenti differenti. Se é vero che Achille di fatto nemmeno partirà mai dovendo coprire un numero infinito di distanze, lo stesso deve valere per la tartaruga. Di fatto la gara non si svolgerà mai. Non ha nemmeno senso il concetto di vantaggio, perché secondo la visione di Zenone dovremmo vivere in una realtà freezzata. Invece lo stesso pensiero, la formulazione stessa di concetti é prova di un divenire, di un movimento.
La teoria sulla natura della luce, onda-particella, è contraddittoria? La meccanica quantistica è contraddittoria in alcuni aspetti? La fisica oggi accetta la natura contraddittoria della materia?
Barba, ottima spiegazione della dicotomia, ma non dello stadio. Ma che ca@@@@o!!!! Non è difficile: due corpi situati alle estremità opposte di uno stadio che si muovono alla stessa velocità, ma in senso inverso, si muovono in realtà a velocità diverse. Mi fermo, dai, non è difficile! Ti ammiro. Va bene così.
L'"errore" di Parmenide è stato proprio quello di fermarsi all'Ontologia, stadio intermedio dell'intelligibile dove l'Essere è necessariamente molteplice. Zenone ha perfettamente ragione quando dimostra che la molteplicità è illusione, ma per dimostrare questo è necessario un ulteriore passo verso l'alto, nella Metafisica pura dove il soggetto è l'Assoluto "senza secondo", per dirla con Sankara. Solo in quel punto l'illusione del molteplice scompare (Maya) e la logica trova il suo punto ultimativo come totalmente non scomponibile, quindi privo di contraddizioni. Vorrei ricordare che lo stesso nome di Apollo (che Nietzsche non vedeva come un "semplice" Dio, ma come il fondamento stesso della "religio" Olimpica) è A-pollon, che significa proprio senza secondo,
Si può dire che Zenone, senza rendersene conto, ha anticipato la fisica quantistica, secondo cui lo spazio non è divisibile all'infinito? Se lo spazio è 'quantico' allora il paradosso cade..vince Achille sia nella realtà sia a livello di teoria... grazie!
Il ragionamento di Parmenide non ha nulla a che vedere col concetto di rapporto matematico tra infinito e finito. Per Parmenide l'infinito in senso ontologico non può esistere. Parmenide parla dell'essere come finito, come "una rotonda sfera", in quanto il concetto di essere, non lasciando nulla fuori di sé, è sempre finito, cioè sempre attuale. Dunque il concetto di finitezza dell'essere in Parmenide non è numerico. Infatti se fosse inteso in senso numerico come infinito sarebbe incompiuto e quindi mancherebbe di qualcosa ; ma se manca di qualcosa vuol dire che non è ciò di cui manca. L'essere non era è non sarà , dice Parmenide, perchè è ora tutt'insieme : una cosa è davvero eterna quando è fuori dal tempo. E se il tempo si presenta come successione, ovvero come molteplicità, in qualunque modo tale molteplicità si presenti, allora si tratta di un illusione. Da questo punto di vista non è possibile il non finito come essere. Se ipotizzassimo che l’essere non è finito, diremo allora che la parte non finita non è nell'essere e cadremmo in un grave errore perché «la stessa cosa è e pensare che è», quindi, se pensiamo, dimostriamo che l’essere esiste e che il pensiero non può pensare che l’essere (qualcosa che è), ovvero qualcosa che non può contemplare un aver da essere. Quando Zenone tenta di confutare la molteplicità, lo fa stando fermo agli assunti di Parmenide, ma deve fare un'importante concessione, per sviluppare la sua critica. Deve cioè assumere a sua volta un punto di partenza in cui il movimento possa essere riguardato secondo la logica della successione. Cosi Zenone afferma che se le cose fossero molte, il loro numero sarebbe finito e infinito al tempo stesso: finito, perché non possono essere né più né meno di quanto sono; infinito, perché tra due cose ce ne sarà sempre una terza e tra questa e le altre due ce ne sarà sempre un’altra, e così via all’infinito. Alla radice del paradosso di Achille e la tartaruga sta l'impossibilità del punto x nel dover compiere un tragitto in un segmento che va da "a" fino a "b", per cui si ritroverà a non poter mai partire nemmeno da "a". Giacché è rigorosamente esclusa la possibilità stessa della partenza. Infatti il punto x per giungere da "a" ad "a1", che è un passo successivo verso "b" dovrà percorrere l'infinito, e per Zenone resta fermo che una somma di infiniti finisce per essere finita e infinita. Per Zenone è contraddittorio affermare che ogni cosa è costituita da più unità: se queste unità non hanno grandezza, anche le cose da essa composte non avranno grandezza; se invece le unità hanno una certa grandezza, le cose composte da infinite unità avranno una grandezza infinita. Se dunque il movimento è inteso come successione da un'ità all'altra allora è rigorosamente impossibile. Giacché le unità dovrebbe avere e insieme non avere una grandezza. Zenone tuttavia non nega l'evidenza empirica del movimento. I sensi attestano il movimento come attestano l'esistenza degli elefanti. Ma ciò che attestano è appunto illusorio.
Grazie professore per la lezione chiara ed esaustiva... come sempre!
Grazie Professore. In preparazione ad una visita al sito archeologico di Velia/Elea sono venuto subito qui.
Prof lei è un balsamo...ho deciso... mi iscriverò all' università nuovamente, voglio tornare a studiare filosofia.... c'è tantissimo bisogno d' imparare a pensare!
lo devo ai miei cinque monelli
GRAZIE GRAZIE GRAZIE
Anche a me piacerebbe iscrivermi di nuovo all'università ,ma non ho i soldi per pagare le tasse di iscrizione e i libri
Sugli eleatici Matteo non si batte 😍
Aggiungo solo che io problema alla radice del paradosso di Zenone è il fatto che i greci rifiutavano l'esistenza dei numeri reali, cioè i numeri con infinite cifre dopo la virgola. Per i greci esistevano solo i numeri naturali, ossia 1,2,3,etc, al più le frazioni, ossia i numeri razionali. Per questo motivo i greci erano anche molto a disagio con la natura del pi-greco. Spoiler - con la nozione di serie geometrica si dimostra che Achille alla fine acciuffa la tartaruga.
Non diciamo ca...te, ieri ho visto la tartaruga correre e di Achille neanche l'ombra. 🤣😂
grazie matteo solo tu mi fai capire la filosofia senza bisogno di farmi un pito
Grazie per la lezione
Like subito poi lo guarderò buon lavoro prof
prof mi hanno sospeso di nuovo dalla scuola 😅
Il piacere e la leggerezza della filosofia sta nella misura di chi la racconta-insegna e questo professore è la giusta misura.
Una domanda:
potrebbe essere questo di Zenone uno spunto da una favola di Esopo?
Grazie, chissà se ne è influenzato
La logica di Zenone è sbagliata semplicemente perché non conosceva il calcolo integrale: una somma di infiniti numeri non nulli può tranquillamente essere un numero finito. Oltre a questo si evincono diversi bias cognitivi nel suo ragionamento. 😅
ma lo dici a minchia di cane oppure lo hai sperimentato
Io me lo vedo, Zenone. Siamo nel salernitano, vista mare, mezza collina, leggera brezza. Vino buono, acqua fresca. Siamo sotto una bella vigna ombrosa. Quattro amici seduti su comodi cuscinoni, un bixxhiere in mano. "Seconodo te, la tartaruga...." Calma, niente da fare, ambiente favorevole alla chiacchiera. :)
I Greci non conoscevano l'accelerazione 😂
prof questa lezione l'ha già fatta, ne dovrebbe fare altre che non ha ancora fatto
Il paradosso dell infinito.....per spiegare una cosa finita ci mette un tempo infinito....du marò😂😂😂
Prof, perdoni l'arroganza, ma a me pare che Zenone sia stato più che altro il precursore del cherry picking: per sostenere la propria tesi applica ad Achille ed alla tartaruga ragionamenti differenti. Se é vero che Achille di fatto nemmeno partirà mai dovendo coprire un numero infinito di distanze, lo stesso deve valere per la tartaruga. Di fatto la gara non si svolgerà mai. Non ha nemmeno senso il concetto di vantaggio, perché secondo la visione di Zenone dovremmo vivere in una realtà freezzata. Invece lo stesso pensiero, la formulazione stessa di concetti é prova di un divenire, di un movimento.
@@ipazia4287 ma se la logica costruita é incoerente con sé stessa possiamo parlare di paradosso?
@@ipazia4287 ma se il paradosso per stare in piedi prende il via da presupposti incoerenti, non diventa fatalmente conferma della doxa?
La teoria sulla natura della luce, onda-particella, è contraddittoria? La meccanica quantistica è contraddittoria in alcuni aspetti? La fisica oggi accetta la natura contraddittoria della materia?
Grazie
Fantastico.
scusi ma lei è identico a Socrate, o almeno nell'immagine di una sua statua che ho riportata nel libro😅
amore mio mi tieni in vita
Barba, ottima spiegazione della dicotomia, ma non dello stadio. Ma che ca@@@@o!!!! Non è difficile: due corpi situati alle estremità opposte di uno stadio che si muovono alla stessa velocità, ma in senso inverso, si muovono in realtà a velocità diverse. Mi fermo, dai, non è difficile! Ti ammiro. Va bene così.
L'"errore" di Parmenide è stato proprio quello di fermarsi all'Ontologia, stadio intermedio dell'intelligibile dove l'Essere è necessariamente molteplice. Zenone ha perfettamente ragione quando dimostra che la molteplicità è illusione, ma per dimostrare questo è necessario un ulteriore passo verso l'alto, nella Metafisica pura dove il soggetto è l'Assoluto "senza secondo", per dirla con Sankara. Solo in quel punto l'illusione del molteplice scompare (Maya) e la logica trova il suo punto ultimativo come totalmente non scomponibile, quindi privo di contraddizioni. Vorrei ricordare che lo stesso nome di Apollo (che Nietzsche non vedeva come un "semplice" Dio, ma come il fondamento stesso della "religio" Olimpica) è A-pollon, che significa proprio senza secondo,
Io non ho idea di cosa tu stia dicendo ma lo dici talmente bene che secondo me hai ragione 😝
@@ermannodetti200 Lo rilegga la seconda volta e comprenderà anche perché ho ragione.
@@raulcesari4115 non fraintendere, ho ironizzato per evidenziare cm la tua risposta fosse molto tecnica e circostanziata 😁
7:00 Oppure James Stewart o Dylan dog
Si può dire che Zenone, senza rendersene conto, ha anticipato la fisica quantistica, secondo cui lo spazio non è divisibile all'infinito? Se lo spazio è 'quantico' allora il paradosso cade..vince Achille sia nella realtà sia a livello di teoria... grazie!
Il ragionamento di Parmenide non ha nulla a che vedere col concetto di rapporto matematico tra infinito e finito. Per Parmenide l'infinito in senso ontologico non può esistere. Parmenide parla dell'essere come finito, come "una rotonda sfera", in quanto il concetto di essere, non lasciando nulla fuori di sé, è sempre finito, cioè sempre attuale. Dunque il concetto di finitezza dell'essere in Parmenide non è numerico. Infatti se fosse inteso in senso numerico come infinito sarebbe incompiuto e quindi mancherebbe di qualcosa ; ma se manca di qualcosa vuol dire che non è ciò di cui manca. L'essere non era è non sarà , dice Parmenide, perchè è ora tutt'insieme : una cosa è davvero eterna quando è fuori dal tempo. E se il tempo si presenta come successione, ovvero come molteplicità, in qualunque modo tale molteplicità si presenti, allora si tratta di un illusione. Da questo punto di vista non è possibile il non finito come essere. Se ipotizzassimo che l’essere non è finito, diremo allora che la parte non finita non è nell'essere e cadremmo in un grave errore perché «la stessa cosa è e pensare che è», quindi, se pensiamo, dimostriamo che l’essere esiste e che il pensiero non può pensare che l’essere (qualcosa che è), ovvero qualcosa che non può contemplare un aver da essere. Quando Zenone tenta di confutare la molteplicità, lo fa stando fermo agli assunti di Parmenide, ma deve fare un'importante concessione, per sviluppare la sua critica. Deve cioè assumere a sua volta un punto di partenza in cui il movimento possa essere riguardato secondo la logica della successione. Cosi Zenone afferma che se le cose fossero molte, il loro numero sarebbe finito e infinito al tempo stesso: finito, perché non possono essere né più né meno di quanto sono; infinito, perché tra due cose ce ne sarà sempre una terza e tra questa e le altre due ce ne sarà sempre un’altra, e così via all’infinito. Alla radice del paradosso di Achille e la tartaruga sta l'impossibilità del punto x nel dover compiere un tragitto in un segmento che va da "a" fino a "b", per cui si ritroverà a non poter mai partire nemmeno da "a". Giacché è rigorosamente esclusa la possibilità stessa della partenza. Infatti il punto x per giungere da "a" ad "a1", che è un passo successivo verso "b" dovrà percorrere l'infinito, e per Zenone resta fermo che una somma di infiniti finisce per essere finita e infinita. Per Zenone è contraddittorio affermare che ogni cosa è costituita da più unità: se queste unità non hanno grandezza, anche le cose da essa composte non avranno grandezza; se invece le unità hanno una certa grandezza, le cose composte da infinite unità avranno una grandezza infinita. Se dunque il movimento è inteso come successione da un'ità all'altra allora è rigorosamente impossibile. Giacché le unità dovrebbe avere e insieme non avere una grandezza. Zenone tuttavia non nega l'evidenza empirica del movimento. I sensi attestano il movimento come attestano l'esistenza degli elefanti. Ma ciò che attestano è appunto illusorio.
grande juventino !
macché Sherlock Holmes ... pensa piuttosto a Schrödinger e i paradossi della quantum theory... !