Davide Mingozzi, Cerimoniale e musica per le incoronazioni dogali nella Genovadi fine Settecento

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  • Опубликовано: 16 окт 2024
  • Davide Mingozzi (Bologna)
    Cerimoniale e musica per le incoronazioni dogali nella Genova di fine Settecento
    Relazione presentata al convegno internazionale di studi "Musica e liturgia in Italia nel Sei e Settecento)
    a cura della Sezione musica "Giovambattista Martini" dell'Officina San Francesco Bologna
    Bologna, Biblioteca San Francesco, 21-22 aprile 2023
    All’inizio del 1753 padre Giambattista Martini lasciò il convento bolognese di S. Francesco per recarsi a Roma: il ministro generale dell’Ordine dei minori conventuali lo aveva richiesto per predisporre e dirigere le musiche per il triduo di beatificazione di Giuseppe da Copertino. Le celebrazioni si svolsero il 6, 7 e 8 maggio di quell’anno nella basilica francescana dei SS. XII Apostoli e consistettero in tre messe e tre vespri; le musiche di Martini ottennero un notevole successo, tant’è che nell’autunno il papa Benedetto XIV gli offrì ufficiosamente il posto di coadiutore al magistero della cappella di S. Pietro in Vaticano. In via altrettanto ufficiosa, il Francescano tuttavia non accettò la proposta, preferendo la tranquillità del convento bolognese per dedicarsi agli studi.
    In vista del compito che lo attendeva a Roma, lontano dal contesto abituale, Martini aveva anzitutto chiesto informazioni dettagliate circa la prassi della musica sacra nella città papale a Girolamo Chiti, maestro di cappella in S. Giovanni in Laterano e profondo conoscitore della musica del suo tempo: lo testimoniano le numerose lettere sull’argomento intercorse fra i due musicisti. Per soddisfare appieno le aspettative della committenza, Martini aveva inoltre ottenuto di poter arrivare a Roma con qualche mese d’anticipo sulla data delle celebrazioni, al fine di avere una conoscenza diretta dello stile e delle consuetudini in uso.
    Gli scrupoli che padre Martini nutriva erano dovuti non solo alle circostanze eccezionali che lo avrebbero portato a confrontarsi con una concorrenza musicale agguerritissima e a sottoporsi al giudizio di personalità assai competenti, ma anche alla consapevolezza che, a seconda dei luoghi e delle occasioni, la musica impiegata nella liturgia rispondeva a una molteplicità di tradizioni e stili. Le cause di ciò sono da ricercare non tanto nella geografia assai frastagliata dell’Italia del tempo - il caso di Roma e Bologna, accomunate dal punto di vista politico ma non da quello musicale, è emblematico -, quanto piuttosto nelle consuetudini locali che davano forma alla musica destinata alla liturgia.
    L’esperienza romana di padre Martini induce ad avviare una riflessione su alcuni temi legati alla musica in rapporto alla liturgia in Italia nel Seicento e nel Settecento, e a porsi alcune domande: quali erano gli stili musicali praticati e le tradizioni cui essi rispondevano? in che misura essi risentivano delle consuetudini locali? qual era il ruolo dell’apparato cerimoniale nella definizione e nella fisionomia delle musiche da impiegare nelle celebrazioni? in che modo gli spazi cui le musiche erano destinate giocavano un loro ruolo?
    Comitato scientifico
    Elisabetta Pasquini (Bologna)
    Claudio Bacciagaluppi (Berna)
    Francesco Lora (Siena)
    Arnaldo Morelli (L’Aquila)
    Lucio Tufano (Palermo)
    Con il patrocinio di:
    Dicastero pontificio per la Cultura e la Comunicazione
    Regione Emilia-Romagna
    Comune di Bologna
    Bologna Unesco City of Music
    Arcidiocesi di Bologna
    Alma Mater Studiorum Università di Bologna-Dipartimento delle Arti
    Pontificio Istituto di Musica Sacra
    Società Italiana di Musicologia
    Accademia Filarmonica di Bologna
    Conservatorio di Musica "G. B. Martini" di Bologna
    In collaborazione con:
    Bologna Musei-Museo internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna
    Con il contributo di:
    Provincia Italiana di S. Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali
    Si ringrazia
    Banca di Bologna

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