Sono d’accordo. Aggiungo che oggi, forse, è in via di estinzione quel pensiero che “alla peggio faccio l’insegnante”… Il dramma è che il percorso per insegnare è la cosa meno attrattiva che esista. Anche un ventenne lo sa!
Secondo me questo (la carenza di attrattività dell'insegnamento) è vero per le facoltà scientifiche, molto meno per quelle umanistiche che hanno vocazione accademico/didattica. C'è da dire che con questi numeri passerebbe la voglia a qualsiasi "umanista". Se ne fosse realmente a conoscenza.
Su A40 nelle regioni del nord ci sono spesse volte più posti banditi che candidati. Ciò è dovuto non solo alla specificità ed eterogeneità della disciplina, ma anche da condizioni stipendiali poco attrattive. Un ingegnere in pochi anni può ambire ad un salario ben superiore indipendentemente se lavora in azienda o svolge la libera professione. Infine anche il precariato incide negativamente, scoraggia anche le persone che vorrebbero diventare insegnanti ma sanno che la gavetta sarà lunga (al contrario da altre parti si è stabilizzati da subito).
grazie per questo video. io ho scelto lettere e un sogno nel cassetto sarebbe anche quello di insegnare filosofia, ma più mi informo su questo sistema, più mi piange il cuore. forse sarò costretta a ripiegare su altro, ad esempio su latino (che comunque mi piace, ma non nego che filosofia mi ha sempre appassionata di più). che dire... tutto ciò è vergognoso. grazie per il contenuto🥰
Molto dipende da dove abiti... Filosofia in generale non è una classe di concorso favorita, ma mentre scegliere filosofia nel sud italia è un suicidio, nel Nord qualche possibilità ancora c'è.
Sarebbe interessante analizzare a distanza di due anni la situazione per scienze motorie dopo l'apertura delle classi di concorso per la primaria, video di un utilità informativa senza pari!
Aggiungerei che alcune facoltà permettono di insegnare materie che nel corso di laurea non vengono minimamente trattate, vedasi agraria con scienze naturali. Rinforzare i programmi e non le etichette, conclusione. Ottimo video, grazie
Quello è inevitabile per come è strutturato il sistema universitario italiano. Avere uno specialista in ogni materia sarebbe impossibile. Comunque per i neolaureati un certo numero di crediti in ogni ambito sono necessari per insegnare determinate materie (vedi scienze naturali). Il problema principale comunque rimane il fatto di mettere sul mercato laureati senza futuro. Per aggiungere tragedia alla tragedia, della mancanza di prospettive, questi se ne accorgono solo dopo la discussione della tesi.
@@logica_sanitaria9322 non sono da biasimare i ragazzi, e nemmeno le logiche, quanto la dialettica. Se qualcosa è logico non è detto che non sia criticabile, anzi, la logica si deve criticare, altrimenti la critica nasce e muore come sterile.
E poi ci sono facoltà come Fisica che non danno accesso ad A26 (matematica) se non prendendo altri CFU, mentre una laurea in matematica da accesso ad A20 (fisica). Insomma non sapevo che i fisici non erano dei matematici mentre i matematici sono anche dei fisici, pensavo valesse il viceversa.
Prima di tutto con A040 (con ingegeneria elettronica) devi farti un mazzo così e in più studi delle cose molto ma molto in profondità ma non a livello di esperienza più pratica. In più, anche perché ora A040 accorpa due vecchie e distinte classi di concorso, molti degli argomenti non fanno parte del tuo specifico piano di studio e quindi le devi imparare. Con la consapevolezza di un laureato ma le devi imparare perché fanno parte di altre specifiche lauree. Le materie diverse che puoi insegnare, anche 5 o 6 insieme nello stesso anno, sono tantissime, e insegnare telecomunicazioni in un cero indirizzo e articolazione è molto distante dall'insegnare tpsee in un altro indirizzo e articolazione. Tutto questo senza poterti organizzare e gestire in autonomia perché devi interfacciarti con vari ITP e con vari laboratori che tu non hai nemmeno mai avuto tempo e modo di conoscere da solo e con calma. Poi, da una parte le materie sono molto difficili, dall'altra ai professionali e ai tecnici si iscrivono spesso quelli meno attrezzati e più indisciplinati, talvolta molto ma molto indisciplinati. Ma i libri di testo sono scritti come se fossero destinati a studenti universitari e lo Stato prepara le tracce dell'esame di Stato come se fossero tracce destinate esperti di quello specifico settore. Tutto poi non lo devi gestire in maniera flessibile ma lo devi gestire in tutta quella burocrazia formale che si sta inventando la scuola che invece di essere funzionale allo scopo di migliorarla, di fatto la complica in maniera assurda. E' un incubo. Meglio, al limite, rischiare con altre cdc, anche se ci sono meno posti.
1985: troppi medici disoccupati, vinto concorso a cattedre con immissione in ruolo immediatamente dopo la laurea in medicina, zero giorni di precariato, per fortuna ho insegnato solo 4 anni.
Ciao, bel video. Sono uno studente di economia triennale che vorrebbe specializzarsi in fintech ( msc in informatics and economics) in Svizzera. Vorrei poi tornare in Italia per insegnare informatica o matematica. Ho paura peró che questa laurea possa non essere accettata per i concorsi in quanto nom equivale del tutto ad una laurea magistrale italiana. Infatti ci sono corsi di media difficoltà di informatica e di alta invece di finanza. Magari dovró solo integrarla con dei cfu aggiuntivi oppure dovró fare una magistrale aggiuntiva magari ad una università telematica. Tu hai qualche consiglio? Conosci qualcuno in questa situazione? Ti ringrazio molto
Il discorso é molto giusto però non è che tutti possono farsi piacere la facoltà di Fisica ogni persona ha una sua attitudine e sarà consapevole nella precarietà nel mondo scuola, ma magari non in altri contesti lavorarivi.
Si certo lo trovo molto giusto, questa scuola é diventata un po' uno specchietto per le allodole, senza contare poi che più si va avanti e più si chiedono cose che prosciugano le tasche delle persone, master, CFU, e chi più né ha più ne metta. Io non sono disposta a fare tutti questi anni di precariato per un sistema che fa acqua da tutti i buchi. É Molto giusto quello che dici, i ragazzi devono sapere il prima possibile.
Sì, però non si può incolpare sempre il singolo delle storture dell'intero sistema. La fallacia nel tuo ragionamento è che un laureato in filosofai non possa fare altro che insegnare filosofia. E purtroppo questa storia viene ripetuta talmente tante volte che ci credono pure gli stessi filosofi, che finiscono a sbattersi per una cattedra, e le aziende. In realtà i miei ex compagni di facoltà sono tra le persone più in gamba che io conosca, e sono in grado di riciclarsi nei campi più disparati. Anzi, nel mondo di oggi, in cui niente è scontato e tutto cambia rapidamente, le competenze filosofiche sono assolutamente necessarie. E purtroppo tanti miei compagni di facoltà si svalutano non rendendosene conto. Quelli che hanno provato a riciclarsi altrove a un anno o due dalla laurea lavorano tranquillamente nei settori più svariati. Io mi sono messa a studiare economia come seconda laurea, perché volevo approfondire i legami tra la teoria politica e quella economica. Tra un paio di anni avrò un profilo ben spendibile, ma comunque posso prendermela con calma perché ho firmato un indeterminato questa settimana. E sono motivata nel continuare gli studi perché filosofia era un ambiente molto sano e l'università non mi ha mandata in burnout, quindi crescere e imparare per me è un piacere. Dei miei compagni che si sono dedicati ad altro, un paio lavorano in banca e una nel marketing, più qualcuno che lavora nelle no-profit. Quindi anche basta con la tiritera di quanto siamo distaccati dalla realtà e non possiamo fare altro che rinchiuderci nel nostro pensatoio. Un filosofo che si allarga un minimo oltre la teoretica pura vale oro in un milione di campi.
Su Giurisprudenza prima di esprimerti ti direi di informarti. Uno non fa Giurisprudenza per insegnare e le possibilità di entrare nel pubblico con concorsi sono molteplici, molti sono anche esclusivi.
Prima di parlare di "informarsi" dovresti presentare dei dati come faccio io. Tempo fa feci un video su "università e lavoro" ruclips.net/video/zQsyMxaD1TM/видео.html E anche qui (dati almalaurea) la situazione di giurisprudenza è tragica. E' vero che ci sono diversi concorsi per i laureati in giurisprudenza, ma non sono mai abbastanza per assorbire la mole di candidati che vengono prodotti dall'università. I dati in mio possesso parlano chiaro, se la pensi diversamento ti invito a supportare la tua tesi con altri dati. In quel caso possiamo discutere.
I tuoi dati su cosa si basano? Prendono in considerazione studenti laureati in corso, fuori corso? Prendono in considerazione le prospettive aziendali che vengono offerte a studenti in Giurisprudenza che rifiutano perché fissati con la carriera da magistrato? Prima di raccogliere i dati dovresti fare un'analisi dettagliata. Prendi in considerazione che la professione forense ha molteplici diramazioni e solo in una di esse si riscontrano difficoltà a livello lavorativo? Anche io mi sono laureato a Pisa e bazzico le zone, sarei disposto ad avere un confronto diretto sull'argomento, senza problemi.
@@politeia2495 Ribadisco la questione... I dati devono essere il punto di partenza, fino a ora non ne hai portati. E' troppo semplice elencare le eventuali criticità di uno studio (tutti ne hanno) senza proporne di alternativi. Da dove vengono le tue fonti? Aneddotica? Sei tu stesso/a un laureato/a in giurisprudenza? Hai amici che lo sono?
@@logica_sanitaria9322 Ti ho detto che se vuoi ne parliamo direttamente a voce, te lo dico in quanto laureato in Giurisprudenza che ha vissuto varie esperienze e ti posso garantire che la narrazione generica che viene data é sbagliatissima perché molti non la conosco. I dati servono nel momento in cui é stata fatta una ricerca approfondita e fatta bene, in particolare in cose che riguardano i comportamenti umani. É come se a supporto della mia tesi ti prendessi l'articolo del sole 24h che dice che una delle lauree più richieste sarà proprio Giurisprudenza, anche quell'articolo a mio modo di vedere é troppo semplicistico e non avrebbe senso come metro di paragone, visto che leggendolo a fondo vedevo che mancavano dei passaggi fondamentali.
Le considerazioni che fai partendo da questi dati non tengono minimamente conto della "bigger picture". È facile dire che i laureati in ingegneria trovano lavoro più facilmente che quelli in giurisprudenza. Ma poi bisogna considerare che in questo è vero solo in Italia. Ho vissuto in Austria, e lì un giurista disoccupato non l'ho mai visto, anzi guadagnano pure molto bene. Stesso discorso per psicologi e semiologi, tutti tranquillamente impiegati. Anche i sociologi se la passano discretamente. Queste sono tutte categorie che in Italia hanno difficoltà, e magicamente altrove non ne hanno, nonostante il tasso di laureati in Italia sia bassissimo. È lo sviluppo economico che è rimasto indietro qui. E riversarsi in massa nella facoltà di ingegneria senza avere talento per la materia non risolverà un bel niente, dato che porterebbe solamente alla saturazione della categoria, a spese di quelli che non ci erano portati e hanno scelto la facoltà per calcolo. Il fatto è che in Italia la coperta è troppo corta, e le scelte universitarie individuali non risolleveranno un'economia depressa.
Il motivo principale è stato sicuramente avere il posto nel pubblico vicino casa. Ho avuto la prima supplenza a ottobre 2016, da quel momento ho sempre lavorato sul sostegno. Il primo concorso disponibile è stato quello dell'anno scorso (2021). Tecnicamente nel 2014 c'è stato il TFA per a028 (si chiamava a059 a quel tempo), ma io stavo facendo il dottorato, quindi ho saltato. Se avessi fatto (e vinto) quel TFA sarei in ruolo da un pezzo. Il vantaggio di abitare in Toscana è che con un punteggio di laurea decente e qualche titolo, è abbastanza semplice trovare supplenze, quindi dal 2016 ho sempre lavorato annualmente.
@@logica_sanitaria9322 ma per chi invece riceve incarichi ogni tanto... Come fa a campare a fine mese? La mia classe di concorso sarebbe a12 (ita e storia alle superiori) ed a22 (ita e storia alle medie). Ciò che mi preoccupa è di non ricevere chiamate. Come farei a tirare a fine mese se mi chiamano un mese si e uno no? So che ci sarebbe il tfa ma io non mi sento portato per fare l'insegnante di sostegno ti dico la verità. So che è un mestiere molto difficile e secondo me va fatto con convinzione
@@logica_sanitaria9322 sono ad un bivio... A me fare l'insegnante mi piacerebbe tantissimo ma mi rendo conto che è un gioco alla lotteria perché se non vinci il concorso sei costretto a fare una vita di m... Scusami il linguaggio. Sono molto triste perché penso sarei stato molto portato ma mi sento troppo demotivato.
@@enigman1931 Per le supplenze molto dipende molto dalla provincia che scegli... Se sei in una provincia "svantaggiata" trovare posto sulla materia (e anche sul sostegno) è difficile. Dove avresti intenzione di andare? Lavori di già in altro ambito? Per quanto riguarda il concorso per a012 e a022, nelle regioni del centro-nord ci sono abbastanza posti... Tuttavia in quelle materie il nozionismo diventa preponderante, quindi effettivamente azzeccare le risposte giuste richiede una dose di fortuna.
Ciao, mi togli una curiosità... La faccina che ride l'hai messa perché non sei d'accordo su giurisprudenza, o perché: "si ride per non piangere"? Sono davvero curioso!😅 (scusa se sembro aggressivo nel tono, ti giuro che non è mia intenzione! )
Sono d’accordo. Aggiungo che oggi, forse, è in via di estinzione quel pensiero che “alla peggio faccio l’insegnante”… Il dramma è che il percorso per insegnare è la cosa meno attrattiva che esista. Anche un ventenne lo sa!
Secondo me questo (la carenza di attrattività dell'insegnamento) è vero per le facoltà scientifiche, molto meno per quelle umanistiche che hanno vocazione accademico/didattica.
C'è da dire che con questi numeri passerebbe la voglia a qualsiasi "umanista".
Se ne fosse realmente a conoscenza.
Su A40 nelle regioni del nord ci sono spesse volte più posti banditi che candidati. Ciò è dovuto non solo alla specificità ed eterogeneità della disciplina, ma anche da condizioni stipendiali poco attrattive. Un ingegnere in pochi anni può ambire ad un salario ben superiore indipendentemente se lavora in azienda o svolge la libera professione. Infine anche il precariato incide negativamente, scoraggia anche le persone che vorrebbero diventare insegnanti ma sanno che la gavetta sarà lunga (al contrario da altre parti si è stabilizzati da subito).
grazie per questo video. io ho scelto lettere e un sogno nel cassetto sarebbe anche quello di insegnare filosofia, ma più mi informo su questo sistema, più mi piange il cuore. forse sarò costretta a ripiegare su altro, ad esempio su latino (che comunque mi piace, ma non nego che filosofia mi ha sempre appassionata di più). che dire... tutto ciò è vergognoso. grazie per il contenuto🥰
Molto dipende da dove abiti... Filosofia in generale non è una classe di concorso favorita, ma mentre scegliere filosofia nel sud italia è un suicidio, nel Nord qualche possibilità ancora c'è.
In Lombardia?
Questo è un servizio puntuale ed esaustivo!👏👏👏 grazie e continua così!
Sarebbe interessante analizzare a distanza di due anni la situazione per scienze motorie dopo l'apertura delle classi di concorso per la primaria, video di un utilità informativa senza pari!
Aggiungerei che alcune facoltà permettono di insegnare materie che nel corso di laurea non vengono minimamente trattate, vedasi agraria con scienze naturali. Rinforzare i programmi e non le etichette, conclusione. Ottimo video, grazie
Quello è inevitabile per come è strutturato il sistema universitario italiano. Avere uno specialista in ogni materia sarebbe impossibile. Comunque per i neolaureati un certo numero di crediti in ogni ambito sono necessari per insegnare determinate materie (vedi scienze naturali).
Il problema principale comunque rimane il fatto di mettere sul mercato laureati senza futuro. Per aggiungere tragedia alla tragedia, della mancanza di prospettive, questi se ne accorgono solo dopo la discussione della tesi.
@@logica_sanitaria9322 proprio per questo rendere più credibili i percorsi universitari permetterebbe di produrre meno sconforto.
@@logica_sanitaria9322 non sono da biasimare i ragazzi, e nemmeno le logiche, quanto la dialettica. Se qualcosa è logico non è detto che non sia criticabile, anzi, la logica si deve criticare, altrimenti la critica nasce e muore come sterile.
E poi ci sono facoltà come Fisica che non danno accesso ad A26 (matematica) se non prendendo altri CFU, mentre una laurea in matematica da accesso ad A20 (fisica). Insomma non sapevo che i fisici non erano dei matematici mentre i matematici sono anche dei fisici, pensavo valesse il viceversa.
Prima di tutto con A040 (con ingegeneria elettronica) devi farti un mazzo così e in più studi delle cose molto ma molto in profondità ma non a livello di esperienza più pratica. In più, anche perché ora A040 accorpa due vecchie e distinte classi di concorso, molti degli argomenti non fanno parte del tuo specifico piano di studio e quindi le devi imparare. Con la consapevolezza di un laureato ma le devi imparare perché fanno parte di altre specifiche lauree. Le materie diverse che puoi insegnare, anche 5 o 6 insieme nello stesso anno, sono tantissime, e insegnare telecomunicazioni in un cero indirizzo e articolazione è molto distante dall'insegnare tpsee in un altro indirizzo e articolazione. Tutto questo senza poterti organizzare e gestire in autonomia perché devi interfacciarti con vari ITP e con vari laboratori che tu non hai nemmeno mai avuto tempo e modo di conoscere da solo e con calma. Poi, da una parte le materie sono molto difficili, dall'altra ai professionali e ai tecnici si iscrivono spesso quelli meno attrezzati e più indisciplinati, talvolta molto ma molto indisciplinati. Ma i libri di testo sono scritti come se fossero destinati a studenti universitari e lo Stato prepara le tracce dell'esame di Stato come se fossero tracce destinate esperti di quello specifico settore. Tutto poi non lo devi gestire in maniera flessibile ma lo devi gestire in tutta quella burocrazia formale che si sta inventando la scuola che invece di essere funzionale allo scopo di migliorarla, di fatto la complica in maniera assurda. E' un incubo. Meglio, al limite, rischiare con altre cdc, anche se ci sono meno posti.
Molto interessante l'aspetto della vastita e della specificità delle materie, che scoraggia i candidati. Non mi sono mai confrontato con un ingegnere.
1985: troppi medici disoccupati, vinto concorso a cattedre con immissione in ruolo immediatamente dopo la laurea in medicina, zero giorni di precariato, per fortuna ho insegnato solo 4 anni.
Sarei curioso di conoscere meglio il tuo percorso, credo che sia utile anche per gli altri. Se hai voglia di essere più dettagliata!
Ciao, bel video. Sono uno studente di economia triennale che vorrebbe specializzarsi in fintech ( msc in informatics and economics) in Svizzera. Vorrei poi tornare in Italia per insegnare informatica o matematica. Ho paura peró che questa laurea possa non essere accettata per i concorsi in quanto nom equivale del tutto ad una laurea magistrale italiana. Infatti ci sono corsi di media difficoltà di informatica e di alta invece di finanza. Magari dovró solo integrarla con dei cfu aggiuntivi oppure dovró fare una magistrale aggiuntiva magari ad una università telematica. Tu hai qualche consiglio? Conosci qualcuno in questa situazione? Ti ringrazio molto
Il discorso é molto giusto però non è che tutti possono farsi piacere la facoltà di Fisica ogni persona ha una sua attitudine e sarà consapevole nella precarietà nel mondo scuola, ma magari non in altri contesti lavorarivi.
La cosa importante è che la consapevolezza arrivi presto, a diciannove anni, quando la scelta viene fatta.
Si certo lo trovo molto giusto, questa scuola é diventata un po' uno specchietto per le allodole, senza contare poi che più si va avanti e più si chiedono cose che prosciugano le tasche delle persone, master, CFU, e chi più né ha più ne metta. Io non sono disposta a fare tutti questi anni di precariato per un sistema che fa acqua da tutti i buchi. É Molto giusto quello che dici, i ragazzi devono sapere il prima possibile.
Sì, però non si può incolpare sempre il singolo delle storture dell'intero sistema. La fallacia nel tuo ragionamento è che un laureato in filosofai non possa fare altro che insegnare filosofia. E purtroppo questa storia viene ripetuta talmente tante volte che ci credono pure gli stessi filosofi, che finiscono a sbattersi per una cattedra, e le aziende. In realtà i miei ex compagni di facoltà sono tra le persone più in gamba che io conosca, e sono in grado di riciclarsi nei campi più disparati. Anzi, nel mondo di oggi, in cui niente è scontato e tutto cambia rapidamente, le competenze filosofiche sono assolutamente necessarie. E purtroppo tanti miei compagni di facoltà si svalutano non rendendosene conto. Quelli che hanno provato a riciclarsi altrove a un anno o due dalla laurea lavorano tranquillamente nei settori più svariati. Io mi sono messa a studiare economia come seconda laurea, perché volevo approfondire i legami tra la teoria politica e quella economica. Tra un paio di anni avrò un profilo ben spendibile, ma comunque posso prendermela con calma perché ho firmato un indeterminato questa settimana. E sono motivata nel continuare gli studi perché filosofia era un ambiente molto sano e l'università non mi ha mandata in burnout, quindi crescere e imparare per me è un piacere. Dei miei compagni che si sono dedicati ad altro, un paio lavorano in banca e una nel marketing, più qualcuno che lavora nelle no-profit. Quindi anche basta con la tiritera di quanto siamo distaccati dalla realtà e non possiamo fare altro che rinchiuderci nel nostro pensatoio. Un filosofo che si allarga un minimo oltre la teoretica pura vale oro in un milione di campi.
Su Giurisprudenza prima di esprimerti ti direi di informarti. Uno non fa Giurisprudenza per insegnare e le possibilità di entrare nel pubblico con concorsi sono molteplici, molti sono anche esclusivi.
Prima di parlare di "informarsi" dovresti presentare dei dati come faccio io.
Tempo fa feci un video su "università e lavoro" ruclips.net/video/zQsyMxaD1TM/видео.html
E anche qui (dati almalaurea) la situazione di giurisprudenza è tragica.
E' vero che ci sono diversi concorsi per i laureati in giurisprudenza, ma non sono mai abbastanza per assorbire la mole di candidati che vengono prodotti dall'università.
I dati in mio possesso parlano chiaro, se la pensi diversamento ti invito a supportare la tua tesi con altri dati. In quel caso possiamo discutere.
I tuoi dati su cosa si basano? Prendono in considerazione studenti laureati in corso, fuori corso? Prendono in considerazione le prospettive aziendali che vengono offerte a studenti in Giurisprudenza che rifiutano perché fissati con la carriera da magistrato? Prima di raccogliere i dati dovresti fare un'analisi dettagliata. Prendi in considerazione che la professione forense ha molteplici diramazioni e solo in una di esse si riscontrano difficoltà a livello lavorativo? Anche io mi sono laureato a Pisa e bazzico le zone, sarei disposto ad avere un confronto diretto sull'argomento, senza problemi.
@@politeia2495 Ribadisco la questione... I dati devono essere il punto di partenza, fino a ora non ne hai portati. E' troppo semplice elencare le eventuali criticità di uno studio (tutti ne hanno) senza proporne di alternativi.
Da dove vengono le tue fonti? Aneddotica? Sei tu stesso/a un laureato/a in giurisprudenza? Hai amici che lo sono?
@@logica_sanitaria9322 Ti ho detto che se vuoi ne parliamo direttamente a voce, te lo dico in quanto laureato in Giurisprudenza che ha vissuto varie esperienze e ti posso garantire che la narrazione generica che viene data é sbagliatissima perché molti non la conosco. I dati servono nel momento in cui é stata fatta una ricerca approfondita e fatta bene, in particolare in cose che riguardano i comportamenti umani. É come se a supporto della mia tesi ti prendessi l'articolo del sole 24h che dice che una delle lauree più richieste sarà proprio Giurisprudenza, anche quell'articolo a mio modo di vedere é troppo semplicistico e non avrebbe senso come metro di paragone, visto che leggendolo a fondo vedevo che mancavano dei passaggi fondamentali.
Le considerazioni che fai partendo da questi dati non tengono minimamente conto della "bigger picture". È facile dire che i laureati in ingegneria trovano lavoro più facilmente che quelli in giurisprudenza. Ma poi bisogna considerare che in questo è vero solo in Italia. Ho vissuto in Austria, e lì un giurista disoccupato non l'ho mai visto, anzi guadagnano pure molto bene. Stesso discorso per psicologi e semiologi, tutti tranquillamente impiegati. Anche i sociologi se la passano discretamente. Queste sono tutte categorie che in Italia hanno difficoltà, e magicamente altrove non ne hanno, nonostante il tasso di laureati in Italia sia bassissimo. È lo sviluppo economico che è rimasto indietro qui. E riversarsi in massa nella facoltà di ingegneria senza avere talento per la materia non risolverà un bel niente, dato che porterebbe solamente alla saturazione della categoria, a spese di quelli che non ci erano portati e hanno scelto la facoltà per calcolo. Il fatto è che in Italia la coperta è troppo corta, e le scelte universitarie individuali non risolleveranno un'economia depressa.
Ciao come mai hai scelto di fare l'insegnante? Quanti anni di precarietà hai fatto prima del posto fisso?
Il motivo principale è stato sicuramente avere il posto nel pubblico vicino casa.
Ho avuto la prima supplenza a ottobre 2016, da quel momento ho sempre lavorato sul sostegno.
Il primo concorso disponibile è stato quello dell'anno scorso (2021).
Tecnicamente nel 2014 c'è stato il TFA per a028 (si chiamava a059 a quel tempo), ma io stavo facendo il dottorato, quindi ho saltato. Se avessi fatto (e vinto) quel TFA sarei in ruolo da un pezzo.
Il vantaggio di abitare in Toscana è che con un punteggio di laurea decente e qualche titolo, è abbastanza semplice trovare supplenze, quindi dal 2016 ho sempre lavorato annualmente.
@@logica_sanitaria9322 ma per chi invece riceve incarichi ogni tanto... Come fa a campare a fine mese? La mia classe di concorso sarebbe a12 (ita e storia alle superiori) ed a22 (ita e storia alle medie). Ciò che mi preoccupa è di non ricevere chiamate. Come farei a tirare a fine mese se mi chiamano un mese si e uno no? So che ci sarebbe il tfa ma io non mi sento portato per fare l'insegnante di sostegno ti dico la verità. So che è un mestiere molto difficile e secondo me va fatto con convinzione
@@logica_sanitaria9322 sono ad un bivio... A me fare l'insegnante mi piacerebbe tantissimo ma mi rendo conto che è un gioco alla lotteria perché se non vinci il concorso sei costretto a fare una vita di m... Scusami il linguaggio. Sono molto triste perché penso sarei stato molto portato ma mi sento troppo demotivato.
@@enigman1931 Per le supplenze molto dipende molto dalla provincia che scegli... Se sei in una provincia "svantaggiata" trovare posto sulla materia (e anche sul sostegno) è difficile. Dove avresti intenzione di andare? Lavori di già in altro ambito?
Per quanto riguarda il concorso per a012 e a022, nelle regioni del centro-nord ci sono abbastanza posti... Tuttavia in quelle materie il nozionismo diventa preponderante, quindi effettivamente azzeccare le risposte giuste richiede una dose di fortuna.
@@logica_sanitaria9322 sono di Bologna, diciamo preferirei restare nella mia regione
Mancano tutte le discipline musicali … esistiamo anche noi e io insegno chitarra
Accidenti, hai ragione😂
Purtroppo ora ripescare i dati di un concorso di anni fa è un casino.
La peggiore è giurisprudenza 😂
Ciao, mi togli una curiosità... La faccina che ride l'hai messa perché non sei d'accordo su giurisprudenza, o perché: "si ride per non piangere"? Sono davvero curioso!😅
(scusa se sembro aggressivo nel tono, ti giuro che non è mia intenzione! )