È difficile trovare le parole giuste per descrivere questa perla, questa gemma che sembra venire da un'altra dimensione spazio temporale per quanta bellezza si porta dietro. Il pianismo di Stefano Travaglini è stupendo nella sua elegante complessità. Tessiture ritmico/armoniche, tocco, fraseggio, citazioni classiche filtrate dall'idioma jazzistico. Un sostegno perfetto per questa sorta di dea che è Fatime Halmos. La sua voce raggiunge qui vette probabilmente inarrivabili... timbro pulito, toni bassi caldi e potenti, un interpretazione da brividi, dove ogni parola risuona dritta al cuore. Questo disco è un piccolo tesoro di cultura e musica, e la performance di questi due grandi artisti lo rende qualcosa di unico.. Questi disco è l'Ungheria.
È difficile trovare le parole giuste per descrivere questa perla, questa gemma che sembra venire da un'altra dimensione spazio temporale per quanta bellezza si porta dietro.
Il pianismo di Stefano Travaglini è stupendo nella sua elegante complessità. Tessiture ritmico/armoniche, tocco, fraseggio, citazioni classiche filtrate dall'idioma jazzistico. Un sostegno perfetto per questa sorta di dea che è Fatime Halmos. La sua voce raggiunge qui vette probabilmente inarrivabili... timbro pulito, toni bassi caldi e potenti, un interpretazione da brividi, dove ogni parola risuona dritta al cuore.
Questo disco è un piccolo tesoro di cultura e musica, e la performance di questi due grandi artisti lo rende qualcosa di unico..
Questi disco è l'Ungheria.