Arciconfraternita Morte e Orazione in San Filippo Neri - LANCIANO (La storia) Parte 2 di 2

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  • Опубликовано: 30 сен 2024
  • documentario realizzato dall'editrice Tabula Lanciano - tradizione popolare abruzzese della Settimana Santa e della processione del Venerdì Santo a Lanciano (Chieti)
    STORIA ARCICONFRATERNITA MORTE E ORAZIONE IN SAN FILIPPO NERI - LANCIANO
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    Alla fine del XVI sec., nel corso di una grave epidemia di peste, diversi devoti lancianesi, vedendo che nelle campagne e, talvolta, anche in città, molti defunti poveri rimanevano insepolti, cominciarono a dare una cristiana sepoltura a chi moriva in povertà, accompagnando liturgicamente i loro cadaveri e suffragandoli con il sant’uffizio della messa.
    Si assolveva così l’impegno della prima Compagnia Confraternale di “gentiluomini” lancianesi: i Confratelli “facevano la carità” di portare a spalla i cadaveri di dentro e fuori le mura della città, dalla casa del defunto alla chiesa parrocchiale o ad altra chiesa destinata per l’inumazione. Essi indossavano una tunica nera legata alla vita con un cordone di crine nera e si coprivano la bocca e il naso con un panno bianco perché molti cadaveri, abbandonati per lungo tempo, erano già in via di decomposizione.
    Col passare del tempo questi decisero di dare vita ad una Compagnia stabile, dato che in quegli anni avevano acquistato sempre più la fiducia e la protezione dei prelati della Diocesi, ma soprattutto l’ammirazione e la gratitudine della popolazione per la loro opera pietosa di dare sepoltura ai defunti e perchè mostravano zelo nella pia pratica dell’orazione e nell’aiuto ai bisognosi. Ebbe così origine la Confraternita della Buona Morte e Orazione in Lanciano, costituita da una Compagnia di “gentiluomini” adoranti l’effigie del Cristo Morto, che ebbe la sua prima sede all’interno della chiesa parrocchiale di San Martino, nel quartiere di Lanciano Vecchia, nella quale rimase per circa tredici anni.
    Poiché i Sommi Pontefici concedevano benefici spirituali ed indulgenze, per godere di tali opere, la Confraternita si diede il titolo della “Buona Morte” e si rivolse all’Arciconfraternita della “Morte e Orazione” di Roma, nata con le stesse finalità, per essere ad essa aggregata.
    Infatti il Pontefice Pio IV, con la bolla “Divina Providentiale Clementia“, del 17.XI.1560, aveva concesso all’Arciconfraternita di Roma il diritto di fondare ed aggregare altre Confraternite, che, ovunque fondate, avrebbero goduto delle indulgenze e dei privilegi concessi all’Arciconfraternita madre di Roma.
    Fu cos’ì che il 25 Maggio dell’anno 1608 la Confraternita venne ascritta all’Arciconfraternita di Roma.
    Con il passare degli anni i Confratelli si resero conto che la loro attività poco conciliava con l’operato della parrocchia per cui con le elemosine ed i lasciti acquisiti comprarono un sito nel quartiere del Borgo e vi costruirono una Chiesa dedicandola al Patriarca San Giuseppe protettore della Buona Morte.
    Il sito si trovava presso il Convento dei Frati Conventuali, lungo la strada a sinistra verso la porta della città detta di Sant’Angelo, la strada odierna che va dalla chiesa del Miracolo Eucaristico sino a sfociare nel piazzale della Pietrosa.
    La richiesta della costruzione della Chiesa fu approvata dall’Arcivescovo Romero il 19.X.1620, mentre il passaggio alla nuova chiesa avvenne, dopo che fu benedetta dall’Arcivescovo Gervasio, il 02. VII. 1622 dove fu traslata la Compagnia della Morte.

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