Castello di Trezzo sull'Adda e Centrale idroelettrica Taccani

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  • Опубликовано: 21 окт 2024
  • Castello Visconteo di Trezzo sull'Adda
    Il castello di Trezzo sull'Adda, uno dei più importanti del milanese, era costruito a difesa di un ponte e per la sua posizione strategica fu a dapprima conteso fra Federico Barbarossa e la città di Milano e in seguito fra i Visconti e i Torriani. Fu più volte distrutto o incendiato ma sempre ricostruito.
    I resti attuali sono quelli della costruzione del 1370 di Bernabò Visconti del quale fu residenza e poi prigione fino alla sua morte (1385) ad opera del nipote Gian Galeazzo Visconti. Il ponte era a campata unica di 72 metri, alto 25 metri sul pelo dell'acqua, fortificato e costruito su tre livelli per consentire il passaggio separato di carri e pedoni; per i tempi era una notevole opera di ingegneria.
    Il castello fu conquistato da Paolo Colleoni, padre di Bartolomeo Colleoni e da alcuni parenti il 23 ottobre 1404 e da questi tenuto come base per scorrerie nel territorio fino alla riconquista da parte del Carmagnola da cui fu demolito. Da quel momento iniziò il declino del castello utilizzato, tra l'altro, nel XIX secolo per ricavarne materiale da costruzione per l'Arena di Milano.
    Centrale idroelettrica Taccani
    Nel 1894 l'industriale Cristoforo Benigno Crespi (1833-1920), titolare di una celebre industria cotoniera e fondatore del villaggio di Crespi d'Adda, acquistò il promontorio di Trezzo con l'intento di costruire una centrale idroelettrica per la produzione di energia elettrica vicino al suo cotonificio.
    Ottenuta la concessione per lo sfruttamento delle acque, Benigno Crespi costituì la "Società Anonima per le Forze Idrauliche di Trezzo sull'Adda". Il 7 febbraio 1903 acquisì dai fratelli Rolla, titolari di un opificio situato sul promontorio, un'ulteriore concessione. La filanda "Rolla" già dal 1892 faceva uso di due gallerie sotterranee per azionare una turbina.
    Gli studi preliminari, eseguiti in parte nel 1897 dallo stesso progettista del villaggio industriale, l'ingegnere Pietro Brunati, prevedevano un impianto di dimensioni minori rispetto a quello poi realizzato.
    La realizzazione fu affidata a Gaetano Moretti (1860-1938), architetto e illustre esponente di una corrente ispirata al Modernismo, mentre il direttore tecnico fu Adolfo Covi (ingegnere), aiutato da Alessandro Taccani e Oreste Simonatti. Una delle direttive date dal Crespi era che l'impianto fosse ben inserito da un punto di vista ambientale e non contrastasse con i resti del castello visconteo. La scelta del materiale da costruzione cadde su una tipologia di puddinga nota come "ceppo dell'Adda".
    Moretti progettò un edificio centrale e due ali di lunghezza diversa in uno stile liberty riprendente però forme medievali. Al centro è posta la sala comandi mentre nelle ali laterali si trovano la sala macchine e le turbine.

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