Intervista all'artista cinese Wang Yancheng

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  • Опубликовано: 7 сен 2024
  • L'intervista all'artista Wang Yancheng con introduzione di Cristiana Collu, Direttrice della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea.
    La pittura di Wang Yancheng incorpora tecniche, tradizioni e riflessioni che provengono da contesti e culture differenti tra loro: la pittura tradizionale cinese, l’astrazione lirica occidentale, con una sensibilità particolarmente vicina ad alcune manifestazioni storiche francesi, fino a sfiorare la pittura gestuale e la presenza corporea della pittura materica.
    Nella mostra "Micro e Macro" alla Galleria Nazionale, Wang Yancheng mette in campo il rapporto con lo spazio, il paesaggio e la natura, ma anche la dinamica della loro osservazione al di là dei limiti fisici dell’occhio, ma non delle capacità visionarie della mente. Micro e Macro sintetizza tensioni tra la natura e il sé e sembra suggerire l’esistenza di un rapporto dialettico tra le forze dell’universo e le forze della mente umana, tra mondi visibili e invisibili.
    In questo equilibrio - o forse in questa incertezza che secondo Wang Yancheng permea profondamente la cultura cinese - il paesaggio, i suoi prodromi, o le sue rovine, si trovano sospesi tra figurazione e astrazione, senza mai concedersi né sottrarsi completamente all’una o all’altra. Secondo l’artista, i confini del paesaggio, così come quelli dello sguardo, sono sottoposti a una prova di elasticità: in alcune superfici pittoriche sembrano espandersi fino a offuscare il campo visivo, in altre si condensano in minuscole e improvvise apparizioni. Oltre che nella pennellata, il paesaggio prende forma o scompare nel frammento, nell’impronta, nella pura materia, nelle lunghe stratificazioni temporali.
    Ciò che tiene in tensione questo equilibrio tra visibile e invisibile, è la concezione di una dimensione esistenziale di dispersione, che abbraccia l’uomo, la natura, il cosmo. Non si tratta di negazione - non siamo infatti posti davanti ad alternative contrarie e inconciliabili - si tratta piuttosto della dissoluzione di un’alternativa nell’altra, universo e microrganismi, visione “illuminata” e lenti tecnologiche, paesaggio e movimento.
    In questa intervista, Wang Yancheng suggerisce che nel rapporto tra figura e astrazione disperdere il paesaggio apra all’idea di un “fuori” assoluto, nel rapporto tra uomo e natura, disperdere il sé apra a un sé più profondo. La dispersione, questo gettar via diventa un momento necessario a raccogliere e liberare forze ed energie, che servono all’artista a immaginare il futuro e a ritrovare sempre sé stesso, attraverso tutte le continue trasformazioni che attraversiamo nella vita.
    #TimeIsOutOfJoint #WangYancheng #LaGalleriaNazionale

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