@@MatteoSaudino il mio film preferito: CONTACT 1997, jodie foster e matthew mc'conaughey. Io lo vidi sul 5* nel 2001, peró e fu la prima volta che sentii parlare del rasoio di Ockham. Ebbi 16anni. E per tanto tempo mi ha accompagnato: ' A parità di fattori, la spiegazione più semplice TENDE (maledetto quel tende) ad essere quella giusta ' . Io come uomo del 2020, cosa posso pensare ? Avendo fatto anche il liceo scientifico mi ricordo che la scienza si impone dicendo: " succede sempre la cosa giusta, altrimenti sarebbe successo qualcos'altro '. E non si può dare torto alla scienza, quando si limita con il suo patos della ricerca, a spiegarci semplicemente " come " succedono le cose nel nostro mondo fenomenico. Ho trovato quindi l'impronta del Dio onnipotente filosofico greco. E sta nel principio entropico. Mi aiuti a dirlo: " Affinché sarà sempre la causa che genera l'effetto... l'universo intero sarà perfetto ". La perfezione é una. E infatti c'è una cosa perfetta in tutte le cose. Tutto invecchia. Tutto è in divenire. Ed è una cosa perfetta. Glielo vorrei dire a Vanessa Incontrada , quella che urlava davanti alle telecamere: " La perfezione NON ESISTE !!! - Eh Vanessa... Comprendi la perfezione quando perfezioni la comprensione 😁
@@MatteoSaudino la teologia non ha il patos, dolore della ricerca, come strumento. Quello é lo strumento della scienza invece. La teologia ha come strumento l'intuizione. E può prenderci oppure no, per la teologia tutto è una scommessa. Quindi sì, la teologia é presuntuosa, é la più tamarra, la più cafona, la più coatta. Sempre al punto SNAI, a giocare d'azzardo. Perché si auspica di spiegare il perché fondamentale di tutte le cose che succedono nel nostro universo fenomenico/barionico. Nel nostro mondo. Eh... però siccome l'onnipotente ebbe bisogno del libero arbitrio, doveva relazionarsi con qualcuno. Entrando in relazione con il libero arbitrio, ci permette di comprendere che, il tutto è un divenire. Perché dobbiamo relazionarci. Due sono le cose in questo universo, energia e materia. Einstein ci ha mostrato la formula. E anche loro sono in relazione, e ci ha fatto capire che sono la stessa cosa con diversa frequenza. Fa diventare così , sterili quei paradossi della serie: può Dio fare una cosa oggi che poi domani se ne disfa? Oppure, può Dio creare un masso inamovibile anche per lui ? Soluzione di questo stupido paradosso: - Dio da onnipotente {regno delle idee}compare in sogno a dieci fedeli suoi, e gli ordina, ad ognunoe contemporaneamente perché onnipotente : " Domani svegliati e lancia un sasso in nome di Dio". Poi.., otto dei fedeli se ne dimenticheranno. Uno morirà sotto al masso gigante che aveva scelto come rappresentazione della sua fede. Anch'essa grande. L'ultimo dei dieci, si ricorda di lanciare un sasso qualsiasi in nome di Dio. - Bene, quel sasso di qualsiasi peso esso sia é contemporaneamente il masso più pesante che Dio stesso non può sollevare. Infatti lo solleva qualcun'altro per lui. E sia inamovibile. Perché se non fosse stato la comparsa in sogno di Dio ai fedeli, quel sasso sarebbe sempre rimasto inamovibile nel suo posto. La dove é sempre stato... appunto inamovibile . e.Vuka l'Übermensch dei poveri 😂🤣😂
Da non dimenticare il celebre personaggio del Nome della rosa, Guglielmo da Baskerville, ispirato alla figura del filosofo inglese. Complimenti per la riuscitissima lezione, come sempre!
Ti ringrazio dal profondo. Non ho mai studiato filosofia e le tue lezioni mi stanno aiutando ad affrontare questo incubo mantenendo la mente lucida. Grazie.
La modernità ante litteram del pensiero filosofico di Guglielmo di Ockham L'approccio di tipo "nominalistico" applicato in ambito logico, metafisico e gnoseologico dal grande Guglielmo di Ockham (allievo ed avversario di Duns Scoto), lo spinse a negare il valore ontologico degli universali, ovvero la realtà degli enti astratti (i concetti e le idee), avallando una concezione del mondo incentrata sulle qualità contingenti delle cose: qualsiasi fenomeno, dalla sfera del linguaggio ai meccanismi del mondo naturale, va analizzato per ciò che è in sé, senza ricercarne le cause prime ed i "perché", bensì solo il "come" dei fenomeni. È un approccio teorico rivoluzionario per il suo tempo. Egli fu un rivoluzionario anche in politica, in quanto fu una sorta di precursore ideologico della mentalità moderna, che presuppone una condizione ben precisa, ovvero la pretesa dell'uomo di ottenere la piena autosufficienza. Un fine che può essere realizzato soltanto stabilendo una netta separazione tra l'ordine naturale e il soprannaturale, tra la politica e la religione, tra lo Stato e la Chiesa. La "modernità" ha avuto tanti "padri", alcuni celebri, altri un po' meno. Tra questi ultimi va annoverato, a mio avviso, Guglielmo di Ockham, il quale polemizzò sia con Tommaso d'Aquino sia con il Maestro Duns Scoto, ma in realtà polemizzò con la Scolastica tout court, poiché per lui ragione e fede non sarebbero conciliabili, ma in una posizione di antitesi irriducibile. Esistono soltanto esseri individuali, ciascuno dei quali ha caratteristiche proprie: ogni cane è diverso dall'altro, ogni uomo è ben diverso dall'altro, e via discorrendo. In merito alla "vexata quaestio" degli enti universali, come si è già detto, seguì il nominalismo, cioè la convinzione che non esisterebbero concetti universali, che sarebbero solo nomi. Ad esempio, il termine "uomo" non sarebbe altro che un simbolo convenzionalmente inventato, non una realtà universale. In tal senso, Ockham si può reputare un antesignano del razionalismo e dell'idealismo moderni, in quanto la sua riflessione filosofica implicava che la ragione non potesse conoscere ciò che oltrepassa l'esperienza sensibile, e che gli "universali" non sarebbero altro che nomi, ai quali non corrisponderebbe alcuna realtà di tipo oggettivo. Tali convinzioni hanno determinato due conseguenze: la negazione del principio di causalità e il rifiuto del principio di sostanza. Una volta negato il valore ontologico dell'universale, fu inevitabile negare ogni possibilità di dimostrare sul terreno razionale l'esistenza di Dio. In tal modo, la ragione non può più condurre alla fede. E la fede non perfeziona più la ragione, così come asserivano i filosofi scolastici. Rispetto a Dio, Guglielmo di Ockham concluse che non c'è nessun argomento che sia in grado di provare la sua esistenza. In tal senso, Ockham fu un tenace e fiero avversario della potente tradizione filosofica imposta dalla Scolastica medievale. Ed in politica, Ockham fu un tenace fautore dell'indipendenza dello Stato nei confronti della Chiesa, criticando l'assolutismo "teocratico" del Papa e sostenendo che l'autorità imperiale non discendesse dalla Chiesa. In questo senso, Ockham potrebbe essere considerato un antesignano dell'assolutismo politico moderno e del laicismo che si colloca all'origine della modernità: il principio "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" stabilì le basi della separazione tra il potere religioso ed etico della Chiesa e l'autorità politica e civile dello Stato moderno. Alla grande figura di Guglielmo di Ockham si è dichiaratamente ispirato Umberto Eco per creare il protagonista del suo romanzo "Il nome della rosa", ovvero Guglielmo da Baskerville, interpretato da Sean Connery nell'omonimo film uscito nel 1986 per la regia di Jean-Jacques Annaud. Per alcune caratteristiche, quali l'aspetto fisico, il metodo investigativo, le doti inferenziali e la ricerca della verità, Guglielmo da Baskerville rievoca molto più il celebre Sherlock Holmes, il protagonista dei gialli di Sir Arthur Conan Doyle. Tale nesso è reso ancor più evidente dallo stesso Umberto Eco, che ammicca a "Il mastino di Baskerville", uno dei romanzi più noti di Sir Arthur Conan Doyle. A me preme sottolineare il parallelismo con il grande filosofo e monaco medievale, Guglielmo di Ockham: anch’egli era provvisto di notevoli capacità logiche abduttive e polemizzava con la Chiesa del XIV secolo, come si evince dal suo "Dialogo sul papa eretico", riferito a papa Giovanni XXII. Inoltre, come il noto personaggio di Umberto Eco, anche Ockham era un erudito frate francescano e morì a causa della peste nera. Ne "Il nome della rosa" si rende omaggio anche ad altre figure storiche importanti della filosofia medievale: alcuni monaci, come Berengario e l'abate Abbone, si riferiscono molto esplicitamente ai maestri delle scuole cittadine del secolo XI, ovvero Berengario di Tours e Abbone di Fleury. La modernità del pensiero filosofico di Guglielmo di Ockham è stata sottolineata dallo stesso Umberto Eco, che conferì al suo immaginario "eroe", Guglielmo da Baskerville, la modernità del relativismo scettico: "l'unica verità è imparare a liberarci dalla passione insana per la verità".
Il tema della conoscenza intuitiva ed astrattiva fu già introdotto da Duns Scoto ma in termini di una relazione più dialettica tra le due tipologie di conoscenza
Le idee come conseguenza dell’esperienza empirica, non come schema ‘a priori’. Fu un passaggio coraggioso e rivoluzionario, soprattutto per un uomo di Chiesa. Tuttavia, continuo a pensare che la metafisica debba rappresentare una finalità necessaria a spiegare la complessità di ciò che viene chiamato ‘uomo’. Le teorizzazioni materialistiche, si concludono spesso con interrogativi inevasi di fronte Alla complessità dell’esistenza
La filosofia è la scenza speculativa ..cio sta alla ricerca del episteme ..che rappresenta la totalità delle cose ..cercando conciliare Eterno ed diveniente..e l uomo sta nel Eterno
Salve professore, mi permetto di dissentire su un punto della sua lezione. Occam non ha mai affermato il convenzionalismo concettuale (bisognerà attendere Hobbes per avere una tesi così radicale). Nella prospettiva di Occam ad essere del tutto convenzionale è solo il linguaggio; i concetti sono obbligati ad essere in un certo modo, e solo in quel modo, dalla realtà esterna. Il suo è un nominalismo moderato proprio perché da una parte afferma che i concetti universali esistono solo nel nostro intelletto, ma dall'altra dice anche che essi, derivando direttamente dalla realtà esterna, possono configurarsi solo come la realtà esterna vuole. Sono le basi empiriste del suo discorso che portano a questa interpretazione: per es. la parola "cane" è pura convenzione (la inventiamo noi di sana pianta, tanto è vero che ogni lingua nazionale ne usa una diversa: cane, dog, chane ecc), il concetto di cane non è totalmente arbitrario perché la realtà esterna mi implica a pensarlo in un certo modo, e solo in quel modo. A mio giudizio, il difetto che si ritrova nell'interpretazione di Abbagnano (sul quale manuale mi sembra che lei imposti le sue lezioni) è la smania di voler fare di Occam, a tutti i costi, un precursore dell'empirismo moderno: leggendo le sue opere ho l'impressione che l'intento dell'autore sia piuttosto quello di riabilitare e "ripulire" il vecchio empirismo di Aristotele. Cosa ne pensa? Un saluto cordiale
Grazie Professore per le sue lezioni, approfitto per fare un'osservazione: dopo Hume anche l'empirismo e la certezza della scienza fanno la stessa fine della metafisica. I risultati della scienza diventano solo delle probabilità, perché se anche facessi un esperimento un milione di volte nulla mi assicura che la volta successiva otterrò lo stesso risultato. Del resto anche la teoria quantistica parla di sole probabilità. E' come se avessimo imboccato la strada sbagliata e ci stessimo allontanando da ogni conoscenza. Se poi consideriamo il fatto che la Verità rivelata non è quasi più ritenuta possibile, non le pare che più di progresso la nostra cultura viva un regresso fatto di incertezze ? Veramente non possiamo sperare niente di più del nichilismo?
@@MatteoSaudino Mi piace molto l'osservazione su Guglielmo "proto kantiano" - ma se ammettiamo questo punto, anche la questione del suo essere credente/agnostico va ripensata alla luce della distinzione kantiana tra conoscenza e morale, fra giudizi sintetici a priori e postulati della ragion pratica. Mi spiego: Kant era agnostico nel senso che, alla luce della sola ragione Dio è concetto metafisico, extra empirico, che non può essere conosciuto/dimostrato. Salvo poi ammetterne l'esistenza in modo "assiomatico", sulla base dell'evidenza dell'esperienza morale che caratterizza ogni uomo. E dunque: potremmo dire lo stesso, mutatis mutandis, di Guglielmo? Agnostico in quanto empirista, ma certo dell'esistenza di Dio in quanto fedele? Conoscendo poco Ockham non riesco a capire se tale dualità (che in Kant trovo un po' schizofrenica, a dirla tutta) gli possa essere applicata oppure no.
@@MatteoSaudino Buona sera, sbaglio o, per come ha presentato il pensiero di Ockham, esso contrasta fortemente con il suo essere un religioso, a me il suo sembra un pensiero appunto razionalista e laico.... Si conosce il motivo per cui Ockham ha preso i voti? Buona serata, Vincenzo.
Quel che non comprendo è perché non è stato coerente fino in fondo: se l'unica conoscenza certa è quella empirica come possiamo/poteva essere certo dell'esistenza di Dio?
Il discorso ha un senso in riferimento esclusivo al Dio ebraico o al concetto filosofico di un Dio generico. Il Dio che ci presenta Gesù è un Dio che si è fatto uomo, che ha predicato e mostrato in maniera tangibile il progetto di Dio e che poi è asceso al cielo. Gesù è il Dio che si è mostrato cosa più evidente di ciò non esiste e pertanto la non dimostrabilità di Dio in base alla filosofia di Ockam è un controsenso in quanto è proprio con i suoi ragionamenti che è dimostrata l’esistenza di Dio. Cosa può esserci di più reale di un Dio fattosi uomo e visto da tutti. Accettato da molti è odiato da altrettanti
Ma lei..capisce davvero che, il mio bisogno di " verità" supera la paura della morte fisica? Che è una ' necessità, " al fine di " essere" per compiere? Tutto (e tutti) che si muovono ,solo in virtù di una non virtù, ovvero, la d " vanità" fine a sè stessa e, senza fine e scopo..mi annoia e mi uccide dentro per, " banalità" ,già vista? Per questo..servivo, a prescindere da " tutto" , con la scelta personale dell' assurda* volontà di vivere" sapendo"- la verità*-☺️🙃
. Non è solo la banalità del male a colpirmi il cuore, ma anche la banalità inconsapevole************* a colpire la mente e la forza di , reagire per " rigetto" al fine di muovere*,senza guadagno o " riconoscenza",un ciclo* perpetuo.
Grazie professore per le sue spiegazioni! Sto preparando l'esame di storia della filosofia all'università e senza le sue lezioni non capirei un H!
Grazie Saudino! Lei é il rifugio di molti studenti. Nutro profonda stima.
Caro Professore, Lei è eccezionale! Grazie di cuore, Lei ci aiuta tantissimo. Elena 💖
Matteo, ho di fatto preparato un esame con te... Dopo 18 dalla laurea. Hai grande passione, grazie! Fortunati i tuoi ragazzi.
bravissimo anche concetti non facili diventano comprensibili e interessanti grazie
Come Lei caro Saudino ... pochi nella scuola. Dobbiamo ringraziare i social network. Grazie di cuore.
😊 grazie
@@MatteoSaudino il mio film preferito: CONTACT 1997, jodie foster e matthew mc'conaughey. Io lo vidi sul 5* nel 2001, peró e fu la prima volta che sentii parlare del rasoio di Ockham. Ebbi 16anni. E per tanto tempo mi ha accompagnato:
' A parità di fattori, la spiegazione più semplice TENDE (maledetto quel tende) ad essere quella giusta ' .
Io come uomo del 2020, cosa posso pensare ? Avendo fatto anche il liceo scientifico mi ricordo che la scienza si impone dicendo: " succede sempre la cosa giusta, altrimenti sarebbe successo qualcos'altro '. E non si può dare torto alla scienza, quando si limita con il suo patos della ricerca, a spiegarci semplicemente " come " succedono le cose nel nostro mondo fenomenico.
Ho trovato quindi l'impronta del Dio onnipotente filosofico greco. E sta nel principio entropico. Mi aiuti a dirlo:
" Affinché sarà sempre la causa che genera l'effetto... l'universo intero sarà perfetto ". La perfezione é una. E infatti c'è una cosa perfetta in tutte le cose. Tutto invecchia. Tutto è in divenire. Ed è una cosa perfetta. Glielo vorrei dire a Vanessa Incontrada , quella che urlava davanti alle telecamere: " La perfezione NON ESISTE !!!
- Eh Vanessa... Comprendi la perfezione quando perfezioni la comprensione 😁
@@MatteoSaudino la teologia non ha il patos, dolore della ricerca, come strumento. Quello é lo strumento della scienza invece. La teologia ha come strumento l'intuizione. E può prenderci oppure no, per la teologia tutto è una scommessa. Quindi sì, la teologia é presuntuosa, é la più tamarra, la più cafona, la più coatta. Sempre al punto SNAI, a giocare d'azzardo. Perché si auspica di spiegare il perché fondamentale di tutte le cose che succedono nel nostro universo fenomenico/barionico. Nel nostro mondo.
Eh... però siccome l'onnipotente ebbe bisogno del libero arbitrio, doveva relazionarsi con qualcuno. Entrando in relazione con il libero arbitrio, ci permette di comprendere che, il tutto è un divenire.
Perché dobbiamo relazionarci. Due sono le cose in questo universo, energia e materia. Einstein ci ha mostrato la formula. E anche loro sono in relazione, e ci ha fatto capire che sono la stessa cosa con diversa frequenza. Fa diventare così , sterili quei paradossi della serie: può Dio fare una cosa oggi che poi domani se ne disfa? Oppure, può Dio creare un masso inamovibile anche per lui ?
Soluzione di questo stupido paradosso:
- Dio da onnipotente {regno delle idee}compare in sogno a dieci fedeli suoi, e gli ordina, ad ognunoe contemporaneamente perché onnipotente :
" Domani svegliati e lancia un sasso in nome di Dio". Poi.., otto dei fedeli se ne dimenticheranno. Uno morirà sotto al masso gigante che aveva scelto come rappresentazione della sua fede. Anch'essa grande. L'ultimo dei dieci, si ricorda di lanciare un sasso qualsiasi in nome di Dio.
- Bene, quel sasso di qualsiasi peso esso sia é contemporaneamente il masso più pesante che Dio stesso non può sollevare. Infatti lo solleva qualcun'altro per lui. E sia inamovibile. Perché se non fosse stato la comparsa in sogno di Dio ai fedeli, quel sasso sarebbe sempre rimasto inamovibile nel suo posto. La dove é sempre stato... appunto inamovibile .
e.Vuka l'Übermensch dei poveri 😂🤣😂
Da non dimenticare il celebre personaggio del Nome della rosa, Guglielmo da Baskerville, ispirato alla figura del filosofo inglese. Complimenti per la riuscitissima lezione, come sempre!
Giusta osservazione Manuel
Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Ti ringrazio dal profondo. Non ho mai studiato filosofia e le tue lezioni mi stanno aiutando ad affrontare questo incubo mantenendo la mente lucida. Grazie.
Bella lezione, chiara ed essenziale. Grazie
Bravissimo, grazie!
La sua chiarezza è geniale
mi stai facendo appassionare alla filosofia... Grazie !
Complimenti. 👏👏👏👏
La modernità ante litteram del pensiero filosofico di Guglielmo di Ockham
L'approccio di tipo "nominalistico" applicato in ambito logico, metafisico e gnoseologico dal grande Guglielmo di Ockham (allievo ed avversario di Duns Scoto), lo spinse a negare il valore ontologico degli universali, ovvero la realtà degli enti astratti (i concetti e le idee), avallando una concezione del mondo incentrata sulle qualità contingenti delle cose: qualsiasi fenomeno, dalla sfera del linguaggio ai meccanismi del mondo naturale, va analizzato per ciò che è in sé, senza ricercarne le cause prime ed i "perché", bensì solo il "come" dei fenomeni. È un approccio teorico rivoluzionario per il suo tempo. Egli fu un rivoluzionario anche in politica, in quanto fu una sorta di precursore ideologico della mentalità moderna, che presuppone una condizione ben precisa, ovvero la pretesa dell'uomo di ottenere la piena autosufficienza. Un fine che può essere realizzato soltanto stabilendo una netta separazione tra l'ordine naturale e il soprannaturale, tra la politica e la religione, tra lo Stato e la Chiesa. La "modernità" ha avuto tanti "padri", alcuni celebri, altri un po' meno. Tra questi ultimi va annoverato, a mio avviso, Guglielmo di Ockham, il quale polemizzò sia con Tommaso d'Aquino sia con il Maestro Duns Scoto, ma in realtà polemizzò con la Scolastica tout court, poiché per lui ragione e fede non sarebbero conciliabili, ma in una posizione di antitesi irriducibile. Esistono soltanto esseri individuali, ciascuno dei quali ha caratteristiche proprie: ogni cane è diverso dall'altro, ogni uomo è ben diverso dall'altro, e via discorrendo. In merito alla "vexata quaestio" degli enti universali, come si è già detto, seguì il nominalismo, cioè la convinzione che non esisterebbero concetti universali, che sarebbero solo nomi. Ad esempio, il termine "uomo" non sarebbe altro che un simbolo convenzionalmente inventato, non una realtà universale. In tal senso, Ockham si può reputare un antesignano del razionalismo e dell'idealismo moderni, in quanto la sua riflessione filosofica implicava che la ragione non potesse conoscere ciò che oltrepassa l'esperienza sensibile, e che gli "universali" non sarebbero altro che nomi, ai quali non corrisponderebbe alcuna realtà di tipo oggettivo. Tali convinzioni hanno determinato due conseguenze: la negazione del principio di causalità e il rifiuto del principio di sostanza. Una volta negato il valore ontologico dell'universale, fu inevitabile negare ogni possibilità di dimostrare sul terreno razionale l'esistenza di Dio. In tal modo, la ragione non può più condurre alla fede. E la fede non perfeziona più la ragione, così come asserivano i filosofi scolastici. Rispetto a Dio, Guglielmo di Ockham concluse che non c'è nessun argomento che sia in grado di provare la sua esistenza. In tal senso, Ockham fu un tenace e fiero avversario della potente tradizione filosofica imposta dalla Scolastica medievale. Ed in politica, Ockham fu un tenace fautore dell'indipendenza dello Stato nei confronti della Chiesa, criticando l'assolutismo "teocratico" del Papa e sostenendo che l'autorità imperiale non discendesse dalla Chiesa. In questo senso, Ockham potrebbe essere considerato un antesignano dell'assolutismo politico moderno e del laicismo che si colloca all'origine della modernità: il principio "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" stabilì le basi della separazione tra il potere religioso ed etico della Chiesa e l'autorità politica e civile dello Stato moderno. Alla grande figura di Guglielmo di Ockham si è dichiaratamente ispirato Umberto Eco per creare il protagonista del suo romanzo "Il nome della rosa", ovvero Guglielmo da Baskerville, interpretato da Sean Connery nell'omonimo film uscito nel 1986 per la regia di Jean-Jacques Annaud. Per alcune caratteristiche, quali l'aspetto fisico, il metodo investigativo, le doti inferenziali e la ricerca della verità, Guglielmo da Baskerville rievoca molto più il celebre Sherlock Holmes, il protagonista dei gialli di Sir Arthur Conan Doyle. Tale nesso è reso ancor più evidente dallo stesso Umberto Eco, che ammicca a "Il mastino di Baskerville", uno dei romanzi più noti di Sir Arthur Conan Doyle. A me preme sottolineare il parallelismo con il grande filosofo e monaco medievale, Guglielmo di Ockham: anch’egli era provvisto di notevoli capacità logiche abduttive e polemizzava con la Chiesa del XIV secolo, come si evince dal suo "Dialogo sul papa eretico", riferito a papa Giovanni XXII. Inoltre, come il noto personaggio di Umberto Eco, anche Ockham era un erudito frate francescano e morì a causa della peste nera. Ne "Il nome della rosa" si rende omaggio anche ad altre figure storiche importanti della filosofia medievale: alcuni monaci, come Berengario e l'abate Abbone, si riferiscono molto esplicitamente ai maestri delle scuole cittadine del secolo XI, ovvero Berengario di Tours e Abbone di Fleury. La modernità del pensiero filosofico di Guglielmo di Ockham è stata sottolineata dallo stesso Umberto Eco, che conferì al suo immaginario "eroe", Guglielmo da Baskerville, la modernità del relativismo scettico: "l'unica verità è imparare a liberarci dalla passione insana per la verità".
Il tema della conoscenza intuitiva ed astrattiva fu già introdotto da Duns Scoto ma in termini di una relazione più dialettica tra le due tipologie di conoscenza
Mi metto felicemente all’ascolto e le invio un saluto carissimo 💐
E io ti invio il saluto della buonanotte
Matteo Saudino - BarbaSophia 💐
Le idee come conseguenza dell’esperienza empirica, non come schema ‘a priori’. Fu un passaggio coraggioso e rivoluzionario, soprattutto per un uomo di Chiesa. Tuttavia, continuo a pensare che la metafisica debba rappresentare una finalità necessaria a spiegare la complessità di ciò che viene chiamato ‘uomo’. Le teorizzazioni materialistiche, si concludono spesso con interrogativi inevasi di fronte Alla complessità dell’esistenza
genio
La filosofia è la scenza speculativa ..cio sta alla ricerca del episteme ..che rappresenta la totalità delle cose ..cercando conciliare Eterno ed diveniente..e l uomo sta nel Eterno
Devi essere amato dai tuoi allievi.
Magnifico come sempre
Grazie!!
ottima presentazione di un gigante dati i tempi a+++ ciao
Immenso
Coinvolgente!Grazie!
Da Occam in poi inizia la perversione della filosofia a mio parere :) grande spiegazione ad ogni modo
Bellissima lezione, mi ha aiutato tantissimo!
Il suo Rasoio (di Ockham)è un vademecum Fantastico. ..😁😀😉
mi sta facendo considerare di iscrivermi alla facoltà di filosofia
Salve professore, mi permetto di dissentire su un punto della sua lezione. Occam non ha mai affermato il convenzionalismo concettuale (bisognerà attendere Hobbes per avere una tesi così radicale). Nella prospettiva di Occam ad essere del tutto convenzionale è solo il linguaggio; i concetti sono obbligati ad essere in un certo modo, e solo in quel modo, dalla realtà esterna. Il suo è un nominalismo moderato proprio perché da una parte afferma che i concetti universali esistono solo nel nostro intelletto, ma dall'altra dice anche che essi, derivando direttamente dalla realtà esterna, possono configurarsi solo come la realtà esterna vuole. Sono le basi empiriste del suo discorso che portano a questa interpretazione: per es. la parola "cane" è pura convenzione (la inventiamo noi di sana pianta, tanto è vero che ogni lingua nazionale ne usa una diversa: cane, dog, chane ecc), il concetto di cane non è totalmente arbitrario perché la realtà esterna mi implica a pensarlo in un certo modo, e solo in quel modo. A mio giudizio, il difetto che si ritrova nell'interpretazione di Abbagnano (sul quale manuale mi sembra che lei imposti le sue lezioni) è la smania di voler fare di Occam, a tutti i costi, un precursore dell'empirismo moderno: leggendo le sue opere ho l'impressione che l'intento dell'autore sia piuttosto quello di riabilitare e "ripulire" il vecchio empirismo di Aristotele.
Cosa ne pensa?
Un saluto cordiale
Matteo sei fantastico!!!
Grazie Professore per le sue lezioni,
approfitto per fare un'osservazione: dopo Hume anche l'empirismo e la certezza della scienza fanno la stessa fine della metafisica. I risultati della scienza diventano solo delle probabilità, perché se anche facessi un esperimento un milione di volte nulla mi assicura che la volta successiva otterrò lo stesso risultato. Del resto anche la teoria quantistica parla di sole probabilità. E' come se avessimo imboccato la strada sbagliata e ci stessimo allontanando da ogni conoscenza. Se poi consideriamo il fatto che la Verità rivelata non è quasi più ritenuta possibile, non le pare che più di progresso la nostra cultura viva un regresso fatto di incertezze ? Veramente non possiamo sperare niente di più del nichilismo?
ma per certi aspetti può essere considerato una sorta di "Kant dell'età medievale?
Inizia con Ockham il percorso
Finalmente abbiamo finito con questi pretini, grazie Ockham!
Buongiorno prof. Potrebbe fare una lezione sugli universali di Boezio?
Non penso quest'anno
Bart non è l'unico che non conosce rasoi...
Quindi in un certo senso possiamo affermare che Guglielmo d'Ockham fosse agnostico?
Razionalista e agnostico
@@MatteoSaudino Mi piace molto l'osservazione su Guglielmo "proto kantiano" - ma se ammettiamo questo punto, anche la questione del suo essere credente/agnostico va ripensata alla luce della distinzione kantiana tra conoscenza e morale, fra giudizi sintetici a priori e postulati della ragion pratica. Mi spiego: Kant era agnostico nel senso che, alla luce della sola ragione Dio è concetto metafisico, extra empirico, che non può essere conosciuto/dimostrato. Salvo poi ammetterne l'esistenza in modo "assiomatico", sulla base dell'evidenza dell'esperienza morale che caratterizza ogni uomo. E dunque: potremmo dire lo stesso, mutatis mutandis, di Guglielmo? Agnostico in quanto empirista, ma certo dell'esistenza di Dio in quanto fedele? Conoscendo poco Ockham non riesco a capire se tale dualità (che in Kant trovo un po' schizofrenica, a dirla tutta) gli possa essere applicata oppure no.
@@MatteoSaudino Buona sera, sbaglio o, per come ha presentato il pensiero di Ockham, esso contrasta fortemente con il suo essere un religioso, a me il suo sembra un pensiero appunto razionalista e laico.... Si conosce il motivo per cui Ockham ha preso i voti? Buona serata, Vincenzo.
Quel che non comprendo è perché non è stato coerente fino in fondo: se l'unica conoscenza certa è quella empirica come possiamo/poteva essere certo dell'esistenza di Dio?
Il discorso ha un senso in riferimento esclusivo al Dio ebraico o al concetto filosofico di un Dio generico. Il Dio che ci presenta Gesù è un Dio che si è fatto uomo, che ha predicato e mostrato in maniera tangibile il progetto di Dio e che poi è asceso al cielo. Gesù è il Dio che si è mostrato cosa più evidente di ciò non esiste e pertanto la non dimostrabilità di Dio in base alla filosofia di Ockam è un controsenso in quanto è proprio con i suoi ragionamenti che è dimostrata l’esistenza di Dio. Cosa può esserci di più reale di un Dio fattosi uomo e visto da tutti. Accettato da molti è odiato da altrettanti
.. tu sei daltonica ... :-)) nobbuono - poiche' daltonici sono solamente maschi !.....
Ma lei..capisce davvero che, il mio bisogno di " verità" supera la paura della morte fisica? Che è una ' necessità, " al fine di " essere" per compiere? Tutto (e tutti) che si muovono ,solo in virtù di una non virtù, ovvero, la d " vanità" fine a sè stessa e, senza fine e scopo..mi annoia e mi uccide dentro per, " banalità" ,già vista? Per questo..servivo, a prescindere da " tutto" , con la scelta personale dell' assurda* volontà di vivere" sapendo"- la verità*-☺️🙃
. Non è solo la banalità del male a colpirmi il cuore, ma anche la banalità inconsapevole************* a colpire la mente e la forza di , reagire per " rigetto" al fine di muovere*,senza guadagno o " riconoscenza",un ciclo* perpetuo.