Nella narrazione schizofrenica odierna la donna è contemporaneamente Wonder Woman e la piccola fiammiferaria a seconda di quanto torna più utile al contesto.
Esatto il tipico femminismo sinistro che a seconda della convenienza idolatra la donna se vince o fallisce soprattutto poi se c'è da andare contro qualche dichiarazione fatte da esponenti della destra vedi ad esempio nelle ultime olimpiadi
Il vittimismo + uno dei motivi che mi sta portando ad allontanarmi dai social. Francamente nn se ne può più: apro Fb e vedo lagne, lagne, lagne a ogni livello...anche basta! Ogni stupidaggine, ogni pettegolezzo, ogni battutaccia, ogni commento (anche cattivo e maleducato, per carità) viene amplificato a mille e fatto passare per lesa maestà. Su QUALUNQUE cosa. Un esempio che mi tocca da vicino è quello del cosiddetto "body shaming": essendo in lotta con il sovrappeso da 27 anni, nessuno più di me può sapere quanto sia brutto essere presi in giro, denigrati, discriminati per questo motivo, con quello che mi è stato detto e fatto nel corso degli anni potrei scrivere un libro. Eppure, questa cosa del "body positiviti" non la sopporto: "tutti i corpi sono belli", "tutti i corpi vanno bene così come sono" eccc....NO!Il sovrappeso a lungo andare può portare problemi di salute anche molto gravi e deve essere combattuto e curato al più presto! Altro che "siamo tutti belli cosi come siamo"! Credo che dovremmo re- imparare a distinguere una normale critica od opinione (anche sbagliate, ripeto) dalle offese. Quando ero piccola tendevo a essere permalosa e mia mamma mi diceva: "se ti offendi per qualunque cosa, è un problema tuo". Ecco, in generale è ancora così per queste cose. Sulla schizofrenia del femminismo non ne parliamo perchè si sfonderebbe una porta aperta.
La femminista di Schrödinger. È contemporaneamente trionfatrice e vittima fino a che non si verifica un evento allora sceglie la condizione che gli consente di chiacchierare di più.
23:09 qui dici una verità che purtroppo non si può nominare, a me è capitato di avere un rapporto sessuale praticamente "obbligato" dalla situazione e dalle pressioni psicologiche dell'altra e per evitare di fare la figura di chi si tira indietro al dunque (sia mai che un uomo ci ripensi e non voglia fare sesso) ma vi assicuro che non è stato piacevole, però non è che penso di essere stato stuprato oppure colpevolizzo l'altra parte, è stato un errore da cui ho imparato che si può essere più decisi nel tirarsi indietro anche a costo di ferire i sentimenti dell'altra persona e fare la figura del "mezzo uomo".
Hai perfettamente ragione. A me una situazione simile è successa come uomo. Continuare un rapporto sessuale durante il quale non traevao piacere ma fastidio, senza però interromperlo per paura di ferita. La donna non ha colto i miei 'segnali' e mi ha violentato? Ovviamente no, dovevo pensarci prima di andarci a letto o essere più stronzo durante il rapporto e andarmene, fine.
Successo anche a me, e anzi il sospetto (non spontaneo ma influenzato da cose lette sui social) di essere stato violentato mi ha messo una angoscia inutile. Razionalizzando è come dici tu
questo "femminismo" viene spesso utilizzato da donne con problemi di rabbia personale con l'uomo laddove non è riuscita ad aver soddisfazione nei suoi rapporti con lo stesso. Una sorta di vendetta collettiva per singoli fatti personali per non riconoscere le proprie responsabilità sul fallimento dell'incontro.
Una boccata d'aria fresca in un mondo reso sempre più malsano dall'ideologia e dall'incapacità di affrontare le questioni in maniera razionale, pacata, logica e intellettualmente onesta. Grazie per aver parlato di questo libro importantissimo!
Da ex "femminista attuale" che da ormai un anno si è messa in discussione (grazie anche agli studi di linguistica che ho affrontato a Lettere) non vedo l'ora di leggerlo :)
Sono una ragazza di 20 anni e devo ammettere che molto spesso mi sono sentita in questo modo e che ho iniziato a disprezzare il modo in cui alcune istanze mi facevano sentire. Mi piace aver trovato un libro e un video che abbiano messo in ordine le mie parole e i miei pensieri
La posizione della vittima nella nostra società è una posizione estremamente potente. È un femminismo che pretende di dare alle donne gli stessi diritti che un tempo avevano solo gli uomini, fingendo però che questi non vengano anche con una serie di doveri. Al contrario: l'indipendenza e l'emancipazione passano per forza attraverso la costruzione di basi solide come la capacità di tenere a bada le emozioni, di analizzare lucidamente le situazioni, di assumersi responsabilità, di riconoscere quali armi si hanno a disposizione. Chi, nelle frange del femminismo, ritiene che queste capacità siano prerogative maschili sta facendo un clamoroso autogol.
Possono permetterselo xké le vecchie generazioni sono state manipolate già da piccoli, dalle vaginomunite di famiglia, a fare i White Knight socialjusticewarrior, sia x sentirsi "più masculo" sia x cercare di sc0pà🗿🥂👌🏼
@@posepause8703 in effetti c’è questa contraddizione tra voler annullare le differenze tra uomini e donne; dove la donna per emanciparsi deve essere un uomo ( vedi l’odio delle femministe verso chi sceglie la maternità invece di battersi per ridurre le discriminazioni verso le neo-mamme), mentre dal lato opposto dipingono una donna fragile che va protetta evidenziando la differenza tra uomini e donne. L’emancipazione sta nel riconoscimento e nella tutela delle differenze di genere che sono un valore. Non si tratta di una lotta di potere ma di uguaglianza di diritti e di conseguenza anche di doveri.
Lo stoicismo è prettamente maschile ed è necessario un mondo come il nostro 'pussificato' all' insegna di una balzana ginocrazia (ipocrita) e pervaso(secondo copione) da una falsa emotività 'teatralizzata', 'femminara' insomma...
Da uomo: uno dei video con il piuì alto tasso di buon senso degli ultimi anni. Comprerò il libro, ma tu devi andare a dire queste cose nelle scuole, davvero!
@@YasminaPanidovresti provarci ugualmente. Non hai idea delle slide che abbiamo dovuto subire al lavoro nel corso sulle pari opportunità e parità di genere... ed era rivolto a menti adulte, immagina a delle ragazzine di 15 anni...
Ti ho scoperta da poco, complimenti, sei una bomba! E concordo con quasi tutto ciò che esponi, io mi sono sempre ritenuta una donna forte e indipendente, cresciuta da una madre a sua volta cresciuta da una madre forte e indipendente, e non mi riconosco affatto in questa sterile e distorta narrazione della donna come essere debole, spero che le donne aprano gli occhi, inizino a responsabilizzare sè stesse e soprattutto, che la smettano di contrapporsi agli uomini, è arrivato il momento di superare anche il femminismo e cooperare tutti insieme, ognuno con le proprie peculiarità, per una vita in armonia
Ciao Yasmina, ti seguo con piacere da diverso tempo. Il libro lo leggero’ sicuramente, grazie per la recensione critica. Sono una psicoterapeuta, e quello che hai detto e’ per me materiale di lavoro con le mie clienti, specie appunto le piu’ giovani, da ormai piu’ di 10 anni. Vittimismo, svalutazione mascherata quasi da beatificazione, responsabilità personali e lettura della mente. Non voglio essere pessimista, ma le nuove generazioni sono gia’ compromesse. Avrei tanto da dire, ma tu saprai parlarne meglio di me. Grazie.
esatto, le nuove generazioni sono già fottute direi io. Se un/a bambino/a va a vedere Barbie o il remake Disney che riscrive la storia classica pensa al lavaggio di cervello che subisce.
@@manfvedi_unofficial7548 le versioni moderne Disney non le ho viste, anche perché già quelle classiche che mi è capitato di vedere mi sembravano delle discrete cacate (adattamenti sballati, messaggi sciatti e trame piene di buchi). Salvo però "La spada nella roccia" (Edit. E "Il libro della giungla"). Barbie vabbè, neanche la commento.
Dopo questo video essendo madre di una bimba di 15 mesi sento la responsabilità di educarla in maniera adeguata a tali cambiamenti. Con un giusto spirito critico, la giusta diffidenza che non fa mai male e la consapevolezza che può difendersi. Diciamo che si sta un po’ tornando indietro al 700/800 dove appunto le donne erano fragili e andavano protette dal cavalier servente e la donna doveva sempre andare in giro accompagnata per difendere la sua incolumità. Che tra l’altro il femminismo dell’epoca lottò anche per emanciparsi da questi costumi e da questa concezione della donna.
No , oggi le donne sono più sole del 18/19mo secolo perché sono morti anche i cavalier serventi e il falso mito della donna forte e autosufficiente crea la "colpa" di essere semplicemente umana. Quando qualcuno esalta esageratamente i superpoteri femminili si sta parando il cu*o come dicono i miei amici romani. La scusa perfetta per non assumersi responsabilità basiche umane. "Sei cosi superiore, donna che puoi cavartela da sola in tutto non hai bisogno di diritti tutelati, un mondo del lavoro che rispetti la dimensione della tua maternità . Competi e se non ce la fai sei una fallita che non può aspettarsi solidarietà. Perdente. Quindi questa finta compassione per l'oppressione è solo ipocrisia
Ma è una generalizzazione questa che ora le femministe vogliono essere protette, come nel 800 Da dove avete tirato fuori queste conclusioni per me resta un mistero, però vi leggo tutti moto convinti ed allora forse sono io che non vivo nello stesso mondo/modo.
quando avra a scuola dopo qualche anno avranno rivoltato competamente la coscienza di tua figlia oltre che quella di altre bambine e bambini. queste ideologie sono parte dei programmi ministeriale senza dimenticare che nella scuoa pubblica per lo piu popoata da donne il 90% è femminista .
ho smesso di dare ascolto alle femministe mainstream quando ho iniziato a rendermi conto delle fallacie logiche e del doppippesismo palese nei loro ragionamenti sul patriarcato e sul comportamento degli uomini. Una delle loro argomentazioni più celebri è quella della scatola di cioccolatini (non sto scherzando): come se in una scatola di cioccolatini ne trovassi uno marcio, inizierei a dubitare che tutti gli altri lo siano, così se trovassi uno stupratore, inizierei a pensare che tutti gli uomini lo siano. Il ragionamento ovviamente funziona perché, per il femminismo, gli uomini possono essere accusati di tutto e devono anche stare zitti perché sono patriarcali. Tuttavia vorrei sapere cosa direbbero le femministe se - mutatis mutandis - facessimo lo stesso ragionamento con i neri. Allora per lo stesso principio, se trovassi un nero che ruba/stupra/ammazza sarebbero tutti automaticamente ladri/stupratori/assassini? Inoltre, rispondendo alla questione delle donne in India in aereo, se mi trovassi di fianco a un uomo nero, per lo stesso principio potrei essere spostato vicino a un bianco perché mi sento più a mio agio? Il medesimo ragionamento funziona mettendoci dentro qualsiasi altra minoranza (omosessuali, transgender, disabili, ecc)
Grazie mille per il video. I'll have to type the rest in English since my writing or speaking in Italian isn't up to par with my reading. I originally clicked on your video in search of new Italian content to help my comprehension but was interested in what you had to say. Specifically on how third wave feminism doesn't criticize Islam but craps on western men which is hypocritical. But you did it in an intelligent way that wasn't like a red pill person. Kudos. I'll check more of your videos out.
Cara Yasmina, sono un padre di una ragazza di 25 anni con la quale litigo praticamente solo quando parliamo di femminismo. Premetto che sono separato , che ho subito ogni genere di violenza da mia moglie anche sotto i suoi occhi, che ho un ottimo rapporto con mia figlia , che è venuta a vivere con me dal tempo del Liceo così come suo fratello gemello , che ho sempre considerato i miei figli “asessuati” in materia di scelte e di comportamenti , che sono stati educati da parte mia , soprattutto con l’esempio, nel riconoscimento del preminente valore del rispetto tra le persone di ogni genere , età, etnia , cultura . Nulla è però servito affinché lei , oggi, non abbia sul femminismo un approccio fortemente ideologico e convintamente vittimista . La pericolosissima portata della narrazione propagandistica ha quindi un riscontro effettivo sulle giovani donne, come mia figlia , che ne sono state condizionate tanto che non sono in grado di affrontare il confronto dialettico se lo stesso non parte da un punto di vista di inferiorità o superiorità a seconda delle circostanze, della donna rispetto all’uomo. Le ho girato tutti i tuoi interventi sul punto perché voci alternative da parte di donne se ne sentono molto poche ma possono essere più efficaci anche rispetto a quelle di un padre stimato. In sostanza spero vivamente che possano contribuire a sviluppare una coscienza più strutturata del fenomeno. Quindi grazie.
Aspetta che cresca. A 25 anni è normale avere atteggiamenti battaglieri, e purtroppo il femminismo e il movimento "Alfabeto" hanno la capacità di intercettare facilmente il furore giovanile e di alimentarlo. Solo poche persone continuano ad essere infervorate anche in età più avanzate, le altre o si stancano o rinsaviscono
I tuoi video mi forniscono continuamente strumenti argomentativi per difendermi dalle sxemenxe che devo subire, io come molti altri, ogni giorno. Grazie
Gentile dottoressa, ho letto il saggio di Annina Vallarino, da lei consigliato, e ho apprezzato molto sia il contenuto che l' imparzialità, l' equilibrio e il buon senso con cui l' autrice ha affrontato il tema spinoso del neofemminismo. Grazie ancora, dottoressa.
Finito anch'io meno di un mese fa: una boccata d'aria in mezzo a tante posizioni illogiche e antiscientifiche che, nonostante gli intenti, finiscono solo per danneggiare le donne (e non solo) anziché aiutarle. Ho apprezzato veramente tanto, tra i vari capitoli, la parte sul "soffro, dunque sono", che ho sentito molto vicina: ad esempio, è vero, sono donna e lavoro in un ambito in grandissima parte maschile; vero, ho incontrato persone maschiliste per le quali una donna non dovrebbe lavorare coi computer (perché... boh?); non vedo come definirmi vittima perpetua di un sistema patriarcale dovrebbe rendermi la vita più facile. Spero davvero che anche molte femministe convinte lo leggano, anche perché come ha giustamente sottolineato Yasmina è l'opposto di quei titoli che attaccano e basta con l'intento di distruggere il movimento anziché di migliorarlo. Anche se chi legge non si trovasse d'accordo con certi passaggi, se proprio non è indottrinato fino al midollo dovrebbe ricavarne perlomeno degli spunti di riflessione. Tra l'altro ho letto "Il femminismo inutile" quasi in parallelo con un altro libro, "The Rise of Victimhood Culture" di B. Campbell e J. Manning (purtroppo solo in inglese e abbastanza difficile da reperire): quest'ultimo affronta più in generale la questione del vittimismo e mostra come esso permei molteplici aspetti della società attuale - molto interessante e ben approfondito.
La "victin card" ha il doppio vantaggio del renderci non responsabili delle nostre azioni (la colpa è sempre esterna a noi e mai siamo chiamati in causa) e contemporaneamente nel vantare un credito infinito verso il mondo. Perchè se sei sempre vittima puoi e devi sempre avere qualcosa come compensazione della tua condizione. Comodo no?
Non ho letto nessuno dei due, segnalo comunque che anche in italiano esiste _Critica della vittima_ di Daniele Giglioli, che sembra muoversi da una prospettiva analoga. Grazie per aver segnalato quel testo, lo cercherò.
Una società in cui siamo tutti narciso egocentrici… sembra ovvio produca vittime, no? Complimenti comunque a questo canale, sia a Yasmine che agli utenti perché non ho mai commentato prima ma vedo quasi sempre spunti interessanti e comment intelligenti
Non vedo l'ora di leggerlo, sento già che sarà una boccata d'aria fresca! Io mi sento molto legata al movimento del femminismo ed è un dolore il fatto che sia stato completamente rovinato da delle galline incapaci di accettare il fatto che nella vita non tutto è servito e la colpa non è del tuo essere donna! Nella vita esiste anche la cattiveria, alcune persone sono bestie, e la crudeltà non guarda in faccia nessuno! Trovo che dare tutta la colpa al patriarcato sia un modo per prendere le distanze da qualcosa che ci fa soffrire, e forse è anche un modo per non assumersi le proprie responsabilità nel percorso di guarigione. Una persona ha tutto il diritto di metterci il suo tempo per non sentirsi più solo ed esclusivamente vittima o sopravvissuta, ma è un percorso individuale che ognuno affronta con i propri tempi e modi, non perché qualcuno da fuori ha deciso che tu sarai vittima/sopravvissuta per sempre! Anche il fatto di restare molto colpite, se non addirittura traumatizzate, da un fischio per strada. Io ci credo che per quella persona sia stata un'esperienza difficile, ma non è dovuta al patriarcato! È perché questa persona, nel suo personalissimo vissuto, forse non ha le risorse per affrontare la più piccola sessualizzazione! Dare la colpa al patriarcato ti allontana dal lavorare su te stessa per capire come mai un fischio ti destabilizza così tanto! Non significa allora "via libera" alle molestie, ma tanto i deficienti esistono ed esisteranno per sempre, non è loro che devi cambiare (perché tanto non puoi), sei tu che devi capire perché non riesci a lasciar andare l'immagine di stessa costantemente in pericolo. E va bene metterci il tempo che ci vuole, ognuno è diverso, ma dare la colpa al patriarcato ti toglie ogni responsabilità dal doverlo fare prima o poi.
In terapia si parla di traumi con la “T” maiuscola, ossia stupro oppure un incidente grave o violenze psicologiche gravi. Poi ci sono i traumi minori che vengono definiti tali secondo il tuo vissuto: per me magari è un trauma difficile da superare mentre per un’altra persona è un’esperienza dolorosa ma superabile. Dal momento che questa tua esperienza diventa pubblica è sempre importante misurare le parole e riflettere sul messaggio che le tue parole veicolano e soprattutto a chi arriva e come può essere interpretato dagli altri. Infatti certe esperienze andrebbero condivise pubblicamente dopo averle elaborate e aver raggiunto la piena consapevolezza. Al di là della condivisione di un trauma, quando decidi di condividere un’esperienza personale o di fare divulgazione dovresti sentirne la responsabilità.
A me più che altro sembra che le persone oggi utilizzino i traumi come alibi. "Eh no su questa cosa ho un trauma quindi passerò il resto dei miei giorni ad ignorare tutto ciò" quando i traumi sono, esattamente come una ferita fisica, qualcosa che va affrontato e risolto. Non sempre sarà facile, non sempre sarà immediato ma sarà sempre necessario!
@@giuseppemaggio5894 sì affrontare un trauma non è mai facile, perché bisogna essere pronti a guardarsi dentro e a scoprire cose di te stesso che saranno poco lusinghiere e prima di accettarti per ciò che sei magari ti odierai anche. Però vale sempre la pena raggiungere un grado maggiore di auto consapevolezza. Poi i risultati variano molto dal tipo di trauma, da come si vive il processo di guarigione e quanto ti ci impegni e fin dove ti vuoi spingere a scavare e quanto dolore sei in grado di sopportare e di gestire.
@@zelindacolucci2089 a furia di guardarsi dentro c'è gente che cammina col collo storto e inciampa per davvero.. mi chiedo quanto venga accettata la psicoterapia in paesi come il Giappone?.. Roba da popoli deboli.
@@zelindacolucci2089 ci sarebbe anche una cosa da sottolineare: non in tutta la letteratura psicologica c'è consenso sul discorso dei traumi minori. Questo perché non seguono le stesse caratteristiche dei traumi veri e propri ed è il caso di dirlo perché molte persone affermano che forse hanno avuto un trauma quando è successo x (per fare un esempio) quando non funziona così: se hai avuto un trauma sai di averlo e pur non avendolo necessariamente elaborato sai a quale evento è legato. Appunto è importante capire come dici che il trauma non dovrebbe essere spunto di riconoscimento sociale (anche perché non garantisce niente di speciale oltre alla singola testimonianza di un caso non statisticamente rappresentativo nella quasi totalità dei casi). Se è spunto per unirsi a gruppo allora non stupisce che tanti vogliano affermare di aver avuto un trauma senza neanche saper indicare l'episodio. Non esiste professionista psicologo serio che compatirebbe mai un paziente che ha vissuto un trauma perché farlo evidentemente non aiuta realmente il benessere della persona ma lo incoraggia a considerarsi fragile e incapace di superare le difficoltà. Applicato a livello sociale poi arriva un altro problema ossia che si dice alla persona che è una vittima del sistema, che in quanto afferma di essere sofferente è dalla parte dei buoni e di conseguenza ciò che dice e fa (anche se violento o incita all'odio) è buono in quanto dalla parte giusta della storia ed è giusto e doveroso attaccare il bersaglio di turno sulla base del sentimento sgradevole che egli genera in noi.
@giuseppemaggio5894 è vero che si auspica che la persona elabori il trauma ma nei casi di trauma vero e proprio è molto difficile e non ci si dovrebbe aspettare che la persona di fronte a noi lo faccia. In generale c'è lo stesso problema con ogni critica del tipo "non ci si dovrebbe comportare come se si fosse incapaci e inetti", a livello sociale a volte ha senso ma a livello personale se una persona mi dice che non ce la fa a superare un problema oltre un incoraggiamento e un supporto non la posso obbligare e bisogna essere gentili e venire incontro alle difficoltà della persona. Alcune persone hanno bisogno di tempo per superare una difficoltà psicologica, altre decidono addirittura di evitarla per tutta la vita ecc. Sono scelte legittime che le altre persone possono fare nel momento in cui le concediamo libertà per sé e comprendiamo che non possiamo sostituirci a loro nelle loro scelte. Ciò detto c'è il problema della manipolazione che è molto subdolo e su questo sono d'accordissimo con te. Una qualunque persona può dirsi sofferente e pretendere che io faccia o non faccia qualcosa, è una strategia per manipolarmi. In questo senso serve sensibilità per capire quando la sofferenza è reale o strumentale o immaginaria. In ogni caso io penso ci siano due modi efficaci per trattare con queste persone con rispetto per loro e integrità per me. Mi sento di condividere questi spunti: 1) chiedi informazioni sul suo problema senza accettare subito in modo acritico la richiesta "fai questo" o "non fare quello". Se la persona è sincera imparerai qualcosa da lei ed entrerai in buona relazione. Se non è sincera molto spesso neanche sa rispondere. 2) negozia quello che dovresti o non dovresti fare. Questo spesso scontentera un manipolatore ma sarà utile e forse farà piacere alla persona sinceramente sofferente. Dopotutto il mondo non esiste per accontentare chi soffre e non bisogna soffocare i propri bisogni e desideri solo perché una persona che si dice (e magari lo è anche) vuole qualcosa. In generale non è sempre facile relazionarsi con queste persone e anche con qualche consiglio penso non esista una formula (come "se una donna segnala allora è una vittima e l'altro è colpevole") essere gentili non si prescrive, non è formale ma è contestuale.
Ho spesso discussioni molto accese su questo argomento della donna sempre "fragile e vittima", io mi sento spesso offesa e irritata quando si fanno certi discorsi che lasciano intendere che io, donna, sono un essere fragile, puro e casto, sempre vittima di ogni situazione e di ogni uomo! Questa narrazione ha stufato, sopratutto per chi come me ha vissuto una relazione di amicizia tossica con un altra donna che ha manipolato me e il suo compagno facendoci letteralmente uscire fuori di testa! Per molti lei è una povera vittima della vita, perché "poverina è malata, non sta bene, cerca di capire", ecco vedi, donna manipolatrice=poverina, è malata, uomo manipolatore=orribile persona da allonatanare e distruggere! Se un uomo avesse fatto quello che lei ha fatto a me e altre persone non sarebbe un "poverino", ma lei è donna quindi non può aver fatto nulla con cattiveria. P.S. spero mi scuserai se scrivo male o uso male la punteggiatura, cosa che avrò sicuramente fatto😂 a volte mi sento a disagio a lasciare commenti sotto i tuoi video per questo motivo!
Molto meglio scrivere, sbagliare, essere corretti e migliorare piuttosto che tenersi dentro pensieri ed errori mentre si lascia fuori il miglioramento. (Le coperte si avvolgono, non le locuzioni avverbiali "a volte")
@@giorgiolombardo2165 anche questo è vero, grazie! Io seguo Yasmina anche per cercare di migliorare il mio modo di scrivere e parlare. E grazie anche per la correzione
@@ila9191ti consiglio di vedere il film/documentario "The Red Pill" di Cassie Jaye (ex femminista) uscito nel 2016. Così capisci cos'è veramente il movimento femminista e cosa vuole. P.S.: Lo trovi in lingua originale su RUclips.
Quando ci si chiede "Com'è possibile che una parte del pensiero femminista si sia incagliato su queste posizioni?", forse si può fare un passo avanti nell'analisi: palestre riservate, posti a pagamento privi di uomini al proprio fianco, canali specifici per usufruire di servizi e diritti essenziali (come il diritto allo spostamento serale sicuro), sono tutte nuove fette di mercato pronte per essere sfruttate e valorizzate economicamente. Creare nuovi soggetti fragili, isolati, "vittime", apre enormi potenzialità di vendita e consumo, dunque profitto. Il "femminismo inutile", in questa chiave, non è altro che uno degli innumerevoli dispositivi ideologici tramite i quali non tanto il patriarcato, quanto il capitalismo, si perpetua. Pippone a parte, cercherò il libro! ;)
... per esempio la mia vicina di casa, sul suo profilo facebook, in copertina ha "no alla violenza sulle donne "... di fatto tratta il compagno e il figlio in maniera decisamente dominante urlando loro e facendoli rigare dritti al suo volere.......😏
Salve Yasmina Sono un padre di una giovane donna di 18 anni. Spesso guardiamo film insieme e spesso quando danno un ruolo femminile all'attrice e le danno una connotazione vittimista lei insorge e non si riconosce in questo clique. Io la ringrazio profondamente perché avendo 55 anni mi sono trovato spesso concorde con le battaglie femminili. Ora devo dire che talvolta le trovo eccessive e pericolose proprio per gli aspetti che ha citato. Io come uomo ancora ora devo crescere in consapevolezza ma è un viaggio che fortunatamente non ha mai fine. Sento di augurare a mia figlia e anche a tutte le donne di abbracciare questo viaggio serenamente. Le sue parole sono aria pulita per me.
Non ho letto il libro ma scommetto che una delle storie di "bad date" citate, è quella dell'attore e comedian americano Aziz Ansari. Classica storia in cui esci con un uomo, ci vai a casa, e dopo i primi approcci ti rendi conto che forse non ti va più, e invece di dire basta ti aspetti che lui ti legga nel pensiero. Gli ha praticamente rovinato la carriera. Margaret Atwood scrisse un bellissimo essay in proposito allora, in cui parlava proprio dell'infatilizzazione della donna e di quanto sia assurdo aspettarsi dagli uomini che imparino a "percepire" dei segnali che sono chiari solo a noi stesse...e forse nemmeno a noi stesse.
Finalmente!!! Non ne posso più di questa identificazione della donna con la vittima. Io non mi sento vittima... Il che non vuol dire che in generale non vi siano problemi sociali yra uomo e donna, ma che mi sento sufficientemente potente, indipendente e capace da farvi fronte. E questo grazie alle donne prima di me che anziché piagnucolare hanno combattuto. Non mi riconosco nel femminismo moderno.
Il livello a cui certe battaglie sono scese è scoraggiante. Il femminismo, la lotta al razzismo e ad altre discriminazioni, ora sono impegnati a guardare unicorni che volano in cielo, ora attaccano con una ferocia da lupi famelici bersagli sbagliati. Bersagli indicati da uno a caso come quando nella situazione di caos descritta nei Promessi sposi la folla inferocita prendeva di mira Tizio o Caio perché avevano fatto un gesto, tipo il vecchietto che aveva pulito la sedia col fazzoletto indicato come untore*. Si formano delle situazioni in cui non sai cosa è permesso dire, e quindi si mettono paletti ovunque. Paletti che possono essere scavalcati da una parte e non dall'altra**. *quel libro è sempre troppo attuale! **come la situazione descritta a 7:30
le femministe sono il servo scemo delle elite. perchè si puo parlare di razze per tutti gli altri mammiferi e non per gli esseri umani? da quando uno svedese antropicamente è simile a uno cresciuto in burundi ?
La tendenza ad autodefinirsi vittime va bene oltre il femminismo. Essere vittime dà licenza di ricatto e la fragilità non è più un limite da superare ma una medaglia da esibire. Illuminante il saggio di Daniele Giglioli Critica della vittima
Grazie Yasmina e Annina è questa la strada giusta. Sono anni che vado ripetendo queste cose. La sostanza è questa. Piuttosto un altro errore del femminismo attuale è anche quello di parlare sempre dei maschi ma mai coi maschi. Sembra una sottigliezza ma è molto grave. Ed è grave specialmente quando non si analizzano entrambe i punti di vista. Chissà se hai occasione di invitare l'autrice su questo canale per una chiacchierata :) Grazie alla prossima!
@@YasminaPani buon Ferragosto o "Ferrarrosto" :) Sono contento e sarà certamente un episodio importante! A questo punto ti accenno un altro mio cavallo di battaglia ancora più delicato. Sono anni che tartasso su questo punto. Se noi insistiamo nel dire che sono tantissimi quelli che aggrediscono le donne, ed è un fatto culturale e non soggettivo, nella mente del criminale si normalizza e anzi è un ulteriore incoraggiamento nel commettere il crimine: sia perché la femmina diventa una facile e fragile preda indifesa; sia perché se lo fanno tutti si ha per forza ragione; sia perché se è un fatto culturale la colpa è della società e non dell' azione del singolo. Dai ho scritto malissimo e in fretta ma credo si capisca dove volevo andare a parare. Potevo argomentare meglio. In breve raccontare la femmina come "indesiderata" ha due effetti deleteri: il primo la donna stessa si sente oppressa a priori e il secondo il criminale si sente autorizzato, giustificato e incoraggiato. Il secondo aspetto è il peggiore in assoluto e se riusciste a farlo trapelare col vostro eloquio sarebbe formidabile. Ancora buone ferie!
Bellissimo video. Complimenti. Da uomo aggiungo che non solo le nuove generazioni femminili avranno difficoltà a relazionarsi, ma anche il maschio avrà difficoltà perché io , onestamente , se non fossi sposato e dovessi cercare una relazione , seria o avventurosa poco importa, avrei il terrore di ogni mio gesto e parola per il rischio di essere denunciato..
Stiamo molto attenti a mettere sullo stesso piano i rimorsi postcoitali con gli stupri; a lungo andare, l'unico risultato che si otterrà sarà quello di togliere credibilità alle vere vittime.
Grazie per il consiglio, sarà una lettura molto utile! Volevo aggiungere che quando parli di consenso per un rapporto sessuale, concordo anch'io che l'uomo non sempre è in grado e solitamente non ha gli strumenti (a meno che non abbia un'istruzione specifica, o un intuito fuori dal normale) per capire tutta la confusione mentale che ci può essere in una donna che si pentirà di quel rapporto il giorno dopo, oltretutto non è tenuto nemmeno ad averli! In tante dicono: l'uomo va educato! Va educato a vedere ogni microespressione che porta a intuire che la donna sotto sotto dice di no? Ma invece educare la donna a esprimere in modo sano e onesto le proprie emozioni e sensazioni e capire come mettere dei confini e come comportarsi nel modo migliore per lei questo non ne parla nessuno e mi sembra molto grave. O siamo nate imparate, o siamo delle decerebrate che vanno protette come se avessimo un deficit mentale. L'educazione dovrebbe riguardare sia uomini che donne. Paura del sesso è più che altro la paura di comprendere come siamo, i nostri bisogni e come mettere i confini. Invece il focus è all'esterno, su una minaccia a prescindere che è l'uomo e la sua cultura. Se questa è la visione la donna rimarrà sempre vittima.
Esatto! Quando qualche anno fa spiegavo il consenso ai miei figli raccomandavo il maschio di avere sempre una altissima attenzione alla questione e raccomandavo a mia figlia di essere chiara ed esplicita... Purtroppo l'ambiguità è uno strumento di potere che la donna ha affinato in secoli di cultura bisessista che oggi però è diventato molto pericoloso...
Non sono esattamente di primo pelo e da quando ero ragazzino ho capito che pur tenendo conto di un certo grado di generalizzazione, gli uomini dicono chiaramente quello che pensano mentre le donne si aspettano di essere interpretate e spesso anche i tentativi in quel senso sono destinati a fallire (Lui: "Tesoro, c'è qualcosa che non va?", Lei "Niente!" = "Per me sei morto"). Il vantaggio di parlare la stessa lingua forse è l'unico motivo per cui prenderei in considerazione l'ipotesi di una relazione omosessuale.
questa del consenso durante l'atto è l'unica cosa su cui non sono d'accordo. salvo tu non sia ubriaco marcio non mi puoi venire a dire che non hai percepito un cambiamento nell'atteggiamento della donna, suvvia. passare da una persona che partecipa ad un cadavere che respira penso sia abbastanza esplicativo.
@@alessandrosanna6962questo è verissimo, ma succede perché uomini e donne hanno realmente un linguaggio diverso...pochi e poche capiscono veramente quanto diventa facile capirsi se si tiene presente che uomini e donne hanno un cervello diverso, un modo di esprimere i propri sentimenti diverso e bisogni emotivi diversi.... purtroppo questo discorso è inviso al dannato femminismo di cui stiamo discutendo......
Grazie per questo commento al libro di Annina Vallarino. C è bisogno di riportare le cose alla realtà che troppe stratificazioni ideologiche stanno deformando, mentre i problemi veri restano.
Sulla questione Islam, io vi vorrei citare un video di Willita (pagina che notoriamente sposa cause femministe) in cui un ragazzo musulmano fa essenzialmente Dawah, predicazione, portando delle mezze verità e a volte proprio delle supercazzole sul Corano come testo di primordiale emancipazione femminile. Le affermazioni che fa si possono smentire facilmente guardando i video di l'Islam spiegato da un cane. Però è davvero devastante l'indulgenza con cui certe frange progressiste trattano questo tema.
Per favore scrivimi un minimo di bibliografia femminista (che non sia il video da te citato) dove si sostengono queste posizioni indulgenti nei confronti del mondo mussulmano.
@@antoniobassu9324 Eccomi scusa ma ci ho messo un po' a ritrovare l'articolo ma prima voglio fare un paio di premesse: Con questo commento e i precedenti non intendo assolutamente promuovere odio e discriminazione nei confronti delle persone di fede musulmana, io critico la dottrina dell'islam (come critico quella del cristianesimo). Sono lontanissima da chiunque voglia usare le mie parole per affermare che tutti i musulmani siano persone misogine o similia. Detto questo il video di Willita è già abbastanza grave di suo perché promuove una visione petalosa della religione islamica glissando sul fatto che Maometto (l'uomo più perfetto che abbia mai vissuto secondo la dottrina) ha: avuto rapporti con una bambina di 9 anni (Lei stessa lo racconta negli hadits -> Video di Islamspiegatodauncane), posseduto schiave sessuali (come Maria la Copta), abolito l'adozione per sposare la moglie del suo figlio adottivo Zayd e tante altre care cose assolutamente non a vantaggio delle donne. Tutte queste cose, purtroppo, sono l'impalcatura morale su cui si reggono leggi abominevoli (per esempio in Iran è consentito il sesso non penetrativo con bambine di 9 anni) di diversi paesi mediorientali eppure non c'è UNA pagina femminista che abbia la fermezza di dirlo ad alta voce per paura di risultare islamofoba. Tutti si nascondono dietro alla frase "Non è religione è cultura" come se le due cose non fossero legate a doppio filo. Un altro esempio clamoroso è la questione del velo. Di seguito l'intervista di un'attivista musulmana che si dichiara femminista: lespresso.it/c/attualita/2024/6/4/aya-mohamed-indossare-il-velo-e-una-scelta-femminista/51137 La frase "L'hijab è come la minigonna ed è espressione di libertà" è platealmente falsa se si considera la dottrina islamica, in cui le donne sono carenti in intelletto e fede (perché non possono pregare e digiunare durante il mestruo, durante il quale sono impure), hanno più possibilità di andare all'inferno (parole dello stesso Profeta quindi inattaccabili: ruclips.net/video/NTAyNONaRyk/видео.html) e sono responsabili della condotta degli uomini, nel caso in cui questi le molestino. In sostanza l'hijab serve a coprire i capelli così da non destare attenzioni maschili indesiderate, anche se la "donna" ha solo 9 anni (questo numero che ritorna tanto spesso... ruclips.net/video/S8Rf2MtYscM/видео.html). Questo io lo chiamo victim blaiming ma è un altro grande assente nelle pagine femministe, più occupate a ribadire come le ragazze in hijab siano in realtà emancipate. Può benissimo essere vero, in Italia un paese bene o male secolarizzato, ma davvero vogliamo soprassedere sui pesanti condizionamenti psicologici della dottrina? www.elle.com/it/magazine/women-in-society/a36828635/islam-femminismo/
Grazie per tutto questo, Professoressa Yasmina, a te e a tutti quelli come te che lottano per far venire fuori tutte le ingiustizie, per essere la voce di chi ormai viene zittito e sminuito costantemente solo in quanto avente fallo nonostante possa dire e pensare cose assolutamente sensate, un abbraccio.
Il problema dell'appiattimento, a livello di percezione sociale, di problemi assai diversi e lontani è molto, molto grave. Paragonare una violenza fisica a un mero improperio (financo acclaratamente sessista) è sintomo della sempre più marcata incapacità di leggere le sfumature del reale messa al servizio di una ideologia semplicistica, distruttiva e, in ultima analisi, misandrica. Questo approccio, nonostante e contrariamente alle intenzioni di chi lo porta avanti, genera un livellamento nella percezione sociale che non può che essere verso il basso: rischia infatti di assuefare e desensibilizzare le persone anziché sensibilizzarle e spingerle verso la risoluzione dei problemi. Risoluzione che per forza di cose, dato che non possiamo occuparci di tutto contemporaneamente, non può che essere portata avanti secondo una priorizzazione tra problemi... Ma, se tutto è "ugualmente e assolutamente grave" e tutto è "massimamente degno d'indignazione", beh allora niente lo è e, cosa ancor più drammatica, niente verrà risolto.
Forse paragonare una battuta di cattivo gusto a una violenza sessuale non dipende da incapacità di distinguere diversi gradi di gravità, bensì dalla volontà di considerare anche un peccato "veniale" come "mortale" per scoraggiarlo. Insomma una scelta tattica, solo che discutibile e rischiosa per gli effetti che sono già stati illustrati.
Yasmina apprezzo davvero tanto queste argomentazioni sono profonde e costruttive. Non ne posso più di sentire un femminismo ipocrita che non fa altro che distruggere le donne. È terribile vedere donne che si fanno coinvolgere da questa onda di vittimismo e impotenza scambiandoli per necessità di diritti arrivando a richiedere considerazioni e leggi folli. Si incontrano donne che inneggiano all'indipendenza e nello status mentale sono enormemente dipendenti dall'uomo. Complimenti a te e Annina.
Letto e spolpato in un giorno. Un libro strepitoso per capacità di analisi e pieno di stimoli. Mi ha fatto voglia di comperare, tra gli altri, Lasch, Goldman, Paglia e Geng. Riassuntone: pensiero bambino + pensiero magico + iperindividualismo = il femminismo inutile (se non proprio dannoso).
Cara Yasmina grazie tantissimo per questa recensione, abbiamo bisogno di questi pensieri forti e lucidi ♥️ Sono cresciuta nella percezione naturale di un’assoluta parità e penso che le battaglie sbagliate siano un autogol clamoroso che ci limita e sminuisce (a partire dal cosiddetto linguaggio inclusivo, che in realtà esclude: nel “ciao a tutti” siamo sempre state dentro, nessun idiota deve escludermi da quel tutti adesso). Linguaggio a parte, il tema che hai toccato dell’importanza oggettiva dei problemi è fondamentale e, penso, esplode in una società dove i rapporti sono mediati dalla tecnologia. Bravissima anche a segnalare il nodo della donna nell’islam, che è un nodo complesso trattato superficialmente da quasi tutti
Ciao Yasmina. Il video è stato molto bello. Aggiungo il libro alla lista di quelli che comprerò quando percepirò uno stipendio. Non sembra una cosa prossima, ma faccio quello che posso😅
Adoro la Vallarino! L'idea della donna come costante vittima, pura, innocente come bambini, senza nessuna pulsione, è un'idea puritana, molto lontano, un tempo, dalla cultura europea e mediterranea. Non per nulla questo neo-femminismo ha le radici nell'intersezionalità, che è, per l'appunto, di matrice statunitense, cosi come lo fu, il mai abbastanza famigerato, movimento MeToo, di cui ricordo il contro manifesto francese che vi invito a leggere, e in cui possiamo trovare molti temi che questo libro tocca e sviluppa.
Quanto odio il vittimismo e ormai in Italia troppe donne si sentono sempre pronte a mettere scuse che facciano ricadere la colpa su chiunque tranne che su sé stesse.
Grande Yasmina, grazie davvero per aver parlato di questo libro che ho comprato subito ed ho subito iniziato a leggere. Avrei una richiesta se permetti: in futuro potresti parlare, su Coscienza DeGenere, anche del libro Self Made Man di Norah Vincent? Questo libro parla della esperienza di Norah che, volendo scoprire se effettivamente gli uomini sono solo privilegiati, ha cambiato identità e ha vissuto come uomo per 18 mesi. Quello che ha scoperto va a ribaltare del tutto la narrazione mainstream del femminismo. Purtroppo è stato pubblicato una volta sola in Italia, nel 2008, e non è stato mai più ristampato. Credo che sia più che mai importante parlarne, anche per creare interesse sull'argomento e spingere per una seconda edizione, magari da parte di una nuova casa editrice. Nel frattempo, lascia pure che ti ringrazi anche solo per tutto quello che fai. Un abbraccio.
Concordo dottoressa; continuo ad apprezzare la sua onestà intellettuale e sicuramente acquisterò il saggio da lei consigliato e quanto prima lo leggerò. Saluti. P. S. Averne come lei nel panorama politico italiano ed europeo, in attesa di ciò ci accontenteremo di averla solo in quello culturale, il che, naturalmente, non è poco.
Libro che ho messo nella lista di quelli da comprare. Interessanti le considerazioni sul "soffro quindi sono", atteggiamento che va oltre la stessa questione femminile in quanto riguarda l'intera società contemporanea. La necessità dell'auto-vittimizzazione per acquisire consenso sociale. Come sottolinea Daniele Giglioli, in un libro che consiglio, intitolato "Critica della Vittima", la vittima è l'eroe dei nostri tempi, essere vittima fornisce prestigio sociale, riconoscimento, considerazione, assoluzione poiché se sei vittima i tuoi peccati sono mondati. Ma il rovescio della medaglia è che la vittima per definizione patisce ma non agisce. E' un soggetto passivo degli eventi. Fa piacere trovare anche qui le stesse conclusioni.
C'è un appunto che vorrei fare sulla questione "sistemico", perché ogni volta che se ne parla lo si fa senza avere idea di che cazzo sia un sistema. Senza entrare nel tecnico: dire di un certo comportamento che è sistemico (es. la violenza sulle donne) equivale a dire che quello stesso comportamento emerge naturalmente dal modo in cui abbiamo arrangiato le leggi e la società. Se le parti che compongono il sistema sono gli uomini da un lato e dall'altro un contesto che non frena le loro pulsioni (dato che per lo storytelling femminista il maschio vive come una missione biologica tirare fuori il cazzo dai pantaloni e vessare la donna), se il feedback che si riceve a seguito di un certo comportamento è che non ci sono conseguenze (o che addirittura ci spetta un premio), è solo allora che possiamo dire che c'è un loop di rinforzo che rende certe dinamiche relazionali tossiche "sistemiche". Peccato che sia il delirio chi vive fuori dalla realtà! A volte mi chiedo come si faccia a credere a queste fesserie. Ma dopo aver visto la gente piangere e stracciarsi le vesti dopo la bocciatura del DDL Zan perché era stata convinta che in Italia fosse legale pestare a sangue trans e omosessuali, il potere di quello di cui può convincerti la propaganda ha cominciato a spaventarmi.
Se vuoi spaventarti ulteriormente sugli effetti della propaganda, leggi “la psicologia delle folle” di Le Bon. È un mix tra l’inquietante e l’affascinante.
Grazie mille Yasmina anche per questa recensione. In linea più generale fa pensare che ci sia la necessità di pubblicare libri ottimi,come quello di Annina, in cui si debba, giustamente ,"argomentare e spiegare il buon senso'. Dà una idea del più generale movimento depensante che si vede sempre più in tantissimi ambiti,uno dei quali fa il femminismo. Cioè occorre "spiegare la ragionevolezza". Quanto ero illuso un trentennio fa quando ebbi notizia del fatto che il web divenne pubblico e pensai che avrebbe contribuito tantissimo a aumentare il senso critico,democratizzando la conoscenza. Quanto ero illuso! Grazie ancora e sereno ferragosto a tutte le persone.
Bello il video, bello il libro che sarà probabilmente una delle mie prossime letture, ma io ti seguo anche per imparare cose nuove. In questo caso: "Minchie morte".
Un argomento OT. La società non è sistemica ed ha dei regolamenti incredibilmente paritari se non fosse che non vengono applicati. Un esempio nel caso degli uomini: per legge un minore viene collocato presso chi può occuparsene ma nella pratica se il bambino ha meno di 4 anni per un presunto "legame materno superiore a quello paterno" viene assegnato alla madre. Oggi sappiamo che in prima infanzia la presenza del padre è incredibilmente necessaria ( pelle a pelle, rilascio di ossitocina ed altre situazioni ). Un altro sono i parcheggi rosa che sono preposti all'utilizzo da parte di GENITORI con minori sotto i 2 anni e donne in stato di gravidanza. Se vedi un uomo con un neonato che parcheggia in quello spazio ciò che accade è pregiudizio.
Una volta mi è capitato di leggere dei passaggi di un saggio sui Celti di Jean Markale ad un'amica femminista. Con interpretazioni profonde psicologiche e di antropologia del Sacro. Ben più profonde della patina superficiale e apparente del "patriarcato". E ha ammesso che, gli argomenti molto più strutturati di Markale spiegavano meglio certe concezioni del facile, sbrigativo e superficiale ricorso al patriarcato. In una cultura, come quella celtica, evidentemente più complessa della riduzione al patriarcato..viste le influenze delle culture megalitiche precedenti nel retaggio celtico
Ti ho scoperta oggi attraverso questo video, devo dire che apprezzo molto il tuo modo di ragionare e mi hai fornito ottimi spunti di riflessione. Grazie!
Come uomo trovo discriminante e sessista che una cosa stupida sia considerata una "cazzata", il 50% delle volte bisognerebbe usare il termine "fregnaccia".
Quando alla fine parli di infantilizzazione questa non è solo nelle ragazze. La noto anche nei ragazzi. Uno degli aspetti di questo processo, secondo me, è correlato alla patologizzazione di ogni stato d'animo di sofferenza. Non si accetta più che si possa soffrire, essere delusi, frustrati, tristi, ecc., non si accetta che questo faccia parte della vita e che poi si superi e si vada avanti. Si va dallo psicologo per essere aiutati. Perché se la vita non è un giardino d'infanzia pieno di cose fantastiche allora non lo posso sopportare.
Io trovo esagerato il puntiglio di certe ‘comunicatrici’ le quali appena iniziano il discorso devono per forza premettere il femminile al maschile (ascoltatrici e ascoltatori, amiche e amici ecc.). Poi quando fanno lo stesso anche gli uomini lo trovo ridicolo paraculismo.
Comunque anche molti uomini si pentono di molte avventure sessuali. E no, non è solo una boutade. Pare che il problema del 'consenso' ce lo abbiano solo le donne...
@@gaia7240 che gli uomini (in generale) siano più delle donne e che queste ultime (in generale) si possano sentire intimorite è vero. Questo non cambia il fatto che se si parla di molestia solo in base al 'pentimento' del giorno dopo, o lo si fa per tutti o lo si fa per nessuno.
Mai stata femminista ,per una serie di ragioni che sarebbe lungo da raccontare, condivido il tuo pensiero. il femminismo mi è letteralmente caduto addosso ,quando mi sono trovata in un'associazione , che è nata per lottare contro la differente opportunità vocazionale nella chiesa cattolica ,che effettivamente oggi si potrebbe definire uno dei pochi contesti in cui ha ancora senso parlare di patriarcato. Battaglia che assolutamente condivido .Ma dopo due anni l'associazione ha ritenuto indispensabile definirsi femminista adducendo che il femminismo combatte contro ogni discriminazione e tirando in ballo il f. intersezionale , in nome di questa falsa ideologia si sono focalizzate solo sugli abusi in ambito religioso e non e sulle presunte discriminazioni della chiesa nei confronti degli LGTBQ. Della vera questione per cui si era iniziata la battaglia si sono perse le tracce.. Piuttosto che definirmi forzatamente qualcosa che non sentivo di essere ho preferito andarmene .
Il problema maggiore è che questo tipo di saggio verrà visto come sbagliato, come errato, come portatore del "male assoluto" che sminuisce la sensibilità ela gravità della situazione, poiché la polarizzazione in essere è ormai parte integrante della discussione. Facendo un esempio: io che mi definisco liberale, ed essendo il liberalismo un pensiero associato alla destra, vengo associato alla destra sovranista e meloniana/salviniana quando non è assolutamente così. C'è un appiattimento della discussione dove o sei con me o sei contro di me.
Non è un appiattimento, è semplici rabbia. Non è che la gente non discute, si è estremizzata, nella rabbia. Da questo derivano le posizioni estreme che vediamo. Sono cose risapute, il problema è che la materia che le studia si chiama economia e nessuno la studia. Trump ieri con Elon Musk ha detto di ammirare Putin e Xi Jinping e che l'Europa sfrutta gli USA. A chi si rivolgono queste cazzate estreme? A quegli americani furiosi che vedono nelle soluzioni violente l'unica via. Proprio perché sono arrabbiati. Accade sempre così, crisi economica che instaura il substrato di rabbia, all'inizio marginale. Ma passa da 0.01 all'1%. E qui siamo già al punto di non ritorno. Infine la rabbia viene sfogata in conflitto, guerra. Gli intellettuali che lasciavano la Germania negli anni 20' parlavano dell'impiattimento della discussione pubblica, per fare un esempio magari più conosciuto
lo avevo già comprato, ho atteso di finire la lettura precedente e oggi l'ho iniziato. Una ventata d'aria fresca, davvero, dà una quantità di speranza quasi commovente.
Se una persona è chiaramente ubriaca, non può esprimere consenso e quindi farci sesso dovrebbe essere considerato sempre stupro. Se però entrambe le persone sono ubriache, chi ha stuprato chi? Come ai fa a capire oggettivamente chi era in grado di decidere? Inoltre non tutti sono capaci di cogliere segnali sottili, ad esempio una persona neurodivergente potrebbe avere difficoltà in merito. Ciò che mi preoccupa di questo libro, che comunque vorrei leggere, è come temo sia stato trattato il tema delle donne trans.
Ma senza questo caso estremo, vogliamo negare che oggi ci sono giovani che cercano apposta lo sballo da droghe e alcol per disibirsi sessualmente? In questo caso che facciamo? se il consenso sessuale della persona ubriaca è sempre compromesso di fatto stiamo criminalizzando il sesso sotto qualsiasi forma di alterazione mentale, cosa di fatto illiberale perché posso avere anche il diritto (a mio avviso malsato) di fare sesso pur avando cercato consciamente di alterare le mia percezione con sostanze psicotropiche. In fondo cos'era l'amore libero dei figlio dei fiori? E lo ripeto, non trovo che sia uno stili di vita sono o condivisibile, ma possiamo negarlo come fatto o diritto personale?
No no, non c'è nulla di aberrante sulle donne trans, c'è solo una critica a chi nega le differenze biologiche e un invito a parlare della cosa in modo più profondo
Vedo che qualche bigottone scandalizzato ha fatto cancellare il mio commento, ebbene lo ripeto. Vogliamo negare che i giovani, da sempre, usino l'alcol soprattuto nei locali per disinibirsi sessualmente e avere l'approccio con l'altro sesso? Vogliamo che ogni amplesso consumato nei bagni o nei dintorni di una discoteca sia ipso facto uno stupro? Quindi, la questione non è solo se sono tutte e due ubriachi di chi è la colpa, ma se vogliamo che sia fuorilegge il sesso fatto sotto qualsiasi sostanza psico-attive? Per me si può anche fare (nel caso sarà stupro reciproco), altrimenti si prenda atto che, come facevano anche i figli dei fiori, c'è che si sfonda di ogni per fare sesso, aldilà del fatto che sia un comportamento sano o meno, per me è un comportamente che semplicemente rientra nell'alea della liberta personale dell'individuo. Diverso è il caso di chi ti droga, per altro con doghe apposite, e poi si approfitta di te sessualmente.
Attualmente sono a Londra, finalmente in vacanza, con la mia famiglia. Qua si va dalla donna musulmana con il velo integrale alla ragazza in shorts seminuda, dalla manager alla madre di famiglia, c'è una zuppa di culture e di visioni diverse che mi aspettavo, ma non a questo livello. Nonostante questa sia una delle patrie degli LGBT (qua nel quartiere dove sto ci sono un paio di strisce pedonali arcobaleno) ho come l' impressione che quella visione del mondo stia diventando una specie di roba folcloristica, di cui a pochissimi frega ancora qualcosa. Un pò come i punk o i metallari, una volta che la gente si è abituata poi il fenomeno va a scemare da solo. Forse è solo un' impressione superficiale. Comunque ci sentiamo tra un pò per il terzo Jabbarullo, quando ho finito un paio di esperimenti strani. Un saluto da Londra.
Mi vengono da fare due osservazioni. Una è questa storia della sofferenza che conferisce autorevolezza e dignità alla donna. Un caso tipico è quando si parla di aborto e chi è a favore si premura di precisare che per la donna "è sempre una scelta dolorosa". Ora, io sono un uomo, ma anche se fossi una donna che avesse abortito non potrei parlare per le altre, per cui non so se è sempre una scelta dolorosa o no. Ma soprattutto è un argomento privo di senso: se è una scelta dolorosa, non farla, se vuoi abortire significa che non abortire sarebbe più doloroso. Votare non è una scelta dolorosa, almeno non credo che un elettore o una elettrice si contorcano dal dolore e abbiamo attacchi di nausea quando fanno una croce su una scheda, eppure nessuno pensa di abolire il diritto di voto.Ma si vede che una donna che piange, si dispera, soffre ha più diritti di una che semplicemente vede la gravidanza come una seccatura e preferisce evitare. La seconda è il concetto dell'infantilizzazione della donna. Alla fine l'equiparazione delle donne ai bambini è forse l'elemento fondante del patriarcato e il femminismo (specie quello intersezionale che va di moda ora) è una variazione sul tema. La differenza è che prima le donne erano bambini responsabili, sorridenti, ben educati, che facevano i compiti loro assegnati, adesso il femminismo le equipara a bambini viziati che pestano i piedi, che devono essere accontentati in tutto se no strillano e che non sanno neanche quello che vogliono mentre l'uomo, che ha più cervello, deve capirlo e darglielo subito. Non hai idea di come sono contento ad avere due figli che vanno a scuola altrove, non so se sono più contento per mio figlio o per mia figlia.
Sulla questione dell'aborto ci ho pensato anche io spesso e sono arrivato alla conclusione che si dica così quasi per voler ammorbidire i conservatori su questo tema, un po' seguendo la falsa riga del "non è bello ma è necessario" della destra. Da persona pro choice a me andrebbe bene pure lo schietto cinismo di una donna che decide di non portare avanti la gravidanza perché ha fatto una caZZata con uno, non così grave come il mondo pensa, ommiodio questa ha fatto l'amore prima del tempo prestabilito. Però magari sentirsi dire da una donna dell'ultima generazione tale affermazione "ho abOrtito perché mi sono fatto uno da sbronza" leverebbe gli scudi della destra più intransigente che vorrebbe l'obbligo anche nei casi appunto di costrizione. Quindi lo si dice forse per buona creanza, per non scandalizzare troppo
@@lazatteradellamedusa5628, sì, ma a parte che si accetta il punto di vista del conservatore, per cui la peccatrice deve patire, ma semplicemente si negozia l'entità del patimento, ma poi non vuol dire niente: ci sono scelte non dolorose assolutamente lecite e scelte dolorose che non lo sono, tipo un killer che uccide il bambino figlio di un mafioso. Se l'aborto è un diritto, lo è anche per rimediare al rapporto non protetto nato da una sbronza; se è un omicidio, è sbagliato anche se ci piangi.
@@lazatteradellamedusa5628 amano indossare la tunica del vittimismo quando c'è da pagare il conto ,cosi sperano che il LORO conto continuano a pagarglielo altri
Non so se è già stata fatta questa domanda. Mi chiedevo se era proprio necessario introdurre il termine "femminicidio" per descrivere l'uccisione della moglie o compagna? Non era sufficiente il termine già esistente? Grazie.
@@utocarraro1181 Il termine maschicidio esiste ed è il corrispettivo di femmicidio. Da non confondere con femminicidio. Entrambi sono utilizzati prettamente in ambito giuridico per valutare eventuali aggravanti nell'omicidio del partner per motivi passionali. Il maschicidio è la forma estrema di violenza di genere contro gli uomini, prodotto della violazione dei loro diritti umani in ambito famigliare, o di coppia, attraverso condotte misandriche come maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, false denunce di violenza e abusi sessuali. Secondo un’indagine condotta dall’Ordine degli psicologi dell’Emilia Romagna, uomini e bambini subiscono violenza psicologica e ad esserne autrici sono le donne.
Ho letto il testo e l'ho trovato estremamente lucido e preciso in tutto. Grazie per averlo recensito. Ovviamente nessun saggio può essere esaustivo su tutto. A mio avviso, le uniche cose che avrebbero potuto implementare il discorso sono due: una critica più approfondita alla nozione di patriarcato, sempre fumosa e onnicomprensiva, mai definito (un equivalente si può rintracciare nella politica di 20-25 anni fa, in cui si etichettava come terrorismo qualsiasi cosa senza mai definirlo); una critica alla mancanza, da parte del femminismo attuale, di un discorso (totale e non parziale) sulla disparità "scomoda" nel mondo del lavoro. Mi riferisco al fatto che non si parla mai di settori, ad esempio quello edile o siderurgico, in cui la disparità uomo-donna è sproporzionata a livelli assurdi (si vedano i dati ISTAT o altre fonti). Un segnale di questa ultima contraddizione è nella polemica linguistica sui nomi di mestiere, in cui si alzano gli scudi su parole relative a nomi di mestieri di prestigio (ministra, avvocata) e mai su mestieri faticosi. Non ho mai sentito una polemica sul fatto che sia più giusto dire muratora o muratrice, fognaiola o addetta alle fognature, scaricatora o scaricatrice di porto.
Mi ha impressionato la descrizione della negazione del consenso implicita, non espressa; se iniziamo a considerarlo un fenomeno sociale ho l'impressione che alla sua genesi non sia estraneo il messaggio pubblicitario, tipo "soddisfatti o rimborsati", oppure "perche` io valgo". Per quanto riguarda invece il problema generale, secondo me bisogna avere chiaro se l'obiettivo e` l'equita` oppure una nemesi storica; nel secondo caso la frase guida sarebbe "per secoli le donne sono state sottomesse, ora e` il loro turno di sottomettere i maschi"; se si accettasse una tale impostazione, a livello sociale intendo, immaginiamo cosa succederebbe quando venisse d'obbligo applicarla anche al razzismo, alla lotta di classe...gia` lo si sta facendo con l'antisemitismo, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Per persecuzione giudiziaria. Nessun giudice ha fatto chiudere il sito ma è stata una decisione di Davide Stasi perché non poteva più far fronte alle querele.
Ho letto il libro proprio dopo aver visto questo video, e a parte un paio di citazioni che mi hanno lasciato un po’ perplesso (su cui però ho avuto pronti chiarimenti da parte dell’autrice), mi è piaciuto molto.
10:20, Si ma il caso delle donne indiane è diverso: il numero di violenze che subiscono loro è altissimo in confronto al nostro. Spessissimo vengono uccise o violent*te, e in India questa cosa è un'emergenza, tant'è che nel corso del tempo furono create delle leggi e pene restrittive per arginare il problema (che hanno semplicemente fatto peggiorare la situazione). l'India è uno dei paesi con più alti tassi di violenza ai danni delle donne del mondo. Per cui non mi stupisco che abbiano fatto questa scelta. Mi spiace per gli uomini indiani che ovviamente sono contro a questo scempio, ma c'è da capire che li la donna ha molti meno diritti rispetto alle donne occidentali.
Comunque il disagio con cui molte donne vivono la loro sessualità è una cosa molto italiana, strumentalizzata dal femminismo moderno ovviamente, ma c' è un serio problema di mentalità, non patriarcale ma direi più utilitarista ( do ut des) ipocrita, qua però apro un tema ben più ampio quindi mi fermo qui.
@@gaia7240 Credo che intenda che molto spesso la donna vede il sesso ancora come uno strumento di potere utilitaristico più che come uno strumento di appagamento, di gioia e di costruzione sana di rapporti virtuosi...
@@davidedavidensis5581 si intendevo questo, ma credo valga anche per gli uomini, diciamo che la spontaneità è mal vista nella mentalità borghese e non di questo paese, cosa che porta a tante conseguenze sociali
Cara Yasmina, la narrativa della donna "handicappata" fa estremamente comodo a quasi tutte le donne (ecco perché non protestano......) così che possano beneficiare dei vantaggi di tale sistema senza accollarsi la responsabilità dell'essere libere ed emancipate
Qualche giorno fa, a una festa, ho parlato separatamente con due diverse donne: una giovane e carina e l'altra più matura, ancorché piacente. In quel momento evidentemente, le accomunava il desiderio di sfogarsi, ma la cosa curiosa è che la prima si è lamentata del fatto che il suo acume e le sue competenze passassero sempre in secondo piano rispetto al suo aspetto, mentre la seconda, deplorava il fatto che dopo una certa età, una volta perso l'appeal fisico, anche l'interesse per il suo cervello e la sua credibilità venissero meno. 🤔
Guarda io mi trovo d'accordo su tutto ciò che hai detto, ho capito che non rinneghi la presenza di maschilismo nella nostra cara italia, hai semplicemente assunto il ruolo di "distruttrice" di false congetture patriarcali pseudo-femministe. Ecco, volevo sapere se però secondo te c'è una modalità corretta per fare della buona letteratura femminista al giorno d'oggi, parlando in maniera proporzionata dei problemi che comunque indubbiamente esistono sul piano socio-culturale. Non conosco bene il tuo canale quindi se già l'hai fatto ti chiedo scusa. Scrivo il commento perché penso che asfaltare le stronzate come "grattacieli fallici" sia tanto divertente quanto semplice. Individuare vere problematiche è un lavoro che hai mai fatto, oppure sono così superflue secondo te da non dovertene occupare?Grazie mille. Ripeto non è un commento per prendere in giro
Ciao, io non sono femminista e non ho mai detto di volermi interessare di tematiche femminili: semplicemente mi sta a cuore una comunicazione seria e razionale, e odio le esagerazioni che portano a isterie di massa. Comunque, credo che sia possibile fare una comunicazione femminista equilibrata e utile: basterebbe semplicemente parlare dei problemi e delle tematiche femminili senza attribuirne la colpa agli uomini, al patriarcato ecc.
Concordo pienamente. Soprattutto per quanto riguarda il terzo aspetto, che ho sempre visto come un'evidentissima contraddizione. Tengo a precisare: per quanto mi riguarda, non ho nessun problema con l'Islam, anzi, ho molto rispetto per la cultura islamica, di cui sono un estimatore sotto molti aspetti. Ciò non di meno, sono il primo a riconoscere le criticità del mondo islamico. Criticità che, come nel nostro mondo occidentale, si sta ponendo lentamente rimedio, ma che purtroppo, almeno in alcune sub-culture localizzate, persistono. La sensazione è che vi sia un "diktat" ideologico dietro questo comportamento, volto soprattutto a "tenersi buona" una parte di elettorato sempre più importante, dal momento che la presenza di islamici, anche nel nostro Paese, è in continua crescita. Un problema di pura e semplice ipocrisia socio-culturale volta a giustificare qualsiasi atto criminale commesso da islamici nei confronti di donne, anche nel nostro Paese, anche e soprattutto là dove lo stesso atto, commesso da non islamici, verrebbe condannato senza alcuna pietà e sbandierato ai quattro venti diffamandone volutamente il colpevole senza neppure un processo penale volto a chiarirne le effettive dinamiche né dichiararne l'oggettiva colpevolezza. Questo tipo di comportamento lo abbiamo visto molte volte, e in certi casi, ci si è spinti ben oltre il patetico, nella palese manifestazione di una espressione di razzismo ideologico volto a giustificare atti criminali oggettivi in nome di un perbenismo "politicamente corretto" che non si sarebbe MAI mostrato se il colpevole fosse stato un italiano qualsiasi. Faccio l'esempio dello stupro verificatosi qualche anno fa su una spiaggia in Romagna, quando l'avvocato difensore degli stupratori si spinse ad affermare che "non si può pretendere che degli africani sappiano che è contro la legge violentare una donna in spiaggia!" ... Un'affermazione che se fosse stata detta a favore di uno o più stupratori italiani avrebbe fatto (LEGITTIMAMENTE!) urlare allo scandalo decine di migliaia di femministe, con tanto di cortei di piazza, ma che nella fattispecie, trattandosi di un crimine commesso da immigrati africani, non solo non suscitò alcuno scandalo tra le femministe, ma addirittura portò le stesse ad attaccare la vittima dello stupro: una turista polacca "colpevole" di essersi prestata, a loro dire, a farsi violentare. Lo abbiamo rivisto anche nel caso ancor più eclatante della ragazza stuprata, torturata, uccisa e fatta a pezzi da una banda di spacciatori (anch'essi africani), in cui le "femministe" che avrebbero dovuto difendere la vittima, si sono schierate a favore dei criminali accusando nuovamente la vittima di "essersela cercata"! ... Ma cosa più grave, l'abbiamo vista quando, in ben 2 casi differenti ma simili tra loro, due ragazze musulmane sono state uccise dai loro stessi parenti per la "colpa gravissima" di frequentare ragazzi italiani, in cui le femministe si sono palesemente schierate dalla parte degli assassini perché "bisogna comprendere la loro cultura!"... La cosa aberrante in tutto questo è la facilità con cui queste "paladine delle donne" passino dalla parte di stupratori ed assassini di altre donne quando i criminali sono africani o islamici. E tutto questo per cosa? Perché al loro Partito di riferimento (non faccio nomi ma sappiamo benissimo quale partito difenda da sempre a spada tratta qualsiasi criminale originario da fuori i confini italiani, indistintamente dal crimine commesso sia dalla effettiva e comprovata colpevolezza dimostrata in tribunale) NON FA COMODO per motivi di propaganda schierarsi dalla parte delle vittime? ... E lo stesso identico discorso delle donne vale anche per le persone omosessuali, o con orientamento sessuale differente da quello etero: se un italiano usa la parola "frocio" (parola che personalmente aborro!) verso un gay, apriti cielo, pretendono il carcere a vita per il gravissimo reato di omofobia ... Ma se un gay viene picchiato selvaggiamente da un gruppo di africani o islamici, NON SIA MAI che questi possano essere considerati come "criminali"... Solo per il fatto di essere islamici o africani, è sufficiente per dimenticarsi completamente di qualsiasi valore civico e umano, e di colpo essere gay diventa perfino un crimine solo perché, nella mente bacata di questi politicanti di bassa lega, a tutti i possibili elettori africani o islamici farà sicuramente piacere ch'essi si siano schierati dalla loro parte, a difendere quello che secondo loro sarebbe l'Islam (evidenziando il fatto che non sappiano minimamente cosa sia veramente, l'Islam) o a tutelare i diritti dei "poveri africani", che visto che sono stati a lungo oggetto di gravi crimini 200 anni fa, allora oggi dovrebbero essere legittimati a commettere qualsiasi crimine. E' chiaro che non si rendano conto, questi "compagnucci della parrocchietta" (cito volutamente il primo lungometraggio del grande Alberto Sordi) di recare, con questo tipo di comportamento, molto più danno che beneficio alle comunità islamica ed africana, né men che meno di offenderne gravemente la dignità e comprometterne il rispetto da parte del resto della comunità italiana, rendendo ancor più difficile per loro l'integrazione nel tessuto sociale.
Nella narrazione schizofrenica odierna la donna è contemporaneamente Wonder Woman e la piccola fiammiferaria a seconda di quanto torna più utile al contesto.
Esatto il tipico femminismo sinistro che a seconda della convenienza idolatra la donna se vince o fallisce soprattutto poi se c'è da andare contro qualche dichiarazione fatte da esponenti della destra vedi ad esempio nelle ultime olimpiadi
per fortuna c'e` qualcuna che riesce a farci sopra dell'ironia, come KATY PERRY.
@@PieroVannuccini lascia perdere Katy Perry idoletta lgbtq
@Andrea7935 👏👏👏
È il famoso femminismo di Schroedinger
Il vittimismo + uno dei motivi che mi sta portando ad allontanarmi dai social. Francamente nn se ne può più: apro Fb e vedo lagne, lagne, lagne a ogni livello...anche basta! Ogni stupidaggine, ogni pettegolezzo, ogni battutaccia, ogni commento (anche cattivo e maleducato, per carità) viene amplificato a mille e fatto passare per lesa maestà. Su QUALUNQUE cosa. Un esempio che mi tocca da vicino è quello del cosiddetto "body shaming": essendo in lotta con il sovrappeso da 27 anni, nessuno più di me può sapere quanto sia brutto essere presi in giro, denigrati, discriminati per questo motivo, con quello che mi è stato detto e fatto nel corso degli anni potrei scrivere un libro. Eppure, questa cosa del "body positiviti" non la sopporto: "tutti i corpi sono belli", "tutti i corpi vanno bene così come sono" eccc....NO!Il sovrappeso a lungo andare può portare problemi di salute anche molto gravi e deve essere combattuto e curato al più presto! Altro che "siamo tutti belli cosi come siamo"! Credo che dovremmo re- imparare a distinguere una normale critica od opinione (anche sbagliate, ripeto) dalle offese. Quando ero piccola tendevo a essere permalosa e mia mamma mi diceva: "se ti offendi per qualunque cosa, è un problema tuo". Ecco, in generale è ancora così per queste cose.
Sulla schizofrenia del femminismo non ne parliamo perchè si sfonderebbe una porta aperta.
La femminista di Schrödinger.
È contemporaneamente trionfatrice e vittima fino a che non si verifica un evento allora sceglie la condizione che gli consente di chiacchierare di più.
"...che gli consente di GUADAGNARCI di più."
@@SiPoz anche
23:09 qui dici una verità che purtroppo non si può nominare, a me è capitato di avere un rapporto sessuale praticamente "obbligato" dalla situazione e dalle pressioni psicologiche dell'altra e per evitare di fare la figura di chi si tira indietro al dunque (sia mai che un uomo ci ripensi e non voglia fare sesso) ma vi assicuro che non è stato piacevole, però non è che penso di essere stato stuprato oppure colpevolizzo l'altra parte, è stato un errore da cui ho imparato che si può essere più decisi nel tirarsi indietro anche a costo di ferire i sentimenti dell'altra persona e fare la figura del "mezzo uomo".
Hai perfettamente ragione. A me una situazione simile è successa come uomo. Continuare un rapporto sessuale durante il quale non traevao piacere ma fastidio, senza però interromperlo per paura di ferita. La donna non ha colto i miei 'segnali' e mi ha violentato? Ovviamente no, dovevo pensarci prima di andarci a letto o essere più stronzo durante il rapporto e andarmene, fine.
Successo anche a me, e anzi il sospetto (non spontaneo ma influenzato da cose lette sui social) di essere stato violentato mi ha messo una angoscia inutile. Razionalizzando è come dici tu
Anche a me ma sono riuscito a rifiutarla
questo "femminismo" viene spesso utilizzato da donne con problemi di rabbia personale con l'uomo laddove non è riuscita ad aver soddisfazione nei suoi rapporti con lo stesso. Una sorta di vendetta collettiva per singoli fatti personali per non riconoscere le proprie responsabilità sul fallimento dell'incontro.
Definizione perfetta di ciò che sta diventando (anzi, è già diventato) il femminismo moderno.
@@mikecimpu4077 sì, e il problema di rabbia personale è con tutta l'umanità, ma viene dirottato sul maschio
Perché oggi è un movimento populista, che si nutre delle frustrazioni personali facendole assurgere a problemi sociali....
Credo che dietro un certo numero di femministe ci siano anche delle criptolesbiche che vedono semplicemente il maschio come concorrente.
A volte purtroppo non è solo una mancanza di soddisfazione per i rapporti con il genere maschile, ma di veri e propri traumi mai risolti.
Una boccata d'aria fresca in un mondo reso sempre più malsano dall'ideologia e dall'incapacità di affrontare le questioni in maniera razionale, pacata, logica e intellettualmente onesta. Grazie per aver parlato di questo libro importantissimo!
Da ex "femminista attuale" che da ormai un anno si è messa in discussione (grazie anche agli studi di linguistica che ho affrontato a Lettere) non vedo l'ora di leggerlo :)
Hai detto bene: è bastato un po' di approfondimento (e la cultura fa proprio questo) per aprire gli occhi.
@@gianandroid8823 È proprio così! :)
I michelamurgiani devono sparire
Interessante, quali studi?
@@claudiaruvinetti5285 Studi di linguistica generale, che l'anno prossimo vedrò di approfondire con quelli di linguistica italiana e/o applicata
Sono una ragazza di 20 anni e devo ammettere che molto spesso mi sono sentita in questo modo e che ho iniziato a disprezzare il modo in cui alcune istanze mi facevano sentire. Mi piace aver trovato un libro e un video che abbiano messo in ordine le mie parole e i miei pensieri
La posizione della vittima nella nostra società è una posizione estremamente potente.
È un femminismo che pretende di dare alle donne gli stessi diritti che un tempo avevano solo gli uomini, fingendo però che questi non vengano anche con una serie di doveri. Al contrario: l'indipendenza e l'emancipazione passano per forza attraverso la costruzione di basi solide come la capacità di tenere a bada le emozioni, di analizzare lucidamente le situazioni, di assumersi responsabilità, di riconoscere quali armi si hanno a disposizione.
Chi, nelle frange del femminismo, ritiene che queste capacità siano prerogative maschili sta facendo un clamoroso autogol.
Possono permetterselo xké le vecchie generazioni sono state manipolate già da piccoli, dalle vaginomunite di famiglia, a fare i White Knight socialjusticewarrior, sia x sentirsi "più masculo" sia x cercare di sc0pà🗿🥂👌🏼
Commento intelligente
@@posepause8703 in effetti c’è questa contraddizione tra voler annullare le differenze tra uomini e donne; dove la donna per emanciparsi deve essere un uomo ( vedi l’odio delle femministe verso chi sceglie la maternità invece di battersi per ridurre le discriminazioni verso le neo-mamme), mentre dal lato opposto dipingono una donna fragile che va protetta evidenziando la differenza tra uomini e donne. L’emancipazione sta nel riconoscimento e nella tutela delle differenze di genere che sono un valore. Non si tratta di una lotta di potere ma di uguaglianza di diritti e di conseguenza anche di doveri.
Lo stoicismo è prettamente maschile ed è necessario un mondo come il nostro 'pussificato' all' insegna di una balzana ginocrazia (ipocrita) e pervaso(secondo copione) da una falsa emotività 'teatralizzata', 'femminara' insomma...
@@zelindacolucci2089che è esattamente ciò che è sempre stato e che è il femminismo. Semplicemente una lotta di civiltà.
Un libro di cui c'era assolutamente bisogno. Grazie per avercelo segnalato. ❤
Da uomo: uno dei video con il piuì alto tasso di buon senso degli ultimi anni. Comprerò il libro, ma tu devi andare a dire queste cose nelle scuole, davvero!
Non credo che me lo permetterebbero 😅
@@YasminaPani certo che no: le insegnanti sono tra le donne più problematiche e frustrate del pianeta.
@@YasminaPani Già....cosa c'è di piu' destabilizzante e rivoluzionario del buon senso, oggi? :(
@@YasminaPanidovresti provarci ugualmente. Non hai idea delle slide che abbiamo dovuto subire al lavoro nel corso sulle pari opportunità e parità di genere... ed era rivolto a menti adulte, immagina a delle ragazzine di 15 anni...
@@francskiell Eh proverò a proporre dei progetti ma la vedo dura
Ti ho scoperta da poco, complimenti, sei una bomba! E concordo con quasi tutto ciò che esponi, io mi sono sempre ritenuta una donna forte e indipendente, cresciuta da una madre a sua volta cresciuta da una madre forte e indipendente, e non mi riconosco affatto in questa sterile e distorta narrazione della donna come essere debole, spero che le donne aprano gli occhi, inizino a responsabilizzare sè stesse e soprattutto, che la smettano di contrapporsi agli uomini, è arrivato il momento di superare anche il femminismo e cooperare tutti insieme, ognuno con le proprie peculiarità, per una vita in armonia
Ciao Yasmina, ti seguo con piacere da diverso tempo. Il libro lo leggero’ sicuramente, grazie per la recensione critica.
Sono una psicoterapeuta, e quello che hai detto e’ per me materiale di lavoro con le mie clienti, specie appunto le piu’ giovani, da ormai piu’ di 10 anni.
Vittimismo, svalutazione mascherata quasi da beatificazione, responsabilità personali e lettura della mente.
Non voglio essere pessimista, ma le nuove generazioni sono gia’ compromesse.
Avrei tanto da dire, ma tu saprai parlarne meglio di me.
Grazie.
esatto, le nuove generazioni sono già fottute direi io. Se un/a bambino/a va a vedere Barbie o il remake Disney che riscrive la storia classica pensa al lavaggio di cervello che subisce.
@@alassion96 Barbie e la monnezza Disney girano da quanto, più di 50 anni?
@@roadstar2504 qui si parla delle versione moderne di Barbie e dei film Disney e, fidati, non c'entrano una straminchiazza con quelle classiche
@@manfvedi_unofficial7548 le versioni moderne Disney non le ho viste, anche perché già quelle classiche che mi è capitato di vedere mi sembravano delle discrete cacate (adattamenti sballati, messaggi sciatti e trame piene di buchi).
Salvo però "La spada nella roccia" (Edit. E "Il libro della giungla").
Barbie vabbè, neanche la commento.
@manfvedi_unofficial7548 ma tanto i live action Disney non li caga nessuno, ai bambini non piacciono
Dopo questo video essendo madre di una bimba di 15 mesi sento la responsabilità di educarla in maniera adeguata a tali cambiamenti. Con un giusto spirito critico, la giusta diffidenza che non fa mai male e la consapevolezza che può difendersi. Diciamo che si sta un po’ tornando indietro al 700/800 dove appunto le donne erano fragili e andavano protette dal cavalier servente e la donna doveva sempre andare in giro accompagnata per difendere la sua incolumità. Che tra l’altro il femminismo dell’epoca lottò anche per emanciparsi da questi costumi e da questa concezione della donna.
No , oggi le donne sono più sole del 18/19mo secolo perché sono morti anche i cavalier serventi e il falso mito della donna forte e autosufficiente crea la "colpa" di essere semplicemente umana. Quando qualcuno esalta esageratamente i superpoteri femminili si sta parando il cu*o come dicono i miei amici romani. La scusa perfetta per non assumersi responsabilità basiche umane. "Sei cosi superiore, donna che puoi cavartela da sola in tutto non hai bisogno di diritti tutelati, un mondo del lavoro che rispetti la dimensione della tua maternità . Competi e se non ce la fai sei una fallita che non può aspettarsi solidarietà. Perdente. Quindi questa finta compassione per l'oppressione è solo ipocrisia
Ma è una generalizzazione questa che ora le femministe vogliono essere protette, come nel 800 Da dove avete tirato fuori queste conclusioni per me resta un mistero, però vi leggo tutti moto convinti ed allora forse sono io che non vivo nello stesso mondo/modo.
Infatti...
quando avra a scuola dopo qualche anno avranno rivoltato competamente la coscienza di tua figlia oltre che quella di altre bambine e bambini. queste ideologie sono parte dei programmi ministeriale senza dimenticare che nella scuoa pubblica per lo piu popoata da donne il 90% è femminista .
ho smesso di dare ascolto alle femministe mainstream quando ho iniziato a rendermi conto delle fallacie logiche e del doppippesismo palese nei loro ragionamenti sul patriarcato e sul comportamento degli uomini.
Una delle loro argomentazioni più celebri è quella della scatola di cioccolatini (non sto scherzando): come se in una scatola di cioccolatini ne trovassi uno marcio, inizierei a dubitare che tutti gli altri lo siano, così se trovassi uno stupratore, inizierei a pensare che tutti gli uomini lo siano. Il ragionamento ovviamente funziona perché, per il femminismo, gli uomini possono essere accusati di tutto e devono anche stare zitti perché sono patriarcali. Tuttavia vorrei sapere cosa direbbero le femministe se - mutatis mutandis - facessimo lo stesso ragionamento con i neri. Allora per lo stesso principio, se trovassi un nero che ruba/stupra/ammazza sarebbero tutti automaticamente ladri/stupratori/assassini?
Inoltre, rispondendo alla questione delle donne in India in aereo, se mi trovassi di fianco a un uomo nero, per lo stesso principio potrei essere spostato vicino a un bianco perché mi sento più a mio agio?
Il medesimo ragionamento funziona mettendoci dentro qualsiasi altra minoranza (omosessuali, transgender, disabili, ecc)
Niente di nuovo, il solito doppiopesismo politicamente corretto ma mentalmente ritardato del mainstream femministico moderno occidentale
parole sacrosante.
Allora non sono l'unico a pensare queste cose! 😅
Come sempre ignorano la statistica base, nonché qualsiasi forma di logica
Grazie mille per il video. I'll have to type the rest in English since my writing or speaking in Italian isn't up to par with my reading. I originally clicked on your video in search of new Italian content to help my comprehension but was interested in what you had to say. Specifically on how third wave feminism doesn't criticize Islam but craps on western men which is hypocritical. But you did it in an intelligent way that wasn't like a red pill person. Kudos. I'll check more of your videos out.
Cara Yasmina, sono un padre di una ragazza di 25 anni con la quale litigo praticamente solo quando parliamo di femminismo. Premetto che sono separato , che ho subito ogni genere di violenza da mia moglie anche sotto i suoi occhi, che ho un ottimo rapporto con mia figlia , che è venuta a vivere con me dal tempo del Liceo così come suo fratello gemello , che ho sempre considerato i miei figli “asessuati” in materia di scelte e di comportamenti , che sono stati educati da parte mia , soprattutto con l’esempio, nel riconoscimento del preminente valore del rispetto tra le persone di ogni genere , età, etnia , cultura . Nulla è però servito affinché lei , oggi, non abbia sul femminismo un approccio fortemente ideologico e convintamente vittimista . La pericolosissima portata della narrazione propagandistica ha quindi un riscontro effettivo sulle giovani donne, come mia figlia , che ne sono state condizionate tanto che non sono in grado di affrontare il confronto dialettico se lo stesso non parte da un punto di vista di inferiorità o superiorità a seconda delle circostanze, della donna rispetto all’uomo. Le ho girato tutti i tuoi interventi sul punto perché voci alternative da parte di donne se ne sentono molto poche ma possono essere più efficaci anche rispetto a quelle di un padre stimato. In sostanza spero vivamente che possano contribuire a sviluppare una coscienza più strutturata del fenomeno. Quindi grazie.
Aspetta che cresca. A 25 anni è normale avere atteggiamenti battaglieri, e purtroppo il femminismo e il movimento "Alfabeto" hanno la capacità di intercettare facilmente il furore giovanile e di alimentarlo. Solo poche persone continuano ad essere infervorate anche in età più avanzate, le altre o si stancano o rinsaviscono
È una vittima del brainwashing
Tagli i fondi alla figlia "femminista" e vedrà che tornerà a ragionare
@@stefanotorti953 non penso, troverà sempre un pollo che le fa togliere gli sfizi essendo donna
@@Americanhorizon può essere, ma almeno suo padre non dovrà più sostenere i capricci di un'ingrata.
I tuoi video mi forniscono continuamente strumenti argomentativi per difendermi dalle sxemenxe che devo subire, io come molti altri, ogni giorno. Grazie
Bellissima recensione! Il tuo canale è sempre una fonte di acute novità! Grazie Yasmina
Gentile dottoressa, ho letto il saggio di Annina Vallarino, da lei consigliato, e ho apprezzato molto sia il contenuto che l' imparzialità, l' equilibrio e il buon senso con cui l' autrice ha affrontato il tema spinoso del neofemminismo. Grazie ancora, dottoressa.
Ultimo giorno di lavoro e nuovo video di Yasmina... e che video
Finito anch'io meno di un mese fa: una boccata d'aria in mezzo a tante posizioni illogiche e antiscientifiche che, nonostante gli intenti, finiscono solo per danneggiare le donne (e non solo) anziché aiutarle.
Ho apprezzato veramente tanto, tra i vari capitoli, la parte sul "soffro, dunque sono", che ho sentito molto vicina: ad esempio, è vero, sono donna e lavoro in un ambito in grandissima parte maschile; vero, ho incontrato persone maschiliste per le quali una donna non dovrebbe lavorare coi computer (perché... boh?); non vedo come definirmi vittima perpetua di un sistema patriarcale dovrebbe rendermi la vita più facile.
Spero davvero che anche molte femministe convinte lo leggano, anche perché come ha giustamente sottolineato Yasmina è l'opposto di quei titoli che attaccano e basta con l'intento di distruggere il movimento anziché di migliorarlo. Anche se chi legge non si trovasse d'accordo con certi passaggi, se proprio non è indottrinato fino al midollo dovrebbe ricavarne perlomeno degli spunti di riflessione.
Tra l'altro ho letto "Il femminismo inutile" quasi in parallelo con un altro libro, "The Rise of Victimhood Culture" di B. Campbell e J. Manning (purtroppo solo in inglese e abbastanza difficile da reperire): quest'ultimo affronta più in generale la questione del vittimismo e mostra come esso permei molteplici aspetti della società attuale - molto interessante e ben approfondito.
La "victin card" ha il doppio vantaggio del renderci non responsabili delle nostre azioni (la colpa è sempre esterna a noi e mai siamo chiamati in causa) e contemporaneamente nel vantare un credito infinito verso il mondo. Perchè se sei sempre vittima puoi e devi sempre avere qualcosa come compensazione della tua condizione. Comodo no?
Non ho letto nessuno dei due, segnalo comunque che anche in italiano esiste _Critica della vittima_ di Daniele Giglioli, che sembra muoversi da una prospettiva analoga. Grazie per aver segnalato quel testo, lo cercherò.
Ti consiglio anche Critica alla Vittima Un esperimento con l'etica di Daniele Giglioli
@@hurricane14440 già letto un po’ di anni fa, ma è sempre utile da ricordare :)
Una società in cui siamo tutti narciso egocentrici… sembra ovvio produca vittime, no? Complimenti comunque a questo canale, sia a Yasmine che agli utenti perché non ho mai commentato prima ma vedo quasi sempre spunti interessanti e comment intelligenti
Non vedo l'ora di leggerlo, sento già che sarà una boccata d'aria fresca!
Io mi sento molto legata al movimento del femminismo ed è un dolore il fatto che sia stato completamente rovinato da delle galline incapaci di accettare il fatto che nella vita non tutto è servito e la colpa non è del tuo essere donna! Nella vita esiste anche la cattiveria, alcune persone sono bestie, e la crudeltà non guarda in faccia nessuno! Trovo che dare tutta la colpa al patriarcato sia un modo per prendere le distanze da qualcosa che ci fa soffrire, e forse è anche un modo per non assumersi le proprie responsabilità nel percorso di guarigione.
Una persona ha tutto il diritto di metterci il suo tempo per non sentirsi più solo ed esclusivamente vittima o sopravvissuta, ma è un percorso individuale che ognuno affronta con i propri tempi e modi, non perché qualcuno da fuori ha deciso che tu sarai vittima/sopravvissuta per sempre!
Anche il fatto di restare molto colpite, se non addirittura traumatizzate, da un fischio per strada. Io ci credo che per quella persona sia stata un'esperienza difficile, ma non è dovuta al patriarcato! È perché questa persona, nel suo personalissimo vissuto, forse non ha le risorse per affrontare la più piccola sessualizzazione! Dare la colpa al patriarcato ti allontana dal lavorare su te stessa per capire come mai un fischio ti destabilizza così tanto! Non significa allora "via libera" alle molestie, ma tanto i deficienti esistono ed esisteranno per sempre, non è loro che devi cambiare (perché tanto non puoi), sei tu che devi capire perché non riesci a lasciar andare l'immagine di stessa costantemente in pericolo. E va bene metterci il tempo che ci vuole, ognuno è diverso, ma dare la colpa al patriarcato ti toglie ogni responsabilità dal doverlo fare prima o poi.
Verissimo
Eccezionale, bravissima come sempre. Lo leggerò sicuramente.
In terapia si parla di traumi con la “T” maiuscola, ossia stupro oppure un incidente grave o violenze psicologiche gravi. Poi ci sono i traumi minori che vengono definiti tali secondo il tuo vissuto: per me magari è un trauma difficile da superare mentre per un’altra persona è un’esperienza dolorosa ma superabile. Dal momento che questa tua esperienza diventa pubblica è sempre importante misurare le parole e riflettere sul messaggio che le tue parole veicolano e soprattutto a chi arriva e come può essere interpretato dagli altri. Infatti certe esperienze andrebbero condivise pubblicamente dopo averle elaborate e aver raggiunto la piena consapevolezza. Al di là della condivisione di un trauma, quando decidi di condividere un’esperienza personale o di fare divulgazione dovresti sentirne la responsabilità.
A me più che altro sembra che le persone oggi utilizzino i traumi come alibi. "Eh no su questa cosa ho un trauma quindi passerò il resto dei miei giorni ad ignorare tutto ciò" quando i traumi sono, esattamente come una ferita fisica, qualcosa che va affrontato e risolto. Non sempre sarà facile, non sempre sarà immediato ma sarà sempre necessario!
@@giuseppemaggio5894 sì affrontare un trauma non è mai facile, perché bisogna essere pronti a guardarsi dentro e a scoprire cose di te stesso che saranno poco lusinghiere e prima di accettarti per ciò che sei magari ti odierai anche. Però vale sempre la pena raggiungere un grado maggiore di auto consapevolezza. Poi i risultati variano molto dal tipo di trauma, da come si vive il processo di guarigione e quanto ti ci impegni e fin dove ti vuoi spingere a scavare e quanto dolore sei in grado di sopportare e di gestire.
@@zelindacolucci2089 a furia di guardarsi dentro c'è gente che cammina col collo storto e inciampa per davvero.. mi chiedo quanto venga accettata la psicoterapia in paesi come il Giappone?.. Roba da popoli deboli.
@@zelindacolucci2089 ci sarebbe anche una cosa da sottolineare: non in tutta la letteratura psicologica c'è consenso sul discorso dei traumi minori. Questo perché non seguono le stesse caratteristiche dei traumi veri e propri ed è il caso di dirlo perché molte persone affermano che forse hanno avuto un trauma quando è successo x (per fare un esempio) quando non funziona così: se hai avuto un trauma sai di averlo e pur non avendolo necessariamente elaborato sai a quale evento è legato.
Appunto è importante capire come dici che il trauma non dovrebbe essere spunto di riconoscimento sociale (anche perché non garantisce niente di speciale oltre alla singola testimonianza di un caso non statisticamente rappresentativo nella quasi totalità dei casi). Se è spunto per unirsi a gruppo allora non stupisce che tanti vogliano affermare di aver avuto un trauma senza neanche saper indicare l'episodio.
Non esiste professionista psicologo serio che compatirebbe mai un paziente che ha vissuto un trauma perché farlo evidentemente non aiuta realmente il benessere della persona ma lo incoraggia a considerarsi fragile e incapace di superare le difficoltà. Applicato a livello sociale poi arriva un altro problema ossia che si dice alla persona che è una vittima del sistema, che in quanto afferma di essere sofferente è dalla parte dei buoni e di conseguenza ciò che dice e fa (anche se violento o incita all'odio) è buono in quanto dalla parte giusta della storia ed è giusto e doveroso attaccare il bersaglio di turno sulla base del sentimento sgradevole che egli genera in noi.
@giuseppemaggio5894 è vero che si auspica che la persona elabori il trauma ma nei casi di trauma vero e proprio è molto difficile e non ci si dovrebbe aspettare che la persona di fronte a noi lo faccia. In generale c'è lo stesso problema con ogni critica del tipo "non ci si dovrebbe comportare come se si fosse incapaci e inetti", a livello sociale a volte ha senso ma a livello personale se una persona mi dice che non ce la fa a superare un problema oltre un incoraggiamento e un supporto non la posso obbligare e bisogna essere gentili e venire incontro alle difficoltà della persona. Alcune persone hanno bisogno di tempo per superare una difficoltà psicologica, altre decidono addirittura di evitarla per tutta la vita ecc. Sono scelte legittime che le altre persone possono fare nel momento in cui le concediamo libertà per sé e comprendiamo che non possiamo sostituirci a loro nelle loro scelte.
Ciò detto c'è il problema della manipolazione che è molto subdolo e su questo sono d'accordissimo con te. Una qualunque persona può dirsi sofferente e pretendere che io faccia o non faccia qualcosa, è una strategia per manipolarmi. In questo senso serve sensibilità per capire quando la sofferenza è reale o strumentale o immaginaria. In ogni caso io penso ci siano due modi efficaci per trattare con queste persone con rispetto per loro e integrità per me. Mi sento di condividere questi spunti:
1) chiedi informazioni sul suo problema senza accettare subito in modo acritico la richiesta "fai questo" o "non fare quello". Se la persona è sincera imparerai qualcosa da lei ed entrerai in buona relazione. Se non è sincera molto spesso neanche sa rispondere.
2) negozia quello che dovresti o non dovresti fare. Questo spesso scontentera un manipolatore ma sarà utile e forse farà piacere alla persona sinceramente sofferente. Dopotutto il mondo non esiste per accontentare chi soffre e non bisogna soffocare i propri bisogni e desideri solo perché una persona che si dice (e magari lo è anche) vuole qualcosa.
In generale non è sempre facile relazionarsi con queste persone e anche con qualche consiglio penso non esista una formula (come "se una donna segnala allora è una vittima e l'altro è colpevole") essere gentili non si prescrive, non è formale ma è contestuale.
Ho spesso discussioni molto accese su questo argomento della donna sempre "fragile e vittima", io mi sento spesso offesa e irritata quando si fanno certi discorsi che lasciano intendere che io, donna, sono un essere fragile, puro e casto, sempre vittima di ogni situazione e di ogni uomo! Questa narrazione ha stufato, sopratutto per chi come me ha vissuto una relazione di amicizia tossica con un altra donna che ha manipolato me e il suo compagno facendoci letteralmente uscire fuori di testa! Per molti lei è una povera vittima della vita, perché "poverina è malata, non sta bene, cerca di capire", ecco vedi, donna manipolatrice=poverina, è malata, uomo manipolatore=orribile persona da allonatanare e distruggere! Se un uomo avesse fatto quello che lei ha fatto a me e altre persone non sarebbe un "poverino", ma lei è donna quindi non può aver fatto nulla con cattiveria.
P.S. spero mi scuserai se scrivo male o uso male la punteggiatura, cosa che avrò sicuramente fatto😂 a volte mi sento a disagio a lasciare commenti sotto i tuoi video per questo motivo!
Molto meglio scrivere, sbagliare, essere corretti e migliorare piuttosto che tenersi dentro pensieri ed errori mentre si lascia fuori il miglioramento. (Le coperte si avvolgono, non le locuzioni avverbiali "a volte")
@ila Hai ragione🎉
@@giorgiolombardo2165 anche questo è vero, grazie! Io seguo Yasmina anche per cercare di migliorare il mio modo di scrivere e parlare. E grazie anche per la correzione
@@ila9191ti consiglio di vedere il film/documentario "The Red Pill" di Cassie Jaye (ex femminista) uscito nel 2016.
Così capisci cos'è veramente il movimento femminista e cosa vuole.
P.S.: Lo trovi in lingua originale su RUclips.
Hai scritto molto meglio di tanti “Alighieri” parrucconi
Quando ci si chiede "Com'è possibile che una parte del pensiero femminista si sia incagliato su queste posizioni?", forse si può fare un passo avanti nell'analisi: palestre riservate, posti a pagamento privi di uomini al proprio fianco, canali specifici per usufruire di servizi e diritti essenziali (come il diritto allo spostamento serale sicuro), sono tutte nuove fette di mercato pronte per essere sfruttate e valorizzate economicamente. Creare nuovi soggetti fragili, isolati, "vittime", apre enormi potenzialità di vendita e consumo, dunque profitto. Il "femminismo inutile", in questa chiave, non è altro che uno degli innumerevoli dispositivi ideologici tramite i quali non tanto il patriarcato, quanto il capitalismo, si perpetua.
Pippone a parte, cercherò il libro! ;)
Il patriarcato non direi, dato che non esiste in Italia
... per esempio la mia vicina di casa, sul suo profilo facebook, in copertina ha "no alla violenza sulle donne "... di fatto tratta il compagno e il figlio in maniera decisamente dominante urlando loro e facendoli rigare dritti al suo volere.......😏
Complimenti Yasmina, grazie per i tuoi video, cristallini e chiari come l'acqua.
Salve Yasmina
Sono un padre di una giovane donna di 18 anni.
Spesso guardiamo film insieme e spesso quando danno un ruolo femminile all'attrice e le danno una connotazione vittimista lei insorge e non si riconosce in questo clique.
Io la ringrazio profondamente perché avendo 55 anni mi sono trovato spesso concorde con le battaglie femminili.
Ora devo dire che talvolta le trovo eccessive e pericolose proprio per gli aspetti che ha citato.
Io come uomo ancora ora devo crescere in consapevolezza ma è un viaggio che fortunatamente non ha mai fine.
Sento di augurare a mia figlia e anche a tutte le donne di abbracciare questo viaggio serenamente.
Le sue parole sono aria pulita per me.
Grazie
Grazie. Sei stata una puacevole scoperta. Ora mi sento meno sola.
Grazie
Che bella notizia, sapere che se ne parli mi rende ottimista, è una boccata d'aria in questo mondo dove più non si respira
Non ho letto il libro ma scommetto che una delle storie di "bad date" citate, è quella dell'attore e comedian americano Aziz Ansari. Classica storia in cui esci con un uomo, ci vai a casa, e dopo i primi approcci ti rendi conto che forse non ti va più, e invece di dire basta ti aspetti che lui ti legga nel pensiero. Gli ha praticamente rovinato la carriera. Margaret Atwood scrisse un bellissimo essay in proposito allora, in cui parlava proprio dell'infatilizzazione della donna e di quanto sia assurdo aspettarsi dagli uomini che imparino a "percepire" dei segnali che sono chiari solo a noi stesse...e forse nemmeno a noi stesse.
Eh, sembra che le femministe "anziane" non le voglia ascoltare nessuno
Grazie ad Anna Vallarino per questo libro (che mi procurerò senz'altro) e, come sempre, a te e a Luiza per tutto ciò che fate.
Finalmente!!! Non ne posso più di questa identificazione della donna con la vittima. Io non mi sento vittima... Il che non vuol dire che in generale non vi siano problemi sociali yra uomo e donna, ma che mi sento sufficientemente potente, indipendente e capace da farvi fronte. E questo grazie alle donne prima di me che anziché piagnucolare hanno combattuto. Non mi riconosco nel femminismo moderno.
Il livello a cui certe battaglie sono scese è scoraggiante.
Il femminismo, la lotta al razzismo e ad altre discriminazioni, ora sono impegnati a guardare unicorni che volano in cielo, ora attaccano con una ferocia da lupi famelici bersagli sbagliati. Bersagli indicati da uno a caso come quando nella situazione di caos descritta nei Promessi sposi la folla inferocita prendeva di mira Tizio o Caio perché avevano fatto un gesto, tipo il vecchietto che aveva pulito la sedia col fazzoletto indicato come untore*.
Si formano delle situazioni in cui non sai cosa è permesso dire, e quindi si mettono paletti ovunque. Paletti che possono essere scavalcati da una parte e non dall'altra**.
*quel libro è sempre troppo attuale!
**come la situazione descritta a 7:30
le femministe sono il servo scemo delle elite. perchè si puo parlare di razze per tutti gli altri mammiferi e non per gli esseri umani? da quando uno svedese antropicamente è simile a uno cresciuto in burundi ?
La tendenza ad autodefinirsi vittime va bene oltre il femminismo. Essere vittime dà licenza di ricatto e la fragilità non è più un limite da superare ma una medaglia da esibire.
Illuminante il saggio di Daniele Giglioli Critica della vittima
Grazie, non sapevo di questo libro e lo leggerò con molta curiosità e interesse 🙏🏻
Grazie Yasmina e Annina è questa la strada giusta. Sono anni che vado ripetendo queste cose.
La sostanza è questa.
Piuttosto un altro errore del femminismo attuale è anche quello di parlare sempre dei maschi ma mai coi maschi.
Sembra una sottigliezza ma è molto grave.
Ed è grave specialmente quando non si analizzano entrambe i punti di vista.
Chissà se hai occasione di invitare l'autrice su questo canale per una chiacchierata :)
Grazie alla prossima!
La inviteremo su Coscienza Degenere!
@@cesareideemusicali
Esatto! Paradossalmente è un continuo e feroce femsplaning...
@@YasminaPani buon Ferragosto o "Ferrarrosto" :)
Sono contento e sarà certamente un episodio importante!
A questo punto ti accenno un altro mio cavallo di battaglia ancora più delicato. Sono anni che tartasso su questo punto.
Se noi insistiamo nel dire che sono tantissimi quelli che aggrediscono le donne, ed è un fatto culturale e non soggettivo, nella mente del criminale si normalizza e anzi è un ulteriore incoraggiamento nel commettere il crimine: sia perché la femmina diventa una facile e fragile preda indifesa; sia perché se lo fanno tutti si ha per forza ragione; sia perché se è un fatto culturale la colpa è della società e non dell' azione del singolo.
Dai ho scritto malissimo e in fretta ma credo si capisca dove volevo andare a parare. Potevo argomentare meglio.
In breve raccontare la femmina come "indesiderata" ha due effetti deleteri: il primo la donna stessa si sente oppressa a priori e il secondo il criminale si sente autorizzato, giustificato e incoraggiato.
Il secondo aspetto è il peggiore in assoluto e se riusciste a farlo trapelare col vostro eloquio sarebbe formidabile.
Ancora buone ferie!
Bellissimo video. Complimenti. Da uomo aggiungo che non solo le nuove generazioni femminili avranno difficoltà a relazionarsi, ma anche il maschio avrà difficoltà perché io , onestamente , se non fossi sposato e dovessi cercare una relazione , seria o avventurosa poco importa, avrei il terrore di ogni mio gesto e parola per il rischio di essere denunciato..
Stiamo molto attenti a mettere sullo stesso piano i rimorsi postcoitali con gli stupri; a lungo andare, l'unico risultato che si otterrà sarà quello di togliere credibilità alle vere vittime.
...che è quello che sta facendo di fatto il Femminismo Intersezionale "Woke".
Appena ordinato, grazie per aver recensito questo interessante libro e averci fatto conoscere una scrittrice così preparata e obiettiva
Grazie a te
Grazie per il consiglio, sarà una lettura molto utile! Volevo aggiungere che quando parli di consenso per un rapporto sessuale, concordo anch'io che l'uomo non sempre è in grado e solitamente non ha gli strumenti (a meno che non abbia un'istruzione specifica, o un intuito fuori dal normale) per capire tutta la confusione mentale che ci può essere in una donna che si pentirà di quel rapporto il giorno dopo, oltretutto non è tenuto nemmeno ad averli! In tante dicono: l'uomo va educato! Va educato a vedere ogni microespressione che porta a intuire che la donna sotto sotto dice di no? Ma invece educare la donna a esprimere in modo sano e onesto le proprie emozioni e sensazioni e capire come mettere dei confini e come comportarsi nel modo migliore per lei questo non ne parla nessuno e mi sembra molto grave. O siamo nate imparate, o siamo delle decerebrate che vanno protette come se avessimo un deficit mentale. L'educazione dovrebbe riguardare sia uomini che donne. Paura del sesso è più che altro la paura di comprendere come siamo, i nostri bisogni e come mettere i confini. Invece il focus è all'esterno, su una minaccia a prescindere che è l'uomo e la sua cultura. Se questa è la visione la donna rimarrà sempre vittima.
Esatto! Quando qualche anno fa spiegavo il consenso ai miei figli raccomandavo il maschio di avere sempre una altissima attenzione alla questione e raccomandavo a mia figlia di essere chiara ed esplicita...
Purtroppo l'ambiguità è uno strumento di potere che la donna ha affinato in secoli di cultura bisessista che oggi però è diventato molto pericoloso...
Non sono esattamente di primo pelo e da quando ero ragazzino ho capito che pur tenendo conto di un certo grado di generalizzazione, gli uomini dicono chiaramente quello che pensano mentre le donne si aspettano di essere interpretate e spesso anche i tentativi in quel senso sono destinati a fallire (Lui: "Tesoro, c'è qualcosa che non va?", Lei "Niente!" = "Per me sei morto").
Il vantaggio di parlare la stessa lingua forse è l'unico motivo per cui prenderei in considerazione l'ipotesi di una relazione omosessuale.
questa del consenso durante l'atto è l'unica cosa su cui non sono d'accordo. salvo tu non sia ubriaco marcio non mi puoi venire a dire che non hai percepito un cambiamento nell'atteggiamento della donna, suvvia. passare da una persona che partecipa ad un cadavere che respira penso sia abbastanza esplicativo.
@@alessandrosanna6962questo è verissimo, ma succede perché uomini e donne hanno realmente un linguaggio diverso...pochi e poche capiscono veramente quanto diventa facile capirsi se si tiene presente che uomini e donne hanno un cervello diverso, un modo di esprimere i propri sentimenti diverso e bisogni emotivi diversi.... purtroppo questo discorso è inviso al dannato femminismo di cui stiamo discutendo......
@@alessiofe non è sempre così, a volte è palese ok, ma spesso subentrano tutta una serie di dinamiche che non sempre sono esplicite, anzi.
Grazie per questo commento al libro di Annina Vallarino. C è bisogno di riportare le cose alla realtà che troppe stratificazioni ideologiche stanno deformando, mentre i problemi veri restano.
Credevo fosse un video sfogo dal titolo, ma ho trovato una piacevole sorpresa
Finalmente un libro serio e attendibile su questo argomento. Grazie per la segnalazione
Sulla questione Islam, io vi vorrei citare un video di Willita (pagina che notoriamente sposa cause femministe) in cui un ragazzo musulmano fa essenzialmente Dawah, predicazione, portando delle mezze verità e a volte proprio delle supercazzole sul Corano come testo di primordiale emancipazione femminile. Le affermazioni che fa si possono smentire facilmente guardando i video di l'Islam spiegato da un cane.
Però è davvero devastante l'indulgenza con cui certe frange progressiste trattano questo tema.
Per favore scrivimi un minimo di bibliografia femminista (che non sia il video da te citato) dove si sostengono queste posizioni indulgenti nei confronti del mondo mussulmano.
abbracciano l islam come pratica socio culturae come se fosse una lotta al razzismo,dimmi te se non so idio
@@antoniobassu9324 Eccomi scusa ma ci ho messo un po' a ritrovare l'articolo ma prima voglio fare un paio di premesse:
Con questo commento e i precedenti non intendo assolutamente promuovere odio e discriminazione nei confronti delle persone di fede musulmana, io critico la dottrina dell'islam (come critico quella del cristianesimo). Sono lontanissima da chiunque voglia usare le mie parole per affermare che tutti i musulmani siano persone misogine o similia.
Detto questo il video di Willita è già abbastanza grave di suo perché promuove una visione petalosa della religione islamica glissando sul fatto che Maometto (l'uomo più perfetto che abbia mai vissuto secondo la dottrina) ha: avuto rapporti con una bambina di 9 anni (Lei stessa lo racconta negli hadits -> Video di Islamspiegatodauncane), posseduto schiave sessuali (come Maria la Copta), abolito l'adozione per sposare la moglie del suo figlio adottivo Zayd e tante altre care cose assolutamente non a vantaggio delle donne. Tutte queste cose, purtroppo, sono l'impalcatura morale su cui si reggono leggi abominevoli (per esempio in Iran è consentito il sesso non penetrativo con bambine di 9 anni) di diversi paesi mediorientali eppure non c'è UNA pagina femminista che abbia la fermezza di dirlo ad alta voce per paura di risultare islamofoba. Tutti si nascondono dietro alla frase "Non è religione è cultura" come se le due cose non fossero legate a doppio filo.
Un altro esempio clamoroso è la questione del velo. Di seguito l'intervista di un'attivista musulmana che si dichiara femminista:
lespresso.it/c/attualita/2024/6/4/aya-mohamed-indossare-il-velo-e-una-scelta-femminista/51137
La frase "L'hijab è come la minigonna ed è espressione di libertà" è platealmente falsa se si considera la dottrina islamica, in cui le donne sono carenti in intelletto e fede (perché non possono pregare e digiunare durante il mestruo, durante il quale sono impure), hanno più possibilità di andare all'inferno (parole dello stesso Profeta quindi inattaccabili: ruclips.net/video/NTAyNONaRyk/видео.html) e sono responsabili della condotta degli uomini, nel caso in cui questi le molestino. In sostanza l'hijab serve a coprire i capelli così da non destare attenzioni maschili indesiderate, anche se la "donna" ha solo 9 anni (questo numero che ritorna tanto spesso... ruclips.net/video/S8Rf2MtYscM/видео.html). Questo io lo chiamo victim blaiming ma è un altro grande assente nelle pagine femministe, più occupate a ribadire come le ragazze in hijab siano in realtà emancipate. Può benissimo essere vero, in Italia un paese bene o male secolarizzato, ma davvero vogliamo soprassedere sui pesanti condizionamenti psicologici della dottrina?
www.elle.com/it/magazine/women-in-society/a36828635/islam-femminismo/
Grazie per tutto questo, Professoressa Yasmina, a te e a tutti quelli come te che lottano per far venire fuori tutte le ingiustizie, per essere la voce di chi ormai viene zittito e sminuito costantemente solo in quanto avente fallo nonostante possa dire e pensare cose assolutamente sensate, un abbraccio.
Il problema dell'appiattimento, a livello di percezione sociale, di problemi assai diversi e lontani è molto, molto grave.
Paragonare una violenza fisica a un mero improperio (financo acclaratamente sessista) è sintomo della sempre più marcata incapacità di leggere le sfumature del reale messa al servizio di una ideologia semplicistica, distruttiva e, in ultima analisi, misandrica.
Questo approccio, nonostante e contrariamente alle intenzioni di chi lo porta avanti, genera un livellamento nella percezione sociale che non può che essere verso il basso: rischia infatti di assuefare e desensibilizzare le persone anziché sensibilizzarle e spingerle verso la risoluzione dei problemi.
Risoluzione che per forza di cose, dato che non possiamo occuparci di tutto contemporaneamente, non può che essere portata avanti secondo una priorizzazione tra problemi... Ma, se tutto è "ugualmente e assolutamente grave" e tutto è "massimamente degno d'indignazione", beh allora niente lo è e, cosa ancor più drammatica, niente verrà risolto.
Forse paragonare una battuta di cattivo gusto a una violenza sessuale non dipende da incapacità di distinguere diversi gradi di gravità, bensì dalla volontà di considerare anche un peccato "veniale" come "mortale" per scoraggiarlo. Insomma una scelta tattica, solo che discutibile e rischiosa per gli effetti che sono già stati illustrati.
Yasmina apprezzo davvero tanto queste argomentazioni sono profonde e costruttive. Non ne posso più di sentire un femminismo ipocrita che non fa altro che distruggere le donne. È terribile vedere donne che si fanno coinvolgere da questa onda di vittimismo e impotenza scambiandoli per necessità di diritti arrivando a richiedere considerazioni e leggi folli.
Si incontrano donne che inneggiano all'indipendenza e nello status mentale sono enormemente dipendenti dall'uomo.
Complimenti a te e Annina.
Brava ed intelligente fa piacere ascoltate una voce critica controcorrente. Condivido tue argomentazioni sentendole spontaneamente mie. Grazie.
Letto e spolpato in un giorno. Un libro strepitoso per capacità di analisi e pieno di stimoli. Mi ha fatto voglia di comperare, tra gli altri, Lasch, Goldman, Paglia e Geng. Riassuntone: pensiero bambino + pensiero magico + iperindividualismo = il femminismo inutile (se non proprio dannoso).
Complimenti, soprattutto per la parte in cui rifletti sul vivere la sessualità con annessi e connessi. Brava
Cara Yasmina grazie tantissimo per questa recensione, abbiamo bisogno di questi pensieri forti e lucidi ♥️
Sono cresciuta nella percezione naturale di un’assoluta parità e penso che le battaglie sbagliate siano un autogol clamoroso che ci limita e sminuisce (a partire dal cosiddetto linguaggio inclusivo, che in realtà esclude: nel “ciao a tutti” siamo sempre state dentro, nessun idiota deve escludermi da quel tutti adesso).
Linguaggio a parte, il tema che hai toccato dell’importanza oggettiva dei problemi è fondamentale e, penso, esplode in una società dove i rapporti sono mediati dalla tecnologia.
Bravissima anche a segnalare il nodo della donna nell’islam, che è un nodo complesso trattato superficialmente da quasi tutti
Ti ringrazio! Ma il merito è di Annina e del suo libro 🙂
…lo leggerò presto! Grazie! 😊
Ciao Yasmina. Il video è stato molto bello. Aggiungo il libro alla lista di quelli che comprerò quando percepirò uno stipendio. Non sembra una cosa prossima, ma faccio quello che posso😅
Adoro la Vallarino!
L'idea della donna come costante vittima, pura, innocente come bambini, senza nessuna pulsione, è un'idea puritana, molto lontano, un tempo, dalla cultura europea e mediterranea. Non per nulla questo neo-femminismo ha le radici nell'intersezionalità, che è, per l'appunto, di matrice statunitense, cosi come lo fu, il mai abbastanza famigerato, movimento MeToo, di cui ricordo il contro manifesto francese che vi invito a leggere, e in cui possiamo trovare molti temi che questo libro tocca e sviluppa.
Grazie per queste argomentazioni estremamente lucide ed efficaci che danno voce ad un disagio sociale di cui non si vuole parlare.
@@matteovisani7680 togli "estremamente". Ognuno ha i suoi punti ciechi e pregiudizi.
La citazione a 8:35 è una lezione di vita per tutti, fra l'altro, applicabile più o meno a qualunque demografica in aggiunta a quella delle donne.
Quanto odio il vittimismo e ormai in Italia troppe donne si sentono sempre pronte a mettere scuse che facciano ricadere la colpa su chiunque tranne che su sé stesse.
Grande Yasmina, grazie davvero per aver parlato di questo libro che ho comprato subito ed ho subito iniziato a leggere. Avrei una richiesta se permetti: in futuro potresti parlare, su Coscienza DeGenere, anche del libro Self Made Man di Norah Vincent? Questo libro parla della esperienza di Norah che, volendo scoprire se effettivamente gli uomini sono solo privilegiati, ha cambiato identità e ha vissuto come uomo per 18 mesi. Quello che ha scoperto va a ribaltare del tutto la narrazione mainstream del femminismo. Purtroppo è stato pubblicato una volta sola in Italia, nel 2008, e non è stato mai più ristampato. Credo che sia più che mai importante parlarne, anche per creare interesse sull'argomento e spingere per una seconda edizione, magari da parte di una nuova casa editrice. Nel frattempo, lascia pure che ti ringrazi anche solo per tutto quello che fai. Un abbraccio.
Concordo dottoressa; continuo ad apprezzare la sua onestà intellettuale e sicuramente acquisterò il saggio da lei consigliato e quanto prima lo leggerò. Saluti. P. S. Averne come lei nel panorama politico italiano ed europeo, in attesa di ciò ci accontenteremo di averla solo in quello culturale, il che, naturalmente, non è poco.
Libro che ho messo nella lista di quelli da comprare. Interessanti le considerazioni sul "soffro quindi sono", atteggiamento che va oltre la stessa questione femminile in quanto riguarda l'intera società contemporanea. La necessità dell'auto-vittimizzazione per acquisire consenso sociale. Come sottolinea Daniele Giglioli, in un libro che consiglio, intitolato "Critica della Vittima", la vittima è l'eroe dei nostri tempi, essere vittima fornisce prestigio sociale, riconoscimento, considerazione, assoluzione poiché se sei vittima i tuoi peccati sono mondati. Ma il rovescio della medaglia è che la vittima per definizione patisce ma non agisce. E' un soggetto passivo degli eventi. Fa piacere trovare anche qui le stesse conclusioni.
Ottimo consiglio
C'è un appunto che vorrei fare sulla questione "sistemico", perché ogni volta che se ne parla lo si fa senza avere idea di che cazzo sia un sistema.
Senza entrare nel tecnico: dire di un certo comportamento che è sistemico (es. la violenza sulle donne) equivale a dire che quello stesso comportamento emerge naturalmente dal modo in cui abbiamo arrangiato le leggi e la società.
Se le parti che compongono il sistema sono gli uomini da un lato e dall'altro un contesto che non frena le loro pulsioni (dato che per lo storytelling femminista il maschio vive come una missione biologica tirare fuori il cazzo dai pantaloni e vessare la donna), se il feedback che si riceve a seguito di un certo comportamento è che non ci sono conseguenze (o che addirittura ci spetta un premio), è solo allora che possiamo dire che c'è un loop di rinforzo che rende certe dinamiche relazionali tossiche "sistemiche".
Peccato che sia il delirio chi vive fuori dalla realtà!
A volte mi chiedo come si faccia a credere a queste fesserie. Ma dopo aver visto la gente piangere e stracciarsi le vesti dopo la bocciatura del DDL Zan perché era stata convinta che in Italia fosse legale pestare a sangue trans e omosessuali, il potere di quello di cui può convincerti la propaganda ha cominciato a spaventarmi.
Se vuoi spaventarti ulteriormente sugli effetti della propaganda, leggi “la psicologia delle folle” di Le Bon.
È un mix tra l’inquietante e l’affascinante.
Grazie mille Yasmina anche per questa recensione. In linea più generale fa pensare che ci sia la necessità di pubblicare libri ottimi,come quello di Annina, in cui si debba, giustamente ,"argomentare e spiegare il buon senso'. Dà una idea del più generale movimento depensante che si vede sempre più in tantissimi ambiti,uno dei quali fa il femminismo. Cioè occorre "spiegare la ragionevolezza". Quanto ero illuso un trentennio fa quando ebbi notizia del fatto che il web divenne pubblico e pensai che avrebbe contribuito tantissimo a aumentare il senso critico,democratizzando la conoscenza. Quanto ero illuso! Grazie ancora e sereno ferragosto a tutte le persone.
Bello il video, bello il libro che sarà probabilmente una delle mie prossime letture, ma io ti seguo anche per imparare cose nuove. In questo caso: "Minchie morte".
Un argomento OT.
La società non è sistemica ed ha dei regolamenti incredibilmente paritari se non fosse che non vengono applicati.
Un esempio nel caso degli uomini:
per legge un minore viene collocato presso chi può occuparsene ma nella pratica se il bambino ha meno di 4 anni per un presunto "legame materno superiore a quello paterno" viene assegnato alla madre. Oggi sappiamo che in prima infanzia la presenza del padre è incredibilmente necessaria ( pelle a pelle, rilascio di ossitocina ed altre situazioni ).
Un altro sono i parcheggi rosa che sono preposti all'utilizzo da parte di GENITORI con minori sotto i 2 anni e donne in stato di gravidanza. Se vedi un uomo con un neonato che parcheggia in quello spazio ciò che accade è pregiudizio.
Una volta mi è capitato di leggere dei passaggi di un saggio sui Celti di Jean Markale ad un'amica femminista. Con interpretazioni profonde psicologiche e di antropologia del Sacro. Ben più profonde della patina superficiale e apparente del "patriarcato". E ha ammesso che, gli argomenti molto più strutturati di Markale spiegavano meglio certe concezioni del facile, sbrigativo e superficiale ricorso al patriarcato. In una cultura, come quella celtica, evidentemente più complessa della riduzione al patriarcato..viste le influenze delle culture megalitiche precedenti nel retaggio celtico
Malgrado abbia da fare, non riesco a staccare gli occhi dal video🤩
Ti ho scoperta oggi attraverso questo video, devo dire che apprezzo molto il tuo modo di ragionare e mi hai fornito ottimi spunti di riflessione. Grazie!
Come uomo trovo discriminante e sessista che una cosa stupida sia considerata una "cazzata", il 50% delle volte bisognerebbe usare il termine "fregnaccia".
grazie per aver consigliato questa lettura! Lo leggerò presto!!🥰🥰🥰
Quando alla fine parli di infantilizzazione questa non è solo nelle ragazze. La noto anche nei ragazzi. Uno degli aspetti di questo processo, secondo me, è correlato alla patologizzazione di ogni stato d'animo di sofferenza. Non si accetta più che si possa soffrire, essere delusi, frustrati, tristi, ecc., non si accetta che questo faccia parte della vita e che poi si superi e si vada avanti. Si va dallo psicologo per essere aiutati. Perché se la vita non è un giardino d'infanzia pieno di cose fantastiche allora non lo posso sopportare.
Grazie, ottima presentazione come sempre
Io trovo esagerato il puntiglio di certe ‘comunicatrici’ le quali appena iniziano il discorso devono per forza premettere il femminile al maschile (ascoltatrici e ascoltatori, amiche e amici ecc.). Poi quando fanno lo stesso anche gli uomini lo trovo ridicolo paraculismo.
Grazie.
Grazie mille
Comunque anche molti uomini si pentono di molte avventure sessuali. E no, non è solo una boutade. Pare che il problema del 'consenso' ce lo abbiano solo le donne...
Però li c'è sempre la questione che un uomo è più forte quindi le donne si sentono più intimidite e ecc
@@gaia7240 che gli uomini (in generale) siano più delle donne e che queste ultime (in generale) si possano sentire intimorite è vero. Questo non cambia il fatto che se si parla di molestia solo in base al 'pentimento' del giorno dopo, o lo si fa per tutti o lo si fa per nessuno.
@@vins1979 si certo concordo
Certo, l'ho detto nel video, ma si dà per scontato che l'uomo voglia sempre scopare
@@YasminaPani avevo scritto il commento mentre guardavo il video, prima di finirlo, perché ero impaziente! 🙂
Mai stata femminista ,per una serie di ragioni che sarebbe lungo da raccontare, condivido il tuo pensiero.
il femminismo mi è letteralmente caduto addosso ,quando mi sono trovata in un'associazione , che è nata per lottare contro la differente opportunità vocazionale nella chiesa cattolica ,che effettivamente oggi si potrebbe definire uno dei pochi contesti in cui ha ancora senso parlare di patriarcato. Battaglia che assolutamente condivido .Ma dopo due anni l'associazione ha ritenuto indispensabile definirsi femminista adducendo che il femminismo combatte contro ogni discriminazione e tirando in ballo il f. intersezionale , in nome di questa falsa ideologia si sono focalizzate solo sugli abusi in ambito religioso e non e sulle presunte discriminazioni della chiesa nei confronti degli LGTBQ.
Della vera questione per cui si era iniziata la battaglia si sono perse le tracce..
Piuttosto che definirmi forzatamente qualcosa che non sentivo di essere ho preferito andarmene .
Il problema maggiore è che questo tipo di saggio verrà visto come sbagliato, come errato, come portatore del "male assoluto" che sminuisce la sensibilità ela gravità della situazione, poiché la polarizzazione in essere è ormai parte integrante della discussione. Facendo un esempio: io che mi definisco liberale, ed essendo il liberalismo un pensiero associato alla destra, vengo associato alla destra sovranista e meloniana/salviniana quando non è assolutamente così. C'è un appiattimento della discussione dove o sei con me o sei contro di me.
Non è un appiattimento, è semplici rabbia. Non è che la gente non discute, si è estremizzata, nella rabbia. Da questo derivano le posizioni estreme che vediamo. Sono cose risapute, il problema è che la materia che le studia si chiama economia e nessuno la studia. Trump ieri con Elon Musk ha detto di ammirare Putin e Xi Jinping e che l'Europa sfrutta gli USA. A chi si rivolgono queste cazzate estreme? A quegli americani furiosi che vedono nelle soluzioni violente l'unica via. Proprio perché sono arrabbiati. Accade sempre così, crisi economica che instaura il substrato di rabbia, all'inizio marginale. Ma passa da 0.01 all'1%. E qui siamo già al punto di non ritorno. Infine la rabbia viene sfogata in conflitto, guerra. Gli intellettuali che lasciavano la Germania negli anni 20' parlavano dell'impiattimento della discussione pubblica, per fare un esempio magari più conosciuto
lo avevo già comprato, ho atteso di finire la lettura precedente e oggi l'ho iniziato. Una ventata d'aria fresca, davvero, dà una quantità di speranza quasi commovente.
Se una persona è chiaramente ubriaca, non può esprimere consenso e quindi farci sesso dovrebbe essere considerato sempre stupro. Se però entrambe le persone sono ubriache, chi ha stuprato chi? Come ai fa a capire oggettivamente chi era in grado di decidere?
Inoltre non tutti sono capaci di cogliere segnali sottili, ad esempio una persona neurodivergente potrebbe avere difficoltà in merito.
Ciò che mi preoccupa di questo libro, che comunque vorrei leggere, è come temo sia stato trattato il tema delle donne trans.
Ma senza questo caso estremo, vogliamo negare che oggi ci sono giovani che cercano apposta lo sballo da droghe e alcol per disibirsi sessualmente? In questo caso che facciamo? se il consenso sessuale della persona ubriaca è sempre compromesso di fatto stiamo criminalizzando il sesso sotto qualsiasi forma di alterazione mentale, cosa di fatto illiberale perché posso avere anche il diritto (a mio avviso malsato) di fare sesso pur avando cercato consciamente di alterare le mia percezione con sostanze psicotropiche. In fondo cos'era l'amore libero dei figlio dei fiori? E lo ripeto, non trovo che sia uno stili di vita sono o condivisibile, ma possiamo negarlo come fatto o diritto personale?
@@andrea7935c'entra che sotto certe sostanze viene di meno la capacità di intendere e di volere, non è scontato
No no, non c'è nulla di aberrante sulle donne trans, c'è solo una critica a chi nega le differenze biologiche e un invito a parlare della cosa in modo più profondo
@@Dula8207 sì, ma se sono ENTRAMBI ubriachi?
Vedo che qualche bigottone scandalizzato ha fatto cancellare il mio commento, ebbene lo ripeto. Vogliamo negare che i giovani, da sempre, usino l'alcol soprattuto nei locali per disinibirsi sessualmente e avere l'approccio con l'altro sesso? Vogliamo che ogni amplesso consumato nei bagni o nei dintorni di una discoteca sia ipso facto uno stupro? Quindi, la questione non è solo se sono tutte e due ubriachi di chi è la colpa, ma se vogliamo che sia fuorilegge il sesso fatto sotto qualsiasi sostanza psico-attive? Per me si può anche fare (nel caso sarà stupro reciproco), altrimenti si prenda atto che, come facevano anche i figli dei fiori, c'è che si sfonda di ogni per fare sesso, aldilà del fatto che sia un comportamento sano o meno, per me è un comportamente che semplicemente rientra nell'alea della liberta personale dell'individuo. Diverso è il caso di chi ti droga, per altro con doghe apposite, e poi si approfitta di te sessualmente.
Finalmente ascolto una persona intelligente. Grazie.
Attualmente sono a Londra, finalmente in vacanza, con la mia famiglia. Qua si va dalla donna musulmana con il velo integrale alla ragazza in shorts seminuda, dalla manager alla madre di famiglia, c'è una zuppa di culture e di visioni diverse che mi aspettavo, ma non a questo livello. Nonostante questa sia una delle patrie degli LGBT (qua nel quartiere dove sto ci sono un paio di strisce pedonali arcobaleno) ho come l' impressione che quella visione del mondo stia diventando una specie di roba folcloristica, di cui a pochissimi frega ancora qualcosa. Un pò come i punk o i metallari, una volta che la gente si è abituata poi il fenomeno va a scemare da solo. Forse è solo un' impressione superficiale. Comunque ci sentiamo tra un pò per il terzo Jabbarullo, quando ho finito un paio di esperimenti strani. Un saluto da Londra.
Andassero persone come te a dire queste cose in televisione!!!
Mi vengono da fare due osservazioni.
Una è questa storia della sofferenza che conferisce autorevolezza e dignità alla donna. Un caso tipico è quando si parla di aborto e chi è a favore si premura di precisare che per la donna "è sempre una scelta dolorosa". Ora, io sono un uomo, ma anche se fossi una donna che avesse abortito non potrei parlare per le altre, per cui non so se è sempre una scelta dolorosa o no. Ma soprattutto è un argomento privo di senso: se è una scelta dolorosa, non farla, se vuoi abortire significa che non abortire sarebbe più doloroso. Votare non è una scelta dolorosa, almeno non credo che un elettore o una elettrice si contorcano dal dolore e abbiamo attacchi di nausea quando fanno una croce su una scheda, eppure nessuno pensa di abolire il diritto di voto.Ma si vede che una donna che piange, si dispera, soffre ha più diritti di una che semplicemente vede la gravidanza come una seccatura e preferisce evitare.
La seconda è il concetto dell'infantilizzazione della donna. Alla fine l'equiparazione delle donne ai bambini è forse l'elemento fondante del patriarcato e il femminismo (specie quello intersezionale che va di moda ora) è una variazione sul tema. La differenza è che prima le donne erano bambini responsabili, sorridenti, ben educati, che facevano i compiti loro assegnati, adesso il femminismo le equipara a bambini viziati che pestano i piedi, che devono essere accontentati in tutto se no strillano e che non sanno neanche quello che vogliono mentre l'uomo, che ha più cervello, deve capirlo e darglielo subito.
Non hai idea di come sono contento ad avere due figli che vanno a scuola altrove, non so se sono più contento per mio figlio o per mia figlia.
Sulla questione dell'aborto ci ho pensato anche io spesso e sono arrivato alla conclusione che si dica così quasi per voler ammorbidire i conservatori su questo tema, un po' seguendo la falsa riga del "non è bello ma è necessario" della destra. Da persona pro choice a me andrebbe bene pure lo schietto cinismo di una donna che decide di non portare avanti la gravidanza perché ha fatto una caZZata con uno, non così grave come il mondo pensa, ommiodio questa ha fatto l'amore prima del tempo prestabilito. Però magari sentirsi dire da una donna dell'ultima generazione tale affermazione "ho abOrtito perché mi sono fatto uno da sbronza" leverebbe gli scudi della destra più intransigente che vorrebbe l'obbligo anche nei casi appunto di costrizione. Quindi lo si dice forse per buona creanza, per non scandalizzare troppo
@@lazatteradellamedusa5628, sì, ma a parte che si accetta il punto di vista del conservatore, per cui la peccatrice deve patire, ma semplicemente si negozia l'entità del patimento, ma poi non vuol dire niente: ci sono scelte non dolorose assolutamente lecite e scelte dolorose che non lo sono, tipo un killer che uccide il bambino figlio di un mafioso.
Se l'aborto è un diritto, lo è anche per rimediare al rapporto non protetto nato da una sbronza; se è un omicidio, è sbagliato anche se ci piangi.
@@lazatteradellamedusa5628 amano indossare la tunica del vittimismo quando c'è da pagare il conto ,cosi sperano che il LORO conto continuano a pagarglielo altri
Iscritto!
Grazie per lo spunto, argomento delicato e molto interessante se affrontato "da una del settore"... Non la solita chiacchera da bar
Grazie
Non so se è già stata fatta questa domanda. Mi chiedevo se era proprio necessario introdurre il termine "femminicidio" per descrivere l'uccisione della moglie o compagna? Non era sufficiente il termine già esistente? Grazie.
... anche perché, il corrispettivo, "maschicidio" , suona proprio male.
@@utocarraro1181 Il termine maschicidio esiste ed è il corrispettivo di femmicidio. Da non confondere con femminicidio. Entrambi sono utilizzati prettamente in ambito giuridico per valutare eventuali aggravanti nell'omicidio del partner per motivi passionali. Il maschicidio è la forma estrema di violenza di genere contro gli uomini, prodotto della violazione dei loro diritti umani in ambito famigliare, o di coppia, attraverso condotte misandriche come maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, false denunce di violenza e abusi sessuali. Secondo un’indagine condotta dall’Ordine degli psicologi dell’Emilia Romagna, uomini e bambini subiscono violenza psicologica e ad esserne autrici sono le donne.
Bellissimo video, comprerò sicuramente il libro
Ho letto il testo e l'ho trovato estremamente lucido e preciso in tutto. Grazie per averlo recensito. Ovviamente nessun saggio può essere esaustivo su tutto. A mio avviso, le uniche cose che avrebbero potuto implementare il discorso sono due: una critica più approfondita alla nozione di patriarcato, sempre fumosa e onnicomprensiva, mai definito (un equivalente si può rintracciare nella politica di 20-25 anni fa, in cui si etichettava come terrorismo qualsiasi cosa senza mai definirlo); una critica alla mancanza, da parte del femminismo attuale, di un discorso (totale e non parziale) sulla disparità "scomoda" nel mondo del lavoro. Mi riferisco al fatto che non si parla mai di settori, ad esempio quello edile o siderurgico, in cui la disparità uomo-donna è sproporzionata a livelli assurdi (si vedano i dati ISTAT o altre fonti). Un segnale di questa ultima contraddizione è nella polemica linguistica sui nomi di mestiere, in cui si alzano gli scudi su parole relative a nomi di mestieri di prestigio (ministra, avvocata) e mai su mestieri faticosi. Non ho mai sentito una polemica sul fatto che sia più giusto dire muratora o muratrice, fognaiola o addetta alle fognature, scaricatora o scaricatrice di porto.
Sì, concordo, ma la seconda cosa sarebbe stata fuori tema
Mi ha impressionato la descrizione della negazione del consenso implicita, non espressa; se iniziamo a considerarlo un fenomeno sociale ho l'impressione che alla sua genesi non sia estraneo il messaggio pubblicitario, tipo "soddisfatti o rimborsati", oppure "perche` io valgo".
Per quanto riguarda invece il problema generale, secondo me bisogna avere chiaro se l'obiettivo e` l'equita` oppure una nemesi storica; nel secondo caso la frase guida sarebbe "per secoli le donne sono state sottomesse, ora e` il loro turno di sottomettere i maschi"; se si accettasse una tale impostazione, a livello sociale intendo, immaginiamo cosa succederebbe quando venisse d'obbligo applicarla anche al razzismo, alla lotta di classe...gia` lo si sta facendo con l'antisemitismo, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Ne approfitto per informarvi che ha chiuso definitivamente il sito la fionda, per decisione giudiziaria...
Che sito è?
Decisione giudiziaria.....motivo?
Per persecuzione giudiziaria. Nessun giudice ha fatto chiudere il sito ma è stata una decisione di Davide Stasi perché non poteva più far fronte alle querele.
Diritti maschili.
Eh?
Ho letto il libro proprio dopo aver visto questo video, e a parte un paio di citazioni che mi hanno lasciato un po’ perplesso (su cui però ho avuto pronti chiarimenti da parte dell’autrice), mi è piaciuto molto.
10:20, Si ma il caso delle donne indiane è diverso: il numero di violenze che subiscono loro è altissimo in confronto al nostro.
Spessissimo vengono uccise o violent*te, e in India questa cosa è un'emergenza, tant'è che nel corso del tempo furono create delle leggi e pene restrittive per arginare il problema (che hanno semplicemente fatto peggiorare la situazione).
l'India è uno dei paesi con più alti tassi di violenza ai danni delle donne del mondo.
Per cui non mi stupisco che abbiano fatto questa scelta.
Mi spiace per gli uomini indiani che ovviamente sono contro a questo scempio, ma c'è da capire che li la donna ha molti meno diritti rispetto alle donne occidentali.
Vengono uccise in aereo?
Grande video come sempre ❤
Comunque il disagio con cui molte donne vivono la loro sessualità è una cosa molto italiana, strumentalizzata dal femminismo moderno ovviamente, ma c' è un serio problema di mentalità, non patriarcale ma direi più utilitarista ( do ut des) ipocrita, qua però apro un tema ben più ampio quindi mi fermo qui.
Ecco questo non ho capito molto bene, non vedo questo disagio, o non ho ben capito cosa si intende
@@gaia7240
Credo che intenda che molto spesso la donna vede il sesso ancora come uno strumento di potere utilitaristico più che come uno strumento di appagamento, di gioia e di costruzione sana di rapporti virtuosi...
@@davidedavidensis5581 ah come quelle che lo fanno come faccenda per farlo stare zitto
@@davidedavidensis5581 si intendevo questo, ma credo valga anche per gli uomini, diciamo che la spontaneità è mal vista nella mentalità borghese e non di questo paese, cosa che porta a tante conseguenze sociali
@@gaia7240 non ho capito cosa intendi
Brava Yasmina, sempre la numero uno 🙂
Cara Yasmina, la narrativa della donna "handicappata" fa estremamente comodo a quasi tutte le donne (ecco perché non protestano......) così che possano beneficiare dei vantaggi di tale sistema senza accollarsi la responsabilità dell'essere libere ed emancipate
Qualche giorno fa, a una festa, ho parlato separatamente con due diverse donne: una giovane e carina e l'altra più matura, ancorché piacente. In quel momento evidentemente, le accomunava il desiderio di sfogarsi, ma la cosa curiosa è che la prima si è lamentata del fatto che il suo acume e le sue competenze passassero sempre in secondo piano rispetto al suo aspetto, mentre la seconda, deplorava il fatto che dopo una certa età, una volta perso l'appeal fisico, anche l'interesse per il suo cervello e la sua credibilità venissero meno. 🤔
Guarda io mi trovo d'accordo su tutto ciò che hai detto, ho capito che non rinneghi la presenza di maschilismo nella nostra cara italia, hai semplicemente assunto il ruolo di "distruttrice" di false congetture patriarcali pseudo-femministe. Ecco, volevo sapere se però secondo te c'è una modalità corretta per fare della buona letteratura femminista al giorno d'oggi, parlando in maniera proporzionata dei problemi che comunque indubbiamente esistono sul piano socio-culturale. Non conosco bene il tuo canale quindi se già l'hai fatto ti chiedo scusa. Scrivo il commento perché penso che asfaltare le stronzate come "grattacieli fallici" sia tanto divertente quanto semplice. Individuare vere problematiche è un lavoro che hai mai fatto, oppure sono così superflue secondo te da non dovertene occupare?Grazie mille.
Ripeto non è un commento per prendere in giro
Ciao, io non sono femminista e non ho mai detto di volermi interessare di tematiche femminili: semplicemente mi sta a cuore una comunicazione seria e razionale, e odio le esagerazioni che portano a isterie di massa.
Comunque, credo che sia possibile fare una comunicazione femminista equilibrata e utile: basterebbe semplicemente parlare dei problemi e delle tematiche femminili senza attribuirne la colpa agli uomini, al patriarcato ecc.
@@YasminaPani ok ho capito grazie per la risposta
@@sim1jack Dimmi dv è il maschilismo in italia e cosa fa.
Hai perfettamente ragione, purtroppo non tutti sono maturi per capire che esiste una realtà e una percezione della realtà.
Concordo pienamente. Soprattutto per quanto riguarda il terzo aspetto, che ho sempre visto come un'evidentissima contraddizione. Tengo a precisare: per quanto mi riguarda, non ho nessun problema con l'Islam, anzi, ho molto rispetto per la cultura islamica, di cui sono un estimatore sotto molti aspetti. Ciò non di meno, sono il primo a riconoscere le criticità del mondo islamico. Criticità che, come nel nostro mondo occidentale, si sta ponendo lentamente rimedio, ma che purtroppo, almeno in alcune sub-culture localizzate, persistono. La sensazione è che vi sia un "diktat" ideologico dietro questo comportamento, volto soprattutto a "tenersi buona" una parte di elettorato sempre più importante, dal momento che la presenza di islamici, anche nel nostro Paese, è in continua crescita. Un problema di pura e semplice ipocrisia socio-culturale volta a giustificare qualsiasi atto criminale commesso da islamici nei confronti di donne, anche nel nostro Paese, anche e soprattutto là dove lo stesso atto, commesso da non islamici, verrebbe condannato senza alcuna pietà e sbandierato ai quattro venti diffamandone volutamente il colpevole senza neppure un processo penale volto a chiarirne le effettive dinamiche né dichiararne l'oggettiva colpevolezza. Questo tipo di comportamento lo abbiamo visto molte volte, e in certi casi, ci si è spinti ben oltre il patetico, nella palese manifestazione di una espressione di razzismo ideologico volto a giustificare atti criminali oggettivi in nome di un perbenismo "politicamente corretto" che non si sarebbe MAI mostrato se il colpevole fosse stato un italiano qualsiasi. Faccio l'esempio dello stupro verificatosi qualche anno fa su una spiaggia in Romagna, quando l'avvocato difensore degli stupratori si spinse ad affermare che "non si può pretendere che degli africani sappiano che è contro la legge violentare una donna in spiaggia!" ... Un'affermazione che se fosse stata detta a favore di uno o più stupratori italiani avrebbe fatto (LEGITTIMAMENTE!) urlare allo scandalo decine di migliaia di femministe, con tanto di cortei di piazza, ma che nella fattispecie, trattandosi di un crimine commesso da immigrati africani, non solo non suscitò alcuno scandalo tra le femministe, ma addirittura portò le stesse ad attaccare la vittima dello stupro: una turista polacca "colpevole" di essersi prestata, a loro dire, a farsi violentare. Lo abbiamo rivisto anche nel caso ancor più eclatante della ragazza stuprata, torturata, uccisa e fatta a pezzi da una banda di spacciatori (anch'essi africani), in cui le "femministe" che avrebbero dovuto difendere la vittima, si sono schierate a favore dei criminali accusando nuovamente la vittima di "essersela cercata"! ... Ma cosa più grave, l'abbiamo vista quando, in ben 2 casi differenti ma simili tra loro, due ragazze musulmane sono state uccise dai loro stessi parenti per la "colpa gravissima" di frequentare ragazzi italiani, in cui le femministe si sono palesemente schierate dalla parte degli assassini perché "bisogna comprendere la loro cultura!"... La cosa aberrante in tutto questo è la facilità con cui queste "paladine delle donne" passino dalla parte di stupratori ed assassini di altre donne quando i criminali sono africani o islamici. E tutto questo per cosa? Perché al loro Partito di riferimento (non faccio nomi ma sappiamo benissimo quale partito difenda da sempre a spada tratta qualsiasi criminale originario da fuori i confini italiani, indistintamente dal crimine commesso sia dalla effettiva e comprovata colpevolezza dimostrata in tribunale) NON FA COMODO per motivi di propaganda schierarsi dalla parte delle vittime? ... E lo stesso identico discorso delle donne vale anche per le persone omosessuali, o con orientamento sessuale differente da quello etero: se un italiano usa la parola "frocio" (parola che personalmente aborro!) verso un gay, apriti cielo, pretendono il carcere a vita per il gravissimo reato di omofobia ... Ma se un gay viene picchiato selvaggiamente da un gruppo di africani o islamici, NON SIA MAI che questi possano essere considerati come "criminali"... Solo per il fatto di essere islamici o africani, è sufficiente per dimenticarsi completamente di qualsiasi valore civico e umano, e di colpo essere gay diventa perfino un crimine solo perché, nella mente bacata di questi politicanti di bassa lega, a tutti i possibili elettori africani o islamici farà sicuramente piacere ch'essi si siano schierati dalla loro parte, a difendere quello che secondo loro sarebbe l'Islam (evidenziando il fatto che non sappiano minimamente cosa sia veramente, l'Islam) o a tutelare i diritti dei "poveri africani", che visto che sono stati a lungo oggetto di gravi crimini 200 anni fa, allora oggi dovrebbero essere legittimati a commettere qualsiasi crimine. E' chiaro che non si rendano conto, questi "compagnucci della parrocchietta" (cito volutamente il primo lungometraggio del grande Alberto Sordi) di recare, con questo tipo di comportamento, molto più danno che beneficio alle comunità islamica ed africana, né men che meno di offenderne gravemente la dignità e comprometterne il rispetto da parte del resto della comunità italiana, rendendo ancor più difficile per loro l'integrazione nel tessuto sociale.