Io ho pubblicato due romanzi sotto pseudonimo per una ragione molto più ingenua. Erano esperimenti (generi molto inquadrati e con poca flessibilità affrontati in maniera diversa), non ero a mio agio col risultato ma non volevo né continuare a lavorarci né buttarli via e mi faceva piacere avere delle recensioni e dei commenti a riguardo. E' una scelta egoista inquinare il mondo con dei romanzi che non considero il meglio che potrei scrivere? Sì, probabilmente sì, però non lo rimpiango.
Se riuscirò mai a scrivere e pubblicare, potrei volerlo fare sotto pseudonimo per non avere i miei amici sugli zebedei che mi dicono cose tipo: "bbbeeeeeee che bel libro", "lo leggerò e poi ti dico", "ma non me lo regali?".......
Se ho ben capito, la principale controindicazione dell'adottare uno pseudonimo non consiste tanto nella sostituzione della propria identità (italiana), quanto piuttosto nella costanza e continuità con cui lo si deve adottare (e, quindi, scegliere) fin dall'inizio del proprio percorso/rotta?
Buongorno professore, Le volevo fare una domanda molto specifica riguardo l'argomento trattato nel video. Io e un mio amico siamo scrivendo a 4 mani il nostro primo romanzo e inizialmente avevamo pensato di presentarci alle CE attraverso uno pseudonimo non italiano, dato che si tratta di un romanzo fantasy steampunk e volendo sfruttare l'esterofilia che regna nel genere e che lei stesso cita. Secondo lei è una buona idea? Oppure sarebbe meglio optare per uno pseudonimo italiano se avessimo intenzione di pubblicare un eventuale seguito? E' la prima volta che commento un suo video e colgo l'occasione di ringraziarla per i suoi preziosi consigli. PS: non vediamo l'ora di riceve il suo Manuale di Stile.
Ciao Nicola! Lo steampunk mi risulta che abbia pochi lettori in assoluto, perciò non so quanto lo pseudonimo possa aiutare. Ma dovresti fare un'idagine di mercato per verificarlo.
![Verbi percettivi e dialoghi. Come, quanto e quando usarli? [Rotte Narrative]](http://i.ytimg.com/vi/xH_ObJ3sHjE/mqdefault.jpg)
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Io ho pubblicato due romanzi sotto pseudonimo per una ragione molto più ingenua.
Erano esperimenti (generi molto inquadrati e con poca flessibilità affrontati in maniera diversa), non ero a mio agio col risultato ma non volevo né continuare a lavorarci né buttarli via e mi faceva piacere avere delle recensioni e dei commenti a riguardo.
E' una scelta egoista inquinare il mondo con dei romanzi che non considero il meglio che potrei scrivere? Sì, probabilmente sì, però non lo rimpiango.
Se ti ha insegnato qualcosa, e tornando indietro lo rifaresti, allora hai fatto bene
Se riuscirò mai a scrivere e pubblicare, potrei volerlo fare sotto pseudonimo per non avere i miei amici sugli zebedei che mi dicono cose tipo: "bbbeeeeeee che bel libro", "lo leggerò e poi ti dico", "ma non me lo regali?".......
Se ho ben capito, la principale controindicazione dell'adottare uno pseudonimo non consiste tanto nella sostituzione della propria identità (italiana), quanto piuttosto nella costanza e continuità con cui lo si deve adottare (e, quindi, scegliere) fin dall'inizio del proprio percorso/rotta?
Non è l'unica controindicazione, ma è senz'altro una delle principali, sì.
Buongorno professore,
Le volevo fare una domanda molto specifica riguardo l'argomento trattato nel video.
Io e un mio amico siamo scrivendo a 4 mani il nostro primo romanzo e inizialmente avevamo pensato di presentarci alle CE attraverso uno pseudonimo non italiano, dato che si tratta di un romanzo fantasy steampunk e volendo sfruttare l'esterofilia che regna nel genere e che lei stesso cita.
Secondo lei è una buona idea? Oppure sarebbe meglio optare per uno pseudonimo italiano se avessimo intenzione di pubblicare un eventuale seguito?
E' la prima volta che commento un suo video e colgo l'occasione di ringraziarla per i suoi preziosi consigli.
PS: non vediamo l'ora di riceve il suo Manuale di Stile.
Ciao Nicola! Lo steampunk mi risulta che abbia pochi lettori in assoluto, perciò non so quanto lo pseudonimo possa aiutare. Ma dovresti fare un'idagine di mercato per verificarlo.
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