Bellissimo video! Personalmente non riesco a "scegliere" una singola linea di pensiero. Per me le due filosofie sono infatti complementari perchè non credo possa esserci una vera distensione senza aver prima provato una certa tensione. Da un lato infatti riconosco il ruolo fondamentale che ha lo stoicismo nello "svelare" i problemi e nel far capire quali sono le ombre e i dispiaceri con cui fare i conti, dall'altro riconosco l'importanza di una visione epicureista dove a fine giornata il self-improvement e la disciplina lasciano spazio all'apprezzamento dell'essenza della vita.
L'importante è non fissarsi troppo su una o l'altra teoria, non c'è l'algoritmo della felicità 😊 Esiste anche la nostra creatività che sceglie di volta in volta prendendo spunto anche dalle idee altrui
@@alessandrovaccari782 Su ciò che esiste, sull'io(cosa lo contiene e cosa contiene) e sulla sua libertà preferisco sospendere il giudizio, spirito e mistica sono invece argomenti poetici e come tali vanno trattati, fuori da ogni ragione, a meno che non si applichi un ismo...un saluto, amico stirneriano!
@@sal9371tocca l’argomento poetico, il cuore!, all’uomo comune delle masse. Subito ti si scaglierà contro con tutta la sua ribollente inverecondia perché gli hai profanato un oggetto sacro, gli hai rotto il giocattolo. E perché appunto identifica sé stesso con il contenuto dei suoi sublimi pensieri. Tao o non Tao, physis, altro che atarassici od epicurei, ognuno fa quer cazzo che je pare, ed ecco perché non possiamo tutti altro che dichiararci stirneriani. Ciao 👋
Interessantissimo questo scontro e questa rubrica da portare assolutamente avanti ;) a mio vedere, per le cose che ho sentito, è come se queste due correnti fornissero due importanti, seppur antitetici strumenti: una, lo stoicismo, la capacità di stare nel dolore che è impossibile a volte da ignorare, capacità che dovrebbe portare poi a una maggiore consapevolezza che ci aiuta a risolvere quei problemi, dall' altro lato l'atarassia ci allena anche a capire quando questo atteggiamento di tensione va naturalmente (e volontariamente aggiungerei io) lasciata andare per trovare riposo. Un riposo naturale e salutare per l' animo che ha bisogno anche di volgere la sua attenzione al positivo, alla capacità di virare la propria attenzione alle cose che contano per sé stessi e che ci danno quella gioia intima.
Aggiungerei solo che forse la misura in cui adottare una o l altra di queste due correnti dipende anche molto da persona a persona, dal nostro carattere e dal nostro vissuto oerosnale
Salve Rick, bellissimo video e bellissimo format. Spero che porterai altri scontri filosofici, è molto interessante confrontare due filosofie contrapposte; sarebbe bello se provassi a cavarne fuori una sintesi Hegeliana, anche se riconosco che in questo caso in particolare era complicato. Non sono molto d'accordo con te sul problema dell' "overthinking". Forse è più circoscritto al solo Marco Aurelio, però per esempio Seneca nelle lettere a Lucilio (II, 13) parla di come un male anche premeditato e certo ci può fare male solo quando giunge; di non essere dunque infelici prima del tempo rimuginando su qualcosa che non controlliamo. Personalmente una lettura come quella sopra mi ha aiutato anzi a combattere un problema personale di "overthinking", invece di stimolarlo o convalidarlo come dici tu. Non saprei però, non ho ancora letto così tanto di stoicismo da esserne sicuro. Che ne pensi?
Comprendo bene ciò che intende Rick, ma non sono d'accordo nemmeno io. Ho letto molti libri sullo stoicismo, oltre che degli antichi stoici e da anni pratico lo Stoicismo. Ad essere sincero, grazie ad esso, ho notevolmente ridotto la mia tendenza all'overthinking. Questa filosofia ti permette realmente di accettare serenamente la realtà esterna, il carattere degli altri esseri umani, il fatto che esistano buoni e cattivi ecc. Inoltre non va dimenticato che lo stoicismo è una filosofia spirituale e proprio Marco Aurelio incorpora maggiormente questa spiritualità: la felicità risiede nelle 4 virtù (saggezza, coraggio, temperanza e giustizia); tutto il resto è indifferente (preferibile o non preferibile) rispetto alla virtù. Le difficoltà sono viste come qualcosa da.cui poter apprendere soprattutto le virtù, e una volta messe in pratica le virtù, bisogna lasciare che le cose seguano il loro corso.
Ma infatti per me questa sfida parte da un'idea sbagliata che Dufer ha delle due dottrine. Perché entrambe puntano all'accettazione del destino, attraverso l'apatia stoica ed il tetrafarmaco epicureo. Per esempio, gli stoici vedono la propria morte come qualcosa di indifferente, o addirittura un mezzo per non andare contro la propria moralità, mentre "se proprio dobbiamo pregare gli dei, non bisogna farlo perché nostro figlio non muoia, ma perché se ciò accadesse, noi dobbiamo avere la forza di sopportare ed accettare tale evento", parafrasando Marco Aurelio. Allo stesso modo, il tetrafarmaco dice che quando ci siamo noi la morte non esiste e viceversa. Tuttavia non parla di come affrontare la morte dei propri cari, quindi non esclude il punto di vista stoico
Secondo me, nella vita non si può essere sempre coerenti ad una sola corrente di pensiero, ci saranno momenti in cui la scelta più giusta sarà forzare ragionamenti ed altri che richiederanno il distacco da un problema, io li ho provati entrambi e penso che come quasi in tutto, alla fine, è la moderazione che rende la stabilità.
Al minuto 14 hai toccato un tasto molto delicato per me. 10 anni fa quando avevo 22 anni ho perso mio padre di cancro. Con il passare degli anni e come se convivessi ogni Fottuto giorno con la morte, nel senso. Ho sempre quella sensazione che qualcuno di caro in parte a te possa andarsene da un momento all altro. Perché è così, da quando ho vissuto quel trauma ho consapevolizzato che niente e nessuno cresce senza sofferenza e tutte quelle persone che abbiamo intorno un giorno lasceranno questo mondo. Mi fa paura questa cosa, non so se dovrei curarla o è solo semplicemente l evoluzione della vita che ti fa capire che circostanze del genere non capitano solo agli altri ma anche a te
Io ho una domanda, ma perché dovrei scegliere che linea di pensiero utilizzare? Penso che la soluzione migliore sia riuscire a differenziare le situazioni e agire di conseguenza, quindi se in una determinata situazione riterrò più valido essere stoico agirò di conseguenza e viceversa
@@charlie_bersiker hai ragione infatti secondo me il nostro compito è quello di reagire alle situazioni che si prostrano davanti a noi, e essendo ogni situazioni unica, anche il nostro comportamento deve adeguarsi, quindi non vedo l'utilità di schierarsi in una linea di pensiero, ma non voglio intenderla come una critica al video perché ho capito che il punto non era veramente schierarsi ma dare maggiore consapevolezza
@@l32509 ovviamente non sono bravo quanto vorrei se no non sarei qua, però essendo che non siamo mai veramente consci di quello che facciamo, provo a calibrare la quantità di ragione e follia da usare in determinate situazioni, per esempio in una situazione di pericolo lascerò che il mio corpo si muova di istinto, quindi tramite la follia che è la nostra parte inconscia, invece in un situazione di tensione utilizzerò la mia parte razionale per non fare passi falsi. Questi erano due esempi estremi però il concetto è quello
Probabilmente, come in quasi tutte le cose, la risposta risiede a metà strada. È giusto riflettere e meditare su ciò che, volenti o nolenti, ci capiterà; ma l'uomo non è solo raziocinio puro, altrimenti non proverebbe emozioni e sarebbe un semplice automa. Pertanto, alle volte, può essere rigenerante pensare alle cose della vita che possono rendere felici, senza tuttavia mai dimenticarsi che i dolori accadono e può essere altrettanto curativo pensarvi, così da resistere al continuo turbinio caldo-freddo dell'esistenza.
Ma alla fine epicureismo e stoicismo sono due facce della stessa medaglia. Il primo ti aiuta ad affrontare con maturità i piaceri, il secondo ad affrontare con maturità il dolore. Il primo ti ricorda cosa ti rende sereno, il secondo cosa ti insegna la sofferenza. Il primo ti attira verso il benessere, il secondo ti spinge verso. Quando stai bene è bene tenere presente gli epicurei, quando si sta male è bene tenere presente gli stoici. Per di più tenendo presente entrambi contemperano i loro difetti. Quindi io personalmente sono entrambi. I’m both.
Io credo che prima di questi due sapientoni ci sia stato il miglior filosofo di tutti i tempi che è Aristotele, il quale proprio su questi argomenti e concezioni si è espresso in modo misurato , dicendo che bisogna vivere la vita con "equilibrio" quindi per me sono entrambe valide , il bello sta nel mezzo come diceva anche Aristotele. Vivere secondo misura , per raggiungere la virtù che è la felicità attraverso una vita ne troppo superficiale ne troppo profonda. 👍💙
@@leonardopicconi781 semplificando: credo che il valore principale dello stoicismo debba essere assorbito come elemento di partenza (per i motivi descritti da Rick) ma senza lasciarsi trascinare totalmente perché c’è bisogno di leggerezza talvolta; se diventa l’unica cosa della tua vita secondo me diventi un frustrato, quindi benvenuto epicureismo.
Anche io sono per un buon 60/40 a favore dello stoicismo, perché come dicevi tu l'epicureismo presenta delle mancanze strutturali evidenti : non si può vivere di solo l'epicureismo ma si può quantomeno sopravvivere di solo stoicismo (anche se la sanità mentale dopo un po' viene meno): i problemi della vita vanno affrontati a viso aperto finché si riesce a fronteggiarli e bisogna allenarsi a farlo tutti i giorni con le piccole difficoltà quotidiane, però per vivere al meglio bisogna trovare un certo equilibrio e lucidità nel capire quando è il momento di fermare il proprio continuo ed estenuante rimuginio interiore, perché certe situazioni non le possiamo oggettivamente gestire in quanto indipendenti dalle nostre facoltà, a quel punto scatta l'epicureismo. In sintesi vanno adottati entrambi ma nel giusto contesto e nella giusta misura, però nel dubbio Marco Aurelio...
Penso che, dopo una presa di consapevolezza della morte attraverso lo stoicismo di Marco Aurelio, sia buona cosa alleggerire il lavoro seguendo il suggerimento di Epicuro, cercando di vivere al massimo il presente nonostante il dolore.
No Giorgio: "Filosofare significa imparare a morire" detto peraltro in molte altre versioni. È una formula senecana, la trovi in molte sue opere. E Seneca è venuto prima di Montaigne. Un abbraccio
Grazie per la risposta, ti credo. Ne approfitto per riscriverti ciò che avevo scritto un po’ di tempo fa : sarebbe bello se approfondissi Pirandello, secondo me molti de suoi temi seguono il tuo pensiero. Al prossimo video
..non serve scegliere , essere stoico o epicurio crea solo dogmatismo..., la filosofia non è bipolarismo religioso .. la filosofia , madre della scienza , ha lo scopo il rinnovo del pensiero , flessibilità del pensiero .. secondo me 😉
Ma solo io quando ho letto il titolo ho pensato alla bellissima scena di De Crescenzo in “Così parlò Bellavista”? 😍
Bellissimo video! Personalmente non riesco a "scegliere" una singola linea di pensiero. Per me le due filosofie sono infatti complementari perchè non credo possa esserci una vera distensione senza aver prima provato una certa tensione. Da un lato infatti riconosco il ruolo fondamentale che ha lo stoicismo nello "svelare" i problemi e nel far capire quali sono le ombre e i dispiaceri con cui fare i conti, dall'altro riconosco l'importanza di una visione epicureista dove a fine giornata il self-improvement e la disciplina lasciano spazio all'apprezzamento dell'essenza della vita.
L'importante è non fissarsi troppo su una o l'altra teoria, non c'è l'algoritmo della felicità 😊 Esiste anche la nostra creatività che sceglie di volta in volta prendendo spunto anche dalle idee altrui
Personalmente, avendo "La Bibbia del Drugo" come testo sacro, propendo senza dubbio verso gli epicurei. Anche perché danno un tono all'ambiente.
Se la prossima volta vuoi realizzare un video sulla filosofia greca, devi farne uno sui sofisti.
la via è l'equilibrio tra questi due estremi, sostanzialmente il Tao, equilibrio tra forza attiva/yang (stoica) e passiva/yin (epicurea)
Tutte forze esterne, spiritualismo, misticismo. Esiste solo la volontà dell’io arbitrario.
@@alessandrovaccari782 Su ciò che esiste, sull'io(cosa lo contiene e cosa contiene) e sulla sua libertà preferisco sospendere il giudizio, spirito e mistica sono invece argomenti poetici e come tali vanno trattati, fuori da ogni ragione, a meno che non si applichi un ismo...un saluto, amico stirneriano!
@@sal9371tocca l’argomento poetico, il cuore!, all’uomo comune delle masse. Subito ti si scaglierà contro con tutta la sua ribollente inverecondia perché gli hai profanato un oggetto sacro, gli hai rotto il giocattolo. E perché appunto identifica sé stesso con il contenuto dei suoi sublimi pensieri. Tao o non Tao, physis, altro che atarassici od epicurei, ognuno fa quer cazzo che je pare, ed ecco perché non possiamo tutti altro che dichiararci stirneriani. Ciao 👋
@@alessandrovaccari782 le masse non hanno nulla a che fare con mastro Eckhart e San Giovanni della Croce caro amico beniano, so che l'hai capita 😉
@@sal9371 capisco. Neanche io ho nulla a che fare con le masse, i campioni della teologia negativa o Rick DuFer. Sono l’unico.
Interessantissimo questo scontro e questa rubrica da portare assolutamente avanti ;) a mio vedere, per le cose che ho sentito, è come se queste due correnti fornissero due importanti, seppur antitetici strumenti: una, lo stoicismo, la capacità di stare nel dolore che è impossibile a volte da ignorare, capacità che dovrebbe portare poi a una maggiore consapevolezza che ci aiuta a risolvere quei problemi, dall' altro lato l'atarassia ci allena anche a capire quando questo atteggiamento di tensione va naturalmente (e volontariamente aggiungerei io) lasciata andare per trovare riposo. Un riposo naturale e salutare per l' animo che ha bisogno anche di volgere la sua attenzione al positivo, alla capacità di virare la propria attenzione alle cose che contano per sé stessi e che ci danno quella gioia intima.
Aggiungerei solo che forse la misura in cui adottare una o l altra di queste due correnti dipende anche molto da persona a persona, dal nostro carattere e dal nostro vissuto oerosnale
Salve Rick,
bellissimo video e bellissimo format. Spero che porterai altri scontri filosofici, è molto interessante confrontare due filosofie contrapposte; sarebbe bello se provassi a cavarne fuori una sintesi Hegeliana, anche se riconosco che in questo caso in particolare era complicato.
Non sono molto d'accordo con te sul problema dell' "overthinking". Forse è più circoscritto al solo Marco Aurelio, però per esempio Seneca nelle lettere a Lucilio (II, 13) parla di come un male anche premeditato e certo ci può fare male solo quando giunge; di non essere dunque infelici prima del tempo rimuginando su qualcosa che non controlliamo. Personalmente una lettura come quella sopra mi ha aiutato anzi a combattere un problema personale di "overthinking", invece di stimolarlo o convalidarlo come dici tu. Non saprei però, non ho ancora letto così tanto di stoicismo da esserne sicuro. Che ne pensi?
Comprendo bene ciò che intende Rick, ma non sono d'accordo nemmeno io. Ho letto molti libri sullo stoicismo, oltre che degli antichi stoici e da anni pratico lo Stoicismo. Ad essere sincero, grazie ad esso, ho notevolmente ridotto la mia tendenza all'overthinking. Questa filosofia ti permette realmente di accettare serenamente la realtà esterna, il carattere degli altri esseri umani, il fatto che esistano buoni e cattivi ecc. Inoltre non va dimenticato che lo stoicismo è una filosofia spirituale e proprio Marco Aurelio incorpora maggiormente questa spiritualità: la felicità risiede nelle 4 virtù (saggezza, coraggio, temperanza e giustizia); tutto il resto è indifferente (preferibile o non preferibile) rispetto alla virtù. Le difficoltà sono viste come qualcosa da.cui poter apprendere soprattutto le virtù, e una volta messe in pratica le virtù, bisogna lasciare che le cose seguano il loro corso.
Ma infatti per me questa sfida parte da un'idea sbagliata che Dufer ha delle due dottrine. Perché entrambe puntano all'accettazione del destino, attraverso l'apatia stoica ed il tetrafarmaco epicureo. Per esempio, gli stoici vedono la propria morte come qualcosa di indifferente, o addirittura un mezzo per non andare contro la propria moralità, mentre "se proprio dobbiamo pregare gli dei, non bisogna farlo perché nostro figlio non muoia, ma perché se ciò accadesse, noi dobbiamo avere la forza di sopportare ed accettare tale evento", parafrasando Marco Aurelio. Allo stesso modo, il tetrafarmaco dice che quando ci siamo noi la morte non esiste e viceversa. Tuttavia non parla di come affrontare la morte dei propri cari, quindi non esclude il punto di vista stoico
Secondo me, nella vita non si può essere sempre coerenti ad una sola corrente di pensiero, ci saranno momenti in cui la scelta più giusta sarà forzare ragionamenti ed altri che richiederanno il distacco da un problema, io li ho provati entrambi e penso che come quasi in tutto, alla fine, è la moderazione che rende la stabilità.
Ciao Rick, sarebbe molto interessante uno scontro filosofico tra stoicismo e esistenzialismo
Al minuto 14 hai toccato un tasto molto delicato per me.
10 anni fa quando avevo 22 anni ho perso mio padre di cancro.
Con il passare degli anni e come se convivessi ogni Fottuto giorno con la morte, nel senso.
Ho sempre quella sensazione che qualcuno di caro in parte a te possa andarsene da un momento all altro.
Perché è così, da quando ho vissuto quel trauma ho consapevolizzato che niente e nessuno cresce senza sofferenza e tutte quelle persone che abbiamo intorno un giorno lasceranno questo mondo.
Mi fa paura questa cosa, non so se dovrei curarla o è solo semplicemente l evoluzione della vita che ti fa capire che circostanze del genere non capitano solo agli altri ma anche a te
Fantastico Rick!
Bellissimo 🤩🤩 grande rick
Io ho una domanda, ma perché dovrei scegliere che linea di pensiero utilizzare? Penso che la soluzione migliore sia riuscire a differenziare le situazioni e agire di conseguenza, quindi se in una determinata situazione riterrò più valido essere stoico agirò di conseguenza e viceversa
@@charlie_bersiker hai ragione infatti secondo me il nostro compito è quello di reagire alle situazioni che si prostrano davanti a noi, e essendo ogni situazioni unica, anche il nostro comportamento deve adeguarsi, quindi non vedo l'utilità di schierarsi in una linea di pensiero, ma non voglio intenderla come una critica al video perché ho capito che il punto non era veramente schierarsi ma dare maggiore consapevolezza
Quindi che basi hai per costruire la tua vita? Qual è il tuo metro con cui misuri gli eventi?
@@l32509 ovviamente non sono bravo quanto vorrei se no non sarei qua, però essendo che non siamo mai veramente consci di quello che facciamo, provo a calibrare la quantità di ragione e follia da usare in determinate situazioni, per esempio in una situazione di pericolo lascerò che il mio corpo si muova di istinto, quindi tramite la follia che è la nostra parte inconscia, invece in un situazione di tensione utilizzerò la mia parte razionale per non fare passi falsi. Questi erano due esempi estremi però il concetto è quello
Probabilmente, come in quasi tutte le cose, la risposta risiede a metà strada. È giusto riflettere e meditare su ciò che, volenti o nolenti, ci capiterà; ma l'uomo non è solo raziocinio puro, altrimenti non proverebbe emozioni e sarebbe un semplice automa. Pertanto, alle volte, può essere rigenerante pensare alle cose della vita che possono rendere felici, senza tuttavia mai dimenticarsi che i dolori accadono e può essere altrettanto curativo pensarvi, così da resistere al continuo turbinio caldo-freddo dell'esistenza.
Ma alla fine epicureismo e stoicismo sono due facce della stessa medaglia. Il primo ti aiuta ad affrontare con maturità i piaceri, il secondo ad affrontare con maturità il dolore. Il primo ti ricorda cosa ti rende sereno, il secondo cosa ti insegna la sofferenza. Il primo ti attira verso il benessere, il secondo ti spinge verso. Quando stai bene è bene tenere presente gli epicurei, quando si sta male è bene tenere presente gli stoici. Per di più tenendo presente entrambi contemperano i loro difetti. Quindi io personalmente sono entrambi. I’m both.
Fighissimo fanne altri si please
Bellissimo video , spero farai anche uno sconto Parmenide Eraclito..
grazie
Io credo che prima di questi due sapientoni ci sia stato il miglior filosofo di tutti i tempi che è Aristotele, il quale proprio su questi argomenti e concezioni si è espresso in modo misurato , dicendo che bisogna vivere la vita con "equilibrio" quindi per me sono entrambe valide , il bello sta nel mezzo come diceva anche Aristotele. Vivere secondo misura , per raggiungere la virtù che è la felicità attraverso una vita ne troppo superficiale ne troppo profonda. 👍💙
D'accordissimo, la virtù sta nella moderazione
Con questo video non hai idea dello scontro familiare sulle correnti filosofiche che hai riaperto tra me (stoicismo) e mio padre (epicureismo) 😂
Miii quanto è diversa la tua famiglia dalla mia. I miei scontri con mio padre sono sui vaccini e sulle bufale alimentari che legge su Facebook😂😂😂
@@mynameisfrancesco9923 ah non credere, purtroppo ai ritrovi in famiglia è toccato anche a me di doverne discutere con altri parenti
Non so, sarò super democristiano, ma per me la soluzione in questo caso sta in equilibrio tra entrambe le correnti.
@@riccardogiusti1998eh, ma come lo articoli? Cioè, finisce per essere uno dei due con un condimento, quasi a mo' di olio sulle patate, sull'altro
@@leonardopicconi781 semplificando: credo che il valore principale dello stoicismo debba essere assorbito come elemento di partenza (per i motivi descritti da Rick) ma senza lasciarsi trascinare totalmente perché c’è bisogno di leggerezza talvolta; se diventa l’unica cosa della tua vita secondo me diventi un frustrato, quindi benvenuto epicureismo.
Mi fa piacere risentire una sigla electro swing.
Anche io sono per un buon 60/40 a favore dello stoicismo, perché come dicevi tu l'epicureismo presenta delle mancanze strutturali evidenti : non si può vivere di solo l'epicureismo ma si può quantomeno sopravvivere di solo stoicismo (anche se la sanità mentale dopo un po' viene meno): i problemi della vita vanno affrontati a viso aperto finché si riesce a fronteggiarli e bisogna allenarsi a farlo tutti i giorni con le piccole difficoltà quotidiane, però per vivere al meglio bisogna trovare un certo equilibrio e lucidità nel capire quando è il momento di fermare il proprio continuo ed estenuante rimuginio interiore, perché certe situazioni non le possiamo oggettivamente gestire in quanto indipendenti dalle nostre facoltà, a quel punto scatta l'epicureismo. In sintesi vanno adottati entrambi ma nel giusto contesto e nella giusta misura, però nel dubbio Marco Aurelio...
John Hammond di Jurassic Park è il miglior Epicureo che mi venga in mente 😂
Quando a Palermo?
Penso che, dopo una presa di consapevolezza della morte attraverso lo stoicismo di Marco Aurelio, sia buona cosa alleggerire il lavoro seguendo il suggerimento di Epicuro, cercando di vivere al massimo il presente nonostante il dolore.
Mi sento molto stoica devo dire ❤
Ottimo video. Una sola cosa ,
“Filosofare significa apprendere a morire” lo disse Montaigne e non Seneca.
Cordialmente
No Giorgio: "Filosofare significa imparare a morire" detto peraltro in molte altre versioni. È una formula senecana, la trovi in molte sue opere. E Seneca è venuto prima di Montaigne. Un abbraccio
Grazie per la risposta, ti credo.
Ne approfitto per riscriverti ciò che avevo scritto un po’ di tempo fa : sarebbe bello se approfondissi Pirandello, secondo me molti de suoi temi seguono il tuo pensiero.
Al prossimo video
Il conflitto stoico/epicureo attraversa, in varie forme, tutta la storia del pensiero umano, non credi?
In parole povere bisogna trovare una via di mezzo tra felicità e saggezza
❤😂 🥊🥊❤
Mi raccomando fai un altro video dove difendi Israele per aver attaccato l'unifil
Penso che dipenda dai caratteri no?
Io sono nata stoica, non c è niente da fare!😂❤
..non serve scegliere , essere stoico o epicurio crea solo dogmatismo..., la filosofia non è bipolarismo religioso .. la filosofia , madre della scienza , ha lo scopo il rinnovo del pensiero , flessibilità del pensiero .. secondo me 😉
Jjjj así nos va con tanto estoicismo de fatto los cristianos cogen parte del estoicismo menos Séneca y más mars