La notte - trailer

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  • Опубликовано: 26 фев 2023
  • Video dello spettacolo: • La notte di Elie Wiese...
    www.archiviozeta.eu/teatro/la...
    da La Nuit di Elie Wiesel - Éditions de Minuit
    traduzione Daniel Vogelmann - Editrice La Giuntina
    drammaturgia e regia Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni
    con Diana Dardi, Pouria Jashn Tirgan, Giuseppe Losacco,
    Andrea Maffetti, Enrica Sangiovanni, Giacomo Tamburini
    con la partecipazione in video di Elie Wiesel
    musica Trio Shir-am 3, Claudio Monteverdi
    video di scena - riprese Gianluca Guidotti, Francesco Lagi, Stefano Tognarelli
    montaggio e editing video Federica Toci e Andrea Sangiovanni
    video dello spettacolo - riprese e montaggio Andrea Sangiovanni
    luci Theo Longuemare
    lampade Andrea Sangiovanni
    produzione archiviozeta
    riprese effettuate il 27 gennaio 2023
    presso il Funaro, Pistoia
    nell'ambito de
    Le parole di Hurbinek
    - Giornate della memoria
    - Scuola Teatro Lezioni civili
    Pistoia 18-29 gennaio 2023
    In realtà la tesi di lavoro nasce proprio dal nostro incontro con Elie Wiesel, il 25 ottobre 2001, a Boston:
    “…Così cerchiamo di prendere un po’ di Silenzio, poche Parole e parliamo…”.
    Questa frase è l’incipit in video del nostro spettacolo teatrale. Che forse non può non deve e non ha proprio niente di spettacolare, non è uno spettacolo ma un’ipotesi per dire la materia indicibile de La Notte, materia che gli attori tentano di esprimere e comunicare in astratto, concretamente.
    Gli attori ‘leggono a memoria’, dicono le Parole del Silenzio di Elie Wiesel; come un’orchestra si fanno le prove, si tengono gli spartiti in mano, perseguendo un nostro canone monodico. In scena ci sono ‘i testimoni’, come per Samuel Beckett: sei attori agiscono nello spazio tragico bianco, nel Vuoto del campo-Ade e sono ombre rievocate dalla memoria, sono scintille che illuminano la parola; sei attori più un testimone depongono in questo processo alla Storia, al buco nero del Novecento.
    Lo spazio è il foglio manoscritto, per noi, in yiddish, da Elie Wiesel stesso, della prima pagina di ‘E il mondo taceva’, la prima stesura de La Notte, tagliata dagli editori. Abbiamo chiesto a Elie Wiesel di riscrivere queste parole dimenticate, altrimenti perdute:
    “In principio fu la fede, puerile; e la fiducia, vana; e l’illusione, pericolosa. Credevamo in Dio, avevamo fiducia nell’uomo e vivevamo nell’illusione che, in ciascuno di noi, fosse deposta una scintilla sacra della fiamma della shekhinah, che ciascuno di noi portasse negli occhi e nell’anima un riflesso dell’immagine di Dio. Questa fu la fonte se non la causa di tutte la nostre disgrazie.”
    In questo schizzo d’inchiostro, in quei tratti si cela Giobbe. E non ce ne libereremo più per tutto il testo, “…come capivo Giobbe…”.
    Elie Wiesel in persona è il nostro terzo occhio che legge con pudore se stesso, è il terzo se stesso che entra nel gioco delle Parole e del Silenzio del teatro, è il terzo reale vertice del triangolo delle agnizioni, e vigila dall’alto il gioco, detta i ritmi e gli accenti, le pause e il respiro, così come nello Zohar, Il Libro dello Splendore.
    È il settimo braccio della nostra Menorah, il candelabro simbolo della religione ebraica, è il nostro fuoco centrale: gli attori stessi sono i bracci di questo candelabro immaginario e applicano, insieme a Wiesel, il solfeggio: il silenzio, le parole, il vuoto, il gesto. Il silenzio è il vuoto del suono. Il vuoto è il silenzio dello spazio.
    E le immagini impresse sulla pagina bianca sono segni del presente, non materiali d’archivio: una topofobìa meditata dell’Europa. Ecco i nostri piani-sequenza per una ricognizione: l’inferno a Birkenau, la foresta prima di Weimar-Buchenwald, la ferrovia di Auschwitz-Oswiecim e i fili spinati delle odierne fabbriche polacche. 7-14 dicembre 2001 le date del nostro itinerario: Buchenwald-Auschwitz-Birkenau-Sighet, itinerario inverso a quello de La Notte, itinerario della Memoria ‘in tempi oscuri’ di dimenticanza, itinerario interiore verso Sighetu-Marmatiei, ieri Ungheria oggi Romania al confine con l’Ucraina: terra dell’innocenza, della preghiera, terra di Moshè lo Shammàsh: lo Shammàsh, l’Aiutante, l’ottava candela, colei che accende le altre.
    Il controcampo è negli occhi!

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