Depressione spirituale - Salmo 42

Поделиться
HTML-код
  • Опубликовано: 9 фев 2025
  • Cascata di Foroglio, Val Bavona
    DEPRESSIONE SPIRITUALE
    Per prima cosa dobbiamo imparare, come il Salmista [Salmo 42], a prendere decisamente in mano la nostra situazione. Quest’uomo non si accontenta di lamentarsi sulla sua sorte; reagisce e prende in mano la situazione. Più ancora: parla a sé stesso: “Perché ti abbatti anima mia? Perché ti agiti in me?” Qualcuno potrebbe obiettarmi che questo è in contraddizione con quanto abbiamo detto prima, quando abbiamo affermato che occorre evitare un’introspezione esagerata e morbosa.
    Questa è la mia risposta: dobbiamo imparare a parlare alla nostra anima, anziché permettere che sia essa a rivolgersi a noi. Riuscite ad afferrare la distinzione? Nella depressione spirituale noi lasciamo che il nostro “io” si esprima, invece di essere noi a rivolgerci a lui: questo è il problema essenziale. Non sto proponendo un paradosso. Questo punto è il fondamento della saggezza in questo campo. Non avete mai realizzato che gran parte della vostra infelicità nella vita dipende dal fatto che continuate ad ascoltare voi stessi anziché parlare a voi stessi?
    Riflettiamo sui pensieri che ci assalgono al mattino, al risveglio. Non abbiamo fatto nulla per suscitarli, eppure essi sono lì che ci parlano, che ci ricordano i problemi del giorno prima, le nostre preoccupazioni e così via. Qualcuno parla: è il nostro “io”.
    Il Salmista adotta un rimedio efficace: interpella il suo “io”, invece di stare ad ascoltarlo. “Perché ti abbatti, anima mia?” egli domanda. La sua anima lo aveva abbattuto, dominato. Così il Salmista prende la decisione di parlare al suo “io”, alla sua “anima” e dice: “Anima mia, ascolta un momento, voglio parlarti!”
    Il segreto della vita spirituale consiste nel saper prendere in mano la propria situazione, nel saper parlare a sé stessi, nel sapere interrogarsi. Dovete imparare a dire alla vostra “anima”: “Perché sei abbattuta? Da dove vengono questi lamenti?” Invece di lasciarvi affondare nella depressione, affrontate il vostro “io”, sgridatelo, giudicatelo, esortatelo e ditegli: “Spera in Dio!” E quindi andate avanti ricordando a voi stessi chi è Dio, che cosa ha fatto per voi, quali sono le Sue promesse, quali le Sue opere presenti e passate! Ed infine, sull’onda di questa visione, concludete accettando la sfida di fronte a voi stessi, di fronte a satana e al mondo intero. Dichiarate insieme con il Salmista: “Io lo celebrerò ancora egli è il mio salvatore e il mio Dio”.
    Questo è il rimedio nella sua essenza. Approfondiremo questo concetto nelle pagine che seguono, ma il nocciolo di tutto è che il nostro “io”, questa realtà presente in noi, deve essere dominato, non deve spadroneggiare nella nostra vita. Non ascoltiamolo passivamente, permettendogli di deprimerci. Al contrario: affrontiamolo, parliamogli, sgridiamolo, esortiamolo, incoraggiamolo. Se lo lasciamo dominare, ci deprimerà sempre. Satana se ne impadronisce e se ne serve per demoralizzarci. Alziamo il capo ed affermiamo insieme con il Salmista: “Perché ti abbatti, anima mia? Perché ti agiti in me? Esci da questa situazione! Spera in Dio, perché io lo celebrerò ancora; egli è il mio salvatore e il mio Dio!”
    Martyn Lloyd-Jones, Depressione spirituale, EUN, 1° Edizione italiana del 1996, pp. 13-14

Комментарии •